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 Gesù profeta senza croce Il film che piace ad Ahmadinejad
(1 maggio 2008) - Corriere della Sera

Il messia musulmano ha i capelli ossigenati da rockstar anni 70. Nel suo quartiere a Teheran lo chiamano Gesù. Attore per caso, Ahmad Soleimani-Nia ha fatto il soldato, poi il saldatore per l' Agenzia Atomica Iraniana. Anziché lavorare all' arricchimento dell' uranio, da 7 anni è il Gesù del Corano.

Un amico del regista l' ha incrociato per strada. Così Nader Talebzadeh ha trovato il protagonista del suo film. La storia di Cristo in versione islamica raccontata da un regista iraniano. La differenza è soprattutto il finale. Il Nazareno, che è un grande profeta ma non il figlio di Dio, scampa alla morte, sale al cielo mentre al suo posto sulla croce finisce Giuda. Ci sono voluti 10 anni e 5 milioni di dollari per fare «Gesù, lo spirito di Dio». Talebzadeh è un sostenitore del presidente Ahmadinejad.

La passione gli è venuta da ragazzino, quando aveva compagni di scuola cristiani. Anche per Ahmad, l' attore-saldatore, l' ispirazione viene da lontano: «Avevo 8 anni quando ho visto un' immagine dell' Ultima Cena di Leonardo. Da allora mi sono identificato con Gesù, lui è sempre con me». In Iran il film è stato un mezzo flop. Nei giorni scorsi è stato presentato in America, al Philadelphia Film Festival. A Teheran si annuncia una versione integrale televisiva, mille minuti in 20 puntate. «Qualcuno potrebbe usare il mio film per demonizzare ulteriormente l' Iran - ammette il regista -. Ma non sono io a dire che Gesù non fu crocifisso.

Lo dice il Corano. Io prego per i cristiani. Un giorno si renderanno conto che sono stati ingannati». Intervistato dal Los Angeles Times a Teheran, Talebzadeh (che ha studiato in America prima di rientrare in tempo per la rivoluzione degli ayatollah) chiede ai cristiani di non chiudersi nel dogma: «Siamo nel 21esimo secolo, arte e media dovrebbero creare uno spazio più sereno per il confronto tra le religioni. Per conoscere la verità su Gesù avete prestato orecchio anche a questa campana?». Come no.

Il Los Angeles Times si chiede cosa accadrebbe se un film occidentale negasse che Maometto sia il vero Profeta. Quante fatwa, quante condanne collezionerebbe? Talebzadeh non raccoglie la provocazione.

Farina Michele
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