Corso di Religione

Islam e Politica - pag. 1
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ISLAM
Religione e politica.
         


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Il rapporto tra islam e altre culture non può essere compreso senza fare riferimento alla politica. L'islam è una realtà apparentemente omogenea, dato che la caratteristica essenziale di questa religione è di orientare non solo la vita spirituale dell'uomo, ma anche quella culturale, economica e politica.  Essa rifiuta fermamente la distinzione tra condotta spirituale e condotta temporale e pretende di informare con un'unica legge, quella coranica, la globalità della vita di ogni credente. L'islam, insomma, nella sua forma più ortodossa, deve essere din wa dawla, religione e stato. Nei paesi islamici due sono gli scopi di chi ha responsabilità di governo: 
- in primo luogo quello di proteggere la religione musulmana, assicurarsi cioè che sia osservata, con tutti i mezzi disponibili; 
- in secondo luogo quello di estendere l'islam a tutto il mondo.

Questa è la teoria classica dei giuristi musulmani, non è una novità; l'islam è "religione e società". Sotto questo aspetto si comprende come sia fatto ogni sforzo, economico, culturale, politico, per estendere l'islam.

Caratteristica del mondo islamico è il prevalere della comunità sull'individuo, il che significa che la nozione di libertà di coscienza o di diritti dell'uomo (due concetti che da due secoli contraddistinguono, nel bene e nel male, il mondo occidentale) solo in minima parte sono stati accolti dalla cultura musulmana.


Musulmani liberali e musulmani fondamentalisti Nei paesi musulmani c'è un'immediata identificazione fra religione e politica, che legittima lo stato di inferiorità giuridica di chi non è di religione islamica. Il fondamento giuridico delle attuali discriminazioni fu elaborato tra il I ed il IV secolo dell'era islamica (corrispondenti al periodo che va dal VII al X secolo dell'era cristiana).

In questo periodo fu elaborata tutta la giurisprudenza e tale dottrina è giunta fino ai nostri giorni. 
L'islam nasce come progetto socio-politico ed anche militare: ciò è evidente sia nel Corano che nella sunna, nella tradizione che include la vita e i detti di Maometto.  Per un musulmano religione e politica sono indissolubili. Coloro che invece propendono per una separazione dei due piani sono i cosiddetti musulmani liberali, ma essi sono visti dalla maggioranza come musulmani solo di nome, il loro islam suscita dubbi, anche perché molti non sono praticanti.

I liberali sostengono che nel Corano e nella Vita di Maometto vi sono state due tappe , la prima è quella del periodo della Mecca (gli anni 610-622), la seconda è quella del periodo di Medina (gli anni che arrivano fino al 632, data della morte di Maometto).


Se si analizzano le fonti, secondo tale interpretazione, nel periodo della Mecca si nota che il discorso è più spirituale che politico. Il discorso di Maometto appare fondato sull'annuncio dell'unicità di Dio, su quello del giudizio finale che attende tutti dopo la morte (giudizio in base al quale ciascuno sarà ricompensato con il cielo o punito con l'inferno) ed infine sul richiamo alla giustizia sociale, alla solidarietà verso i poveri.

Questo sarebbe l'islam originario, il più autentico secondo i liberali, l'idea primaria così come appare rivelata a Maometto.

A Medina invece si sarebbe sviluppato un islam politico, perché le circostanze storiche hanno condotto Maometto a creare un sistema sociale, ad organizzare l'esercito, fare guerre, ecc. La dottrina relativa a tale periodo, per i liberali, sarebbe dunque secondaria, non necessaria, valida per quelle circostanze storiche particolari e non universalmente.

Una simile interpretazione è contestata dagli - islamisti fondamentalisti, che dicono che proprio il secondo è il vero islam, mentre il primo, quello della Mecca, era condizionato dal fatto che Maometto non era del tutto libero di esprimere il suo progetto, aveva dovuto fare delle concessioni.

Quando a Medina lui ha avuto pieno potere, quando non era più attaccato dai Meccani, allora si è visto il vero progetto, che è un progetto socio-politico, militare e religioso.

Tra queste due tendenze è la seconda, come abbiamo visto, ad aver prevalso. Quando gli islamisti oggi rivendicano questo progetto socio-politico sono fedeli alla tradizione islamica più comune.
Nella cultura dei paesi arabi musulmani ha infine prevalso, al posto della categoria del cittadino, la divisione tradizionale della società in 
-credenti (coloro che seguono l'islam), 
-protetti (cristiani ed ebrei) -
-miscredenti (la cui sorte può essere la morte o la conversione all'islam). 
La realizzazione e la diffusione di quest'idea della società rimane il sogno della tendenza tradizionalista. Bisogna anche dire che all'inizio del XX secolo la cultura islamica fu pervasa da un vasto movimento liberale, suscitato anche dall'influsso dell'Occidente, che a tale movimento appariva come un modello auspicabile di società.

Vi sono stati grandi giuristi che nell'Egitto degli anni Trenta del nostro secolo hanno prodotto una positiva integrazione tra codice napoleonico e legislazione tradizionale islamica. Tutto questo è stato rimesso in discussione agli inizi degli anni Settanta con la guerra del 1973, la crisi del petrolio, ecc.

