Corso di Religione

         


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L'alchimia sessuale Il Tantra - che ha origine nella preistoria dell’umanità e che ebbe enorme sviluppo e diffusione nell’India dei primi secoli della nostra era - rappresenta la punta più scientifica e sperimentale di varie forme di religiosità.  

Il fondamento di questa tradizione  consiste nel concetto di coscienza-energia, Shiva-Shakti.

La tradizione tantrica indù considera come agente, nel mondo ordinario, una forza che è Potenza Assoluta, pura manifestazione dell'azione dell'Assoluto, e che va sotto il nome di Shakti.

Nella dottrina dei sette chakra o centri psicoenergetici e dell’energia si chiama anche Kundalini.

Kundalini, dalla radice Kundalin, che significa "circolare, spiraleggiare" . E' la forma concreta della Śakti, si trova normalmente inattiva nell'individuo, arrotolata nella zona perineale del corpo yogico.

Secondo le dottrine yogiche del Tantra, la Kundalini ha come meta suprema, proprio in quanto Śakti, il ricongiungimento con la controparte maschile, Śiva, la riunione del maschile e del femminile, il ripristino dell'androginità originaria, la realizzazione nel microscosmo umano dell'Essere Supremo.

Nella fisiologia sottile tantrica il canale centrale è chiamato Sushumna, "ricco di estasi, altamente benedetto", ad esso sono affiancati Ida, il canale chiaro di energia femminile, il cui nome significa "fresco, corrente o flusso di venerazione" che sale a spirale dal testicolo sinistro alla narice destra, e da Pingala, il canale caldo di energia maschile, che significa "di colore solare, bruno fulvo" che sale dal testicolo destro alla narice sinistra. 
L’unione tra le forze maschili e femminili porterebbe al risveglio di Kundalini e alla sua naturale salita verso i centri superiori , il che porterebbe ad una profonda trasformazione dell’adepto. Non proponendosi di raggiungere nessun risultato, uno scopo preciso, il Tantra sarebbe pura liberazione dello spirito, "sublimazione alchemica" dell'energia sessuale. Il rapporto sessuale in sè non è lo scopo, ma un modo per raggiungere una coscienza divina.

Per trasformare la sessualità in ideale tantrico, si deve imparare ad essere ricettivi verso il proprio corpo, e poi vero quello dell'altro.

Il risveglio dei sensi e l'auto controllo sono dei passi importanti per questa preparazione. Sconfiggere le proprie inibizioni è un esercizio complicato. Gli indiani lo facevano attraverso il ballo, perché insegna l'apertura del corpo verso lo spazio e la liberazione dallo sguardo degli altri.
TantraM.Introvigne-CESNUR--Enciclopedia delle religioni d'Italia-Elledici.

kamasutra Tantra indù

" ...redatti in epoca medievale, hanno normalmente la forma di dialoghi in cui il dio Shiva spiega alla sua sposa Parvati la filosofia e i miti che sottendono al rito tantrico, incentrato sul principio energetico femminile (Shakti).

Questo rito si discosta dalle abitudini indù sia nelle pratiche sessuali sia in quelle di purificazione.

Gli adepti imparano da un guru come sprigionare la loro energia psicosessuale; una volta attivata, la forza deve raggiungere il centro energetico più alto, posto alla sommità della testa, permettere all'adepto di sperimentare in se stesso l'unione del dio e della dea.

" Kanezza "  Incanalando le energie orgasmiche che attraversano il corpo verso lo spirito, gli amanti cercano di raggiungere un più alto stato di consapevolezza. L'orgasmo non è visto come lo scopo del rapporto sessuale.

Inoltre, secondo il tantra, l'eiaculazione è la perdita dell'essenza vitale, che deve essere conservata per la procreazione. Si cerca di mantenere lo stato preorgasmico il più a lungo possibile, ritardando l'orgasmo stesso. Lo scopo è l'orgasmo senza eiaculazione o  kanezza.


Quando si raggiunge un grado di coscenza più elevato, l'atto sessuale rappresenta una strada verso l'estasi spirituale.Lo scopo finale è sempre la liberazione dal mondo fisico dei fenomeni e il ricongiungimento con l'entità Shiva-Shakti.

Il Tantra ebbe il suo periodo di maggior fioritura tra il X e il XII secolo dopo Cristo, nel Nord dell'India, e fu in seguito soppresso, con il prevalere della religione islamica. Sopravvisse tuttavia in sétte e scuole segrete e migrò in Cina. In Tibet, invece, al riparo dagli influssi di altri popoli, il Tantra si commisionò con il buddhismo e il Bon, l'antica religione sciamanica.

Col passare dei secoli, anche in Tibet alcune scuole - come la Gelugpa - iniziarono a prender le distanze dalle pratiche sessuali del Tantra rosso (o Tantra della mano sinistra), facendo oggetto della ricerca l'unione tra il maschile e il femminile sul piano energetico, senza badare più al contatto fisico: questa versione più metafisica costituisce la versione tradizionale del Tantra bianco (o Tantra della mano destra).


Soltanto il sette per cento dei testi tantrici, che prescrivono in genere mantra mandala e ritologie etrogenee, è dedicato alle tecniche erotiche. Il rituale che coinvolge il sesso è detto pancha-makara (ovvero, rituale delle cinque M): "Gli adepti del Tantra della mano sinistra (o Tantra rosso) bevono vino (madya), mangiano carne (mamsa), pesce (matsya) e un cereale afrodisiaco (mudra) e si uniscono sessualmente (maithuna)".

Sono prescrizioni che, prese alla lettera, ben poco significano all'uomo contemporaneo, ma che hanno una risonanza profonda, che svela il fine del Tantra: il congiungimento dell'energia di Shakti con la consapevolezza di Shiva. 
Tantrismo buddistaE' un aspetto della terza fase del buddismo e fu perfezionato in Tibet, dove si fuse con il tantrismo indù.

Un tempo esistevano sette tantriche in tutta la Cina e il Bengala; ora sopravvivono soprattutto nell'India settentrionale. L'influsso di questo complesso di pratiche sulle religioni indiane aumentò a partire dal VI secolo d.C.; in particolare, se ne appropriarono alcune comunità buddiste e le comunità indù dedite allo shaktismo, che sottolinea la funzione della forza divina femminile.


Con il tantrismo, attraverso la recitazione di mantra - la ripetizione perpetuata di una parola - e la pratica di tecniche yoga e di meditazione, si cerca la via della redenzione avendo come fine ultimo il distacco da ogni legame terreno. "

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