Piccolo Corso Biblico

STORIA DELLA SALVEZZA
I MITI BIBLICI

IL PECCATO ORIGINALE
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IL PECCATO "ORIGINALE" Tutta la creazione è posta dentro l'alleanza con Dio e tutta la storia è una prova di fedeltà per le creature dotate di libertà. Il peccato degli angeli ( Gen 3,1-5 Sap 2,24 Gv 8,44 Ap 12,9 . 3,92)

L'Antico-di-giorni  fece gli angeli a SUA immagine e somiglianza , sono le SUE " schiere":

Gen 2,1 Così furono portati a compimento il cielo e la terra  e tutte le loro schiere.

CATECHISMO UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA   ( CUCC )  328 L'esistenza degli esseri spirituali, incorporei, che la Sacra Scrittura chiama abitualmente angeli, è una verità di fede. La testimonianza della Scrittura è tanto chiara quanto l'unanimità della Tradizione. 329 Sant'Agostino dice a loro riguardo: “Angelus officii nomen est, non naturae. Quaeris nomen huius naturae, spiritus est; quaeris officium, angelus est: ex eo quod est, spiritus est, ex eo quod agit, angelus - La parola angelo designa l'ufficio, non la natura. Se si chiede il nome di questa natura si risponde che è spirito; se si chiede l'ufficio, si risponde che è angelo ( messaggero) : è spirito per quello che è, mentre per quello che compie è angelo” [Sant'Agostino, Enarratio in Psalmos, 103, 1, 15]. In tutto il loro essere, gli angeli sono servitori e messaggeri di Dio. Per il fatto che “vedono sempre la faccia del Padre. . . che è nei cieli” ( Mt 18,10 ), essi sono “potenti esecutori dei suoi comandi, pronti alla voce della sua parola” ( Sal 103,20 ).

 330 In quanto creature puramente spirituali, essi hanno intelligenza e volontà: sono creature personali [Cf Pio XII, Lett. enc. Humani generis: Denz. -Schönm., 3891] e immortali [Cf Lc 20,36 ]. Superano in perfezione tutte le creature visibili. Lo testimonia il fulgore della loro gloria [Cf Dn 10,9-12 ].

 331 Cristo è il centro del mondo angelico. Essi sono “i suoi angeli”: “Quando il Figlio dell'UOMO verrà nella sua gloria con tutti i suoi angeli. . . ” ( Mt 25,31 ). Sono suoi perché creati per mezzo di lui e in vista di lui: ( Col 1,16 ) “Poiché per mezzo di lui sono state create tutte le cose, quelle nei cieli e quelle sulla terra, quelle visibili e quelle invisibili: Troni, Dominazioni, Principati e Potestà. Tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui” . Sono suoi ancor più perché li ha fatti messaggeri del suo disegno di salvezza: “Non sono essi tutti spiriti incaricati di un ministero, inviati per servire coloro che devono ereditare la salvezza? ” ( Eb 1,14 ).
Anche gli angeli sono stati creati in vista del compimento dell'UOMO Definitivo , Gesù. Per questo sono "servitori" degli uomini , perchè questi si compiano come Uomini. 332 Essi, fin dalla creazione [Cf Gb 38,7 ] e lungo tutta la storia della salvezza, annunciano da lontano o da vicino questa salvezza e servono la realizzazione del disegno salvifico di Dio: chiudono il paradiso terrestre, [Cf Gen 3,24 ] proteggono Lot, [Cf Gen 19 ] salvano Agar e il suo bambino, [Cf Gen 21,17 ] trattengono la mano di Abramo; [Cf Gen 22,11 ] la Legge viene comunicata “per mano degli angeli” ( At 7,53 ), essi guidano il Popolo di Dio, [Cf Es 23,20-23 ] annunziano nascite [Cf Gdc 13 ] e vocazioni, [Cf Gdc 6,11-24; Is 6,6 ] assistono i profeti, [Cf 1Re 19,5 ] per citare soltanto alcuni esempi. Infine, è l'angelo Gabriele che annunzia la nascita del Precursore e quella dello stesso Gesù [Cf Lc 1,11; Lc 1,26 ].

 333 Dall'Incarnazione all'Ascensione, la vita del Verbo incarnato è circondata dall'adorazione e dal servizio degli angeli. Quando Dio “introduce il Primogenito nel mondo, dice: lo adorino tutti gli angeli di Dio” ( Eb 1,6 ). Il loro canto di lode alla nascita di Cristo non ha cessato di risuonare nella lode della Chiesa: “Gloria a Dio. . . ” ( Lc 2,14 ). Essi proteggono l'infanzia di Gesù, [Cf Mt 1,20; Mt 2,13; Mt 1,19 ] servono Gesù nel deserto, [Cf Mc 1,12; Mt 4,11 ] lo confortano durante l'agonia, [Cf Lc 22,43 ] quando egli avrebbe potuto da loro essere salvato dalla mano dei nemici [Cf Mt 26,53 ] come un tempo Israele [Cf 2Mac 10,29-30; 333 2Mac 11,8 ]. Sono ancora gli angeli che “evangelizzano” ( Lc 2,10 ) annunziando la Buona Novella dell'Incarnazione [Cf Lc 2,8-14 ] e della Risurrezione [Cf Mc 16,5-7 ] di Cristo. Al ritorno di Cristo, che essi annunziano, [Cf At 1,10-11 ] saranno là, al servizio del suo giudizio [Cf Mt 13,41; 333 Mt 25,31; Lc 12,8-9 ].

 334 Allo stesso modo tutta la vita della Chiesa beneficia dell'aiuto misterioso e potente degli angeli [Cf At 5,18-20; At 8,26-29; At 10,3-8; At 12,6-11; 334 At 27,23-25 ].

 335 Nella Liturgia, la Chiesa si unisce agli angeli per adorare il Dio tre volte santo; [Messale Romano, “Sanctus”] invoca la loro assistenza (così nell'“In Paradisum deducant te angeli. . . ” - In Paradiso ti accompagnino gli angeli - della Liturgia dei defunti, o ancora nell'“Inno dei Cherubini” della Liturgia bizantina), e celebra la memoria di alcuni angeli in particolare (san Michele, san Gabriele, san Raffaele, gli angeli custodi).

