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Halloween la festa del satanismo La festa di Halloween Halloween (corrispondente alla vigilia della festa cristiana di Ognissanti) è il nome di una festa popolare di origine pre-cristiana ora tipicamente americana e canadese. Tuttavia le sue origini antichissime affondano nel più remoto passato delle tradizioni europee: viene fatta infatti risalire al 4000 a.C. quando le popolazioni tribali usavano dividere l'anno in due parti in base alla transumanza del bestiame. Nel periodo fra ottobre e novembre la terra si prepara all'inverno ed era necessario - allora come adesso - ricoverare il bestiame in luogo chiuso per garantirgli la sopravvivenza alla stagione fredda: è questo il periodo di Halloween. In Europa la ricorrenza si diffuse con i Celti: all'incirca nel 2300 a.C. questa popolazione iniziò a spostarsi dalle isole Britanniche fino all'area del Mar Mediterraneo. Questo popolo festeggiava la fine dell'estate con Samhain, il loro capodanno. In gaelico Samhain significa infatti fine dell'estate (Sam + Fuin). A sera tutti i focolari venivano spenti e riaccesi dal sacro falò curato dai Druidi a Tlachtga, vicino alla reale collina di Tara. Nella dimensione circolare del tempo, caratteristica della cultura celta, Samhain si trovava in un punto fuori dalla dimensione temporale, che non apparteneva né all'anno vecchio e neppure al nuovo: in quel momento il velo che divideva dalla terra dei morti (Tir na n'Og) si assottigliava ed i vivi potevano accedervi. Oltre a non temere gli spiriti dei defunti, i Celti non credevano nei demoni quanto piuttosto nelle fate e negli elfi, entrambe creature considerate però pericolose: le prime per un supposto risentimento verso gli esseri umani; i secondi per le estreme differenze che intercorrevano appunto rispetto all'uomo. Secondo la leggenda, nella notte di Samhain questi esseri erano soliti fare scherzi anche pericolosi agli uomini e questo ha portato alla nascita e al perpetuarsi di molte altre storie terrificanti.Si ricollega forse a questo la tradizione odierna e più recente per cui i bambini, travestiti da streghe, zombie, fantasmi e vampiri, bussano alla porta urlando con tono minaccioso: "Dolcetto o scherzetto?" ("Trick or treat" nella versione inglese). Per allontanare la sfortuna, inoltre, è necessario bussare a 13 porte diverse. Con il dominio romano fu esportata in Britannia la festa di Pomona: una festa del raccolto che venne associata a Samhain nel tentativo di staccare il popolo britannico dal legame con i Druidi, la loro casta di sacerdoti-re-guerrieri. Il cristianesimo, come già la dominazione romana, tentò di incorporare le vecchie festività pagane dando loro una connotazione compatibile con il suo messaggio.Papa Bonifacio IV istituì la festa di tutti i santi: nella festa, istituita il 13 maggio 610 e celebrata ogni anno in quello stesso giorno, venivano onorati i cristiani uccisi in nome della fede. Per oltre due secoli le due festività procedettero affiancate, sino a che papa Gregorio III (731-741) ne fece coincidere le date. Secondo altre fonti, fu invece Sant'Odilone di Cluny che nel 1048 decise di spostare la celebrazione cattolica all'inizio di novembre al fine di detronizzare il culto di Samhain. Quell'anno l'Ognissanti fu spostata dal 13 maggio al 1 novembre per dare ai cristiani l'opportunità di ricordare tutti i santi e, il giorno dopo, tutti i cristiani defunti (Commemorazione dei Defunti). Per questo nei paesi di lingua inglese la festa divenne Hallowmas, che significa: una messa in onore dei santi; la vigilia divenne All Hallows Eve, che si trasformò nel nome attuale: Halloween. Le popolazioni celtiche cominciarono a non fare più differenza tra le due e, già nel XVI secolo, si era quasi del tutto persa la memoria della vecchia tradizione. Si ebbe, inoltre, una recrudescenza di proibizionismo dal 1630 al 1640, quando la chiesa cattolica fece in modo di far sopprimere ogni festa di tipo pagano legata a questa ricorrenza. La festa in USA Molti pensano che furono gli irlandesi a portare le celebrazioni di Halloween in America; in realtà questa ricorrenza è legata al passato della maggior parte dei popoli europei, ognuno con le proprie tradizioni. È in America che tutte queste tradizioni confluirono fino a portare alle moderne celebrazioni. Inizialmente era una festa regionale, le cui caratteristiche erano legate alle culture degli immigrati ed alla fede religiosa personale. Con la seconda guerra mondiale si fece leva sul patriottismo americano e la festa servì a tenere alto il morale delle truppe ed il vandalismo degli scherzi di peggiore specie venne eliminato. Terminato il conflitto mondiale i bambini si impossessarono della festa, anche grazie alle aziende, che dedicarono a loro tutta una serie di costumi, dolci e gadget trasformando la festa in un affare commerciale. Alimentarono l'affare con storie di lamette nei dolci e avvelenamenti di caramelle fatte in casa, inducendo gli americani a volgersi verso dolci preconfezionati. La lanterna
