Le ideoogie che sostengono la Nuova globalizzazione
Comprendere in
quale villaggio viviamo oggi, ovvero come si presenta il nostro villaggio
globale all'inizio del 3° millennio.
La Nuova Globalizzazione in economia significa :
- mercato globale ;
- confronto globale, su tutto: dalle merci agli usi,
al lavoro, alla cultura, ai modelli di Stato.
- competizione globale che coinvolge gli Stati, le imprese,
il lavoro: un'impresa deve competere con le corrispondenti del proprio settore
in tutto ilmondo;
- geoeconomia cioè economia senza confini;
- interdipendenza accentuata tra i sistemi economici;
- elevata disponibilità di prodotti a prezzi
competitivi, provenienti da tutto il mondo;
- il consumatore al centro del sistema aziendale;
In politica significa:
1 - sostenere l'edonismo di massa
2 - sostenere il consumismo di massa ( cf.: PP.
Pasolini
)
2- sostenere un neoliberismo economico e finanziario ( cf. :
Nuovi sviluppi
possibili )
3
- sostenere uno sviluppo economico permanente ,
una crescita continua del PIL
che dia sempre più ricchezze da distribuire e godere.
Le ideologie dell' edonismo e dell'utilitarismo.
Dal francese hédonisme, che risale al greco hēdone, il piacere. E' una dottrina filosofica che considera fine ultimo dell'uomo il conseguimento del piacere, bene massimo, a cui si contrappone come male il dolore.
Tra i Greci, la più compiuta definizione dell'edonismo risale ad Aristippo di Cirene (o, secondo alcuni interpreti, Aristippo il Giovane); ma il rappresentante più famoso è Epicuro. Per la filosofia posteriore, vedi anche utilitarismo ed eudemonismo.
Nel Novecento il filosofo tedesco
H. Marcuse
nel suo saggio On Hedonism (1938; Per la critica dell'edonismo) insiste sul tema della felicità personale e ne rileva l'incompatibilità con il lavoro, come testimoniava l'esistenza stessa di un diffuso proletariato ( persone nullatenenti , che possiedono solo la prole ) .
Herbert Marcuse diventerà uno dei maestri del '68 con " L'uomo ad una dimensione " , " Eros e civiltà ", etc. in cui sviluppa l'ideologia della funzione del differimento del piacere per la costruzione della civiltà occidentale : il lavoro è una attività cui le masse lavoratrici si adeguano perchè implica una promessa di retribuzione per il consumo che dovrà soddisfare l'innato desiderio di piacere dell'uomo.
Ma nella società consumista il piacere concesso dal salario non sarà mai sufficiente per soddisfare il bisogno umano di eros, di piacere, è sarà sempre necessario differirlo e lavorare. In questo modo pochi potenti e ricchi tengono imbrigliate le masse lavoratrici sfruttandole a loro favore.
Dunque era necessaria una rivoluzione sociale una riappropiazione del piacere senza differimenti.
L'analisi freudiana è ripresa da Herbert Marcuse in uno dei suoi saggi più noti: Eros e civiltà.
È possibile, suggerisce Marcuse, immaginare una società non repressiva, dove l'eros e la creatività predominino su thanatos e sull'aggressività. Marcuse esprime questa sua prospettiva utopica in forma metaforica:
Prometeo
deve scomparire per lasciare il posto a
Narciso
e ad
Orfeo
.Infatti il capitalismo è dominato dall'efficienza, dal “principio di prestazione”, simboleggiato da Prometeo. Ad esso occorre sostituire la gioia dell'amore e l'accettazione della propria fisicità, simboleggiate da Narciso, e la creatività dell'arte, rappresentata da Orfeo. (Eros e civiltà, Torino, Einaudi, 1968, pp. 196-98). In questa nuova prospettiva, la sessualità perde le proprie connotazioni aggressive e diviene Eros, principio di unificazione che trasforma la Gesellschaft o “società” (unione fondata sulla costrizione e sulla repressione degli istinti) in Gemeinschaft o “comunità”(unione fondata sul rapporto sensuale e affettivo con gli altri), secondo la definizione data da Ferdinand Tönnies nell'opera Comunità e società (Gemeinschaft und Gesellschaft) del 1887.
