Corso di Religione



Dove va l'evoluzione?



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La noogenesi
Teilhard de Chardin nacque il primo maggio 1881 presso il Castello di Sarcenat (Comune di Ourcines nei pressi di Clermont-Ferrand), in Francia.

La madre era pronipote di Voltaire; a undici anni entra in collegio dai Gesuiti e a trent’anni aderì alla Compagnia di Gesù a Aix-en-Provence. Durante i tredici anni di formazione in seminario si avvicina alla filosofia di Bergson .

Dato il suo interesse per la scienza viene inviato ad insegnare fisica e chimica nel collegio dei Gesuiti del Cairo e nel 1911 viene ordinato sacerdote e partecipa alla Prima Guerra mondiale come barelliere meritandosi anche una medaglia al valore e la nomina a cavaliere della Legion d’ onore.

Dopo la laurea in Scienza Naturali, viene mandato in Cina a Tien Tsin . Nel 1925 torna ad insegnare a Parigi all’Istituto Cattolico.

Dopo alcuni scritti di carattere teologico le autorità ecclesiastiche –contrariate- lo rimandano in Cina, dove lavorerà per venti anni, dando anche un contributo a scoprire i resti del cosiddetto “uomo di Pechino” o Sinantropo .

Nel 1947 torna a Parigi dove vorrebbe pubblicare la sua opera Il fenomeno umano , ma il Vaticano è ancora contrario cosicché nel 1951 si trasferisce definitivamente a New York dove continua i suoi studi alla Fondazione Wenner non rinunciando ai suoi viaggi di ricerca in Sud Africa e Rhodesia.

Un curioso aneddoto riguarda la sua morte: agli amici aveva sempre detto di aver chiesto al signore di morire il giorno di Pasqua. Ebbene, il 10 Aprile 1955, dopo aver assistito ad una messa alla cattedrale di Saint Patrik, a New York, Theilard viene colpito da infarto mentre prende un the a casa di amici; era il giorno di Pasqua.

Nel panorama intellettuale della Chiesa Cattolica il caso di De Chardin è senza dubbio particolare: fu infatti il primo uomo di Chiesa che tentò di conciliare le evidenze -diremo sperimentali- della teoria dell’evoluzione naturale proposta da Charles Darwin con i rigidi assiomi della dottrina Cattolica in tema di creazionismo e creazione.

Cosicché la sua è stata principalmente un’attività tesa a rendere plausibile la teoria darwiniana nell’ambito teologico; infatti, la sua è una “visione avente per base il mondo della materia e per vertice Dio”.

I suoi interessi scientifici lo portarono quindi inevitabilmente verso quella “biologia della complessità” che si sarebbe sviluppata dopo poco in tutto il mondo ma, principalmente, con Jaques Monod in Belgio (anche se con conclusioni opposte per quanto riguarda le ipotesi teleologiche).

Quello che il gesuita vede nell’evoluzione naturale è sintetizzabile in due elementi:

1) La crescita verso una sempre maggiore “complessità”

2) La presenza di un “valore limite”, di una “soglia” oltre la quale cominciano a manifestarsi degli epifenomeni come quello della vita, della coscienza e quindi del pensiero
Il gesuita francese non si limita a fare della scienza ma sconfina -inevitabilmente- nella filosofia (sempre però da un’ottica intellettuale squisitamente teologica).

Infatti giunse a preconizzare che l’evoluzione della coscienza avrebbe portato ad una “mente planetaria” o meglio una “rete nervosa planetaria” alla fine della quale ci sarebbe il cosiddetto “Punto Omega” (punto Ad quem omnia tendunt), cioè l’unione (e qui è il teologo che parla) con il Cristo Cosmico . La Noosfera Secondo Padre Theilard de Chardin l 'Universo è una realtà dinamica, in movimento , in espansione e contrazione, in trasformazione, complessificazione, in evoluzione : l'universo è una creazione .