Il progetto politico della religione islamica La shariah, il diritto musulmano divide i viventi secondo categorie religiose che permangono anche dopo la morte. Innazitutto  esiste la divisione tra :

-Terre d'islam (dar al-islam) e le
-Terre di Guerra (dar al-harb) o Terre di miscredenti (dar  al-kufr).
Nelle Terre d'islam, la divisione è tra
-musulmani
-gente del libro (cristiani ,ebrei, zorosatriani,sabatei induisti)  (kafir)=miscredenti, ma con un libro-rivelazione(ahl al-kitab)
-politeisti (kafir) (mushrik)
-apostati. (murtad)


Ciò deriva dal fatto che nel 622 Maometto così aveva organizzato la città di Medina.

Corano 49,10- i credenti musulmani sono fratelli-appartengono alla UMMA
Corano 3,110  che è la migliore comunità per gli uomini.
Ciò significa secondo l'Islam che i musulmani formano una comunità-popolo eletto. Come Ebrei e cristiani. La guerra e l'Islam Le terre della guerra (Dar al Harb), sono quelle ancora governate dagli infedeli.

Le Terre d'Islam sono quelle sottoposte al potere islamico, siano esse abitate da tutti musulmani o no.

Le altre terre oggi sono terre di miscredenza,ma un giorno saranno musulmane.
Quali rapporti tra i due emisferi?
Prima dell'Egira , Maometto predicava di non ricorrere mai alla guerra anche in caso di aggressione. (Corano16,127-13,22) Dopo l'Egira, a Medina, nella Umma, i musulmani vennero autorizzati a combattere gli aggressori. (Corano 2,190.216-8,61-22,39) Alla fine fu loro permesso di  intrapprendere la guerra. (Corano 9,3) In caso di trattato-armistizio senza limiti di tempo essi possono mettere fine alla guerra.

Se l'armisitizio è limitato, la guerra non puo' essere ripresa se non alla fine dell'armistizio.Secondo la shariah non si puo' fare l'armistizio se si è superiori in forze.(Corano 47,35).

Ma se si vuole non è proibito usare il dialogo e anche la dolcezza. Nel 1058 Il capo di stato aveva il dovere di combattere coloro che invitati a sottomettersi all'Islam si erano rifiutati.

Il valore della guerra domina il Corano, che però vieta lo spargimento del sangue di un altro musulmano.

La guerra (harb) è lecita soltanto per espandere l'Islam. E' dovere del buon musulmano partecipare alla guerra santa (jihad) per ricondurre le terre della guerra sotto il governo dei musulmani.

Il diffondersi del radicalismo islamico ha finito per far attribuire al termine jihad un unico e sinistro significato, mentre nella cangiante realtà islamica il termine jihad può assumere tre significati diversi:
1) quello della guerra contro gli infedeli;
2) quello di scontro o polemica verso i musulmani tiepidi oppure traviati dalle mode occidentali;
3) quello di lotta o sforzo personale per adempiere al meglio i precetti coranici, nonostante le difficoltà materiali e ambientali.
La guerra offensiva è legittima per i musulmani quando è intesa a estendere i diritti di Allah , la superiorità della religione islamica sulle altre.I Musulmani sentono di avere la missione di sottomettere ad Allah tutti i popoli,  bon grè , mal grè.Il governo dei musulmani fa capo al califfo , monarca assoluto rappresentante di Dio sulla terra, cui sono sottoposti tutti i musulmani, indipendentemente dalla nazionalità. (Il califfato è stato abolito in Turchia da Ataturk nel 1924, dopo la caduta dell'Impero Ottomano. Da allora L'Islam è privo di una guida e ogni deriva è possibile. ).
L'idea del proselitismo pacifico è estranea all'Islam, che infatti non ha missionari così come li conosce il cristianesimo. La conversione avviene con la spada, nel senso che le popolazioni sottomesse tendono a convertirsi soprattutto per sfuggire all'inferiorità giuridica e materiale in cui vengono a trovarsi nello Stato islamico. Si spiega così perché venga detta "santa" la guerra di conquista: essa è lo strumento del proselitismo islamico. Questa distinzione in base alla fede tra i cittadini del medesimo stato islamico perdurò sino al XIX secolo, poi cedette il passo a una concezione più vicina a quella occidentale.

Nel 1839 l'impero ottomano riconobbe l'uguaglianza dei propri cittadini in tutti i campi, meno quello militare. Le concezioni parlamentari, più tardi, minarono la supremazia esclusiva della legge coranica.

Nelle loro grandi linee, tuttavia, le strutture dello stato islamico erano rimaste in vita per circa un millennio e oggi rivivono in un numero crescente di stati.

L'uguaglianza laica tra i cittadini viene sempre più spesso sostituita da una legislazione che traccia una linea di separazione tra credenti e non credenti: negli Stati dove è stato ripristinato il diritto penale islamico, ad esempio, il non musulmano non può testimoniare in un processo contro un musulmano.

L'emigrazione dalle "terre di Islam". Ogni musulmano che vive in terre di miscredenza è chiamato dal Corano a tornare nella terra d'Islam, appena possibile  (Corano 4,97) a meno di poter vivere in quelle terre da vero musulmano, o di essere gravemente malato, paralizzato, febbricitante. Ma  dicono i giuristi, è sempre meglio tornare per aumentare il numero di coloro che combattono lo sforzo contro la miscredenza.  In ogni caso rimane il dovere di rientrare fino al giorno della resurrezione.
Se un musulmano che si trova fuori dalle terre d'Islam domanda un aiuto in nome della religione, la comunità musulmana deve soccorrerlo, fatto salvo quando si tratta di combattere un popolo con il quale la comunità musulmana ha concluso una alleanza. (Corano 8,72). Lo statuto delle religioni nelle terre d'Islam.Un detto di Maometto dice : Due religioni non devono coesistere nella penisola Araba. Oggi solo Nell'Arabia Saudita non sono permesse altre religioni. Alcuni stati tollerano ebrei e cristiani (Egitto, Siria, Libano, Iraq, Pakistan, etc) altri non li tollerano. La democrazia islamica - La Costituzione di Medina
www.islamitalia.it

«...O voi che credete! Entrate tutti nella Pace. Non seguite le tracce di Satana. In verità egli è il vostro dichiarato nemico...» (Corano al-Baqara 2,208)

La Costituzione di Medina (623 d.C.)
La confederazione "democratica" islamica
La convivenza legalizzata dell'Islam con le altre religioni.


