Corso di Religione

NEOSHINTOISMO

     
   

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Lo shintoismo tradizionale delle Sette
E' formato dai gruppi di credenti che hanno dato vita a pratiche religiose individuali prima del 1868 e dopo il 1882, essendo il periodo 1868-1882 il periodo dello Shintoismo di Stato. Le sette : Kurozumikyo, Shinto Shuseiha, Izumo Oyashirokyo, Fusokyo, Jikkokyo, Shinshukyo,Shinto Taiseikyo, Ontakekyo, Shintotaikyo, Misogikyo, Shinrikyo, Konkokyo, e Tenrikyo    .

Ogni gruppo ha un suo fondatore ed una sua dottrina. Spesso sono organizzati intorno alla venerazione di una particolare divinità. Sette della fede guaritrice

Esiste in Giappone anche un neoscintoismo formato da gruppi i che tendono ad includere nello shintoismo tradizionale aspetti e riti del Buddhismo e del Confucianesimo e di altre religioni popolari, per esempio la  Ying-Yang-school. kyososama-1.jpgTra questi hanno particolare rilevanza  oggi le  Sette della fede guaritrice.

Esse comprendono gruppi fondati dal predicatore Bunjiro   che predicò la fede in un unico Dio, l’amore universale e la fratellanza fra tutti gli uomini e da Maekawa Miki , che predico' la natura spirituale della infermità e indico' come rimedi i rituali di purificazione. Queste due sette contano insieme intorno ai 7 milioni di aderenti.

Shinreikyo
kyososama-2.jpgkyososama

L'11 Febbraio 1947 a Nishinomiya venne fondato il movimento religioso Shinreikyo .

Il movimento Shinreikyo si caratterizza con molte guarigioni miracolose  documentate e comprovate da medici.

Questi miracoli dimostrano, secondo il fondatore Kyososama, al secolo Kanichi Otsuka (1891-?), che la potenza divina puo’ salvare le persone nei tre stadi della esistenza: il passato, il presente ed il futuro. Kyososama si è sempre battuto per la rinascita dello Spirito Giapponese . (天理教; Tenrikyō, letteralmente : insegnamento della ragione divina)

TENRIKYO.jpgSe la persona vive secondo la "Via" , la Verità, certamente otterrà felicità e prosperità eterna.

Tale insegnamento viene sostenuto da fatti miracolosi ed il Movimento viene anche chiamato la sorgente dei miracoli o anche la religione trascendentale fondata su prove attuali di salvezza.

Il fondatore sostiene di avere da sempre sperimentato una unione innata con il principio fondamenta le dell’universo 
( per noi Occidentali il Logos o Verbo).

Tale unione gli dona la forza della potenza divina attraverso cui avvengono guarigioni e miracoli..

Tenrikyo
( Lo Spirito Giapponese)

Fondato da Miki Nakayama (1798-1887) che dal 1838 passò attraverso una serie di esperienze spirituali. Mika Nakayama iniziò ad elaborare la dottrina nel 1838, dopo che sia suo figlio sia suo marito si ammalarono

La famiglia chiese a un monaco buddista di esorcizzare lo spirito che ne causava i disturbi. La tradizione vuole che, durante il rito, Dio sia entrato nel corpo di Miki Nakayama e abbia chiesto di riceverla come tempio di Dio. Alla fine di tre giorni, il marito di Miki si arrese alla richiesta di Dio. A partire da questa data, i suoi seguaci si riferirono a lei come Oyasama (lett. Madre Onorata).

Il Tenrikyo venne autorizzato dal governo giapponese come una delle tredici sette shintoiste ufficiali.

A partire dal 1946, gli aderenti al Tenrikyo si sforzarono di rimuovere dal culto gli influssi dello Shintoismo, e chiesero che la loro religione fosse esclusa dalla definizione governativa di "setta shintoista" e trasferita in quella di "altra religione".

Si calcola che il Tenrikyo abbia in tutto il mondo circa 2 milioni di fedeli, di cui 1 milione e mezzo nel solo Giappone. Centro del culto è Tenri-O-no-Mikoto, "Divino Re della Ragione Celeste", che è ritenuto creatore e padre premuroso di tutto il genere umano.

