[ di Sandro Magister www.chiesa.espressonline.it] Sinodo sull’eucaristia- Le proposizioni finali Nei precedenti sinodi, le proposizioni finali sono state tenute di
norma segrete. Questa volta, invece, Benedetto XVI ha voluto che fossero
subito rese pubbliche. La sala stampa vaticana ne ha diffuso la versione
“non ufficiale” in lingua italiana il giorno stesso della
loro votazione finale in aula, sabato 22 ottobre 2005. Sinodo 2005. Selezione delle proposizioni finali Proposizione 2 La riforma liturgica del Vaticano II L’Assemblea Sinodale ha ricordato con gratitudine il benefico influsso che la riforma liturgica attuata a partire dal Concilio Vaticano II ha avuto per la vita della Chiesa. Essa ha messo in evidenza la bellezza dell’azione eucaristica che splende nel rito liturgico. Abusi si sono verificati nel passato, non mancano neppure oggi anche se sono alquanto diminuiti. Tuttavia simili episodi non possono oscurare la bontà e la validità della riforma, che contiene ancora ricchezze non pienamente esplorate; piuttosto urgono ad una maggior attenzione nei confronti dell’ars celebrandi da cui viene pienamente favorita l’actuosa participatio. Proposizione 7 Eucaristia e sacramento della Riconciliazione L’amore all’Eucaristia porta ad apprezzare sempre più
il sacramento della Riconciliazione, nel quale la bontà misericordiosa
di Dio rende possibile un nuovo inizio della vita cristiana e mostra
l’intrinseco rapporto tra Battesimo, peccato e sacramento della
Riconciliazione. La degna ricezione dell’Eucaristia richiede
lo stato di grazia. Proposizione 9 Eucaristia e poligamia La natura del matrimonio esige che l’uomo sia legato in modo
definitivo ad una sola donna e viceversa. In questo orizzonte i poligami
che si aprono alla fede cristiana siano aiutati ad integrare il loro
progetto umano nella novità e nella radicalità del messaggio
di Cristo. In quanto catecumeni, Cristo li raggiunge nella loro specifica
situazione e li chiama alle rinunce e alle rotture necessarie alla
comunione, che un giorno potranno celebrare mediante vari sacramenti,
anzitutto mediante l’Eucaristia. Proposizione 10 Modalità delle Assemblee Domenicali in attesa di Sacerdote Nei paesi in cui la penuria di sacerdoti e le grandi distanze rendono
praticamente impossibile la partecipazione all’Eucaristia dominicale,
è importante che le comunità cristiane si radunino per
lodare il Signore e fare memoria del Giorno a Lui dedicato in comunione
con il Vescovo, con tutta la Chiesa particolare e con la Chiesa universale.
Di grande importanza è anche precisare la natura dell’impegno
dei fedeli a partecipare a queste assemblee domenicali. Proposizione 11 Scarsità di sacerdoti La centralità dell’Eucaristia per la vita della Chiesa
fa sentire con acuto dolore il problema della grave mancanza di clero
in alcune parti del mondo. Molti fedeli sono così privati del
Pane di vita. Per venire incontro alla fame eucaristica del popolo
di Dio, che spesso per non brevi periodi deve fare a meno della celebrazione
eucaristica, è necessario fare ricorso ad iniziative pastorali
efficaci. Proposizione 19 L’omelia La migliore catechesi sull’Eucaristia è la stessa Eucaristia
ben celebrata. Per questo si chiede ai ministri ordinati di considerare
la celebrazione come loro principale dovere. In particolare debbono
preparare accuratamente l’omelia, basandosi su una conoscenza
adeguata della Sacra Scrittura. Proposizione 23 Il segno della pace Il saluto di pace nella Santa Messa è un segno espressivo
di grande valore e profondità (cf. Gv 14,27). Tuttavia, in
certi casi, assume un peso che può divenire problematico, quando
si protrae troppo a lungo o addirittura suscita qualche confusione
proprio prima di ricevere la Comunione. Proposizione 24 Ite missa est Per rendere più esplicito il rapporto tra Eucaristia e missione, che appartiene al cuore di questo Sinodo, si preparino nuove formule di congedo (benedizioni solenni, preghiere sul popolo od altro) che sottolineino la missione nel mondo dei fedeli che hanno partecipato all’Eucaristia. Proposizione 25 La dignità della celebrazione Quanti partecipano all’Eucaristia sono chiamati a vivere la
celebrazione con la certezza di essere il popolo di Dio, il sacerdozio
regale, la nazione santa (cf. 1Pt 2,4-5.9). In essa ciascuno di loro
esprime la propria vocazione cristiana specifica. Quelli che tra di
loro hanno ricevuto un ministero ordinato lo esercitano secondo il
loro grado: il Vescovo, i presbiteri e i diaconi. In particolare il
ruolo dei diaconi e il servizio dei lettori e degli accoliti meritano
una maggiore attenzione. Soprattutto i Vescovi, quali moderatori della
vita liturgica, promuovano una degna celebrazione dei sacramenti nella
propria diocesi, correggano gli abusi e propongano il culto della
chiesa cattedrale come esempio. Proposizione 27 L’arte a servizio della celebrazione Eucaristica Nella storia della celebrazione della Santa Messa e dell’adorazione
eucaristica riveste una funzione di grande importanza l’arte
sacra nelle sue varie espressioni a cominciare dall’architettura.
