Esiste l'Islam laico?

L'Islam laico o non esiste o è moribondo.
di Massimo Introvigne (il Giornale, 28 gennaio 2006)

... L'«Islam laico», più o meno fasullo, serve da cinico strumento di governo a tutte le dittature arabe e centro-asiatiche che hanno paura di dichiararsi non musulmane, ma i cui capi in realtà non credono né a Dio né al Diavolo, per quanto possano voler conservare - finché fa comodo - qualche aspetto dell'eredità islamica.
Un Islam di facciata, che si regge sulla punta delle baionette e che in elezioni libere sarebbe travolto in poche ore.

I veri «musulmani laici» esistono. Li troviamo principalmente in due posti. Nei cimiteri dei loro Paesi, dove spesso sono morti ammazzati. E nelle università e nelle redazioni dei grandi giornali occidentali, dove si sono rifugiati ma dove i più onesti fra loro ammettono che se tornassero a casa e partecipassero alle elezioni prenderebbero l'uno per cento di Chalabi in Irak. Eppure giornali e governanti occidentali continuano a sostenerli, intenerendosi ogni volta che un'algerina si dichiara abortista o un iracheno favorevole al matrimonio degli omosessuali.

È già troppo tardi per rendersi conto che costoro non rappresentano l'Islam, neanche quello degli immigrati che certo vanno poco in moschea ma che - come i sondaggi dimostrano - non condividono le fughe in avanti degli intellettuali laicisti. L'alternativa al fondamentalismo non è il fantomatico «Islam laico» ma un Islam conservatore che non mette in discussione il Corano, vuole permettere (non imporre) il velo e chiede partiti che si dichiarino di ispirazione religiosa almeno quanto le nostre vecchie Democrazie Cristiane.

Dove questo Islam conservatore esiste, come in Turchia e in Malaysia, vince le elezioni. Dove non c'è, e ai fondamentalisti si contrappongono laicisti più o meno travestiti da musulmani, le elezioni le vincono i fondamentalisti. Se la dura lezione che viene dalla Palestina ci convincerà a smetterla di inseguire la chimera dell'«Islam laico» non ci sarà stata impartita invano.