Da 2000 anni la persecuzione accompagna il cammino
della Chiesa
Agenzia cattolica FIDES
Intervista con il giornalista Antonio Socci
Dalla morte in croce di Cristo fino all'anno 2000, sono
stati uccisi nel mondo 69 milioni e 420.000 cristiani. Nei venti secoli
appena trascorsi, 220 paesi sono stati teatro di persecuzioni cruente
contro i cristiani. Nel solo Novecento sono stati uccisi 45 milioni
di cristiani dal comunismo nelle sue varie realizzazioni e dall'estremismo
islamico. Molti di più sono i perseguitati, cioè coloro
che subiscono restrizioni alla loro libertà religiosa: non
possono aprire una chiesa, partecipare ad una celebrazione pubblica,
stampare i testi sacri. Queste alcune cifre che Antonio Socci, giornalista
e saggista, presenta nel suo libro "I nuovi perseguitati"
- Indagine sulla intolleranza anticristiana nel nuovo secolo del martirio
(ed. Piemme). L'Agenzia Fides
lo ha intervistato.
Quaranta milioni di cristiani sono stati uccisi
nel secolo appena trascorso: ci sono motivi precisi per questo massacro?
Il Novecento è stato senza dubbio il secolo dominato
in particolare dalle ideologie atee, da quelle ideologie che pretendevano
di far scomparire dalla faccia della terra il Cristianesimo in quanto
ritenuto elemento "negativo" per la vita dei popoli. Ci
sono molte cause di natura economica, sociale, politica e sociologica
particolari, come ad esempio il fenomeno della decolonizzazione, dietro
ad ognuno dei bagni di sangue che hanno costellato questo secolo.
Il fenomeno però che colpisce e stupisce è che le ideologie
più contrapposte e più diverse, si sono trovate unite
e accomunate per tutto il Novecento da questa violenza sanguinaria
scatenata nei confronti della presenza cristiana. Pur considerando
le molte ricostruzioni sociali e politiche, non saprei come qualificare
questo fenomeno se non come un impressionante fenomeno di odio della
fede e del Cristianesimo.
Con che spirito ha curato questa ricerca sull'intolleranza
cristiana nel Novecento?
Io sono cattolico, ma ho cercato di scrivere questo
libro innanzitutto da giornalista, quindi con l'obiettivo di registrare
un fenomeno che sta tuttora accadendo. Basti pensare che in Sudan
si sta combattendo la più lunga guerra del secolo, ma nessuno
se ne accorge, per il mondo non esiste: forse perché le vittime
sono allo stesso tempo cristiani e neri africani, doppiamente inesistenti.
Quello che mi ha colpito e addirittura commosso nella mia ricerca
è scoprire la presenza cristiana nei diversi Paesi. Sono convinto
che oggi ai cristiani nel mondo, sia pure nella loro inconsapevolezza,
sta accadendo quello che successe a Gesù a Gerusalemme: di
essere torturato, deriso, ucciso, avendo tutti i poteri umani contro
di sé, nell'indifferenza dei più. Lui stesso del resto
aveva detto ai suoi discepoli "io vi mando come pecore in mezzo
ai lupi"
Questa è in fondo la sorte dei cristiani
e non dovrebbe destare meraviglia. Ma quello che colpisce è
che pur dentro questa condizione di inermità e di debolezza
umana, si percepisce come 2000 anni fa un mistero e una forza che
non è quella dei cristiani singoli, ma che è più
grande, li trascende: è la forza della Chiesa come Corpo Mistico
di Cristo.
Non le sembra che la voce della Chiesa nella
condanna delle persecuzioni sia spesso isolata?
La società civile è sensibile al rispetto
dei diritti umani ma continua ad ignorare o a non tenere nella giusta
considerazione le persecuzioni contro i cristiani, che continuano
a morire in nome di Cristo. La Chiesa è spesso l'unica che
alza la voce in difesa del semplice "essere umano", in quanto
tale, senza distinzione di razza o di religione. Anzi, a volte ha
quasi una sorta di pudore a denunciare ad alta voce la sofferenza
dei suoi figli. Sono invece benemerite le istituzioni all'interno
della Chiesa stessa, come ad esempio l'Agenzia Fides, che fanno conoscere
questa realtà di persecuzione, che ha impressionato e impressiona
soprattutto i laici, come ho potuto constatare parlando con molte
persone per scrivere il libro. Questo colpisce, e mi induce a pensare
che forse i cristiani devono valorizzare di più la loro presenza
anche e soprattutto in contesti di persecuzione e lo stesso mondo
cattolico a sua volta dovrebbe essere più attento a queste
situazioni. (S.L.) (Agenzia Fides 24/7/ 2002)