Essa infatti traspone il significato spirituale dei riti della Chiesa
in forme comprensibili e concrete, che illuminano la mente, toccano
il cuore e formano la volontà. Inoltre, lo studio della storia
dell’architettura liturgica e più in generale dell’arte
sacra, da parte dei laici, dei seminaristi e soprattutto dei sacerdoti,
è in grado di illuminare la riflessione teologica, arricchire
la catechesi e ridestare quel gusto per il linguaggio simbolico che
facilita la mistagogia sacramentale. Infine, una approfondita conoscenza
delle forme che l’arte sacra ha saputo produrre lungo i secoli
può aiutare coloro che sono chiamati a collaborare con gli
architetti e gli artisti a pianificare adeguatamente, a servizio della
vita eucaristica delle comunità di oggi, tanto gli spazi celebrativi
quanto la programmazione iconografica. Proposizione 28 Il tabernacolo e la sua collocazione In conformità con l’Introduzione Generale del Messale Romano (cf n. 314), il Sinodo ricorda che il tabernacolo per la custodia del Santissimo Sacramento deve avere nella chiesa una collocazione nobile, di riguardo, ben visibile, curata sotto il profilo artistico e adatta alla preghiera. Allo scopo si consulti il Vescovo. Proposizione 30 Dies Domini Come frutto dell’anno dell’Eucaristia, il Sinodo raccomanda
vivamente di fare sforzi significativi per valorizzare e vivere il
Dies Domini per tutta la Chiesa. È necessario riaffermare la
centralità della Domenica e della celebrazione della Eucaristia
domenicale nelle diverse comunità della diocesi, in particolare
nelle parrocchie (cf. SC 42). La Domenica è veramente giorno
nel quale si celebra con gli altri il Cristo risuscitato, giorno santificato
e consacrato al Creatore, giorno di riposo e di disponibilità.
La celebrazione eucaristica domenicale è una grazia umanizzante
per l’individuo e la famiglia perché nutre l’identità
cristiana al contatto con il Risorto. Per questo il dovere di parteciparvi
è triplice: verso Dio, verso se stessi e verso la comunità.
Proposizione 32 La celebrazione Eucaristica nei piccoli gruppi A proposito delle Sante Messe celebrate per piccoli gruppi, esse
devono favorire una partecipazione più consapevole, attiva
e fruttuosa all’Eucaristia. Sono stati proposti i seguenti criteri:
Proposizione 35 La recezione della Santa Comunione Nella nostra società pluralistica e multiculturale conviene
che il significato della Santa Comunione sia spiegato anche a non
battezzati o ad altri non appartenenti a Chiese e comunità
non cattoliche, che siano presenti alla Santa Messa in occasione,
per esempio, di Battesimi, Confermazioni, Prime Comunioni, Matrimoni,
Funerali. In molte metropoli e città, soprattutto di arte,
visitatori di altre religioni e confessioni, e non credenti sono presenti
non di rado all’Eucaristia. Proposizione 36 L’uso del latino nelle celebrazioni liturgiche Nella celebrazione dell’Eucaristia durante gli incontri internazionali,
oggi sempre più frequenti, per meglio esprimere l’unità
e l’universalità della Chiesa, si propone: Proposizione 40 I divorziati risposati e l’Eucaristia In continuità con i numerosi pronunciamenti del Magistero
della Chiesa e condividendo la sofferta preoccupazione espressa da
molti Padri, il Sinodo dei Vescovi ribadisce l’importanza di
un atteggiamento e di un’azione pastorale di attenzione e di
accoglienza verso i fedeli divorziati e risposati. Proposizione 41 Ammissione dei fedeli non cattolici alla Comunione Sulla base della comunione di tutti i cristiani, che l’unico
Battesimo già rende operante, anche se non ancora in maniera
completa, la separazione alla mensa del Signore è sperimentata
giustamente come dolorosa. Sia dentro la Chiesa cattolica come da
parte dei nostri fratelli e sorelle non cattolici, viene avanzata
di conseguenza molto spesso la richiesta urgente della possibilità
di Comunione eucaristica tra i cristiani cattolici e gli altri. Si
deve chiarire che l’Eucaristia non designa e opera solo la nostra
personale comunione con Gesù Cristo, ma soprattutto la piena
communio della Chiesa. Perciò chiediamo che i cristiani non
cattolici comprendano e rispettino il fatto che per noi, secondo l’intera
tradizione biblicamente fondata, la Comunione eucaristica e la comunione
ecclesiale si appartengono intimamente e quindi la Comunione eucaristica
con i cristiani non cattolici non è generalmente possibile.
