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Iraq: Al Sadr «impone» velo alle cristiane

Corriere della Sera - 30 maggio 2007

Lettera dell'imam radicale sciita: le donne cristiane irachene devono indossare il velo se no saranno obbligate a stare in casa.

BAGDAD (IRAQ) - Un nuovo attacco alla minoranza cristiana in Iraq. Le donne cristiane irachene saranno costrette a indossare il velo pena gravi conseguenze come la segregazione in casa. È quanto affermano gli estremisti islamici dell'esercito del Mhadi che fa capo all'imam radicale Moqtada al Sadr. A dare la notizia è l'agenzia mediorientale Aina che riporta la traduzione di una lettera firmata dall'esercito del Mahdi, la milizia di Moqtada al-Sadr, l'imam radicale sciita iracheno, diffusa in questi giorni nella capitale irachena.

LA LETTERA - Nella lettera vengono riportate le parole del martire Mohammad Sadiq al-Sadr.
«La Vergine Maria - afferma - era senza velo, così che alle donne cristiane sia concesso la stessa cosa? E Fatima al-Zahara era senza velo? E le spose dei Califfi nel primo Califfato e dei successivi erano senza velo? No e poi no? Allah lo vieta». La lettera prosegue affermando che la donna che non indossa il velo «è un'adultera» che «sfida Allah e il suo Profeta e ignora e nega la religione». Le misure da prendere contro costoro, si legge nel testo, sono che il padre o il marito «le ordinino, in modo cortese, di astenersi da ciò che è proibito».
«
Se rifiuta - continua - allora sia guidata ed educata così da essere convinta. Se non convinta, allora deve essere segregata in casa e non esposta a contatti proibiti con uomini».

La lettera termina con l'avviso che «sono stati creati dei comitati speciali per seguire la vicenda». Si tratta dell'ennesimo attacco alla minoranza cristiana presente nel Paese che giá da tempo sta subendo attacchi, vessazioni, persecuzioni a causa della propria fede. Una situazione che è stata denunciata ripetutamente in queste settimane dai leader della Chiesa cattolica irachena, fra l'altro sono stati giá rapiti e poi rilasciati diversi sacerdoti mentre le chiese sono state oggetto di aggressioni e di attacchi mirati, di intimidazioni. Un'ampia parte dei circa 800 mila cristiani presenti in Iraq prima dello scoppio delle ostilitá nel 2003 ha giá lasciato il Paese scegliendo la via dell'emigrazione o nei Paesi confinanti o verso l'Europa.

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