Viene così superato il contrasto tra Eros e ragione.
Il primo ha un posto rilevante nella filosofia occidentale, attraverso i sistemi filosofici di Aristippo, Epicuro, Democrito, il pensiero del poeta romano Lucrezio e di vari filosofi del rinascimento come Lorenzo Valla, di numerosi pensatori dell’età dei lumi – Gassendi, Helvétius, Diderot, Holbach, Feuerbach - dei pensatori della corrente utilitaristica (Jeremy Bentham, John Stuart Mills- utilitarismo), del filosofo evoluzionista Herbert Spencer; e ancora del pensiero economico del secolo XIX (Maffeo Pantaleoni), fino a pensatori attuali come Michel Onfray, autore del “Trattato di ateologia” e di Calogero Martorano (vedere il saggio “Tutti verso il piacere” n. 5/2005 della rivista L’ateo).
La
filosofia dell'edonismo
è un insieme poderoso che ha difeso il principio: "è assurdo sacrificare il piacere a dottrine che assolutizzano il trascendente posponendo ad esso le esperienze godibili della vita".
L'edonismo ha subito accese critiche nel corso della storia della filosofia: in particolare da Kant che nella sua etica formale rifiuta che ad una vita morale possa associarsi la ricerca del piacere o di qualsiasi altro bene materiale che renderebbe il comando (l'imperativo) morale ipotetico, cioè subordinato a fini esterni a quelli del conseguimento del bene per il bene, e non categorico, come dev'essere .
Tra i filosofi contemporanei
M. Onfray
è quello che maggiormente indaga e propugna le ragioni dell'edonismo. Egli indica un'arte della vita che privilegi la cultura, l'intensità delle emozioni e il piacere. In Théorie du corps amoureux: pour une érotique solaire (2000; Teoria del corpo amoroso. Per un'erotica solare) afferma che il corpo e le sue espressioni devono essere celebrati, anziché mortificati; propone una spiritualità non religiosa, in armonia con la filosofia e le scienze.
L'ideologia del
leisure
, ovvero l'ideologia del tempo libero
Al di là dell’edonismo filosofico, la storia della cultura occidentale è segnata da un edonismo pratico.
L'edonismo pratico è vissuto concretamente da molti individui che ritengono cosa saggia consumare la vita il più piacevolmente possibile e dalle stesse masse popolari che trovarono sfogo alle repressioni subite nel vita lavorativa famigliare e sociale attraverso le “feste” (l' ideologia del party ) , le “ferie” , i “carnevali” e analoghi spazi di libertà edonistica collettiva.Il termine “festa” deriva dal latino dies festus, indicante la gioia pubblica, la baldoria, la licenza di abbandonarsi ai piaceri derogando alle norme oppressive, all’obbligo del lavoro, eccetera. Aiutarono questo tipo di opposizione gli “spettacoli” e gli “sport” che hanno concorso a mantenere viva la sopportabilità della struttura sociale e il mai negato desiderio di “vivere bene”.
Presso i Romani, lo scopo tipico dei “Saturnali” (feste in onore del dio Saturno) era di dare sfogo alla sensualità e al piacere, sovvertendo, per il periodo in cui durava la festa (dal 17 al 23 dicembre, periodo fissato dall’imperatore Domiziano) l’ordine sociale, caratterizzato dall’obbligo del lavoro.
I Saturnali iniziavano con grandi banchetti, sacrifici, bevute ed orge, il cui senso era appunto di sospendere le afflizioni, gli obblighi, e le repressioni. Lo sfondo ideologico dei Saturnali era una mitica “età dell’oro”, simbolo d’una condizione esistenziale antinomica rispetto a quella quotidiana.
Fino alla II guerra mondiale nella festa si accettava il principio che le azioni effettuate durante la medesima avevano natura eccezionale. Finita la festa, si tornava infatti alla vita normale.
Nel XX secolo una istituzione, il leisure cioè l'ideologia del tempo libero, contribuì a garantire, sempre più estensivamente le vacanze, gli svaghi e i divertimenti, dando così un contributo alla cultura dell’edonismo.
Il diffondersi del leisure portò ad affermare il principio che una vita deprivata dei piaceri è sostanzialmente un non senso e che ogni individuo ha “diritto” ad una propria dotazione di piaceri.
