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Aborto : la nuova proposta di legge dei consultori famigliari di ispirazione cristiana.

fonte: www.edufamily.it

La nuova proposta di legge, in estrema sintesi, affronta 3 grandi ambiti di intervento: quello “educativo”, quello “giuridico” e quello che potremmo chiamare dei “servizi alla famiglia”.

1. I nuovi consultori dovranno operare soprattutto nell’ambito della formazione. Da qui la necessità di proporre una serie di corsi e di momenti di approfondimento con l’obiettivo di promuovere una nuova cultura della famiglia. Da qui l’esigenza di rinnovare le proposte per corsi rivolti ai fidanzati, alle giovani coppie, ai genitori. E poi dibattiti, incontri, conferenze e altri momenti di formazione che verranno individuati secondo le necessità del momento.

2. Un capitolo importante della proposta di legge riguarda gli aiuti alle coppie in difficoltà. I dati sulle separazioni e sui divorzi sono purtroppo noti e in continua crescita. I consultori non possono rimanere ai margini di questa gravissima piaga sociale che coinvolge ogni anno 70mila coppie e quasi altrettanti figli. Noi pensiamo che sia giusto attribuire ai consultori interventi obbligatori per legge, osserva ancora l’avvocato Grassani. Prima della separazione la coppia dovrebbe in sostanza essere costretta a sottoporsi a una consulenza finalizzata a sperimentare tutte le possibilità di sostegno e di mediazione. E questo compito spetterebbe al consultori. Anche considerando che, quando i margini di composizione risultano proprio inavvicinabili, rimane pur sempre il dovere di preparare un accompagnamento adeguato ai figli.

3. Altro fronte importantissimo è quello della consulenza rivolta alla fertilità e all’infertilità. Nella proposta di legge si ipotizza che i consultori non debbano più occuparsi di procedure abortive. “Pensiamo piuttosto a una “procedura previa” - spiega Grassani - finalizzata davvero alla tutela del nascituro e al sostegno della coppia attraverso un aiuto economico concreto. Se questa legge verrà approvata, non sarà più possibile andare in ospedale per abortire senza prima avere accettato un momento di consulenza che non sarà soltanto di tipo formale. Prevediamo per esempio l’istituzione di un comitato di bioetica che faccia valere davvero le ragioni che promuovono la vita”.

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