( fonte : Wikipedia) Lettera aperta di una mamma cattolica canadesePervenuta alla redazione@corsodireligione.it da: DMPG [dmpg@fastwebnet.it]La lettera «Io ho deciso, con i bambini, di fare un'altro tipo di festa quella sera che abbia dei significati profondi perchè , sebbene io sia nata e cresciuta in Canada e abbia sempre festeggiato halloween, ho approfondito la questione e ho deciso che non mi piace come quella sera si esalti in modo particolare, sangue, morti, spiriti e altre cose orrende Non mi sento coerente con il mio essere cattolica ( e neanche una tanto brava ) e per natura vado sempre al di là della superficie quando faccio qualcosa e ho imparato con il tempo a guardare se c'è un significato più profondo a quello che sto facendo.
Questo è quello che so io. Senza offesa per alcuno, lo sapete che rispetto tutti, ma queste sono la ragioni per cui IO, Cristina, cattolica credente, non festeggio più halloween: massimo rispetto per chi lo fa. ...si vestono questi bimbetti da mostri sanguinanti e si mandano in giro per le case a rievocare un atto di pura malvagità che era quello di augurare il male ad altre persone. Noi quella sera, faremo una festa d'autunno e mangeremo anche noi caramelle e faremo dei giochi [nel cristianesimo è la notte che precede la commemorazione di tutti i santi n.d.r.] ma non celebrerò il sangue e la morte e il terrore come fosse una cosa divertente per poi scandalizzarmi il giorno dopo alle notizie di vandalismi, sacrifici, profanazioni di tombe, violenze, riti satanici e stupri. E' un controsenso e credo che vorrò far fare ai miei figli un'altro percorso. Anche se sarò additata come fanatica, matta, impopolare o semplicemente FUORI MODA. I culti neoceltici L’interesse per una religiosità celtica o precristiana, spesso considerato una semplice moda nordamericana contemporanea, ha in realtà origini assai più antiche, particolarmente in Europa. Se ne possono distinguere sei diverse fonti. In primo luogo, un interesse per il mondo celtico, e per altre forme di spiritualità antica - accompagnato da una critica più o meno violenta del cristianesimo - risale al Rinascimento, ma produce un movimento socialmente rilevante soprattutto in Inghilterra durante l’Illuminismo, con figure come Richard Payne Knight (1751-1824) e il francese (ma residente a Londra) Pierre-François Hugues (noto con lo pseudonimo di "barone d’Hancarville", 1719-1805). Questi personaggi propongono un culto della natura e del sole che ha pure un aspetto legato alla sessualità, e in questo senso continua in Inghilterra fino al secolo successivo e all’opera di Hargrave Jennings (1817-1890). In secondo luogo - in un ambiente certamente meno aristocratico e più popolare - nasce, sempre in Inghilterra, un neo-druidismo con l’Ancient Druid Order di John Toland (1669-1722). Questo "ritorno ai druidi" avrà, in parte, un’evoluzione non pagana e legata piuttosto alla restaurazione di un celtismo cristiano con l’Ancient Order of Druids (fondato nel 1781) e con le assemblee celtiche di Jolo Morganwg (pseudonimo di Edward Williams, 1747-1826). Più tardi in Francia un neo-celtismo di carattere druidico, e tendenzialmente pagano, si svilupperà con André Savoret (1898-1977). Un buon numero di società "druidiche" di questa matrice esiste ancora oggi in diversi paesi del mondo. In terzo luogo, si deve citare la tradizione della "ariosofia" nei paesi di lingua tedesca. La parola, "ariosofia", viene da Jörg Lanz von Liebenfels (1874-1954), il cui Ordo Novi Templi mescolava temi pagani e cristiani, ma il suo teorico più importante è Guido (von) List (1848-1919), esplicitamente pagano, che esercita una influenza sulle origini intellettuali del nazional-socialismo (=nazismo) e, nello stesso tempo, su Carl Gustav Jung (1875-1961). In quarto luogo esistono in Italia interessi per il passato precristiano, i quali comprendono ..una "via romana",... che non disprezza apporti celtici accanto a quelli più propriamente latini. La quinta corrente è quella della Wicca propriamente detta, le cui origini sono in parte di carattere etnologico e in parte di carattere esoterico-occulto, ma