Corso di Religione

         


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Le  ipotesi   della ominazione 1-L'ipotesi  piu' accreditata , oggi, è quella evoluzionista . Secondo l'ipotesi della evoluzione biologica delle specie estesa all'uomo , si passa dagli organismi monocellulari, passando per i mammiferi, si arriva agli australopitechi, le scimmie antropomorfe. Un evento di evoluzione ha poi differenziato gli uomini da queste ultime.
2-Meno accreditata l'ipotesi regressivista. L'uomo e la donna sono comparsi sul pianeta come esseri perfetti. Un evento di regressione ha fatto sì che degenerassero in ominidi. Gli uomini antichi che ritroviamo sono rami degenerati della umanità originaria e i sapiens sapiens sono gli ominidi che sono sopravvissuti agli altri.
3-Esiste anche una ipotesi creazionista. Il Creazionismo è una credenza diffusa in alcune chiese a simbologia cristiana ( alcune chiese evangeliche , testimoni di Geova, Mormoni etc. soprattutto in Usa dove esiste un Centro Studi ); in ambito cattolico questa credenza viene sostenuta da piccoli gruppi e dal alcuni vescovi e teologi. Essa prende i racconti biblici come testi scientificamente validi. Questa non è una teoria religiosa come erroneamente a volte qualcuno la definisce ( le religioni non hanno il compito di fare teorie su probelmi scientifici!) Si lavora sperimentalmente in USA su questa ipotesi.
Ipotesi e Teorie scientifiche  sulle modalità    TEORIA MONOFILETICA (PHILA=TIPO)
Tutte le forme organiche esistenti e quelle precedenti si sono formate da un solo capostipite estremamente semplice formato spontaneamente dalla materia inorganica. Secondo altri questo capostipite elementare non è nato spontanemente ma è stato creato.

TEORIA POLIFILETICA
I capostipiti elementari furono numerosi e l'avoluzione attiene soltanto ai singoli  tipi (VERTEBRATI, MOLLUSCHI,ANGIOSPERME, ETC..). Scarsi i risultati delle ricerche di anelli di congiunzione tra tipi diversi.

TEORIE ORTOGENETICHE
( evoluzione orientata)
Fanno appello ad una forza interna misteriosa che produce in ogni individuo l'evoluzione in una determinata direzione.

TEORIA OLOGENETICA
(da uno, tutti) 
Ipotesi di Daniele Rosa (1857-1944) : la prima particella organica comparsa sulla terra aveva già in sè tutta l'evoluzione voluta da una mente superiore.

TEORIA FINALISTICA
(l'evoluzione è predeterminata ad una finalità) 
L'evoluzione è predisposta dal Creatore e finalizzata verso una meta ultima: l'uomo . Fra il principio e la mèta l'evoluzione interviene in modo più o meno determinante.

OUT OF AFRICA MODEL (OAM) 
Sviluppato da Christopher Stringer e Peter Andrews, e teorizza che l'homo sapiens sia comparso in Africa circa 200mAF e da lì sia migrato circa 50mAF sostituendosi ( eventualmente) ad altri homo erectus o abilis presenti nel resto del mondo. Questo modello prende forza anche dai recenti studi sul mitochondrial DNA (mtDNA) . Dopo aver costruito alberi genealogici utilizzando 133 tipi di mtDNA Stringer ed Andrews hanno concluso che tutti derivavavano da un unico progenitore africano che hanno chiamato Mitochondrial Eve.
Come  siamo diventati umani? T. Pievani

L'homo è un prodotto dell'evoluzione della vita? Nei secoli si sono moltiplìcati i tentativi di render ragione del misterioso e stupefacente flusso della vita che pulsa sul pianeta. La scienza è oggi in grado di ricostruire con argomenti attendibili la lunga traiettoria della vita, ma non le sue origini. « Il problema dell'origine e della struttura dell'universo è stato affrontato per millenni da mitologie, religioni e sistemi filosofici delle diverse civiltà umane, ma soltanto nel XX secolo è divenuto oggetto di indagine scientifica e la cosmologia costituisce oggi un'importante disciplina dell'astrofisica. ... il progresso scientifico, pur cancellando la rassicurante visione antropocentrica prevalsa per millenni, ha anche messo in luce il sottile ma profondo legame fra la nostra esistenza e le proprietà fisiche fondamentali del cosmo . » 

Alberto Cappi-http://www.bo.astro.it/universo/webuniverso/cappi/cappi.html

Sull'origine biologica della specie umana la paleoantropologia ha fatto enormi progressi negli ultimi decenni.  Ma nessuna teoria scientifica può essere a tutt'oggi formulata: siamo ancora nella dimensione delle ipotesi.

