SOMMARIO RASSEGNA STAMPA
Sempre più numerosi i tedeschi che rifiutano l’Islam.
Maometto il nome più popolare in Gran Bretagna.

http:// http://www.corrispondenzaromana.it CR n.1167 del 20/11/2010 

Nell’acceso dibattito sull’integrazione degli stranieri in Germania, l’Islam sembra essere sempre più rifiutato dai tedeschi, le cui idee razziste guadagno terreno, secondo uno studio presentato il 13 ottobre 2010 (“AFP”, 14 ottobre 2010). Secondo questo studio, intitolato Crisi nella Germania media, pubblicato dalla Fondazione Friedrich-Ebert, vicina al partito social-democratico, più della metà dei tedeschi (58,4%) ritiene necessario restringere notevolmente la pratica del culto musulmano in Germania.

Il 55,4% delle persone interrogate dichiara inoltre di capire che «per alcune persone gli arabi sono sgradevoli». Più in generale, il 34,3% pensa che gli stranieri vengano in Germania solo per approfittare delle prestazioni sociali. «Nel 2010 si assiste a un aumento significativo delle prese di posizione antidemocratiche e razziste», ha sottolineato uno degli autori dello studio, Oliver Decker, in occasione di una presentazione a Berlino. 

La ragione principale risiede nella crisi economica e finanziaria del 2008, assicurano i redattori dello studio realizzato ad aprile su circa 2.400 persone dai 14 ai 90 anni. Il 31,7% afferma che in caso di situazione tesa sul mercato del lavoro, gli stranieri dovrebbero essere rimandati a casa. 

Per comprendere questo fenomeno bisogna tenere conto che su una popolazione totale di 82 milioni di abitanti, circa 16 milioni sono immigrati o di origine straniera. «Si assiste tuttavia a un cambiamento», ha spiegato uno degli altri autori, Elmar Brähler. «Dopo l’11 settembre erano gli arabi a rappresentare un pericolo, oggi, improvvisamente, sono i turchi» (2,5 milioni in Germania). L’islamofobia e il razzismo non riguardano assolutamente gli estremi politici, ha sottolineato Nora Langenbacher, della Fondazione Friedrich-Ebert. 

«L’estremismo di destra non è un fenomeno “marginale” della società», ha insistito. «Al contrario, è preoccupante costatare che vi siano prese di posizione di estrema destra negli strati medi della società: ad est e ad ovest, in tutte le fasce d’età […], tra le donne e tra gli uomini». 

Il dibattito sull’integrazione di circa quattro milioni di musulmani – di cui il 45% di nazionalità tedesca – ha scatenato nuovamente polemiche dopo la pubblicazione di fine agosto di un articolo anti-islamico redatto da un direttore della banca centrale tedesca, e responsabile dell’SPD, che da allora ha dato le dimissioni. Nel pamphlet Thilo Sarrazin denuncia in particolare il declino della Germania che, secondo lui, s’instupidisce sotto il peso degli immigrati musulmani. Accusato dai responsabili politici, a cominciare dalla cancelliera Angela Merkel, Thilo Sarrazin ha ricevuto il sostegno di una maggioranza di tedeschi. Il presidente federale Christian Wulff, membro dell’Unione democratico-cristiana (CDU), al contrario, è stato attaccato dagli ambienti conservatori per aver affermato all’inizio del mese che l’Islam faceva ormai parte della Germania. Secondo questo stesso studio, il 23,6% delle persone interrogate ritengono che «la Germania abbia bisogno di un partito forte».

Maometto è diventato il nome più popolare tra i bambini in Inghilterra e nel Galles. Nel 2009 il nome Oliver si è rivelato il primo in classifica solo perché la graduatoria formale conta separatamente i molti modi che esistono di trascrivere “Maometto” nella lingua inglese. 

Se questi si sommassero, come sarebbe giusto, il nome del profeta dell’Islam, attribuito a 7.515 bambini, sorpasserebbe Oliver, Jack e altri, confermando così la multietnicità di questo Paese (www.dailymail.co.uk, 28 ottobre 2010). Secondo Justin Gest, sociologo della London School of Economics e di Harvard, autore di un libro sui musulmani che vivono in Occidente, «i musulmani considerano il nome Mohammed un paragone di eccellenza, cercano di emulare la sua vita e seguire i suoi consigli. Anche chi non è fervente praticante, ma si identifica culturalmente con l’Islam, fa una scelta ovvia chiamando Mohammed il proprio figlio maschio». Il fenomeno è inquietante, specialmente se si pensa che al momento nessuno si è lamentato di quanto sta accadendo a discapito dell’identità britannica e, per alcuni osservatori, tale scelta è segno di maggiore devozione islamica.

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