dove la matrice precristiana, talora chiamata "celtica", è comunque presente. Infine, un ultimo filone è quello dell’interesse per lo sciamanismo in genere, che non prescinde dalle spiritualità europee precristiane e dai celti anche se - in chiave eclettica - privilegia spesso un filone messicano e latino-americano che si manifesta fra l’altro nell’opera di Carlos Castaneda e dei suoi numerosi emuli e discepoli. Ancora, non si può escludere questo filone dalla nostra ricerca se solo si riflette all’interesse dello stesso Castaneda per il celtismo. Le prime due correnti non hanno presenze significative in Italia, a differenza della terza (presente nella forma di origine più recente della corrente Ásatrú e odinista), della quarta, della quinta e della sesta. Per quanto riguarda la quinta corrente, neo-stregoneria (Wicca) e certo neo-paganesimo hanno in parte origini comuni, ma gli sviluppi storici hanno più recentemente indotto una certa differenziazione, così che oggi è possibile distinguerle. Infine, dedicheremo qualche attenzione a gruppi con un forte interesse per spiritualità tradizionali nordiche-precristiane e per lo stesso celtismo, e con aderenti in Lombardia, nell’ambito della magia cerimoniale e del New Age. Elementi celtici e precristiani nella popular culture e nella galassia del "believing without belonging" Richiami celtici e precristiani nella popular culture Con il termine "popular culture" una letteratura, ormai ampiamente sviluppata a livello accademico soprattutto negli Stati Uniti dagli studiosi di scienze sociali in genere, compresi quelli che si occupano di nuova religiosità contemporanea e degli odierni fenomeni spirituali - primo fra tutti J. Gordon Melton, direttore dell’Institute for the Study of American Religion -, indica in senso generale quelle espressioni della "cultura popolare" che rientrano tra l’altro nei generi horror e fantasy nel campo letterario, figurativo, dei comics, artistico e cinematografico. Tali fenomeni, seppure non si qualificano in prima battuta come rientranti direttamente nella sfera del "sacro", traggono spunto e veicolano indubbiamente idee e nozioni che si ritrovano nel vasto panorama della cultura e anche della nuova religiosità postmoderna e, proprio per questo, sono fatti oggetto di attenta analisi da parte, tra gli altri, degli stessi studiosi che si occupano ordinariamente di analizzare i fenomeni della nuova religiosità. Talvolta i generi horror e fantasy - certamente senza troppe pretese di rispettare i rigidi criteri scientifici della ricerca storica - utilizzano ambientazioni e figure tratte dalla religiosità celtica o dalla spiritualità antica e da - veri o presunti - contesti che si ispirano alla mitologia, alla impostazione teogonica, cosmologica o alla tradizione relativa a divinità, eroi e figure quali druidi - fra cui spicca il celebre personaggio di Merlino (su cui, in una prospettiva di ricostruzione storica del mito relativo a questa figura, cfr. Marco Massignan, La religione dei Celti, Xenia, Milano 2001, pp. 72-76) - e animali mitologici, che gli storici del celtismo e gli studiosi della religione dei celti riferiscono essere elementi costitutivi di cui parlano le fonti oggetto del loro studio (cfr., in generale, ibid. e lo studio risalente al 1961 di Alwyn Rees e Brinley Rees, L’eredità celtica. Antiche tradizioni d’Irlanda e di Galles, trad. it., Mediterranee, Roma 2000). Certamente, le figure ritenute di origine soprannaturale facenti parte del mondo celtico (e nordico) che sono in maniera più evidente sopravvissute fino a oggi - grazie anche alla loro pressoché costante presenza nelle fiabe e nei racconti per l’infanzia - e che compaiono in abbondanza nei generi horror e fantasy sono fate, gnomi, folletti, ondine, silfidi, elfi, nani, troll, coboldi, ecc., ovvero gli appartenenti al cosiddetto "Piccolo Popolo" o "Popolo Buono" (su cui, cfr. M. Massignan, op. cit., p. 56; su una singolare vicenda riguardante una presunta apparizione di fate nel 1917, che coinvolge "in difesa delle fate" niente meno che l’autore di Sherlock Holmes, Sir Arthur Conan Doyle [1859-1930], si veda M. Introvigne - Michael W. Homer [a cura di], Il ritorno della fate, SugarCo, Carnago [Varese] 1992). ...una serie di interviste realizzate nella fase di preparazione del presente studio, ci porta a ritenere che talvolta i giochi di ruolo, con le loro ambientazioni di sapore vagamente celtico, o con richiami alla tradizione celtica, rappresentano per taluni lo stimolo per sviluppare un primo approccio al mondo del revival celtico attraverso il passaggio