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Boko Haram arruola giovani del Camerun

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I miliziani di Boko Haram promettono salvezza e, soprattutto, soldi.
di Kamwa Moto


Effettuano reclutamenti volontari ma anche forzati minacciando migliaia di giovani. Ora una forza militare regionale sta tentando di fermarli.

Youssouf ha 21 anni e parla a bassa voce. Si guarda intorno, come sospettando di qualcosa, e poi dice: “Qualche giorno fa, quelli di Boko Haram sono venuti nel nostro villaggio, a dieci chilometri da Bourrah, e ci hanno detto che non dobbiamo sprecare le nostre vite, dobbiamo unirci a loro nella guerra santa. ‘Solo così potevamo salvare la nostra fede e le nostre vite come quelle dei nostri familiari’ hanno detto. Ci hanno gridato che il futuro dei giovani è solo Boko Haram”.

Youssouf prende un bastone e comincia a scrivere  per terra delle cifre. Continua: “Boko Haram ci ha promesso che ci dava dai 600 agli 800 dollari al mese se ci fossimo uniti a loro. Sono tanti  soldi se pensiamo che lavorando non riusciamo  a mettere insieme 70 dollari al mese”. Il giovane alza la testa e riprende a raccontare: “Ho avuto paura e ho detto di no. Ma tanti miei amici sono andati con loro”.

Molti giovani pensano che unirsi a Boko Haram sia l’unica possibilità di aiutare le famiglie e di salvare il villaggio. In un certo senso,  Ben Oyon insegnante di una piccola scuola coranica del villaggio, li difende: “Non è solo una questione di soldi, ma di sopravvivenza. Questi ragazzi pensano che se vanno con Boko Haram, i miliziani risparmieranno le loro famiglie e non distruggeranno i villaggi. Non hanno scelta. O si uniscono a loro o sono morti loro e i loro familiari.”

La dinamica è nota. Quando i miliziani di Boko Haram arrivano in un villaggio saccheggiano e distruggono le case. Mettono tutto a ferro e fuoco.  Ricorda Beyala, che è riuscito solo qualche giorno fa a scappare da un attacco dei miliziani. “Sono arrivati molto presto di mattina con le loro macchine. Fortemente armati e hanno cominciato a sparare. Distruggendo tutto. E poi hanno cominciato a fare esecuzioni pubbliche. Se qualche poliziotto o militare veniva preso vivo gli veniva tagliata la gola”.

Poveri e senza lavoro

“Sappiamo che Boko Haram sta reclutando giovani camerunesi” ci conferma il colonnello Joseph Nouma, comandante militare di Marouna, capitale della regione dell’Estremo nord. “Quando andiamo nei villaggi al confine con la Nigeria incontriamo solo donne e bambini insieme agli anziani. Gli adulti non ci sono.  Hanno attraversato il confine e si sono uniti a Boko Haram. È difficile anche parlare con la gente. In molti hanno paura. Non si sentono protetti. Siamo arrivati tardi”.

Più di 6000 uomini sono stati schierati nel nord del paese per cercare di arginare le incursioni di Boko Haram, il cui leader aveva avvertito recentemente che le incursioni nel territorio camerunese sarebbero aumentate. Povertà e difficoltà di trovare un lavoro spingono molti giovani ad unirsi a Boko Haram. A causa dei numerosi attacchi, la gente non ha coltivato i terreni e la fame è una realtà sempre più diffusa.  A causa delle minacce tante scuole sono state chiuse. Fopa Mokto, preside di una scuola, dice: “Solo nella nostra regione dell’Estremo nord sono state chiuse più di 170 scuole e in quelle poche aperte domina la paura. Tutti questi ragazzi sono un campo molto fertile di reclutamento da parte di Boko Haram”.


Al reclutamento forzato si unisce il sequestro delle persone. Alcune settimane fa il ministro dell’Informazione del governo del Camerun, Issa Tchiroma, ha parlato di un centinaio di persone tra adulti e bambini che sono stati portati via. Organizzazioni internazionali hanno denunciato il reclutamento  nelle file di Boko Haram di bambini al di sotto dei 12 anni. Folon Teno, padre di otto figli, dice che non sa più dove sono tre dei suoi figli più giovani. Lui pensa che siano stati portati via dai miliziani.

“È possibile che siano andati via con loro quando Boko Haram lo scorso mese ha attaccato il nostro villaggio. Quello che non so è se sono andati via perché lo hanno deciso loro o perché sono stati costretti”.

Boko Haram in Camerun non è arrivato adesso. Dice Moustaph, un residente di Waza. “La presenza dei miliziani è cominciata anni fa. Inizialmente era discreta, poi sempre più visibile. Boko Haram è stato favorito dalla corruzione dilagante e dai giochi di potere dei politici locali. Ed è per questo che i miliziani possono muoversi liberamente. Conoscono molto bene queste zone”.

La speranza, in attesa di soluzioni che affrontino i nodi profondi, economici e sociali, è militare. Alcune settimane fa l’Unione Africana ha autorizzato il dispiegamento di una forza regionale composta da 7500 soldati di Ciad, Camerun e Niger. L’obiettivo prioritario è mettere in crisi un sistema di rifornimenti, di basi e di  reclutamento che per anni ha sfruttato la porosità delle frontiere nel bacino del Lago Ciad.

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