SOMMARIO RASSEGNA STAMPA

Dopo avere, per due lustri, dimenticato il terrorismo, come del resto gli europei,
oggi gli Stati Uniti credono nell'esistenza di un terrorismo globale
e gli hanno dichiarato una guerra altrettanto globale.
Esiste davvero, un nemico globale ed è possibile una guerra globale?

Appunti sul terrorismo internazionale: la matrice islamica (Global War on Terror - GWOT)
Relazione tenuta venerdì 08 ottobre 2004 presso la Facoltà di Giurisprudenza della LUMSA dal generale Luigi CALIGARIS già parlamentare europeo

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Per cominciare non esiste neppure una definizione del terrorismo universalmente condivisa, ce ne sono un centinaio in circolazione . La Lega delle Nazioni, l'ONU, l'Unione Europea, hanno offerto una loro versione…tuttavia, in attesa che la comunità internazionale si accordi sull'identikit da dare a questo mostro di crescente importanza e letalità proviamo noi a chiederci cosa mai esso sia.

Cos'era il terrorismo e cos'è?

Nasce nel XIX secolo allorché gli anarchici puntavano alla liberazione nazionale e alla rivoluzione sociale. Era un terrorismo idealista e i suoi bersagli erano i massimi vertici del sistema.

1^ Fase nazionale
Nella seconda metà del XX secolo, durante la Guerra Fredda, il terrorismo, pur avendo una dimensione prevalentemente domestica, diviene strumento del confronto fra gli opposti Blocchi
. In questa fase, sceglie personaggi rappresentativi del sistema da abbattere e non eccede nella violenza per non inimicarsi le popolazioni. Nonostante i suoi buoni rapporti con il Blocco Sovietico, con palestinesi e paesi arabi, in nome del marxismo-leninismo e della lotta al Sionismo, non si poteva considerare "internazionale" in quanto prevaleva la matrice nazionale.

2^a Fase internazionale
Nel 1979, scatta una seconda fase quando la rivoluzione iraniana porta al potere uno Stato governato secondo i principi della Sharjia che si avvale del terrorismo come strumento di politica estera
, soprattutto in Medio Oriente e nel Golfo. Troverà presto imitatori quali la Siria e la Libia. Nasce il terrorismo mercenario al servizio del migliore offerente.

Durante le guerre, il terrorismo non è finora riuscito a competere in potere distruttivo con le macchine militari. Ha invece vita facile in tempo di pace e nelle democrazie occidentali dove la tutela dei diritti e della libertà vincola l'azione dello Stato. E' invece in difficoltà nei paesi a regime dittatoriale dove non vi sono limiti nell'adozione di misure repressive.

3^ fase totale
Dopo la Guerra Fredda, il terrorismo è rimosso dall'attenzione occidentale e, approfittando di questo, esso si dedica alla propria internazionalizzazione, si plasma in chiave religiosa e nazionalistica, è ogni giorno che passa più efficace e letale; in questa fase, la terza, in cui punta alla distruzione del sistema, non si preoccupa del consenso e sceglie armi e tecniche sempre più distruttive.

Quali le cause ?

Non vi sono cause comuni globali seppure si proponga un comune avversario, gli Stati Uniti, il grande Satana. Non sono verosimili scontri fra civiltà antagoniste. Negli ultimi anni tuttavia è cresciuta nei 21 paesi della Lega Araba e 51 della conferenza islamica il ricorso alla violenza.

Sul piano sociale non è tanto la povertà quanto l'assenza di prospettive per popolazioni a intensa crescita demografica a creare un ambiente favorevole al terrorismo e a fornirgli manovalanza. Dal 2001 la situazione si è aggravata.

Medio Oriente, grande incognita. Si dubita che se la prova di forza fra israeliani e palestinesi cessasse non si ridurrebbe l'integralismo islamico verso l'Occidente.

Voglia d'indipendenza. Ostilità verso i poteri occupanti, variano a seconda delle condizioni locali ( perché catalani no e baschi sì, irlandesi sì e scozzesi no?).

Integralismo religioso. A zero agli inizi degli anni ‘80 oggi supera il 60% del totale. La religione offre legittimazione e compenso. Il fanatismo religioso funge da elemento catalizzante della causa politica. Il radicalismo islamico non tende alla rivoluzione sociale. L'educazione è nelle mani dell'integralismo islamico che fomenta la ribellione e non insegna a gestire meglio la società.

Interesse di stati terzi a influire senza rischiare: Pakistan, Iran, Irak, Siria, Libia. Interesse criminale come mezzi o come fine. Esempio afgano.

