Piccolo Corso Biblico

Il sacramento nella nuova forma Alberto Maggi Assisi, settembre 2013 comunità dei - Servi di Maria - Montefano – Mc- trascrizioni non riviste dall'autore..
Dopo il Concilio Vaticano II In virtù della non corrispondenza al messaggio di Gesù il Concilio Vaticano II ne ha cambiato il nome, in “Riconciliazione” e anche la forma.

Poichè questa forma non è diffusa perchè i preti non la praticano, bisogna chiedere al prete, se è possibile accedere al sacramento della Riconciliazione con il nuovo rito.

Se il prete acconsente, allora si apre il vangelo e si legge una parabola, poi si recita uno degli otto formulari proposti dalla Chiesa che sono veramente belli.
La confessione deve riguardare le offese fatte ai fratelli e non a Dio che non si offende . E poi oltre al perdono chiesto e ottenuto, si ascolta qualche parola di incoraggiamento.E' il sacramento della riconciliazione: che significa? C’è nella mia VITA qualcosa che non va e la voglio mettere in sintonia con quella di Dio! E Dio come lo fa? Non minacciando castighi, non rimproverandomi, ma con una iniezione ulteriore, più grande, della sua VITA .
Io sono carente di VITA e con questo sacramento Dio mi comunica la sua VITA affinché mi riporti in sintonia con Lui. Il punto centrale di questa nuova forma del sacramento è l’ascolto della parola del Signore. Prima era la confessione: ora è l’ascolto della parola del Signore. Quando noi ci rivolgiamo al Signore, a Lui non interessa l’elenco dettagliato delle nostre malefatte; Lui le sa meglio di noi perché Lui conosce il profondo del nostro cuore e sa anche che certe cose che noi crediamo negative, ai suoi occhi invece non lo sono, perché è colpa della teologia, della morale di una certa epoca.

Pensate solo a cinquant’anni fa quante cose erano peccato, erano negative e oggi non lo sono più. Dice Giovanni nella sua lettera che se il tuo cuore, che significa la tua coscienza, ti rimprovera qualcosa, Dio è più grande del tuo cuore.

Allora al Signore, sapere quello che io ho fatto, non interessa: ti dice “sta zitto, non mi importa quello che hai fatto, mi interessa che tu sappia quanto io ti Amo” ed è una inondazione d’Amore. E’ lo schema della parabola che troviamo in Luca, nella parabola del figliol prodigo.

Il sacramento è necessario perchè è effusione dello Spirito del Padre (che dà la VITA n.d.r.) .

... ma poi esso diventa efficace con la conversione ( alla VITA, lo SPIRITO n.d.r.) personale e comunitaria.

Il sacramento svela tutta la sua potenza a seconda del “percorso penitenziale” che si fa nella propria vita . »
A. Maggi
IL Magistero Catechismo universale della Chiesa Cattolica 1129 La Chiesa afferma che per i credenti i sacramenti della Nuova Alleanza sono necessari alla salvezza La « grazia sacramentale » è la Grazia dello Spirito Santo ( // la VITA) donata da Cristo e propria di ciascun sacramento. Lo Spirito guarisce e trasforma coloro che li ricevono conformandoli al Figlio di Dio. Il frutto della VITA sacramentale è che lo Spirito di adozione deifica i fedeli unendoli Vitalmente al Figlio unico, il Salvatore.1122 Cristo ha inviato i suoi Apostoli perché « nel suo nome », siano « predicati a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati » (Lc 24,47).

1127 Degnamente celebrati nella fede, i sacramenti conferiscono la grazia che significano. Sono efficaci perché in essi agisce Cristo stesso: è lui che battezza, è lui che opera nei suoi sacramenti per comunicare la grazia che il sacramento significa.
La Riconciliazione 1440 Il peccato è anzitutto offesa a Dio, rottura della comunione [di VIITA] con Lui. Nello stesso tempo esso attenta alla comunione con la Chiesa.

