Piccolo Corso Biblico


Le parabole del Padre prodigo di Amore
Lc 15, 1 Si avvicinavano a lui tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. 2I farisei e gli scribi mormora vano dicendo: «Costui accoglie i peccatori e mangia con loro». La Legge mosaica prescriveva la separazione del popolo dal peccatore -anche con la pena capitale- in modo che il popolo fosse " sempre purificato".

Gesù fa il contrario della Legge per cui i giudei mormoravano : accoglie pubblicani e peccatori e mangia con loro. In medioriente si mangiava tutti in uno stesso piatto e questo significava che tutti comunicavano alla stessa VITA; comunicazione con i peccatori , persone considerate perse//morte dai giudei , significava contaminarsi con la morte.

" il suo comportamento, nei confronto dei peccatori, è contro tutta una tradizione biblica e religiosa del popolo d’Israele.... la tradizione insegnava che i peccatori sarebbero stati eliminati fisicamente dalla venuta del Messia.

Se voi leggete i salmi, c’è un salmo in cui il pio salmista - e le persone pie sapete sono sempre le più pericolose - dice: «ah, se il signore sopprimesse tutti i peccatori della terra!», perché l’idea di Dio, del Padre Eterno, era di colui che elimina il male.

Una delle espressioni che spesso si sente dire: ah, se fossi il Padre Eterno! Ecco, l’immagine che abbiamo del Padre Eterno, è un Dio micidiale. Se fossi il Padre Eterno, cosa farei? Beh, intanto eliminerei tutti i cattivi, i malvagi, i peccatori,
"
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Luca mette in scena Gesù come narratore e tipicamente questi narra in parabole .

I pubblicani nel giudaismo erano considerati peccatori in stato permanente di peccato, peccatori pubblici, perciò coloro che Dio ha perso e ( secondo quel giudaismo) lasciato per strada, i perduti . Sono presenti davanti a Gesù tutti i pubblicani e peccatori : paradosso che indica " l'umanità peccatrice", quella che era considerata perduta . Lo scopo di Luca è quello di rispondere alla domanda : qual è l'azione di Dio verso i peccatori , i perduti?

Sono presenti anche farisei e scribi ( coloro che si considervano puri//giusti e perciò vicini a Dio ) e Luca vuole cha anche loro ascoltino Gesù : anche farisei e scribi - le persono che potevano essere in quel tempo considerate le più religiose al mondo in verità erano dei perduti.

Luca annuncia la Parola di Gesù perchè cambi la mentalità sbagliata ( conversione) sia di coloro che si percepiscono come peccatori perduti sia di coloro che si percepiscono come giusti ( le persone che seguono la via della ritualità religiosa per meritare il perdono di Dio quando peccano )
3Ed egli disse loro questa parabola: 4«Chi di voi, se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va in cerca di quella perduta, finché non la trova? 5Quando l'ha trovata, pieno di gioia se la carica sulle spalle, 6va a casa, chiama gli amici e i vicini, e dice loro: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora, quella che si era perduta». 7Io vi dico: così vi sarà gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, più che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di conversione.La prima parabola conduce l'ascoltatore al paradosso : a nessun pastore verrebbe in mente di abbandonare il gregge per andare a recuperare una sola pecora che si è persa.

Tornando alla relatà l'ascoltatore può comprendere Gesù, la Parola , e radicarla nel cuore : Dio non abbandona mai nessuno , specialmente i peccatori che si perdono nella storia : invia Gesù ( la sua chiesa) ad incontrarli e in questo incontro avviene in loro la conversione cioè il cambiamento di mentalità, dalla religione ( che li lascia perdere ) alla fede nella Parola ( che li salva ).

" Quando Gesù inVITA un peccatore a seguirlo, non lo manda a fare esercizi spirituali per purificarsi, ma gli dice: «senti quanto è grande l’amore che io ho per te!»"
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Gesù conduce la pecora perduta -che riconosce e segue la voce del suo Pastore - nel gregge salvandola ( compiendola come Uomo ) definitivamente . Di questo si compiace Dio, che è Padre che solo e sempre, incondizionatamente , dà la sua VITA all'uomo per farlo Uomo che gli assomigli, un suo Figlio. Questa è la Buona Notizia .
8Oppure, quale donna, se ha dieci monete e ne perde una, non accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente finché non la trova? 9E dopo averla trovata, chiama le amiche e le vicine, e dice: «Rallegratevi con me, perché ho trovato la moneta che avevo perduto». 10Così, io vi dico, vi è gioia davanti agli angeli di Dio per un solo peccatore che si converte».Secondo paradosso ( mica tanto) : chi è quella donna che accende la lampada e spazza la casa e cerca accuratamente una dracma ( una monetina di poco valore delle 10 che possiede in tutto ) che le è cascata ?.

E' una donna che abita in una casa buia ( un tugurio) e che possiede 10 dracme in tutto , unaa donna che è veramente nella miseria. Per lei perdere una dracma è un problema ancor più grande di quello del pastore che perde una pecora. Ancora una volta Gesù narra la sollecitudine del Padre, verso tutti.

Dio ha la stessa sollecitudine verso tutti , anche per i più miseri//peccatori , coloro che sono stimati un nulla , affinchè nessuno si perda. Se qualcuno si perde , Gesù va a cercarlo , lo trova e lo recupera ( si tratti pure del più grande peccatore). In quella cultura venivano considerati peccatori sotto punizione divina , i lebbrosi, i pastori, le prostitute, i pubblicani, etc.

