Corso di Religione

CRISTIANESIMO
LA RELIGIONE

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La Vita, in questo mondo. Questo è il Vangelo cristiano, ovvero la grande Novità della Storia : l'uomo si compie come Uomo ricevendo lo Spirito di GESU' e vivendo nella chiesa//comunità della carità per le beatitudini . Alla morte diventerà Uomo Compiuto e Definitivo con la resurrezione.

La vita cristiana è una vita Nuova, di qualità soprannaturale: una vita vissuta in questo mondo ma che si sviluppa come iniziazione ad una Vita di ordine sopra-naturale, una vita eterna insieme a Dio.

Gesù ha fatto promesse precise:

Mat 19,29 Chiunque avrà lasciato case, o fratelli, o sorelle, o padre, o madre, o figli, o campi per il mio nome
[ perchè crede nella mia persona di Salvatore e mi segue nel cammino di iniziazione ],
riceverà cento volte tanto
[ di quello che ha lasciato, l' uomo, riceverà 100 volte . l'Uomo]e avrà in eredità la vita eterna.
[ l'Uomo Definitivo]

( //Mc 10,30 Lc 18,30)

Giov 8,12 Gesù parlò loro: «Io sono la luce del mondo;
chi segue me, non camminerà nelle tenebre, ma avrà la luce della Vita

[ eterna] »

I cristiani sono nel mondo ma non appartengono a questo mondo,appartengono già al Mondo Compiuto nella perfezione, al Mondo Definitivo.

Gal 1,3 Grazia a voi e pace da parte di Dio Padre nostro e dal Signore Gesù Cristo,4 che ha dato se stesso per i nostri peccati, per strapparci da questo mondo perverso, secondo la volontà di Dio e Padre nostro.

I cristiani sono stati strappati, riscattati da questo mondo

Giov 8,23 voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo.

Avere fede in GESU' significa credere alle sue promesse e seguire le sue istruzioni , credere che sia affidabile , che farà quello che dice. E Gesù dice di seguirlo come i discepoli seguono il loro Maestro di Vita . L'Unico.

L'uomo naturale è di questo mondo, nasce come parte di questo mondo ed è destinato, come il mondo, ad un compimento .Gesù è di un altro mondo perchè lui è già "il mondo compiuto" : l'Uomo Definitivo. Così è dei cristiani che partecipano della sua natura divina.

Giov 15,19  non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo ,

 per darvi la mia Vita (divina) ed ora ...

(1Gv 4,4) Voi siete da Dio,
perché colui che è in voi
è più grande di colui che è nel mondo .


Perciò

1Co 7,31 quelli che usano del mondo, 
(facciano) come se non ne usassero appieno:
perché passa la scena di questo mondo!


Mar 8,36 Che giova infatti all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi perde la propria anima ?
Lu 9,25 Che giova all'uomo guadagnare il mondo intero, se poi si perde o rovina se stesso?

Giov 12,25 Chi ama la sua vita
[in questo mondo, come uomo]
la perde
[ la vita biologica finisce-sparisce]
e chi odia la sua vita in questo mondo
[per far germogliare e crescere la Vita nella carità]
la conserverà per la vita eterna.

In un'altra occasione dice Gesù :

Lu 14,26 «Se uno viene a me e non odia sorelle e suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle
e odia perfino la propria vita
[in questo mondo],
non può essere mio discepolo
[e imparare la Vita ]

Il timore di perdere la propria vita è il grande ostacolo alla carità . Porre dei limiti all'esercizio della carità per attaccamento alla vita , per il cristiano, è l'autodistruzione.

L'attaccamento alla vita biologica è la base di tutte le abdicazioni all'Amore : di fronte alla minaccia, piccola o grande che sia di perdere la vita , l'uomo abdica anche alla Vita, quella eterna.


Essere attaccati alla propria vita , per il cristiano è distruggersi, non compiersi mai come Uomo ; disprezzare le propria vita è  la condizione necessaria per disarmare il maligno  e copiersi nella Vita definitiva.

Dare la vita, donarsi senza riserve all'amore, per chi è cristiano non è una perdita: " mi sono perso le gioie di questo mondo " direbbe chiunque ; in realtà è un guadagno :" comincio già a vivere la vita eterna e ne sperimento la beatitudine"

I cristiani sono pellegrini (= parroci ) in questo mondo
[ Padre Raniero Cantalamessa-Famiglia Cristiana-nov 2005- XII domenica

"...La Scrittura dice che in questa vita siamo "pellegrini e forestieri", cioè siamo "parroci", perché paróikosé la parola del Nuovo Testamento che viene tradotta con pellegrino e forestiero (cf 1Pt 2,11), come paroikia (parrocchia) è la parola tradotta con pellegrinaggio o esilio ( 1Pt 1,17).

La vita dei cristiani è una vita dì pellegrini e forestieri, perché essi sono "nel" mondo, ma non "del" mondo (cf Gv 17,11.36); perché la loro patria vera è nei cieli, da dove aspettano che venga Gesù Cristo il Salvatore (cf Fil 3,20); perché non hanno quaggiù dimora stabile, ma sono in cammino verso quella futura (cfEb 13,14).

La Chiesa intera non è che un'unica grande "parrocchia".

L'EpistoIa a Diogneto, del II° secolo, definisce il cristiano come un uomo «che abita una patria, ma come forestiero {paróikos} che partecipa a tutto come cittadino, ma sopporta tutto come pellegrino; per il quale ogni terra straniera è patria e ogni patria terra straniera».

Si tratta però di una "estraneità" speciale.

Anche alcuni pensatori del tempo definivano l'uomo: «Per natura, straniero al mondo». Ma la differenza è enorme: costoro ritenevano il mondo opera del male e perciò raccomandavano l'astensione dall'impegno verso di esso che si esprime nel matrimonio, nel lavoro, nello Stato. Nulla di tutto questo nel cristiano. Egli, si legge nell'Epìstola, è un uomo «che si sposa e mette al mondo bambini», uno "che partecipa a tutto».

La sua è una estraneità escatologica, non ontologica; egli, cioè, si sente estraneo per vocazione, non per natura; in quanto destinato a un altro mondo, non in quanto proveniente da un altro mondo.

Il sentimento cristiano di estraneità si fonda sulla risurrezione di Cristo: «Se siete risorti con Cristo, cercate le cose di lassù». Non annulla perciò la creazione e la sua bontà fondamentale. "




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