Per questo motivo la conversione arreca ad un tempo il perdono di Dio e la riconciliazione con la Chiesa, ciò che il sacramento della Penitenza e della Riconciliazione esprime e realizza liturgicamente.
1441 Dio solo perdona i peccati. Poiché Gesù è il Figlio di Dio, egli dice di se stesso: « Il Figlio dell'UOMO ha il potere sulla terra di rimettere i peccati » (Mc 2,10) ed esercita questo potere divino: « Ti sono rimessi i tuoi peccati! » (Mc 2,5). Ancor di più: in virtù della sua autorità divina dona tale potere agli uomini affinché lo esercitino nel suo nome. Sono i suoi inviati ( apostoli) Mt 9, 5Che cosa infatti è più facile: dire «Ti sono perdonati i peccati», oppure dire «Àlzati e cammina»? 6Ma, perché sappiate che il Figlio dell'UOMO ha il potere sulla terra di perdonare i peccati:Àlzati - disse allora al paralitico -, prendi il tuo letto e va' a casa tua». 7Ed egli si alzò e andò a casa sua. 8Le folle, vedendo questo, furono prese da timore e resero gloria a Dio che aveva dato un tale potere agli uomini.  
L'UOMO ( //  Figlio dell'UOMO) Gesù ha mostrato pubblicamente il potere sulla terra di perdonare i peccati e  come Lui avranno questo potere tutti gli UOMINI a cui Lui lo darà. Lc 24,45Allora aprì loro la mente per comprendere le Scritture 46e disse loro: «Così sta scritto:" il Cristo patirà e risorgerà dai morti il terzo giorno, 47e nel suo Nome saranno predicati a tutti i popoli la conversione e il perdono dei peccati , cominciando da Gerusalemme".

Gv 20,21 i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me
( a donare il mio Spirito , la VITA) anche io mando voi» ( a donare il mio Spirito , la VITA)

22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo.( che Io vi dono  perchè lo doniate ... per perdonare i peccati agli uomini.)

23 A coloro a cui perdonerete i peccati, ( coloro che libererete dai peccati per l'azione dello Spirito, ne resteranno liberi e per questo i loro peccati ) saranno ( da considerare) perdonati;

.. a coloro a cui non perdonerete, ( i peccati) non saranno ( da considerare ) perdonati». ( Coloro che pur ricevendo lo Spirito che donerete non lo accoglieranno - come facevano molti farisei di quel tempo : Giovanni 5, 40  Ma voi non volete venire a me per avere la VITA.- non saranno liberi dal passato cioè dal peccato , continueranno a peccare come prima così che voi imputerete loro ancora il peccato e tornerete ad annunzire loro il Vangelo della VITA ).

Il peccato "imperdonabile" da parte di Dio è il peccato che impedisce a Dio di scioglierle ( // assolvere) il peccatore da esso : è il rifiuto radicale di Gesù e dello Spirito . Erano coloro che qualificano Gesù come inviato del satana nel nome del quale dicevano che perdonava i peccati

Mt 12,31 Perciò io vi dico: qualunque peccato e bestemmia verrà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo Spirito non verrà perdonata .
Mt 12,32 A chi parlerà contro il Figlio dell'UOMO, sarà perdonato; ma a chi parlerà contro lo Spirito Santo, non sarà perdonato, né in questo mondo né in quello futuro.
Mc 3,28 In verità io vi dico: tutto sarà perdonato ai figli degli uomini, i peccati e anche tutte le bestemmie che diranno; 29 ma chi avrà bestemmiato contro lo Spirito Santo non sarà perdonato in eterno: è reo di colpa eterna.

  Mc 9,37 «Chi accoglie uno solo di questi piccoli ( i discepoli) nel mio nome, accoglie me; e chi accoglie me, non accoglie me, ma colui che mi ha mandato ». //

Mt26,26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell'alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati.


Nel Corpo-Sangue di Gesù è la VITA divina, lo Spirito; il Sangue versato di Gesù sprigiona la VITA divina , lo Spirito. ( il termine versato richiama il sangue degli animali offerti al tempio : il loro sangue versato sull'altare dei sacrifici  sprigionava la vita .) .  Accogliere il Corpo e il Sangue ( semitismo per // "tutta la persona") di Gesù significa accogliere il dono dello Spirito-VITA ma anche accogliere gli apostoli e la chiesa che sono il Suo Corpo sulla terra , nella storia..

