Corso di Religione

Pag.  3
  1   2   3


IL PENSIERO ORIENTALE
Oriente mistico , scienza e fisica quantistica.
         


powered by FreeFind


Scienza occidentale e mistica orientale cf .: Fritjof Capra " Il Tao della fisica "

Fritjof Capra :

" Nella nostra cultura occidentale, che è ancora dominata da una visione meccanicistica e frammentata del mondo, un numero crescente di persone ha visto in essa la ragione che sta alla base della diffusa insoddisfazione presente nella nostra società e molti si sono rivolti alle vie orientali di liberazione.

La concezione organicistica, « ecologica » del mondo , nucleo delle filosofie orientali è senza dubbio una delle principali ragioni dell'immensa popolarità che esse hanno recentemente ottenuto in Occidente, specialmente tra i giovani.

 Il pensiero mistico orientale fornisce alla scienza contemporanea un importante e coerente riferimento filosofico : una concezione del mondo nella quale le scoperte scientifiche dell'uomo possono trovarsi in perfetta armonia con le sue aspirazioni spirituali e la sua fede religiosa.

I due temi fondamentali di questa concezione sono :
- l'unità e l'interdipendenza di tutti i fenomeni dell'universo
- la natura intrinsecamente dinamica dell'universo.


Quanto più profondamente penetriamo nel mondo submicroscopico, tanto più ci rendiamo conto che il fisico moderno, parimenti al mistico orientale è giunto a considerare il mondo come un insieme di componenti inseparabili, interagenti e in moto continuo, e che l'uomo è parte integrante di questo sistema.

L' astrazione è una caratteristica tipica della conoscenza razionale, perché per poter confrontare e classificare l'immensa varietà di forme, di strutture e di fenomeni che ci circondano, non si possono prenderne in considerazione tutti gli aspetti, ma se ne devono scegliere solo alcuni significativi. Perciò si costruisce una mappa intellettuale della realtà nella quale le cose sono ridotte ai loro contorni. 

Il mondo naturale, d'altra parte, è un mondo di varietà e complessità infinite, un mondo multidimensionale che non contiene né linee rette né forme perfettamente regolari, nel quale le cose non avvengono in successione ma tutte contemporaneamente; un mondo in cui - come ci insegna la fisica moderna - persino lo spazio vuoto ha una curvatura.

E' chiaro che il nostro sistema astratto di pensiero concettuale non potrà mai descrivere o comprendere questa realtà nella sua complessità.

Cercando di comprendere il mondo, ci troviamo di fronte alle stesse difficoltà che incontra un cartografo che cerchi di rappresentare la superficie curva della Terra con una serie di mappe piane. Da un procedimento di questo tipo possiamo attenderci solo' una rappresentazione approssimata della realtà, e di conseguenza tutta la conoscenza razionale è necessariamente limitata.

Il campo della conoscenza razionale è naturalmente, il campo della scienza che misura e quantifica, classifica e analizza. 

Nel 1927 Heisenberg introdusse il celebre principio di indeterminazione , secondo il quale la misura simultanea di due variabili coniugate, come posizione e quantità di moto, oppure energia e tempo, non può essere compiuta senza una quota di incertezza minima ineliminabile.
Assieme a Bohr formulò l' interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica.

I limiti di una qualsiasi conoscenza ottenuta con questi metodi sono diventati sempre più evidenti nella scienza moderna e in particolare nella fisica  la quale ci ha insegnato che, come dice Werner Heisenberg « ogni parola o concetto, per chiari che possano sembrare, hanno soltanto un campo limitato di applicabilità». Non sono universali, cioè non sono delle verità.

Per la maggior parte di noi è molto difficile tenere costantemente presenti i limiti e la relatività della conoscenza concettuale. Poiché la nostra rappresentazione della realtà è molto più facile da afferrare che non la realtà stessa, noi tendiamo a confondere le due cose e a prendere i nostri concetti e i nostri si mboli come fossero la realtà. 
Uno dei principali scopi del misticismo orientale è quello di liberarci da questa confusione. 

La separazione materia-spirito
E' interessante seguire l'evoluzione della scienza occidentale lungo il suo percorso a spirale che, partendo dalle filosofie mistiche dei primi filosofi greci, cresce e si dispiega in un impressionante sviluppo di pensiero intellettuale, allontanandosi progressivamente dalle sue origini mistiche fino a giungere a una concezione del mondo in netto contrasto con quella dell'Estremo Oriente. Nei suoi stadi più recenti, la scienza occidentale sta finalmente superando questa concezione e sta ritornando nuovamente a quelle dei Greci più antichi e delle filosofie orientali.

