Piccolo Corso Biblico

         


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Il PATTO D'AMORE

Gv 15,7  Se RIMANETE in Me e le mie Parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà fatto. Mt 6,9 Voi dunque PREGATE così:

Padre nostro che sei nei Cieli TU sei DIO che ci ha creati e ci hai dato la TUA VITA adottandoci come Figli


  Riconosciamo che  Lc 1, 49 hai fatto grandi cose in noi Padre Onnipotente e per questo Con Maria  diciamo : Sia santificato il TUO NOME Dn 3, 52  Glorioso e SANTO degno di lode e di gloria nei secoli Lo hai SANTIFICATO  ( Ez 36,23) donandoci la VITA eterna : SANTIFICALO ancora e SIA SANTIFICATO anche da noi con il nostro umile servizio filiale  al Vangelo

Dn 3, 52   Benedetto sei TU , PADRE, sul trono del tuo Regno con  l'Agnello  che toglie il peccato del mondo ( Gv 1,36 Ap 7,17)  Noi auguriamo che in ogni uomo e donna
venga il TUO Regno si compia il " mistero "   dell' incorporazione dell' umanità "in Gesù glorioso " ( Filippesi 3, 21) , la fusione della natura umana con il TUO Spirito , l' "AMORE"  (Mc 4, 11 ) , così che CUCC 694 Incorporati a Lui per mezzo del Battesimo, morti al peccato, siamo VIVENTI  "per TE" ( Rm 6, 10; Gv 6,57   ) per evangelizzare il mondo

Con Gesù ci auguriamo che
sia fatta la TUA Volontà  che si compia l' ESSERE : UNO con TE, con Lui e con i nostri fratelli e sorelle, un sol Corpo e un solo Spirito (Gv 14,10.23 ; Rm14,7; Rm 6,11; Mt 24, 14 ; Ef1,4-10 ; 2,18; 4,4 ; Gv 17,3 ,21, 1Cor 6,17;  12,13: Fil 1,27) come in Cielo   dove tutto è VITA eterna così in terra dove VIVENTI " in Gesù "  e
CUCC 694 Alla sequela di Lui e in unione con Lui * quali figli carissimi,* possiamo farci TUOI imitatori* e camminare nell'AMORE*  , conformando i nostri pensieri, le nostre parole, le nostre azioni ai sentimenti che furono in Lui * e seguendone gli esempi   ( Mt 11,29) fino a compierci diventando simili a Lui ( 1 Gv 3,2)

  Consapevoli che   senza Gesù non possiamo fare nulla ( Gv 15, 5)   TI preghiamo :
dacci oggi il nostro Pane per ESSERE epiusion  ( "ἐπὶ" (epi) "per", "οὖσος" (ousos ) l'essere ) essere in TE : il Pane SANTO che viene dal Cielo e che rimane per la VITA eterna ( Gv 6,27 ) , la nostra Pasqua ( 1 Corinzi 5, 7)  , Gesù che si fa  AGNELLO  per nutrire il nostro ESSERE umanoSPIRITUALE e condurlo a compimento e risurrezione da morte ( Gv 6,54ss)

Memori delle Sue Parole , quando disse:   se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe (Mt 6, 15  ; 18,35)   (Siracide 28, 2) TI preghiamo :
rimetti a noi i nostri debiti come  quel padrone che ebbe compassione del servo .. e gli annullò il debito (Mt 18, 27)A differenza di quel servo noi li rimettiamo ai nostri debitori per virtù di Gesù che Col 2, 14 ha annullato all'umanità il keirographon , il "documento di debito a causa del peccato con le relative clausole legali" inchiodandolo alla croce e togliendolo di mezzo

