anima «...
L'idea dell'anima come qualcosa di distinto
dal corpo e che sopravvive ad essoè propria
(delle tradizioni popolari , universalmente) e di molte
dottrine religiose antiche, da quella babilonese
a quelle egiziane e iraniche; nell'antica religione greca
dell'orfismo e in alcune religioni orientali, come
il buddismo e l'induismo, si ritiene che l'anima possa
( trasmigrare) e reincarnarsi in individui o esseri diversi.
«...
Nella letteratura rabbinica classica,
per " anima" è possibile avere
come riferimento nèfesh - נפש
che è "l'uomo come essere respirante,
cioè vivo e vitale". Il termine nefeshnon si
identifica nè con il soffio di vita che Dio ha
soffiato in Adamo ( nishmat )
nè con il vento ( ruah ) , l'energia ,
l'ispirazione interiore inconscia che " muove" e
guida l'essere umano vivente...»
«
...La parola latina anima ha
la sua etimologia nel greco ánemos : "vento", "soffio" e
nell'uomo vale "respiro".
Dal significato originario , che mette in relazione
la "vita" con la
funzione biologica del respirare, anima è
poi passata a indicare quel principio che è
all'origine di pensieri, affetti, passioni dell'uomo, e
della sua stessa coscienza morale. »
[Enc.
Trecccani / anima]
Nella BIBBIA EBRAICA TANAK l'essere umano è carne ,
cioè mortale : Salmi 78, 39 DIO ricordava
che essi sono di carne, un soffio ( ruah) che va e non ritorna. La ruah,
il respirare dell'uomo se ne va e non ritorna più.
Nella BIBBIA EBRAICA LVXX , i sapienti ebrei di Alessandria in Egitto
affermano che Sapienza 3, 4 Anche se agli occhi degli
uomini subiscono castighi, la loro speranza resta piena d'immortalità.
Sapienza 8, 17 Riflettendo su queste cose dentro di me e pensando
in cuor mio che nella parentela con la Sapienza c'è l'immortalità
Sapienza 8, 13 Grazie a lei avrò l'immortalità
Siracide 19, 19 La conoscenza dei comandamenti del Signore è
educazione alla vita, chi fa ciò che gli è gradito raccoglie i frutti
dell'albero dell'immortalità.
Nell'
intertestamento
I l termine "testamento" è usato in senso letterario a
indicare un complesso di opere : tra la collezione degli scritti AT e il
canone del NT si colloca un insieme ingentissimo di testi extrabiblici,
prodotti dallo straordinario fervore di quest'epoca. "Un
secolo sul quale la nostra Bibbia rimane muta" (Charpentier). Epoca
feconda e decisiva della filosofia giudaica ; prepara l'humus in cui germoglia
il NT ; periodo di transizione-mediazione tra la letteratura-pensiero della
Bibbia di Israele e l'affermarsi della esperienza cristiana con una corrispondente
letteratura . (A. PAUL, Che cos'è l'Intertestamento, Quaderni "Bibbia
oggi" 3, Gribaudi - Torino 1978)
Il 134 a.C. è un buon termine di partenza per definire l'"intertestamento"
perché segna l’inizio della ''dinastia asmonea'' con Giovanni Ircano, dopo
la morte violenta di Simone Maccabeo, soppresso dal genero Tolomeo nella
fortezza di Dok. Fin qui arriva la documentazione biblica come testimonia
1Macc 16. Dopo di che le fonti bibliche tacciono e bisogna far intervenire
altri documenti.
Il punto di arrivo è il 135 dC, perché
segna la data del soffocamento definitivo della seconda sommossa del Giudaismo
contro Roma, con la uccisione del capo della insurrezione, Bar Kokba.
"Sulle rovine di Gerusalemme fu fondata una colonia Romana col nome di Colonia
Aelia Capitolina e vi fu costruito un tempio a Giove. La nuova città
fu abitata da non Giudei e agli Ebrei venne proibito di entrarvi" (
Lohse). La resistenza militare giudaica fu spezzata definitivamente.
-
All'interno di questo segmento teso di circa 270 anni alcune date orientano
il discorso in quanto legate ad avvenimenti decisivi :
-
63 aC : Pompeo conquista Gerusalemme
e penetra nel Tempio. Inizio della dominazione Romana sulla Palestina.
-
37 aC : con l'appoggio di Roma l'idumeo ERODE conquista il potere e inaugura
il suo regno.
-
70 dC : "Guerra
Giudaica" all'epilogo. La sollevazione contro Roma è piegata con la
distruzione di Gerusalemme e del secondo Tempio dalla armata romana guidata
da Tito.
Il
Quarto libro dei Maccabei
è un libro della letteratura ebraica -non canonico-
scritto in greco, probabilmente tra I° e II° secolo. È
un'omelia che elogia il primato della ragione sulla passione. È un'opera
che combina l'ebraismo ellenistico con l'influenza della
filosofia greca, in particolare la scuola dello stoicismo.
Lo scrittore crede nell'immortalità
della psykè : afferma che la psykè del giusto vive per
sempre nella felicità dei patriarchi seduti al banchetto di DIO , ma
che anche la psykè dell'empio è immortale.
Il Libro dei Vigilanti deriva da un più antico Libro di Noè, non
pervenutoci, ma facilmente ricostruibile (VI o V secolo a.C.), che fu rielaborato
per esprimere le nuove concezioni. Poiché il Libro dei Vigilanti,
come quello dell'Astronomia e alcuni altri che seguiranno, ha come rivelatore
la figura di Enoc , la corrente di pensiero che ne derivò può essere
detta «enochica». Secondo un'altra terminologia il Libro dei
Vigilanti può essere detto il più antico libro apocalittico
.
