Corso di Religione

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Ufologia
Ufo e religioni, il contattismo.
         


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UFO e religione fonte : http://www.cesnur.org

" Il 24 giugno 1947 un pilota privato americano, Kenneth Arnold (1915-1984), in volo sullo Stato americano di Washington, riferisce di avere visto nel cielo nove oggetti misteriosi. La stampa parla di flying saucers, “dischi volanti”, e questo termine fa rapidamente concorrenza a quello militare di UFO (cioè unidentified flying objects, “oggetti volanti non identificati”).

Dal 1947 – che è anche l’anno dell’episodio di Roswell (nel New Mexico), in cui si schianta al suolo un presunto disco volante (secondo l’aeronautica americana, un semplice aerostato meteorologico) – i dischi volanti o UFO sono entrati nell’immaginazione collettiva del mondo intero, generando un’enorme letteratura, associazioni di appassionati, romanzi e film. Quasi da subito, emerge però la differenza fra “ufologi” – che hanno per i dischi volanti un semplice interesse curioso o scientifico – e “contattisti”, cioè persone che affermano di ricevere dagli extraterrestri che visitano la Terra a bordo degli UFO veri e propri messaggi religiosi.

L’ufologia non appartiene al mondo delle religioni , il “contattismo” sì.

Il primo contattista moderno è George Adamski (1891-1965), che – come molti suoi colleghi successivi – proviene dal mondo dell’occultismo e della Teosofia (nel 1936 aveva fondato un Ordine Reale del Tibet). Già nell’agosto 1947, pochi mesi dopo il capitano Arnold, Adamski afferma di avere visto una formazione di ben 184 dischi volanti. Solo nel 1952 afferma però di avere comunicato con un extraterrestre venusiano, episodio che è alla base del suo best-seller del 1953 I dischi volanti sono atterrati.

Seguiranno polemiche (in cui Adamski sarà accusato di avere “riciclato” come insegnamenti degli extraterrestri vecchio materiale del suo Ordine Reale del Tibet), due altri volumi e una nuova religione, la Fondazione George Adamski, anzi un piccolo gruppo di nuove religioni perché anche il mondo dei contattisti non ha tardato a patire i suoi scismi. Sulla scia di Adamski, altri contattisti fra cui Orfeo Angelucci (1912-1993), Daniel William Fry (1908-1992) e George Van Tassel (1910-1978) hanno acquisito risonanza internazionale.

Tra i veri e propri culti religiosi che ne sono nati, importanti sono la Aetherius Society , fondata da George King (1919-1997), e Unarius. Questi gruppi oscillano – come è stato scritto – “fra la gloria e il ridicolo”, e attirano l’attenzione dei media soprattutto per i loro aspetti folkloristici. Le cose vanno diversamente con gruppi di “seconda generazione” come la Religione Raeliana o l’italiano Nonsiamosoli, che si diffondono al di là dei loro confini nazionali, si organizzano come vere e proprie organizzazioni internazionali, e suscitano l’allarme e le critiche dei movimenti anti-sette.

Peraltro, movimenti fondati da contattisti di prima e di seconda generazione condividono – anche se non tutti le presentano tutte – le caratteristiche generali dei culti dei dischi volanti.


In teoria si potrebbero distinguere culti dei dischi volanti cristianeggianti (come Nonsiamosoli ), orientaleggianti (come la Aetherius Society) e atei (come la Religione Raeliana), ma in pratica il tema degli extraterrestri funge da elemento unificante, e i vari culti dei dischi volanti presentano notevoli somiglianze fra loro, al di là delle classificazioni.

Certo, l’immagine gentile e innocua dei culti dei dischi volanti ha subito un fiero colpo nel 1997, quando Marshall Applewhite (“Do”, 1931-1997) ha guidato i seguaci del movimento che aveva fondato insieme con Bonnie Lu Trousdale Nettles (1927-1985), chiamato Heaven’s Gate , a un suicidio di massa a Rancho Santa Fe, presso San Diego (California).

Dopo vent’anni di vita comune e di vana attesa dei dischi volanti salvatori, il suicidio era considerato come l’unico mezzo per trasferirsi su un altro pianeta in vista dell’imminente distruzione della Terra. È peraltro equo riconoscere che Heaven’s Gate costituisce più l’eccezione che la regola, e che la stragrande maggioranza dei culti dei dischi volanti perseguono i loro scopi – incuranti dello scetticismo della società circostante – con mezzi del tutto pacifici.

