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“Brics”: un Piano Marshall con la Ue per Mediterraneo e Africa

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Alla Farnesina si discute di identità, sviluppo e immigrazione: presenti i rappresentanti di Brasile, Russia, India, Cina e Sud Africa 17 dicembre 2016 Claudio Ianniello zenit.org/

I rappresentanti dei paesi del progetto BRICS, ieri, si sono riuniti nella Sala Gaja del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione internazionale per una seconda tavola rotonda, intitolata Brics tra Mediterraneo ed Africa.

Identità, sviluppo ed immigrazione.

La prima si svolse il 15 luglio all’Ambasciata dell’India in Italia. L’incontro ha rappresentato la continuazione della precedente tavola rotonda focalizzandosi sul tema della penetrazione dei paesi del BRICS nell’area del Mediterraneo.

Una presenza, come testimoniato dai rappresentanti dei singoli paesi, che è in costante crescita. I lavori sono stati aperti da Enrico Granara, coordinatore dell’Euro-Mediterranean Partnership (EUROMED) per il Ministero degli Affari Esteri, e Marco Ricceri, Segretario generale dell’Eurispes.

Essi hanno, poi, lasciato la parola ai rappresentanti dei cinque paesi Brics: Deepti Jharwal, per l’India, Giuliano Moreira Ventura, per il Brasile, Artem Kalabukhov, per la Russia, Fan Mei, per la Cina e Anna-Marie Moulton, per il Sud Africa. Brasile, Russia, Cina, India e Sud Africa sono le nazioni che partecipano alla piattaforma BRICS sviluppando le loro relazioni bilaterali sulla base della non interferenza, dell’uguaglianza e del mutuo vantaggio.

Sulla base di questi principi, ciascuno stato stabilisce dei rapporti anche con i paesi dell’area mediorientale, sia del continente africano sia di quello asiatico.

Uno dei temi principali della tavola rotonda è stata l’idea di un nuovo Piano Marshall tra i paesi Brics e l’Unione Europea per il Mediterraneo e l’Africa. Un accordo che, a differenza di quello del 1947, non sarebbe di tipo economico ma focalizzato sui valori culturali. La partecipazione al Brics, da parte dei singoli stati, è mossa da interessi differenti il cui comune denominatore è lo sviluppo globale.

Anna-Marie Moulton, ad esempio, ha dichiarato: “Il Sud Africa è entrato nel progetto Brics come rappresentante dell’intero continente al fine di apportare dei miglioramenti alla crescita mondiale”.

La rappresentante dello stato africano ha affrontato anche il tema dell’immigrazione illegale dichiarando: “In Sud Africa, l’immigrazione illegale è in crescita ed è una situazione molto simile a quella presente in Italia” ed ha aggiunto: “Pur non essendo facile trovare una soluzione, lo Stato sta cercando di trasformare l’immigrazione da illegale a legale”.

Il progetto BRICS è nato come un club ed oggi rappresenta una piattaforma in cui è necessaria l’interazione fra gli stati aderenti per trovare delle soluzioni ai paesi concreti. Nel caso dell’immigrazione, ad esempio, essi sono accomunati dai grandi flussi migratori.

Questo fa sì che i paesi BRICS si impegnino a limitare le differenze fra i paesi ricchi e quelli del sud del mondo. Secondo Anna-Marie Moutlon, negli ultimi venti anni si è verificato un cambiamento radicale nell’approccio verso i flussi migratori: “Prima l’ipotesi era di far crescere gli stati del sud del mondo per fermare gli immigrati. Oggi, invece, si è capita l’importanza dell’immigrazione per la cultura e l’economia dei paesi ricchi, come dimostrano le parole della rappresentante del Sud Africa: “Oggi lo slogan potrebbe essere che la migrazione è uno dei fattori chiave dello sviluppo”.

Il Brasile è uno dei paesi Brics più attivi sul piano delle collaborazioni con i paesi arabi ed africani del Mediterraneo. Secondo Giuliano Moreira Ventura, “la piattaforma Brics, pur unendo nazioni molto diverse fra loro, è importante per instaurare un coordinamento ed un dialogo su tematiche importanti e che in futuro potrà favorire la ricerca di nuove opportunità e lo sviluppo di progetti di interesse comune”.

Possibilità di crescita che potrebbero scaturire dalla capacità degli stati BRICS di importare ed esportare dei modelli e dei valori culturali negli scambi con le nazioni con cui interagiscono. Esse sarebbero un contributo fondamentale alla realizzazione di un futuro Piano Marshall che consenta di recuperare le antiche radici comuni dei paesi dell’area del Mediterraneo.



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