Corso di Religione



Materia e Spirito
Che cosè la "realtà" ?
L'informazione quantisitica e la vita
         


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L' "Informazione"di Ervin Laszlo, filosofo, teorico dei sistemi e fondatore del Club di Budapest

" Il senso della vita è sempre stato un fatto naturale per le culture tradizionali. Troviamo la nostra coerenza nel rapporto con gli altri, sappiamo di essere parte di un sistema più grande di noi, sia esso concepito in maniera spirituale, religiosa o scientifica.

In ogni caso l'essere umano è parte di qualcosa, che esiste in questa biosfera. Però noi oggi abbiamo perso il senso di far parte di qualcosa di cosmico. Ecco la ragione principale delle condizioni del nostro mondo violento, stressato, corrotto e non più sostenibile. Tutti sintomi di qualcosa di sbagliato, di una maniera di pensare sbagliata.


Noi costruiamo la nostra realtà consapevolmente, ma la consapevolezza presenta un grosso pericolo, può essere falsa e non riconoscere le cose come sono veramente: allora nascono i problemi. Pensando in maniera sbagliata si agisce in maniera sbagliata, con tutti gli effetti negativi che questo comporta.

Secondo i principi della fisica quantistica, tutto quello che succede in un punto preciso ha anche un effetto diretto e immediato su un altro punto.

Gli studi degli ultimi anni hanno dimostrato che questo enunciato non è applicabile solo al mondo super-piccolo, ma anche alla rete della vita e al cosmo.

Si tratta di effetti istantanei non-locali. Una cosa che succede in un punto, nello stesso momento è presente anche in altre parti e non stiamo parlando di causa-effetto che implica tempo e spazio
( ma di informazione ).

Insomma la vita del cosmo, l'organismo, l'ecosistema, sono insiemi con connessioni non-locali. Sono sistemi quantistici macroscopici, dove tutti i fattori interagiscono cosicché la totalità agisce in maniera integrata e coerente.

Questa è la base della scoperta del dottor Biava , che vede che l'informazione è già data nell'organismo ed è capace di ripristinare, curare le informazioni sbagliate sviluppate da un gruppo di cellule, cioè la malattia.

L'informazione è presente olograficamente nel tutto.
L'informazione non è soltanto qualcosa che va nel vuoto, fatta di parole necessarie per costruire un senso in maniera astratta.

L'informazione è un effetto sottile, che va dal punto A al punto B e ritorna al punto A attraverso tutti gli altri punti intorno. È un collegamento totale.


Noi esseri umani riceviamo l'informazione sia attraverso gli organi sensoriali che attraverso la risonanza quantistica.

Tutta la materia, tutto l'universo, compresi il nostro organismo e il nostro cervello, emettono onde, e la risonanza si realizza quando queste sono coniugate tra loro e l'informazione si trasferisce dall'una all'altra.


Quando i collegamenti tra il nostro organismo e il mondo intorno a noi sono coerenti siamo in equilibrio, siamo sintonizzati.

Le specie non umane, che non hanno la possibilità di sbagliarsi consapevolmente, sono più sintonizzate, altrimenti non reggerebbero, si estinguerebbero.


Da tempo l'essere umano non è più sintonizzato, ma con la sua tecnologia fa comunque l'impossibile per reggere, a costo di compromettere l'equilibrio e la salute di tutto quanto lo circonda.

La scoperta del Dr Biava conferma l'affermazione di Einstein, spesso citata: non si può risolvere un problema adottando lo stesso tipo di pensiero che ha caratterizzato il contesto in cui il problema è sorto.

In questo caso il problema non è il cancro, che è uno stato dell'organismo, una condizione del corpo umano, così come di altri organismi pluricellulari. Il problema da risolvere è come trattare questa condizione: quale approccio avere con il corpo in cui il cancro si è sviluppato.

La scoperta del Dr. Biava è che le cellule maligne non sempre richiedono di essere asportate, irradiate o chimicamente distrutte: esse possono essere riprogrammate verso il normale funzionamento. Questo è un modo di pensare radicalmente diverso.

Come suggerisce il termine “programma” la cura delle cellule maligne coinvolge l'informazione, un elemento importante fino ad oggi trascurato. L'informazione si trasmette non solo quando parliamo, scriviamo o comunichiamo in altro modo; l'informazione è anche presente in natura dove risulta assolutamente fondamentale.

Come un fattore sottile, scoperto relativamente di recente, essa sta sotto “l'entanglement” ovvero “l'intreccio” fra particelle e la loro “non-località” nel mondo microscopico. Nel mondo della vita l'informazione sottende la coerenza delle parti che costituiscono l'organismo, che è poi la coerenza di tutto l'organismo.

Ciò assicura il coordinato funzionamento delle cellule e degli organi; è la perdita di questa informazione che porta alle gravi alterazioni che si manifestano come cancro.

Come può essere ristabilito un corretto, sano flusso di informazioni fra cellule malfunzionanti?

La risposta a questa domanda costituisce il tema centrale del libro di Biava. È una risposta complessa, che lascio scoprire ai lettori nelle pagine seguenti, ma che poggia, come tutte le intuizioni del genio, su basi straordinariamente semplici e logiche.