alla frequentazione di gruppi che si occupino dell’approfondimento del celtismo in maniera tematica. In Italia sono stati pubblicati fino ad ora solo due romanzi della serie Buffy, l’eroina ammazzavampiri impersonata nella serie televisiva dalla giovane attrice statunitense Sarah Michelle Gellar, i cui telefilm hanno raggiunto un’altissima audience negli Stati Uniti, dando vita a una produzione enorme di racconti, fumetti, gadget vari e videocassette anche a livello internazionale. Negli Stati Uniti il successo del telefilm e della letteratura sviluppatasi intorno al personaggio di Buffy - che permette di parlare, pure in termini sociologici, di un vero e proprio "fenomeno Buffy" - ha dato vita a una serie di dibattiti anche a livello accademico... La galassia del "believing without belonging", che nel nostro Paese, secondo i dati dell’Enciclopedia delle religioni in Italia, comprende circa il quaranta per cento della popolazione, è costituita da coloro che "credono senza appartenere", atteggiamento che si traduce generalmente nell’espressione "credo, a modo mio". Tale galassia, per sua stessa natura, è fluida e difficile da identificare. Consiste in credenze, non in appartenenze, cioè in atteggiamenti religiosi che si rilevano anche in persone che non hanno la minima intenzione di aderire a un movimento religioso o magico organizzato e strutturato. Se talvolta - come mostra il primo capitolo del presente volume - la riscoperta del celtismo avviene pure nel contesto del New Age in forma organizzata, nella stragrande maggioranza dei casi il revival celtico che nasce, attraverso l’attenzione rivolta a temi particolari che si ritiene affondino le loro radici nella spiritualità celtica, all’interno del "believing without belonging" rimane una delle esperienze vissute senza adesione ad alcuna realtà strutturata, ma viene a costituire un tassello di una "auto-religione" individualizzata, che solo occasionalmente può confluire nella vasta corrente del New Age inteso come approccio generico di tipo eclettico e sincretista al sacro. Fra i temi principali ... del revival celtico e tradizionale che si manifesta internamente alla galassia del credere senza appartenere - così come risulta da un’accurata analisi di pubblicazioni e siti Internet tematici - si segnala anzitutto l’interesse per le rune (cfr. sull’argomento, fra molti volumi, Kenneth Meadows, Il Potere delle Rune. La conoscenza segreta dei saggi, trad. it., L’Età dell’Acquario, Grignasco [Novara] 1998). Si tratta di simboli cui sono associati un suono, una sillaba, una lettera dell’alfabeto, semplici da rappresentare e facili da utilizzare, una sorta di alfabeto magico che considera tutte le necessità umane, la cui antichissima origine è attribuita ai celti. Ai simboli sono attribuiti poteri magici e perciò essi sono utilizzati sia a scopo divinatorio sia come amuleti o talismani. La forza magica è nascosta all’interno dei simboli stessi, dove le linee verticali e diagonali indicano il percorso fra l’ego e l’io superiore, un canale che viene aperto all’interno dell’uomo per permettere il fluire dell’energia cosmica atta a realizzare le varie necessità. Altro tema di rilievo è costituito dalla pratica della "via sciamanica" attraverso le carte dei celti, che vengono vendute generalmente in allegato a un manuale che ne illustra i principi e le istruzioni d’uso. Un interessante manuale è quello di John Matthews (cfr. Le Carte dei Celti. Il sentiero sciamanico della tradizione celtica, trad. it., Il Punto d’Incontro, Vicenza 1999), dove, in apertura di volume, l’autore definisce David Spangler, noto portavoce e in qualche modo "padre" - se il New Age ne avesse uno - del New Age, come "amico e fratello spirituale" (p. 6), a conferma del rapporto stretto che intercorre fra una corrente (peraltro minoritaria) del revival celtico e il New Age. Matthews dichiara che "lo scopo delle Carte dei Celti è semplice e consiste nell’offrire un accesso diretto al cosmo interiore dei Celti e nel permettere a chi lo usa di percepire alcuni dei modi in cui le informazioni così ottenute possono essere elaborate secondo i criteri sciamanici" (p. 7); e inoltre: "[…] mi sono prefisso di fornire il materiale necessario a chiunque desideri esplorare il cosmo sciamanico dei Celti in modo del tutto pratico. […] Non è necessario seguire uno specifico sentiero spirituale per potere operare con questo mazzo, è soltanto necessario credere nella realtà spirituale dell’universo" (p. 8). Un ultimo aspetto del revival celtico che prendiamo in considerazione in relazione a quello che