Due sono le grandi novità che il Libro
dei Vigilanti inserì nella storia del pensiero e della religione giudaica:
- l'origine preterumana del male
- e l'immortalità della psykè, , intesa come entità disincarnabile
e capace di vivere dopo la morte presso Dio. La
traduzione in latino della Bibbia ebraica [
credits: : gliscritti.it]La
Vetus Latina
« ...Vi
furono numerose traduzioni dal greco al latino
della Bibbia , traduzioni parziali e due complete: una in
Africa, detta Afra;
l'altra, usata in Occidente identificata come Itala di
cui parla Agostino d'Ippona in De
Doctrina Christiana,
II, 15. Si tratta di traduzioni della LVXX
e del NT in un latino ricco di espressioni
popolari. Agostino preferì l'Itala il
cui testo fu ricostruito a partire da testi patristici
e pochi manoscritti completi ed edito dai monaci
di Beuron a partire dal 1954 ed è
noto come Vetus Latina. La
Vulgata
La
Vulgata
Editio è la Bibbia in latino
a partire dalla versione ebraica TANAK e dal NT
in greco realizzata alla fine del IV secolo da Sofronio
Eusebio Girolamo .
La traduzione fu commissionata dal Papa che
voleva una traduzione "più
comprensibile" per il popolo cristiano . S.
Girolamo tradusse dall'ebraico solo
i libri dell'Antico Testamento che erano
inclusi nel canone ebraico e del Nuovo
Testamento effettuò soltanto la revisione
dei Vangeli. I rimanenti libri dell'Antico
Testamento ( Baruch , Ecclesiastico ,
Sapienza , Maccabei ) e del Nuovo Testamento
( Lettere di S. Paolo, Atti , Lettere
Cattoliche , Apocalisse ) inclusi nella Vulgata riportano
semplicemente l'antica vetus latina,
mentre il Salterio ne costituisce una
revisione. S.
Girolamo iniziò i lavori a Roma
nel 383 per invito di papa Damaso e
li terminò a Betlemme verso il 405-406.
Questa versione, condotta direttamente
sul testo ebraico, incontrò difficoltà
ad affermarsi nella Chiesa latina e
non si impose fino al VIII sec., ma
da quel momento esercitò un enorme
influsso linguistico e teologico su
tutto il Medioevo. La Vulgata fu
il primo libro stampato da Gutenberg
a Magonza nel 1452-1455. Lutero
attaccò la Vulgata e propose
la sua versione della Bibbia
in tedesco (1522-1534), ma il Concilio
di Trento, con un decreto del 1546,
la dichiarò come versione
ufficiale della Chiesa Cattolica e
chiese alla Santa Sede di approntarne
un'edizione “emendatissima”,
opera che si concluse, dopo molte
peripezie, sotto Clemente VIII,
con la cosiddetta Vulgata
Sisto-clementina .
Venne ufficalmente proclamata " Traduzione
canonica della Bibbia per l'intera
Chiesa cattolica" durante
il Concilio di Trento (1545-1563)
. Il testo della Vulgata è
alla base delle più antiche versioni
cattoliche in volgare :
l' inglese (1609),l' italiana
(Martini, 1776), la francese
(Crampon, 1885). Venne poi revisionata
per il Concilio Vaticano
II (1962-1965)
con il nome di
Nova Vulgata
" e Paolo
VI dopo il Concilio tolse
praticamente alla vecchia Vulgata il
prestigio di testo ufficiale
della Chiesa cattolica.
Il suo valore risiede, comunque,
tuttora nell'essere la traduzione
affermatasi nella Tradizione
cattolica e, per questo,
di garantire
quella comprensione del
“sensus plenior”, del “senso più
pieno” delle Scritture,
rivelatosi in Cristo e manifestato
appieno dallo Spirito Santo nella
fede della Chiesa. " tradurre"
significa " tradire"
Esemplare
la traduzione di Gen 3, 15 che
...
- nel Testo Masoretico (
ebraico) suona “Io
porrò inimicizia tra
te (il serpente) e la stirpe degli
uomini” ,
- nella LXX greca è “Io
porrò inimicizia tra te e lui (il
Messia)” ,
- mentre la Vulgata latina, che
traduce al femminile “ipsa
conteret”, legge “Io
porrò inimicizia tra
te e lei (Maria)” ...
»
(
Wikipedia) E'
sempre necessario comprendere i
testi biblici "nell'ambiente
culturale" in cui sono stati
redatti e questo " lavoro faticoso" oggi
viene fatto dai
biblisti
a favore
di tutti
. Una corretta esegesibiblica richiede
poi una interpretazione per
la corretta COMPRENSIONE della
Parola nel proprio contesto
culturale e religioso e questo
è un compito del Magistero.
Mt
13, 19 Ogni volta che uno
ascolta la parola del Regno e
non la comprende,
viene il Maligno e
ruba ciò che è stato seminato nel
suo cuore: questo è il seme
seminato lungo la strada.
1 Corinzi 2, 14 ... l'uomo
lasciato alle sue forze non
comprende le cose
dello Spirito di Dio: esse
sono follia per lui e non
è capace di intenderle, perché
di esse si può giudicare per
mezzo dello Spirito.
La
traduzione in latino
-
l''ebraico nishmat che
in greco è pnoè , in latino diventa spiraculum :
spiraglio , apertura , ( riferito ad una) folata
di ventilazione ;
- nefesh ,
in greco psykè ,
viene tradotto in latino con "anima ",
a volte con vita
-
ruah , in
greco pneuma è reso generalmente in latino con " spiritus "
- 'hay - hayyah diventato
in greco bios o psykè o Zoè L' ebraico 'hay nella TANAK
, in greco diventa bios o Zoè a
seconda dei contesti.
In latino e poi in italiano i tre termini greci bios,
psykè e Zoè vengono
tutti e tre tradotti con con vita ,
cancellando ogni
differenza tra : vita, vita, e VITA
!
