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Nigeria e Iraq, il massacro dei cristiani che l'Occidente non vuol vedere

di Massimo Introvigne e Valentina Colombo 18-07-2014 lanuovabq.it

La "N", come Nazareno, tracciata in arabo a marchiare le case dei  cristiani, a segnalare il nemico da cacciare, uccidere, affamare. Le scritte sui muri di Mosul, capitale del califfato islamico, ricordano le stelle gialle cucite dai nazisti sulle casacche degli ebrei. In dieci anni la presenza dei cristiani si è ormai ridotta al lumicino. E la stessa cosa sta accadendo nel nord della Nigeria, dove i terroristi islamici di Boko Haram dettano legge: più di 10mila cristiani uccisi. E Onu, Usa ed Europa - per cinici calcoli politici o per ideologia - stanno a guardare. 

- COSÌ IL CRISTIANESIMO MUORE IN IRAQ
di Valentina Colombo

L'ultimo fatto è il marchio a Mosul sulle abitazioni dei cristiani, costretti ad andarsene o a convertirsi. Ma è solo l'ultimo atto di una persecuzione andata crescendo dal 2003 e che con l'arrivo dei jihadisti dell'ISIS sta arrivando alla soluzione finale, nella sostanziale indifferenza della comunità internazionale.

- «DIALOGO INUTILE, CON BOKO HARAM SERVONO LE ARMI»
di Massimo Introvigne

Boko Haram, il gruppo terrorista nigeriano, prospera grazie alla timidezza e alle complicità dell'Occidente e anche a un'eccessiva insistenza su un impossible dialogo di settori delle Chiese e comunità cristiane. È quanto afferma l'avvocato Emanuel Ogebe, uno dei maggiori specialisti mondiali di Boko Haram. 


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