Questa volta, tuttavia, essa non si basa soltanto sull'intuizione, ma anche su esperimenti di grande precisione e raffinatezza e su un formalismo matematico rigoroso e coerente.

Cio' che abbiamo scoperto in occidente in questi ultimo decennio è che  i principi fondamentali della concezione orientale del mondo sono gli stessi che ritroviamo nella visione del mondo che sta emergendo dalla fisica subatomica moderna

Se la fisica ci porta oggi a una concezione del mondo che è sostanzialmente mistica, in qualche modo essa ritorna alle sue origini, a duemilacinquecento anni fa.


Monismo

Le radici della fisica, come di tutta la scienza occidentale, vanno ricercate nel primo periodo della filosofia greca, nel sesto secolo a.C., in una cultura nella quale scienza, filosofia e religione non erano separate. I saggi della scuola di Mileto nella Ionia non erano interessati a tali distinzioni. La loro aspirazione era scoprire la natura essenziale, ovvero la costituzione reale, delle cose che essi chiamavano ipiioi9. Il termine « fisica » deriva da questa parola greca e perciò significava, originariamente, lo sforzo di scoprire la natura essenziale di tutte le cose.

Naturalmente, questo è anche lo scopo principale di tutti i mistici, e in effetti la filosofia della scuola di Mileto era fortemente permeata di misticismo. La cultura greca successiva defini i filosofi della scuola di Mileto « ilozoisti », cioè « coloro che pensano che la materia sia animata », poiché non facevano alcuna distinzione tra animato e inanimato, tra spirito e materia. In effetti, essi non avevano neppure un termine per indicare la materia, in quanto consideravano tutte le forme di esistenza come manifestazioni della  fisis , dotata di vita e di spiritualità.

Cosi Talete sosteneva che tutte le cose sono piene di dèi e Anassimandro concepiva l'universo come una specie di organismo alimentato da uno « pneuma », il respiro cosmico, allo stesso modo in cui il corpo umano è alimentato dall'aria.

La concezione monistica e organicistica della scuola di Mileto era molto vicina a quella delle antiche filosofie indiana e cinese e le corrispondenze con il pensiero orientale sono ancora più forti nella filosofia di Eraclito di Efeso .

Eraclito credeva che il mondo fosse in perenne mutamento, in eterno « Divenire ». Per lui, la staticità dell'essere era pura illusione.


Egli considerava il fuoco il principio universale, simbolo del continuo scorrere e trasformarsi di tutte le cose; riteneva che tutte le trasformazioni nel mondo nascessero dall'azione reciproca dinamica e ciclica dei contrari e pensava ogni coppia di contrari come un' unità .

A questa unità, unità spirito-materia, che contiene e trascende tutte le forze opposte, dava il nome di Logos .

Dualismo

La rottura di questa unità cominciò con la scuola eleatica, secondo la quale esisteva un Principio Divino al di sopra di tutti gli dèi e di tutti gli uomini.

Questo principio fu inizialmente identificato con l'unità dell'universo; in seguito tuttavia fu visto come un Dio intelligente e personificato che sta al di sopra del mondo e lo governa.

Ebbe cosi inizio una tendenza di pensiero che alla fine condusse alla separazione tra spirito e materia e a un dualismo che divenne caratteristico della filosofia occidentale.

Un passo decisivo in questa direzione fu compiuto da Parmenide di Elea il cui pensiero era in forte contrasto con quello di Eraclito.

Parmenide chiamava il suo principio fondamentale
l'Essere e lo considerava uno e immutabile. Riteneva impossibile il mutamento e giudicava pure illusioni dei sensi i cambiamenti che a noi sembra di percepire nel mondo.

L'idea di una sostanza indistruttibile come causa delle proprietà cangianti ( l'"essere") nacque da questa filosofia e divenne uno dei concetti fondamentali del pensiero occidentale.

Nel quinto secolo a.C. i filosofi greci tentarono di superare l'acuto contrasto tra le concezioni di Parmenide e quelle di Eraclito. Allo scopo di conciliare l'idea dell'Essere immutabile (di Parmenide) con quella dell'eterno Divenire (di Eraclito), essi sostennero che

l'Essere è manifesto in certe sostanze invariabili le quali, mescolandosi e separandosi, danno luogo ai mutamenti che si verificano nel mondo.