I testi del del Nuovo Testamento giunti a noi sono scritti
in greco ma
i redattori sono tutti ebrei che ben conoscevano
la TANAK e la LVXX ( i Vangeli sono redatti seguendo
le regole che erano state stabilite per gli scribi, i rabbini )
e pensavano con una "mente giudaico-cristiana" del
I°- II°sec. I filosofi greci e latini
Seneca
, Cicerone ( I -II sec) L'uomo, nonostante il Fato preordini
la sua vita, può liberamente agire pre-vedendo
il proprio destino, magari ricorrendo alla divinazione e
alla mantica ( negromanzia) , e quindi adeguando,
per evitare i mali previsti, i suoi comportamenti a quanto
gli riserva il destino. Il corso inesorabile e causale degli
avvenimenti stabilito dal Fato (εἰμαρμένη) potrà essere
modificato dall'intervento provvidenziale (πρόνοια) degli
dèi. Destino
e provvidenza, quindi, nella visione stoica
corrono su due binari paralleli poiché ambedue sono immanenti
alla realtà umana. Questa filosofia giungerà nel
mondo latino-romano ed era diffusa ai tempi di Gesù
Paolo nei suoi scritti dimostra di conoscere la filosofia
stoica : sosterrà la concezione della sovrana
libertà dell'uomo nei confronti del Fato , ritenendo necessario
il libero agire morale dell'uomo nonostante
che il mondo sia stato regolato ab aeterno da
Dio e ci sia un intervento nella storia della Provvidenza
divina. Il pensiero di Agostino attraverserà
tutto il Medioevo nei dibattiti sullaprescienza di
Dio e sulla libertà dell'uomo.
Plotino ( III sec)
Lui ed i suoi discepoli concepiscono il pneuma come
un attributo del corpo astrale umano, di natura intermedia,
chiamato ochema e detto appunto corpo
pneumatico .
Gli Gnostici ( II-IV sec.) L''uomo è composto dipneuma,
psyké, e sòma(corpo ). La "parte
superiore"della psykèè
il pneuma che risiede nel mondo
spirituale : «non è disceso nella materia » quindi è
privo di contatto col corpo carnale.
La
teologia del NT nei primi secoli cristiani In
uno dei documenti cristiani più antichi si legge : «
La carne, anche se non ha ricevuto alcuna ingiuria, si accanisce
con odio e fa’ la guerra all’anima,
perché questa non le permette di godere
dei piaceri sensuali;
allo stesso modo anche il mondo odia i cristiani pur non
avendo ricevuto nessuna ingiuria, per il solo motivo che
questi sono contrari ai piaceri. L’animaama
la carne, che però la odia, e le membra; e così
pure i cristiani amano chi li odia.
L’animaè rinchiusa nel corpo,
ma essa sostiene il
corpo; anche i cristiani sono detenuti nel
mondo come in una prigione, ma sono
loro a sostenere il mondo.
L’anima immortale risiede in un
corpo mortale; anche i cristiani
sono come dei pellegrini ( immortali) che
viaggiano tra cose corruttibili, ma
attendono l’incorruttibilità celeste
( definitiva) . L’anima,
maltrattata nelle bevande e nei cibi, diventa migliore;
anche i cristiani,
sottoposti ai supplizi
,aumentano di numero ogni giorno più. Dio
li ha posti in un luogo tanto elevato, che non è loro permesso
di abbandonarlo .
(
Lettera a Diogneto
(Cap. 5-6; Funk 1, 317-321) « ... Sulla base del testo di
Paolo che indicava il composto umano come " corpo anima e
spirito" : 1
Tessalonicesi 5, 23 Il Dio della pace vi santifichi
interamente, e tutta
la vostra persona, spirito, anima e corpo,
si conservi irreprensibile per la venuta del Signore
nostro Gesù Cristo
nacque la questione della doppia anima,
di cui una connessa con il corpo ( l'anima )
e l'altra puramente
spirituale e perciò del tutto separata
dal corpo ( lo spirito).
Può esistere nell'uomo qualcosa di separato
dal corpo ? La questione fu a lungo dibattuta.Nei Concilidi Costantinopoli dell'869-870
e dell'879-880 venne affermata
l'unicità dell'anima
umana, escludendo come anatema
la presenza di una parte superiore
intellettiva ( spirito) priva
di unione diretta con quella carnale I
Concilii : L'uomo è unità di corpo e anima
e la morte è la loro separazione.
«
... Tra i padri della Chiesa prevaleva
una concezione tripartita dell'essere
umano ( corpo, anima e spirito ) Secondo
Ireneo di Lione ( II-III sec.)
, «vi sono tre principi
dell'uomo intero: il corpo, l'anima
e lo spirito. Quello
che salva e che forma è lo spirito.
L'altro, che è unito e formato, è il
corpo. Poi un intermediario
tra i due è l'anima. Questa talora
segue lo spirito ed è elevata da lui.
Talora anche condiscende al corpo e
si abbassa alle voglie terrestri».
Questa filosofia fu poi abbandonata. Il
pensiero cristiano nel mondo latino [Enc.Treccani]" Fra
gli autori
ecclesiastici che hanno
affrontato l'argomento, che si
presenta quasi sempre
connesso al tema della resurrezione,
sono da annoverare
Agostino di Ippona (III-IV
sec.)
,
Tommaso d'Aquino
( XIII sec.)
e
Bonaventura da Bagnoregio
( XIII sec.)
.
Mentre Agostino immaginava
l'anima come una specie di nocchiero
del corpo, postulando
un certo dualismo, Tommaso
d'Aquino insiste
sull'unità inscindibile dell'uomo.
La concezione spiritualista
dell'anima a partire
dalla filosofia di Platone era
un concetto diffuso nella cultura
cristiana latina e con esso quello
della immortalità dell'anima.