In seguito all'Egira (la migrazione dei musulmani presso Yathrib) il Profeta si mise ad organizzare la propria neo-comunita' islamica e trasformare l'oasi di Yathrib in una citta' (piu' tardi chiamata Medina an-Nabi (citta' del Profeta)).

La citta' fu divisa tra gli Ansar (i sostenitori), abitanti originari dell'oasi ed i Muhyajirun (gli emigrati) che venivano da Mecca (in prevalenza Quraysh convertiti), entrambi i clan collaboravano per costruire lo stato islamico sulla base della shari'a (la legge islamica) ed, insieme alle tribu' giudaiche Medinesi (i Banu Nadhir, i Banu Qurayza, Banu Qaynuquqa, ecc.....) approvarono un progetto di Costituzione dello stato islamico, in base al quale, il Profeta, per la sua posizione di Invitao di Allah, ricopriva la carica di "Magistrato" dello stato.

Secondo shari'a, le persone che non condividevano il sentimento di fratellanza e di collaborazione con i musulmani erano considerati Kafirun(miscredenti), se non credevano in Allah e/o nel Suo Inviato, oppure Munafiqun(ipocriti) che, pur riconoscendo il Messaggio, non accettavano che provenisse da un non-ebreo.

Durante questo periodo, in seguito alla richiesta dell'Inviato di Allah che ha sempre voluto porre una netta distinzione fra le pratiche di culto dei musulmani da quelle dei non-musulmani, scese la Rivelazione (Corano al-Baqara 2,144) che decreto' il cambio di direzione della preghiera (al-qibla) verso la Sacra Ka'ba a Mecca (prima si pregava in direzione comune ai giudei verso Gerusalemme).

Uno scritto (parziale) del Profeta Muhammad, fra gli emigrati meccani e gli ausiliari medinesi, denominato "Costituzione di Medina", ci pervenne da Ibn Ishaq. Si tratta di una serie di articoli che gettano le basi legali di un accordo costituzionale fra le varie popolazioni di Medina. Riportiamo di seguito, una parte dei 46 articoli di questo trattato.


Nel Nome di Allah, il piu' Clemente, il piu' Misericordioso

art.1: Essi (gli Ansar ed i Muhyajirun) formano un'unica comunita', (umma), distinta dagli (altri) uomini

art.13: I credenti timorosi di Allah devono far causa comune contro coloro fra essi che sono malvagi o agognano di poter spargere ingiustizie, o inganno, o inimicizia, o corruzione fra i credenti: tutti insieme devono alzare la mano contro di lui, anche se e' figlio di uno di loro.

art. 14: Nessun credente deve mai uccidere
art. 15: La protezione di Allah e' una sola e si estende anche ai piu' umili.
art. 17: La pace fra i credenti e' una sola: nessun credente mentre si trova in guerra per la Causa di Allah, puo' stringere pace senza il concorso degli altri credenti, ma tutti devono stringerla insieme con eguaglianza e giustizia.

art. 19: I credenti sono solidalmente obbligati a vendicare il sangue l'uno dell'altro quando e' versato per la Causa di Allah.
art.22: Se voi non siete d'accordo au qualche punto di questo (scritto), rivolgetevi ad Allah e a Muhammad.
art.23: Gli ebrei devono partecipare alle spese versando gli stessi contributi dei credenti per tutto il tempo che guerreggiano insieme.
art.i 24,25,26,27,28,29,30,31,32,33,34: Gli ebrei (elenco completi di tutti le tribu' giudaiche locali compresi i Bithana, (persone amiche di origine estranea alla stirpe)) ed i credenti formano un unico popolo : gli ebrei conservano la propria religione e lo stesso i credenti. Cio' vale anche per i loro clienti.

Rappresentano, pero' un'eccezione quelli che hanno commesso il misfatto o un tradimento: costoro portano alla perdizione se stessi e la loro causa.(.....) facendo pero' eccezione per quelli che hanno commesso un misfatto o un tradimento: questi portano alla perdizione se stessi e la loro causa.

art. 35: Gli ebrei devono pensare alle loro spese particolari ed i credenti alle proprie. Hanno, pero' , l'obbligo di soccorrersi a vicenda se qualcuno muove guerra a quelli menzionati in questo foglio. Fra loro devono esistere rettitudine ed onesta'; la buona fede vale piu' dell'inganno e nessuno deve ingannare piu' il proprio confederato. Si deve venire in soccorso di chi e' ingiustamente trattato.

art. 39: Nessun donna puo' esser presa sotto protezione senza il consenso della sua gente.
art. 40: Se fra la gente di questo foglio succede un avvenimento inaspettato o una lite che si tema possa creare disordini, si porti la questione innanzi Allah e a Muhammad.
art. 43: Tutti devono reciprocamente aiutarsi se qualcuno assale Yahtrib.
art. 45: Verrano assicurati agli ebrei degli al-Aws, ai loro clienti e loro stessi i medesimi diritti della gente di questo foglio.
art. 46: Chi agisce in buona fede senza inganno guadagna tutto per se'. Allah voglia che il contenuto di questo foglio sia osservato in completa buona fede: questo scritto non protegge il malfattore ed il traditore. Chi e chi rimane nella citta' (Medina) deve esser sicuro, meno il malfattore ed il traditore: allah protegge quelli che sono puri e che temono Allah, e Muhammad e' inviato di Allah.