Facendo memoria di Gesù che nella Sua "ORA"
pregava   (προσηύχετο : scambiava i propri desideri con quelli di DIO)   dicendo : 42   "Padre, se vuoi, allontana da me questo calice! Tuttavia non sia fatta la mia, ma la TUA VOLONTA' " (Lc 22, 44)    noi TI preghiamo , Padre , TU che provi tutti al bene ma non tenti  mai nessuno al mal (Gc 1,3) : non condurci nella prova ( perirasmos) della fede , quella che può diventare tentazione ( perirasmos) di separarci dalla TUA Volontà, poichè
Lo spirito è pronto, ma la carne è debole" (Mc 14, 38b)  Gesù che è venuto per ridurre all’impotenza - mediante la morte- colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo, 15 e liberare così quelli che per timore della morte erano soggetti alla sua schiavitù per tutta la vita ( Eb 2,14ss) disse ai suoiMc 14, 38a  Vegliate   e pregate ( scambiate i vostri desideri con quelli di DIO)  per non entrare nella tentazione (peirasmos) quando siete nella prova . Padre , donaci lo Spirito Consolatore  perchè anche noi siamo vigilanti nella preghiera. Secondo la promessa : Sia benedetto Dio, il quale ci consola in ogni afflizione ( thlipsis ) (2 Cor 1, 3 )


  Noi sappiamo che siamo da TE, mentre tutto il mondo sta in potere del maligno ( πονηρὸς, il malvagio  - 1Gv 5, 19)  quello che ci ruba la Parola del Regno che Gesù ha seminato nel nostro cuore   quando non la comprendiamo (Mt 13, 19), , ti preghiamo :
liberaci dal malignosecondo la promessa :
il Signore è fedele: Egli vi confermerà e vi custodirà dal maligno (2 Tess 3, 3)  come dice il discepolo testimone :
chiunque è generato da DIO non continua a peccare e DIO lo protegge e il maligno non lo tocca (1 Gv 5, 18)   e ci conforta dicendo: Ho scritto a voi, giovani, perché siete Forti e la Parola di Dio rimane in voi e avete vinto il maligno (1 Gv 2,14)Così sia !