Questo portò al concetto di atomo, la più piccola unità indivisibile di materia, che trovò la sua espressione più - chiara nella filosofia di Leucippo e di Democrito .

Gli atomisti greci tracciarono una netta linea di separazione tra spirito e materia, immaginando la materia composta da diversi « mattoni fondamentali ».

Questi erano particelle completamente passive e intrinsecamente inerti che si muovevano nel vuoto. La causa del loro moto non veniva spiegata, ma era spesso associata a forze esterne ritenute di origine spirituale e fondamentalmente diverse dalla materia.

Nei secoli successivi, questa immagine divenne un elemento essenziale del pensiero occidentale, del dualismo tra mente e materia, tra corpo e anima.


L'etica

Non appena si affermò l'idea di una separazione tra spirito e materia, i filosofi rivolsero l'attenzione al mondo spirituale, più che a quello materiale, all'anima umana e ai problemi etici.

Questi problemi dovevano occupare il pensiero occidentale per più di duemila anni dopo l'apice raggiunto dalla scienza e dalla cultura greca nel quinto e nel quarto secolo a.C.

La mistica orientale e le filosofie religiose
I mistici orientali insistono continuamente sul fatto che la realtà ultima non può mai essere oggetto di ragionamento o di conoscenza dimostrabile.

Né può essere descritta adeguatamente con parole, perché sta al di là dei campo dei sensi e dell'intelletto dai quali derivano le nostre parole e i nostri concetti. 


 Il fatto - ovvio per chiunque legga i giornali - che l'umanità non sia divenuta molto più saggia negli ultimi duemila anni nonostante un prodigioso aumento della conoscenza razionale dimostra chiaramente l'impossibilità di comunicare a parole la conoscenza assoluta. Come disse Chuang-tzu « Fa che il Tao possa essere riferito e non vi sarà uomo che non lo riferisca ai fratelli ».

Per il mistico orientale, tutte le cose e tutti gli eventi percepiti dai sensi sono interconnessi, collegati tra loro, e sono soltanto differenti aspetti o manifestazioni della stessa realtà ultima

La nostra tendenza a dividere il mondo percepito in cose singole e distinte e a sentire noi stessi come unità separate in questo mondo è considerata un'illusione che deriva dalla propensione della nostra mente a misurare e a classificare.

Essa è chiamata avidya , o ignoranza , nella filosofia induista e buddhista ed è considerata uno stato di turbamento mentale che deve essere superato.


« Quando la mente è turbata, si produce il moltepjice- ma il molteplice scompare quando la mente si acquieta ».(Ashvagosha, maestro buddista).

Le varie scuole dei misticismo orientale, sebbene differiscano fra loro in molti punti particolari, sottolineano tutte l'unità fondamentale dell'universo che è la caratteristica principale del loro insegnamento.

L'aspirazione più elevata dei loro seguaci - siano essi Indù, Buddhisti o Taoisti - è quella di diventare pienamente consapevoli dell'unità e della interconnessione reciproca di tutte le cose, di trascendere la nozione di sé come l'individuo singolo e di identificarsi con la realtà ultima

Il raggiungimento di questa consapevolezza - chiamata « illuminazione » - non è solo un atto intellettuale ma un'esperienza che coinvolge l'intera persona e che fondamentalmente è di natura religiosa.  Per questo motivo, la maggior parte delle filosofie orientali sono essenzialmente filosofie religiose.

Nella concezione orientale, quindi, la divisione della natura in oggetti separati non è fondamentale e ciascuno di tali oggetti ha un carattere fluido e continuamente mutevole.  La concezione orientale del mondo è perciò intrinsecamente dinamica, e il tempo e il mutamento ne sono elementi essenziali.

Il cosmo è visto come una unica realtà indivisibile, in eterno movimento, animata, organica: materiale e spirituale nello stesso tempo. Poiché il movimento e il mutamento sono proprietà essenziali delle cose, le forze che causano il movimento non sono esterne agli oggetti, come nella concezione della Grecia classica, ma sono una proprietà intrinseca della materia.