Eguaglianza fra gli uomini nell'Islam.Come si puo' notare da questi articoli di legge non esiste alcuna discriminazione razziale nell'Islam.

"....Dialogate con belle maniere con la Gente della Scrittura, eccetto quelli di loro che sono ingiusti. Dite (loro):-Crediamo in quello che e' stato fatto scendere su di noi ed in quello che e' stato fatto scendere su di voi, il nostro Dio e il vostro sono lo stesso Dio ed e' a Lui che ci sottomettiamo-....."(Corano al-'Ankabut 29,46)

Il seguente versetto si riferisce a coloro che accusavano l'Inviato di Allah di discriminazione perche' il Corano sarebbe stato rivelato solo ad una parte di famiglie diu Mecca, escludendo alcune tribu' dell'arabia


(Tabari 25,65) "....Sono forse loro i dispensatori della misericordia del tuo Signore? Siamo Noi che distribuiamo tra loro la sussistenza in questa vita, che innalziamo alcuni di loro sugli altri, in modo che gli uni prendando gli altri a loro servizio. La misericordia del tuo Signore e' pero' (di gran lunga) migliore di quello che accumulano....."(Corano az-Zukhruf 43,32)

"....E fan parte dei Suoi Segni, la creazione dei cieli e della terra, la varieta' dei vostri idiomi e dei vostri colori. In cio' vi sono segni per coloro che sanno...."(Corano ar-Rum 30,22)

"....Oh gente, in verita' il vostro Signore e' Uno ed il vostro antenato e' uno: voi discendente tutti da Adamo e Adamo era (stato creato) di terra. Presso Allah il migliore di voi e' colui che Lo teme di piu'. Nessun arabo e' superiore ad un non-arabo,se non nella devozione....."(Hadith Muhammad 632 d.C.)

"....Nessun arabo e' superiore ad un non-arabo, se non nella devozione....."(Hadith Muhammad 632 d.C.)


L'unica "discriminazione" che puo' esser fatta nell'Islam e' quella fra credenti e non-credenti anche se tale "discriminazione" non giustifica un comportamento scorretto nei confronti di chiunque (anche non-credente) conviva pacificamente con la comunita'.
L'accordo costituzionale fra cristiani e comunita' islamica (632 d.C) Nel 632 d.C., il Profeta Muhammad ricevette una delegazione di rappresentanza dei cristiani di Najran, guidati da un Vescovo, i quali, finora, erano stati legati all'Impero Bizantino ed ora volevano stipulare un accordo con la comunita' islamica di Medina.

Ebbero l'autorizzazione a celebrare messa nella Moschea, ma durante la loro permanenza a Medina vennero fuori alcune divergenze sulla figura di Gesu'. Gli ospiti cristiani appurarono che la posizione dell'Islam nei confronti del Messiah era quella comune all'archimandrita di Costantinopoli Eutiche(378-454 d.C. circa), gia' condannato dal concilio di Calcedonia(451 d.C.).

Fu cosi' che Allah rivelo' il seguente versetto:


"....In verita', per Allah, Gesu' e' simile ad Adamo che Egli creo' dalla polvere, poi disse: -Sii, ed egli fu- (Questa e') la verita' (che proviene) dal tuo Signore. Non essere tra i dubbiosi. A chi polemizza con te, ora che hai ricevuto la scienza, di' solo: -Venite, chiamiamo i nostri figli ed i vostri, le nostre donne e le vostre, noi stessi e voi stessi ed invochiamo la maledizione di Allah sui bugiardi....."(Corano al-Hashr 59,61)

"....A chi polemizza con te, ora che hai ricevuto la scienza, di' solo: -Venite, chiamiamo i nostri figli ed i vostri, le nostre donne e le vostre, noi stessi e voi stessi ed invochiamo la maledizione di Allah sui bugiardi....."(Corano al-'Imran 3,61)


La scienza della quale parla il Corano, riguarda la verita' sulla storia della nascita di Mariam, madre di Gesu'Dopo aver ecitato il versetto, Muhammad invito' tutti a riunirsi in un'ordalia (mubahala) come prescritto da Allah, ed il giorno seguente dissero che non intendevano spingere oltre la loro divergenza e stipularono, quindi, un accordo, secondo cui, in cambio del pagamento di una tassa pro-capite (denominata "jazya", "tassa di protezione") avrebbero goduto della protezione di loro stessi, dei loro beni e delle loro chiese da parte dello stato islamico e garantisce il pieno rispetto e liberta' di professare, internamente allo stato, la loro religione.