La supplica non è per convincere Dio, ma  per convincere il proprio cuore , rendendolo disponibile ad accogliere la VITA per ESSERE (in LUI, per LUI, per il SUO DISEGNO e con LUI)  per evangelizzare il mondo
1 Gv 3, 1 Vedete quale grande AMORE ci ha dato il Padre
per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!
1 Gv 3, 1 Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto LUI La VITA eterna di DIO è accolta - e nascosta -nella nostra vita terrena: il mondo è sotto il dominio del maligno, vede la nostra vita terrena ma non può vedere la VITA di DIO in noi perchè ne è privo e non ne fa l'esperienza : non la conosce non può conoscere il nostro NUOVO ESSERE, il BAMBINO DIO   nato dalo Spirito ( Gv 3,1ss)
1 Gv 3,2 Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, Perchè abbiamo creduto e accolto la Parola e siamo stati battezzati in Acqua e Spirito e siamo ri-nati Figli di DIO ( Gv 3,1ss), UOMINI  e DONNE SPIRITUALI e camminiamo nella storia evangelizzando il mondo, " incorporati in Gesù, un solo CORPO e un solo SPIRITO ma  ciò che saremo alla fine di questo cammino non è stato ancora ( ephanerōthē) manifestato se non in Gesù risorto Sappiamo però che  quando Egli (φανερωθῇ passivo ) verrà manifestato ( a tutti ), nella manifestazione universale dei salvati e dei condannati   noi saremo simili a Lui saremo manifesti come UOMINI  e DONNE SPIRITUALI  compiuti e definitivi , celesti perché ( tutti) Lo vedremo così come Egli è e vedremo " se " saremo simili a Lui Chiunque ha questa speranza in Lui purifica se stesso purifica il suo cuore, purifica la propria coscienza da ogni pensiero mondano che è contrario a questo traguardo
poichè Egli è puro è PURO da ogni mondanità, è incorrotto dallo spirito del mondo che è il maligno 2 Corinzi 3, 18  E noi tutti a viso scoperto, riflettendo come in uno specchio la Gloria del Signore ( risorto, celeste)   mentre qui ed ora riflettiamo la Sua Gloria di UOMO risorto COMPIUTO e DEFINITIVO come  specchi opachi veniamo trasformati in quella medesima immagine lo Spirito porta a compimento in noi la nostra gloria di UOMINI  e DONNE SPIRITUALI COMPIUTI  e DEFINITIVI , immagine   del Padre come Gesù di gloria in gloria di trasformazione in trasformazione Spirituale secondo l'azione dello Spirito del Signore ( in noi) fino al compimento della nostra somiglianza a Lui
Gloria a te, Agnello immolato:
a te potenza e onore nei secoli!
Inno dei salvati  Ap 4, 11; 5, 9. 10. 12 Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, * l'onore e la potenza, perché tu hai creato tutte le cose, † per la tua volontà furono create, * per il tuo volere sussistono. Tu sei degno, o Signore, di prendere il libro * e di aprirne i sigilli, perché sei stato immolato † e hai riscattato per Dio con il tuo sangue * uomini di ogni tribù, lingua, popolo e nazione e li hai costituiti per il nostro Dio un regno di sacerdoti * e regneranno sopra la terra. L'Agnello che fu immolato è degno di potenza, † ricchezza, sapienza e forza, * onore, gloria e benedizione.Gloria al Padre e al Figlio * e allo Spirito Santo. Come era nel principio, e ora e sempre * nei secoli dei secoli. Amen
GE9 
[ GAUDETE ET EXSULTATE - DEL SANTO PADRE FRANCESCO SULLA CHIAMATA ALLA SANTITÀ NEL MONDO CONTEMPORANEO ]
158. La VITA cristiana è un combattimento permanente. Si richiedono forza e coraggio per resistere alle tentazioni del diavolo e annunciare il Vangelo. Questa lotta è molto bella, perché ci permette di fare festa ogni volta che il Signore vince nella nostra vita.  Il combattimento e la vigilanza159. Non si tratta solamente di un combattimento contro il mondo e la mentalità mondana, che ci inganna, ci intontisce e ci rende mediocri, senza impegno e senza gioia. Nemmeno si riduce a una lotta contro la propria fragilità e le proprie inclinazioni (ognuno ha la sua: la pigrizia, la lussuria, l’invidia, le gelosie, e così via). È anche una lotta costante contro il diavolo, che è il principe del male. Gesù stesso festeggia le nostre vittorie. Si rallegrava quando i suoi discepoli riuscivano a progredire nell’annuncio del Vangelo, superando l’opposizione del Maligno, ed esultava: «Vedevo Satana cadere dal cielo come una folgore» (Lc 10,18).Qualcosa di più di un mito 160. Non ammetteremo l’esistenza del diavolo se ci ostiniamo a guardare la vita solo con criteri empirici e senza una prospettiva soprannaturale. Proprio la convinzione che questo potere maligno è in mezzo a noi, è ciò che ci permette di capire perché a volte il male ha tanta forza distruttiva. È vero che gli autori biblici avevano un bagaglio concettuale limitato per esprimere alcune realtà e che ai tempi di Gesù si poteva confondere, ad esempio, un’epilessia con la possessione demoniaca. Tuttavia, questo non deve portarci a semplificare troppo la realtà affermando che tutti i casi narrati nei vangeli erano malattie psichiche e che in definitiva il demonio non esiste o non agisce. La sua presenza si trova nella prima pagina delle Scritture, che terminano con la vittoria di Dio sul demonio.[120]

Di fatto, quando Gesù ci ha lasciato il “Padre Nostro” ha voluto che terminiamo chiedendo al Padre che ci liberi dal Maligno.L’espressione che lì si utilizza non si riferisce al male in astratto e la sua traduzione più precisa è «il Maligno». Indica un essere personale che ci tormenta. Gesù ci ha insegnato a chiedere ogni giorno questa liberazione perché il suo potere non ci domini.