L'universo è una cosmogenesi e l'evoluzione avviene secondo una legge di complessificazione Secondo Theilard se oggi eleva lo sguardo per avere una " panoramica" del processo della evoluzione si intravede una "moltitudine che si sta organizzando verso un  qualcosa di nuovo che  fa procedere l'evoluzione. "

Questa moltitudine di uomini sta creando una nuova tappa del cammino dell'universo, la Noosfera.


1-La stoffa dell'universo non è fatta di sola energia-materia, essa è materia e spirito, energia e interiorità : anche la materia inorganica ha una sua " interiorità".

2-La complessificazione è la legge  della cosmogenesi. La complessità crescente non è frutto della casualità, ma è centrata su un disegno , un progetto :  la  complessificazione della "coscienza" .

3- La cosmogenesi è in realtà una noogenesi , cioè la creazione di "coscienza" , di "spirito" , per mezzo di una complessificazione crescente.
l' homo noeticus L'apice della evoluzione sulla terra , oggi, è l'uomo, l'essere più complesso , con la coscienza più complessa, lo spirito.

Attraverso le risorse sempre più strettamente interconnesse e comunicanti, ( pensiamo all comunicazioni interpalentarie ed a Internet , ) la coscienza umana si complessifica sempre più creando una unione pensante e cosciente che sintetizza ed utilizza tutte le differenze . Gli esseri umani con i loro pensieri, ma soprattutto con la loro coscienza sono simili ai neuroni di un grandioso “cervello globale” o “mente planetaria ”. Nella sua opera “L’Ambiente Divino” così si esprime:

“...l’uomo scopre, per usare una forte espressione di Julian Huxley, di non essere altra cosa se non l’evoluzione divenuta cosciente di sé stessa”.La biosfera si evolverà attraverso questo processo in noosfera .

La piena ominazione planetaria perciò si realizza attraverso l' homo societalis e le sue energie intellettuali che si uniscono in una sintesi , la Noosfera , che è l'ambiente vitale dell' homo noeticus."
Le energie del pensiero e della coscienza degli uomini rimangono coese dalla forza di attrazione universale che ogni essere esercita su tutti gli altri : L'Amore.
Questa forza non agisce per se stessa , essa ha bisogno di un polo di attrazione superiore , un Punto Omega che attiri a sè la molteplicità e la incorpori in un qualcosa di superiore e già unitario, l' Uno.Il Cristo Cosmico [Card. Christoph Schönborn Ziel oder Zufall?: Schöpfung und Evolution aus der Sicht eines vernünftigen Glaubens. Edizioni Herber]

" Teilhard ritiene che l’universo sia un immenso moto ascensionale verso una sempre più elevata complessità ed interiorità, dalla materia alla vita, allo spirito. Si tratta di un movimento finalizzato (e in ciò Teilhard si differenzia da chi ritiene l’evoluzione senz’alcuna direttrice), il quale va dalla geogenesi alla biogenesi e quindi alla psicogenesi.

Questo movimento ascendente è tuttavia completato allorquando la “Cristogenesi” emerge dalla cosmogenesi.

In quest’ascesa, l’evoluzione finisce di essere passivamente subita sino all’apparizione dell’uomo e raggiunge la fase di autoevoluzione. A sua volta, questa perviene all’apice con l’apparizione di Cristo.


Egli diviene il centro visibile dell’evoluzione ed anche il suo fine, il “punto Omega”.

Il Logos incarnato, che ad un certo punto si manifesta in forma visibile sull’asse evolutivo, era stato in precedenza l’invisibile “motore dell’evoluzione”.

Cristo, alla testa del corpo cosmico, completa ogni cosa, guida ogni cosa e perfezione ogni cosa.

“L’intero universo è ipso facto modellato dalla sua personalità, determinato dalle sue scelte e animato dalla sua forma.”


Secondo Teilhard, Cristo diviene l’energia dello stesso cosmo. Poiché con l’Incarnazione Dio si è “immerso” nella materia, in essa e dal cuore di essa egli realizza “la guida e la pianificazione di ciò che noi oggi chiamiamo ‘evoluzione’.”