Per i cristiani che non vogliono convertirsi all'Islam, non vi e' obbligo: "....Non c'e' costrizione nella religione. La retta via ben si distingue dall'errore. Chi dunque rifiuta l'idolo e crede in Allah si aggrappa all'impugnatura piu' salda senza rischio di cedimenti. Allah e' Audiente e Sapiente...." (Corano al-Baqara 2,256)

Lo statuto di ebrei e cristiani e induisti nelle terre d'islam. Nello stato islamico i credenti convivono con gli infedeli, tollerati se seguono una delle religioni che Maometto considera rivelate, le cosiddette religioni del libro perché fondate, come l'Islam, su una Sacra Scrittura: ebrei, cristiani, sabatei (=seguaci del Battista) zoroastriani e  induisti. (Corano 26,76)

Abramo è il modello del credente (uswah) ; egli ha rotto con i parenti  pur di seguire la via di Allah. Così i legami religiosi sono superiori a quelli di sangue.(Lo stesso dirà Gesù a proposito dell'appartenere a Lui e seguirlo). Cio' che dà diritti alla persona è la sua appartenenza alla Umma di Allah. Cristiani ed ebrei non possono avere gli stessi diritti dei musulmani.Cristiani ed ebrei possono vivere sulle terre d'Islam ma non come pari, come dominati tra dominanti.

Cristiani ed ebrei (protetti=dhimmis) devono pagare una tassa per la protezione.

Il Patto di Omar, IX sec. a.C. Il Patto di Omar è l’insieme di limitazioni e compromessi introdotti da un trattato fra i musulmani conquistatori e i non-musulmani conquistati. Non abbiamo un trattato specifico per quanto riguarda gli ebrei, ma dobbiamo ritenere che tutte le popolazioni conquistate – ebrei inclusi – lo abbiano sottoscritto.

Così, le leggi citate qui sotto, e rivolte contro le chiese cristiane, valgono anche per le sinagoghe. Il Patto ebbe origine, probabilmente nel 637, dall’iniziativa di Omar I, dopo la conquista della Siria e della Palestina.

Attraverso l’aggiunta di nuove regole o di consuetudini precedenti, il testo si ampliò, ma nonostante questi sviluppi l’intero Patto fu sempre attribuito a Omar. Ne esistono molte versioni differenti e gli studiosi sono convinti che il testo che leggiamo oggi non possa essere quello uscito dalla penna di Omar I; si è invece giunti alla conclusione che la sua forma attuale risalga all’incirca all’inizio del IX secolo.

Il Patto di Omar è servito a governare fino ai nostri giorni i rapporti tra i musulmani e “le religioni del Libro”, come cristiani e ebrei. Oltre alle condizioni del Patto elencate qui di seguito, gli ebrei, come i cristiani, pagarono una tassa supplementare, in cambio di protezione e dell’esenzione dal servizio militare.

A ebrei e cristiani fu inoltre proibito di ricoprire cariche di governo. Il Patto, come buona parte della legislazione medievale, fu stipulato più per essere infranto che per essere effettivamente rispettato. Ciononostante, col passare del tempo il Patto divenne via via più rigoroso e, nel XX secolo, ha ancora valore in paesi come lo Yemen. Il Patto è scritto in arabo.

Nel nome di Dio, il Misericordioso, il Compassionevole. Questo è uno scritto rivolto a Omar dai Cristiani di molte città. Quando voi [musulmani] vi siete mossi contro di noi [cristiani], vi abbiamo chiesto protezione per noi stessi, i nostri successori e per coloro che credono in una religione simile alla nostra.

Abbiamo stipulato il seguente patto: non costruiremo nelle vostre città o fuori da esse nuovi monasteri, chiese, o eremi; non ripareremo edifici religiosi caduti in rovina né restaureremo quelli che si trovano nei quartieri musulmani delle città; non rifiuteremo l’ingresso ai musulmani nelle nostre chiese, giorno e notte; apriremo le porte ai viaggiatori e ai pellegrini; ospiteremo ogni viaggiatore musulmano nelle nostre case, per offrirgli vitto e alloggio per tre notti; non nasconderemo spie nelle nostre chiese e nelle nostre case, né daremo asilo a nessun nemico dei musulmani.

[Almeno sei di queste regole erano tratte da precedenti leggi cristiane contro gli infedeli].

Noi non insegneremo il Corano ai nostri figli [alcuni arabi avevano paura che gli infedeli avrebbero messo in ridicolo il Corano; altri non volevano neppure che gli infedeli ne imparassero la lingua]; non faremo pubbliche dimostrazioni della religione cristiana, né inviteremo nessuno ad abbracciarla; non impediremo, invece, ai nostri parenti di abbracciare l’Islam, se lo desiderano.

Onoreremo i musulmani e gli cederemo il posto nelle nostre assemblee quando loro vorranno intervenirvi; non li imiteremo nell’abbigliamento, nei copricapi, nei turbanti, nelle calzature o nella pettinatura; non useremo i loro modi di dire, né adotteremo i loro soprannomi [gli infedeli non dovevano far uso di saluti o di frasi tipiche utilizzate solo dai musulmani]; non saliremo in sella, né porteremo spade, né indosseremo armi, né incideremo iscrizioni arabe sui nostri anelli; non venderemo vino [proibito ai musulmani]; ci raderemo il viso; continueremo a portare lo stesso tipo di vestiti, ovunque saremo; porteremo in vita delle cinture [gli infedeli indossavano cinture di pelle o di corda; i musulmani tessuti e sete].