Soggetti psicotici. Non sono pochi ma sbaglierebbe chi volesse attribuire ad essi la vitalità del sistema terrorismo.

II terrorismo prospera quando varie cause convergono (Algeria, Kashmir, Cecenia, Medio Oriente, Sri Lanka ).

Perché l'11 settembre non è stato evitato ?

Le Tesi cospiratorie non mancano. Si dice che Bin Laden è ispirato da Washington. Gran parte dei media arabi hanno attribuito la colpa al Mossad, alla CIA ecc.

Crisi dell'intelligence. Più volte la CIA prospetta la crescita in efficacia e violenza del terrorismo e nel 2000 il Congresso ipotizza attacchi terroristici in Europa e negli Stati Uniti. Questioni interne ( fra cui lo scandalo Lewinski) contribuiscono a distrarre l'attenzione del governo, dei media e della politica da questi problemi, (Bush sr. discuteva ogni giorno i rapporti intelligence, Clinton li leggeva e Bush jr. li ignorava )

Troppi vincoli alla magistratura e alle forze dell'ordine nelle società democratiche.
Troppe remore nell'uso della forza.

Defaillance dell'intelligence. I paesi occidentali controllavano solo i propri piccoli gruppi terroristi, negli Stati Uniti risorse e libertà d'azione della CIA erano state ridotte; inoltre doveva cedere la lotta interna al terrorismo all'FBI che però si occupava solo di criminalità, mentre la DEA si occupava di traffico della droga. La CIA non si era adeguata alle nuove minacce. Aveva chiuse molte stazioni, 5 analisti sorvegliavano Al Qayda; si affidava molto alla technical intelligence; Covert action, difficile disporre di agenti in lingue arabe e asiatiche e di infiltrarli. La CIA riteneva Osama Bin Laden solo finanziatore di movimenti terroristici e gli USA pagavano i talebani perché non producessero droga. Strutture di intelligence vecchie di mezzo secolo e indirizzate prevalentemente verso obiettivi militari. Tuttora, il 60% delle risorse è devoluto allo studio degli apparati militari nazionali.

Le polizie occidentali avevano le mani legate in quanto molte attività erano condotte nei luoghi di culto fra cui non pochi predicavano la violenza.

Distrazione dei mass media.
Ossessione per i fatti domestici e incomprensione dell'evoluzione del fenomeno islamico da parte politica, accademica.

Nel frattempo, il terrorismo recluta, addestra ed arma nuovi seguaci ovunque possibile .

Origini del terrorismo islamico

Inizia nel XX secolo con varie motivazioni. Nella penisola araba come Wahabbismo; in India contro la maggioranza indù; in Pakistan come volontà dei religiosi estremisti di appropriarsi del governo laico; in Egitto, cuore del integralismo, con riferimento all'Impero Ottomano. Cresce l'ostilità verso l'Occidente, corrotto, decadente, invadente e tirannico.

In Egitto, dal 1928, opera la Fratellanza Islamica che vorrebbe consegnare il mondo nelle mani dell'Islam: fra i primi obiettivi la detronizzazione dei leader arabi infedeli. Nel 1949, Nasser la distrugge per poi amnistiarla; 15 anni dopo altra amnistia da Sadat che li assorbe nel sistema per poi essere ucciso da loro. Negli anni ‘70, nascono gruppi clandestini in competizione fra loro, autofìnanziandosi con ricatti, rapine e sequestri. Le loro tesi ideologiche sono sovente risibili sul piano cultural-religioso. Fra i mandanti dell'assassinio di Sadat, il futuro vice di Bin Laden. Con la repressione di Mubarak il terrorismo in Egitto ha una sosta e la Fratellanza Islamica entra in politica, sostenuta dai finanziamenti sauditi per portare al governo la Sharja. Il terrorismo resta un opzione sul tappeto; ogni volta che tentò di affermarsi nelle città fu represso. I bersagli furono esponenti di rango di vari settori. Negli anni ‘90 cresce la motivazione antiamericana, soprattutto nel movimento Jihad, il cui guru fugge in America che non concede l'estradizione; nel 1993 è arrestato per l'attentato alle torri gemelle.
Ciò che attraeva le elite egiziane al terrorismo era la convinzione che la democrazia fosse un falso modello.

Perseguitata, la Fratellanza Islamica si trasferisce in Siria dove sfida la leadership Baath nazionalista e laica. Le forze siriane eliminano (massacro di Hama con tabula rasa della città a nord di Damasco) oltre 20.000 esponenti della Fratellanza, estirpando il terrorismo come forza antagonista dal nord della Siria.

II fattore Afghanistan, la Jihad e Bin Laden: la legione straniera del terrorismo.

