Corso di Religione

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La "secolarizzazione" : quale ?
"... le teorie della secolarizzazione sono anche se non soprattutto strumenti per orientarsi in un mondo – il mondo «moderno» – che è passato attraverso una trasformazione tanto gigantesca quanto enigmatica. "

source : http://confronti.net/2019/07/la-citta-post-secolare/


La Grande Trasformazione
" ... E un pilastro di questa Grande Trasformazione è proprio
la sensazione diffusa che le fondamenta stesse dell’esistenza umana – il tempo, lo spazio, i desideri, le pratiche, gli immaginari, ecc. – si siano progressivamente allontanate dalla matrice religiosa che le aveva plasmate per secoli e si siano avviate nella direzione opposta – una direzione non facile da identificare, e che potremmo definire appunto mondana, «secolare»... la teoria della secolarizzazione, intesa in senso stretto, è essa stessa in realtà un prodotto della sua crisi. La tesi infatti è stata formulata precisamente soltanto nel momento in cui è stata sottoposta a una critica sistematica.

... Prima, in effetti, la tesi classica della secolarizzazione circolava, per così dire, come un prodotto (anonimo) dell’intersezione di una serie di visioni generali del progresso umano, il cui collante
era l’urgenza di spiegare in maniera unitaria le varie rivoluzioni da cui ha tratto origine la modernità occidentale. ... si può – in linea di principio – dominare tutte le cose mediante un calcolo razionale...ciò significa il disincantamento del mondo. Non occorre più ricorrere a mezzi magici per dominare gli spiriti o per ingraziarseli, come fa il selvaggio per il quale esistono potenze del genere. A ciò sopperiscono i mezzi tecnici e il calcolo razionale. Se mettiamo insieme, per dire,
- la teoria comtiana degli stadi dello sviluppo della società e dello spirito umano
(teologico, metafisico, positivo),
- la tesi marxiano-feuerbachiana della religione come alienazione o oppio dei popoli,
- la tesi weberiana del disincanto del mondo e la polemica anticattolica degli anticlericali di ogni risma (non importa cioè se protestanti, liberali o anarchici) si può notare in effetti una convergenza intorno all’idea che
la «religione» e la «modernità» appartengano a domini diversi, persino opposti, della psicologia e della condizione umana.
Così, per dare un senso plausibile alla loro compresenza storica veniva spontaneo ricorrere a una prospettiva evolutiva in cui uno dei due stadi era concepito come il passato ( la religione ) e l’altro come il futuro ( la modernità) , uno come l’origine e l’altro come la meta.



Il carattere originario della religione può essere interpretato in senso inverso se uno colloca la verità nell’origine e vede l’allontanamento dall’origine come una forma di degenerazione.

In quest’ottica, la secolarizzazione appare come quel processo storico di lungo periodo che conduce a una sistematica traduzione di contenuti religiosi (ad esempio, la potestas absoluta di Dio, l’orientamento escatologico della storia, il carattere creaturale, cioè contingente, del cosmo) in concetti o concezioni secolari. L’effetto generale è quello di un’ibridazione che, come capita con gli ibridi, può portare sterilità, patologie, persino catastrofi o, al contrario, innovazioni, allargamento di orizzonti, superamento di aporie.

In entrambi i casi c’è comunque una tendenza a proporre letture schematiche, semplificate o, prendendo a prestito un termine chiave della Teoria dei giochi , «a somma zero» del rapporto tra religione e modernità, in cui uno dei due protagonisti deve sempre uscirne delegittimato.

È proprio questo elemento che attira l’attenzione dei critici della secolarizzazione, in parte per ragioni contingenti, cioè dipendenti da eventi inattesi della storia recente (l’esempio canonico è la Rivoluzione iraniana), in parte per un generale senso d’insoddisfazione riguardo al mancato effetto di chiarificazione di simili interpretazioni polemiche o apologetiche della religione.

Ma nella Storia è avvenuto o no qualcosa che noi abbiamo il diritto di chiamare secolarizzazione? Questa è la domanda cruciale, ovviamente.

... la mia risposta alla sua domanda è un sì qualificato. Se utilizzando il concetto di «secolarizzazione» intendiamo suggerire che qualcosa di inedito ed enigmatico è accaduto alla religione a partire dal XVI secolo in Europa e poi nel resto del mondo, possiamo farlo con relativa tranquillità. Il problema, però, è dare poi un contenuto determinato a tale affermazione. E per farlo bisogna intendersi su una quantità di questioni di inusuale difficoltà teorica. Che cos’è la «religione»? Che cos’è la «secolarità»? Come si riconosce una transizione storica di questa portata?

la nascita dell’«opzione secolare»
Il materialismo è la concezione filosofica solitamente monista per la quale l'unica realtà che può veramente essere detta esistere è la materia e tutto ciò che deriva dalla sua continua trasformazione. Ciò vale a dire che, fondamentalmente e sostanzialmente, tutte le cose hanno una natura materiale; ovvero che il fondamento e la sostanza della realtà sono materiali. ..Secondo questa filosofia, le realtà definite spirituali non esistono Questa nuova opzione si è affacciata in Europa prima tra le élite (che hanno trovato una fonte d’ispirazione importante nell’ epicureismo e nell’ atomismo degli antichi) e si è poi progressivamente diffusa negli altri strati della popolazione traendo slancio dalle varie trasformazioni moderne che hanno interessato volta a volta la politica, l’economia, la scienza, la vita sociale, l’arte, il tempo libero, ecc.

L'uomo basta a se stesso, non ha bisogno di un dioAl centro dell’opzione secolare, per farla breve, c’è l’immagine di una vita possibile o, se vogliamo, di un nuovo modo di essere persona, in cui i beni della vita smettono di apparire come non autosufficienti, come bisognosi di un sostegno esterno, trascendente.
Abbiamo a che fare, insomma, con un’immagine della realizzazione umana, della pienezza personale, della sua intrinseca moralità, antropocentrica in un senso esclusivo.Secolarizzazioni multiple
La comparsa di questa opzione ha finito per trasformare in maniera profonda la dialettica tra le varie posizioni spirituali... la secolarizzazione smette di evocare le immagini contrastanti : o di un processo di dissoluzione, di una finzione illusoria, o di una metamorfosi in cui la novità è sempre solo apparente.

Ora ( la secolarizzazione) appare piuttosto come l’inizio di una storia senza precedenti, con un senso tutto da scoprire ed esposta, come tutte le storie umane, ai casi fortuiti della sorte...
... non possiamo più raccontarci una sola storia, ma dobbiamo ascoltare tante storie diverse. Alla fine, il giudizio che saremo chiamati a dare sul processo storico dovrà per forza di cose essere compatibile con un simile grado di complessità.

... La «secolarizzazione», in effetti, indica anche una certa forma-racconto con la quale una buona fetta di persone in Italia ha compreso il rapidissimo processo di modernizzazione che ci ha trasformato nel giro di un paio di decenni da un paese in larghissima parte rurale in una nazione sostanzialmente urbana.




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