Mt 10,40 Chi accoglie voi accoglie me, e chi accoglie me accoglie colui che mi ha mandato.

L'iniziazione cristiana è iniziazione alla VITA eterna in cui l'uomo di FEDE diventa UOMO ; lo Spirito che riceve è una VITA NUOVA quindi è remissione , cancellazione , condono del passato cioè dei peccati .

2Cor5, 17 se uno è in Cristo, è una nuova creatura; le cose vecchie sono passate; ecco, ne sono nate di nuove. 18Tutto questo però viene da Dio, che ci ha riconciliati con sé mediante Cristo e ha affidato a noi il ministero della riconciliazione . 19Era Dio infatti che riconciliava a sé il mondo in Cristo, non imputando agli uomini le loro colpe e affidando a noi la parola della riconciliazione. 20In nome di Cristo, dunque, siamo ambasciatori: per mezzo nostro è Dio stesso che esorta. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio .
1446 Cristo ha istituito il sacramento della Penitenza per tutti i membri peccatori della sua Chiesa, in primo luogo per coloro che, dopo il Battesimo, sono caduti in peccato grave e hanno così perduto la grazia battesimale ( la VITA) e inflitto una ferita alla comunione ecclesiale A costoro il sacramento della Penitenza offre una nuova possibilità di convertirsi e di recuperare la grazia della giustificazione. I Padri della Chiesa presentano questo sacramento come « la seconda tavola [di salvezza] dopo il naufragio della grazia perduta »

1422 « Quelli che si accostano al sacramento della Penitenza ricevono dalla misericordia di Dio il perdono delle offese fatte a lui e insieme si riconciliano con la Chiesa , alla quale hanno inflitto una ferita col peccato e che coopera alla loro conversione con la carità, l'esempio e la preghiera .
1425 « Siete stati lavati, siete stati santificati, siete stati giustificati nel nome del Signore Gesù Cristo e nello Spirito del nostro Dio! » (1 Cor 6,11). Bisogna rendersi conto della grandezza del dono di Dio, che ci è fatto nei sacramenti dell'iniziazione cristiana, per capire fino a che punto il peccato è cosa non ammessa per colui che si è rivestito di Cristo.  L'apostolo san Giovanni però afferma anche: « Se diciamo che siamo senza peccato, inganniamo noi stessi e la verità non è in noi » (1 Gv 1,8). E il Signore stesso ci ha insegnato a pregare: « Perdonaci i nostri peccati » (Lc 11,4), legando il mutuo perdono delle nostre offese al perdono che Dio accorderà alle nostre colpe.