 336 Dal suo inizio [Cf Mt 18,10 ] fino all'ora della morte [Cf Lc 16,22 ] la vita umana è circondata dalla loro protezione [Cf Sal 34,8; Sal 91,10-13 ] e dalla loro intercessione [Cf Gb 33,23-24; Zc 1,12; 336 Tb 12,12 ]. “Ogni fedele ha al proprio fianco un angelo come protettore e pastore, per condurlo alla VITA” [San Basilio di Cesarea, Adversus Eunomium, 3, 1: PG 29, 656B]. Fin da quaggiù, la vita cristiana partecipa, nella fede, alla beata comunità degli angeli e degli uomini, uniti in Dio.
La riflessione sapienziale di Israele contempla la Rivelazione divina e interpreta la storia secondo lo schema dell'alleanza , nel solco della tradizione profetica. Mentre cose ed animali si dimostrano indissolubilmente legate ad una loro legge di natura che li orienta attraverso l' istinto, gli uomini si dimostrano creature dotate di libertà : possono scegliere liberamente se aderire o ribellarsi alla loro Legge morale Naturale .
Gli angeli , secondo alcuni testi apocrifi ebraici   , non tutti hanno ubbidito alla Sapienza divina , la Legge Naturale: alcuni di loro si sono ribellati mettendo in atto nella creazione uno " spirito di Ribellione a Dio". Dice il " Libro dei segreti di Enoch ( testo apocrifo giudaico) :
NOTA- Si tratta di testi in seguito ripresi da alcune lettere cattoliche canoniche ed anche dalla dottrina cattolica ma moltissimi biblisti i fanno notare che la fonte citata è fuori dal canone biblico ebraico.III [1] Accadde che, mentre parlavo ai miei figli, i due uomini mi chiamarono e mi presero sulle loro ali. Mi portarono nel primo cielo e mi posero là.
IV [1]  Condussero davanti al mio volto i capi, signori degli ordini delle stelle, e (questi) mi mostrarono i loro movimenti e i loro spostamenti da un tempo a un altro. Mi mostrarono duecento angeli che dominano sulle stelle e sulle combinazioni celesti . [2] Là mi mostrarono un mare grandissimo, più (grande) del mare terrestre e gli angeli volavano con le loro ali.
V [1] Mi mostrarono i depositi delle nevi e dei ghiacci e gli angeli terribili che custodiscono i depositi. [2] Mi mostrarono là i depositi delle nubi, di dove esse salgono ed escono .
VI [1] Mi mostrarono i depositi della rugiada, come olio d'oliva, e gli angeli che custodivano i loro depositi e il loro aspetto (era) come ogni fiore della terra.
VII [1] Quegli uomini mi presero e mi posarono nel secondo cielo. Mi mostrarono degli incatenati, sorvegliati, (colpiti) da un giudizio senza misura.
[2] Là vidi degli angeli condannati che piangevano e dissi agli uomini che erano con me: "Perché questi sono tormentati?". [3] Gli uomini mi risposero: "Costoro sono apostati dal Signore, che non ascoltano la voce del Signore, ma che si sono fatti consigliare dalla propria volontà" . [4] Mi afflissi molto su loro. Gli angeli mi si inchinarono e mi dissero: "O uomo di Dio, potessi tu pregare per noi il Signore". [5] Risposi loro e dissi: "Chi sono io, uomo mortale, per pregare per degli angeli e chi sa dove andrò o che cosa mi succederà o chi pregherà per me?".
VIII [1] Gli uomini mi presero di là e mi innalzarono al terzo cielo e mi posero in mezzo al paradiso. Questo luogo (é) d'una beltà d'aspetto che non si può sapere: [2] ogni albero (é) ben fiorito, ogni frutto maturo, ogni cibo é sempre in abbondanza, ogni soffio olezzante. Quattro fiumi scorrono con corso tranquillo accanto a ogni giardino che produce ogni specie buona per il nutrimento. [3] (C'é) l'albero della VITA in questo luogo nel quale il Signore si riposa quando entra nel paradiso e quest'albero é indicibile per la bontà del profumo.[5] (C'é) un altro albero accanto, un ulivo che fa colare continuamente olio. [7] Ogni albero (é) di buon frutto, là non c'é albero senza frutti e tutto il luogo é benedetto. [8] Degli angeli custodiscono il paradiso, luminosissimi, con voce incessante, con un dolce canto servono Dio ogni giorno Io dissi: "Com'é assai piacevole questo luogo!". E gli uomini mi risposero: IX [1] "Questo luogo, Enoc, é preparato per i giusti [ coloro che ubbidiscono alla Alleanza  cioè alla Legge Naturale n.d.r.] che soffrono avversità nella loro vita, affliggono le loro anime, distolgono i loro occhi dall'ingiustizia, fanno un giudizio giusto, (cioé) danno pane agli affamati, coprono gli ignudi con una veste, rialzano il caduto, aiutano gli offesi, (per coloro) che camminano davanti al volto del Signore e servono LUI solo. Per loro é preparato questo luogo in eredità eterna". Nel NT

2Pt 2, 9 Il Signore sa liberare i pii dalla prova e serbare gli empi per il castigo nel giorno del giudizio, 10 soprattutto coloro che nelle loro impure passioni vanno dietro alla carne e disprezzano il Signore. Temerari, arroganti, non temono d'insultare gli esseri gloriosi decaduti, mentre gli angeli, a loro superiori per forza e potenza, non portano contro di essi alcun giudizio offensivo davanti al Signore.
Giuda 6 gli angeli che non conservarono la loro dignità ma lasciarono la propria dimora, egli li tiene in catene eterne, nelle tenebre, per il giudizio del gran giorno.

1Pt 2,4 Dio infatti non risparmiò gli angeli che avevano peccato, ma li precipitò negli abissi tenebrosi dell'inferno, serbandoli per il giudizio;
Lo " spirito di ribellione" che è nella creazione , il  "maligno" Lo "Spirito di ribellione" introdotto nel cosmo dagli angeli avrebbe corrotto anche l'UOMO. Con conseguenze diverse. CATECHISMO UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA ( CUCC )
L'origine del male morale
311 Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono camminare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. E' così che nel mondo è entrato il male morale, incommensurabilmente più grave del male fisico .

Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale [Cf Sant'Agostino, De libero arbitrio, 1, 1, 1: PL 32, 1221-1223; San Tommaso d'Aquino, Summa teologiae, I-II, 79, 1]. Però, rispettando la libertà della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene: Infatti Dio onnipotente. . ., essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene [Sant'Agostino, Enchiridion de fide, spe et caritate, 11, 3].

 391 Dietro la scelta disobbediente dei nostri progenitori c'è una voce seduttrice, che si oppone a Dio, [Cf Gen 3,1-5 ] la quale, per invidia, li fa cadere nella morte [Cf Sap 2,24 ]. La Scrittura e la Tradizione della Chiesa vedono in questo essere un angelo caduto, chiamato satana o diavolo [Cf Gv 8,44; 391 Ap 12,9 ]. La Chiesa insegna che all'inizio era un angelo buono, creato da Dio. “Diabolus enim et alii dÍmones a Deo quidem natura creati sunt boni, sed ipsi per se facti sunt mali - Il diavolo infatti e gli altri demoni sono stati creati da Dio naturalmente buoni, ma da se stessi si sono trasformati in malvagi” [Concilio Lateranense IV (1215): Denz. -Schönm., 800].

 392 La Scrittura parla di un peccato di questi angeli [ Cf 2Pt 2,4 ]. Tale “caduta” consiste nell'avere, questi spiriti creati, con libera scelta, radicalmente ed irrevocabilmente rifiutato Dio e il suo Regno.

Troviamo un riflesso di questa ribellione nelle parole rivolte dal tentatore ai nostri progenitori: “Diventerete come Dio” ( Gen 3,5 ). “Il diavolo è peccatore fin dal principio” ( 1Gv 3,8 ), “padre della menzogna” ( Gv 8,44 ).

 393 A far sì che il peccato degli angeli non possa essere perdonato è il carattere irrevocabile della loro scelta, e non un difetto dell'infinita misericordia divina. “Non c'è possibilità di pentimento per loro dopo la caduta come non c'è possibilità di pentimento per gli uomini dopo la morte” [ San Giovanni Damasceno, De fide orthodoxa, 2, 4: PG 94, 877C].

 394 La Scrittura attesta la nefasta influenza di colui che Gesù chiama “omicida fin dal principio” ( Gv 8,44 ), e che ha perfino tentato di distogliere Gesù dalla missione affidatagli dal Padre [Cf Mt 4,1-11 ]. “Il Figlio di Dio è apparso per distruggere le opere del diavolo” ( 1Gv 3,8 ). Di queste opere, la più grave nelle sue conseguenze è stata la seduzione menzognera che ha indotto l'UOMO a disobbedire a Dio.