161. Non pensiamo dunque che sia un mito, una rappresentazione, un simbolo, una figura o un’idea.[121] Tale inganno ci porta ad abbassare la guardia, a trascurarci e a rimanere più esposti. Lui non ha bisogno di possederci. Ci avvelena con l’odio, con la tristezza, con l’invidia, con i vizi. E così, mentre riduciamo le difese, lui ne approfitta per distruggere la nostra vita, le nostre famiglie e le nostre comunità, perché «come leone ruggente va in giro cercando chi divorare» (1 Pt 5,8).
Svegli e fiduciosi 162. La Parola di Dio ci invita esplicitamente a «resistere alle insidie del diavolo» (Ef 6,11) e a fermare «tutte le frecce infuocate del maligno» (Ef 6,16). Non sono parole poetiche, perché anche il nostro cammino verso la santità è una lotta costante. Chi non voglia riconoscerlo si vedrà esposto al fallimento o alla mediocrità. Per il combattimento abbiamo le potenti armi che il Signore ci dà: la fede che si esprime nella preghiera, la meditazione della Parola di Dio, la celebrazione della Messa, l’adorazione eucaristica, la Riconciliazione sacramentale, le opere di carità, la vita comunitaria, l’impegno missionario. Se ci trascuriamo ci sedurranno facilmente le false promesse del male, perché, come diceva il santo sacerdote Brochero: «Che importa che Lucifero prometta di liberarvi e anzi vi getti in mezzo a tutti i suoi beni, se sono beni ingannevoli, se sono beni avvelenati?».[122]

163. In questo cammino, lo sviluppo del bene, la maturazione spirituale e la crescita dell’amore sono il miglior contrappeso nei confronti del male. Nessuno resiste se sceglie di indugiare in un punto morto, se si accontenta di poco, se smette di sognare di offrire al Signore una dedizione più bella. Peggio ancora se cade in un senso di sconfitta, perché «chi comincia senza fiducia ha perso in anticipo metà della battaglia e sotterra i propri talenti. […] Il trionfo cristiano è sempre una croce, ma una croce che al tempo stesso è vessillo di vittoria, che si porta con una tenerezza combattiva contro gli assalti del male».[123] La corruzione spirituale 164. Il cammino della santità è una fonte di pace e di gioia che lo Spirito ci dona, ma nello stesso tempo richiede che stiamo con “le lampade accese” (cfr Lc 12,35) e rimaniamo attenti: «Astenetevi da ogni specie di male» (1 Ts 5,22); «vegliate» (cfr Mc 13,35; Mt 24,42); non addormentiamoci (cfr 1 Ts 5,6).

Perché coloro che non si accorgono di commettere gravi mancanze contro la Legge di Dio possono lasciarsi andare ad una specie di stordimento o torpore.Dato che non trovano niente di grave da rimproverarsi, non avvertono quella tiepidezza che a poco a poco si va impossessando della loro vita spirituale e finiscono per logorarsi e corrompersi.
La corruzione spirituale 165. La corruzione spirituale è peggiore della caduta di un peccatore, perché si tratta di una cecità comoda e autosufficiente dove alla fine tutto sembra lecito: l’inganno, la calunnia, l’egoismo e tante sottili forme di autoreferenzialità, poiché «anche Satana si maschera da angelo della luce» (2 Cor 11,14). Così terminò i suoi giorni Salomone, mentre il gran peccatore Davide seppe superare la sua miseria. In un passo Gesù ci ha avvertito circa questa tentazione insidiosa che ci fa scivolare verso la corruzione: parla di una persona liberata dal demonio che, pensando che la sua vita fosse ormai pulita, finì posseduta da altri sette spiriti maligni (cfr Lc 11,24-26). Un altro testo biblico usa un’immagine forte: «Il cane è tornato al suo vomito» (2 Pt 2,22; cfr Pro 26,11). Pregava più intensamente