Le vacanze diventarono un veicolo di piaceri a disposizione di milioni di persone. Gli svaghi e divertimenti appartengono ormai a una prassi consolidata di cui tutti possono fruire.
In larga parte attraverso il leisure (vettore normale di innovazioni edonistiche) nella parte finale del XX secolo sopravviene un’epoca in cui il piacere invade ogni angolo e ogni momento della vita esistenziale.
Oggi, nel mondo occidentale, non c’è snodo dell’azione umana che non sia accarezzato dal piacere. Tale elemento elimina o attenua un’infinità di stati penosi, di fatiche, di deprivazioni, di carenze, di solitudini, con modalità varie e articolate, estese ad ogni comparto dell’esistenza.
Per esempio a livello di cibi, di riposo, di relax, di spettacoli, di viaggi, di musica, di arte, di comicità, di trasporto, di godimento della natura., e in quasi ogni angolo dell’esperienza.
L'attuale crisi economica scoppiata nel 2008 dimostra che l’uomo medio occidentale a tutto rinuncia fuorché alle feste, all'intrattenimento, alle vacanze,etc. anche se low cost.
Il sesso , che simbolicamente è il richiamo assoluto del piacere immediato , non-differito, pervade moltissime manifestazioni della vita sociale (il cinema, il teatro, la fotografia, le pubblicità, il turismo, la letteratura, ecc.) ed è considerato un ingrediente “normale” di ogni proposta commerciale e di sviluppo esistenziale. Insomma in ogni parte del vissuto si nota l’irrompere d’un flusso di piacere. Data la pervasività che segna quest’onda culturale possiamo chiamare “organico” il piacere che essa porta con sé.
Quella attuale, nei paesi occidentali, è certamente un’epoca di piacere organico, un piacere cioè che invade ogni angolo dell’esperienza umana, attenuandone gli aspetti dolorosi e arricchendone quelli ludici, che investe il tempo libero e tutte le sensazioni fondamentali della vita operativa.
Un piacere aiutato in modo determinante dalle scienze e dalle tecnologie che offrono strumenti sempre nuovi per migliorare la vita e imprimerle un carattere il più possibile piacevole. Produzione edonista e pubblicità invasiva e subliminale sostengono il consumismo.
L' etica edonistica ed utilitaristica
L'utile (
utilitarismo
) ed il dilettevole ( edonismo) vengono prima di ogni bene L'
etica edonistica
è essenzialmente negativa , negazionista : ha il torto fondamentale di misconoscere i valori più alti della vita umana che rappresentano la base insostituibile di una morale oggettiva.
Il piacere e l'utile, intesi nel loro senso più comprensivo rappresentano un elemento concomitante e conseguente l'azione morale, ma non ne costituiscono il fine nè l'essenza ; se invece così fossero intesi , sarebbero la negazione la moralità stessa .
La riduzione del bene etico al " piacere " è in opposizione con le esigenze costitutive dell'essere umano cioè la
norma morale naturale
. Mettere prima l'utile ( utilitarismo ) e il godimento immediato ( edonismo ) è in contrasto con la realizzazione del
bene integrale della persona
, che riguarda cioè tutte le sue dimensioni costitutive, non ultima quella religiosa , e che è la culla della felicità , espressione dell'ordine etico assoluto. L'edonismo infatti , con la sua sostanziale negazione dei valori di onestà, obbligazione, legge, virtù, rende impossibile ogni norma oggettivamente valida del bene e del male, risolvendosi così in negazione della stessa moralità.
Lo stesso può dirsi dell'utilitarismo.
Con l'edonismo e l'utilitarismo, ideologie sostengono il consumismo, l'etica viene ridotta a calcolo egoista o a semplice contrattazione ( etica contrattualista ) Il bene comune e il bene integrale della persona vengono messi da prte e tutto è giudicato e accolto secondo l'immediato tornaconto e dove anche le più nobili azioni imposte dal dovere, o suggerite da una volontà di bene e di perfezione, perdono, in quanto tali, ogni loro significato e valore.