 395 La potenza di Satana però non è infinita. Egli non è che una creatura, potente per il fatto di essere puro spirito, ma pur sempre una creatura: non può impedire l'edificazione del Regno di Dio. Sebbene Satana agisca nel mondo per odio contro Dio e il suo Regno in Cristo Gesù, e sebbene la sua azione causi gravi danni - di natura spirituale e indirettamente anche di natura fisica - per ogni UOMO e per la società, questa azione è permessa dalla divina Provvidenza, la quale guida la storia dell'UOMO e del mondo con forza e dolcezza. La permissione divina dell'attività diabolica è un grande mistero, ma “noi sappiamo che tutto concorre al bene di coloro che amano Dio” ( Rm 8,28 )
Il " peccato originale" degli uomini Costitutivamente in relazione di alleanza con Dio gli uomini possono scegliere di autodeterminarsi in questa relazione secondo la Legge Morale Naturale cioè vivendo l'ordine proprio della Creazione e godendo della VITA insieme a Dio oppure rifiutare questo tipo di relazione e rimanere nella destinazione della morte. Questa condizione di alleanza regolata dalla Parola-Torah divina li pone di fattoin uno stato di " prova permanente" .
La storia di Israele è una storia di salvezza da parte di Dio ed una storia di trasgressione della Torah, di peccato, da parte di Israele. Questo paradigma della storia della salvezza viene narrato dai sapienti ebrei con un mito . Israele sotto il regno dei davididi era diventato una nazione libera e ricca  ma ora aveva perso tutto , la Terra, la benedizione divina, la libertà, la vita. L'alleanza era stata rotta dal peccato del popolo ed il nemico ( Nabucodonosor) lo aveva vinto e sottomesso al suo potere politico-militare deportandolo in massa nella sua terra .

L'esilio nella terra dei babilonesi fu una esperienza di decreazione di Israele come "popolo di DIO" e i sapienti in esilio a Babilonia riflettono sulla storia del popolo alla ricerca di una  qualche antica promessa  divina che prevedesse un intervento salvifico di DIO. 

Percorrono la loro storia a ritroso e fanno ricerche anche sulla "storia del mondo" ( il medioriente) prima dell'emergenza di Israele basandosi su miti e leggende antiche raccolte nella cultura babilonese. Questa ricerca produce in loro la coscienza che il DIO di Israele ( Hashem, il Nome, quello impronunciabile di "YHWH") non è solo dio di Israele ( monolatria :  i popoli hanno ciascuno un loro dio ) ma è il dio universale ( monoteismo) che ha creato il mondo e l'UOMO da cui discendono tutti i popoli.  
La Legge Naturale Siracide 1, 9  Il Signore stesso ha creato la Sapienza, l'ha vista e l'ha misurata, l'ha effusa su tutte le sue Opere DIO è il creatore che ha messo la SUA Sapienza in tutta la creazione.
Ogni creatura possiede un suo ordine sapiente : tutta la creazione ha una sua Legge Naturale che la ordina.
Romani 1, 20 Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le Opere da lui compiute. Israele, avendo davanti a sè il bene ( la Torah divina ) ha sentito sempre una attrazione per  la parte " proibita" , il male . Attratto dal male , visto come qualcosa di buono , qualcosa da gustare , lo compie.
Così nella storia ha intrecciato la sua  intimità con Dio con l'intimità con gli " idoli " cioè con il peccato .
L'UOMO-Israele,   avendo conoscenza della Legge Naturale ( la Legge mosaica) ,  lungo tutta la sua storia l'ha trasgredita : ha fatto "esperienza del bene e del male" . L'evidenza teologica : gli uomini possono prendere coscienza della Legge Naturale ed hanno libertà di obbedirvi ( non lo fanno "per istinto" ma per scelta e volontà ) ; nella storia però essi dimostrano di non averne piena capacità : spesso la trasgrediscono consapevolmente ( per scelta) o per la debolezza della loro volontà. Si rivela così nella storia un peccato che porta alla  separazione da Dio, dalla sua azione continua "creatrice-salvatrice". Un peccato " mortale" .  Il peccato   dei progenitori La percezione collettiva di un "peccato originale" è un dato antropologico universale (quasi). Ci sono tracce in ogni racconto dell’antichità di un "peccato delle origini" che ha avuto come conseguenza l’imperfezione e la debolezza morale degli uomini


In Israele la debolezza morale si rivela continuamente lungo la storia  e questo evidenzia che   fin dal principio   essa " abita" la natura umana : è per questo che Israele " pecca" continuamente ed è consapevole che va verso l'esilio, l'estinzione, la  morte.

La storia dimostra che dentro l'UOMO c'è qualcosa, una specie di veleno , il pungiglione della morte, che lo porta inesorabilmente a peccare e a separarsi da Dio , cioè MORIRE.
Paolo , apostolo di Gesù ( Salvatore) :
1 Corinzi 15, 55 ss Il pungiglione della morte è il peccato
1Co 15,56 Il pungiglione della morte è il peccato e la forza del peccato è la Legge
  ( la legge positiva religiosa, quella scritta da Mosè e indelebile secodo Israele)
Rm 7,10 la Legge , che doveva servire per la VITA, è divenuta per me motivo di MORTE.
( la legge religiosa individua ciò che è peccato in base alla rivelazione divina data ad Israele ma  riveladosi Israele - e l'umanità intera - incapace di evitare il peccato la Legge è in realtà una condanna a morte)
Romani 7, 6  Ora invece,
( per opera di Gesù)
MORTI a ciò che ci teneva prigionieri
(.. della morte, la Legge)
siamo stati liberati
( redenti, riscattati da Gesù)
dalla Legge
( con il battestimo nello Spirito i discepoli  di Gesù acquistano la capacità di obbedire alla Legge Naturale per "Ispirazione")
per servire ( DIO, la SUA Legge)
secondo lo Spirito, che è nuovo, e non secondo la lettera
( la Legge scritta)
che è vecchia.
( e mortale)
Rileggendo alla Luce di Gesù  la storia dell'umanità elaborata dai sapienti ebrei e narrata nell'AT , i  Testimoni della Luce ( Gesù) annunciano che la salvezza , il Regno di DIO inaugurato da Gesù ri-crea l'umanità come UMANITA' SPIRITUALE, una UMANITA' NUOVA che riceve in sè la VITA immortale di Gesù ed è capace di obbedire alla LEGGE NATURALE  per ispirazione. In questo modo essa può sperare di COMPIERSI  come UMANITA' DEFINTIVA  e passare dalla morte, risorgere nella sua PIENEZZA INTEGRALE.

La NOVITA' annunciata ed inaugurata da Gesù , l' UMANITA' SPIRITUALE   immortale, rivela che il peccato di ADAMO ed EVA ha fatto perdere loro la partecipazione alla VITA eterna di DIO :  creati da LUI come ESSERI UMANI SPIRITUALI  cioè animati dal SUO Spirito, quindi immortali  e posti di fronte alla PROVA della ubbidienza alla Legge Naturale , essi l'hanno trasgredita ed hanno per so la VITA, lo Spirito Di DIO. Si sono de-creati a uomini mortali.
L'UOMO SPIRITUALE è Vivente della VITA di DIO che gli dona   integrità e perfezione UMANA mentre l'UOMO privo di VITA è morente : patisce decreazione, corruzione, disgregazione, MORTE. VITA e MORTE sono qui termini teologici : la VITA è eterna e si Vive insieme a DIO ; la MORTE è eterna ed è separazione da DIO e di conseguenza è separazione dalla VITA eterna.

 

L'azione salvifica di Dio nella storia è un dato permanente e rivela che Dio non ha concepito nè creato l'UOMO come "peccatore" ma lo ha creato innocente e capace di non peccare  perchè partecipe della SUA VITA ( o Spirito) e  quindi di Vivere insieme a LUI. CUCC
 375 La Chiesa, interpretando autenticamente il simbolismo del linguaggio biblico alla luce del Nuovo Testamento e della Tradizione, insegna che i nostri progenitori Adamo ed Eva sono stati costituiti in uno stato “di santità e di giustizia originali” [Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1511]. La grazia della santità originale era una “partecipazione alla VITA divina” [ Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 2].