Dio è Padre che solo " dà" , dà la VITA , a tutti. Tutti vengono da Lui mandati e affidati a Gesù ( e alla sua chiesa) : perchè si compiano come Uomini Definitivi , superando la morte , nella risurrezione.

Gv 6,45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno istruiti da Dio. Chiunque ha ascoltato il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Gv 6,37 Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori,
Gv 6,39 E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell'ultimo giorno.
Gv 6,44 Nessuno può venire a me, se non lo attira il Padre che mi ha mandato; e io lo risusciterò nell'ultimo giorno.
Gv 14,6 : «Io sono la via, la verità e la VITA. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me.
Gv 6,35 «Io sono il pane della VITA; chi viene a me non avrà fame e chi crede in me non avrà sete, mai!
Lc 6,47 Chiunque viene a me e ascolta le mie parole e le mette in pratica, vi mostrerò a chi è simile...:
Lc 14,26 «Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria VITA, non può essere mio discepolo.
....

Questa è la Buona Notizia .

Il Padre Prodigo
. 11Disse ancora: «Un uomo aveva due figli. Terza parabola. Il numero tre nel giudaismo indica l'intierezza: l' apprendimento integrale, essenziale, sulla sollecitudine del Padre.
Luca mette in scena un padre con i suoi due figli e l'analogia dei peccatori e pubblicani con il figlio minore e dei farisei e scribi con il figlio maggiore è lampante. " L’evangelista vuol rispondere alla domanda: cosa deve fare l’uomo peccatore per ottenere//meritare il perdono di Dio?

Sapete che ogni religione propone i suoi riti penitenziali, i suoi riti purificatori con i quali l’uomo deve espiare la propria colpa e ristabilire la comunione con il proprio Dio. Quello che l’evangelista ci dirà, e che anticipiamo, è che il perdono di Dio non va ottenuto per i meriti dell’uomo, ma viene accolto come dono gratuito dell’amore di Dio. Quindi non si viene perdonati per le azioni che uno fa per ottenere il perdono, ma il perdono viene concesso come dono gratuito e anticipato da parte di Dio."

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12Il più giovane dei due disse al padre: «Padre, dammi la parte di patrimonio che mi spetta». Ed egli divise tra loro le sue sostanze. Il più giovane - I giovani vogliono godersi la VITA e spesso ascoltano i pensieri degli empi. Leggi : Sapienza 2,1-11.

" L’uomo ha due figli, il più piccolo non aspetta la morte del padre - per lui il padre è già morto - e pretende la parte di eredità. Il padre acconsente, non dà soltanto la parte dell’eredità al figlio che la richiede, ma divide tutto il suo patrimonio tra i due figli ... Secondo le leggi dell’epoca, il padre godeva di una specie di usufrutto fintanto che era in VITA, ... e il figlio maggiore riceveva il doppio del minore. "

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13Pochi giorni dopo, il figlio più giovane, raccolte tutte le sue cose, partì per un paese lontano e là sperperò il suo patrimonio vivendo in modo dissoluto. "paese lontano’ è una formula biblica che indica un paese pagano, quindi non si allontana soltanto dal padre ma si allontana anche da Dio, dalla religione - “dove disperse”, - dissipò – “il suo patrimonio”.

... mentre era in casa, ha potuto raccogliere tutto; appena fuori, ha disperso tutto. Ciò che dà il valore alla persona – in quell’ambiente, ma anche nel nostro - è la quantità di denaro che si ha. Fintanto che si ha denaro si è qualcuno, non avendo più denaro, non si è più niente. Disperdendo il denaro il figlio minore ha perso anche la sua identità, diventando anche lui un nulla. "
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14Quando ebbe speso tutto, sopraggiunse in quel paese una grande carestia ed egli cominciò a trovarsi nel bisogno. Il figlio minore è perduto. Caduto in miseria, sopraggiuge una carestia . Cosa farà il Padre?
15Allora andò a mettersi al servizio di uno degli abitanti di quella regione, che lo mandò nei suoi campi a pascolare i porci. 16Avrebbe voluto saziarsi con le carrube di cui si nutrivano i porci; ma nessuno gli dava nulla."Siamo in terra pagana perchè in terra d’Israele era proibito l’allevamento dei maiali e il giovane, spinto dal bisogno, va a fare un lavoro ... che lo rendeva impuro, perché, essendo il maiale animale impuro secondo la Bibbia, il contatto con il maiale rende impuri .." (*)

( e gli impuri non possono entrare in relazione con Dio ) Aveva fame ma nessuno gli dava nulla : il figlio rischia la morte di stenti. Il bisogno di VITA ( bios) di questo figlio rimanda al bisogno di VITA (zoé) del peccatore perduto-morto.

Mt7,7Chiedete e vi sarà dato, cercate e troverete, bussate e vi sarà aperto. 8Perché chiunque chiede riceve, e chi cerca trova, e a chi bussa sarà aperto. 9Chi di voi, al figlio che gli chiede un pane, darà una pietra? 10E se gli chiede un pesce, gli darà una serpe?11Se voi, dunque, che siete cattivi, sapete dare cose buone ai vostri figli, quanto più il Padre vostro che è nei cieli darà cose buone a quelli che gliele chiedono!

