Genova: II cardinale chiama preti e medici contro il diavolo:il pool valuterà se serve l' esorcista.
Il cardinal Bertone: nella Chiesa difficile parlare di Satana.

Il Corriere della Sera 12-2-2004-GENOVA — La curia di Genova ha istituito un gruppo misto di sei persone — tré medici e tré religiosi — con l'incarico di vagliare i casi di possibile presenza del demonio. Il «pool» valuterà la condizione psichica della persona colpita e svolgerà indagini approfondite prima di decidere se procedere con le cure mediche o chiamare un esorcista. Il cardinale genovese Bertone: «Nella Chiesa è diventato diffìcile parlare di Satana, ma i segni del demonio sono palpabili, basti pensare alle forme di satanismo diffuse in tutta Italia. Quando ero a Roma ho avuto contatti con esorcisti che mi hanno fatto conoscere delle situazioni impressionanti».

«Ricordati che il diavolo esiste». L'ultimo a dirlo, a Genova, era stato il cardinale Dionigi Tettamanzi, che nella lettera per la Quaresima del 2002 aveva stilato un decalogo contro «il grande tentatore». Satana è in città, invece padre Ferrarotti non c'è più. Sono ormai otto anni che se n'è andato, lasciando senza risposte i cinquanta poveracci che ogni giorno entravano nel suo confessionale a destra della navata nella sua chiesa di San Filippo Neri, nei vicoli della città. Gli raccontavano storie di fatture, malocchio, magia nera, falsi maghi a pagamento: «Cialtroni che non esitano — diceva lui — a rovinare delle brave persone cariche di un bagaglio fatto di dolore e di sperazione».

Eugenio Ferrarotti è morto il 15 maggio 1996 all'età di 81 anni. A Genova era l'esorcista, l'unico. Nato a Biella, dopo anni di sacerdozio a Torino venne chiamato nel 1955 dal cardinale Siri, che gli diede l'incarico ufficiale, venne confermato dai successori, Canestri e Tettamanzi. Serviva, in una città come Genova, senza il fascino esoterico di Torino, ma con i vicoli del centro storico carichi di suggestioni e leggende antiche, tutte connesse al Demonio. E con decine di fedeli che ogni giorno lamentano di essere vittima del soprannaturale.

Il cardinale Tarcisio Bertone è andato al passo con i tempi, ma in buona sostanza ha riempito un vuoto che durava da otto anni. La curia di Genova ha istituito un gruppo di sei persone che avrà l'incarico di vagliare i casi che ogni giorno si presentano ai sacerdoti della città. Saranno incaricati di valutarne la condizione psichica, di svolgere indagini, e alla fine dovranno emettere un verdetto in collegialità. O procedere con le cure elimisto di religiosi e laici. Tré sacerdoti sono affian cati da un neurologo, uno psichiatra e uno psicologo.

L'iniziativa, resa nota dal Secolo XIX, ha attirato parecchia curiosità. Ieri il cardinale ha benedetto gli infermi e i disabili nella cattedrale di San Lorenzo — era la giorna ta del malato —, e poi nel la sacrestia si è spogliato dei paramenti sacri e ha accettato con rassegna zione le domande, che vertevano su un unico te ma. L'esorcismo, il Male. «E' un gruppo di lavoro che si dedicherà a situazioni di frontiera, tra disagio spirituale e problemi più profondi. Se necessario, ha i poteri per avviare la pratica che porta al l'esorcismo».

