Piccolo Corso Biblico




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L'Apocalittica Il termine «apocalissi» (dal greco apokálypsis =rivelazione , disvelamento, togliere il velo) corrisponde all'ebraico galah che significa " rivelare un segreto, un mistero senza nessuna implicazione di occulto, inconoscibile, orrendo". Questo termine è stato applicato nel XIX° secolo ad alcune opere letterarie del giudaismo e del cristianesimo.

Gli studiosi vollero considerare l'Apocalisse di Giovanni come una forma letteraria che poteva essere riconosciuta anche in altre opere giudaiche dello stesso periodo (come il Quarto libro di Esdra e poi l'Apocalisse siriaca di Baruc etc.). Il termine poi è stato applicato anche ad altre opere di simile forma letteraria contenute nel canone ebraico ed è nata l'idea di una possibile corrente religioso-letteraria da chiamarsi apocalittica.

enoch
Il patriarca Enoch in " visione".


Il criterio per definire un testo " apocalisse" era fondato su elementi di forma e stile : rimanevano tra i vari testi differenze di altro genere tali e talmente grandi che non rendevano agevole collocare tutti i testi in una stessa corrente letteraria.

Possiamo semplificare in questo modo : le " apocalissi" hanno in comune un elemento , quello della " visione" ; esse si fondano sulla conoscenza che un personaggio religioso ( in genere un patriarca) acquisisce attraverso la visione -disvelamento ( apocalisse ) dell'azione divina nella storia.

Questa conoscenza viene codificata in linguaggio teologico in un libro che viene sigillato per essere aperto nei momenti bui quando la storia prende una piega difficile da decifrare.
Tutto si basa sulla convinzione fondamentale che la storia è preordinata da Dio e dunque è possibile in qualche modo prevederla se si ha un paradigma , una chiave di lettura dei tempi e nei modi. Il visionario in realtà rivisita la scrittura , ripercorre gli oracoli profetici apprende i paradigmi dell'azione divina e acquisisce una sapienza. Il percorso che va dalla bibbia alla teologia della storia viene raccontato nel libro in senso opposto : sotto la guida di un angelo il saggio parte dal Cielo , dove la storia viene decisa e dove il profeta viene a conoscenza dei decreti divini , quindi parte dalla teologia, per arrivare alla storia dove i ci sono continuamente eventi di rivelazione che vanno interpretati.
La "letteratura apocalittica" infatti si presenta come un tentativo di esplorare la " parola" biblica (cioè la " promessa " divina ") per espanderla nel tempo della storia e rappresentarne gli scenari conseguenti. Questa era già l'attività dei profeti e delle maggiori scuole profetiche ( isaia, Ezechiele, Zaccaria, Gioele, etc.) che viene ripresa da alcuni sapienti ebrei e sviluppata nei secoli .
Il percorso risponde alla sentenza biblica del profeta :

Am 3, 7 In verità, il Signore non fa cosa alcuna senza aver rivelato il suo consiglio ai suoi servitori, i profeti. 8 Ruggisce il leone: chi mai non trema? Il Signore Dio ha parlato: chi può non profetare ?
testoenochEnoch, Libro dei segreti.

Il primo passo che si impone per una comprensione dell'apocalittica è una verifica degli scritti che la esprimono.

Anche se l'attribuzione della maggior parte dei testi al genere letterario apocalittico non presenta difficoltà, su alcuni di essi il dissenso è notevole. In realtà non tutti gli scritti apocalittici lo sono nello stesso modo.

Ci sono inannzitutto i testi apocalittici contenuti nella Bibbia ebraica.

Il primo testo apocalittico che in ordine di tempo viene indicato come tale è il libro di Ezechiele che, specialmente nei cap. 38-39 sembra esprimere insieme con la coscienza acuta della missione profetica e l'esuberanza della forma letteraria un primo sintomo del passaggio dalla profezia all'apocalittica.

Anche il libro di Isaia contiene parti riconosciute come apocalittiche: la grande apocalisse di Isaia, comprendente i cap. 24-27 e databile dal secolo V in poi, e la piccola apocalisse di Isaia, comprendente i ce. 34-35, di datazione più recente.