In Italia un esame dell’atteggiamento di chi si interessa di UFO nei riguardi dei contattisti non può non tenere conto della divisione del campo “ufologico” fra un’area senz’altro incline a credere all’ipotesi extraterrestre come origine degli UFO, rappresentata dal CUN (Centro Ufologico Nazionale) , fondato nel 1965, e una più scettica rappresentata dal CISU (Centro Italiano di Studi Ufologici) , nato nel 1985 da un gruppo separatosi dal CUN.

A differenza del CUN, il CISU non è alieno dal collaborare – pur mantenendo posizioni diverse – con gruppi di “scettici di professione” come il CICAP (Comitato Italiano per il Controllo delle Affermazioni sul Paranormale) , che dal canto suo esclude totalmente ipotesi extraterrestri e gioca il ruolo di debunker nei confronti degli UFO come di altri fenomeni asseritamente paranormali o miracolosi.

Il CISU accusa il CUN di promuovere un’ufologia “spettacolare” e credulona; il CUN ribatte che il CISU si allea o almeno fa il gioco dei nemici professionali dell’ufologia se non di quei men in black (“uomini in nero”) che nel folklore ufologico – e la nozione è passata nei fumetti e nel cinema – sono agenti dei governi o di organismi sovranazionali impegnati a tenere nascosta alla popolazione la verità sull’esistenza degli extraterrestri. Di fatto, il CUN e il CISU hanno adottato atteggiamenti diversi anche nei riguardi dei contattisti, benché entrambi abbiano cercato di separare la loro causa da quella dei culti ufologici esplicitamente religiosi.

L’eco del contattismo americano raggiunge l’Italia negli anni 1950, fra l’altro sulle colonne della prima rivista ufologica italiana, Spazio e Vita (1958-1959). Agli inizi degli anni 1960 cominciano a farsi conoscere i primi contattisti italiani, le cui vicende sono descritte con curiosità anche dalla stampa non specializzata. Un ruolo preminente è assunto in quel decennio dal Centro (o Gruppo) Alaya di Venezia, che emerge come uno dei numerosi centri che su scala internazionale ricevono messaggi da Ashtar Sheran o Shteran , comandante della Flotta Intergalattica.

Oggi il Centro Alaya non esiste più come tale, ma i suoi libri continuano a essere ristampati e a ispirare nuove generazioni di contattisti. Altri nomi noti del contattismo italiano degli anni 1960 – dominato da Eugenio Siragusa (1919-2006) – sono Germana Grosso, a Torino, e Eufemio Del Buono, giornalista di Roma. Negli anni 1970 si aggiungono Renato Minozzi di Pordenone, in contatto con il messaggero astrale Telsen Sao, al cui nome consacra una vivace comunità “telseniana” (oggi pure non più esistente) e Antonio De Rosa di Napoli, che – grazie alle sue relazioni privilegiate con Gente e altri popolari organi di stampa, e nonostante l’ostilità del CUN – riesce a radunare, nel settembre 1978, duemila persone che attendono l’arrivo degli extraterrestri presso Sangemini (Terni).

Fra le iniziative minori degli anni 1980 (che vedono l’emergere di Giorgio Bongiovanni e Giorgio Dibitonto) si segnalano il gruppo S.I.R.I.O. di Pietro Ambrosi e l’Ambasciata Terrestre della Civiltà Primaria fondata a Capestrano (L’Aquila) da Roberto Filippo Cipolla. Negli anni 1990 al nucleo dei contattisti italiani, protagonisti di iniziative spesso effimere, si aggiunge Anna Federighi, il cui movimento sembra invece destinato a permanere nel tempo.


 UFOPEDIA 

BIBLIOGRAFIA

La raccolta di saggi riuniti nel volume curato da Diana G. Tumminia, Alien Worlds. Social and Religious Dimensions of Extraterrestrial Contact, Syracuse University Press, Syracuse 2007, costituisce un solido approccio accademico circa la nascita, la proliferazione e il futuro dei movimenti dei dischi volanti.

In generale:

