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La Nato sta fallendo in Libia, i media nascondono la verità 

Roma (AsiaNews) – “Gli alti costi dell’operazione contro Gheddafi hanno trasformato un conflitto lampo in una guerra di fandonie fatta dai media. Ciò che la Nato sperava di ottenere con la No Fly Zone si è ormai dissolto”. È quanto afferma ad AsiaNews il prof. Angelo Antonio del Boca, giornalista e docente universitario che da oltre 30 anni studia la Libia e il suo leader. Secondo lo storico “Gheddafi ha ancora a sua disposizione oltre 1 miliardo di euro e la guerra potrebbe durare ancora diversi mesi”.

Citando le dichiarazioni di un alto funzionario libico, Del Boca spiega che la Nato ha distrutto meno del 30% dell’arsenale libico. Inoltre Gran Bretagna e Francia non avrebbero più fondi per continuare la No Fly Zone. “L’unica alternativa per sbloccare la situazione – afferma lo storico - è un attacco di terra, vietato però dalla risoluzione Onu 1973. Per questa ragione Francia e Gran Bretagna hanno inviato in Libia due porta elicotteri, facendo rientrare l’azione dentro le risoluzioni delle Nazioni unite”.

Oggi, Jacob Zuma, presidente sudafricano, incontrerà i vertici del governo libico per trattare un cessate- il-fuoco, ma in molti sono scettici su un esito positivo della visita. Per Del Boca nessuno dei Paesi coinvolti è interessato a una risoluzione pacifica del conflitto. Infatti “le vere ragioni di questa guerra sono il controllo dei pozzi di petrolio e i 200 miliardi di dollari dello Stato libico depositati nelle banche straniere”.

“Ormai la guerra è in piena illegalità – sottolinea Del Boca - la Libia è ancora un Paese sovrano. L’Europa è intervenuta in una guerra appoggiando una parte della popolazione contro l’altra, nonostante le risoluzioni Onu vietino a Paesi terzi di coinvolgersi in guerre civili”.

Per lo storico il problema maggiore è l’appoggio arbitrario della Nato al  Consiglio nazionale di transizione, che di recente ha di nuovo richiesto fondi per continuare la guerra.  “Nessuno conosce i ribelli di Bengasi – spiega – e secondo fonti locali le città della Cirenaica sono diventate rifugio per criminali, spie e membri di gruppi estremisti, provenienti anche da altri Paesi”.

Secondo i media tunisini, ieri due guardie di frontiera sono rimaste uccise in uno scontro a fuoco con nove uomini armati, appartenenti a un movimento estremista, che tentavano di unirsi ai ribelli di Bengasi. 

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