Corrispondentemente, l'immagine orientale della divinità non è quella di un sovrano che dirige il mondo dall'alto, ma quella di un principio che controlla ogni cosa dall'interno: «Colui che, risiedendo in tutti gli esseri, da tutti gli esser i è diverso. lui che tutti gli esseri non-conoscono, per il quale tutti gli esseri sono corpo, lui che governa dall'interno tutti gli esseri, questi è il tuo atman, l'intimo reggitore, l' immortale.» (Brhad-aranyaka-upanisad)

Il modello occidentale aristotelico
Le conoscenze scientifiche dell'antichità vennero sistematizzate e organizzate da Aristotele , il quale creò lo schema che doveva diventare la base della concezione occidentale dell'universo pei duemila anni. 

Ma Aristotele stesso era convinto che i problemi riguardanti l'anima umana e la contemplazione della perfezione di Dio fossero molto più importanti dell'indagine del mondo materiale.

Il motivo per cui il modello aristotelico dell'universo non venne messo in discussione per tanto tempo fu proprio questa mancanza di interesse per il mondo materiale che la Chiesa cristiana  sostenne per tutto il Medioevo. 

Un ulteriore sviluppo della scienza occidentale doveva verificarsi solo nel Rinascimento , quando gli uomini cominciarono a liberarsi dall'influenza di Aristotele e mostrarono un nuovo interesse per la natura.

La scienza moderna
Verso la fine dei Quattrocento lo studio della natura fu affrontato per la prima volta con spirito realmente scientifico e vennero effettuati esperimenti per controllare le ipotesi teoriche.

Poiché parallelamente si verificò un crescente interesse per la matematica, questo sviluppo condusse infine alla formulazione di teorie propriamente scientifiche, basate sull'esperimento ed espresse nel linguaggio della matematica. 

Galilei fu il primo a combinare conoscenza empirica e matematica e perciò viene considerato il padre della scienza moderna.

Il modello meccanicistico
Una siffatta concezione meccanicistica dei mondo fu sostenuta da Isaac Newton , che su questa base costruì la sua scienza della meccanica e la pose a fondamento della fisica classica. 

Dalla seconda metà del Seicento alla fine dell'Ottocento, il modello meccanicistico newtoniano dell'universo dominò tutto il pensiero scientifico.

Era accompagnato dall'immagine di un Dio monarca che dall'alto governava il mondo imponendo a esso la sua legge divina. Di conseguenza, le leggi fondamentali della natura ricercate dagli scienziati vennero considerate le leggi divine, invariabili ed eterne, alle quali il mondo era soggetto. Il mondo è un meccanismo regolato da leggi divine: quelle della meccanica.


La filosofia di Cartesio non fu solo importante per lo sviluppo della fisica classica, ma ebbe anche un'enorme influenza su tutto il modo di pensare occidentale fino ai giorni nostri.

La famosa frase di Cartesio Cogito ergo sum ha portato l'uomo occidentale a identificarsi con la propria mente invece che con l'intero organismo.

Come conseguenza della separazione cartesiana, l'uomo moderno è consapevole di se stesso, nella maggior parte dei casi, come un io isolato che vive « all'interno » del proprio corpo.

La mente è stata divisa dal corpo e ha ricevuto il compito superfluo di controllarlo.

Ciò ha provocato la comparsa di un conflitto tra volontà cosciente e  dinamismi involontari. Ogni individuo è stato ulteriormente suddiviso in base alle sue attività, capacità, sentimenti, opinioni, ecc., in un gran numero di compartimenti separati, impegnati in conflitti inestinguibili, che generano una continua confusione metafisica e altrettanta frustrazione.

Questa frammentazione interna dell'uomo rispecchia la sua concezione del mondo « esterno », che è visto come un insieme di oggetti e di eventi separati.

--Si considera l'ambiente naturale come se fosse costituito da parti separate che devono essere sfruttate da vari gruppi di interesse. Questa visione non unitaria è ulteriormente estesa alla società, che viene suddivisa in differenti nazioni, razze, gruppi religiosi e politici.

La convinzione che tutti questi frammenti - in noi stessi, nel nostro ambiente e nella nostra società - siano realmente separati può essere vista come la causa fondamentale di tutte le crisi attuali, sociali, ecologiche e culturali. Essa ci ha estraniati dalla natura e dagli esseri umani nostri simili. Essa ha provocato una distribuzione delle risorse naturali incredibilmente ingiusta, che crea disordine economico e politico: un'ondata di violenza, sia spontanea sia istituzionalizzata, che cresce sempre più, e un ambiente inospite, inquinato, nel quale la vita è diventata fisicamente e spiritualmente insalubre.