Ancor più è esclusa una concelebrazione ecumenica. Proposizione 42 Eucaristia e missione I fedeli sono invitati a prendere coscienza che una Chiesa autenticamente
eucaristica è una Chiesa missionaria. Di fatto, l’Eucaristia
è fonte di missione. Nella Eucaristia diventiamo sempre più
discepoli di Cristo, ascoltando la Parola di Dio, la quale ci porta
a un incontro comunitario con il Signore mediante la celebrazione
del memoriale della sua morte e risurrezione e attraverso la comunione
sacramentale con Lui. Questo incontro eucaristico si realizza nello
Spirito Santo che ci trasforma e santifica. Risveglia nel discepolo
la volontà decisa di annunciare agli altri, con audacia, quanto
si ha ascoltato e vissuto, per condurre anche loro allo stesso incontro
con Cristo. In questo modo, il discepolo, inviato dalla Chiesa, si
apre ad una missione senza frontiere. Proposizione 46 Coerenza eucaristica di politici e legislatori cattolici I politici e legislatori cattolici devono sentirsi particolarmente
interpellati nella loro coscienza, rettamente formata, sulla grave
responsabilità sociale di presentare e sostenere leggi inique.
Non c’è coerenza eucaristica quando si promuovono leggi
che vanno contro il bene integrale dell’uomo, contro la giustizia
e il diritto naturale. Non si può separare l’opzione
privata e quella pubblica, mettendosi in contrasto con la legge di
Dio e l’insegnamento della Chiesa, e questo deve essere considerato
anche di fronte alla realtà eucaristica (cf. 1Cor 11, 27-29).
Proposizione 48 Dimensione sociale dell’Eucaristia Il sacrificio di Cristo è mistero di liberazione che ci interpella.
È nell’impegno a trasformare le strutture ingiuste per
ristabilire la dignità dell’uomo, creato a immagine e
somiglianza di Dio, che l’Eucaristia diventa nella vita ciò
che essa significa nella celebrazione. Questo movimento dinamico si
apre alle dimensioni del mondo: mette in questione il processo di
globalizzazione che non di rado fa crescere lo scarto tra paesi ricchi
e paesi poveri; denuncia quelle potenze politiche ed economiche che
dilapidano le ricchezze della terra; richiama le gravi esigenze della
giustizia distributiva davanti alle disuguaglianze che gridano verso
il cielo; incoraggia i cristiani a impegnarsi e a operare nella vita
politica e nell’azione sociale. Proposizione 49 Eucaristia e riconciliazione di popoli in conflitto L’Eucaristia è sacramento di comunione tra i fratelli
che accettano di riconciliarsi in Cristo, il quale ha fatto di ebrei
e greci un popolo solo, abbattendo il muro di odio che li separava
(cf. Ef 2,14). Nel corso di questo Sinodo varie testimonianze hanno
riferito che, grazie alle celebrazioni eucaristiche, popoli in conflitto
hanno potuto radunarsi attorno alla Parola di Dio, ascoltare il suo
annuncio profetico della riconciliazione tramite il perdono gratuito,
ricevere la grazia della conversione che permette la comunione allo
stesso pane ed allo stesso calice. Gesù Cristo che si offre
nell’Eucaristia rafforza la comunione tra i fratelli e, in particolare,
urge coloro che sono in conflitto ad affrettare la loro riconciliazione
attraverso il dialogo e la giustizia. Ciò consente di comunicare
degnamente al Corpo e al Sangue di Cristo (cf. Mt 5,23-24). |