L'ideologia del neoliberismo
Anche sul piano economico gestire la nuova globalizzazione prendento come fondamento queste filosofie non lascia prevedere nulla di buono. Molti economisti mettono in guardia : dice per esempio
Ac. Krtashivananda
:
"
La cultura edonistica integrale postula che la
felicità possa essere realizzata dal soddisfacimento dei
desideri materiali o sensuali e per soddisfare
questi desideri devono essere incoraggiati l'egoismo, l'avidità e
l'egocentrismo. Questi fattori, nella credenza edonistica, condurrebbero
all'armonia e alla pace.
E' noto a tutti che l'edonismo integrale è la
filosofia delle persone ricche e che è stata adottata dai neoliberisti come motore di uno sviluppo materiale permanente e non possiamo aspettarci che sotto l'influenza di queste premesse
le oligarchie economiche cambino il loro sistema sebbene proprio a causa
delle premesse presenti nei valori dell'edonismo
integrale l'epoca industriale abbia fallito gli obiettivi di
produzione illimitata, libertà assoluta e felicità senza
restrizioni. "
Prabhat Rainjan Sarkar propose, nel 1959, la Teoria della Utilizzazione Progressiva (PROUT) come alternativa al capitalismo e al comunismo. Tutte le sue idee sono enunciate nei testi “Prout in sintesi”, “Neo-umanesimo in sintesi”, “La Società Umana”, parte 1-2 e “Soluzioni ad alcuni Problemi”.
Il Nuovo Disordine Mondiale
Presentazione del Cardinale Joseph Ratzinger al volume di Michel Schooyans: "Nuovo disordine mondiale", (Collana Problemi e dibattiti 48), Ed. San Paolo, Cinisello Balsamo 2000. http://www.internetsv.info/Global4.htm
L' Ideologia illuminista del Progresso.
"Fin dagli inizi dell’illuminismo (XVII
sec.) , la fede nel progresso ha messo da parte l’escatologia
cristiana (cioè il compimento dell' Uomo
come essere perfetto e beato nell'aldilà del Paradiso) , finendo
di fatto per sostituirla completamente con l' ideologia secondo cui la
felicità per tutti sarà sempre più possibile in
questo mondo . La percezione che questa ideologia ha prodotto nelle società occidentali
è quella di una promessa di felicità non piú legata
all’aldilà ( quindi al rapporto con Dio, alla religione
) , ma a questo mondo e all'idea di un continuo ed inarrestabile progresso
( scientifico, tecnologico, culturale, sociale, etc) .
Nel XIX secolo, la fede nel progresso era ancora un generico ottimismo
che si aspettava dalla marcia trionfale delle scienze un progressivo
miglioramento della condizione del mondo e l’approssimarsi, sempre
piú incalzante, di una specie di paradiso; nel XX secolo, questa
stessa fede ha assunto una connotazione politica. Da una parte, ci sono
stati i sistemi di orientamento marxista che promettevano all’uomo
di raggiungere il regno desiderato tramite la politica proposta dalla
loro ideologia-un tentativo che è fallito in maniera clamorosa-
dall’altra i tentativi di costruire il futuro attingendo, in maniera
piú o meno profonda, alle fonti delle tradizioni liberali.
L'ideologia del Nuovo Ordine Mondiale e
la Nuova Antropologia
.
I tentativi nell'ambito liberale stanno assumendo
una configurazione sempre piú definita, che va sotto il nome di "Nuovo
ordine mondiale". Trovano espressione sempre piú evidente
nell’ONU e nelle sue conferenze internazionali, in particolare
quelle del Cairo e di Pechino, che, nelle loro proposte di vie per arrivare
a condizioni di vita diverse, lasciano trasparire una vera e propria filosofia
dell’uomo nuovo e del mondo nuovo.
Una filosofia di questo tipo non ha piú la carica utopica che
caratterizzava il sogno marxista; essa è al contrario molto realistica,
in quanto fissa i limiti del benessere, ricercato a partire dai limiti
dei mezzi disponibili per raggiungerlo e raccomanda, per esempio, senza
per questo cercare di giustificarsi, di non preoccuparsi della cura di
coloro che non sono piú produttivi o che non possono piú sperare
in una determinata qualità della vita.