La divulgazione scientifica fa un cattivo servizio alla scienza facendo passare come certezza che l'uomo sia un prodotto della evoluzione della scimmia. A tutt'oggi si conoscono scimmie e uomini come due specie distinte e non è dato conoscere in natura ( e neppure in laboratorio) che una scimmia sia diventata uomo e viceversa.

Pur avendo il 98% di DNA in comune. Che l'uomo sia una specie derivata per evoluzione dalla scimmia è solo una ipotesi , non un punto fermo. Che sia esistito un link tra scimmia e homo è solo una ipotesi . Tante ipotesi non fanno una teoria scientifica nè una certezza!

E' necessario fare distinzione tra il fatto dell’evoluzione e  le ipotesi formulate su base scientifica che cercano di spiegarlo.

Mentre il fatto può ritenersi sufficientemente certo, le ipotesi che cercano di spiegarlo devono passare al vaglio della verifica sperimentale per poter divenire teorie di valore scientifico : finora questo non è avvenuto.

Per tale motivo, sul problema dell’evoluzione non è stata detta l’ultima parola sul piano scientifico. Molto lavoro resta ancora da fare per giungere alla piena comprensione dei meccanismi del processo evolutivo.
  L'evoluzione  come teoria scientifica di A.Zichichi-Famiglia Cristiana-30-2005

"...Secondo Darwin , la nostra specie vivente sarebbe il risultato di una serie caotica di eventi in cui hanno prevalso la competizione vincente e l'adattamento alle condizioni ambientali, diverse nel tempo.In realtà, se fossimo figli del caso non dovrebbero esistere le "leggi fondamentali" della natura, il cui insieme rappresenta la logica rigorosa che vale dalle minime strutture di spazio e di tempo (universo subnucleare) alle massime (insiemi galattici e cosmo).

La scoperta di questa logica rigorosa ci ha portato alla più grande sintesi del pensiero scientifico di tutti i tempi, con l'evoluzione cosmica dal "bigbang" a oggi e il cosiddetto "supermondo". Di questa sintesi fanno parte tante conquiste come, per fare un esempio, l'antimateria nucleare. Se qualcuno avesse dubbi sulla sua esistenza, gli diremmo esattamente cosa fare per riprodurre i risultati da noi ottenuti.

Nessuno, invece, sa dirci quale esperimento dovremmo fare in laboratorio per capire le radici sperimentali riproducibili su cui si fonda l'evoluzionismo biologico della specie umana. Estendere alla nostra specie i risultati ottenuti studiando l'evoluzione di altre forme di materia vivente non è corretto, in quanto noi siamo depositari di un privilegio unico: la ragione, che ci ha permesso di scoprire il linguaggio, la logica e la scienza.
Grazie al linguaggio è nata la memoria collettiva permanente, meglio nota come scrittura. Nessun'altra forma di materia vivente ha lasciato tracce di scrittura. E nessun tipo di materia vivente ha saputo scoprire la forma che è stata usata per fare il mondo così come noi lo conosciamo. Questa logica si chiama scienza ed è la logica che regge la materia inerte. Non sarebbe stato possibile scoprirla senza i due pilastri della scienza galileiana: la riproducibilità sperimentale e il rigore matematico per descrivere i risultati ottenuti. Quando mancano questi due pilastri non è possibile parlare di scienza.

Se l'evoluzionismo fosse scienza galileiana, dovrebbe esistere una struttura matematica corroborata da risultati sperimentali riproducibili che, partendo da materia inerte, dovrebbe permetterci di passare alle diverse forme di materia vivente, per arrivare infine a una struttura in grado di produrre le tré grandi conquiste della ragione prima citate.
In attesa che arrivi questo formidabile risultato, è corretto ribadire che l'evoluzionismo biologico della specie umana è un'attività di studi e ricerche priva di matematica e di riproducibilità sperimentale.