La separazione operata da Cartesio e la concezione meccanicistica del mondo hanno quindi portato nello stesso tempo benefici e danni; si sono rivelate estremamente utili per lo sviluppo della fisica classica e della tecnologia, ma hanno avuto molte conseguenze nocive per la nostra civiltà. 

E'affascinante osservare come la scienza del ventesimo secolo, nata dalla separazione introdotta da Cartesio e dalla concezione meccanicistica, del mondo, e che anzi poté svilupparsi solo sulla base di una concezione del genere, superi oggi questa frammentazione e ritorni nuovamente all'idea di unità espressa nelle prime filosofie greche e orientali.

Il pensiero orientale e  la meccanica quantistica
Un indù e un taoista possono sottolineare aspetti diversi dell'esperienza; un buddhista giapponese può interpretare la propria esperienza in termini molto diversi da quelli usati da un buddhista indiano: ma gli elementi basilari della concezione del mondo che sono stati elaborati in tutte queste tradizioni-sono gli stessi. Questi elementi sembrano essere anche gli aspetti fondamentali della concezione del mondo che scaturisce dalla fisica moderna.

La caratteristica più importante della concezione dei mondo orientale - si potrebbe quasi dire la sua essenza è la consapevolezza dell'unità e della mutua interrelazione di tutte le cose e di tutti gli eventi, la constatazione che tutti i fenomeni nel mondo sono maniflestazioni di una fondamentale unicità

Tutte le cose sono viste come parti interdipendenti e inseparabili di questo tutto cosmico, come differenti manifestazioni della stessa realtà ultima .


Le tradizioni orientali si riferiscono costantemente a questa realtà ultima, indivisibile, che si manifesta in tutte le cose e della quale tutte le cose sono parte. Essa è chiamata Brahman nell'Induismo, Dharmakaya nel Buddhismo, Tao nel Taoismo. Poiché trascende tutti i concetti e tutte le categorie, i Buddhisti la chiamano anche Tathata o Essenza assoluta. « Ciò che l'animo percepisce come essenza assoluta è l'unicità della totalità di tutte le cose, il grande tutto che tutto comprende »

Nella vita ordinaria, non siamo consapevoli di questa unità di tutte le cose, ma dividiamo il mondo in oggetti ed eventi separati.

Naturalmente, questa divisione è utile e necessaria per muoverci nel nostro ambiente quotidiano, ma non è un aspetto fondamentale della realtà. E' un'astrazione ideata dal nostro intelletto che distingue e classifica. 


Lo scopo principale delle tradizioni mistiche orientali è di rimettere ordine nella mente guarendola e acquietandola attraverso la meditazione.

Il termine sanscrito per meditazione - samadhi - significa letteralmente « equilibrio mentale », che allude allo stato mentale equilibrato e tranquillo nel quale si sperimenta l'unità fondamentale dell'universo: « Entrando nel samadhi di purità [si ottiene] una visione che tutto penetra e permette di divenire coscienti dell'assoluta unicità dell'universo »
.

La fondamentale unicità dell'universo non è solo la caratteristica principale dell'esperienza mistica, ma è anche una delle più importanti rivelazioni della fisica moderna.  Essa diviene evidente a livello atomico e si manifesta tanto più chiaramente quanto più si penetra in profondità nella materia, fino al mondo delle particelle subatomiche.

I costituenti della materia e i fenomeni fondamentali ai quali essi prendono parte sono tutti in rapporto reciproco, interconnessi e interdipendenti; non possono essere compresi come entità isolate, ma solo come parti integrate del tutto.

Le unità subatomiche della materia sono entità molto astratte che presentano però un carattere duale. A seconda di come le osserviamo, ora esse sembrano particelle, ora onde; e questa natura duale è presente anche nella luce, che può assumere l'aspetto di onde elettromagnetiche o di particelle. Questa proprietà della materia e della luce è assai strana. Sembra impossibile accettare che qualcosa possa essere, nello stesso tempo, una particella - cioè un'entità confinata in un volume molto piccolo - e un'onda, che si estende su un'ampia regione di spazio.

