SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
Film anti-islamico, allarme Ue
Il documentario del deputato olandese Wilders
definisce il Corano «fascista»

Film anti-Islam, a rischio la Nato

Proteste contro l' opera del deputato olandese Wilders. Governo diviso In Olanda i cristianodemocratici vogliono bloccare il film di Wilders, i laburisti sono per la libertà di parola

Un nome azzeccato per il suo film di prossima diffusione, l' ha già trovato: Fitna, dalla parola araba «scontro» (o discordia). Ma se davvero scontro sarà, per il cortometraggio contro il Corano voluto dal deputato populista olandese Geert Wilders, forse a pagare di più non sarà lui ma uomini in divisa di tutta l' Europa, che si trovano a migliaia di chilometri da Amsterdam.

Potrebbero essere i militari della Nato in Afghanistan, infatti, i bersagli più immediati della reazione islamica. Lo ha detto lo stesso segretario generale dell' organizzazione, l' olandese Jaap de Hoop Scheffer, parlando di «conseguenze potenzialmente serie»: «Mi preoccupa il fatto che le truppe possano trovarsi sotto attacco a causa di un film».

Nelle ultime ore, l' ordinaria emergenza di quelle montagne ha offerto le notizie di sempre: un kamikaze che si è fatto esplodere a Khost, con 4 feriti fra gli uomini della stessa Nato, e un soldato canadese ucciso nel Sud. Ma è la notizia del film olandese, che rimbalza da una radio e da un sito Internet all' altro, a far salire ancora di più la tensione. Quella, e insieme l' altra notizia giunta da Copenaghen, sulla ri-pubblicazione di una delle vignette satiriche che nel 2006 avevano preso di mira il profeta Maometto.

L' altra sera, sempre in Afghanistan, bandiere danesi e olandesi sono state date alle fiamme in quel di Mazar-i-Sharif, da un migliaio di manifestanti. Poche ore dopo, giunto in visita a Copenaghen, il ministro degli esteri afghano Rangeen Dadfar Spanta ha detto che «la libertà di espressione non può essere usata da nessuno per far piangere un miliardo di musulmani».

Altri messaggi precisi, mentre in Olanda regna l' incertezza totale. Geert Wilders, da quell' abile pubblicitario che è, continua a dire che farà di tutto per diffondere il film, sulla rete televisiva Nos. E il governo si è diviso sull' ipotesi di vietare la trasmissione: cristiano-democratici favorevoli al divieto, laburisti contrari, in nome della libertà di espressione garantita dalla costituzione. Ieri sono stati consultati diversi giuristi, ma non si è giunti a una decisione. Gli appelli rivolti a Winders dai cristiano-democratici, perché lasci perdere la sua idea, sono caduti nel vuoto. Un ministro ha dovuto rinviare un viaggio già fissato in Somalia, a causa di minacce specifiche. E gli equipaggi di alcuni voli civili su tratte «calde» avrebbero fatto sapere di aver paura per l' incolumità loro e dei passeggeri. Fra tutti, nella posizione più scomoda, sta il primo ministro Jan Peter Balkenende: da un lato, ripete che le idee di Wilders non riflettono certo quelle del governo, dall' altro chiede allo stesso Wilders di considerare quali potrebbero essere le «gravi conseguenze» della sua iniziativa per i cittadini olandesi, in uniforme e no. In Afghanistan, vi sono 1650 soldati olandesi e 780 danesi, più tutti gli altri delle altre nazioni. Il «Partito della libertà di Wilders occupa invece 9 seggi su 150 del Parlamento, ma i sondaggi lo danno in ascesa. Fitna, il documentario che paragona il Corano al Mein Kampf di Hitler, non supera - si dice - un quarto d' ora. Ma quel quarto d' ora, adesso, fa paura.