I suoi assistenti confermano l'esistenza di un problema reale. Il numero di fedeli che ricerca questa pratica è altissimo, in media con il numero di visite quotidiane dell'ultimo esorcista, Eugenio Ferrarotti. Uomo che combatteva il maligno da solo, quasi incognito. Ascoltava conti di case vuote risuonavano dei ballabili fine Anni Sessanta suonati al pianoforte, di gente che si metteva a parlare in lingue sconosciute. Ma anche storie più terrene e disperate, personalità divise, sessualità imperfette e vissute con dolore. «Ecco — dice il cardinale — noi con l'aiuto del le scienze umane dobbia mo discernere, caso per caso, di cosa si tratta». L'intervento dell'esorcista arriverebbe «soltanto quando si è in presenza di un fatto umanamente inspiegabile e di una
eventuale possessione».
Sarà per queste leggende dei vicoli, per i tanti fedeli genovesi che pensano di avere a che fare con il soprannaturale. Ma già Dionigi Tettamanzi aveva sentito il bisogno di ammonire sulla presenza del diavolo, stilando un decalogo per affrontarlo, uno dei suoi ultimi atti come arcivescovo di Genova. Anche il cardinal Ber tone pensa che il diavolo sia una presenza palpabile nella nostra società.
«Incontro difficoltà a parlarne nella Chiesa. Ma credo che i segni siano palpabili, basti pensare alle forme di satanismo sparse in tutta Italia. E anche la possessione non è certo ipotesi da film. Quando ero a Roma ho avuto contatti con esorcisti che mi hanno fatto conoscere delle situazioni impressionanti».
L'alto prelato è seguito da una donna piccola e anziana che è entrata in sacrestia e lo chiama piangendo. Dice di essere perseguitata — tra le altre cose — da presenze maligne che si muovono nella Cattedrale di San Lorenzo. C'è una vecchia leggenda secondo la quale una statua della facciata, detta «L'arrotino» si anima per aprire il portone d'ingresso e far entrare gli spettri di tutti gli ar tigiani che parteciparono alla costruzione del Duomo. Forse si tratta soltanto di questo. O for se no.


Marco Imarisio

«Sì alla collaborazione tra esorcisti e psichiatri»

ROMA — La collaborazione tra esorcisti e psichiatri è suggerita dalle direttive ufficiali ed è ormai praticata dappertutto, in Italia. Ma una commissione di preti e di medici, incaricata di un vaglio previo dei casi, è anco ra una struttura rara: esisteva già almeno a Torino e a La Spe zia, mentre altrove — comprese Roma e Milano — la collaborazione si attiva empiricamente.

«Io non accetto nessuno che si presenti senza le cartelle cliniche», dice don Gabriele Amorth, l'esorcista italiano più famoso. Don Amorth nel volumetto «Esorcisti e psichiatri» (Edizio ni Dehoniane) riferisce di un di battito da lui sostenuto presso la Clinica psichiatrica dell'Università di Roma Tor Vergata. con una quarantina di medici. Stando ad Amorth, il consulto medico è indispensabile prima di decidere che qualcuno è da sottoporre ad esorcismo, ma è anche utile in corso d'opera e al la fine dell'csoicismo. La consulenza previa è ovvia: si tratta di verificare se il disturbo accusato dal candidato all'esorcismo sia da ricondurre a una «patologia della psiche» e quindi da trattare per via clin ca. In corso d'opera — l'esorcismo può durare mesi e anni — il contributo del medico è necessario «nelle moltissime situazioni in cui vi è la presenza, nella stessa persona, di disturbi psichici e di presenze malefiche»: e si esprime uno psichiatra di Torino. Salvatore Di Salvo, che collabora con gli esorcisti diocesani.
Alla fine dell'esorcismo la presenza dello psichiatra può servie per«ripristinare quelle forze psicosomatiche che sono state azzerate», afferma lo psichiatra Simone Morabito, di Bergamo. Dove non c'è un'equipe, sarà ilsingolo esorcista (che è sempre un sacerdote, a ciò incaricato dal vescovo: in Italia sono ci 300) a inviare da «medici di riferimento» l'aspirante all'esorcismo: così si fa a Milano.
La «Premessa» al «Rito dell'esorcismo» (1999) suggerscei la consultazione di «persone esperte in medicina e psichiatria, però competenti pure nella realtà spirituali».

Luigi Accatoli