Origene , scrittore cristiano latino,
riconduce l'etimologia della
parola anima (anima)
al termine greco psycron che
significa "freddo",
uno dei quattro elementi costitutivi
del corpo umano che secondo la
fisiologia antica in caso di
squilibri avrebbe potuto generare
le malattie psicosomatiche. «anima è
una specie di intermediario nel
corpo » «
... Nella tradizione cristiana
si viene elaborando grazie
soprattutto ad Agostino
di Ippona, (
IV secolo) una concezione
spiritualista dell'anima come
sostanza, che utilizza
prevalentemente alcune
dottrine platoniche [
la scuola greca a lui
contemporanea] .
Per Agostino d'Ippona, che
risente dell'influsso neoplatonico,
-
lo spirito
umano consiste
nell'attività della mente con
cui la anima può
conoscere le verità
intellegibili .
-
l' anima nell'uomo possiede
una facoltà superiore,
spirituale,in
cui si fa sentire
la presenza di Dio,
- ed una facoltà inferiore,
rivolta agli enti materiali.
Permane in Agostino l'esigenza
di una visione unitaria delle
tre parti dell'uomo, in cui l'anima
funga da intermediaria tra
spirito e corpo, ora
elevandosi alla luce intuitiva
della sapienza (ratio
superior), ora rivolgendosi
alle attività mondane ad un
livello logico-scientifico
(ratio inferior). «La
psikè non
è tutto l'uomo ma la
sua parte migliore;
e neanche il corpo è
tutto l'uomo intero,
ma la sua parte inferiore.»
(Agostino,
La città di Dio, XIII,
24, 2) Torna
Aristotele Nel
Basso Medioevo,
a partire dal
XII secolo si
riscoprì Aristotele,
grazie alle traduzioni
e ai commenti
dei filosofi islamici,
come
Averroé
(
considerato dai
musulmani il più
influente filosofo
musulmano del
Medioevo e nel
mondo occidentale
come Il commentatore
e padre del razionalismo)
. Averroè
affermò che i
testi sacri dovevano
essere interpretati
allegoricamente
qualora ciò contraddicessero
le conclusioni
raggiunte dalla ragione e
dalla filosofia.In
quei tempi
i filosofi sviluppavano
le loro tesi
avendo come autoritates i
grandi filosofi
greci mentre
i teologi avevano
come autoritas la
sola Rivelazione
biblica.
La tesi di
Averroè poneva di
fatto la
questione
se la ragione (telogica
e filosofica
) poteva
considerare
di risolvere
le contraddizioni
tra le loro
tesi
e la
rivelazione
attraverso
l'accoglienza
delle autoritates
della
filosofia. Oltre alla dirompente scoperta di Aristotele,
iniziò a circolare anche qualche ulteriore dialogo
platonico e le opere dei filosofi islamici
ed ebrei. Nel XIII sec. la Tradizione
ebraica identifcava
l'anima attraverso la
filosofia neoaristotelica
portata in europa da Averroè. L'averroita
Saadia Gaon
sosteneva che l'anima è
quella parte dell'uomo che è costituita di desideri
fisici, emozioni e pensiero. Maimonide
( 1135-1204 d. C.) , nella Guida dei Perplessi intende
l'anima come
l'intelletto sviluppato, privo di sostanza.
Nella cultura
ebraica mistica ed esoterica del XII-XIV secolo ,
si ritrova una antropologia diversa da quella biblica Nefesh : sono le "funzioni animali" come istinti
e funzioni vitali. Si trova in tutti gli uomini, ed entra nel
corpo fisico al momento della nascita. È all'origine della natura
fisica e psicologica.
Ruach, lo spirito umano , sono le
virtù morali , la capacità di distinguere
il bene dal male.
Neshamah è il Sé più
elevato.
Essa distingue l'uomo da tutte le altre forme di vita.
Ha a che fare con l'intelletto, e permette all'uomo
di godere e beneficiare della vita definitiva.
Questa parte è comune ad ebrei e non ebrei al momento
della nascita ma è la parte che permette la
consapevolezza dell'esistenza e presenza di Dio In
questo clima si sviluppa la
filosofia scolastica
Nei
monasteri dell’Alto Medioevo, luoghi di trasmissione
e produzione della cultura scritta, si studiavano
le opere di padri della
Chiesa (tra i quali spicca Agostino,
per l’immensa influenza che esercitò su
tutta la filosofia medievale); le opere
dei primissimi autori medievali, come
Gregorio Magno; l’Organon di Aristotele,
tradotto in latino da Boezio;
alcuni commenti
ad Aristotele, come le Isagoghe
di Porfirio; il Timeo di
Platone; alcuni commenti di filosofi
neoplatonici; alcune
opere o frammenti di Cicerone e di Seneca. Se
la Parola divina contenuta nelle
Scritture è la verità rivelata da Dio, che
ruolo devono e possono avere la ragione,
la logica e il sapere filosofico,
fondato sulle autonome capacità umane
di riflessione e ragionamento? È possibile,
o addirittura doveroso, discutere,
interpretare, dimostrare logicamente
le verità rivelate? Il
termine “scolastica” indica
la filosofia medievale dei secoli
dal IX al XIV.
Il rapporto tra fede e ragione,
tra rivelazione e filosofia,
è il tema fondamentale della filosofia
scolastica . L
'incontro tra filosofia ( ragione)
e fede (rivelazione) Fino
al X secolo gli
unici detentori della cultura
scritta erano i chierici,
in particolare i monaci.
La religione dominava la vita
quotidiana, economica, sociale,
culturale e politica .
Dall’XI secolo,
con la nascita di un nuovo ceto
di “borghesi” l’alfabetizzazione
e lo studio iniziarono a diffondersi
anche tra i laici, in particolare
attraverso l’istituzione di scuole
cittadine. Nel XIII secolo poi
furono fondate le università.