Offeddu Luigi
Pagina 6- (4 marzo 2008) - Corriere della Sera

La Commissione europea mette in guardia le sue sedi nel mondo

Da ieri, c' è su Internet un nuovo sito: sfondo nero, una copia del Corano con iscrizioni dorate, e 6 parole in inglese: «Geert Wilders presents Fitna, coming soon». Letteralmente: «presto su questi schermi». Ma quel «presto», per una parte del mondo musulmano, deve tramutarsi in «mai».

Pakistan, Iran, Egitto, l' Oic - Organizzazione della conferenza islamica - oltre a gruppi da tutto il mondo, chiedono all' Olanda che non sia permessa «in nome della libertà di espressione» la diffusione di Fitna (dall' arabo «scontro» o «discordia») il documentario che bollerebbe il Corano come un libro «fascista», e il profeta Maometto come un «barbaro». Va usato «bollerebbe», al condizionale, perché in realtà l' unica fonte di notizie è lo stesso Wilders, deputato populista olandese, che da mesi preannuncia questa sua opera. Ma nessuno sa che cosa contengano quei 15 minuti di cortometraggio.

Wilders ha giurato però che «a marzo» li manderà in onda. E marzo è ora, e la comparsa del sito Fitna fa pensare che sia iniziato il conto alla rovescia: perciò, ieri, 30 ambasciatori dell' Oic sono stati ricevuti dal governo olandese, che ha loro confermato la sua posizione «a favore della libertà religiosa e di espressione».

Sono giorni delicati: domani 7 marzo, ricorda il viceministro della Cultura iraniano Alireza Malekian, «si prega nelle moschee per ricordare l' anniversario della morte del santo Profeta, e non solo tutti i musulmani del mondo ma anche tutte le persone di coscienza sono infuriate...Il cuore dell' Islam è ferito e pieno di rabbia. Registi addestrati dalla Cia e dal Mossad sbeffeggiano l' amata religione dell' Islam».

Parla ancora più chiaro il ministro degli Esteri iraniano, Manoucher Mottaki: «Non mi sembra una buona idea istigare le reazioni di oltre un miliardo e mezzo di musulmani».
Ieri, a Kabul, 300 deputati afghani hanno sfilato cantando «morte ai nemici dell' Islam».
Paesi come l' Egitto minacciano il boicottaggio economico.

Da Bruxelles, la Nato rinnova il suo allarme: «Siamo tutti molto preoccupati - parole del portavoce James Appathurai - per i potenziali effetti incendiari che il film può avere in Afghanistan».
E si muove la Commissione Europea: «Abbiamo informato le nostre delegazioni nel mondo - dice il portavoce Johannes Laitenberger - della diffusione di un film che può avere delle ripercussioni.
La nostra posizione sulla libertà di espressione è ben nota, ed è che questa non può essere limitata».
Il vicepresidente della stessa Commissione, Franco Frattini, conferma: Wilders «può filmare quello che vuole». E l' eurodeputato Mario Borghezio invita il collega olandese a Strasburgo. Quel film, ha detto invece il governo pakistano all' ambasciatore olandese convocato d' urgenza, «non ha nulla a che vedere con il diritto alla libertà di espressione». Ma il primo ministro olandese, Jan Balkenende, ieri in visita a Parigi, ha di nuovo lasciato capire che non bloccherà Fitna, un' opera che pure lo vede «assolutamente in disaccordo»: e Nicolas Sarkozy gli ha assicurato il «pieno sostegno» della Francia.

Offeddu Luigi
Corriere della Sera (6 marzo 2008) Pagina 15

D' Alema: non colpire i sentimenti religiosi

Il ministro degli Esteri frena sul film anti-Corano del politico olandese Wilders Preoccupazione per le possibili ritorsioni contro la Nato in Afghanistan.
La Rice chiede all' Europa maggiore impegno .