Afghanistan, anni ’80. La guerra contro i sovietici chiama a raccolta gli islamici che ricevono libertà d'azione, armi e fondi Stinger. L'Egitto si libera dei suoi terroristi inviandone, sette-ottomila, in Afghanistan;
la Jihad, costituisce in Pakistan un centro di addestramento dei musulmani, sostenuto dalla CIA e dai Servizi pakistani. Bin Laden tenta, senza successo, di coordinare i vari gruppi; comunque, in nome della Jihad, fonda più gruppi in diversi paesi. Alla fine della guerra i 20.000 veterani rappresentano un grande serbatoio di violenza a cui attingere. Alcuni restano in Afghanistan dove si uniscono ad Al Qayda; all'atto dell'offensiva americana ce n'erano ancora 7000. Altri tornano in Egitto che però non li accoglie. Alcuni emigrano in Europa e nello Yemen, 4000 vanno a battersi in Bosnia che però a guerra finita li espelle. Alcuni comunque vi restano e oggi cooperano con la criminalità organizzata nel traffico di armi e droga (70% di eroina verso l'Europa centro settentrionale). La Nato e l'ONU non sono riusciti a liberare della loro presenza i Balcani.

La Jihad e Bin Laden. Vinta la guerra in Afghanistan, Bin Laden crea la prima base in Sudan. Nel 1996, espulso dal Sudan, torna in Afghanistan dove si afferma come coordinatore del terrorismo islamico nel mondo, riformulando la Jihad come dichiarazione di guerra all'America e suoi alleati. La lotta inverte i suoi obiettivi strategici: prima contro l'Occidente attaccando gli americani ovunque fossero e poi i nemici nei rispettivi paesi.

Internazionale del terrorismo. Bin Laden ha strutturato Al Qayda come una multinazionale, senza una struttura organizzata; le singole cellule sono autonome sebbene cresca il coordinamento e la collaborazione fra loro grazie a un network molto flessibile. Zone franche sono le moschee, i centri culturali, le scuole. L'apparente precarietà giova loro in quanto i loro antagonisti trovano difficile operare contro strutture non organizzate, senza metodi e dottrine riconoscibili. L'asimmetria fra terrore e suoi oppositori è alla base della nuova strategia di scontro.

Islam europeo?

Elemento scatenante l'emigrazione di massa verso Francia, Italia, Spagna, Germania; ve ne sono 4,000.000 in Francia, 3.000.000 in Germania, 2.000.000 in Gran Bretagna, 1.000.000 fra Belgio e Olanda e quasi altrettanti in Italia e Spagna. L'intensità del fenomeno e i tempi brevissimi hanno vanificato gli sforzi d'integrazione che nelle precedenti generazioni avevano avuto successo. L'emarginazione è cresciuta. Sono plagiabili poiché provenienti da aree più arretrate dei propri paesi e non da quelle urbane a tradizione laica. Fra loro la predicazione, finanziata dai sauditi, fa breccia premiando l'islamita a scapito dell'integrazione e dei doveri verso il paese ospite. Il passo verso il fondamentalismo è breve. La disoccupazione contribuisce, le prigioni sono luogo di conversione all'integralismo e si formano solidi rapporti con la criminalità.

La lotta al capitalismo si combina a quella per l'islamismo.

Gran Bretagna. E' la base più importante. Non accoglieva domande di estradizione verso un paese che prevede la pena capitale e con il terrorismo nord irlandese che assorbe risorse di intelligence e antiterrorismo. Nelle moschee si reclutano e addestrano guerriglieri per altre lotte in altri paesi. Ora è stata introdotta una nuova legislazione antiterroristica.

Il Jiaddismo si mischia con l'anticapitalismo.

Germania. Difficoltà di concedere la cittadinanza ai turchi e tentativi ingenui delle chiese protestanti e cattolica di avviare iniziative ecumeniche, mentre gli islamici che intrattenevano rapporti con loro predicavano l'islamizzazione dell'Europa e pianificavano il terrorismo. Come deterrente funziona il timore di espulsione e della perdita dei benefici sociali.

Spagna, Italia e Francia erano basi sicure per i terroristi; in Italia prevalgono le loro attività criminali. Cellule importanti sono a Milano.

Predicazione integralista ferve ovunque ma di rado ha un comune denominatore.