 376 Tutte le dimensioni della vita dell'UOMO erano potenziate dall'irradiamento di questa grazia. Finché fosse rimasto nell'intimità divina, l'UOMO non avrebbe dovuto né morire, [Cf Gen 2,17; Gen 3,19 ] né soffrire [Cf Gen 3,16 ] . L'armonia interiore della persona umana, l'armonia tra l'UOMO e la donna, [Cf Gen 2,25 ] infine l'armonia tra la prima coppia e tutta la creazione costituiva la condizione detta “giustizia originale”.

 377 Il “dominio” del mondo che Dio, fin dagli inizi, aveva concesso all'UOMO, si realizzava innanzi tutto nell'UOMO stesso come padronanza di sé. L'UOMO era integro e ordinato in tutto il suo essere, perché libero dalla triplice concupiscenza [Cf 1Gv 2,16 ] che lo rende schiavo dei piaceri dei sensi, della cupidigia dei beni terreni e dell'affermazione di sé contro gli imperativi della ragione.  

378 Il segno della familiarità dell'UOMO con Dio è il fatto che Dio lo colloca nel giardino, [Cf Gen 2,8 ] dove egli vive “ per coltivarlo e custodirlo ” ( Gen 2,15 ): il lavoro non è una fatica penosa, [Cf Gen 3,17-19 ] ma la collaborazione dell'UOMO e della donna con Dio nel portare a perfezione la creazione visibile.
L' Eden e la Legge NaturaleE' lo Spirito di DIO, la  VITA eterna  , che fa VIVERE   l'UOMO Adamo nell'EDEN perchè lo ispira a Vivere secondo la Legge Naturale..
Genesi 2, 8 Poi il Signore Dio piantò un giardino in Eden , a oriente, e vi collocò l'UOMO che aveva plasmato. 9 Il Signore Dio fece germogliare dal suolo ogni sorta di alberi graditi alla vista e buoni da mangiare,  tra cui
l'albero della VITA in mezzo al giardino e l'albero della conoscenza del bene e del male ... 2, 15 Il Signore Dio prese l'UOMO e lo pose nel giardino di Eden, perché lo coltivasse e lo custodisse. 16 Il Signore Dio diede questo comando all'UOMO:«Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino,  17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».  396 Dio ha creato l'UOMO a sua immagine e l'ha costituito nella sua amicizia. Creatura Spirituale, l'UOMO non può vivere questa amicizia se non come libera sottomissione a Dio. Questo è il significato del divieto fatto all'UOMO di mangiare dell'albero della conoscenza del bene e del male , “perché quando tu ne mangiassi, certamente moriresti” ( Gen 2,17 ).

“L'albero della conoscenza del bene e del male” ( Gen 2,17 ) evoca simbolicamente il limite invalicabile che l'UOMO, in quanto creatura, deve liberamente riconoscere e con fiducia rispettare. L'UOMO dipende dal Creatore, è sottomesso alle leggi della creazione e alle norme morali che regolano l'uso della libertà  [la Legge Morale Naturale] .
La Legge Morale Naturale rivelata  ad Israele e le proibizioni alimentari .Mateos-Camacho, Marco, testo e commento, Cittadella Editrice, Assisi.

Mc 7,1-2 Si congregarono attorno a lui i farisei e alcuni scribi venuti da Gerusalemme e notarono che alcuni suoi discepoli mangiavano i pani con mani profane, cioè senza lavarsi le mani.

" L'accusa contro Gesù si basa sul fatto che non rispetta la distinzione tra sacro e profano e che i suoi discepoli seguono il suo esempio. Nella mentalità del giudaismo, Israele era il popolo consacrato da Dio (Dt 7,6; 14,2; Dn 7,23.27: «popolo santo/consacrato, popolo dei santi/consacrati»), tutti gli altri popoli erano profani, cioè, non erano vincolati, come Israele, con il vero Dio.

Per i farisei, inoltre, il modo per mantenersi nell'ambito del sacro era l'osservanza della Legge così come essi la interpretavano, poiché essa esprimeva la volontà di Dio; per questo, anche all'interno del popolo, stabilivano la distinzione tra sacro e profano riferita alle persone: appartenevano al popolo «santo/ consacrato» coloro che osservavano fedelmente la Legge, invece erano «profani», separati da Dio, quelli che non vi si attenevano minuziosamente.

Inoltre per un fariseo, il contatto con gente «profana» metteva in pericolo la sua stessa consacrazione a Dio; quindi, bisognava prendere precauzioni, in particolare con gli alimenti, maneggiati da persone della cui osservanza non si era certi.

Di conseguenza, prima di mangiare,bisognava lavarsi ritualmente le mani che avevano toccato quei cibi o qualsiasi cosa del mondo esterno e, lavandoli, togliere anche dagli alimenti il profano che potevano aver acquisito a contatto con quelli che li avevano raccolti o venduti. Solo così si garantiva il proprio carattere sacro, il vincolo con Dio.

Per i farisei, il contatto con il mondo creato, profano, contaminava l'UOMO, la vita quotidiana rischiava di separare da Dio. Se si metteva in discussione tale distinzione, la religione giudaica, secondo loro, crollava dalle basi.


Così però creavano una doppia discriminazione: all'interno del popolo escludevano la gente comune che non seguiva rigorosamente l'interpretazione farisaica della Legge. Negare la necessità dei riti preventivi che essi praticavano, significava negare la necessità dell'osservanza della Legge per essere in armonia con Dio, equiparando così osservanti e non osservanti. Al di fuori del popolo, escludevano i pagani. Rispetto ad essi,

segno evidente della sacralità d'Israele era la fedeltà ai tabù alimentari imposti dalla Legge Mosaica
Se venivano soppressi veniva cancellata anche la distinzione tra Israele e gli altri popoli. La frontiera tra il sacro e il profano era, quindi, quella che consentiva a Israele di sentirsi diverso e superiore ai pagani.»