Questa contraddizione dette origine alla maggior parte dei paradossi che infine condussero alla teoria dei quanti .  L'intero processo ebbe inizio quando Max Planck scopri che l'energia della radiazione termica non è emessa in maniera continua,ma si presenta sotto forma di «pacchetti di energia». Einstein chiamò « quanti » questi pacchetti di energia e riconobbe in essi un aspetto fondamentale della natura. Egli fu tanto ardito da postulare che la luce e tutte le altre forme di radiazione elettromagnetica possono presentarsi non solo come onde elettromagnetiche ma anche sotto forma di quanti.  .

I quanti di luce, che dettero il nome alla meccanica quantistica, sono stati in seguito accettati come particelle vere e proprie e ora vengono chiamati fotoni. Ma si tratta di particelle di tipo speciale, prive di massa e sempre in moto alla velocità della luce.

L'apparente contraddizione tra la rappresentazione corpuscolare e quella ondulatoria fu risolta in un modo lei tutto inaspettato che mise in discussione il fondamento stesso della concezione meccanicistica del mondo: il concetto di realtà della materia

A livello subatomico, la materia non si trova con certezza in luoghi ben precisi, ma mostra piuttosto una « tendenza a trovarsi » in un determinato luogo, e gli eventi atomici non avvengono con certezza in determinati istanti e in determinati modi, ma mostrano una « tendenza ad avvenire ».

Nel formalismo della meccanica quantistica, queste tendenze sono espresse come probabilità e sono associate a quantità matematiche che prendono la forma di onde; ecco perché le particelle possono essere allo stesso tempo onde. Esse non sono onde tridimensionali « reali », come le onde sonore o le onde nell'acqua, ma sono « onde di probabilità », quantità matematiche astratte che hanno tutte le proprietà caratteristiche delle onde e sono legate alle probabilità di trovare le particelle in particolari punti dello spazio e in particolari istanti di tempo. 

Tutte le leggi della fisica atomica sono espresse in funzione di queste probabilità. Non possiamo mai prevedere con certezza un evento atomico: possiamo solo dire quanto è probabile che esso avvenga.

La meccanica quantistica ha demolito i concetti classici di oggetti solidi e di leggi rigorosamente deterministiche della natura. 

La realtà è " probabilistica"
A livello subatomico, gli oggetti materiali solidi della fisica classica si dissolvono in configurazioni di onde di probabilità e queste configurazioni in definitiva non rappresentano probabilità di cose, ma piuttosto probabilità di interconnessioni  tra la fase di preparazione di un esperimento e le successive misurazioni.

La meccanica quantistica rivela quindi una fondamentale unità dell'universo: mostra che non possiamo scomporre il mondo in unità minime dotate di esistenza indipendente.

Per quanto ci addentriamo nella materia, la natura non ci rivela la presenza di nessun « mattone fondamentale » isolato, ma ci appare piuttosto come una complessa rete di relazioni tra le varie parti del tutto. Queste relazioni includono sempre  l'osservatore.


L'aspetto solido della materia è una conseguenza di un tipico  « effetto quantistico » collegato al comportamento duale onda-particella della materia, una caratteristica dei mondo subatomico che non trova l'analogo nel mondo macroscopico. Ogni volta che una particella è confinata in un piccolo spazio, essa reagisce a questa limitazione agitandosi dentro, e tanto più piccola è la regione in cui è confinata, tanto più velocemente la particella vi si muove.

Nell'atomo allora sono presenti due forze antagoniste. Da una parte, gli elettroni sono legati al nucleo da forze elettriche che cercano di trattenerli il più vicino possibile. Dall'altra, essi reagiscono a questa limitazione ruotando vorticosamente, e quanto più strettamente sono legati al nucleo, tanto più alta sarà là loro velocità; di fatto, il confinamento degli elettroni all'interno di un atomo porta a velocità enormi, di circa 900 chilometri al secondo! Queste alte velocità fanno si che l'atomo appaia come una sfera rigida, proprio come avviene per un'elica in rapida rotazione la quale appare come un disco. E' molto difficile comprimere ulteriormente gli atomi e ciò dà alla materia l'aspetto solido familiare.

Un atomo non può essere rappresentato come un sistema planetario in miniatura. Più che a particelle in rotazione attorno al nucleo, dobbiamo pensare a onde di probabilità disposte in orbite differenti. Ogni volta che facciamo una misura, troviamo gli elettroni in qualche punto di queste orbite, ma non po ssiamo dire che essi « ruotano attorno al nucleo » nel senso della meccanica classica.

Nel contesto della meccanica quantistica, le entità fisiche isolate sono quindi idealizzazioni che hanno significato solo nella misura in cui la parte più importante dell'interazione ha un raggio d'azione grande.