Quali cose buone? Di cosa ha bisogno un figlio morente? Di VITA!

Lc 11,13... il Padre vostro del cielo darà lo Spirito Santo a quelli che glielo chiedono! »

Il padre è colui che guarda al bisogno dei figli per dare loro la VITA, così il Padre è colui che dà la sua VITA//Spirito a chi ne ha bisogno//glielo chiede.

"Tutto quello che chiederete al Padre nel mio nome, ve lo concederà... affinchè la vostra gioia sia completa!" (Gv.15,16; 16,23-24).

Non ci sono mediatori tra Dio ed i suoi figli.
17Allora ritornò in sé e disse: «Quanti salariati di mio padre hanno pane in abbondanza e io qui muoio di fame! 18Mi alzerò, andrò da mio padre e gli dirò: Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; 19non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Trattami come uno dei tuoi salariati».La riflessione interiore porta il figlio a concludere che solo il padre potrà garantirgli ancora VITA ( //VITA).

"Questo ragazzo, dall’inizio alla fine, ragiona soltanto in termini economici: dammi i miei soldi. Finisce i soldi, e adesso che è alla fame - e c’è per la prima volta il verbo morire , che apparirà tre volte che significa la completezza - “Tornato in se disse: Quanti salariati di mio padre abbondano di pane mentre io per questa carestia muoio”.

Quindi il giovane incomincia a ragionare, stretto, non dal rimorso del dolore che ha causato al padre o alla propria famiglia, ma dai morsi della fame, e fa un piano lucido: “mi alzerò e ritornerò da mio padre e gli dirò: Padre ho peccato contro il cielo” – “contro il cielo” è una espressione ebraica che significa Dio – “e contro di te” perché non soltanto ha disonorato il padre con la sua scelta, ma si è allontanato anche da Dio, e vive in una condizione di totale impurità, “non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Fa’ di me come uno dei tuoi salariati..

Non gli manca il padre, gli manca il pane ( VITA) , e dice: «secondo la legge non posso più essere trattato come un figlio perché ho perso ogni diritto, ma almeno mio padre mi accoglierà come un operaio, come un salariato». E quindi decide di andare dal padre.

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20Si alzò e tornò da suo padre. Tornò-Il verbo andare//tornare qui usato da Luca (elthen) nella bibbia ebraica è un apax : è usato soltanto in Osea.

"La moglie di Osea era una donna abbastanza vivace e ogni tanto, dice Osea, “come le asine o le cammelle in calore quando fiutavano l’odore del maschio, scappava via”. Osea ogni volta la ritrovava, la riprendeva e se la portava a casa. L’ennesima volta che questa donna gli scappa, Osea perde la pazienza.

La rintraccia, e le fa un pubblico processo, le elenca tutte le malefatte e arrivato alla sentenza, - e la sentenza era una sentenza di morte per le donne adultere , ma l’amore di Osea per lei e più forte del giudizio - «perciò io ti dico: facciamo un altro viaggio di nozze, andiamo nel deserto te e io da soli, e là non mi chiamerai più padrone, ma marito». Perché il termine ebraico per marito è simile a padrone.

Os 2,16 Perciò, ecco, io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore.

Questa donna scappava perché non aveva un rapporto con un marito, ma con un padrone, e cercava affetto. Allora Osea capisce da questa sua esperienza, che non è vero quello che la dottrina religiosa tradizionale insegnava, che il pentimento era la condizione per ottenere il perdono dei peccati: prima c’è il perdono dei peccati e poi, eventualmente, il pentimento e la conversione."

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Il racconto è ad una svolta e il verbo tornò anticipa che il padre non chiederà condizioni per perdonare il figlio.
Quando era ancora lontano, suo padre lo vide, ebbe compassione, Il Figlio si era preparato per fare al padre una confessione di peccato : «padre ho peccato contro il cielo e contro di te non sono più degno di essere chiamato tuo figlio. Fa’ di me come uno dei tuoi salariati».

Nella parabola la confessione del peccato non risulta necessaria per il perdono : il padre lo vede già in lontananza e lo previene con il suo perdono .

" Il padre è rimasto sempre nell’attesa del figlio. Ha rispettato la sua libertà, ma non per questo ha rinunciato al figlio.
ebbe compassione : " Il verbo “avere compassione” , è un verbo tecnico che nella Bibbia indica l’atteggiamento solo di Dio. Per le persone si usa il verbo “avere” o “usare misericordia”, ma per Dio si usa solo avere o usare compassione, perché è il verbo che indica un’azione divina che restituisce VITA la dove VITA non c’è. Nel vangelo di Luca, questo verbo c’è tre volte e sempre in occasione delle quali c’è una restituzione di VITA:
1. Gesù, quando vede la vedova di Nain e gli resuscita il figlio, dice: “la vide e ne ebbe compassione” (Lc 7,13). Il vedere da parte di Gesù, da parte di Dio, è sempre accompagnato da un’azione di restituzione di VITA a chi VITA non ce là.
2. Poi c’è nella parabola del Samaritano: il samaritano “lo vide” - il ferito – “e ne ebbe compassione” (Lc 10,33). 3.
3. E poi anche qui, da parte del padre, quindi di Dio, nei confronti del peccatore." (*)

gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò. evidenzia la compassione-misericordia-amore incondizionato del padre.