Simpatizzanti potenziali

Movimenti di destra che deprecano il declino del patriottismo e della razza. I neonazisti americani e tedeschi hanno condannato la guerra in Afghanistan, in linea antiamericana e antisionista. Puntano alla distruzione del sistema. Dispersi in movimenti piccoli e divisi, di norma operano in un solo stato; i loro obiettivi attuali sono gli immigranti. Crescenti legami fra neonazisti europei e islamici. Hanno poco in comune fra loro, oltre alla convinzione che il mondo vada demolito per poi farlo meglio.

Movimenti di estrema sinistra. Non sono scomparsi; alcuni, quale quello basco e quello greco si sono convertiti in nazionalistici. In Italia la componente rivoluzionaria, antiamericana simpatizza per l'integralismo islamico.

Movimenti contro la globalizzazione. La loro composizione è politicamente variegata. L'antiglobalismo moderato ha poco da offrire: si batte per lo status quo, fallito l'esperimento marxista, frange estremiste possono essere attratte dalla via della violenza. Sostiene i palestinesi e gli immigranti in Europa, ma esclude movimenti di liberazione o sociali dello Sri Lanka, baschi, nord irlandesi, di Colombia, Algeria, Albania, Asia Centrale. Teme che tante fazioni di diversa motivazione e natura sfuggano al controllo. Il mondo arabo lo guarda con sospetto temendo di sfumare la sua identità all'interno del movimento.

Terrorismo e nuova sinistra. I neo marxisti sono ora distanti dal radicalismo islamico. Che Guevara, celebrato in Centro, Sud America, Europa come simbolo della purezza nella lotta aveva ripudiato il terrorismo Tuttavia, il terrorismo può attrarre le nuove generazioni come reazione al peggioramento della qualità della vita e protesta contro il capitalismo.

Terza via. Strani connubi. Il primo nemico è stato il “Nuovo Ordine Mondiale”. Movimenti di estrema destra, talvolta uniti a quelli di estrema sinistra nell'opporsi agli Stati Uniti e alla guerra al terrorismo. L'idea di una coalizione contingente e strumentale fra sinistra e destra non è nuova, entrambi antiamericani, antisemiti, sono alla ricerca di comuni interessi e collaborazione, anche in Irak, Iran e altri paesi arabi. Oggi i gruppuscoli stanno acquistando consistenza, si armano bene, maturano le proprie ideologie. Punto di concordia, avversione dell'imperialismo e punto di discordia l'islamismo. L'ideologia non basta come non basta la predisposizione ad atti violenti per passare al terrorismo. Ma in un mondo disturbato le cause e gli adepti si trovano.

Terrorismo suicida

Secondo il Corano il suicidio è vietato ma il martirio è un dovere. Secondo alcuni ai suicidi un posto d'eccellenza in paradiso è garantito. Nulla di nuovo. L'abbinamento sacrificio-eroismo-gloria è nella storia dell'uomo, anche se l'Occidente è oggi entrato nell'era post-eroica.

Perché del terrorismo suicida. Spettacolare e poco prevedibile; attrae i mass-media; genera incertezza e panico; facile da pianificare e non richiede modalità di fuga (no exit strategy); ha alta probabilità di successo. Alle spalle del suicidi c'è un organizzazione sapiente e spietata che sceglie esecutori e bersagli. Escalation negli anni ‘80 in Medio Oriente e Asia del Sud da parte di movimenti di varia natura. L'Occidente se ne accorge nella sua sola versione medio orientale, sbagliando. Infatti va compreso nello stabilire contromisure. Si esaurisce se non produce gli effetti desiderati e se la popolazione reagisce positivamente. Negli anni ’80 prevale nel Libano e nello Sri Lanka.

Sri Lanka. I Tamil che s'immolano convinti di essere una minoranza superiore ma oppressa. Eppure, occupano posti chiave fin dal dominio britannico. Sono atei.

Libano, attacchi contro ONU, MNF. Ispiratore l'Iran, esecutori gli Hezbollah sciiti.

Israele. La prima missione suicida ha luogo nel 1993 avviando un nuovo corso strategico. Da allora un centinaio di attacchi condotti da Hamas e dalla Jihad.

Candidati Terroristi. In Medio Oriente quasi tutti provengono da larghe famiglie, modesta cultura. Molti soffrono di malattie mentali o fisiche. La Jihad impiega attentatori molto giovani e poco addestrati con minori risultati mentre Hamas è contraria.

Al Qayda sono in prevalenza sauditi ed egiziani, di classi alte e medie, sono tecnicamente evoluti ma culturalmente modesti. Sono sottoposti a un intenso indottrinamento in scuole religiose o centri cospiratori. Alti sono i compensi alle famiglie: 25.000 $ donati da Iran e prima anche dall' Irak contro 2.000 $ di un caduto in combattimento. L'Arabia Saudita offre alla famiglia la casa e un viaggio alla Mecca.