Troviamo poi, sempre seguendo un probabile ordine cronologico, il Secondo Zaccaria (Zc 9-14), da collocarsi dopo l'esilio, e il libro di Daniele, che più di ogni altro scritto dell'AT presenta le caratteristiche letterarie dell'apocalittica.

I cristiani dei primi secoli fecero largo uso della letteratura apocalittica, utilizzandola nella propria catechesi talvolta alla pari degli stessi testi biblici, come fa la Lettera di Giuda proprio con il Libro di Enoc, e spesso reinterpretandola a loro favore :

Gd 14 Profetò anche per loro Enoch, settimo dopo Adamo, dicendo: «Ecco, il Signore è venuto con le sue miriadi di angeli per far il giudizio contro tutti, 15 e per convincere tutti gli empi di tutte le opere di empietà che hanno commesso e di tutti gli insulti che peccatori empi hanno pronunziato contro di lui».

Fino al 1976 le caratteristiche letterarie comuni ai testi allora conosciuti permettevano di delineare un quadro sufficientemente completo : il Libro di Daniele - composto probabilmente tra il 167 e il 163 a.C- era considerato l'opera fondante della letteratura apocalittica giudaica post-biblica e tutto faceva ritenere come data probabile del suo affermarsi l'inizio del II secolo d.C. .

Nel 1976 però sono stati individuati, tra le opere rinvenute a Qumran , frammenti in aramaico di un testo noto come Enoc Etiopico che oggi è considerato una delle più importanti opere della apocalittica giudaica. Il testo non compare nel canone del giudaismo contemporaneo , nè in quello del cristianesimo cattolico, ortodosso e protestante ma fa parte del canone della Chiesa cristiana Copta (oggi ancora in Egitto, Etiopia, Eritrea, etc.)

Uno dei frammenti aramaici di questo libro risale al III sec. a.C. e un altro alla prima metà del II sec. a.C. ; una parte perciò è anteriore al II sec. a.C. Questa datazione ha richiesto una reinterpretazione di tutti i dati riguardanti la cosidetta " letteratura apocalittica" .

In base ai testi conosciuti fino ad oggi , alcuni studiosi riconoscono una " scuola apocalittica" che si sviluppa dal II sec a.C. al II d.C. e che definiscono " scuola Enochica" in quanto i testi sono riferiti sempre alle visioni del patriarca Enoch.

Libro dei segreti di Enoch

[1] In quel tempo, disse Enoc, quando ebbi compiuto 365 anni , [2] nel primo mese, nel giorno solenne del primo mese, ero solo nella mia casa: [3] piangevo e mi affliggevo con i miei occhi. Mentre riposavo nel mio letto dormendo, [4] mi apparvero due uomini grandissimi come mai ne avevo visti sulla terra. [5] Il loro viso (era) come sole che luce, i loro occhi come lampade ardenti, dalle loro bocche usciva un fuoco, i loro vestiti una diffusione di piume, e le loro braccia come ali d'oro, al capezzale del mio letto.Mi chiamarono col mio nome. [6] Io mi levai dal mio sonno e gli uomini stavano presso di me realmente. [7] Io mi affrettai, mi alzai e mi inchinai loro ; il mio viso si coprì di brina per il terrore. [8] Gli uomini mi dissero: "Coraggio, Enoc, non avere paura. Il Signore eterno ci ha mandati da te ed ecco, tu oggi sali con noi al cielo. [9] Dì ai tuoi figli e alle genti della tua casa tutto quello che faranno sulla terra e che nella tua casa nessuno ti cerchi, finché il Signore ti abbia fatto ritornare da loro" .[10] Obbedii loro e andai. Chiamai i miei figli Matusalemme e Rigim e raccontai loro tutto ciò che i due uomini mi avevano detto.


Le opere apocalittiche sono datate oggi dal IV sec. a.C. fino al II sec. d.C. e sono giunte fino a noi sia in lingua originale che tradotte . Sono opere che spesso esprimono teologie diverse che si scontrano e a volte si compenetrano e che registrano influssi delle culture vicine soprattutto di quelle egiziana e di quelle mesopotamiche . Rimangono aperte tante questioni che richiederanno ancora molti anni di studio.

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