"Nel mondo orientale, dove i tempi non sono i nostri, si vive molto più armonicamente e la fretta è considerato un gesto di grande disonore, di maleducazione e una persona sposata, un padre di famiglia non corre mai.

Se una persona corre, significa che perde la propria reputazione. Qui il padre si mette a correre. Per il padre, restituire VITA e dignità al figlio disonorato, è più importante del proprio onore. Per restituire subito l’onore al figlio che l’aveva perso, il padre accetta di perdere il suo.

Il figlio, col proprio comportamento, aveva disonorato il padre. Il padre, con il suo, gli restituisce l’onore quindi “ gli corre incontro”."

e lo baciò - " Qui l’evangelista riprende alla lettera una espressione che si trova nel primo grande perdono che compare nella Bibbia... che riguarda un fatto di eredità, e si trova nel libro della Genesi, nell’episodio di Esaù e Giacobbe.

Giacobbe, il secondogenito di Isacco, sapendo che l’eredità passava tutta al primogenito Esaù, approfittando che il padre è ormai cieco , lo inganna : gli dice che è Esaù e si fa benedire e la benedizione significava il conferimento dell’eredità.

Figuratevi quando Esaù viene e si trova diseredato perché questo vigliacco di Giacobbe lo ha fregato di tutta l’eredità. Allora Giacobbe, che aveva appena ricevuto ufficialmente la benedizione - giuridicamente, da quel momento la benedizione non poteva più essere ritirata - prende e scappa perché dice: Esaù, quando mi vede, come minimo mi fa la pelle.

E infatti c’è scritto nel libro della Genesi, che Giacobbe vide da lontano Esaù con più di quattrocento uomini. Una strizza perché dice: è finita. Ebbene, il libro della Genesi dice: “Esaù gli corse incontro, gli si gettò al collo e lo baciò” (Gn 27,27) E’ il primo grande perdono della Bibbia. Il bacio, nel linguaggio biblico, significa un perdono che è già concesso....

Il padre, correndo verso il figlio ha già perso la sua reputazione di fronte agli uomini. Ma adesso fa di più. Questo ragazzo è un porcaio, un immondo. Il padre - notate cosa ha detto l’evangelista - gli si gettò al collo. Toccando il porcaio, l’impurità del porcaio passa pure al padre. Così come prima ha perso l’onore per rendere onore al figlio, adesso accetta di essere impuro per rendere puro il proprio figlio

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21Il figlio gli disse: «Padre, ho peccato verso il Cielo e davanti a te; non sono più degno di essere chiamato tuo figlio». 22Ma il padre disse ai servi: «Presto, portate qui il vestito più bello e fateglielo indossare, mettetegli l'anello al dito e i sandali ai piedi. 23Prendete il vitello grasso, ammazzatelo, mangiamo e facciamo festa, Il figlio non capisce tutto questo , è preso dal suo programma e a questo punto riesce a fare la confessione che si era preparato.

non son più degno- è la mentalità religiosa, che ragiona con le categorie del merito.

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La religione insegna che l’uomo deve essere degno per accogliere il Signore e la persona impura non può rivolgersi al Signore. Gesù ribalta il concetto: è l’accoglienza del Signore quello che ti rende degno."
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Ma il padre disse ai servi - il padre non se ne cura della confessione ( Ma...) non lo lascia continuare nel suo atto di dolore e fa una serie di gesti eclatanti che culminano in una festa .

"Quando vede il figlio- l’uomo peccatore - tornare , il Padre non esprime ira, non si mette sul trono ad aspettare che l’altro faccia penitenza e, inginocchiato, lo supplichi del perdono, ma: “lo vede e ne ha compassione” cioè incomincia una serie di azioni tendenti a restituire VITA là dove VITA non c’è. "
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Il Padre di Gesù non viene mai offeso dai peccati dei suoi figli : Egli mantiene sempre verso di loro il suo Amore//Spirito che è incondizionatmente a loro disposizione .

"... Il Padre è una continua comunicazione del suo amore, per questo Gesù mai nei vangeli inVITA i peccatori a chiedere perdono a Dio - non si trova neanche una sola volta - ma sempre, continuamente, inVITA gli uomini a perdonarsi fra di loro per rendere operativo questo perdono da parte di Dio.
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la veste
"La veste era una onorificenza che indicava il pieno ripristino nella dignità . E anche qui il riferimento è al libro della Genesi... Giuseppe era finito in carcere per sottrarsi alle voglie della moglie del faraone. È stato calunniato, è stato in carcere, poi finalmente è venuta fuori la sua innocenza. Quando il faraone lo rimette a capo di tutto il paese d’Egitto, dice: “si tolse di mano l’anello, lo pose sulla mano di Giuseppe, lo rivesti di abiti di lino finissimo”.

Quindi non si tratta di cambiare un abito sporco con abiti decenti, ma una onorificenza che indica grande autorità e dignità... il primo gesto del padre è di ripristinarlo nella dignità totale che aveva prima, senza nessuna garanzia. .. non c’è nessuna garanzia che questo figlio si sia pentito, lui è tornato a casa per interesse: «qui faccio la fame e là mangio»" (*)


l'anello: “E datogli l’anello nella mano”
"... l’anello non è un semplice monile ma è la consegna del sigillo della famiglia. Possedere l’anello significava essere a capo di tutta l’amministrazione. .. L’anello, oggi potremo dire era la carta di credito, il libretto degli assegni della casa. " (*)

" “i sandali ai piedi”.