1426 La conversione a Cristo, la nuova nascita dal Battesimo, il dono dello Spirito Santo, il Corpo e il Sangue di Cristo ricevuti in nutrimento, ci hanno resi « santi e immacolati al suo cospetto » (Ef 1,4), come la Chiesa stessa, Sposa di Cristo, è « santa e immacolata » (Ef 5,27) davanti a lui. Tuttavia, la VITA nuova ricevuta nell'iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati perché sostengano le loro prove nel combattimento della VITA cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo. Si tratta del combattimento della conversione in vista della santità e della VITA eterna alla quale il Signore non cessa di chiamarci.
Lc 5,20 Vedendo la loro fede, Gesù disse: «Uomo, ti sono perdonati i tuoi peccati».
Lc 7,47 Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato [ha amato Me, Gesù, mi ha accolto con fede e amato] Invece colui al quale si perdona poco, ama poco».
Mt 6,14 Se voi infatti perdonerete agli altri le loro colpe, il Padre vostro che è nei cieli perdonerà anche a voi; 15 ma se voi non perdonerete agli altri, neppure il Padre vostro perdonerà le vostre colpe.
Mt 18,32Allora il padrone fece chiamare quell'uomo e gli disse: «Servo malvagio, io ti ho condonato tutto quel debito perché tu mi hai pregato. 33Non dovevi anche tu aver pietà del tuo compagno, così come io ho avuto pietà di te?». 34Sdegnato, il padrone lo diede in mano agli aguzzini, finché non avesse restituito tutto il dovuto. 35Così anche il Padre mio celeste farà con voi se non perdonerete di cuore, ciascuno al proprio fratello».
Mt 18,21 Allora Pietro gli si avvicinò e gli disse: «Signore, se il mio fratello commette colpe contro di me, quante volte dovrò perdonargli? Fino a sette volte?». 22E Gesù gli rispose: «Non ti dico fino a sette volte, ma fino a settanta volte sette. [Tu figlio di Dio perdoni è sempre, come fa il Padre ]
Mc 11,25 Quando vi mettete a pregare, se avete qualcosa contro qualcuno, perdonate, perché anche il Padre vostro che è nei cieli perdoni a voi le vostre colpe»
Lc 11,4 Padre Nostro.. perdona a noi i nostri peccati, anche noi infatti perdoniamo a ogni nostro debitore, e non abbandonarci alla tentazione».
Lc 17,3 State attenti a voi stessi! Se il tuo fratello commetterà una colpa, rimproveralo; ma se si pentirà, perdonagli. ,4 E se commetterà una colpa sette volte al giorno contro di te e sette volte ritornerà a te dicendo: «Sono pentito», tu gli perdonerai».
Lc 6,37 Non giudicate e non sarete giudicati; non condannate e non sarete condannati; [sarete condannati da voi stessi perchè sarete voi a giudicarvi di fronte lla Parola e con la misura , il criterio con cui misurate gli altri ora , misurerete anche voi stessi davanti a Me. Perciò...] perdonate e sarete perdonati.
INel sacramento della riconciliazione, il credente rivive l’esperienza dell’incontro e accoglienza dello Spirito, l'Amore misericordioso di Gesù e del Padre , attraverso la comunità ecclesiale.1443 Durante la sua VITA pubblica, Gesù non ha soltanto perdonato i peccati; ha pure manifestato l'effetto di questo perdono: egli ha reintegrato i peccatori perdonati nella comunità del popolo di Dio, dalla quale il peccato li aveva allontanati o persino esclusi . Un segno chiaro di ciò è il fatto che Gesù ammette i peccatori alla sua tavola; più ancora, egli stesso siede alla loro mensa, gesto che esprime in modo sconvolgente il perdono di Dio e, nello stesso tempo, il ritorno in seno al popolo di Dio.

1444 Rendendo gli Apostoli partecipi del suo proprio potere di perdonare i peccati, il Signore dà loro anche l'autorità di riconciliare i peccatori con la Chiesa. Tale dimensione ecclesiale del loro ministero trova la sua più chiara espressione nella solenne parola di Cristo a Simon Pietro: « A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli » (Mt 16,19). Questo « incarico di legare e di sciogliere, che è stato dato a Pietro, risulta essere stato pure concesso al collegio degli Apostoli, unito col suo capo (cf Mt 18,18; 28,16-20) »

1445 Le parole legare e sciogliere significano: colui che voi escluderete dalla vostra comunione sarà escluso dalla comunione con Dio; colui che voi accoglierete di nuovo nella vostra comunione, Dio lo accoglierà anche nella sua. L a riconciliazione con la Chiesa è inseparabile dalla riconciliazione con Dio.

1447 Nel corso dei secoli la forma concreta, secondo la quale la Chiesa ha esercitato questo potere ricevuto dal Signore, ha subito molte variazioni. Durante i primi secoli, la riconciliazione dei cristiani che avevano commesso peccati particolarmente gravi dopo il loro Battesimo (per esempio l'idolatria, l'omicidio o l'adulterio), era legata ad una disciplina molto rigorosa, secondo la quale i penitenti dovevano fare pubblica penitenza per i loro peccati, spesso per lunghi anni, prima di ricevere la riconciliazione. A questo « ordine dei penitenti » (che riguardava soltanto certi peccati gravi) non si era ammessi che raramente e, in talune regioni, una sola volta durante la VITA.

