Corso di Religione

         


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Religiosità , religione e FEDEIl punto di vista di uno psicologo.  di Giacomo Daquino - psicoanalista in Credere e Amare
Religiosità e Religione"La religione è una preziosa espansione della religiosità , cioè un tramite, un mezzo per appagarla. Infatti se per religiosità -religione si intende il significato letterale di essere «re-legati», cioè legati a qualcosa-qualcuno riconosciuto come importante per se stesso, ci si deve aprire a un oggetto fuori del Sè. La religione è un fenomeno estrinseco della personalità , extrapsichico, che riceve la sua legittimazione da elementi esteriori al Sè. Corrisponde a quell'istituzione sociale formata da una comunità  che ha accolto un Assoluto .

La religione è l'adesione alle credenze, alle pratiche, ai riti e alle gerarchie alla radice delle quali sta il riconoscimento ( consapevole) da parte dell'uomo di una realtà  assoluta .

Per questo, a differenza della religiosità - che coincide con l'inconscio- la religione coincide con il conscio.

In termini psicologici la religione è l'insieme dei rapporti cognitivi, volitivi ed emotivi che esistono tra il soggetto e quell'oggetto religioso ( il dio o l'assoluto) La religiosità  può differire da soggetto a soggetto soltanto per il livello di maturità  o d'immaturità  dell'esperienza religiosa o per la diversità  del credo.

La religione diventa così il naturale soddisfacimento del sentimento religioso: è la risposta alla religiosità  personale intrinseca dell'Eros. 

E poichè il sentimento religioso è presente in tutti gli esseri umani, questi hanno sentito la necessità - per soddisfare il proprio bisogno religioso, // spirituale - di organizzarsi nelle religioni. "
Religiosità e FEDE" La religiosità  è un fenomeno intrapsichico, che scaturisce dall'uomo naturaliter religiosus, cioè  religioso per natura  ... è un vissuto soggettivo, un bisogno psichico che s'inquadra nell' evoluzione psicologica dell'individuo.

Appartiene all' inconscio psichico.... e particolarmente all'Eros o istinto di vita, di armonia, di ordine. Tale sentimento rende gli uomini attenti ed interessati a tutti quegli eventi in cui si manifestano forze straordinarie
( il Sacro) che possono far loro superare i limiti umani.



Le manifestazioni del Sacro sono jerofanìe e cratofanìe , nel linguaggio popolare contemporaneo : miracoli e prodigi.

Questi possono essere "eventi di rivelazione".

Jerofanìe e cratofanìe sono manifestazioni del sacro. Quando a questi eventi si accompagna la parola di un intermediario che ne rivela l'autore ed il significato allora si tratta di rivelazione.


La sintesi tra senso religioso e rivelazione si esprime normalmente nella (creazione o ) adesione ad una religione : questa è l'espressione della maturità  psicologica dell'uomo nella dimensione religiosa.

La religiosità matura può essere presente anche nell'adulto ateo, religioso benchè senza fede, a patto che il suo ateismo non abbia motivazioni nevrotiche.

( Tale sintesi può orientare l'uomo alla FEDE nella rivelazione poichè il senso religioso è sempre anche il biosgno di rivelazione. Oppure generare rifiuto o indifferenza )Quando il sentimento religioso incontra una una rivelazione l'uomo può operare una sintesi accogliendo  la rivelazione cioè aderendovi con la fede. Secondo la psicologia il credente è colui che ha trovato l'armonia tra la propria religiosità  e una rivelazione uscendo da se stesso e dandosi al sacro, alla trascedenza, mediante la FEDE." .. Quando le concezioni personali non coincidono con quelle della rivelazione si apre una scelta tra le proprie idee e la rivelazione . ... tale scelta ...comporta non soltanto motivazioni affettive ma anche intellettive, così che alla disponibilità  emotiva a credere ( sentimento religioso) non sempre s'accompagna la volontà  di credere ( adesione consapevole alla rivelazione, fede).
Quando si parla di fede ci si riferisce all'«andare oltre l'uomo» abbracciando il mistero (contenuto nella rivelazione) che il credente deve accettare consapevolmente . Non basta un atto di volontà  per credere, come non basta per amare. Non ci si può infatti imporre di amare una persona: o la si ama o non c'è niente da fare. Quindi, più che "cercare la fede ", è utile rendersi disponibili in un atteggiamento di accettazione e di maggior conoscenza di se stessi, sapendo attendere con grande pazienza perchè a volte la religiosità  rimane una domanda senza risposta. Come non basta la volontà  per credere, così non è sufficiente nemmeno la ragione. Un semplice atto di conoscenza o d'informazione ( sulla rivelazione) non consente di conquistare la fede.