I filosofi di quel periodo erano cristiani.A
differenza della filosofia
antica, che non aveva un fondamento
religioso, né una verità a cui
fare riferimento, né dei testi
sacri da interpretare , la verità per
i filosofi del Medioevo era quella
del Dio cristiano.
Compito della filosofia era
quello di interpretare le
sacre scritture. Le sacre
scritture erano le fonti principali
ed essenziali della filosofia
medievale, le eminentissima
auctoritas. Tuttavia
c’erano altri testi,
altre auctoritates a
cui fare riferimento. Nel
Medioevo non si conosceva
il greco, ma solo il latino.
Inoltre, la maggior parte
dei testi della filosofia
antica, greca ed ellenistica,
era andata perduta.
Anche dei filosofi neoplatonici,
che hanno tanto influenzato
la filosofia medievale, non
restava quasi nulla.Tommaso
d'Aquino e l'anima
immortale I
filosofi greci avevano
messo a tema la psikè indipendentemente
dalla Bibbia ebraica e dalla Scrittura cristiana. Nella filosofia
scolastica, psikè era diventata l'anima e
veniva messa a tema tenendo conto del campo semantico
che essa aveva assunto nel mondo greco per fonderlo con
quello che anima aveva assunto nella teologia latina. Dionigi ( o Pseudo Dionigi?) «Il
rapporto tra Dio e la creazione, nella tradizione
orientale era espresso con una teologia
simbolica tesa a sottolineare l’aspetto
della partecipazione delle
creature al Creatore mentre in Occidente si preferiva
parlare di analogia ,
il che permetteva di stabilire una somiglianza
indiretta tra Dio e il creato.
Dionigi l’Areopagita
( Atti degli Apostoli
17,22 - assieme a Gregorio di Nissa, Giovanni
Damasceno e Gregorio Palamas , dal primo cristianesimo
in oriente fino alla cultura slava ortodossa) esprime
l' impotenza delle parole ad esprimere i divini misteri
ricorrendo all’apofatismo
dei simboli come le icone e della liturgia
cristiana orientale
Per tutto il Medioevo l’autore del
Corpus dionisiano
è stato ritenuto discepolo di S. Paolo, per
cui godette di grande prestigio. Nella diffusione della teologia
negativa dello Pseudo-Dionigi ebbe un ruolo rilevante
il filosofo e rabbino spagnolo Maimonide. I
filosofi Scolastici
poi, pur accettando la teologia negativa di
Maimonide, ne rifiutano l’apofatismo assoluto. Dionigi trae la sua dottrina dall’autorità
della Sacra Scrittura, che deriva a sua volta, dallo Spirito
Santo per mezzo del quale apostoli e profeti hanno parlato ed
agito. Tommaso gli fa eco, quando rileva che «solo a Dio spetta
di conoscere ciò che è in se stesso»."
Nessuno può parlare di Dio senza errore, se non nella misura
in cui LUI lo rivela, e la Rivelazione è contenuta nella
Sacra Scrittura. Si può pensare qualcosa della divinità
soprasostanziale per ispirazione divina e
se ne può parlare dal momento che ciò che di essa
ci è manifesto è contenuto nei libri sacri. Per parlare
di cose divine – afferma Dionigi – si devono utilizzare
simboli appropriati , che ci conducono a conoscere
Dio come Principio
e Causa. Dionigi è decisivo per Tommaso ( è il
più citato): Tommaso acquisisce da lui elementi neoplatonici
che cerca di armonizzare con il suo aristotelismo»[ cf.:
L’ermeneutica biblico-patristica di Tommaso d’Aquino
nel commento al del
De Divinis Nominibus dello Pseudo-Dionigi Areopagita
Dice la scrittura ... che
DIO ha creato tutto, tutte le cose Dice
Tommaso Se
le cose "sono" in quanto DIO le ha create,
DIO è Principio e Causa per cui in esse sussiste
un
" atto di essere" di origine divina. Aristotele
definiva gli enti come materia+ forma e
Tommaso armonizza questa filosofia con la Scrittura introducendo
il concetto di Creazione Divina : ogni
cosa o ente " è"
in quanto è materia+forma+atto di essereLe
sostanze spirituali , sono prive di materia , immateriali,
: sono forma+atto di essere.Dice
la scrittura 2 Cor 4,
16]: «Se anche il nostro uomo esteriore si
va disfacendo,l‘uomo interiore si
rinnova di giorno in giorno». Dice Tommaso"...secondo
Dionigi [De cael. hier. 11, 2], si
ritrovano tre cose nelle sostanze spirituali,
cioè «l‘essenza, le facoltà e le attività »
Per indagare sulla natura dell‘anima(
che è sostanza spirituale, immateriale) bisogna
partire dal presupposto che l‘anima è
il primo principio della vita nei viventi che ci circondano:
infatti chiamiamo animati gli esseri viventi,
e inanimati quelli che sono privi di vita...
'anima è la vita di
ogni vivente . La vita poi si manifesta specialmente
nella duplice attività della conoscenza e del movimento Rimane
dunque dimostrato che ... l‘anima umana, la
quale viene chiamata "mente"
o "intelletto" , è qualcosa di incorporeo
, immateriale, e sussistente..
talora viene chiamato uomo ciò che è principale
in lui, e cioè: a volte, con ragione, la parte
intellettiva, che viene denominata uomo
interiore; a volte invece, secondo l‘opinione
di chi è immerso nelle realtà sensibili, la
parte sensitiva insieme con il corpo. E
questa viene chiamata uomo esteriore.Ciò
che è dentro l‘uomo è l‘anima. Quindi l‘anima
è l‘uomo interiore. L‘anima
umana è una sostanza. Ma non
è una sostanza universale. Quindi l'anima
è una sostanza particolare .