abbiamo individuato come il filone del "believing without belonging" riguarda la medicina dei celti, la cui riscoperta può essere inquadrata all’interno dell’ampio ricorso alle pratiche terapeutiche alternative che caratterizza l’epoca postmoderna in cui viviamo. Diversi sociologi hanno notato che dalla fine degli anni 1980, il consenso di massa nei confronti della scienza - particolarmente della medicina, la scienza "pratica" con cui le persone comuni vengono più normalmente a contatto - non è più unanime. A partire dagli ultimi anni del decennio 1980, in diversi paesi, il consenso popolare nei confronti della scienza e della medicina scende a quelli che sono probabilmente i livelli più bassi del secolo (cfr. Daniel Boy - Guy Michélat, "Premiers résultats de l’enquête sur les croyances aux parasciences", in La pensée scientifique et les parasciences, Albin Michel - Cité des sciences et de l’industrie, Parigi 1993). Per converso, qualunque forma di cura medica che si presenti come "alternativa" rispetto alla medicina "ufficiale", o da questa disapprovata, incontra immediatamente un vasto consenso popolare. In un volume in cui affronta in maniera ampia e approfondita sia i fondamenti dottrinali sia la pratica concreta della medicina dei celti, Marc Questin (La medicina dei celti. I segreti della guarigione degli antichi druidi, trad. it., Xenia 1991) da un lato ricalca temi tipicamente presenti nel pensiero del New Age - di cui la medicina alternativa rappresenta in effetti un pilastro rilevante - con frequenti accostamenti delle concezioni spirituali celtiche alle concezioni filosofico-religiose orientali e, in particolar modo, taoiste, dall’altra percorre una via ...L’autore, infatti, dedica un capitolo del suo volume alla "medicina popolare delle campagne", a proposito della quale afferma: "Non bisogna giudicare negativamente la medicina "delle donnette" e i rimedi popolari, benché fossero imbevuti di superstizione" (p. 108). Vedi anche le voci nel sito: : Spiritismo , Paganesimo , Magia ,Satanismo HALLOWEEN E ZUCCHE VUOTEdi Antonio Fasol -fonte www.radiomaria.it L’occasione dell’imminente festa cristiana di Ognissanti, ormai per popolarità superata dalla più democratica e political correct festa di Halloween ci offre l’opportunità per tentare di andare aldilà dell’immagine ironico grottesca delle zucche dipinte e per cercare di esplorarne simbolicamente l’interno. In tale percorso ci aiuterà il critico francese Damien Le Guay , di cui è appena uscita una interessante pubblicazione, a carattere ironico e provocatorio “la faccia nascosta di Halloween (ed. Elledici) significativamente sottotitolata “come la festa della zucca ha sconfitto Tutti i Santi””! La prima considerazione che viene spontanea è che nell’attuale risvegliarsi, in Europa, di una cultura caparbiamente laicista, che rifiuta, forzando perfino la storia, di riconoscere le proprie origini cristiane, non meraviglia il fatto che una festa di arcane origini paganeggianti, miratamente trasformata in occasione consumistica e di vago sapore carnevalesco, abbia ormai sopraffatto l’originaria festa cristiana non a caso con essa coincidente temporalmente. Ma donde viene in realtà Halloween? Diciamo subito che il nome è già una sorta di malcelato acronimo inglese di “Ognissanti”; si tratta poi di una arcaica- e in parte mitizzata- tradizione celtica, veicolata successivamente da tradizioni irlandesi e americane, che univa il passaggio agricolo al nuovo anno con la festa religiosa-popolare del dio Samhain, divinità che nella notte tra il 31 ottobre e il 1° novembre consentiva il passaggio di spiriti malefici dal mondo dei morti a quello dei vivi. In tale occasione gli antichi druidi, travestiti con teste di animali, compivano gesti propiziatori in cambio di offerte che, se rifiutate, ricambiavano con puntuali maledizioni! Per scacciare i medesimi spiriti, pare che fuori dalle case venissero appese zucche e lampade. A tale filone culturale sono da ascrivere i successi, tra gli adolescenti, di alcune serie televisive americane (Buffy, Streghe).
In definitiva, quindi, la differenza tra Halloween e Ognissanti è sostanziale, sia come contenuto – per la prima pressoché inesistente – sia come rappresentazione temporale: per la prima, infatti, il tempo è ciclico e costituito da stagioni che ritornano uguali, mentre per la seconda, il tempo cristiano è lineare e caratterizzato dalla tensione tra nascita e parusìa di Cristo, sia pur nella ciclicità liturgica. Da cristiani, figli della chiesa di Roma,diciamo No ad una festa pagana commento di Padre Livio -www.radiomaria.it