Il tabù alimentare  in Israele La fedeltà ai tabù alimentari  imposti dalla Legge Mosaica era il segno della sacralità o consacrazione o appartenenza di Israele a Dio. L'infedeltà ai tabù alimentari- per contro- era il segno della separazione da Dio. Mel mito , la Legge Divina data a Israele diventa una proibizione alimentare : non toccare e non mangiare i frutti dell'albero che dà la conoscenza del bene e del male. E' una proibizione alimentare all'apparenza facile da osservare. In realtà questa proibizione stuzzica la mente e il corpo giacchè l'albero ha, come gli altri alberi dell'Eden frutti belli a vedersi, desiderabili e gustosi per il palato. La Torah alimentare è' dunque una prova per l'UOMO innocente messa lì da Dio.
Il libero arbitrio L'albero proibito è qualcosa cha dà alla coppia primordiale "la coscienza del bene e del male" :   che cosa ha di diverso questa coscienza? Perchè renderebbe simili a Dio? Dio ha la libertà assoluta -il libero arbitrio- di stabilire ciò che è bene e ciò che è male, ADAMO no : mangiando i frutti dell'albero proibito acquisice sì la coscienza della propria libertà come capacità di stabilire da se stesso il bene e il male, la coscienza del libero arbitrio ma questa coscienza è per lui fatale : perde la capacità morale di evitare il male e fare il bene.
La concupiscenza, il potere del peccato Avendo coscienza del libero arbitrio  ADAMO sperimenta una suggestione che gli fa vedere alcune cose proibite da DIO come molto piacevoli e desiderabili  e il desiderio di coglierle diventa irresistibile. Questo desiderio   irresistibile  di cogliere il male è chiamato CONCUPISCENZA e la concupiscenza lo porta alla trasgressione. Pensiamo al comando del digiuno in Israele, che è appunto una proibizione alimentare. Che senso ha -per l'UOMO  che ha necesstità di mangiare- digiunare ?   La risposta è facile :  combattere la CONCUPISCENZA
L'UOMO comprende con la ragione il bene - la legge morale naturale - ma a volte è tentato di giudicare questa legge , stabilendo da sè stesso il suo bene. La conseguenza è la perdita della INNOCENZA ORIGINARIA : la capacità PIENA di evitare il male facendo SOLO il bene C'è un potere -che nella storia si rivela forte - che suggestiona l'UOMO  e lo orienta verso cose desiderabili , ma proibite da Dio. Questo potere (la concupiscenza ) lo suggestiona e lusinga fino a fargli accettare il male come bene Is 5,20 Guai a coloro che chiamano bene il male e male il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in enebre,
che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro
Israele, l'UOMO , pecca  perchè in lui vive "il peccato" come un potere, come una legge che lo costringe a fare il male quando si manifesta nella sua coscienza il rapporto  Legge morale naturale <--> Libero Arbitrio La concupiscenza spinge l'UOMO-Israele a sentirsi come un dio, "al di sopra del bene e del male" e in questa coscienza appare la CONCUPISCENZA che lo fa " cadere" nella separazione da DIO, dalla Legge Naturale, dalla VITA : il PECCATO MORTALE
Rm7, 14 Sappiamo infatti che la legge divina è spirituale, mentre io sono di carne, venduto come schiavo del peccato Il peccato  crea dipendenza : domina l'UOMO come un padrone, lo rende suo schiavo
Rm7, 15 Io non riesco a capire neppure ciò che faccio quello che fa non gli appare come una libera scelta infatti non quello che voglio io faccio, ma quello che detesto. agisce contro la razionalità morale 16 Ora, se faccio quello che non voglio e io riconosco che la legge ( mosaica) è buona; 17 quindi non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me il peccato abita l'uomo, lo domina 18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, nella natura umana attuale non abita il bene; c'è in me il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; l'uomo sperimenta una l'incapacità morale : non riesce a fare solo il bene 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio. 20 Ora, se faccio quello che non voglio, non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me. 21 Io trovo dunque in me questa legge: [ il termine legge qui indica una costrizione, una imposizione che abita la natura umana] quando voglio fare il bene, il male è accanto a me. 22 Infatti acconsento nel mio intimo alla legge di Dio,
23 ma nelle mie membra vedo un'altra legge, che muove guerra alla legge della mia mente e mi rende schiavo della legge del peccato che è nelle mie membra
24 Sono uno sventurato! Chi mi libererà da questo corpo votato alla morte? Ciò che sta alla base del continuo peccare dell'UOMO nella storia è il "peccato " che lo " abita" e lo schiavizza come una DIPENDENZA Romani 7, 14 venduto come schiavo ( DIPENDENTE) del peccatoL'uomo attuale si ritrova venduto alla morte dal peccato-dipendenza
Nel mito l'umanità primordiale  viene  cacciata dall'Eden ,  esiliata da DIO, fuori dalla alleanza  , dalla  VITA insieme a Dio.Il mito sottolinea l'evidenza che   l'umanità nella storia ha continuato a peccare , è in esilio dall'EDEN e "non ha mai potuto farvi ritorno" .
La separazione dalla  VITA ha fatto sì che l'umanità -cosciente di poter esercitare il libero arbitrio sul bene e sul male - avesse una debolezza costitutiva verso il peccato
...Ma solo fino a Gesù.
Il mito della caduta NELLA STORIA- Dio vive in alleanza con il suo popolo in Palestina.

NEL MITO Gn 3,1-26 -Dio vive in alleanza con Adamo ed Eva in Eden

NELLA STORIAL'alleanza contiene :
- una promessa di benedizione, di vita insieme a Dio in Palestina,
- una istruzione sul bene e sul male, permessi e proibizioni (la Legge Morale Rivelata)
- una minaccia di maledizione: l'esilio lontano da Dio e dalla Palestina


NEL MITO- L 'alleanza contiene:
- una promessa di benedizione, di VITA insieme a Dio in Eden,
- una istruzione di permessi e proibizioni alimentari (l'albero della VITA e quello della conoscenza del bene e del male)
-una minaccia di maledizione:l'esilio dall'Eden lontani da Dio .

NELLA STORIA L'alleanza fa vivere Israele nella Storia sotto benedizioni e maledizioni:
- crescere e moltiplicarsi come popolo
. Gen 13,16 Renderò la tua discendenza come la polvere della terra: se uno può contare la polvere della terra, potrà contare anche i tuoi discendenti.
- o sparire
- De 4,23 Guardatevi dal dimenticare l'alleanza che il Signore vostro Dio ha stabilita con voi... 26 io chiamo oggi in testimonio contro di voi il cielo e la terra: voi certo perirete, scomparendo dal paese di cui state per prendere possesso oltre il Giordano. Voi non vi rimarrete lunghi giorni, ma sarete tutti sterminati .
- dominare :
De 15,6 Il Signore tuo Dio ti benedirà come ti ha promesso e tu farai prestiti a molte nazioni e non prenderai nulla in prestito; dominerai molte nazioni mentre esse non ti domineranno.
- o essere dominati: Le 26,17 Volgerò la faccia contro di voi e voi sarete sconfitti dai nemici;quelli che vi odiano vi opprimeranno.

NEL MITOLa vita nell'Eden si svolge sotto l'alleanza primordiale che implica benedizioni e maledizioni:
- Gn 1,27 Dio creò l'UOMO a sua immagine; a immagine di Dio lo creò; maschio e femmina li creò. 28 Dio li benedisse e disse loro: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra;
- dominare : soggiogatela e dominate sui pesci del mare e sugli uccelli del cielo e su ogni essere vivente, che striscia sulla terra».
- o essere dominati ( sottinteso)

NELLA STORIA- Solo Dio stabilisce il bene e il male : l'UOMO Israele conosce la Legge Morale Rivelata ( contenuta nella Torah) e si ritiene capace di osservarla.
-Mangiare i frutti della Torah, la giustizia , la Legge Morale rivelata, fa vivere sotto la benedizione divina.


NEL MITO- Solo Dio stabilisce il bene e il male : l' UOMO - Adamo in Eden conosce la Legge Morale Naturale ed è capace di osservarla. -Mangiare i frutti dell'albero della vita , la Legge Morale Naturale, fa vivere sotto le benedizioni divine.
NELLA STORIA- In Palestina il sapiente e il sacerdote possono esercitare un discernimento morale (sul bene e sul male) in quanto possiedono la Sapienza divina rivelata nella Torah
- Sir 39,1 i chi si applica e medita la legge dell'Altissimo.... è presente alle riunioni dei capi, viaggia fra genti straniere, investigando il bene e il male in mezzo agli uomini. cf.: Lv 27,14
- Mangiare i frutti delle proprie ideologie è l' ingiustizia che rompe l'alleanza e fa scattare la maledizione dell' esilio dalla Palestina e da DIO.

NEL MITO-Mangiare i frutti dell' Albero della VITA (immortale) è la giustizia  richiesta dall'alleanza che fa VIVERE in Eden insieme a DIO - Mangiare i frutti del proprio pensiero sul bene e sul male è l'ingiustizia che rompe l'allenza e fa scattare la maledizione dell'esilio dall'EDEN e da DIO con la perdita della partecipazione alla VITA immortale.
[ L'UOMO dell' Eden vive insieme a Dio, mangia dei frutti dell'albero della VITA immortale ma la sua condizione di "essere libero e consapevole" non è come quella di Dio, la sua è una condizione rischiosa, è una prova di fedeltà.]


NELLA STORIA- Pur conoscendo il Bene e il Male, Israele di fatto cerca scappatoie per realizzarsi a modo suo, secondo il suo libero arbitrio . In questo modo manipola la Legge e agisce come se il male che fa fosse un bene
Is 5,20 Guai (= maledizioni) a coloro che chiamano"bene" il male e "male" il bene, che cambiano le tenebre in luce e la luce in tenebre, che cambiano l'amaro in dolce e il dolce in amaro. 21 Guai (= maledizioni) a coloro che si credono sapienti e si reputano intelligenti.
- Coloro che vogliono diventare come Dio, l'unico possessore della Sapienza, decidendo il bene e il male secondo i propri desideri e pensieri umani 
  Sal 104,4 Fanno acuta la loro lingua come quella di un serpente, veleno di aspide sta sotto le sue labbra.