Dire che è scienza corrisponde a tornare indietro di 400 anni, quando, senza riproducibilità sperimentale e rigore matematico, i nostri antenati pre-galileiani pretendevano di fare scienza, mentre non lo era. La storia del pensiero di tutte le epoche e civiltà ci dice che ignorare queste radici del progresso scientifico è la forma moderna del vecchio oscurantismo.

Non è la Chiesa che sta tornando indietro dimenticando Galileo Galilei; essa, infatti, invita i moderni pensatori a non dimenticare l'insegnamento galileiano grazie al quale, in appena quattro secoli, siamo riusciti a capire quasi tutto sulla materia inerte. La Chiesa vorrebbe che lo studio della materia vivente venisse fatto con metodo galileiano.

Chi si limita a seguire Darwin senza introdurre il rigore matematico e la riproducibilità sperimentale, dimentica Galilei. Invece di perdere tempo a parlare di evoluzionismo, gli esponenti della cultura dominante (che è atea) farebbero bene a impegnarsi affinchè esso possa essere portato allo stesso livello di credibilità scientifica in cui si trovano l'evoluzionismo cosmico e il "supermondo".

L'evoluzionismo  è una filosofia Fiorenzo Facchini: “Evoluzione e creazione” “L’Osservatore Romano”, 16 gennaio 2006 in https://chiesa.espresso.repubblica.it/articolo/77264.html

"Quanto .. al momento in cui è comparso l'uomo non siamo in grado di stabilirlo. -Si possono però cogliere i segni della specificità dell'essere umano, come ha notato Giovanni Paolo II nel messaggio del 1996. - Questi segni possono essere riconosciuti anche nei prodotti della tecnologia, nella organizzazione del territorio, se rivelano progettualità e significato nel contesto di vita. In una parola sono le manifestazioni della cultura che possono orientare in modo più chiaro nell'individuare la presenza umana. Le manifestazioni della cultura si collocano in un piano extrabiologico ed esprimono un trascendimento (come riconoscono Dobzhansky, Ayala e altri scienziati evoluzionisti), una discontinuità, che sul piano filosofico viene considerata di natura ontologica.

A parere di chi scrive non è necessario attendere l’Homo Sapiens, le sepolture o l'arte. Ma la delimitazione del livello evolutivo in cui può essere riconosciuto l'uomo, se cioè 150.000 anni fa con Homo Sapiens o anche 2 milioni di anni fa con Homo Habilis, è materia di discussione sul piano scientifico più che su quello filosofico o teologico.
La teologia
Giovanni Paolo II nel messaggio dell'ottobre 1996 alla Pontificia Accademia delle Scienze ha riconosciuto alla evoluzione il carattere di teoria scientifica, in ragione della sua coerenza con le vedute e le scoperte di varie branche della scienza.

Nello stesso tempo rilevava che esistono diverse teorie esplicative del processo evolutivo, tra cui anche alcune che per l'ideologia materialista cui si ispirano non sono accettabili per un credente.

Il  documento "Comunione e servizio" dà per scontato il processo evolutivo. Quello che è da riaffermare nella teologia (e in un retto ragionare)è il rapporto di dipendenza radicale del mondo da Dio, che ha creato le cose dal nulla, ma non ci è detto come. A questo punto può inserirsi il dibattito in corso sul progetto di Dio sulla creazione. Ma in questo caso non è in gioco la scienza, ma una ideologia ( ovvero una filosofia ) 

Quanto alla creazione, la Bibbia parla di una dipendenza radicale di tutti gli esseri da Dio e di un disegno , ma non dice come ciò si sia realizzato.

L'osservazione empirica coglie l'armonia dell'universo che si basa su leggi e proprietà della materia e rimanda necessariamente a una causa superiore, non con dimostrazioni scientifiche, ma in base a un retto ragionare. Negarlo sarebbe un'affermazione ideologica e non-scientifica.


La scienza in quanto tale, con i suoi metodi, non può dimostrare, ma neppure escludere che un disegno superiore si sia realizzato, quali che siano le cause, all'apparenza anche casuali o rientranti nella natura.

"Anche l'esito di un processo naturale veramente contingente può rientrare nel piano provvidenziale di Dio per la creazione"
si osserva nel citato documento "Comunione e servizio".