DICIAMO NO AD UNA FESTA DELL’IGNORANZA E DELLA SUPERSTIZIONE ... La notte di Halloween si chiedono soldi o cibo: se accontentati si promette prosperità e fortuna; al contrario la scherzetto diventa una maledizione alla famiglia. E’ davvero sconcertante quello che, apparentemente nascosto, si cela dietro questa “festaccia” che getta blasfemia sulla festa di Ognissanti e dileggia il culto cristiano dei defunti. Ma non è tutto. Il satanismo. Il 31 ottobre è una data importante non solo per la cultura celtica, ma anche per il satanismo. E’ uno dei quattro sabba (=convegno) delle streghe. I primi 3 segnavano il tempo per le stagioni “benefiche”: il risveglio della terra dopo l’inverno, il tempo della semina, il tempo della messe. Il quarto sabba marcava l’arrivo dell’inverno e la sconfitta del sole…quindi freddo e morte. Halloween, quindi, è una ricorrenza legata al mondo della magia. Il mondo dell’occulto lo definisce così: ”E’ il giorno più importnate dell’anno,è il capodanno di tutto il mondo esoterico,è la festa più importante dell’anno per i segnuaci di satana”. Le cosiddette “streghe” restano incinte appositamente per sacrificare il neonato in quella notte. E se vedete sparire qualche gatto nero chiedetevi il perché. E’ la notte in cui si sguazza nella divinazione, nell’astrologia, nella chiromanzia, nella medianità, nella magia, nella stregoneria, nello spiritismo, nel satanismo. La festa di Halloween, quindi, è un rendere osanna al diavolo, il quale se adorato, anche solo per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. La festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco: è questa l’astuzia del demonio! Tutto questo è la versione moderna di Halloween che va ad aggiungersi a quel clima di magico che siamo costretti a subire di continuo: dai fiumi di serial televisivi in cui le streghe sono magari anche simpatiche e buone ad anni di harrypotterismo, da un oceano di riviste con richiami all’esoterismo agli amuleti e oggetti magici. L’unico culto da rendere è quello all’unico e vero Dio che si fa carne in Gesù Cristo. Tutto ciò che è deviato da questo culto diventa superstizione, che ha la sua massima espressione nell’idolatria (che può arrivare al satanismo),come nelle varie forme di divinazione e magia. La divinazione è la pretesa di conoscere e preannunciare il futuro e le cose nascoste,mediante contatti con forze occulte. E’ condannata perché nasce con un patto con il diavolo e conduce l’uomo a credere in colui che combatte la salvezza, ma il futuro non può essere previsto perché appartiene solo a Dio. Sono in contraddizione con la fede cristiana la consultazione degli oroscopi, l’astrologia, la chiromanzia, l’interpretazione dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium. La magia e la stregoneria non pretendono di conoscere invano il futuro, ma le cose occulte. Si pretende in altre parole di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio servizio ed ottenere un potere sugli altri soprattutto per nuocere, ricorrendo all’intervento dei demoni. Anche portare amuleti è da condannare. La Chiesa mette in guardia anche dallo spiritismo che spesso implica divinazione o magia. Questa è la verità, nient’ altro che la verità. Noi crediamo nel Dio della Luce e della Vita. Padre Livio SALVIAMO LE NOSTRE RADICI BOICOTTIAMO HALLOWEEN di Franco Cardini-storico Famiglie ed educatori imparino a decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo. Oggi si parla molto d'identità: e c'è chi ritiene che la propria identità si tuteli combattendo quelle altrui. Ad esempio,chi dice : " l'apertura di una nuova moschea potrebbe mettere in pregiudizio le cinese cattoliche". Non si vede proprio perché: chi sa che cos'è una chiesa ed è abituato a frequantarla guarderà con tutto il dovuto rispetto a qualunque luogo di culto non-cattolico, ma non proverà alcuna attrazione religiosa verso di esso. Le tradizioni vengono minacciate solo dal loro interno: vale a dire dalla loro mancanza di forza interiore. E dalla confusione. Ecco perché bisogna capire che l'indecorosa mascherata di diavoli, fantasmi, streghe, vampiri e zoombies che da qualche anno popola l'imzio di novembre un po' in rutto il cosiddetto «Occidente», e non solo, non è soltanto un piccolo Carnevale di cattivo gusto. E' un vero e proprio attentato alla nostra identità profonda, al senso di solidarietà tra noi e quanti ci hanno preceduto m questa vita, alle nostre tradizioni. Halloween è un ritorno ateizzato e in prospettiva demonizzato a consuetudini pagane che il cristianesimo aveva non solo vinto, ma