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Il "democratico" Egitto manda a morte gli apostati

di Sandro Magister http://chiesa.espresso.repubblica.it/

Gli egiziani in rivolta chiedono più libertà, ma vogliono anche la pena capitale per chi si converte dall'islam a un'altra religione. Una grande inchiesta sul più popoloso paese musulmano del Nordafrica e del Medio Oriente .

ROMA, 3 febbraio 2011 – Buona parte della popolazione egiziana che in questi giorni si è ribellata al trentennale regime di Hosni Mubarak dice di preferire la democrazia ad ogni altra forma di governo.

Nello stesso tempo, però, e in maggioranza schiacciante, vogliono che sia lapidato chi commette adulterio, che siano tagliate le mani ai ladri e che siano messi a morte coloro che abbandonano la religione musulmana.

È ciò che risulta da un'indagine condotta in Egitto e in altri sei paesi a maggioranza musulmana dal Pew Forum on Religion & Public Life di Washington, numero uno al mondo per quanto riguarda le ricerche in questo campo:
Egypt, Democracy and Islam. Gli altri sei paesi indagati sono la Turchia, il Libano, la Giordania, il Pakistan, l'Indonesia e la Nigeria.

Il caso dell'Egitto è in questi giorni particolarmente sotto osservazione. Ma anche i confronti con gli altri paesi sono di grande interesse. La democrazia, ad esempio, è ritenuta la migliore forma di governo dal 59 per cento degli egiziani, mentre in Turchia e in Libano raccoglie consensi ancora maggiori, rispettivamente del 76 e dell'81 per cento.

In Egitto, tuttavia, il 22 per cento della popolazione ritiene che in alcune circostanze sia da preferirsi un governo non democratico. Circa i rapporti tra politica e religione, quasi la metà degli egiziani pensano che l'islam influisca già ora fortemente sulla politica. E tra quelli che la vedono così, il 95 per cento giudicano che ciò sia un bene. In generale, 85 egiziani su cento giudicano positiva l'influenza dell'islam sulla politica, contro soltanto il 2 per cento di risposte negative. In Libano e in Turchia, invece, i giudizi negativi sono superiori al 30 per cento.

In uno scontro tra modernizzatori e fondamentalisti, il 59 per cento degli egiziani dice di tenere ai fondamentalisti, contro il 27 per cento che parteggia per i primi. In Libano e in Turchia le parti sono rovesciate: rispettivamente l'84 e il 74 per cento stanno con i modernizzatori, mentre con i fondamentalisti si schierano il 15 e l'11 per cento.
Più della metà degli egiziani, per l'esattezza il 54 per cento, sia donne che uomini, sono favorevoli alla separazione dei sessi sui luoghi di lavoro. Mentre in Libano e Turchia i contrari sono tra l'80 e il 90 per cento.
Richiesti di dire la loro su Hamas, Hezbollah, e al-Qaeda, in Egitto si dicono favorevoli a Hamas il 49 per cento, a Hezbollah il 30 per cento e ad al-Qaeda il 20 per cento.

Su questi giudizi influisce in parte l'essere musulmani sunniti o sciiti. Gli egiziani sono sunniti, come lo è Hamas, mentre Hezbollah è sciita. In ogni caso, in Egitto, i favorevoli a Hezbollah sono da alcuni anni in calo. Nel 2007 erano il 56 per cento, nel 2008 il 54, nel 2009 il 43 e nel 2010 il 30 per cento.È invece in aumento, pur restando minoritario, il favore ai terroristi suicidi. In Egitto, coloro che li giustificano sono oggi il 20 per cento, mentre nel 2009 erano il 15 per cento. 

Tornando alla pena di morte per chi abbandona l'islam, invocata dall'84 per cento degli egiziani, va segnalato che a volerla sono uomini e donne, vecchi e giovani, istruiti e non, senza distinzioni. In Giordania la quota dei favorevoli alla condanna a morte degli apostati sale addirittura all'86 per cento. Solo in Libano e in Turchia i favorevoli sono pochi, rispettivamente il 6 e il 5 per cento.

Il testo completo, diffuso il 2 dicembre 2010, dell'inchiesta del Pew Forum on Religion & Public Life:
Muslim Publics Divided on Hamas and Hezbollah


Secondo un'altra e più recente inchiesta del Pew Forum sulla crescita dei musulmani nel mondo, l'Egitto, che nel 1990 aveva 53 milioni di abitanti e oggi ne ha 80 milioni, nel 2030 potrebbe superare i 105 milioni, rimanendo il più popoloso paese musulmano del Nordafrica e del Medio Oriente:The Future of the Global Muslim Population

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