NEL MITO - Gen 3,1 Il serpente era la più astuta di tutte le bestie selvatiche fatte dal Signore Dio. Egli disse alla donna: «È vero che Dio ha detto: Non dovete mangiare di nessun albero del giardino?». 2 Rispose la donna al serpente: «Dei frutti degli alberi del giardino noi possiamo mangiare, 3 ma del frutto dell'albero che sta in mezzo al giardino Dio ha detto: Non ne dovete mangiare e non lo dovete toccare , altrimenti morirete». 4 Ma il serpente disse alla donna: «Non morirete affatto! 5 Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male».
- La suggestione inoculatagli da un essere misterioso della creazione ( serpente) cambia la sua coscienza del bene , la manipola ( tentazione) . L'UOMO ha già una conoscenza naturale del bene e qui c'è la tentazione ad una conoscenza diversa, una conoscenza superiore (perchè include quella del male) , come quella di Dio, che gli permette di legiferare sul bene e sul male. Questa suggestione agisce dall'esterno ( il serpente) nella mente e fa vedere alla donna (il femminino, l'aspetto più debole dell'umanità nelle battaglie di guerra) sotto una nuova luce l'albero proibito : ha l'aspetto di un albero che dà la sapienza divina, la sapienza di colui che legifera sul bene e sul male.
- 6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza;

- Questo cambiamento di coscienza confonde la donna sul bene e sul male , fa dimenticare la proibizione divina , cambia la visione della propria relazione con Dio. La nuova coscienza introduce alla possibilità di essere come Dio" , toccare con mano il libero arbitrio , l'indipendenza dalla Legge Morale Naturale

- 6 prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

- prende il frutto ( è l'azione del disubbidire) , mangia il frutto dell'albero proibito e lo condivide con il marito 

NELLA STORIA- Israele in tutta la sua storia fa continuamente l'esperienza di essere tentato a trasgredire la Torah e decidere il bene e il male secondo la propria sapienza umana.
- Ger 7, 23 .. questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici. 24 Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l'ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle, 25 da quando i loro padri uscirono dal paese d'Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; 26 eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro padri.
Zac 7, 11essi hanno rifiutato di ascoltarmi, mi hanno voltato le spalle, hanno indurito gli orecchi per non sentire. 12 Indurirono il cuore come un diamante per non udire la legge e le parole che il Signore degli eserciti rivolgeva loro mediante il suo spirito, per mezzo dei profeti del passato....
Ez 23,35 Perciò dice il Signore Dio: «Poiché tu mi hai dimenticato e mi hai voltato le spalle, sconterai dunque la tua disonestà e le tue dissolutezze!».
Zac 7,14 «Io li ho dispersi fra tutte quelle nazioni che essi non conoscevano e il paese si è desolato dietro di loro, senza che alcuno lo percorresse; la terra di delizie è stata ridotta a desolazione».


NEL MITOGn 3, 7 Allora si aprirono gli occhi di tutti e due e si accorsero di essere nudi; intrecciarono foglie di fico e se ne fecero cinture.
- Il peccato personale muta la coscienza del mondo e di se stessi : nascono nuovi sentimenti : pudore e vergogna, senso di colpa, senso del male, senso della malizia, etc.

NELLA STORIA- Israele viene cacciato dalla Palestina. E' l'esilio, la separazione da Dio, dalla Terra, dalla felicità, dalle benedizioni. Fa l'esperienza della lontananza da Dio, della debolezza , della minaccia del Nemico sempre presente nella storia . Fa l'esperienza della fatica di sopravvivere in un mondo ostile e minaccioso. Vive dominato e soggiogato dai Nemici, in Egitto, in Assiria, a Babilonia, poi dai Persiani, dai Greci e dai Romani...etc.
Per 40 anni nel deserto Israele aveva vissuto senza lavorare, alimentato da Dio con la manna, le quaglie, l'acqua etc.
Nel mondo il lavoro è una necessità : l'UOMO ne è schiavo, non può liberarsene. Nella vita insieme a Dio si può vivere senza lavorare ! Dio vuole liberare l'UOMO da tutte le schiavitù, anche da quella del lavoro e Israele lo ha sperimentato . Il sabato come giorno di vita insieme a Dio dove non si lavora ne è il segno, l'anticipazione della vita definitiva insieme a Lui.
Quando l'alleanza è rotta e Isarele torna schiavo dei nemici il suolo-Palestina " perde" la benedizione divina e la fatica segna la vita  . Il lavoro torna ad essere una schiavitù, una maledizione.
Israele ha fatto l'esperienza storica della propria libertà anche nei confronti di Dio : è il libero arbitrio. Questa nuova consapevolezza di sè, della sua libertà gli è stata fatale. E' passato dalla vita insieme a Dio , la felicità cantata nei Salmi , alla schiavitù dell nemico ed alla prospettiva unica della morte e della sparizione.
-Israele deve faticare per coltivare la Sapienza che viene dalla Legge Rivelata :

Sir 6,18 Figlio, sin dalla giovinezza medita la disciplina, conseguirai la sapienza fino alla canizie. 19 Accòstati ad essa come chi ara e chi semina e attendi i suoi ottimi frutti; poiché faticherai un po' per coltivarla, ma presto mangerai dei suoi prodotti.

NEL MITO-  L'umanità vede la propria debolezza naturale e   vede il mondo come una minaccia. Finisce la gioia della vita insieme a Dio, la vita spensierata dell'armonia naturale e spontanea con se stessi con l'altro, con il mondo, con la creazione e la storia, con Dio.
- L'UOMO e la donna vengono cacciati dall'Eden.

Gen 3,17 All'UOMO disse: «Poiché hai ascoltato la voce di tua moglie e hai mangiato dell'albero, di cui ti avevo comandato: Non ne devi mangiare,maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita. 18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. 19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, perché da essa sei stato tratto: polvere tu sei e in polvere tornerai!».

NELLA STORIA- La disobbedienza della Legge Morale Naturale rivelata ( la Torah) è esilio , separazione da Dio, dalla Terra, dalla felicità, dalle benedizioni.  E' l'esperienza del libero arbitrio e della propria fragilità e debolezza .

NEL MITO - L'UOMO è diventato cosciente del proprio libero arbitrio, ma questo gli è stato fatale: da UOMO IMMORTALE si è decreato a UOMO mortale
- Gen 3, 20 L'UOMO chiamò la moglie Eva, perché essa fu la madre di tutti i viventi. 21Il Signore Dio fece all'UOMO e a sua moglie tuniche di pelli e li vestì. 22Poi il Signore Dio disse: "Ecco, l'UOMO è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della VITA, ne mangi e viva per sempre!". 23Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. 24Scacciò l'UOMO e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della VITA

- E' la dichiarazione che l'alleanza è rotta e l'UOMO non può più Vivere in intimità con Dio e condividere la sua VITA eterna.

NELLA STORIA- Un resto di Israele sopravvive all'esilio: finchè c'è vita c'è speranza . La vita che è nell'UOMO e che si manifesta nella generazione , anche nella disgrazia, è sempre un segno di speranza

NEL MITO - Con la rottura dell'alleanza scattano le maledizioni . l'umanità si è separata da DIO e non ha in sè la capacità di tornare nella condizione originaria, nell'alleanza. Questa è la sua nuova condizione naturale e solo un nuovo intervento divino può salvarlo.
Gen 3, 17 maledetto sia il suolo per causa tua! Con dolore ne trarrai il cibo per tutti i giorni della tua vita.

