Corso di Religione

Sommario




La parità sull’altare: in Svezia per la prima volta le donne-prete sono di più degli uomini. Ma le loro buste paga sono più leggere.


home



commenta




powered by FreeFind

Dei 3.060 sacerdoti in servizio in Svezia, 1.533 sono donne: ovvero il 50,1 per cento. È un sorpasso storico, spiega la segretaria della Chiesa di Svezia Cristina Grenholm a The Local.

source : corriere.it Angela Geraci 222 Luglio 2020

«Questa parità è stata raggiunta molto più velocemente di quanto pensassimo - dice-. Un rapporto del 1990 stimava infatti che le donne sarebbero state la metà del clero totale nel 2090. E invece ci sono voluti trent'anni».

La Chiesa luterana di Svezia ha permesso alle donne di celebrare messa nel 1958 e le prime tre sacerdotesse sono state ordinate nel 1960. Ventidue anni dopo, il parlamento svedese ha anche eliminato una «clausola di coscienza» che consentiva ai membri del clero di rifiutarsi di collaborare con una collega donna.

Quando poi Chiesa e Stato sono stati ufficialmente separati, nel 2000, i corsi di teologia sono stati affollati da aspiranti sacerdotesse: nel 2003 erano il 70 per cento degli iscritti. Al punto che oggi, continua Grenholm, «molte parrocchie cercano di avere un uomo e una donna sull’altare durante il servizio domenicale».

Un po' come accadeva da noi per la conduzione dei telegiornali, anni fa. «Dal momento che crediamo che Dio abbia creato gli esseri umani, uomini e donne, a sua immagine - conclude la segretaria - è essenziale che non solo lo diciamo con le parole, ma che lo mostriamo».

La parità non è però completamente raggiunta in ogni aspetto. Come spesso accade, c'è una disparità in busta paga. Il divario salariale tra pastori maschi e femmine, secondo il quotidiano della chiesa Kyrkans Tidning, si aggira intorno alle 2.200 corone svedesi al mese (circa 215 euro). Questo si spiega con il fatto che gli uomini abbiano ancora incarichi di maggiore responsabilità e prestigio.

La Chiesa Cattolica, invece, ha ribadito il suo fermo “no” al sacerdozio femminile, l'ultima volta due anni fa, nonostante le parole di Papa Francesco, solo poche settimane prima, fossero sembrate di apertura: «Perché nella Chiesa le donne sono escluse anche dal Diaconato?» (qui l'articolo di Gian Guido Vecchi in cui  il cardinale e teologo Kasper commentò allora la domanda di Bergoglio con un chiaro « Non si arriverà alle donne sacerdote, troppe divisioni» ).

Questo non significa però che non ci siano al mondo donne-prete che sfidano le regole del Vaticano: sono religiose cattoliche che, dall'America all'Europa, si fanno ordinare sacerdotesse andando incontro a un destino di scomunica (e spesso minacce).

Le loro storie di disobbedienza e coraggio sono al centro di un progetto fotografico potente ( Women Priest Project ) a cui la fotografa Nausicaa Giulia Bianchi lavora dal 2012 (qui  l’articolo - con le foto - scritto da Roberta Scorranes e in occasione della presentazione della Biennale della Fotografia Femminile, in corso in questi giorni a Mantova), raccontando le vite e mostrando i volti e le case di queste paladine della parità di genere religiosa.

Perché, come dice la sacerdotessa sudafricana Patricia Fresen, «Se una legge ingiusta non può essere cambiata, bisogna infrangerla».

La pensano così anche  le sette donne cattoliche francesi  che mercoledì hanno deciso di compiere un gesto eclatante: hanno consegnato al nuovo nunzio apostolico a Parigi, monsignor Celestino Migliore, le loro lettere di candidatura per ruoli che vanno da diacona a vescova (prima o poi serviranno anche delle parole nuove). Vedremo quale sarà la risposta.


Top



Sommario



home



DISCLAIMER. Si ricorda - ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n. 62 - che questo sito non ha scopi di lucro, è di sola lettura e non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare" : gli aggiornamenti sono effettuati senza scadenze predeterminate. Non può essere in alcun modo ritenuto un periodico ai sensi delle leggi vigenti né una "pubblicazione"  strictu sensu. Alcuni testi e immagini sono reperiti dalla rete : preghiamo gli autori di comunicarci eventuali inesattezze nella citazione delle fonti o irregolarità nel loro  uso.Il contenuto del sito è sotto licenza Creative Commons Attribution 2.5 eccetto dove altrimenti dichiarato.