Jean-Bruno Renard, Gli extraterrestri, trad. it., Paoline, Cinisello Balsamo (Milano) 1991; Mikael Rothstein, I culti dei dischi volanti , Elledici, Leumann (Torino) 1999; James R. Lewis (a cura di), The Gods Have Landed. New Religions from Other Worlds, State University of New York Press, Albany (New York) 1995; Jerome Clark, The UFO Book: Encyclopedia of the Extraterrestrial, Visible Ink, Detroit 1997. Del padre di tutti i contattisti, cfr. George Adamski - Desmond Leslie, I dischi volanti sono atterrati, trad. it., Mediterranee, Roma 1974; G. Adamski, A bordo dei dischi volanti, trad. it., Mediterranee, Roma 1974 (19962); Idem, I dischi volanti torneranno, trad. it., Mediterranee, Roma 1978 (19962). Sui contattisti (e gli ufologi) italiani, indispensabile è l’opera di Sergio Ferrari e Paolo Maggi, Gli UFO in Italia, L’Airone, Roma 1998. Per la storia del contattismo italiano, rimane fondamentale il materiale prodotto dal Centro Alaya: cfr. “Ashtar Sheran”, Veritas vincit - Il grande messaggio dallo spazio all’umanità della Terra, Alaya, Venezia 1959 (Mediterranee, Roma 19962); Idem, Da stella a stella - Una rivelazione dell’universo, Alaya, Venezia 1960 (Mediterranee, Roma 19962); Idem, Prima dell’atterraggio - III messaggio all’umanità della Terra, Alaya, Venezia 1961 (Mediterranee, Roma 19962); Idem, La voce degli extraplanetari, Alaya, Venezia 1965 (Mediterranee, Roma 19962); Idem, Allarme dal cosmo: la terra è in pericolo, Alaya, Roma 1974 (Mediterranee, Roma 19962); Idem, Armagheddon: la battaglia finale, Alaya, Roma 1990 (Mediterranee, Roma 19962); “Fratello Italico”, Gli extraterrestri sono presenti e ci parlano, Alaya, Venezia 1974. Su Heaven’s Gate cfr. Massimo Introvigne, Heaven’s Gate. Il paradiso non può attendere , Elledici, Leumann (Torino) 1997.


La sociologia
Contattati dai cieli? di PierLuigi Zoccatelli  accademico cesnur.org

La "velocità" dei nostri tempi è inesorabile: la velocità dei nostri spostamenti, dei cambiamenti globali che caratterizzano la fase di transizione della nostra epoca, la velocità con cui le informazioni viaggiano e ci raggiungono, imponendoci una presa di posizione immediata - spesso su tutto - che, com’è ovvio, non può essere il frutto di una meditata riflessione sui fatti. E i "fatti", da parte loro, ci scivolano addosso, condannati anche loro alla velocità.

La "battaglia della memoria" - ovvero lo sforzo di riflettere ancora, e ininterrottamente, sulla storia e sui suoi accadimenti - si rivela, allora, sempre di più per quello che è: la fretta, la fretta tiranna. Anche lo scenario religioso - e particolarmente lo scenario della nuova religiosità - non è esente da questo problema.

Ecco un piccolo esempio: quale spazio ha acquistato nelle riflessioni di ciascuno il suicidio collettivo, scoperto il 26 marzo 1997 a Rancho Santa Fe - sobborgo residenziale di San Diego (California) - e ripetutosi in un secondo suicidio il 7 maggio, da parte di trentanove membri del nuovo movimento religioso Heaven’s Gate - un culto dei dischi volanti fondato nel 1975 [1] -, protagonisti del maggiore suicidio collettivo della storia che sia avvenuto sul suolo degli Stati Uniti? Per questa ragione intendiamo approfondire il tema dei "culti dei dischi volanti".

 1. Dallo spiritismo agli UFO

 Le speculazioni e le ipotesi sull’esistenza di extraterrestri sono certamente piuttosto antiche, e diversi specialisti della materia - fra tutti, Kurt Hutten - hanno notato il parallelo fra le religioni ufologiche e lo spiritismo. Non è un caso che nell’ambiente dei medium del secolo scorso si verifichino diversi contatti mentali o telepatici con esseri provenienti da altri pianeti, e pare un fatto acquisito che lo spiritismo si riveli essere la matrice dei moderni culti dei dischi volanti.

E’ accertato che questa parentela riguardi spesso le stesse persone. Ernest L. Norman, con la moglie Ruth fondatore, nel 1954, di Unarius ("Universal Articulate Interdimensional Understanding of Science"), era un medium di ambiente spiritista americano, e le rivelazioni - raccolte in sessanta volumi - provenienti da marziani e venusiani lo definiscono come la reincarnazione di Gesù Cristo nonché "la più grande intelligenza mai destinata a venire sulla Terra" (e dopo la sua morte, nel 1971, la moglie sarebbe divenuta il "punto di contatto centrale" per l’ammissione della Terra nella "Confederazione intergalattica").

Ma il caso di Norman non è l’unico: Hal Wilcox, al momento di fondare la Universe Society (poi trasformatasi in Universe Society Church), nel 1951, era un ministro debitamente ordinato di una delle "chiese spiritiste" statunitensi...