Togliere i sandali ai piedi era una delle espressioni che accompagnavano le manifestazioni di dolore, di lutto. Rimetterli significava la fine del periodo di tristezza. Per il padre, la mancanza del figlio l’aveva vissuta come un lutto, adesso il lutto è finito e bisogna restituire la gioia a questa casa."

“E portato il vitello, quello ingrassato, uccidetelo, mangiamo e festeggiamo”.

"Il tema del vitello grasso è importante perché apparirà per ben tre volte in questa narrazione e il fatto di mangiare tutti insieme vuol dire che questo figlio non sarà un servo nella casa paterna ma viene pienamente integrato nella VITA famigliare.

24perché questo mio figlio era morto ed è tornato in VITA, era perduto ed è stato ritrovato». E cominciarono a far festa. E questa è la motivazione: “perché questo mio figlio era morto, ed è tornato in VITA era perduto ed è stato trovato. ”.

Il motivo della festa è la nuova nascita del figlio minore. Quindi l’atteggiamento di Dio nei confronti dell’uomo peccatore è di comunicargli VITA ( e VITA ) e poi … - non mandarlo a fare gli esercizi spirituali perché si ravveda - ….. ma fare festa.

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25Il figlio maggiore si trovava nei campi. Al ritorno, quando fu vicino a casa, udì la musica e le danze; 26chiamò uno dei servi e gli domandò che cosa fosse tutto questo. 27Quello gli rispose: «Tuo fratello è qui e tuo padre ha fatto ammazzare il vitello grasso, perché lo ha riavuto sano e salvo». 28Egli si indignò, e non voleva entrare. maggiore, il più anziano- in greco qui è presbitero

" l’evangelista adopera il termine perché ricorda i presbiteri, gli anziani del popolo che insieme agli scribi e ai sadducei, erano i componenti del sinedrio. E’ a costoro che è stata rivolta la parabola, quindi da adesso inizia a focalizzarsi su quello che è il protagonista assoluto di questa parabola.

La parabola è stata detta a coloro che si ritengono i figli maggiori, coloro che pensano di ottenere l’amore di Dio grazie ai loro sforzi e ai loro impegni, le persone religiose. Le persone che tutto quello che fanno, lo fanno per amore di Dio. È a queste persone che è indirizzata questa parte.


... Il figlio più anziano - quindi il figlio maggiore - era nel campo. Quando tornando si avvicinò a casa, udì la musica e le danze. Quindi sta nei campi, torna a casa, sente la musica e le danze. La reazione normale di una persona sana sarebbe quella di sentirsi attratti dalla musica e dalle danze, ma la religione non rende le persone sane, la religione rende le persone malate. Quello che doveva essere uno stimolo di VITA, lui lo vede con sospetto.

Le persone religiose sono delle persone deformate nel proprio intimo e nella propria psiche. Mentre la fede in Gesù fa crescere l’individuo e lo modifica, la religione distrugge l’individuo. E infatti cosa fa? Non va a casa. Questo personaggio è presentato in una luce cupa ...

“Ed avendo chiamato uno dei servi si informò su cosa fosse tutto questo”. Musiche e danze nella casa di mio padre? Lui non c’è abituato, è una persona grigia, funerea. “Egli allora gli disse: Tuo fratello e venuto e tuo padre ha ucciso il vitello, quello ingrassato, perché lo ha riavuto sano”. Quindi gli dice il motivo della festa, ci sarebbe da rallegrarsi. “Ma si adirò e non voleva entrare.

Quell’allegria del padre non viene condivisa dal figlio maggiore, che alla gioia del padre contrappone tutta la sua rabbia. Il figlio maggiore, si trova nella stessa situazione del figlio minore: quello era andato via da casa
e questo non ci vuole entrare .

... il rifiuto del primogenito di entrare nella casa del padre, richiama l’accusa che Gesù ha fatto a scribi e farisei, dicendo: «Voi non siete entrati nel regno e ci impedite agli altri di entrare».

[ Lc 11,52 Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito ».

I farisei credevano che la venuta del regno di Dio fosse impedita dalla presenza dei peccatori, quali i pubblicani e le prostitute. Gesù, proprio a questa categoria di persone ( scribi e farisei) , dice: «sveglia, gente, quelle persone che voi credete che siano esclusi dal regno, guardate che hanno preso il posto vostro, e voi siete rimasti fuori».

Suo padre allora uscì a supplicarlo. 29Ma egli rispose a suo padre: «Ecco, io ti servo da tanti anni e non ho mai disobbedito a un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i miei amici. 30Ma ora che è tornato questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzato il vitello grasso».   Come il padre è andato incontro al figlio minore, ora va incontro al figlio maggiore.

Vedete che il padre non fa differenze, e non fa forza della sua autorità paterna, non lo comanda, ma lo prega. Il padre verso il figlio non si comporta come un padrone ma addirittura come un servo che supplica.