Dunque l'anima
è è individuale e personale, è un‘
ipostasi
o persona, e persona "umana"Quindi l‘anima
non è altro che l‘uomo,
poiché la persona
umana è l‘uomo.
(Summa
Teologica Articolo
4 In 3 Sent., d.
5, q. 3, a. 2; d.
22, q. 1, a. 1; C.
G., II, c. 57; De
Unit. Int.; De ente
et ess., c. 2; In
7 Metaph., lect.
9)
Dice
la
scrittura [Qo
3, 19], «c‘è un solo
soffio vitale per tutti. Non
esiste superiorità dell‘uomo
rispetto alle bestie»Quindi,
conclude, «la
sorte degli uomini e
quella delle bestie
è la stessa» . Essendo
dunque l‘anima
degli animali corruttibile,
lo sarà anche quella
dell‘uomo. Non
esiste cosa alcuna senza
una propria attività.
Ma l‘attività
dell‘anima, che è l‘intellezione mediante il
fantasma,
non può verificarsi senza
il corpo: infatti l‘anima
non intende nulla senza
il fantasma, e questo,
d‘altra parte, suppone
il corpo, come insegna
Aristotele [De
anima 1,
1]. Quindi, (
secondo Aristotele ) distrutto
il corpo, l‘anima non
può continuare a esistere. Tommaso
continua e dice : In
contrario dice Dionigi De
div. nom.
4] afferma che le anime
umane hanno dalla bontà
divina di essere «dotate
di intelligenza»
e di possedere «una sostanziale
vita inesauribile».
Quindi : Non è possibile
che l‘anima intellettiva sia corruttibileDice
la scrittura: Luca
1, 35 35Le rispose l'angelo: "Lo Spirito Santo
scenderà su di te e la potenza dell'Altissimo ti
coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà
sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio.
Dio
è Spirito che ha liberamente
unito l'intelligibile
al sensibile in Gesù,
il quale ha un Corpo
(sensibile) che è la
divinità stessa. Dice
Dionigi: A
differenza dei neoplatonici
che affermavano la
molteplicità dei principi
primi, distinti
e diversi dal Primo
Principio,
Dionigi afferma l’unicità
di Dio, quale Principio
Primo che è Causa Universale
di tutte le cose. Pur
distinguendo l’essere-per
sé o
la sapienza-
per sé dall’essere
per partecipazione e
la sapienza
per partecipazione, identifica
realmente l’essere
per sé o la
sapienza per sé con
Dio stesso.
Tommaso viene a
contatto con le
opere di Dionigi
prima a Parigi
poi a Colonia,
grazie al suo maestro
Alberto Magno.
Conosce il trattato
dei Nomi Divini nella
traduzione di Giovanni
Saraceno.
" Nel
Corpus
Dyonisianum
viene
analizzata
da Dionigi la dimensione
dello Spirito,
che risulta
collegato
al corpo per
il tramite
dell'anima. In
accordo
con il
platonismo, l'anima
è il punto
di unione
fra l'intelligibile
e il principio
materiale,
il sensibileL'intelligibile
sono le
idee-essenze che
danno forma
al corpo
e al carattere
di ogni
persona,
e sono
parte
di Dio
che è
tutte
le idee.
Se l'anima
è creata
in loro analogia ,
e le
idee di
cui è
fatta
sono una
copia
diversa
dall'originale
che è
Dio, tuttavia l'anima
è un
PONTE
fra la
materialità
del corpo
e l'originale
delle
idee (
che danno
forma
al corpo
e al carattere
di ogni
persona
e che
sono parte
di DIO) .
L'anima
crea un
LEGAME
fra gerarchie
celesti (
idee.) e
gerarchie
terrene,
tra le
realtà
dell'Io
e le
realtà
di Dio
Attraverso
la mediazione dell'anima tra
Dio e il mondo, nasce una
comunità di anime, che
sono quindi unite sia
nell'intelligibile che nel sensibile. L'anima
unisce ognuno a Dio, mentre Dio
unisce tutte le anime con LUI
nello Spirito . È perciò
più di una comunità di pensieri
e intenti come può essere una
scuola filosofica : è un'unione
anche sensibile che crea un Corpo
solo. Dice
la scrittura : Sap
2,1 Dicono fra loro sragionando: "La
nostra vita è breve e triste;
non c'è rimedio quando l'uomo
muore, e non si conosce nessuno
che liberi dal regno dei morti.
2Siamo nati per caso e dopo saremo
come se non fossimo stati: è
un fumo il soffio delle nostre
narici, il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore,
3 spenta la quale, il corpo diventerà
cenere e lo spirito svanirà come
aria sottile.
Sap 2,21 Hanno pensato così, ma si sono sbagliati;
la loro malizia li ha accecati. 22Non conoscono
i misteriosi segreti di Dio, non sperano ricompensa
per la rettitudine né credono a un premio per una
vita irreprensibile. 23Sì,
Dio ha creato l'uomo per l'incorruttibilità, lo
ha fatto immagine della propria natura (
divina che è incorruttibile) 24Ma
per l'invidia del diavolo la morte è entrata
nel mondo ( DIO non ha creato la morte) e ne fanno
esperienza coloro che le appartengono. ... l‘anima dei bruti (gli animali) è
prodotta da una potenza corporea,
mentre l‘anima umana viene
da Dio . Per questo nella
Scrittura è detto:Gen
1, 24] «La terra produca esseri viventi»,
mentre per l‘uomo si dice che Dio «soffiò
nelle sue narici un alito di vita» [ib.