Non esporremo la croce sopra le nostre chiese, né metteremo in mostra le nostre croci o i nostri libri sacri nelle strade dei musulmani o nei loro mercati; batteremo le mani nelle nostre chiese in modo leggero [sonagli di legno o campane convocavano la gente nelle chiese o nelle sinagoghe]; non reciteremo le nostre preghiere ad alta voce quando un musulmano è presente; non porteremo rami di palma [la domenica delle Palme] né le nostre immagini votive in processione lungo le strade; nel corso dei funerali non canteremo ad alta voce, né porteremo candele per le strade dei musulmani o nei loro mercati; non prenderemo nessuno schiavo che sia già stato di proprietà di un musulmano, né faremo le spie nelle loro case; non picchieremo nessun musulmano.

Promettiamo di osservare tutte queste regole a vantaggio nostro e di tutti coloro che credono in una religione simile alla nostra; in cambio riceveremo da voi protezione. Se violeremo qualche condizione di questo accordo, allora perderemo la vostra protezione e avrete la libertà di trattarci come nemici e ribelli.

I musulmani potranno sposare le donne cristiane ed ebree ma non vicersa. (Corano 2,221-5,5-60,10). I musulmani dovranno nutrire una diffidenza costante verso di loro (Corano 5,51-3,28-9,8). In realtà il Corano è ondivago:



60,8 Allah non vi proibisce di essere buoni e giusti nei confronti di coloro che non vi hanno combattuto per la vostra religione e che non vi hanno scacciato dalle vostre case, poiché Allah ama coloro che si comportano con equità.   9  Allah vi proibisce soltanto di essere alleati di coloro che vi hanno combattuto per la vostra religione, che vi hanno scacciato dalle vostre case, o che hanno contribuito alla  vostra espulsione. Coloro che li prendono per alleati, sono essi gli ingiusti.

Ma i giuristi musulmani hanno applicato  la teoria della abrogazione : un versetto su un argomento puo' essere abrogato da un  versetto successivo sullo stesso argomento. Così i versetti di Medina abrogano quelli de La Mecca.   

I fedeli pagano annualmente la zakat, cioè l'imposta sul bestiame, raccolti, beni commerciali ecc. E' una imposta coranica percio'  legale destinata ai poveri, ai partecipanti alla guerra santa e alla liberazione degli schiavi e dei debitori.

Il peso tributario gravava però soprattutto sugli infedeli cristiani ed ebrei, che pagavano due imposte: una capitazione per ogni maschio e un tributo fondiario, che variava in funzione del modo di conquista del territorio in cui si trovava il fondo e che era più elevato se esso era stato conquistato con la guerra, più moderato se l'acquisizione era stata pacifica.

I proventi della guerra santa, invece, rappresentano un apporto moderato alle casse statali, poiché vengono distribuiti quasi per intero tra i combattenti. Il bottino, d'altronde, è la forma più pratica per retribuire un esercito senza costruire un complesso apparato amministrativo.

Pare che la magnanimità religiosa degli arabi e il rigore del loro fisco fossero le cause non ultime di conversioni in massa, che consentivano ai neofiti di assoggettarsi al meno esoso tributo della zakat. In seguito intervennero regole per evitare questo aumento di fedeli a scapito del gettito fiscale: si stabilì che il mutamento di religione non comportasse un mutamento di regime tributario. Da allora il tributo fondiario si applica ai fondi senza tenere conto della religione del loro proprietario. Lo statuto dei non credenti e dei politeisti.Non possono vivere sulle terre di Islam . O se ne vanno o subiscono la guerra fino alla morte.
9,29  Combattete coloro che non credono in Allah e nell'Ultimo Giorno, che non vietano quello che Allah e il Suo Messaggero hanno vietato.

Le modalità di predicazione prescritte da Francesco ai suoi frati. Esse tengono sicuramente conto dell'esperienza  del viaggio "per oltremare" di Francesco in Siria ed Egitto ; del suo soggiorno presso il sultano al-Kamil.

Da "Fratello lupo" di Franceso d'Assisi.

Dice il Signore : "Ecco, io vi mando come pecore in mezzo ai lupi: siate dunque prudenti come serpi e saggi come colombe".

Perciò qualsiasi frate vorrà andare tra i saraceni a altri infedeli vada, con il permesso del suo ministro e servo […]   i frati poi che vanno fra gi infedeli possono comportarsi spiritualmente in mezzo a loro in due modi.

Un modo è che non facciano liti o dispute, ma siano soggetti ad ogni creatura umana per amore di Dio, e confessino d'essere cristiani.

L'altro modo è che, quando vedranno che piace al Signore, annunzino la parola di Dio perché essi credano in Dio onnipotente Padre, Figlio e Spirito Santo, Creatore di tutte le cose, e nel Figlio Redentore e Salvatore, e siano battezzati, e si facciano cristiani, perché chiunque non sia rinato per acqua e Spirito Santo non potrà entrare

Regula non bullata, XVI, in Fonti francescane, Assisi 1986, pp.21-42.
Lo statuto degli "apostati" . Coloro che lasciano l'Islam per altre religioni. L'apostasia (kufr =rinnegamento - riddah =andare indietro) viene configurata come:
-abbandono della religione
-professione di dogmi eterodossi
-insulti a Maometto o ai profeti riconosciuti dai musulmani
-attitudine di opposizione al potere politico-
... L'apostasia puo' essere individuale o collettiva.

Non sono previste dal Corano sanzioni precise ;in 9,74 si parla di   punizioni dolorose in questo mondo   senza precisare.

Nei detti di Maometto si parla invece di  ammazzarli. Esplicitamente: uccideteli!
Sono tre i casi in cui si puo' attentare alla vita di un musulmano:
-la miscredenza dopo la fede
-l'dulterio dopo il matrimonio
-l'omicidio senza una ragionevole causa

La Shariah prevede la messa a morte dell'apostata dopo un periodo di riflessione. Questo tipo di lettura esiste e non si può negare che certe autorità religiose si siano attenute e/o si attengano ancora al suo senso primario e letterale.