Nel settimo secolo, ispirati dalla tradizione monastica d'Oriente, i missionari irlandesi portarono nell'Europa continentale la pratica « privata » della penitenza, che non esige il compimento pubblico e prolungato di opere di penitenza prima di ricevere la riconciliazione con la Chiesa. Il sacramento si attua ormai in una maniera più segreta tra il penitente e il sacerdote.

Questa nuova pratica prevedeva la possibilità della reiterazione e apriva così la via ad una frequenza regolare di questo sacramento. Essa permetteva di integrare in una sola celebrazione sacramentale il perdono dei peccati gravi e dei peccati veniali. È questa, a grandi linee, la forma di Penitenza che la Chiesa pratica fino ai nostri giorni.

1448 Attraverso i cambiamenti che la disciplina e la celebrazione di questo sacramento hanno conosciuto nel corso dei secoli, si discerne la medesima struttura fondamentale. Essa comporta due elementi ugualmente essenziali: da una parte, gli atti dell'uomo che si converte sotto l'azione dello Spirito Santo: cioè la contrizione, la confessione e la soddisfazione; dall'altra parte, l'azione di Dio attraverso l'intervento della Chiesa. La Chiesa che, mediante il Vescovo e i suoi presbiteri, concede nel nome di Gesù Cristo il perdono dei peccati e stabilisce la modalità della soddisfazione , prega anche per il peccatore e fa penitenza con lui. Così il peccatore viene guarito e ristabilito nella comunione ecclesiale.

1461 Poiché Cristo ha affidato ai suoi Apostoli il ministero della riconciliazione, i Vescovi, loro successori, e i presbiteri, collaboratori dei Vescovi, continuano ad esercitare questo ministero. Infatti sono i Vescovi e i presbiteri che hanno, in virtù del sacramento dell'Ordine, il potere di perdonare tutti i peccati « nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ».

1449 La formula di assoluzione in uso nella Chiesa latina esprime gli elementi essenziali di questo sacramento: il Padre delle misericordie è la sorgente di ogni perdono. Egli realizza la riconciliazione dei peccatori mediante la pasqua del suo Figlio e il dono del suo Spirito, attraverso la preghiera e il ministero della Chiesa: « Dio, Padre di misericordia, che ha riconciliato a sé il mondo nella morte e risurrezione del suo Figlio, e ha effuso lo Spirito Santo per la remissione dei peccati, ti conceda, mediante il ministero della Chiesa, il perdono e la pace. E io ti assolvo dai tuoi peccati nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo ».

1450 « La penitenza induce il peccatore a sopportare di buon animo ogni sofferenza; nel suo cuore vi sia la contrizione , nella sua bocca la confessione , nelle sue opere tutta l'umiltà e la feconda soddisfazione ».
Gli atti del penitente La contrizione 1451 Tra gli atti del penitente, la contrizione occupa il primo posto . Essa è « il dolore dell'animo e la riprovazione del peccato commesso, accompagnati dal proposito di non peccare più in avvenire ».
1452 Quando proviene dall'amore di Dio amato sopra ogni cosa, la contrizione è detta « perfetta » (contrizione di carità). Tale contrizione rimette le colpe veniali; ottiene anche il perdono dei peccati mortali, qualora comporti la ferma risoluzione di ricorrere, appena possibile, alla confessione sacramentale .
La contrizione perfetta è già perdono-scioglimento dai peccati giacchè -come attestano i vangeli- il perdono divino è sempre disponibile, incondizionatamente.