Tuttavia, i culti dei dischi volanti come oggi li conosciamo hanno origine nel 1947, e a partire dagli anni 1950 il mondo ha assistito alla nascita di diverse centinaia di gruppi, sino al punto che una recente indagine effettuata dalla società di indagini Gallup ha rilevato che circa il 20% della popolazione mondiale crederebbe all’esistenza di extraterrestri.

Ma cosa successe nel 1947? Il 24 giugno di quell’anno un pilota americano Kenneth Arnold, vide sorvolare presso il monte Rainer, nello stato di Washington, il primo "oggetto volante non identificato" (Ufo: Unidentified Flying Object). Fra coloro che, sin da subito, si interessarono a questo genere di fenomeni, possiamo individuare due gruppi: gli "ufologi" e i "contattisti".

Anche se le frontiere fra questi due gruppi non sono sempre facilmente identificabili, possiamo definire "ufologi" quanti dichiarano di avere per i dischi volanti un interesse puramente scientifico, che non ha nulla di religioso, mentre i "contattisti" si interessano particolarmente alle esperienze di persone "contattate" dagli extraterrestri, che ricavano molto spesso da questi "contatti" messaggi di tipo religioso.

Jean-Bruno Renard, sociologo dell’Università di Montpellier, ha elencato sette caratteristiche generali dei culti ufologici, che si ritrovano in movimenti pure tra loro molto diversi (è importante sottolineare questo aspetto, pena una generalizzazione che, oltre a essere imprecisa, rischierebbe di rivelarsi pericolosa):

1. la trascendenza e la perfezione degli extraterrestri: essere benevoli che vengono "dall’alto" e che sono infinitamente più perfetti degli uomini;

2. una "nuova rivelazione", trasmessa al fondatore, che viene incaricato di diffonderla nel mondo, e che talora svela il "vero" significato delle antiche scritture religiose, in particolare della Bibbia, spesso mostrando, per esempio, che le grandi civiltà antiche sono venute dallo spazio o che gli uomini sono stati creati non da Dio, ma dagli extraterrestri;

3. un catastrofismo che annuncia avvenimenti apocalittici (spesso una guerra nucleare o un disastro causato dall’inquinamento) da cui tutti - o almeno alcuni - saranno salvati solo grazie all’intervento dei "fratelli dello spazio";

4. un messianismo fondato sulla credenza nell’imminente manifestazione pubblica degli extraterrestri sul nostro pianeta, che deve essere preparata dall’opera di una minoranza illuminata;

5. un millenarismo - corollario del catastrofismo e del messianismo - secondo cui la venuta degli extraterrestri inaugurerà una nuova età dell’oro (l’Età dell’Acquario, il New Age... ) [2];

6. il fascino della tecnologia e della scienza, che porta i culti ufologici a definirsi raramente "chiese", e a presentare piuttosto le loro teorie in un linguaggio "scientifico";

7. gli "antecedenti mistici" dei fondatori e di molti adepti.

Nella prospettiva che più ci interessa in questo articolo, quest’ultimo punto ha un’importanza capitale. Effettivamente, si può dire che nei culti ufologici permane un forte legame con il cultic milieu da cui emergono in continuazione i nuovi movimenti religiosi e magici.

Si tratta, cioè, di quella serie di parentele che rendono attigui i culti dei dischi volanti all’atmosfera della religiosità parallela. Abbiamo già accennato agli stretti rapporti fra spiritismo e religioni ufologiche, ed è venuto il momento di accennare - anche solo brevemente - al caso del primo "contattato", George Adamsky (1891-1965), e di altre realtà rappresentative del culto dei dischi volanti.

2. Alcuni casi

Anche se le dimensioni del suo movimento (la George Adamsky Foundation) sono rimaste modeste, il caso di Adamsky è sintomatico di quei contattisti che hanno sentito il desiderio di fondare nuove religioni.

Venuto dalla Polonia negli Stati Uniti all’età di due anni, si interessava da molto tempo ai temi tipici del cultic milieu: negli anni Trenta pretendeva di esprimersi a nome di un "Ordine Reale" del Tibet, e la filosofia che affermò più tardi di aver ricevuto dagli extraterrestri (a partire dal suo primo incontro con loro nel deserto della California nel 1952, anche se in seguito Adamsky affermerà di avere visto il suo primo disco volante nel 1946, quando lavorava in un caffè vicino al celebre osservatorio di Monte Palomar) assomigliava stranamente alle "leggi universali" che si era sforzato di propagare vent’anni prima in uno stile esotero-cristiano.