Altri sapienti nel corso dei secoli hanno proposto un'interpretazione diversa di questo hadith tramite il lavoro di contestualizzazione necessario alla sua comprensione. Di che cosa si tratta dunque?

Nel loro commento al testo, risalgono alla situazione di conflitto nella quale si trovava la comunità musulmana a Medina. Alcuni individui si convertivano all'islam, si mescolavano alla comunità dei credenti, raccoglievano informazioni e alla fine rinnegavano la loro religione, trasmettendo le informazioni che avevano raccolto ai nemici dei musulmani.

Si trattava, in effetti, di ipocriti che, per mezzo della religione, praticavano il tradimento di guerra. Il loro comportamento metteva in pericolo la sopravvivenza della comunità ed è in questo contesto che la condanna a morte aveva senso per i traditori di guerra.

Bisogna ricordare, inoltre, che intorno al Profeta si muovevano alcuni ipocriti notori che non cessavano di disturbare l'equilibrio della nascente comunità musulmana. Alcuni suoi compagni volevano affrontarli ed ucciderli per porre fine a questi intrighi ed è ciò che proposero diverse volte a proposito di uno di nome Ubay.

Il Profeta lo proibì perchè il tradimento non era stato manifestato dal cambiamento di religione e dall'alleanza esplicita col nemico.

In un'altra situazione il Profeta non era intervenuto contro coloro che lasciavano Medina per unirsi agli abitanti di La Mecca.

Secondo il patto di al-Hudaybiyya, coloro che lasciavano Medina per La Mecca potevano restarvi. Da ciò si capisce che colui o colei che lasciava Medina faceva causa comune con i Meccani e rinnegava la sua fede.

Era in tempo di pace e mai il Profeta ha cercato di colpirli, né quando sono fuggiti, né dopo, quando è tornato vittorioso alla Mecca. Non è possibile render conto qui di tutti i dibattiti che ci sono stati tra i sapienti sull'argomento ma, alla luce di queste due o tre situazioni e d'altre ancora, alcuni sapienti hanno messo in evidenza il fatto che colui o colei che lascia la sua religione per convinzione personale senza cercare in seguito di tradire l'islam ed i musulmani, in un modo o nell'altro, questo individuo non rientra nella categoria prevista dal hadith suddetto.

Si appoggiano inoltre al versetto coranico che, su questo punto in particolare, rinvia il giudizio solo a Dio. L'atteggiamento richiesto è quindi solo di un minimo di rispetto della religione che si lascia e della sensibilità di quelli che continuano a valersene. La divisione tra terre d'islam e di miscredenza oggi.

Oggi il criterio dei confini nazionali prevale su quello religioso. Dopo l'abolizione del califfato nel 1924 , la colonizzazione e la decolonizzazione, le nazioni islamiche si sono trasformate in stati.

Questo statuto di stati-nazione ha rotto la concezione coranica del mondo. Questi stati sono spesso in lotta tra loro, aderiscono all'Onu e ,secondo il pensiero islamico, sottostanno ad un potere, quello del Consiglio dell' ONU, parziale e tirannico.

Pur essendo più di un miliardo i musulmani non hanno diritto di veto sulle risoluzioni.

Da un punto di vista islamico, gli stati che aderiscono all'Onu fanno un trattato (adesione alla Carta dell'ONU-Dichiarazione dei diritti dell'Uomo) con gli altri stati ed il Corano esige che i trattati vadano rispettati  per cui gli stati aderenti all'ONU  cessano di essere Terre di guerra e vanno considerati come  stati di armistizio-trattato. Secondo Al Zuhayli la divisione Coranica dell'emisfero era legata ad una situazione concreta di guerra: cessando la guerra ed intervenendo un armistizio, la divisione cessa di essere giustificata. Ciò che conta oggi di fatto  come criterio di statuto per le Terre non è piu' l'adesione all'Islam ma la sicurezza (Consiglio di sicurezza dell'ONU).
Secondo alcuni teologi musulmani gli stati islamici  che aderiscono all'ONU (e riconoscono i diritti umani) non possono più essere considerati terre d'Islam giacchè non è piu' possibile applicare  integralmente  il diritto coranico, ma solo quello che riguarda lo statuto individuale.(Vedi Turchia ) . Gli islamisti (=integralisti) rivendicano il ritorno all'antica divisione dell'Emisfero in Terre d'Islam e Terre di Guerra.

La situazione dunque è tutt'altro che stabile.

Il Consiglio Islamico d'Europa  dice che lo stato  saggio adotta il modello costituzionale di  Jarishah (1984) secondo il quale   
-La comunità islamica costituisce una sola comunità
-La migliore entità tra quelle che la compongono è quella più osservante
-tutte le barriere (frontiere, nazionalità spirito di clan) sono cadute.

Lo stato è una parte del mondo islamico ed i musulmani che si trovano in esso sono una parte della Comunità islamica. L'unità della Comunità islamica è un compito che lo stato deve perseguire con tutti i mezzi possibili.

L'emigrazione obbligatoria Nessun musulmano puo' essere dispensato dall'emigrare quando il suo paese venisse occupato da miscredenti a meno di malattia, paralisi o febbre grave o di intenzione di emigrare appena possibile. Esiste una credenza radicale :  L'Islam è superiore e nulla deve elevarsi al di sopra dell'Islam.