2, 7] . Quindi altrove [Qo
12, 7] si conclude :«Ritorni
la polvere alla terra, com‘era prima,
e lo spirito torni a Dio, che l‘ha dato». Parimenti,
il processo vitale è simile quanto al
corpo, al quale si riferiscono quei testi: «C‘è
un soffio vitale per tutti» [Qo 3, 19],
«è un fumo il soffio delle nostre narici»
[Sap 2, 2] , etc. però il
processo non è uguale quanto all‘anima:
poiché l‘uomo ha l‘intelligenza, e non
invece gli animali. È quindi falsa l‘affermazione:
«Non esiste superiorità dell‘uomo riguardo
alle bestie» . Dice
Dionigi: Mentre Dio è «Colui
che ha capacità di "essere gli altri
restando Sé stesso"»,la
singola anima ha invece il libero arbitrio
di rifiutare l'unione con l'intelligibile e
staccarsi da Dio: perciò lo
Spirito non è un'essenza tipicamente dell'uomo,
bensì una delle dimensioni cui l'uomo può "partecipare".
Perciò è necessario affermare che l‘anima
umana, cioè il principio intellettivo, è (
spirituale e) incorruttibile E
una riprova di questa verità può vedersi
nel fatto che ogni essere desidera
naturalmente di esistere nel modo ad esso
conveniente. Ma negli esseri dotati di
conoscenza il desiderio segue la conoscenza. Ora,
mentre i sensi conoscono l‘essere soltanto
nelle circostanze particolari di luogo
e di tempo,l‘intelletto
percepisce l‘essere su un piano
assoluto e rispetto a ogni tempo. Per
cui ogni essere dotato di intelletto desidera
naturalmente di esistere sempre. Ma un
desiderio naturale non può essere vano (
viene da DIO) .
Quindi ogni sostanza intellettuale (come
l' anima che è desiderio di immortalità) è
incorruttibile. Dopo
una lunga serie progressiva
di sforzi,
la filosofia
scolastica
nel sec.
XIII riuscì
nel grande compito di armonizzare
pienamente la dottrina
aristotelica con la
credenza cristiana nella individualità
e immortalità dell'anima
umana. Nel IV
libro del De
Trinitate Tommaso
afferma che .. --l'anima è
tutta in tutto il corpo e tutta in
qualsiasi parte di esso : interamente
contenuta in ogni singola parte del
corpo umano è dunque ubiquitaria e
non collocabile in un singolo organo
(cuore oppure cervello, ecc.), né dal
corpo separabile (se non con la morte). S.
Tommaso, accettando la dottrina
aristotelica dell'anima come forma del
corpo, afferma in modo pieno
ed esplicito alcune tesi, che
nelle parole di Aristotele erano
contenute in modo oscuro ( secondo
taluni interpreti o non erano affatto
contenute secondo altri ). -- l'anima
dell'uomo, a differenza di quella dei bruti
( animali) , è principio subsistens,
e cioè capace di esistere senza il corpo come
è attestato dalle operazioni intellettive le
quali si compiono "senza organo corporeo"in
altri termini, -- l'anima
è principio spirituale,
intendendosi designare col termine spirito una sostanza
capace di pensare e di volere ..
l'anima è veramente forma, atto del
corpo (actus corporis:
De An., l. I, lect. XIV, n. 276) in
ciascun individuo, e costituisce col
corpo, appunto, una "sostanza
individua" ..
tale unione
intima col corpo è
ordinata per il megliodell'anima ( propter
melius: Summa theol.,
I; q. LXXXIX, a. 1)
perché questa, essendo
infima tra le sostanze
intellettuali, non può
conoscere nulla di ben
distinto se non mediante astrazione
dai fantasmi.Nel
XIII sec, Tommaso D'aquino riprende
la
metafisica aritotelica
e nella Summa Teologica (
argomento 75) costruisce
la teologia
cattolica sulla immortalità
dell'anima che sarà
poi Tradizione Cattolica. "L'anima
umana è una sostanza
intellettuale (
anima intellettiva) incorruttibile poichè
creata da DIO per ogni individuo
a immagine della SUA natura
che è incorruttibile e ciò
fa di ogni essere umano una
persona. L'anima è
la vita dell'uomo infatti
compie le funzioni della vita
sensitiva e vegetativa. l'anima umana
è creata da DIO per
ogni uomo ma - diversamente
da quella animale- essa è intelligente
, spirituale , quindi immortale. " Il Concilio
di Vienne - Dal
16 ottobre 1311 al 6 maggio
1312. 3 sessioni. Papa
Clemente V (1305-1314). DECRETI
(Sull'anima forma del
corpo) «
Aderendo fermamente
al fondamento della fede
cattolica, oltre il quale,
al dire dell'Apostolo,
nessuno può collocarne
altro (13), confessiamo
apertamente con la santa
madre Chiesa che l'unigenito
Figlio di Dio, eternamente
sussistente col Padre in
tutto ciò in cui il Padre
è Dio, ha assunto nel tempo,
nel seno verginale (di
Maria) le parti della nostra
natura unite insieme per
elevarle all'unità della
sua ipostasi e della sua
persona, per cui Egli,
essendo in sé vero Dio,
è divenuto vero uomo: l'umano
corpo, cioè, passibile,
e l'anima
intellettiva, ossia
razionale ,
che informa veramente
il corpo per sé
ed essenzialmente.
...
Inoltre, sempre con
l'approvazione del santo
concilio, ritroviamo
come erronea e contraria
alla verità della fede
cattolica, ogni dottrina
o tesi che asserisce
temerariamente, o revoca
in dubbio, che la sostanza
dell'anima razionale
o intellettiva non sia
veramente e per sé la
forma del corpo umano;
e definiamo - perché
sia nota a tutti la
verità della pura fede
e sia sbarrata la via
ad ogni errore - che
chiunque, in seguito,
oserà asserire, difendere,
o ritenere pertinacemente
che l'anima razionale,
cioè intellettiva, non
sia la forma del corpo
umano per sé ed essenzialmente,
debba ritenersi come
eretico. » Il
Concilio Lateranense
Quinto (1513) Concilio,
Sessione 8a,
19 dic. 1513Bolla
Apostolici
regiminis.