Quando studiamo la materia in profondità, scopriamo che essa è composta da particelle, ma queste non sono i « mattoni fondamentali » nel senso di Democrito e di Newton. Sono soltanto idealizzazioni, utili da un punto di vista pratico, ma prive di significato fondamentale.

Come dice Niels Bohr , « le particelle materiali isolate sono astrazioni, poiché le loro proprietà sono definibili ed osservabili solo mediante la loro interazione con altri sistemi ».

L'interpretazione di Copenaghen della meccanica quantistica non è accettata universalmente.  Esistono molte proposte alternative e i problemi filosofici implicati in tali questioni sono ben lontani dall'essere risolti. Sembra tuttavia che l'interconnessione universale delle cose e degli eventi sia una caratteristica fondamentale della realtà atomica, che non dipende da una particolare  interpretazione della teoria matematica.

Oriente e fisica atomica I mistici orientali non si contentano di una situazione analoga a quella della fisica atomica, nella quale osservatore e osservato non possono essere separati, ma possono ancora essere distinti.  Nel misticismo orientale questo intreccio universale comprende sempre l'osservatore umano e la sua coscienza. Come dicono le Upanishad: « Laddove esiste dualità,  l'uno odora l'altro, l'uno vede l'altro, l'uno parla all'altro... ma, allorché tutto è diventato il sé di ognuno, l'odore di chi e mediante che cosa potrà percepire? chi si potrà vedere, e mediante che cosa? a chi e mediante che cosa si potrà parlare? ».

Questa è quindi la comprensione definitiva dell'unità di tutte le cose. Essa viene raggiunta - cosi ci dicono i mistici - in uno stato di coscienza nel quale la propria individualità si dissolve in un'unità indifferenziata, dove si trascende il mondo dei sensi e la nozione di « cosa » è dimenticata. Per usare le parole di Chuangtzu:  « Lascio inerte il corpo e bandisco l'intelletto. Abbandonando la forma e respingendo la conoscenza, faccio parte del gran Tutto. Questo intendo per sedere e dimenticare ».

A livello atomico, quindi, la meccanica quantistica ci costringe a vedere l'universo non come una collezione di oggetti fisici separati, bensi come una complicata rete di relazioni tra le varie parti di un tutto unificato.

Questo, peraltro, è anche il tipo di esperienza che i mistici orientali hanno dei mondo, e alcuni di essi hanno espresso tale esperienza con parole che sono quasi identiche a quelle usate dai fisici atomici. 


Eccone due esempi: « .... L'oggetto materiale diventa qualcosa di diverso da ciò che attualmente vediamo, non più un oggetto separato sullo sfondo o nell'ambito del resto della Natura, bensi una parte indivisibile , in modo sottile, persino una espressione dell'unità di tutto ciò che vediamo ».  « Le cose derivano il loro essere e la loro natura dalla mutua dipendenza e non sono nulla di per se stesse ».

Se queste asserzioni potrebbero essere scambiate per un resoconto di come appare la natura nella fisica atomica, le altre due che seguono, formulate da fisici atomici, potrebbero a loro volta essere lette come una descrizione dell'esperienza mistica della natura:

« Una particella elementare non è una entità non ulteriormente analizzabile, che esiste in maniera indipendente. Essa è, in sostanza, un insieme di relazioni che si protendono verso le altre cose ». « Il mondo appare cosi come un complicato tessuto di eventi, in cui diverse specie di connessioni si alternano, si sovrappongono e si combinano, determinando la struttura del tutto ».

(cf.: spirito e materia )



top




Pag.  3
  1   2   3

home

DISCLAIMER. Si ricorda - ai sensi della Legge 7 marzo 2001, n. 62 - che questo sito non ha scopi di lucro, è di sola lettura e non è un "prodotto editoriale diffuso al pubblico con periodicità regolare" : gli aggiornamenti sono effettuati senza scadenze predeterminate. Non può essere in alcun modo ritenuto un periodico ai sensi delle leggi vigenti né una "pubblicazione"  strictu sensu. Alcuni testi e immagini sono reperiti dalla rete : preghiamo gli autori di comunicarci eventuali inesattezze nella citazione delle fonti o irregolarità nel loro  uso.Il contenuto del sito è sotto licenza Creative Commons Attribution 2.5 eccetto dove altrimenti dichiarato.