Ma : Chi può dire di essere perfettamente contrito? La Chiesa si è assunta storicamente la responsabilità di condurre i suoi membri da una contrizione imperfetta alla perfetta contrizione attraverso un percorso di atti rituali.
1453 La contrizione detta « imperfetta » (o « attrizione ») è, anch'essa, un dono di Dio, un impulso dello Spirito Santo. Nasce dalla considerazione della bruttura del peccato o dal timore della dannazione eterna e delle altre pene la cui minaccia incombe sul peccatore (contrizione da timore). Quando la coscienza viene così scossa, può aver inizio un'evoluzione interiore che sarà portata a compimento, sotto l'azione della grazia, dall'assoluzione sacramentale. Da sola, tuttavia, la contrizione imperfetta non ottiene il perdono dei peccati gravi, ma dispone a riceverlo nel sacramento della Penitenza.
Attraverso l'amministrazione del perdono-assoluzione divina la Chiesa crede di poter condurre il penitente verso una contrizione perfetta. 1454 È bene prepararsi a ricevere questo sacramento con un esame di coscienza fatto alla luce della Parola di Dio. I testi più adatti a questo scopo sono da cercarsi nel Decalogo e nella catechesi morale dei Vangeli e delle lettere degli Apostoli: il discorso della montagna, gli insegnamenti apostolici.

La confessione dei peccati 1455 La confessione dei peccati (l'accusa), anche da un punto di vista semplicemente umano, ci libera e facilita la nostra riconciliazione con gli altri. Con l'accusa, l'uomo guarda in faccia i peccati di cui si è reso colpevole; se ne assume la responsabilità e, in tal modo, si apre nuovamente a Dio e alla comunione della Chiesa al fine di rendere possibile un nuovo avvenire. La confessione dei peccati nel rito sacramentale è una forma stabilita dalla chiesa per aiutare il credente a ricominciare il suo percorso di Figlio che assomiglia al Padre. 1456 La confessione al sacerdote costituisce una parte essenziale del sacramento della Penitenza : « È necessario che i penitenti enumerino nella confessione tutti i peccati mortali, di cui hanno consapevolezza dopo un diligente esame di coscienza, anche se si tratta dei peccati più nascosti e commessi soltanto contro i due ultimi comandamenti del Decalogo,47 perché spesso feriscono più gravemente l'anima e si rivelano più pericolosi di quelli chiaramente commessi » « I cristiani [che] si sforzano di confessare tutti i peccati che vengono loro in mente, senza dubbio li mettono tutti davanti alla divina misericordia perché li perdoni. Quelli, invece, che fanno diversamente e tacciono consapevolmente qualche peccato, è come se non sottoponessero nulla alla divina bontà perché sia perdonato per mezzo del sacerdote. "Se infatti l'ammalato si vergognasse di mostrare al medico la ferita, il medico non può curare quello che non conosce" » E' un precetto della Chiesa , non di Gesù. La Chiesa potrebbe anche sostitutirlo con altri. 1457 Secondo il precetto della Chiesa , « ogni fedele, raggiunta l'età della discrezione, è tenuto all'obbligo di confessare fedelmente i propri peccati gravi, almeno una volta nell'anno ». Colui che è consapevole di aver commesso un peccato mortale non deve ricevere la santa Comunione, anche se prova una grande contrizione, senza aver prima ricevuto l'assoluzione sacramentale, a meno che non abbia un motivo grave per comunicarsi e non gli sia possibile accedere a un confessore. I fanciulli devono accostarsi al sacramento della Penitenza prima di ricevere per la prima volta la santa Comunione.

1458 Sebbene non sia strettamente necessaria, la confessione delle colpe quotidiane (peccati veniali) è tuttavia vivamente raccomandata dalla Chiesa . In effetti, la confessione regolare dei peccati veniali ci aiuta a formare la nostra coscienza , a lottare contro le cattive inclinazioni, a lasciarci guarire da Cristo, a progredire nella VITA dello Spirito. Ricevendo più frequentemente, attraverso questo sacramento, il dono della misericordia del Padre, siamo spinti ad essere misericordiosi come lui « Chi riconosce i propri peccati e li condanna, è già d'accordo con Dio. Dio condanna i tuoi peccati; e se anche tu li condanni, ti unisci a Dio. L'uomo e il peccatore sono due cose distinte: l'uomo è opera di Dio, il peccatore è opera tua, o uomo. Distruggi ciò che tu hai fatto, affinché Dio salvi ciò che egli ha fatto. [...] Quando comincia a dispiacerti ciò che hai fatto, allora cominciano le tue opere buone, perché condanni le tue opere cattive. Le opere buone cominciano col riconoscimento delle opere cattive. Operi la verità, e così vieni alla Luce »
Il rapporto tra penitente e sacerdote è personale e tutelato dal segreto sacramentale, che il sacerdote non può rompere neppure al costo della propria VITA.