Biava ha scoperto che l'informazione che “convince” le cellule maligne a tornare alla normalità è prodotta dagli organismi viventi stessi, ma solo in specifiche circostanze.

L'isolamento dei fattori che portano questa informazione e la loro somministrazione alle cellule tumorali può riprogrammare tali cellule, fino a farle ritornare alla normalità.

Così il programma di moltiplicazione cambia in programma di differenziazione. Un cambio simile avviene nel corso dello sviluppo solo nello stadio embrionale, in cui la madre “comunica” attraverso l'utero con le cellule che costituiscono l'embrione.

Questa comunicazione induce le cellule staminali a passare, in un preciso momento, dallo stadio di moltiplicazione a quello di differenziazione, dando così origine al processo di organogenesi, che porta al completo sviluppo del feto.

Il fondamento del trattamento del cancro, ideato da Biava, è quello di identificare, estrarre e ridare le informazioni, che le cellule staminali ricevono nella vita embrionale alle cellule tumorali di un organismo adulto.

Tale informazione induce le cellule cancerose a passare dallo stadio di moltiplicazione a quello di differenziazione e quindi alla corretta integrazione con le altre cellule dell'organismo. In casi di alcune varietà di cancro è stato dimostrato che ciò è possibile. Ulteriori ricerche sono necessarie per verificare se ciò è possibile anche in altri tipi di tumore o in tutti i tipi di tumore. "

Il senso ritrovato di P.M. Biava

-" Il senso ritrovato secondo me è sapere che siamo in grado di percepire l' "informazione" in diverse maniere e siamo capaci di conoscere e costruire il nostro mondo in maniera più giusta e integrata.

Per capire come l'informazione significante sia all'origine della vita, dobbiamo entrare nella corposità della materia con la biologia. Parliamo delle cellule tumorali, cellule che non capiscono più il significato della comunicazione che avviene nell'organismo.

In questo senso il cancro rappresenta la più grave patologia dell'informazione a livello del nostro corpo.


Il mio percorso è partito da studi di carcinogenesi ambientale, dall'osservazione che i cancerogeni ambientali somministrati durante l'organogenesi - cioè quando da una cellula staminale, l'uovo fecondato, si formano per passaggi successivi tutti gli organi e apparati - non riescono a indurre tumori nella prole, mentre questo avviene quando l'organogenesi è terminata.

I 252 tipi cellulari di cui è costituito il nostro organismo sono in rete e comunicano tra loro in maniera coerente. Quando si forma il cancro, le cellule tumorali perdono questa coerenza e cominciano a comportarsi in modo anomalo.

Non mi dilungo qui sugli esperimenti, ma la conclusione fondamentale è che le cellule tumorali sono riprogrammabili.

Ovvero le cellule tumorali alterate, che avevano perso la capacità di capire il significato della comunicazione, se ricevono l'informazione corretta si rimettono in linea e si comportano normalmente.

Insomma, l'informazione non è un concetto astratto ma concreto e verificabile in laboratorio. Torniamo un attimo indietro, di fronte alla perdita di coerenza e al comportamento anomalo delle cellule tumorali mi sono posto l'interrogativo: «Se correggiamo l'informazione sbagliata che queste cellule hanno assunto, riusciamo in qualche modo a correggere, riprogrammare, il loro comportamento maligno?».


Allora ho preso un embrione di Zebrafish (un pesciolino tropicale, onnipresente in ogni acquario, che ha circa il'90% delle proteine simili a quelle dell'uomo) e ho studiato tutti i passaggi del differenziamento dei vari tipi di cellule staminali, da quelle totipotenti a quelle unipotenti, individuando i fattori responsabili del differenziamento, che sono essenzialmente proteine per il 99% e acidi nucleici per l'l%. Queste proteine sono fondamentali per il ciclo cellulare, per il metabolismo dei mitocondri.

Quindi abbiamo fatto una serie di esperimenti utilizzando delle proteine prese da questo pesciolino per controllare i tumori umani. Abbiamo visto che queste proteine rallentano per l'80% la crescita del glioblastoma multiforme, un tumore molto aggressivo del cervello, e in percentuale leggermente diversa anche quella del melanoma e di altri tumori.

Ciò avviene perché con queste proteine regoliamo l'espressione di alcuni geni fondamentali che controllano il ciclo cellulare
( l' informazione) , in particolare un gene che, comunemente, nei tumori è inattivo.

Con la somministrazione delle proteine di differenziazione abbiamo bloccato il ciclo cellulare delle cellule tumorali e abbiamo verificato che si delineavano due possibilità. La prò teina corregge i danni all'origine della malignità, se questi sono riparabili. In tal caso le cellule si rinormalizzano, ovvero si ridifferenziano. Abbiamo verificato che i marker del differenziamento cellulare sono aumentati fino al 100%.

Se invece i danni sono troppo gravi e non sono riparabili questa proteina spinge la cellula verso la morte programmata e le cellule tumorali muoiono. Senza entrare nei dettagli degli esperimenti con altri tipi di tumore, la conclusione della ricerca indica che le cellule tumorali sono riprogrammabili e i tumori sono malattie reversibili.


 

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