anche già accolto per quel che esse avevano di positivo. Halloween è un aspetto in apparenza ridicolo, in realtà tragico, dell'apostasia anticattolica dei giorni nostri. Impariamo a decodificarlo per capire quanto sia necessario combatterlo. Le feste dedicate ai defluiti e agli antenati. quindi alla fecondità garantita da chi ha già affrontato il ciclo naturale della morte e della rinascita, sono comuni a molti sistemi etnoreligiosi. E, nelle «feste dei morti». E abbastanza comune che essi rechino anche dei doni ai vivi: il molto appartiene all'immaginario dell'eterno ciclo naturale del nascere e dello spengersi, del letargo e del rifiorire della natura. Nella nostra Europa, le culture celtiche usavano distinguere l'anno in tre grandi stagioni di quattro mesi lunari ciascuna: all'inizio di una di esse, quella autunno-invernale, c'era la festa del Samain. dedicata ai morti e principalmente agli antenati. Tale festa pagana si era mantenuta nelle aree di più profonda tradizione celtica (la Francia e in particolare la Bretagna, la Galizia. l'Irlanda, la Scozia, il Galles) e tracce dì essa, caratterizzata da certe usanze sacrificali, erano ancora evidenti nell'XI secolo. Spettò ai benedettini dell'abbazia di Cluuy in Borgogna avviare un'iniziativa - fondata sul principio dell'acculturazione, cioè dell'accoglimento formale di una tradizione e della metabolizzazione del suo significato - in forza della quale l'antica festa celtica degli antenati divenne il giorno memoriale dei Santi e quindi dei Morti, con tutto il corredo di preghiere e di suffragi. Ma nei paesi nei quali, durante il Cinquecento, trionfò la Riforma, la ricorrenza dei Santi e dei Morti fu naturalmente abolita. Col risultato che la sua celebrazione tornò, nelle aree rurali del vecchio mondo celtico, a un folkore dell'Aldilà privo di sacralizzazione ed esposto quindi ai rischi di cadere nella superstizione e nella stregoneria. Gli inglesi e gli scozzesi emigrati nel Nuovo mondo ve la radicarono fra Otto e Novecento. Poi. al contrario con la degenerazione romantico-macabra del gusto e della letteratura, la «festa dei Morti» di ancestrale tradizione celtica, perduta la sua giustificazione cristiana, si trasformò in una specie di celebrazione del convegno dei defunti con streghe e demoni (dimenticando tra l'altro che 'Halloween'" in inglese vuol dire "vigilia di Ognissanti') . Questo gusto, questa specie di pseudotradizione pagano-ateistico-satanista, dall'America è tornata a invadere l'Europa, sotto l'alibi dell'ingenua usanza dei giochi e degli scherzi infantili: una specie di Epifania e di Carnevale entrambi fuori stagione. Non è così. E' un'usanza che cancella le care tradizioni di memoria e di raccoglimento attorno al ricordo dei nostri cari che non sono più di questo mondo e mina alle radici il principio cristiano della comunione dei Santi, vale a dire del rapporto e della solidarietà di tutti i fedeli in grazia di Dio, viventi o defunti che siano. Quello della festività di Ognissanti e della celebrazione dei defunti è un territorio spirituale da riconquistare e da difendere contro l'inquinamento di una pseudotradizione al tempo stesso consumistica e anticattolica. Educatori e famiglie debbono mobilitarsi contro questa diseducazione del buon gusto, contro questa profanazione del mistero della morte e della vita dopo la morte, che davvero rischia di tagliare le nostre radici profonde. ... Franco Cardini Padre Amorth, esorcista della Santa Sede : «Così si osanna il male» fonte www.radiomaria.it «Penso che la società italiana stia perdendo il senno, il senso della vita, l'uso della ragione e sia sempre più malata. Festeggiare la festa di Halloween è rendere un osanna al diavolo. Il quale, se adorato, anche soltanto per una notte, pensa di vantare dei diritti sulla persona. Allora non meravigliamoci se il mondo sembra andare a catafascio e se gli studi di psicologi e psichiatri pullulano di bambini insonni, vandali, agitati, e di ragazzi ossessionati e depressi, potenziali suicidi». La condanna è dell'esorcista della Santa Sede, già presidente dell'associazione internazionale degli esorcisti, il modenese padre Gabriele Amorth. I macabri mascheramenti, le invocazioni apparentemente innocue altro non sarebbero, per l'esorcista, che un tributo al principe di questo mondo: il diavolo. «Mi dispiace moltissimo che l'Italia, come il resto d'Europa, si stia allontanando da Gesù il Signore e, addirittura, si metta a omaggiare satana», dice I' esorcista secondo il quale «la festa di Halloween è una sorta di seduta spiritica presentata sotto forma di