« Con questa
bolla viene
respinta la
dottrina, imbevuta
di
averroismo
,
( e cioè)
che non
si possa
dimostrare
l’immortalità
dell’anima
umana
con la
ragione,
ma debba
essere
creduta.
Questa
dottrina
era sostenuta
soprattutto
da Pietro
Pomponazzi
nel trattato
(terminato
nel sett.
1516)
De immortalitate
animae.
»
Dottrina
sull’anima
umana, contro
i neo-aristotelici.
" Ora, ... il seminatore di zizzania, l’antico nemico del
genere umano [cf. Mt 13,25], ha osato seminare e moltiplicare
nel campo del Signore alcuni errori estremamente perniciosi, che
i fedeli hanno sempre respinto, soprattutto sulla natura dell’anima
razionale, secondo cui essa sarebbe mortale o unica in tutti gli
uomini.
Poiché alcuni,
che si dedicano
alla filosofia
con leggerezza,
sostengono
che questa
proposizione
è vera, almeno
secondo la
filosofia,
desiderando
prendere gli
opportuni provvedimenti
contro questo
flagello, con
il consenso
di questo santo
concilio, condanniamo
e riproviamo
tutti quelli
che affermano
che l’anima
intellettiva
è mortale o
che è unica
in tutti gli
uomini, o quelli
che avanzano
dei dubbi a
questo proposito:
essa infatti,
non solo è
veramente,
per sé ed essenzialmente,
la forma del
corpo umano,
come si legge
in un canone
del nostro
predecessore
papa Clemente
V, di felice
memoria, pubblicato
nel concilio
generale di
Vienne [DS
902], ma è
anche immortale,
e, data la
moltitudine
dei corpi nei
quali è infusa
individualmente,
essa può essere,
deve essere
ed è moltiplicata
». La
Bolla afferma
che non
bisogna
credere
per fede
in Aristotele
( ipse
dixit ) che l'anima umana sia immortale
in quanto la ragione non può dimostrarlo
(come sosteneva Averroè) ma al contrario, la
ragione - come dimostra San Tommaso
D'Aquino - può dimostrare che
l'anima umana è creata da DIO
per ogni essere umano individualmente
e che è immortale e questa
evidenza razionale è assunta nella dottrina
della chiesa cattolica in quanto inconfutabile
: «... Poiché
il vero ( della
ragione) non può contraddire il
vero ( della rivelazione...
e viceversa ) , definiamo falsa
ogni asserzione contraria alla verità
della fede illuminata dall’alto [cf. DS
3017] e proibiamo rigorosamente di insegnare
una diversa dottrina. Stabiliamo che tutti
i seguaci di tali errori sono da evitarsi
e da punirsi come seminatori di dannosissime
eresie, come odiosi e abominevoli eretici
e infedeli e gente che cerca di scalzare
la fede cattolica.» La
Chiesa cattolica non ha definito infallibilmente
il momento esatto in cui l'anima entra
nel corpo. Mentre la dignità della vita
umana viene enfatizzata fin dal concepimento,
i tempi dell’“infusione dell’anima” sono
oggetto di discussione teologica in corso.
L'anima verrebbe infusa nel momento stesso del concepimento,
ma sarebbe un'anima, per dirla con Aristotele, "in
potenza" e non
ancora "in atto" poiché il corpo( la struttura
cerebrale) non è ancora pienamente formato. La potenzialità
dell'anima dunque è già tutta lì, nel concepito. La
Bolla non dice direttamente tutto sull'anima immortale
in un'unica e chiara affermazione. Tuttavia, fa due
cose fondamentali:
1- Condanna l'idea di un'anima mortale. Il decreto condanna specificamente l'idea
che l'anima umana sia mortale. Questa era una risposta
ad alcuni filosofi dell'epoca che sostenevano la mortalità
dell'anima basandosi su interpretazioni di Aristotele.
2- Afferma la natura individuale e immortale dell'anima Il decreto afferma che l'anima è "immediatamente
creata da Dio e infusa nel corpo" e che è "immortale". Ciò
sottolinea che ogni essere umano ha un'anima unica creata direttamente
da Dio e che dura oltre la morte fisica. Sebbene non entri
nei dettagli specifici sulla natura dell'anima o sul momento
esatto della sua "infusione", costituisce una dichiarazione
fondamentale nella dottrina cattolica per quanto segue :ogni
persona ha un'anima distinta e immortale che viene direttamente
da Dio e non è semplicemente un prodotto di processi
fisici ( non viene ereditata dai genitori). anima nell'
italiano biblico (e nelle lingue correnti) L'accezione
più comune di anima per l'uomo contemporaneo è " ciò
che è nell'uomo .. e non è corporeo" In
Enciclopedia Treccani :"La significazione
fondamentale di anima è quella di "causa
intrinseca, per virtù della quale un essere
vive"
Leggendo i testi biblici non si può applicare - evidentemente-
il significato che la parola anima ha assunto nelle diverse
culture contemporanee ma bisogna pensarla sempre con una "mente
biblica ",
giudaico-cristiana, del I° secolo .
Questa " mente biblica " va formata con lo studio,
non c'è altra via e per questo tutte le chiese cristiane nel
20° sec. hanno fondato o moltiplicato gli Istituti Biblici
dove si formano i " biblisti " , i ricercatori che
forniscono alle comunità cristiane gli strumenti per
far emergere dai testi biblici ciò che gli autori volevano
comunicare.Il magistero delle diverse chiese poi ( i vescovi)
hanno il compito di
interpretare
per ogni epoca , cultura e lingua i testi biblici con
gli strumenti che i ricercatori, i biblisti forniscono loro.
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