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Libri consigliati
Maggio 2011

Mario Maccione, 
L’inferno tra le mani. La mia storia nelle Bestie di Satana
 
(Piemme, Milano 2011)

IL LIBRO

Mario Maccione nasce nel 1980 da una famiglia che lui stesso definisce medio-borghese e vive nell’hinterland milanese, prima a Cologno Monzese e poi a Brugherio. Per nove anni, dal 1995 al momento dell’arresto nel 2004, fa parte delle Bestie di Satana. Condannato per l’omicidio di Chiara Marino e Fabio Tollis, attualmente sta scontando la pena presso il carcere di Bollate (Milano), dove studia ragioneria.

  Come sottolinea Lorenzo Baranzini - il quale dedica da anni particolare attenzione al fenomeno del satanismo non solo dal punto di vista degli studi, avendo consacrato ben due tesi di laurea all’argomento, ma anche per questioni professionali, prestando infatti servizio come Agente scelto presso la D.I.G.O.S. della Questura di Varese - nella sua tesi 666. Religione o disagio sociale? discussa il 14 marzo 2011 e dedicata ad un’analisi sociologica e criminologica del satanismo in particolare nelle sue connessioni con il disagio giovanile, Maccione nel contesto del gruppo si caratterizza come un «[…] personaggio di spicco, […] era considerato il medium del gruppo. Dopo aver fatto uso di sostanze stupefacenti, abuso che faceva già dalla tenera età, cadeva infatti in trance durante le quali veniva impossessato da un demone  che impartiva ordini a tutto il gruppo» (p. 81).

  Il libro di Maccione, più che un testo da commentare o recensire, è  una testimonianza da leggere e si presenta, al di là delle interpretazioni soggettive e certamente viziate dalla logica processuale dello scarico delle maggiori responsabilità di ogni componente di quelle che furono le Bestie di Satana sull’altro, come un’assunzione delle proprie colpe da parte dell’autore, nonché un resoconto del clima folle che i componenti del gruppuscolo hanno vissuto per anni. Scrive infatti Maccione: «Le nostre scelleratezze pesano sulle nostre spalle, sulle mie anzitutto, e non chiedo sconti o indulgenze, proprio io che odiavo il sistema con i suoi riti, i suoi meccanismi, i suoi premi, le sue ipocrisie, o almeno così mi pareva allora» (p. 7).

  Per descrivere la sua essenza di giovane satanista in una lapidaria espressione l’autore così si esprime: «Ero antiborghese, ero anticristiano, ero antifamiglia, ero antitutto» (p. 7); tale «filosofia di vita» si declina in atteggiamenti pratici di vandalismo e devianza: «Ormai, abbiamo superato tutti i limiti. Orge, messe nere, prove di coraggio. E furti nei cimiteri, come nei film gotici. Con raid notturni portiamo via di tutto: statue, crocifissi, immagini della Madonna» (p. 55).

Testo tratto da Considerazioni e riflessioni su una testimonianza diretta dall’«inferno» delle Bestie di Satana di Andrea Menegotto-censur.org

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