gioco. L'astuzia del demonio sta proprio qui. Se ci fate caso tutto viene presentato sotto forma ludica, innocente. Anche il peccato non è più peccato al mondo d'oggi. Ma tutto viene camuffato sotto forma di esigenza, libertà o piacere personale». «L'uomo - conclude padre Amorth - è diventato il dio di se stesso, esattamente ciò che vuole il demonio». E ricorda che intanto, in molte città italiane, sono state organizzate le «feste della luce», una vera e propria controffensiva ai festeggiamenti delle tenebre, con canti al Signore e giochi innocenti per bambini... HALLOWEEN A SCUOLA di Patrizia Marchegiani http://www.educare.it/Scuola/vivere_scuola/halloween.htm Insegno nella Scuola dell’Infanzia ormai da nove anni. E ogni anno, a fine ottobre, mi trovo puntualmente a cozzare con la questione di Halloween. Se come persona sono abituata ‘alla consapevolezza’, al domandarmi le ragioni di ogni mia scelta e azione, ancor più, come insegnante, cerco di definire ed esplicitare le motivazioni e gli obiettivi di ogni azione educativa e formativa. Ora, di fronte alle mie colleghe che si industriano e si agitano nel disegnare pipistrelli, fantasmi, zombi e streghe per il 31 ottobre, io non riesco proprio a trovare motivazioni per cui, come scuola, dovrei decidere di aderire e incrementare questa festa. Mi avvampa, piuttosto, la stizza contro questa irresistibile seduzione che, in noi italiani, sembra esercitare tutto ciò che giunge dall’estero! A scuola non festeggiamo più Natale, perché, …si sa, ‘la scuola è laica’ e quando alla fine di dicembre iniziano le vacanze diciamo ai bambini che si interrompono le lezioni perché arriva Babbo Natale e la Befana, ma, per carità!, attenzione a non alludere mai alla nascita di Gesù: che imbarazzo il solo nominarlo! Che scandaloso suona questo nome a scuola! (Forse, chissà, ad essere proprio coerenti, si dovrebbe pure cambiare la denominazione ‘troppo allusiva’ che da 2000 anni si dà al 25 dicembre! …Ma dovremmo cambiare anche il calendario che inizia a contare gli anni proprio da quella ‘nascita tabù’, come dovremmo occultare la Pietà di Michelangelo, L’ultima cena di Leonardo, I Promessi Sposi, La Divina Commedia e le riflessioni filosofiche di S. Tommaso e S. Agostino!). E noi maestre, così come sappiamo camuffare bene il Natale quale ‘festa della pace’ o ‘della famiglia’, dei regali, di Babbo Natale o della neve, con altrettanta ipocrisia, raccontiamo che la Pasqua è la festa della Primavera, delle farfalline, dei fiori colorati e delle coccinelle… rinnegando le nostre radici religiose, le nostre tradizioni culturali, la nostra identità! A voler essere maestre ‘democratiche’ e ‘rispettose della diversità’, Natale e Pasqua, ‘antiquate feste da bigotti’, vanno, dunque, taciute o, tutt’al più, ‘camuffate’, …ma Halloveen! Halloveen, no! Come resistere al fascino di una festa che ci fa sentire insegnanti tanto aperte alle novità, progredite, originali e al passo con i tempi!?! Eppure a me sembra lampante: “L’Europa sarà cristiana o non sarà”, scriveva A. Marlaux . Nell’era della comunicazione, non sono certo fossilizzata in una sorta di assurdo ‘campanilismo culturale’. Ma credo che ‘comunicazione’, ‘confronto’ e ‘integrazione’ presuppongano e si diano esclusivamente nella ‘diversità’, nella ‘molteplicità’: e dunque nel mantenimento e nella consapevolezza della propria ‘identità’, non nel suo diniego! Se l’identità si annichilisce e si perde nell’alterità, viene a mancare la conditio sine qua non, il presupposto necessario alla comunicazione. ‘Confronto’e ‘comunicazione’, divengono allora sinonimi di ‘appiattimento’, ‘uniformità’, ‘omogeneità’, ‘monoliticità’… . Se, sicuramente, si ribella la mia anima italiana, o di europea, che ama e va fiera della sua cultura tanto densa di storia, profonda di valori, ricca di ogni genere d’arte, ancor più si ribella la mia coscienza di cristiana. Halloween vive dell’idea che i morti, nella notte delle streghe, ritornino sulla terra alla ricerca dei corpi da abitare. E questo non è certo compatibile con la mia fede in Gesù Cristo! Concludo, quindi, ricordando quanto affermava il Cardinale Martini qualche anno fa. In alternativa alla festa di zombi e di zucche, invitava, a non dimenticare piuttosto la ricorrenza ‘onorando i defunti’: Quello dei defunti è un culto della nostra storia: è il momento in cui si apre la speranza per l’eternità. Un momento in cui il Signore ci fa comprendere che la vita è più ampia di quella terrena. Perché continuiamo a barattarlo con la festa delle streghe? |
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