«Io non apprezzo che vengano offesi o colpiti i sentimenti religiosi di chicchessia»: come tutti i suoi colleghi ministri degli Esteri dei Paesi Nato, riuniti ieri a Bruxelles, Massimo D' Alema si è trovato sul tavolo il «dilemma Wilders». E si è sentito rivolgere dai giornalisti le domande che in queste ore vengono rivolte un po' a tutti: l' Olanda deve proibire il film anti-Corano del suo deputato populista Geert Wilders, come le chiede una parte del mondo musulmano che si dice offeso e ferito? O deve lasciare che il film venga diffuso, in nome della libertà di espressione?

La Commissione europea si è espressa l' altro ieri per questa seconda linea. Il suo vicepresidente Franco Frattini ha detto che Wilders «può dire e filmare ciò che ritiene più opportuno», assumendosi «tutte le sue responsabilità individuali».
L' eurodeputato Mario Borghezio ha invitato il collega olandese a Strasburgo. Pur senza entrare direttamente nella polemica («non sappiamo neppure che cosa ci sia in questo filmato»)
D' Alema prende le distanze: «Non è mai una cosa apprezzabile, che vengano colpiti i sentimenti religiosi altrui: e lo sarebbe ancor meno in un momento delicato come questo».
Il problema riguarda anche la Nato e i suoi 43 mila militari in Afghanistan, perché - come ha detto il segretario dell' organizzazione, Jaap de Hoop Scheffer - potrebbero essere loro i bersagli di eventuali ritorsioni, una volta andato in onda il documentario che paragona - così almeno ha annunciato Wilders - il Corano al «Mein Kampf» di Hitler.

Per ora, non si ha notizia di misure di allarme, né di minacce specifiche (mentre in Olanda il Coordinamento anti-terrorismo ha elevato il livello di allerta). Ma alla riunione di Bruxelles, preparatoria del vertice Nato che si aprirà il 2 aprile a Bucarest, l' Afghanistan ha dominato i discorsi anche in un altro senso.

È rimasta senza risposta la domanda di Condoleezza Rice, inviata da George W. Bush a chiedere più uomini e più mezzi europei. Anche se l' «impegno fondamentale» e a lungo termine della Nato viene confermato, e i francesi dovrebbero giungere ad avere sul terreno 2.000 soldati. Meno, comunque, dei 2.700 italiani che, ha spiegato D' Alema, rappresentano già «un impegno molto rilevante: siamo il quarto Paese contributore».

L' Afghanistan sarà poi al centro della Conferenza di stabilizzazione che si terrà a Parigi, in giugno, a compimento di un' idea italiana. La Nato deve anche decidere sul suo allargamento: mentre ieri quasi tutti gli europei, Italia compresa, hanno giudicato prematuro ogni passo per Ucraina e Georgia - per l' Abkhazia si tratta invece di un vero «no» - le porte sono socchiuse davanti a Croazia, Albania, e Macedonia («sospesa» per ora, soltanto, dal veto greco sul nome). Saranno invitate tutte e tre al vertice di Bucarest. Poi si vedrà. Ma il loro ingresso nell' organizzazione sarebbe, dice ancora il ministro degli Esteri italiano, «un fattore di stabilità e di sicurezza» per l' Europa.

Offeddu Luigi
Pagina 21- (7 marzo 2008) - Corriere della Sera

 

Un Film e i Veri Profanatori dell' Islam

Siamo proprio certi che sarà il film contro Maometto di Geert Wilders la causa scatenante di dure note di protesta, richiamo di ambasciatori, rotture diplomatiche, sanzioni economiche, aggressioni a persone ed edifici che simboleggiano la cristianità e la civiltà occidentale, fino al più efferato terrorismo che massacra indistintamente i «nemici dell' islam»? Non è forse già accaduto qualcosa di simile dopo la lectio magistralis di Benedetto XVI a Ratisbona il 12 settembre 2006?

Se dunque la reazione al film di Wilders, al discorso del Papa e alla scelta di Israele potrebbero risultare simili, pur trattandosi di eventi sostanzialmente diversi, significa che essi non sono la causa bensì soltanto il pretesto invocato per giustificare e legittimare un' ideologia di odio, intolleranza, violenza e morte. Che esiste a prescindere da questi eventi perché è un dato fisiologico e storico di un islam che non ha mai conosciuto la libertà e la democrazia. Che è pertanto sempre e comunque un fenomeno di natura aggressiva, anche se apparentemente si manifesta all' insorgere di sintomi esteriori.