Non si tratta qui di una maledizione divina reale, ma una eziologia: la causa di tutti i mali (un mistero per l'essere umano) è il peccato
18 Spine e cardi produrrà per te e mangerai l'erba campestre. 19 Con il sudore del tuo volto mangerai il pane; finché tornerai alla terra, 23 Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da dove era stato tratto.
Dovrà faticare per sopravvivere nel mondo e per ritrovare la sapienza che riporta l'armonia attraverso l'ubbidienza alla Legge Morale Naturale ma Dio non abbandona mai l'UOMO a se stesso. Fin dalle origini.
  21 Il Signore Dio fece all'UOMO e alla donna tuniche di pelli e li vestì.

- Tunica e vesti sono un segno di protezione : Dio , in qualche modo, continua a proteggere l'UOMO peccatore.
 Gn 3, 16 Alla donna disse: «Moltiplicherò i tuoi dolori e le tue gravidanze, con dolore partorirai figli. Verso tuo marito sarà il tuo istinto, ma egli ti dominerà». - Non è una maledizione reale, ma una eziologia: il dolore del parto era un altro mistero Qualcosa di negativo , a causa della caduta, è entrato anche nella relazione UOMO donna [ è un dato permanente della condizione umana ] e qualcosa che genera dolore è entrato nella sfera della riproduzione [ è un dato permanente della condizione umana ]. Solo un nuovo intervento divino potrà riammetterlo nella VITA insieme a Lui

NELLA STORIA- La consapevolezza di sè, della sua libertà , del libero arbitrio è stata fatale  per Israele . Così è passato dalla vita  insieme a Dio , dalla felicità cantata nei Salmi , alla schiavitù del Nemico ed alla prospettiva unica della morte e della sparizione. Solo un nuovo intervento divino, una Nuova Alleanza potrà ritristinarlo nella sua relazione con DIO di popolo eletto. In esilio , guidato da sacerdoti e sapienti, si accosta alla Rivelazione nella quale cerca con fatica quella Sapienza divina che dà la forza e la speranza di tornare ad essere giusto così che Dio lo salvi ancora. In questo processo di ricerca di Dio Israele riceve il dono del pentimento e l'esperienza del perdono che è promessa di salvezza. Dio sempre torna a liberare Israele dall'esilio e questo sucita la speranza che un giorno lo farà definitivamente.
Ez 18,31 Liberatevi da tutte le iniquità commesse e formatevi un cuore nuovo e uno spirito nuovo. Perché volete morire, o Israeliti? Ez 36,26 vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di carne.


NEL MITOGen 4,1Adamo conobbe Eva sua moglie, che concepì e partorì Caino e disse: "Ho acquistato un UOMO grazie al Signore". 2Poi partorì ancora Abele, suo fratello. Ora Abele era pastore di greggi, mentre Caino era lavoratore del suolo.
NELLA STORIADIO CREA ISRAELE E VIVE INSIEME A Lui IN PALESTINA. GLI RIVELA IL BENE , LA "LEGGE".
ISRAELE SPERIMENTA LA FELICITA' MA ANCHE LIBERTA' DI TRASGREDIRE, IL PECCATO.
NELLA STORIA UNA TENTAZIONE PERMANENTE LO PORTA A VIVERE SECONDO IL PROPRIO ARBITRIO.
COMPIE IL MALE, COSTRUISCE UNA SOCIETA' OPPRESSIVA DOVE TUTTI PECCANO.
L'ALLEANZA VIENE ROTTA PIU' DI UNA VOLTA MA DIO NON LO HA MAI ABBANDONATO. SEMPRE  E' TORNATO A SALVARLO.

NEL MITO NEL SUO PROGETTO DIO CONCEPISCE L'UOMO E LA DONNA COME ESSERI CAPACI DI VIVERE INSIEME A LUI IN EDEN .
L'UOMO E' FELICE , HA LA LIBERTA' DI TRASGREDIRE MA LA VITA CON DIO GLI DA' LA FORZA DELLA FEDELTA'.
UNA SUGGESTIONE MISTERIOSA TENTA LA DONNA E POI L'UOMO A STABILIRE DA SE STESSI IL BENE E IL MALE , PROVARE L'EBBREZZA DELL'INDIPENDENZA DA DIO.
COMPIONO IL MALE , ROMPONO L'ALLEANZA SI DECREANO.
VENGONO CACCIATI DA EDEN E NON POSSONO PIU' TORNARVI
DIO NON LI ABBANDONA. TORNERA' A SALVARLI.
. Il racconto biblico parla di un evento storico ? CATECHISMO UNIVERSALE DELLA CHIESA CATTOLICA
390 Il racconto della caduta ( Gen 3 ) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all'inizio della storia dell'UOMO [Cf Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13]. La Rivelazione ci dà la certezza di fede che tutta la storia umana è segnata dalla colpa originale liberamente commessa dai nostri progenitori [Cf Concilio di Trento: Denz.-Schönm., 1513; Pio XII, Lett.enc. Humani generis: Denz.-Schönm., 3897; Paolo VI, discorso dell'11 luglio 1966]. Il primo peccato dell'UOMO  
397 L'UOMO, tentato dal diavolo, ha lasciato spegnere nel suo cuore la fiducia nei confronti del suo Creatore [Cf Gen 3,1-11 ] e, abusando della propria libertà, ha disobbedito al comandamento di Dio. In ciò è consistito il primo peccato dell'UOMO [Cf Rm 5,19 ]. In seguito, ogni peccato sarà una disobbedienza a Dio e una mancanza di fiducia nella sua bontà.

 398 Con questo peccato, l'UOMO ha preferito se stesso a Dio, e, perciò, ha disprezzato Dio: ha fatto la scelta di se stesso contro Dio, contro le esigenze della propria condizione di creatura e conseguentemente contro il suo proprio bene. Costituito in uno stato di santità, l'UOMO era destinato ad essere pienamente “divinizzato” da Dio nella gloria. Sedotto dal diavolo, ha voluto diventare “come Dio”, [Cf Gen 3,5 ] ma “senza Dio e anteponendosi a Dio, non secondo Dio” [San Massimo il Confessore, Ambiguorum liber: PG 91, 1156C].
La trasmissione del peccato originale. 399 La Scrittura mostra le conseguenze drammatiche di questa prima disobbedienza. Adamo ed Eva perdono immediatamente la grazia della santità originale [Cf Rm 3,23 ]. Hanno paura di quel Dio [Cf Gen 3,9-10 ] di cui si son fatti una falsa immagine, quella cioè di un Dio geloso delle proprie prerogative [Cf Gen 3,5 ].   401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera “invasione” del peccato: il fratricidio commesso da Caino contro Abele; [Cf Gen 4,3-15 ] la corruzione universale quale conseguenza del peccato; [Cf Gen 6,5; Gen 6,12; Rm 1,18-32 ] nella storia d'Israele, il peccato si manifesta frequentemente soprattutto come infedeltà al Dio dell'Alleanza e come trasgressione della Legge di Mosè; anche dopo la Redenzione di Cristo, fra i cristiani, il peccato si manifesta in svariati modi [Cf 1Cor 1-6; Ap 2-3 ].

400 L'armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell'anima sul corpo è infranta; [Cf Gen 3,7 ] l 'unione dell'UOMO e della donna è sottoposta a tensioni; [Cf Gen 3,11-13 ] i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all'asservimento [Cf Gen 3,16 ] .
La Scrittura e la Tradizione della Chiesa richiamano continuamente la presenza e l'universalità del peccato nella storia dell'UOMO: Quel che ci viene manifestato dalla Rivelazione divina concorda con la stessa esperienza. Infatti, se l'UOMO guarda dentro al suo cuore, si scopre anche inclinato al male e immerso in tante miserie che non possono certo derivare dal Creatore che è buono. Spesso, rifiutando di riconoscere Dio quale suo principio, l'UOMO ha infranto il debito ordine in rapporto al suo ultimo fine, e al tempo stesso tutto il suo orientamento sia verso se stesso, sia verso gli altri uomini e verso tutte le cose create [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 13].