La  Dichiarazione Universale dei diritti dell'Uomo nell'Islam (1981) dice all'art.23:

La Dimora dell'Islam è Una. E' la Patria di tutti i musulmani, nessuno è autorizzato a mettere ostacoli al suo dispiegarsi (barriere geografiche o frontiere politiche)Tutti i paesi musulmani hanno il dovere di accogliere tutti i musulmani (cf Corano 59,9)

Secondo alcuni tutti i paesi islamici dovrebbero avere frontiere aperte per qualsiasi musulmano soprattutto per coloro che sono sotto migrazione obbligatoria .

L'emigrazione obbligatoria è interdetta quando si tratta di combattere lo jihad contro un invasore miscredente potendo contare su forze islamiche esterne. E' il caso di una fatwa emessa dal Gran Muftì di Giordania verso i Palestinesi.

Tendenzialmente i musulmani sono restii ad adattarsi ad un potere e perciò ad un diritto che non è islamico. E' probabile che spinte autonomiste come quelle emerse nei balkani  si manifestino in futuro nelle società europee.

Al momento la via  intrapresa dai musulmani d'europa è quella di trattati con gli stati per ottenere statuti speciali per la loro vita individuale e comunitaria negli aspetti religiosi di culto. Nel 1930 negli Usa è nata una Organizzazione della Nazione Islamica con prospettive di  uno Stato americano islamico indipendente.

Nel 1992 i musulmani di Inghilterra hanno formato un loro privato Parlamento. Il fenomeno contemporaneo islamico è quello di una migrazione  a pioggia nelle Terre di Trattato : e qui attenzione, perchè laddove le acque non vengono assorbite, esse formano laghi oppure danno luogo a esondazioni.
Chi vuole vivere come a Medina sceglie le terre d'Islam  e chi si accontenta di vivere come a La Mecca (minoranza senza potere ma musulmana pienamente nei rapporti con Allah) sceglie di restare nei paesi di miscredenza o di emigrarvi Gli integralismi- fondamentalismi- integrismi Gli islamici  integralisti fondamentalisti tradizionalisti e integristi  considerano gli stessi stati islamici come Terre di miscredenza  e si ritrovano nll'obbligo coranico di emigrare in paesi  migliori . Sull'esempio di Maometto essi ritengono di doversi ritirare sulle montagne per preparare la conquista all'Islam integrale dei loro paesi .

Così come Maometto fece con i Meccani essi si sentono chiamati dal Corano a fare con i loro connazionali infedeli. Bin Laden è uno di questi islamisti. Nella loro rivendicazione di un diritto islamico coranico e dunque divino in tutto il mondo  tendono ad esaltare lo Jihad come una guerra a tutto e a tutti .

La radicalizzazione di una tale prospettiva li chiude ad ogni dialogo con il mondo. Ecco che le suggestioni terroristiche possono prendere facilmente piede.

Vita del musulmano in terra di miscredenza

secondo un manuale islamico libanese per l'emigrante in terre di Guerra

Il musulmano deve sentire ogni giorno tra lui e la società impura in cui vive una barriera . (Corano 9,28 - I politeisti non sono che impurità)

Questa barriera dovrebbe impedire al musulmano di integrarsi, fondersi con questa società.

Deve avere il sentimento di trovarsi in una società ingiusta , che non è la sua, che visi trova temporaneamente per necessità fintantochè non sarà in grado di fuggirla.

Il musulamno viene aiutato dalle fatua a mantenere la sua integrità e purezza nei paesi di miscredenza.

  1.     E' vietato ad un musulmano di andare in paesi di miscrerdenza se questo implica attentare alla propria religione come tagliarsi la barba, stringere la mano ad una donna straniera,abbandonare la preghiera o il digiuno,mangiare cibi impuri o bere alcolici.  
2.       Se attentare alla religione riguardasse solo donne e bambini non deve portarli con sè  
3.       Se si è costretti a quel viaggio è permesso che si prolunghi solo per le necessità del caso  
4.       Non sedersi mai ad una tavola dove si consuma alcool  
5.       Non voltarsi mai verso la Mecca per i bisogni corporali facendo attenzione all'orientamento di WC occidentali  
6.       Non toccare donne pagane.E'proibito sposarle come sposare musulmane apostate  
7.       Il matrimonio con una ebrea o cristiana puo' essere solo temporaneo e se la donna è vergine bisogna chiedere il permesso al padre  
8.       In caso di malattia la donna si faccia curare solo da donne e l'uomo solo da uomini nel caso che la cura implichi toccare le parti intime.  
9.       E' vietato seppellire un musulmano in cimiteri miscredenti:vale la migrazione obbligatoria in paesi islamici.Solo in caso di necessità tale norma è abrogata.  
10.    E' possibile lavorare nei supermercati solo se non si deve vendere carne di maiale o alcool.  
11.    E' vietato acquistare o vendere biglietti della lotteria e strumenti musicali.  
12.    E' vietato per gli studenti di medicina esercitarsi su un cadavere musulmano a meno che la vita di un musulmano dipenda da ciò e non si trovano cadaveri miscredenti.  
13.    E' vietato ad uno studente musulmano abitare con una famiglia non musulmana 14.    Alcuni considerano peccato che merita l'inferno l'acquisizione della cittadinanza di un paese non islamico.  
15.    A meno di casi di necessità un musulmano che muore in terra di miscredenza non puo' essere sepolto se non in un cimitero musulmano.


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