L'uomo è immerso in psicodinamiche che lo spingono a vedere, a toccare, a sentire per capire, per verificare, per credere. Ma la concezione dì Dio non è sperimentabile. ...la... " religiosità  matura" ... è caratterizzata dal fatto che non si ferma entro i propri confini, che va al di là  del sensibile, del percettibile.


(La religiosità matura intesa come sintesi tra bisogno religioso e  accoglienza del sacro o di un assoluto nell'adesione ad una religione )... è disponibilità  al soprannaturale, all'assoluto ma è solo la conditio sine qua non per la FEDE, per diventare credente .Soltanto chi unisce la disponibilità  religiosa naturale (la maturità religiosa)   alla dimensione soprannaturale di una rivelazione può trasformarsi in credente.La religione tende a prendere dalla rivelazione quegli elementi che permettono di costruire una istituzione che garantisca il Sacro per il soddisfacimento del bisogno religioso , purtroppo anche a costo di manipolare la rivelazione . La fede matura ( invece) percepisce la presenza di Dio senza volerlo manipolare o mistificare. Una fede matura non va contro la ragione pur andando oltre la ragione, e implica la capacità  di spostare certe domande dalla testa al cuore.

E, come l'amore, è un'avventura non facile che comporta il dubbìo, perchè amare una persona o Dio è amare qualcosa di diverso da noi, di ignoto, quindi di imprevisto e irriprevedibile.

( la FEDE) Non deriva dalla paura, dal dovere, dall'illusione, ma dall'amore. Non è cieca, astratta, imposta da una gerarchia ( sacra) , ma radicata nella vita, in un'alleanza di mente e di cuore.E ( la fede ) nemmeno la si può ridurre a dottrina, poichè permette di vivere in un progetto d'eternità  .

Quando la fede diventa certezza o un repertorio di certezze ( una dottrina ) , non è piu' tale.
E se pure la fede poggia su probabilità  storiche, razionali e sociali, essa è sempre rischiosa poichè non dà  sicurezze.

Per questo...vive nel dubbio.
Il dubbio è infatti alla radice di ogni fede, che non è abitudine o passività , ma stimolo, azione, conquista Si ha il diritto, quasi il dovere al dubbio e, poichè ogni vita è un cammino di ricerca, si avvertono anche i rischi di questo itinerario. E in tale percorso non ci sono scorciatoie.
Non basta l'entusiasmo: occorre la maturità  psicoaffettiva. La fede conosce le sue prove, le sue difficoltà , il suo tormento, richiede lo sforzo dell'umiltà .

Quando un fedele non ha dubbi è difficile discernere se crede in Dio o soltanto in se stesso.
Perchè ... a partire dal momento in cui si incontrano difficoltà , e cioè dal momento in cui le concezioni personali non coincidono con quelle di fede, sì apre una scelta tra le proprie idee e la rivelazione divina, e quindi si presenta un'occasione posìtiva per superare il proprio egoismo e per approfondire la cultura religiosa.
Una fede matura è dunque quella che, attraverso le incertezze e le difficoltà , si autentica e si fortìfica.
Del resto una fede senza affanni non è testimonianza, perchè la fede non si può spiegare, si può solo offrire agli altri con l'esempio, soprattutto quando diventa carisma o quando puo' cambiare la vita, radicalmente."[...]
Il punto di vista del  teologo Giannino Piana in : NÉ SUL MONTE GARIZIM NÉ A GERUSALEMME

La dialettica fede / religione« La fede in cui si attua l’incontro con Dio non ha bisogno di per sé di sovrastrutture che la incapsulino; è un atto libero che non deve avere vincoli di spazio e di tempo. Tuttavia la possibilità che si generi l’apertura a Dio che si fa sempre per primo a noi incontro è legata all’attuarsi di alcune precondizioni antropologiche, che favoriscono la nostra capacità recettiva. Non è questo il significato del rapporto tra fede e religione? Il riconoscimento del primato della fede non implica il rifiuto della religione, la quale è, da un lato, la struttura originaria – l’apertura alla trascendenza (homo naturaliter religiosus) – che consente all’uomo di recepire il dono della fede e, dall’altro, la via attraverso il quale la fede trova la sua possibilità di espressione incarnandosi in atti umanamente significativi. Tra fede e religione sussiste – come è facile intuire – un rapporto dialettico, per il quale la subordinazione della religione alla fede comporta la messa in atto di un costante discernimento per evitare forme di sacralizzazione che costringono quest’ultima a subire un indebito inquinamento.