 402 Tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo. San Paolo lo afferma: “Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori” ( Rm 5,19 ); “Come a causa di un solo UOMO il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato. . ” ( Rm 5,12 ). All'universalità del peccato e della morte l'Apostolo contrappone l'universalità della salvezza in Cristo: “Come dunque per la colpa di uno solo si è riversata su tutti gli uomini la condanna, così anche per l'opera di giustizia di uno solo si riversa su tutti gli uomini la giustificazione che dà vita” ( Rm 5,18 ).

 403 Sulle orme di san Paolo la Chiesa ha sempre insegnato che l'immensa miseria che opprime gli uomini e la loro inclinazione al male e alla morte non si possono comprendere senza il loro legame con la colpa di Adamo e prescindendo dal fatto che egli ci ha trasmesso un peccato dal quale tutti nasciamo contaminati e che è “morte dell'anima” [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1512]. Per questa certezza di fede, la Chiesa amministra il Battesimo per la remissione dei peccati anche ai bambini che non hanno commesso peccati personali [Cf ibid., 1514].

 404 In che modo il peccato di Adamo è diventato il peccato di tutti i suoi discendenti? Tutto il genere umano è in Adamo “sicut unum corpus unius hominis - come un unico corpo di un unico UOMO” [San Tommaso d'Aquino, Quaestiones disputatae de malo, 4, 1].   Per questa “unità del genere umano” tutti gli uomini sono coinvolti nel peccato di Adamo, così come tutti sono coinvolti nella giustizia di Cristo. Tuttavia, la trasmissione del peccato originale è un mistero che non possiamo comprendere appieno . Sappiamo però dalla Rivelazione che Adamo aveva ricevuto la santità e la giustizia originali non soltanto per sé, ma per tutta la natura umana: cedendo al tentatore, Adamo ed Eva commettono un peccato personale, ma questo peccato intacca la natura umana, che essi trasmettono in una condizione decaduta [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1511-1512]. Si tratta di un peccato che sarà trasmesso per propagazione a tutta l'umanità, cioè con la trasmissione di una natura umana privata della santità e della giustizia originali. Per questo il peccato originale è chiamato “peccato” in modo analogico: è un peccato “contratto” e non “commesso”, uno stato e non un atto.

 405 Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, [Cf ibid., 1513] in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”) . Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'UOMO verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell'UOMO e lo provocano al combattimento spirituale.
 406 La dottrina della Chiesa sulla trasmissione del peccato originale è andata precisandosi soprattutto nel V secolo, in particolare sotto la spinta della riflessione di sant'Agostino contro il pelagianesimo, e nel XVI secolo, in opposizione alla Riforma protestante. Pelagio riteneva che l'UOMO, con la forza naturale della sua libera volontà, senza l'aiuto necessario della grazia di Dio, potesse condurre una vita moralmente buona; in tal modo riduceva l'influenza della colpa di Adamo a quella di un cattivo esempio. Al contrario, i primi riformatori protestanti insegnavano che l'UOMO era radicalmente pervertito e la sua libertà annullata dal peccato delle origini; identificavano il peccato ereditato da ogni UOMO con l'inclinazione al male (concupiscentia”), che sarebbe invincibile. La Chiesa si è pronunciata sul senso del dato rivelato concernente il peccato originale soprattutto nel II Concilio di Orange nel 529 [Cf Concilio di Orange II: Denz.-Schönm., 371-372] e nel Concilio di Trento nel 1546 [Cf Concilio di Trento: Denz.-Schönm., 1510-1516].

 407 La dottrina sul peccato originale - connessa strettamente con quella della Redenzione operata da Cristo - offre uno sguardo di lucido discernimento sulla situazione dell'UOMO e del suo agire nel mondo.
In conseguenza del peccato dei progenitori, il diavolo ha acquisito un certo dominio sull'UOMO, benché questi rimanga libero. Il peccato originale comporta “la schiavitù sotto il dominio di colui che della morte ha il potere, cioè il diavolo” [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1510-1516]. Ignorare che l'UOMO ha una natura ferita, incline al male, è causa di gravi errori nel campo dell'educazione, della politica, dell'azione sociale [Cf Giovanni Paolo II, Lett. enc. Centesimus annus, 25] e dei costumi.

 408 Le conseguenze del peccato originale e di tutti i peccati personali degli uomini conferiscono al mondo nel suo insieme una condizione peccaminosa, che può essere definita con l'espressione di san Giovanni: “il peccato del mondo” ( Gv 1,29 ). Con questa espressione viene anche significata l'influenza negativa esercitata sulle persone dalle situazioni comunitarie e dalle strutture sociali che sono frutto dei peccati degli uomini [Cf Giovanni Paolo II, Esort. ap. Reconciliatio et paenitentia, 16].

 409 La drammatica condizione del mondo che “giace” tutto “sotto il potere del maligno” ( 1Gv 5,19 ), [Cf 1Pt 5,8 ] fa della vita dell'UOMO una lotta:  Tutta intera la storia umana è infatti pervasa da una lotta tremenda contro le potenze delle tenebre; lotta incominciata fin dall'origine del mondo, che durerà, come dice il Signore, fino all'ultimo giorno. Inserito in questa battaglia, l'UOMO deve combattere senza soste per poter restare unito al bene, né può conseguire la sua interiore unità se non a prezzo di grandi fatiche, con l'aiuto della grazia di Dio [Conc. Ecum. Vat. II, Gaudium et spes, 37].

 410 Dopo la caduta, l'UOMO non è stato abbandonato da Dio. Al contrario, Dio lo chiama, [Cf Gen 3,9 ] e gli predice in modo misterioso che il male sarà vinto e che l'UOMO sarà sollevato dalla caduta [Cf Gen 3,15 ]. Questo passo della Genesi è stato chiamato “Protovangelo”, poiché è il primo annunzio del Messia redentore, di una lotta tra il serpente e la Donna e della vittoria finale di un discendente di lei.

 411 La Tradizione cristiana vede in questo passo un annunzio del “nuovo Adamo”, [Cf 1Cor 15,21-22; 411 1Cor 15,45 ] che, con la sua obbedienza “fino alla morte di croce” ( Fil 2,8 ) ripara sovrabbondantemente la disobbedienza di Adamo [Cf Rm 5,19-20 ]. Inoltre, numerosi Padri e dottori della Chiesa vedono nella Donna annunziata nel “protovangelo” la Madre di Cristo, Maria, come “nuova Eva”. Ella è stata colei che, per prima e in una maniera unica, ha beneficiato della vittoria sul peccato riportata da Cristo: è stata preservata da ogni macchia del peccato originale [Cf Pio IX, Bolla Ineffabilis Deus: Denz. -Schönm., 2803] e, durante tutta la sua vita terrena, per una speciale grazia di Dio, non ha commesso alcun peccato [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1573].

 412 Ma perché Dio non ha impedito al primo UOMO di peccare? San Leone Magno risponde: “L'ineffabile grazia di Cristo ci ha dato beni migliori di quelli di cui l'invidia del demonio ci aveva privati” [San Leone Magno, Sermones, 73, 4: PL 54, 396]. E san Tommaso d'Aquino: “Nulla si oppone al fatto che la natura umana sia stata destinata ad un fine più alto dopo il peccato. Dio permette, infatti, che ci siano i mali per trarre da essi un bene più grande. Da qui il detto di san Paolo: "Laddove è abbondato il peccato, ha sovrabbondato la grazia" ( Rm 5,20 ). E il canto dell'Exultet: "O felice colpa, che ha meritato un tale e così grande Redentore!"” [San Tommaso d'Aquino, Summa theologiae, III, 1, 3, ad 3]

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  3 - IL PECCATO DEI PROGENITORI

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