... anche fuori della Chiesa Cattolica e in ambiti molto differenti, lo Spirito suscita «segni della sua presenza, che aiutano gli stessi discepoli di Cristo» Il discernimento 166. Come sapere se una cosa viene dallo Spirito Santo o se deriva dallo spirito del mondo o dallo spirito del diavolo? L’unico modo è il discernimento, che non richiede solo una buona capacità di ragionare e di senso comune, è anche un dono che bisogna chiedere. Se lo chiediamo con fiducia allo Spirito Santo, e allo stesso tempo ci sforziamo di coltivarlo con la preghiera, la riflessione, la lettura e il buon consiglio, sicuramente potremo crescere in questa capacità spirituale. Un bisogno urgente 167. Al giorno d’oggi l’attitudine al discernimento è diventata particolarmente necessaria. Infatti la vita attuale offre enormi possibilità di azione e di distrazione e il mondo le presenta come se fossero tutte valide e buone. Tutti, ma specialmente i giovani, sono esposti a uno zapping costante. È possibile navigare su due o tre schermi simultaneamente e interagire nello stesso tempo in diversi scenari virtuali. Senza la sapienza del discernimento possiamo trasformarci facilmente in burattini alla mercé delle tendenze del momento.

168. Questo risulta particolarmente importante quando compare una novità nella propria vita, e dunque bisogna discernere se sia il vino nuovo che viene da Dio o una novità ingannatrice dello spirito del mondo o dello spirito del diavolo
. In altre occasioni succede il contrario, perché le forze del male ci inducono a non cambiare, a lasciare le cose come stanno, a scegliere l’immobilismo e la rigidità, e allora impediamo che agisca il soffio dello Spirito. Siamo liberi, con la libertà di Gesù, ma Egli ci chiAMA a esaminare quello che c’è dentro di noi – desideri, angustie, timori, attese – e quello che accade fuori di noi – i “segni dei tempi” – per riconoscere le vie della libertà piena: «Vagliate ogni cosa e tenete ciò che è buono» (1 Ts 5,21).
Sempre alla luce del Signore 169. Il discernimento è necessario non solo in momenti straordinari, o quando bisogna risolvere problemi gravi, oppure quando si deve prendere una decisione cruciale. È uno strumento di lotta per seguire meglio il Signore. Ci serve sempre: per essere capaci di riconoscere i tempi di Dio e la sua grazia, per non sprecare le ispirazioni del Signore, per non lasciar cadere il suo invito a crescere. Molte volte questo si gioca nelle piccole cose, in ciò che sembra irrilevante, perché la magnanimità si rivela nelle cose semplici e quotidiane.[124] Si tratta di non avere limiti per la grandezza, per il meglio e il più bello, ma nello stesso tempo di concentrarsi sul piccolo, sull’impegno di oggi. Pertanto chiedo a tutti i cristiani di non tralasciare di fare ogni giorno, in dialogo con il Signore che ci AMA, un sincero esame di coscienza. Al tempo stesso, il discernimento ci conduce a riconoscere i mezzi concreti che il Signore predispone nel suo misterioso piano di amore, perché non ci fermiamo solo alle buone intenzioni. Un dono soprannaturale 170. È vero che il discernimento spirituale non esclude gli apporti delle sapienze umane, esistenziali, psicologiche, sociologiche o morali. Però le trascende. E neppure gli bastano le sagge norme della Chiesa. Ricordiamo sempre che il discernimento è una grazia. Anche se include la ragione e la prudenza, le supera, perché si tratta di intravedere il mistero del progetto unico e irripetibile che Dio ha per ciascuno e che si realizza in mezzo ai più svariati contesti e limiti. Non è in gioco solo un benessere temporale, né la soddisfazione di fare qualcosa di utile, e nemmeno il desiderio di avere la coscienza tranquilla. È in gioco il senso della mia vita davanti al Padre che mi conosce e mi AMA, quello vero, per il quale io possa dare la mia esistenza, e che nessuno conosce meglio di Lui. Il discernimento, insomma, conduce alla fonte stessa della vita che non muore, cioè «che conoscano te, l’unico vero Dio, e colui che hai mandato, Gesù Cristo» (Gv 17,3). Non richiede capacità speciali né è riservato ai più intelligenti e istruiti, e il Padre si manifesta con piacere agli umili (cfr Mt 11,25).

