SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
Il presidente della Cei Bagnasco risponde a D'Alema :
la laicità dello stato nasce dal vangelo,
la religione non è asservita al potere.  

Domenica scorsa D' Alema ha concluso la summer school della Fondazione Italianieuropei parlando di «Religione e democrazia in Europa e negli Usa» :
«È da temersi che la Chiesa ceda alla tentazione demoniaca del potere e che il peso politico dei cattolici si indirizzi da una parte per ottenere in cambio la tutela giuridica di principi e valori perché diventino leggi imposte a tutti colpendo la laicità dello Stato»
La lettera Mercoledì il Corriere della Sera ha pubblicato una lettera dell' ex ministro degli Esteri che tiene a precisare: «Difendo la laicità dello Stato»

CITTÀ DEL VATICANO

Eminenza, che cosa risponde all' onorevole D' Alema che ha invitato la Chiesa a non cadere nella «tentazione del potere»?

«Le tentazioni sono umane, bisogna essere tutti molto attenti»,
premette il cardinale Angelo Bagnasco, subito assicurando che
«la Chiesa non ha nessuna intenzione di mettersi al servizio del trono».

Sono due battute della conferenza stampa che ieri il presidente della Cei ha tenuto a conclusione dell' assemblea dei vescovi. Con una lettera al «Corriere della Sera» pubblicata mercoledì 28, Massimo D' Alema segnalava il rischio per la «laicità dello Stato» che avrebbe potuto comportare un patto tra «Chiesa e potere politico».
Questa la risposta del cardinale:
«La laicità attinge alla sorgente del Vangelo, che dice di dare a Cesare quel che è di Cesare e a Dio quel che è di Dio. Si tratta di un valore a cui la Chiesa tiene sia per il bene dello Stato che per il bene della Chiesa stessa».
E ancora:
«Sottolineare le ricadute sociali della religione non significa tendere alla creazione di una religione civile dove la religione è al servizio del trono».
Il presidente dei vescovi conferma la soddisfazione - espressa l' altro ieri dal papa - per il «nuovo clima» seguito alle elezioni:
«Avevo auspicato già in marzo che ci fosse una forte partecipazione al voto come fatto di democrazia e che, qualunque fosse l' esito delle urne, si arrivasse a un clima più collaborativo, più costruttivo per il bene del Paese».

«Ma nel governo ci sono pochi cattolici», obiettano i giornalisti e il cardinale:

«I cattolici non sono necessariamente all' interno di una organizzazione o solo quelli etichettati come tali» e i vescovi guardano «ai frutti e non solo ai principi affermati» e si augurano che «buoni frutti possano venire da ogni dove».

Il presidente dei vescovi avrà un incontro con Berlusconi?

«Per adesso non è in agenda». Ma le elezioni non l' ha vinte l' ala consumista? «Il nostro auspicio è che il nuovo Parlamento si ispiri sempre più a una visione dell' uomo informata ai valori di fraternità, solidarietà ed esercizio della libertà».

Accattoli Luigi-Pagina 13- (31 maggio 2008) - Corriere della Sera

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