Terrorismo mediorientale.

Quello israeliano ha le radici in una mitologia nazionalistico-religiosa che ostacola i governi e rende impopolare Israele nel mondo arabo.
Quello palestinese inizia con attentati terroristici in chiave internazionale: dirottamenti, attacchi agli aeroporti, massacro degli atleti Israeliani a olimpiadi di Monaco. Coopera con il terrorismo di sinistra europeo, assistito dal blocco comunista.
Dopo la guerra del Kippur, l'OLP rinuncia al terrorismo internazionale che offre scarsi ritorni politici; crea una base in Libano ma non è gradito. Dopo l'invasione del Libano va a Tunisi.

L'OLP alterna politica a terrorismo contro bersagli civili. Ma nel 1987, da Tunisi aveva poco controllo sull'Intifada e a comandare era Hamas, movimento islamico antimarxista e attivo, come la Fratellanza Musulmana, nel campo sociale e registrato come organizzazione religiosa in Israele. Dopo l'Intifada si radicalizza e, con il sostegno dell'Iran, invoca la guerra santa. Predica la convivenza di islamici e altre religioni purché sotto la bandiera dell'Islam. Il primo attacco suicida è nel 1994. Hamas recluta esperti dinamitardi e si ha l'escalation del terrore, dal 2002 lo imitano Fatah e OLP. Hamas riacquista prestigio militare e conduce il doppio degli attacchi degli altri gruppi. Ad Hamas, sunnita, il modello iraniano non va bene a differenza di Jihad e di Fatah. Divergenze nella lotta politica e militare fra sunniti e sciiti e rispettivi sostenitori.

Ripercussioni politiche del terrorismo.

La causa palestinese gode da sempre il sostegno nel mondo arabo, meno in quello islamico. Ogni TV araba trasmette quotidianamente immagini delle brutalità israeliane contro palestinesi inermi. Gerusalemme è luogo santo per qualsiasi islamico, la resistenza palestinese ha valore simbolico per tutti. È dubbio che se anche Israele desse molto ai palestinesi, la presenza israeliana verrebbe accettata; d'altra parte, l'intransigenza israeliana peggiora le cose.

Carta geografica

II terrorismo è endemico in India e Pakistan, potenze nucleari. Induismo e Islamismo integralisti in crescita.

Pakistan. Cultura della Jihad in crescita anche grazie a scuole islamiche finanziate dall'Arabia Saudita, fonti di odio e focolai di terrorismo. Una di queste scuole a Peshawar fu promotrice dei talebani. La Jihad fu efficace contro i sovietici in Afghanistan, contro gli indiani in casa e contro l'India. Gli Sciiti sono il 15% ma i Sunniti sono divisi. Oltre alla religione integralista c'è criminalità violenta specie nei campi di immigrati. I più temibili sono wahabiti legati ai talebani. Combatterono in Yemen e Somalia, sono anticristiani e antiamericani.

India. Nazionalismo induista. La comunità di Fratellanza Indiana rispecchia quella islamica pur militando in campo opposto. Forti ostilità verso gli islamici e oltre cento milioni di Pakistani (10 % del totale). Distruzione di moschee ed erezione di templi. Nascita integralismo indiano. Occidentali ed ebrei non sono invisi agli indiani, solo gli arabi. Parte del contenzioso è il Kashmir a maggioranza musulmana che predica la Jihad contro gli indiani. La cosa lascia indifferenti gli altri paesi islamici.

Cina. Nessun problema islamico .

Caucaso. Cecenia in testa. Contiene un enormità di persone, etnie e religioni diverse, per la Russia impadronirsene richiese oltre un secolo. L'Islam è arrivato tardi nel Caucaso grazie all'Arabia Saudita che ha finanziato moschee spesso centro di arruolamento di islamici. L'islamismo locale non è integralista semmai xenofobo. Inesistente in assenza di ebrei l'antisemitismo. Oltre alla Cecenia il terrorismo appare in Armenia, Uzbekistan e Geòrgia con radici islamiche, respingendo però il Wahabbismo. Non pare che l'integralismo islamico possa avere grande successo nel Caucaso,

Asia Centrale. I governi vogliono stati laici come la Turchia di Kemal. L'islamismo, oggi forte in Uzbekistan e Tajikistan, esplose con la guerra sovietica in Afghanistan, in collaborazione con Al Qayda. I movimenti islamici furono finanziati dall'estero arabo e si finanziarono con la droga, la loro causa era in parte giustificabile perché i governi erano molto corrotti. Finora il terrorismo non ha avuto successo. Si vedrà.

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