171. Anche se il Signore ci parla in modi assai diversi durante il nostro lavoro, attraverso gli altri e in ogni momento, non è possibile prescindere dal silenzio della preghiera prolungata per percepire meglio quel linguaggio, per interpretare il significato reale delle ispirazioni che pensiamo di aver ricevuto, per calmare le ansie e ricomporre l’insieme della propria esistenza alla luce di Dio. Così possiamo permettere la nascita di quella nuova sintesi che scaturisce dalla vita illuminata dallo Spirito.
Parla, Signore 172. Tuttavia potrebbe capitare che nella preghiera stessa evitiamo di disporci al confronto con la libertà dello Spirito, che agisce come vuole. Occorre ricordare che il discernimento orante richiede di partire da una disposizione ad ascoltare: il Signore, gli altri, la realtà stessa che sempre ci interpella in nuovi modi. Solamente chi è disposto ad ascoltare ha la libertà di rinunciare al proprio punto di vista parziale e insufficiente, alle proprie abitudini, ai propri schemi.

Così è realmente disponibile ad accogliere una chiamata che rompe le sue sicurezze ma che lo porta a una vita migliore, perché non basta che tutto vada bene, che tutto sia tranquillo. Può essere che Dio ci stia offrendo qualcosa di più, e nella nostra pigra distrazione non lo riconosciamo.
173. Tale atteggiamento di ascolto implica, naturalmente, obbedienza al Vangelo come ultimo criterio, ma anche al Magistero che lo custodisce, cercando di trovare nel tesoro della Chiesa ciò che può essere più fecondo per l’oggi della salvezza. Non si tratta di applicare ricette o di ripetere il passato, poiché le medesime soluzioni non sono valide in tutte le circostanze e quello che era utile in un contesto può non esserlo in un altro. Il discernimento degli spiriti ci libera dalla rigidità, che non ha spazio davanti al perenne oggi del Risorto. Unicamente lo Spirito sa penetrare nelle pieghe più oscure della realtà e tenere conto di tutte le sue sfumature, perché emerga con altra luce la novità del Vangelo. La logica del dono e della croce 174. Una condizione essenziale per il progresso nel discernimento è educarsi alla pazienza di Dio e ai suoi tempi, che non sono mai i nostri. Lui non fa “scendere fuoco sopra gli infedeli” (cfr Lc 9,54), né permette agli zelanti di “raccogliere la zizzania” che cresce insieme al grano (cfr Mt 13,29). Inoltre si richiede generosità, perché «si è più beati nel dare che nel ricevere» (At 20,35).

Non si fa discernimento per scoprire cos’altro possiamo ricavare da questa vita, ma per riconoscere come possiamo compiere meglio la missione che ci è stata affidata nel Battesimo, e ciò implica essere disposti a rinunce fino a dare tutto. Infatti, la felicità è paradossale e ci regala le migliori esperienze quando accettiamo quella logica misteriosa che non è di questo mondo. Come diceva san Bonaventura riferendosi alla croce: «Questa è la nostra logica».[125] Se uno assume questa dinamica, allora non lascia anestetizzare la propria coscienza e si apre generosamente al discernimento.
175. Quando scrutiamo davanti a Dio le strade della vita, non ci sono spazi che restino esclusi. In tutti gli aspetti dell’esistenza possiamo continuare a crescere e offrire a Dio qualcosa di più, perfino in quelli nei quali sperimentiamo le difficoltà più forti. Ma occorre chiedere allo Spirito Santo che ci liberi e che scacci quella paura che ci porta a vietargli l’ingresso in alcuni aspetti della nostra vita. Colui che chiede tutto dà anche tutto, e non vuole entrare in noi per mutilare o indebolire, ma per dare pienezza. Questo ci fa vedere che il discernimento non è un’autoanalisi presuntuosa, una introspezione egoista, ma una vera uscita da noi stessi verso il mistero di Dio, che ci aiuta a vivere la missione alla quale ci ha chiamato per il bene dei fratelli. top


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