“Ma egli rispose al padre” - e questa è una fotografia della deformazione che può produrre la religione – «Ecco, da tanti anni ti servo e mai un solo comando tuo ho trasgredito, e mai mi hai dato un capretto perché con i miei amici facessi festa»”. Il motivo della lamentela del figlio maggiore viene espresso attraverso l’immagine del servizio, del comando, e l’immagine della ricompensa, che sono le tre basi della religione.

Bisogna servire Dio, si serve Dio osservando i suoi comandi, come risposta da parte di Dio, c’è una ricompensa. Questo è il ritratto della religione. Quindi il servizio, il comando e la ricompensa. Io servo Dio, lo servo osservando i suoi comandamenti, e come ricompensa ho qualcosa.


L’accusa che fa al fratello minore rappresenta il satana. Il satana – sappiamo - è l’ accusatore dei credenti , quindi il ruolo del figlio maggiore, nonostante tutta la sua osservanza, qui, nel racconto è quella del satana.

“ha divorato il tuo patrimonio con le prostitute”. E chi lo ha detto? Gesù ha detto che questo figlio aveva sperperato tutto vivendo dissolutamente. Ma, con la malizia tipica delle persone molto religiose , questi osservanti che osservano così bene da poter vedere anche quello che non c’è - è la trave conficcata nell’occhio che deforma la realtà - informa il padre come è stato sciupato il capitale: con le prostitute.

31Gli rispose il padre: «Figlio, tu sei sempre con me e tutto ciò che è mio è tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perché questo tuo fratello era morto ed è tornato in VITA, era perduto ed è stato ritrovato»».Mentre il figlio si è rivolto al padre: “questo tuo figlio”, il padre gli risponde: “Ma egli gli disse: Figliolo” - il termine greco è un termine che indica un grande affetto, una grande tenerezza - “tu sei sempre con me, e tutte le cose mie sono tue”.

Sono dettate dalla sorpresa le parole del padre al figlio, perché questo figlio, pur stando sempre con il padre, non ha mai vissuto da figlio.

È la tragedia di molti credenti che vivono il rapporto con Dio sempre in un rapporto di timore come dei servi nei confronti di un Signore e non riescono mai a vivere come dei figli col loro padre. Sempre con il timore di trasgredire, di fare male, perché poi Dio si vendica.

Quello che accomuna i fratelli è che entrambi non hanno un atteggiamento di figlio verso il padre, ma di servi verso il padrone.

Il primo, il minore, torna a casa sperando di essere trattato come un servo. Ma -e questo è più grave- il secondo, il maggiore, si crede e si comporta come uno schiavo. Lui non collabora come un figlio col padre, ma obbedisce come uno schiavo. Qui Gesù denuncia il frutto marcio, la deformazione della religione.
La religione insegna che il credente è colui che obbedisce a Dio osservando le sue leggi, e per questo ha una ricompensa.

Gesù insegna che il credente è colui che assomiglia al Padre praticando un Amore-compassione, un perdono simile al Suo.
L’obbedienza alla legge, che era sostenuta dagli scribi e praticata dai farisei, rende le persone infantili e impedisce la loro crescita. L’obbedienza non è una virtù cristiana, ma è un atteggiamento satanico perché impedisce lo sviluppo e la crescita dei figli di Dio.

Le persone che obbediscono rimangono sempre immature, incapaci di autonomia e sempre bisognose di un’autorità che dica loro se il loro comportamento è giusto o meno. Questa è una tentazione continua.

Questo figlio - primogenito-ha tutto il patrimonio famigliare, è tutto già suo, non ha bisogno di andare dal padre a chiedere. La lamentela infantile: non mi hai mai dato un capretto per far festa con gli amici!! O scemo, è tutto tuo, prenditelo, cosa aspetti che io te lo dia? è l’immaturità che produce la religione.

Il figlio maggiore rappresenta le persone immature a causa della religione che hanno sempre bisogno di un padre al quale riferirsi. Per questo Gesù quando dice: «chi avrà lasciato il padre, la madre, il fratello, la sorella, troverà cento volte tanto nella comunità madre, fratello, sorella».

Non il padre, ma la figura del padre, che indica l’autorità, autorità che nella comunità di Gesù , non c’è. L‘unico padre presente nella comunità dei credenti è il padre chiamato ‘dei cieli’, cioè Dio, che non governa gli uomini dando delle leggi che loro debbono ubbidire, ma comunicando la sua stessa Forza. Mentre l‘obbedienza rende le persone immature e infantili, l’amore le fa crescere "

tutto quello che è mio è tuo - È stata l’obbedienza ad impedire di comprendere l’amore del Padre, è stato il sentirsi servo che ha impedito di comportarsi come figlio.

Quindi un invito da parte di Gesù che, se ancora c’è qualcuno che vive il rapporto con Dio come un rapporto di obbedienza nei confronti del Signore, di liberarsi da questa idea, ed iniziare una relazione dove – come dice il padre della parabola - tutto quello che è mio è tuo. (*)