L’Incarnazione determina una sorta di “ Cristificazione” del cosmo . Teilhard del Chardin pone anche la Croce di Cristo all’interno di questa prospettiva.

Essa diventa la molla per il superamento di ciò che manca allo sviluppo cosmico.




Infine, con la sua Resurrezione, Cristo, svincolato da ogni restrizione alla sua potenza e all’efficacia della sua azione, è in grado di guidare lo sviluppo cosmico verso il punto omega, l’ultima “amorizzazione” (trasformazione in amore) del mondo, che sarà perfetta nella Parusia , il ritorno di Cristo.



Questi brevi riferimenti a Teilhard non possono rendere giustizia ai suoi sforzi. Il fascino che Teilhard de Chardin ha esercitato su un’intera generazione derivava dalla sua maniera sicura di guardare nello stesso tempo alla scienza e alla fede cristiana. Questa visione unitaria, in cui egli si è proposto di far coesistere la scienza naturale e la fede cristiana, era ovviamente problematica. I critici hanno mostrato che non poteva rendere completa giustizia ad entrambe.

La sua visione evolutiva di un moto verso l’alto, che produce incessantemente forme sempre più elevate, è frutto di una speculazione filosofica più che di una teoria scientifica.

D’altro canto, la sua “naturalizzazione” di Cristo come forza direttrice nell’evoluzione è andata ad imbattersi in contraddizioni di natura teologica. Malgrado le critiche da entrambi i lati, molte persone sono riuscite a cogliere le sue preoccupazioni e le hanno apprezzate.

Colpisce soprattutto il modo in cui egli fu affascinato dal Cristo. Il suo amore per Cristo lo fece entrare in una sorta di “mistica dell’evoluzione”. In ciò egli è ben lontano dalle concezioni materialistiche dell’ “evoluzionismo” oggigiorno diffuso. Per la nostra tesi, è importante che Teilhard de Chardin abbia osato un’impresa che era nello stesso tempo piena di rischi e tuttavia necessaria.

Il modo in cui la fede cristiana considera l’Incarnazione di Dio in Gesù Cristo divenne per lui la visione ispiratrice della sua ricerca e del suo pensiero di scienziato della natura.

D’altra parte, egli ha costantemente aperto la sua attività di ricercatore scientifico al vasto orizzonte dischiuso per lui dalla sua fede cristiana.


È vero che la fede e la scienza dovrebbero essere distinte una dall’altra. Però è anche vero che esse non dovrebbero essere separate. La scienza ha bisogno dell’ampio orizzonte della fede. Attraverso la sua opera, Teilhard de Chardin ha aiutato molti scienziati a superare il pregiudizio che la fede ostacoli la scienza.

La fede in Gesù Cristo, in cui tutti i tesori di saggezza e conoscenza sono nascosti (cfr. Col 2, 3), non priva la scienza né della sua libertà né del suo slancio, né della sua onestà né del suo entusiasmo, – al contrario, e in realtà, li rafforza ulteriormente»

L'apice della ominazione sarà una supercoscienza che straborda oltre lo spaziotempo nell'Uno, il Cristo cosmico, il Punto Omega .

Theilard riconosce nell' esistenza umana attività di crescita e attività di diminuzione , ma anche passività di crescita e di diminuzione  e delinea una specie di spiritualità cristiano-cosmica quando dice che

"ciò che mina ed avvelena in genere la nostra felicità è sentire così vicino il fondo e la fine di tutto quel che ci attira: sofferenza delle separazioni e del logoramento, angoscia del tempo che scorre, terrore di fronte alla fragilità dei beni posseduti, delusione di giungere così presto
al termine di quel che siamo e di quel che amiamo”.

Tuttavia, esiste una via di salvezza a questa “disperazione esistenziale” ed è quella di comprendere che l’ Universo è “qualcosa che evolve” ed è dotato di una sorta di sapienza sistemica di cui –come natura- facciamo tutti necessariamente parte.

Ed ecco quindi che l’estatica gioia di sapere e adorare l'Uno (chiamata con il concetto filosofico di supercentrazione) genera una meravigliosa pace interiore .


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