Il caso di Adamsky non è, comunque, l’unico a rivelare la complessa ragnatela che collega il clima della nuova religiosità ai culti ufologici: i discorsi della "contattata" Gloria Lee (1926-1962) riflettevano la forte influenza della Società Teosofica, come pure le dottrine sviluppate da George King, fondatore della Aetherius Society, il quale dopo essere diventato la "voce del parlamento interplanetario", ha potuto dichiarare: "In questa straordinaria trasmissione mentale sono stato dichiarato un genio da Marte Settore 6, uno dei più rispettati maestri cosmici in questa galassia".

Non sarà privo di interesse accennare all’importante filone ufologico sorto in Italia negli anni 1960 attorno alla figura di Eugenio Siragusa (il quale ha dichiarato di essere stato Ermete Trismegisto, Giovanni evangelista, Giordano Bruno, Cagliostro e Rasputin nel corso di precedenti incarnazioni).

L’ambiente che si è interessato ai contatti di Siragusa con i "fratelli dello spazio" dopo il suo primo incontro con due extraterrestri il 30 aprile 1962 sul monte Manfrè, alle pendici dell’Etna, è dei più disparati: dalle vicende del Centro Studi Fratellanza Cosmica - con fedeli in numerosi paesi del mondo -, con il quale fu in contatto l’occultista Roberto Negrini (oggi a capo di un filone neopagano, la Fraternitas Hermetica Luciferiana, con influenze derivanti anche dall’opera dal celebre "mago nero" Aleister Crowley), sino all’esperienza di Nonsiamosoli e dei fratelli Filippo e Giorgio Bongiovanni, in cui si mescolano la magia dei dischi volanti e cattolicesimo marginale, apparizioni mariane e nuovi vangeli, "stigmate" e annunci dell’avvento del "tempo di Krsna".

Un boccone che sembrerebbe indigesto anche ai palati meno delicati, e che pure ha interessato - e continua a interessare - vari gruppi sorti in Spagna, Svizzera, Francia, Belgio; Germania, Inghilterra, Stati Uniti, Zaire e molti altri paesi dell’America Latina [3].

Se "il divino" è comunque presente, in un modo o nell’altro, nei vari gruppi cui abbiamo appena accennato, esso è invece totalmente assente nel Movimento Raeliano - cui aderiscono circa diecimila seguaci, e che si sforza attivamente di raggiungere una dimensione internazionale -, nato dagli incontri, negli anni Settanta, fra il giornalista francese Claude Vorihon (" Ra’l ") e i viaggiatori di un’astronave, che gli avrebbero rivelato una religione atea ed edonistica secondo la quale Dio non esiste e gli uomini sono semplicemente il risultato di un esperimento biologico condotto dagli abitanti di un pianeta più progredito del nostro.

3. Il dramma di Heaven’s Gate

Come si vede anche da questa breve rassegna, la varietà delle "religioni ufologiche" non è meno variopinta di quella degli scenari ormai classici della nuova religiosità.

Tuttavia, e per concludere, riallacciandoci al suicidio collettivo di Heaven’s Gate, di cui ci siamo occupati in apertura, una certa vicinanza al mondo del New Age, che è classica in ambiente ufologico, deve aiutarci a trarre alcune conclusioni. Lo faremo prendendo a prestito le preziose osservazioni di Massimo Introvigne:

 "... a mano a mano che il New Age entra in crisi e che le prospettive di una prossima età dell’oro sembrano sempre più irrealistiche, il mito dell’Età dell’Acquario collettiva è sostituito da un mito individuale: l’‘ascensione’, l’auto-perfezionamento fino a un livello superiore a quello dell’attuale umanità (che però non presuppone, a differenza del New Age, un cambiamento epocale per l’intero pianeta). Da questo punto di vista la tragedia di Heaven’s Gate è il dramma del New Age che non ha mantenuto le sue promesse" [4].
* "Una voce grida…!" n. 6.

NOTE

  1. Cfr. l’importante libro di Massimo Introvigne, Heaven’s Gate. Il paradiso non può attendere, ElleDiCi, Torino 1997.
  2. Sull’argomento: cfr. il mio Il New Age, ElleDiCi, Torino 1997.
  3. Per una mappa completa di tutti questi gruppi si legga: M. Introvigne, Il cappello del mago. I nuovi movimenti magici dallo spiritismo al satanismo, SugarCo, Milano 1990, pp. 116-138.
  4. M. Introvigne, Heaven’s Gate, cit., pp. 55-56 (sulla fine del New Age, con riferimento anche alla vicenda di Heaven’s Gate: cfr. "Verso la fine del New Age", in "Una voce grida...!" n. 5, pp. 19-20.



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