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E' possibile una religione del dialogo ?.

di Medail Cesare (21 gennaio 2001) - Corriere della Sera

La religione del dialogo secondo Panikkar

«Un manifesto del dialogo tra le religioni», così presenta la sua opera (Incontro fra le religioni: l' indispensabile dialogo, Jaca Book), il filosofo Raimon Panikkar[...]
Panikkar è stato definito dallo storico delle religioni Julien Ries «uno dei grandi pensatori della nostra epoca, vero punto d' incontro fra Oriente e Occidente»: porta infatti nel sangue entrambe le culture, essendo nato a Barcellona nel 1918 da madre spagnola cattolica e da padre indiano e induista.

Ordinato sacerdote dal 1946, visse a lungo a Varanasi, in una piccola casa sul Gange, dedicandosi a studio, scrittura, preghiera, meditazione. Dopo avere insegnato ad Harvard e all' Università di California, ora si è ritirato a Tavernet, in Catalogna.

Il dialogo fra tradizioni lontane, dunque, è considerato da questo cristiano dell' India una via obbligata per i nostri tempi: «o un cambio radicale di civiltà nel senso dell' humanum, o una catastrofe di proporzioni cosmiche», dice. Per Panikkar, tuttavia, il dialogo non serve solo a scongiurare i conflitti etnici o confessionali; non è solo questione di tolleranza, ma di una nuova visione della religione. Per esempio, dialogando con gli altri, i cristiani possono scoprire ricchezze insospettate nella loro stessa religione («spesso l' ospitalità è la strada della verità»). Il dialogo fra religioni, infatti, libera le energie spirituali dalle rigidezze dottrinali e crea «nuove connessioni» che superano tutti i confini: da qui passa la via verso «una nuova religiosità, le cui forme sono da trovare».

Tutto ciò, inoltre, non riguarda solo i rapporti fra religioni. Panikkar è convinto che «il dialogo spirituale sia la chiave di volta per ogni altro tipo di dialogo», anche politico, sociale, etico. Un dialogo aperto fra persone che abbiano a cuore le «domande fondamentali sulla realtà» può coinvolgere chiunque, scavalcando le divisioni ideologiche o filosofiche. «Se è un dialogo sulle questioni ultime di vita e di morte», scrive, «allora un umanista, un marxista, uno scienziato ha lo stesso titolo per parlare di qualunque persona cosiddetta religiosa»; così il dialogo può estendersi a ogni questione, dal rapporto dell' uomo con la Terra a quelli fra i popoli e fra le persone.

Nelle opere del filosofo cattolico che si esprime come un indù (parla di «terzo occhio» per vedere Cristo e di «karma positivo» a proposito del «perdono»), s' incontra il nucleo mistico del dialogo. Per esempio, nel saggio La pienezza dell' uomo (uscito da Jaca Book nel 1999) afferma che se Cristo rappresenta il Tutto («io sono l' Alfa e l' Omega»), «i cristiani non possono avere il monopolio della sua conoscenza»; si tratta, invece, di «spiegare come il mistero che i cristiani chiamano Cristo si manifesti in altre religioni. Queste non parlano di Cristo, ma hanno diversi simboli cui attribuiscono una funzione salvifica equivalente a quella di Cristo».

Il «Cristo sconosciuto» delle altre religioni è veramente sconosciuto ai cristiani: tuttavia «quel che rappresenta Cristo nelle altre fedi va confrontato con quello che possono rappresentare i simboli degli altri all' interno del cristianesimo». Così, il dialogo spirituale può diventare realmente fruttuoso. Per questo Panikkar non auspica incontri finalizzati a esiti scolastici o dogmatici (o, peggio, a conversioni): «Festival, riunioni, pasti condivisi, contributi a progetti congiunti, i più semplici atti di socialità spesso si rivelano i più importanti e potenti esempi di dialogo». A questo proposito, il cristiano dell' India non è pessimista: dice di avvertire «lo spirito rinfrescante di una nuova alba in procinto di risplendere» perché alcuni stanno scoprendo che «la crescita dell' uomo richiede un punto di svolta» e che, aprendosi, «le religioni possono compiere insieme questo passo».

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