Ciò che a noi appare casuale doveva esser certamente presente e voluto nella mente di Dio. Il progetto di Dio sulla creazione può realizzarsi attraverso le cause seconde con il corso naturale degli eventi, senza dover pensare a interventi miracolistici che orientano in una o nell'altra direzione. »

"Dio non fa le cose, ma fa in modo che si facciano", ha osservato Teilhard de Chardin. E il Catechismo della Chiesa Cattolica (n. 308).afferma: "Dio è la causa prima che opera nelle e per mezzo delle cause seconde" L'altro punto delicato è rappresentato dall'uomo, che non può considerarsi un prodotto necessario e naturale della evoluzione. L'elemento spirituale che lo caratterizza non può emergere dalle potenzialità della materia.

È il salto ontologico, la discontinuità che il magistero cattolico ha sempre riaffermato per la comparsa dell'uomo. Essa suppone una volontà positiva di Dio.

J.Maritain
ha osservato che la trascendenza dell'uomo in forza dell'anima ( l'elemento umano spirituale, immortale -ndr)   avviene "grazie all'intervento finale di una scelta libera e gratuita operata da Dio creatore che trascende tutte le possibilità della natura materiale". Quando, dove e come Dio ha voluto, si è accesa dunque la scintilla dell'intelligenza in uno o più Ominidi.


La natura ha la potenzialità di accogliere lo Spirito secondo la volontà di Dio creatore, ma non può produrlo da sé.
In fondo, è quello che avviene anche nella formazione di ogni essere umano ed è ciò che fa la differenza tra l'uomo e l'animale; n'affermazione che si colloca fuori dalla scienza empirica e, in quanto tale, non può essere né provata né negata con le metodologie della scienza.

Giovanni Paolo II in un discorso a un simposio su "Fede cristiana e teoria dell'evoluzione ", nel 1985, affermava:
"Una fede nella creazione   rettamente compresa e un insegnamento della evoluzione rettamente inteso non creano ostacoli. [...] L'evoluzione suppone la creazione, anzi la creazione si pone nella luce dell'evoluzione come un avvenimento che si estende nel tempo, come una "creatio continua". Il Catechismo della Chiesa Cattolica (CUCC n. 302 e 310). ) osserva che : "la creazione non è uscita dalle mani del Creatore interamente compiuta". Dio ha creato un mondo non perfetto, ma "in stato di via" verso la sua perfezione ultima. Questo divenire nel disegno di Dio comporta con la comparsa di certi esseri la scomparsa di altri, con il più perfetto anche il meno perfetto, con le costruzioni della natura, anche le distruzioni“Evoluzione e creazione”F. FACCHINI - direttore dell'Istituto di Antropologia della università di Bologna - in « Corriere della Sera », 5 maggio 1987
 
«.. Evoluzione e creazione non sono in alternativa tra loro. L' evoluzione è un fenomeno che rientra negli orizzonti delle scienze naturali, la creazione è un evento che sfugge al controllo sperimentale e viene affermato essenzialmente in base a considerazioni filosofiche e religiose.
Questa chiarezza che oggi si è raggiunta sul piano epistemologico non c'era un secolo fa, anche perché molti sostenitori della teoria evolutiva la utilizzavano in senso materialistico (compiendo un'operazione ideologica e non scientifica), e molti teologi erano preoccupati di salvaguardare la fede in Dio creatore ancorandosi a una interpretazione letterale del testo sacro.


Gran parte degli equivoci sui problemi delle origini sono sorti dalla pretesa di negare ciò che la scienza non può dirci ( come la dimostrazione dell' anima ) o di far dire alla Bibbia quello che essa non vuole dirci (contenuti di ordine scientifico) (come le modalità dell'apparire della vita e degll'uomo ndr).

Ai due interlocutori vanno posti quesiti che rientrano nel loro ambito:
- alla scienza sul dove come e quando si è formata la vita (e l'uomo)
- alla Bibbia sul perché ( sul senso) dell' esistenza (di utti gli esseri viventi)

 Sta poi a noi integrare le risposte in una visione unitaria della ricerca della verità delle cose e dell'uomo » .."


Che cos'è la vita? Scienza e fiosofia


Creazione ed evoluvione- Maria Valtorta

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3- EVOLUZIONE E CREAZIONE

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