Ecco perché sbaglia il premier olandese Jan Peter Balkenende quando incolpa sin d' ora Wilders per una guerra del terrorismo preannunciata: «Sanzioni economiche, attacchi, minacce. Chi porterà la responsabilità di tutto questo è lo stesso che ora sta creando le ragioni per tutto questo».
Così come sbaglia il segretario generale della Nato, l' olandese Jaap de Hoop Scheffer quando dice: «Mi preoccupa il fatto che le truppe possano trovarsi sotto attacco a causa di un film». Ciò di cui dobbiamo preoccuparci tutti è esattamente l' opposto: la salvaguardia della nostra libertà d' espressione in un mondo globalizzato e la libertà di essere pienamente noi stessi a casa nostra, qui in Europa e in Occidente. Ebbene dobbiamo purtroppo prendere atto che questa nostra libertà è già compromessa, perché non siamo riusciti a sconfiggere il terrorismo dei tagliagola e stiamo subendo il ricatto del terrorismo dei taglialingua.

Noi abbiamo il diritto e il dovere di affermare e di difendere una civiltà dove a un film si replica con un film, a un discorso si risponde con un discorso, a un evento culturale si reagisce con un evento culturale. Noi abbiamo il diritto e il dovere di tutelare uno stato di diritto dove al limite si può rappresentare la propria contestazione sporgendo denuncia in tribunale, ma mai e poi mai dichiarando una guerra diplomatica e terroristica.

Perché mai in tutto il mondo sono solo i musulmani che puntualmente reagiscono in modo brutale e violento, per una ragione o per un' altra, quando si sentono offesi? Forse che i musulmani si considerano superiori al resto dell' umanità e ritengono di potersi permettere un comportamento differente dai comuni mortali? Beh, se così fosse, tutti noi dobbiamo opporci con tutti i mezzi.

Non possiamo in alcun modo sottometterci all' arbitrio e alle barbarie perché si tradurrebbe nel nostro suicidio come persone fiere e libere e nella morte della nostra nazione e della nostra civiltà.

Non lo dobbiamo fare neanche sotto la minaccia pesantissima di un embargo petrolifero con il greggio a oltre 100 dollari a barile o della chiusura di mercati sempre più attraenti. I veri profanatori dell' islam non sono Wilders, Benedetto XVI o Israele, così come non lo erano Theo van Gogh, Daniel Pearl e Oriana Fallaci. Lo sono invece gli stessi musulmani che disconoscono a tal punto la sacralità della vita da non esitare a massacrare altri musulmani facendosi esplodere anche nelle moschee, a costringere i cristiani a convertirsi con la violenza, a uccidere tutti gli ebrei e gli israeliani perché non avrebbero diritto ad esistere.

Eppure l' Occidente continua a dialogare e legittimare i terroristi e i regimi nazi-islamici che li sostengono, al pari degli stati musulmani che boicottano e minacciano pur continuando a professarsi «moderati». Se l' Occidente ha una colpa, ebbene è che è stato finora fin troppo accondiscendente e remissivo con gli estremisti e i terroristi islamici. Ecco perché dico «sì» al film di Wilders. Diffondiamolo in Internet in tutte le lingue in modo che possa essere visto e compreso da tutti ovunque nel mondo. Ma non auto-censuriamoci addirittura prima ancora che ci minaccino. Non arrendiamoci al diktat dei taglia-lingua prima ancora che facciano la loro comparsa i taglia-gola. Solo se sapremo difendere la nostra dignità come persone, potremo aver salva la nostra libertà come nazione e civiltà.

Allam Magdi
Pagina 001.015 (6 marzo 2008) - Corriere della Sera
www.corriere.it/allam www.magdiallam.it

 

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