Perdono e condono " Il perdono è un termine religioso che presume una serie di atteggiamenti da parte dell’uomo. L’uomo commette il peccato, si pente, denuncia il proprio peccato - a quell’epoca offriva delle offerte di animali - e poi otteneva il perdono. Quindi il termine perdono implica una serie di azioni compiute dall’uomo nei confronti di Dio. Nei vangeli Gesù non parla di perdono dei peccati, ma di condono. Il condono che cos’è? E’ un’azione gratuita da parte di Dio. Dio non attende che tu fai tutta la procedura del pentimento, della confessione, dell’offerta, della penitenza, ma lui ti ha cancellato già la colpa, ti ha perdonato completamente.
Perdono richiama la serie di azioni da parte degli uomini nei confronti di Dio per ottenerlo.
Condono richiama l’azione che parte da Dio nei confronti dell’uomo.
Tu per ottenere il perdono dei peccati non devi fare assolutamente niente perché Dio te li ha già condonati. Però questo perdono diventa efficace ed operativo, quando si traduce in altrettanto perdono nei confronti degli altri (*)

Questa è la Buona Notizia .
La porta e le chiavi del Regno di Dio L'espressione " Regno di Dio" o "Regno dei cieli" è Gesù, l'uomo che ha la condizione divina, possiede lo Spirito divino, la VITA dell'Eterno. E' l'Uomo Nuovo, Compiuto e Definitivo .

Gesù dona il suo Spirito, la sua VITA, la sua condizione divina a chiunque crede in Lui. Coloro che accolgono e vivono lo Spirito sono introdotti nella VITA , subito, come Uomini che possono compiersi in modo definitivo. La Chiesa non è se non chiesa di Gesù. Essa è la comunità raccolta da Gesù nella Comunione di Spirito//VITA con Lui e con il Padre .

La comunione di Spirito agisce nella Parola che fa memoria dell'opera salvifica di Gesù , il progetto creativo di Dio , l'Uomo che si compie nella storia attraverso il suo programma . La comunione di Spirito agisce nei sacramenti// memoriale di Gesù nei quali Egli sprigiona il suo Spirito. Si entra in questa Comunione con

- il catecumenato della Parola , lo Spirito che apre occhi e orecchi sulla Verità, la Via, la VITA che compie l'uomo nella pienezza ;
- con il battesimo, che rende l'uomo "partecipe dello Spirito" in pienezza, un Uomo, riscattandolo così dal Mondo Antico, il mondo dell' uomo;
-con la confermazione in cui lo Spirito viene accolto in piena coscienza//libertà
-con la riconciliazione sacramentale che ripristina il peccatore nella comunione di Spirito
-con il pasto del Pane di VITA che nutre//sostiene la VITA nello Spirito ed è principio di risurrezione.
- con la VITA consacrata, ordinata o matrimoniale in cui lo Spirito realizza una storia di "piena comunione "
-con l'unzione per la malattia in cui lo Spirito guarisce corpo e anima
Si esce da questa Comunione con il peccato. ma ...il perdono del Padre è incondizionato All'uomo Dio Padre dà tutto quello che è necessario per portarlo a compimento come Uomo Definitivo, salvarlo. Incondizionatamente : non pone condizioni.
Gesù rivela con le sue opere che il Padre è Spirto//Carità incondizionata.
Dubitare che Egli perdoni incondizionatamente il peccatore è non aver fede in Lui.
Rm 8,28 Del resto, noi sappiamo che tutto concorre al bene, per quelli che amano Dio, // per coloro che sono stati chiamati secondo il suo disegno.29Poiché quelli che egli da sempre ha conosciuto, li ha anche predestinati a essere conformi all'immagine del Figlio suo, perché egli sia il primogenito tra molti fratelli; 30quelli poi che ha predestinato, li ha anche chiamati; quelli che ha chiamato, li ha anche giustificati; quelli che ha giustificato, li ha anche glorificati.

Di fronte alla Carità, all'Amore incondizionato del Padre che guarda solo ai bisogni degli uomini , il peccatore può accogliere // convertirsi alla Carità divina o rifiutarla . Colui che ha dato fiducia ( fede) alle parole di Gesù ed ha accolto lo Spirito//Carità, lo irradia nella storia assomigliando così al Padre, diventando suo Figlio, compiendosi come Uomo
Gesù  " la Porta" della VITA -

La Chiesa chiude ed apre la Porta del Mondo Nuovo. Legare e sciogliere Lc 11,52 Guai a voi, dottori della Legge, che avete portato via la chiave della conoscenza; voi non siete entrati, e a quelli che volevano entrare voi l'avete impedito».

Mt 16, 17Gesù gli disse: «Beato sei tu, Simone, figlio di Giona, perché né carne né sangue te lo hanno rivelato, ma il Padre mio che è nei cieli. 18E io a te dico: tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa e le potenze degli inferi ( la morte) non prevarranno su di essa. 19 A te darò le chiavi del regno dei cieli: tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli».


Legare e sciogliere: il potere di mantenere la comunità nella sequela di Gesù.

Pietro ha decretato che il giogo dei comandamenti era troppo pesante per i Gentili (At 15,10), e che essi dovevano essere «sciolti» dall’obbligo d’osservare la Torà di Mosè. Giacomo ha decretato ( ha legato) che fosse necessario per i Gentili, che entravano a far parte delle comunità di Gesù di prendere le distanze dall’idolatria, dall’immoralità sessuale, dalle cose soffocate e dal sangue (At 15,20).