Questa filosofia, inoltre, non si aspetta piú che gli uomini,
abituatisi oramai alla ricchezza e al benessere, siano pronti a fare
i sacrifici necessari per raggiungere un benessere generale, bensí propone
delle strategie per ridurre il numero dei commensali alla tavola dell’umanità,
affinché non venga intaccata la pretesa felicità che taluni
hanno raggiunto.
Il Nuovo Paradigma
C’è qualcuno che sta
progettando un sistema rigido e inattaccabile per governare lo sviluppo
del mondo.
Organismi internazionali dall’indiscutibile autorità (Organizzazione
Mondiale della Sanità, Banca Mondiale, Fondo delle Nazioni Unite
per la popolazione, UNICEF e altri) hanno messo a punto un nuovo
paradigma che misura il valore delle persone
in anni di aspettativa di vita, invalidità, morbilità al fine di valutare le priorità e
mettere in atto, oppure no, i piani di aiuto in tutto il mondo. Applicando
questi "nuovi criteri" si scopre che tutto
diventa uno questione di costo-rischio-beneficio. Perciò, chi è povero e malato
riceverà meno aiuti; chi è ricco e sano avrà una
maggiore aspettativa di vita e riceverà maggiori cure.
"La globalizzazione non è questione
di mercato. E' questione di potere e controllo. E' il rimodellamento
del mondo in uno senza confini regolato da una dittatura delle banche
centrali più potenti del mondo, delle banche commerciali e delle aziende
multinazionali. E' un tentativo di cancellare un secolo di progresso
sociale e di modificare la ripartizione del reddito da ingiusto a inumano." - Paul Hellyer, già primo ministro del Canada
"Zone sempre più vaste della Terra diventeranno
sempre meno abitabili. Allo stesso tempo, il prezzo della terra aumenterà per le
poche società abbastanza ricche da potere mantenere vivibile il loro
ambiente. I profitti crolleranno e il capitale migrerà." - John Gray, scienziato di Oxford, sulla globalizzazione ("Alba
falsa" - "False Dawn"), in Granta magazine, 1998
"Le prospettive di integrazione dei
nostri paesi nell'economia globale sono estremamente deboli. Nel frattempo,
le industrie che abbiamo saranno condizionate dai prodotti importati
che spingono le nostre aziende fuori commercio. Stiamo assistendo a
un processo di deindustrializzazione dei nostri paesi."
- Benjamin Mkapa, presidente della Tanzania, parlando alla nona sessione
dell'UNCTAD, nel 1996
"La globalizzazione sta distruggendo
milioni di vite. Per noi l'unica alternativa è combattere per la nostra
sopravvivenza."
- Sarath Fernando, Movimento nazionale per la terra e la riforma
agricola dello Sri Lanka
"I giganti delle comunicazioni - i
grandi mostri dell'industria della televisione, i satelliti per le telecomunicazioni,
riviste e giornali - sembrano determinati a presentare un mondo virtuale,
creato a immagine di quello che il processo di globalizzazione richiede." - Subcomandante Marcos, portavoce del movimento Zapatista
"Il rapido avanzare verso la globalizzazione
dei sistemi economici e finanziari mostra la necessità urgente di stabilire
di chi è la responsabilità di garantire il bene comune mondiale e l'esercizio
dei diritti economici e sociali. Il libero mercato da sè non può fare
questo, perché in effetti ci sono molti bisogni umani che non hanno
posto nel mercato." - Giovanni Paolo II nel messaggio per la Giornata della Pace, 1° gennaio
1999
DISCLAIMER. Si ricorda - ai sensi della
Legge 7 marzo 2001, n. 62 - che questo sito non ha scopi di lucro, è di
sola lettura e non è un "prodotto editoriale diffuso al
pubblico con periodicità regolare" : gli aggiornamenti
sono effettuati senza scadenze predeterminate. Non può essere in
alcun modo ritenuto un periodico ai sensi delle leggi vigenti né una "pubblicazione" strictu
sensu. Alcuni testi e immagini sono reperiti dalla rete : preghiamo
gli autori di comunicarci eventuali inesattezze nella citazione delle fonti
o irregolarità nel loro uso.Il contenuto del sito è sotto licenza Creative Commons Attribution 2.5 eccetto dove altrimenti dichiarato. Navigando nel sito se ne accetta la PRIVACY POLICY