È come dire che si tratta di non misconoscere l’importanza della religione per l’accoglienza e il consolidamento della fede e di assumere, nello stesso tempo, un atteggiamento di vigilanza nei suoi confronti per il pericolo della emergenza del “sacro” in senso deteriore. »


Religione  o Fede (?)
L'adesione ad una religione nasce principalmente per ragioni geografiche e storiche : l'uomo cerca il soddisfacimento del suo sentimento religioso, del suo bisogno di rivelazione principalmente nella religione che incontra nella propria famiglia, in una determinata cultura.

Così chi nasce e cresce in Giordania sarà probabilmente musulmano, chi in India, indù, chi in Europa, cristiano, e così via. Naturalmente il mondo cambia continuamente ed anche le persone le quali a volte abbandonano una religione per aderire ad un'altra. ( Conversione religiosa)
La religione è tutto ciò che l'uomo fa per un dio ( o un assoluto ) per meritare /conquistare uno status umano che risponda adeguatamente al proprio bisogno di felicità  definitiva : la religione soddisfa il  sentimento religioso  .

La fede è affidare il proprio essere a ciò che un dio fa per l'uomo - o promette di fare - nella rivelazione, per compierlo in pienezza nella sua umanità .
Fede e religione storicamente coesistono sempre perchè anche nell' adesione di fede ad una rivelazione l'uomo (nel suo inconscio) rimane sempre un essere religioso e tende sempre ad esprimersi anche religiosamente .La Chiesa cattolica e le religioni(Documento conciliare Vat. II ° "Nostra Aetate")
1. Nel nostro tempo in cui il genere umano si unifica di giorno in giorno più strettamente e cresce l'interdipendenza tra i vari popoli, la Chiesa esamina con maggiore attenzione la natura delle sue relazioni con le religioni non-cristiane.

Nel suo dovere di promuovere l'unità  e la carità  tra gli uomini, ed anzi tra i popoli, essa in primo luogo esamina qui tutto ciò che gli uomini hanno in comune e che li spinge a vivere insieme il loro comune destino. I vari popoli costituiscono infatti una sola comunità .
(Documento conciliare Vat. II ° "Gaudium et Spes") 
" I vescovi cattolici, riuniti in Concilio universale negli anni 1960 a Roma, dopo aver pregato lo Spirito Santo e aver riflettuto su tutti gli insegnamenti trasmessi loro dagli Apostoli di Gesù attraverso i loro predecessori, osservando la realtà  contemporanea degli uomini rilevavano che , di fronte all'evoluzione attuale del mondo, diventano sempre più numerosi quelli che si pongono o sentono con nuova acutezza gli interrogativi più fondamentali: cos'è l'uomo? Qual è il significato del dolore, del male, della morte, che continuano a sussistere malgrado ogni progresso? Cosa valgono quelle conquiste pagate a così caro prezzo? Che apporta l'uomo alla società , e cosa attendersi da essa? Cosa ci sarà  dopo questa vita? "

1... Gli uomini attendono dalle varie religioni la risposta ai reconditi enigmi della condizione umana, che ieri come oggi turbano profondamente il cuore dell'uomo: la natura dell'uomo, il senso e il fine della nostra vita, il bene e il peccato, l'origine e lo scopo del dolore, la via per raggiungere la vera felicità , la morte, il giudizio e la sanzione dopo la morte, infine l'ultimo e ineffabile mistero che circonda la nostra esistenza, donde noi traiamo la nostra origine e verso cui tendiamo.

2. Dai tempi più antichi fino ad oggi presso i vari popoli si trova una certa sensibilità  a quella forza arcana che è presente al corso delle cose e agli avvenimenti della vita umana, ed anzi talvolta vi riconosce la Divinità  suprema o il Padre. Questa sensibilità  e questa conoscenza compenetrano la vita in un intimo senso religioso.

... La Chiesa cattolica nulla rigetta di quanto è vero e santo in queste religioni. Essa considera con sincero rispetto quei modi di agire e di vivere, quei precetti e quelle dottrine che, quantunque in molti punti differiscano da quanto essa stessa crede e propone, tuttavia non raramente riflettono un raggio di quella verità  che illumina tutti gli uomini.

Tuttavia essa annuncia, ed è tenuta ad annunciare, il Cristo che è œ via, verità  e VITA definitiva (Gv 14,6), in cui gli uomini devono trovare la pienezza della vita religiosa e in cui Dio ha riconciliato con se stesso tutte le cose.

Essa perciò esorta i suoi figli affinchè, con prudenza e carità , per mezzo del dialogo e della collaborazione con i seguaci delle altre religioni, sempre rendendo testimonianza alla fede e alla vita cristiana, riconoscano, conservino e facciano progredire i valori spirituali, morali e socio-culturali che si trovano in essi. "

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