Matteo 18:15-17 ( cf. Lu 17:3-4; Ga 6:1; 1Co 5; 2Te 3:6, 14-15 15) «Se tuo fratello ha peccato contro di te, va' e convincilo fra te e lui solo. Se ti ascolta, avrai guadagnato tuo fratello; 16 ma, se non ti ascolta, prendi con te ancora una o due persone, affinché ogni parola sia confermata per bocca di due o tre testimoni. 17 Se rifiuta d'ascoltarli, dillo alla chiesa; e, se rifiuta d'ascoltare anche la chiesa, sia per te come il pagano e il pubblicano.
.II. Il potere delle chiavi 981 Cristo dopo la sua Risurrezione ha inviato i suoi Apostoli a predicare «nel suo nome... a tutte le genti la conversione e il perdono dei peccati» (Lc 24, 47).

Tale «ministero della riconciliazione» (2 Cor 5, 18) non viene compiuto dagli Apostoli e loro successori solamente annunziando agli uomini il perdono di Dio meritato per noi da Cristo e chiamandoli alla conversione e alla fede, ma anche comunicando loro la remissione dei peccati per mezzo del Battesimo e riconciliandoli con Dio e con la Chiesa grazie al potere delle chiavi ricevuto da Cristo : La Chiesa ha ricevuto le chiavi del Regno dei cieli, affinché in essa si compia la remissione dei peccati per mezzo del sangue di Cristo e dell’azione dello Spirito Santo. In questa Chiesa l’anima, che era morta a causa dei peccati, rinasce per VIVERE con Cristo, la cui grazia ci ha salvati.
982Non c’è nessuna colpa, per grave che sia, che non possa essere perdonata dalla santa Chiesa. «Non si può ammettere che ci sia un uomo, per quanto infame e scellerato, che non possa avere con il pentimento la certezza del perdono» Cristo, che è morto per tutti gli uomini, vuole che, nella sua Chiesa, le porte del perdono siano sempre aperte a chiunque si allontana dal peccato . 983 La catechesi si sforzerà di risvegliare e coltivare nei fedeli la fede nella incomparabile grandezza del dono che Cristo risorto ha fatto alla sua Chiesa: la missione e il potere di perdonare veramente i peccati, mediante il ministero degli Apostoli e dei loro successori. Il Signore vuole che i suoi discepoli abbiano i più ampi poteri; vuole che i suoi servi facciano in suo nome ciò che faceva egli stesso, quando era sulla terra . I sacerdoti hanno ricevuto un potere che Dio non ha concesso nè agli angeli né agli arcangeli... Quello che i sacerdoti compiono quaggiù, Dio lo conferma lassù. Se nella Chiesa non ci fosse la remissione dei peccati, non ci sarebbe nessuna speranza, nessuna speranza di una VITA eterna e di una liberazione eterna. Rendiamo grazie a Dio che ha fatto alla sua Chiesa un tale dono.In sintesi
984 Il Credo mette in relazione «la remissione dei peccati» con la professione di fede nel/o Spirito Santo. Infatti Cristo risorto ha affidato agli Apostoli i/potere di perdonare i peccati quando ha loro donato lo Spirito Santo.
985 I/ Battesimo è il primo e principale sacramento per il perdono dei peccati: ci unisce a Cristo morto e risorto e ci dona lo Spirito Santo.
986 Secondo la volontà di Cristo, la Chiesa possiede i/ potere di perdonare i peccati dei battezzati e lo esercita per mezzo dei vescovi e dei sacerdoti normalmente nel sacramento della Penitenza.
987 «I sacerdoti e i sacramenti sono gli strumenti per i/perdono dei peccati; strumenti per mezzo dei quali Gesù Cristo, autore e dispensatore della salvezza, opera in noi la remissione dei peccati e genera la grazia».
Il sacramento
1423 E' chiamato sacramento della conversione poiché realizza sacramentalmente l'appello di Gesù alla conversione, [Cf Mc 1,15 ] il cammino di ritorno al Padre [Cf Lc 15,18 ] da cui ci si è allontanati con il peccato. E' chiamato sacramento della Penitenza poiché consacra un cammino personale ed ecclesiale di conversione, di pentimento e di soddisfazione del cristiano peccatore.

1424 E' chiamato sacramento della confessione poiché l'accusa, la confessione dei peccati davanti al sacerdote è un elemento essenziale di questo sacramento. In un senso profondo esso è anche una “confessione”, riconoscimento e lode della santità di Dio e della sua misericordia verso l'uomo peccatore. E' chiamato sacramento del perdono poiché, attraverso l'assoluzione sacramentale del sacerdote, Dio accorda al penitente “il perdono e la pace” [Rituale romano, Rito della penitenza, formula dell'assoluzione]. E' chiamato sacramento della Riconciliazione perché dona al peccatore l'amore di Dio che riconcilia: “Lasciatevi riconciliare con Dio” ( 2Cor 5,20 ). Colui che vive dell'amore misericordioso di Dio è pronto a rispondere all'invito del Signore: “Va' prima a riconciliarti con il tuo fratello” ( Mt 5,24 ).
Al peccatore, per entrare o rientrare nella Comunione di Spirito è necessario presentarsi alla porta della Chiesa e chiedere il perdono-condono divino dichiarando il proprio pentimento dei peccati commessi , l'allontanamento da essi e la fede nel Vangelo Gesù. Papa, vescovi e preti discernono le condizioni del peccatore per l' amministrazione del perdono del Padre.

(*) p. Alberto MAGGI “LA MISERICORDIA DI DIO” 22-04-2001-studibiblici.it- trascrizione di una conferenza non verificata dall'autore.

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