Il segreto riguarda sia le colpe accusate, sia l’identità del penitente, sia la penitenza da fare.
La soddisfazione o espiazione o penitenza  1459 Molti peccati recano offesa al prossimo. Bisogna fare il possibile per riparare (ad esempio restituire cose rubate, ristabilire la reputazione di chi è stato calunniato, risanare le ferite). La semplice giustizia lo esige. Ma, in più, il peccato ferisce e indebolisce il peccatore stesso, come anche le sue relazioni con Dio e con il prossimo. L'assoluzione toglie il peccato, ma non porta rimedio a tutti i disordini che il peccato ha causato. Risollevato dal peccato, il peccatore deve ancora recuperare la piena salute spirituale. Deve dunque fare qualcosa di più per riparare le proprie colpe: deve « soddisfare » in maniera adeguata o « espiare » i suoi peccati. Questa soddisfazione si chiama anche « penitenza ».

1460 La penitenza che il confessore impone deve tener conto della situazione personale del penitente e cercare il suo bene spirituale. Essa deve corrispondere, per quanto possibile, alla gravità e alla natura dei peccati commessi. Può consistere nella preghiera, in un'offerta, nelle opere di misericordia, nel servizio del prossimo, in privazioni volontarie, in sacrifici, e soprattutto nella paziente accettazione della croce che dobbiamo portare. Tali penitenze ci aiutano a configurarci a Cristo che, solo, ha espiato per i nostri peccati una volta per tutte. Esse ci permettono di diventare coeredi di Cristo risorto, dal momento che « partecipiamo alle sue sofferenze » (Rm 8,17): « Ma questa soddisfazione, che compiamo per i nostri peccati, non è talmente nostra da non esistere per mezzo di Gesù Cristo: noi, infatti, che non possiamo nulla da noi stessi, col suo aiuto "possiamo tutto in lui che ci dà la forza". Quindi l'uomo non ha di che gloriarsi; ma ogni nostro vanto è riposto in Cristo, [...] in cui offriamo soddisfazione, "facendo opere degne della conversione",61 che da lui traggono il loro valore, da lui sono offerte al Padre e grazie a lui sono accettate dal Padre ».
Le indulgenze
1471La dottrina e la pratica delle indulgenze nella Chiesa sono strettamente legate agli effetti del sacramento della Penitenza. Che cos'è l'indulgenza? « L'indulgenza è la remissione dinanzi a Dio della pena temporale per i peccati, già rimessi quanto alla colpa, remissione che il fedele, debitamente disposto e a determinate condizioni, acquista per intervento della Chiesa, la quale, come ministra della redenzione, autoritativamente dispensa ed applica il tesoro delle soddisfazioni di Cristo e dei santi » . « L'indulgenza è parziale o plenaria secondo che libera in parte o in tutto dalla pena temporale dovuta per i peccati ». « Ogni fedele può acquisire le indulgenze [...] per se stesso o applicarle ai defunti ».

1472 Per comprendere questa dottrina e questa pratica della Chiesa bisogna tener presente che il peccato ha una duplice conseguenza. Il peccato grave ci priva della comunione con Dio e perciò ci rende incapaci di conseguire la VITA eterna, la cui privazione è chiamata la « pena eterna » del peccato. D'altra parte, ogni peccato, anche veniale, provoca un attaccamento malsano alle creature, che ha bisogno di purificazione, sia quaggiù, sia dopo la morte, nello stato chiamato purgatorio .

Tale purificazione libera dalla cosiddetta « pena temporale » del peccato.
Queste due pene non devono essere concepite come una specie di vendetta, che Dio infligge dall'esterno, bensì come derivanti dalla natura stessa del peccato. Una conversione, che procede da una fervente carità, può arrivare alla totale purificazione del peccatore, così che non sussista più alcuna pena.

1473 Il perdono del peccato e la restaurazione della comunione con Dio comportano la remissione delle pene eterne del peccato. Rimangono, tuttavia, le pene temporali del peccato. Il cristiano deve sforzarsi, sopportando pazientemente le sofferenze e le prove di ogni genere e, venuto il giorno, affrontando serenamente la morte, di accettare come una grazia queste pene temporali del peccato; deve impegnarsi, attraverso le opere di misericordia e di carità, come pure mediante la preghiera e le varie pratiche di penitenza, a spogliarsi completamente dell'« uomo vecchio » e a rivestire « l'uomo nuovo ».

1474 Il cristiano che si sforza di purificarsi del suo peccato e di santificarsi con l'aiuto della grazia di Dio, non si trova solo. « La VITA dei singoli figli di Dio in Cristo e per mezzo di Cristo viene congiunta con legame meraviglioso alla VITA di tutti gli altri fratelli cristiani nella soprannaturale unità del corpo mistico di Cristo, fin quasi a formare una sola mistica persona ».

1475 Nella comunione dei santi « tra i fedeli, che già hanno raggiunto la patria celeste o che stanno espiando le loro colpe nel purgatorio, o che ancora sono pellegrini sulla terra, esiste certamente un vincolo perenne di carità ed un abbondante scambio di tutti i beni » . In questo ammirabile scambio, la santità dell'uno giova agli altri, ben al di là del danno che il peccato dell'uno ha potuto causare agli altri. In tal modo, il ricorso alla comunione dei santi permette al peccatore contrito di essere in più breve tempo e più efficacemente purificato dalle pene del peccato.

1476 Questi beni spirituali della comunione dei santi sono anche chiamati il tesoro della Chiesa, che non « si deve considerare come la somma di beni materiali, accumulati nel corso dei secoli, ma come l'infinito ed inesauribile valore che le espiazioni e i meriti di Cristo hanno presso il Padre, offerti perché tutta l'umanità sia liberata dal peccato e pervenga alla comunione con il Padre; è lo stesso Cristo Redentore, in cui sono e vivono le soddisfazioni ed i meriti della sua redenzione ».

1477 « Appartiene inoltre a questo tesoro il valore veramente immenso, incommensurabile e sempre nuovo che presso Dio hanno le preghiere e le buone opere della beata Vergine Maria e di tutti i santi, i quali, seguendo le orme di Cristo Signore per grazia sua, hanno santificato la loro VITA e condotto a compimento la missione affidata loro dal Padre; in tal modo, realizzando la loro salvezza, hanno anche cooperato alla salvezza dei propri fratelli nell'unità del corpo mistico »

1478 L'indulgenza si ottiene mediante la Chiesa che, in virtù del potere di legare e di sciogliere accordatole da Gesù Cristo, interviene a favore di un cristiano e gli dischiude il tesoro dei meriti di Cristo e dei santi perché ottenga dal Padre delle misericordie la remissione delle pene temporali dovute per i suoi peccati. Così la Chiesa non vuole soltanto venire in aiuto a questo cristiano, ma anche spingerlo a compiere opere di pietà, di penitenza e di carità.

1479 Poiché i fedeli defunti in via di purificazione sono anch'essi membri della medesima comunione dei santi, noi possiamo aiutarli, tra l'altro, ottenendo per loro indulgenze, in modo tale che siano sgravati dalle pene temporali dovute per i loro peccati.
Riassumendo 1470 In questo sacramento, il peccatore, rimettendosi al giudizio misericordioso di Dio, anticipa in un certo modo il giudizio al quale sarà sottoposto al termine di questa esistenza terrena. È infatti ora, in questa VITA, che ci è offerta la possibilità di scegliere tra la VITA e la morte, ed è soltanto attraverso il cammino della conversione che possiamo entrare nel regno di Dio, dal quale il peccato grave esclude. Convertendosi a Cristo mediante la penitenza e la fede, il peccatore passa dalla morte alla VITA « e non va incontro al giudizio » Il pensiero delle chiese evangeliche

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4 - IL SACRAMENTO DEL PERDONO NELLA CHIESA CATTOLICA



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