Il tempio principale è stato edificato nella città di Tenry non lontano da Nara nel Giappone centrale , attorno allo Jiba, un luogo che compare negli insegnamenti come il punto da cui ha avuto origine la creazione. La città venne fondata dai fedeli ed è considerata l'ombelico del mondo.

La rinascita è parte del credo, ma ha un'importanza secondaria. Centro della religione è un insegnamento etico : il precetto principale è raggiungere lo yoki yusan o yoki gurashi, ossia la vita gioiosa sulla Terra, attraverso la carità e l'astensione da ingordigia, egoismo, odio, rabbia e arroganza.

Chiesa Reimei REIMEI-SIMBOLO.jpg
Reimei significa alba .
E' una assemblea di seguaci degli insegnamenti di Mochichi Odaka .


Questo religioso, sulla base di una rivelazione privata, esortava la gente a pentirsi e convertirsi alla fede in Dio prima che Egli venga e giudichi il Mondo.   «La civiltà che conosciamo è transitoria. Essa scomparirà con l’avvento della NEW AGE »

M.Odaka scrisse su questo Nuovo Mondo come di un mondo in cui materia e spirito sono in perfetto equilibrio e armonia. Gli uomini sono liberi per sempre dal male e dalla miseria e vivono la civiltà della Verità, divinità e bellezza. Il Rito principale e il  Johrei  , la purificazione dello spirito,dono di salvezza e di cuore contrito.

Il Rei-ki   REIKI-MIKAO-USUI.jpg
Mikao Usui    era un Monaco Cristiano e come ogni domenica, si apprestava a officiare la regolare cerimonia nella cappella del collegio maschile di cui era anche il rettore.

Uno degli studenti si alzò in piedi, chiese il permesso di parlare e quando gli fu accordato disse: "Parlo in nome degli studenti che hanno concluso gli studi e lasceranno la scuola per andare nel mondo. Noi siamo giovani e abbiamo tutta la vita davanti a noi, ma abbiamo anche molti dubbi e timori e vorremmo delle rassicurazioni. Per anni abbiamo studiato in questo collegio e conosciamo la Bibbia, sappiamo che Gesù Cristo operava miracoli perché le persone credessero in lui. Ma noi non abbiamo mai assistito ad alcun miracolo e ci chiediamo che cosa significa credere in Dio. In tutti questi anni, Dottor Usui, Lei è stato il nostro insegnante e la nostra guida, conosciamo la Sua fede profonda nelle Sacre Scritture, ma noi non abbiamo la Sua fede. Per favore, la preghiamo di darci una dimostrazione che ciò che è scritto corrisponde a verità."

Usui disse che era vero, che era un buon Cristiano e che aveva una assoluta fiducia che ciò che si diceva del Cristo fosse pura verità e che esistevano testimonianze storiche e opere teologiche che dimostravano le capacità taumaturgiche del Cristo e l'esistenza dei miracoli.

Ma lo studente continuò: "Noi la onoriamo e la rispettiamo come nostro Maestro, ma tra poco noi saremo fuori di qui e ce la dovremo cavare da soli. Noi le chiediamo di farci vedere come si fa a restituire la vista a un cieco o a guarire un lebbroso o a resuscitare un morto."

Usui rispose che questo non poteva farlo, perché nessuno glielo aveva insegnato. E lo studente riprese a parlare con un velo di amarezza nella voce: "Noi la ringraziamo per tutto quello che ci ha insegnato, ma ora sappiamo che la Sua fede è una fede cieca e noi non vogliamo credere ciecamente a qualcosa, vogliamo fatti e dimostrazioni tangibili, vogliamo essere certi che quello che facciamo o diciamo esiste davvero. Lei ha ricevuto in dono questa fede assoluta e ha vissuto a lungo per rafforzarla, ma questo riguarda la Sua vita. Noi stiamo iniziando la nostra e abbiamo bisogno almeno di una dimostrazione per continuare a credere in Lei e nei Suoi insegnamenti e avere un giorno la Sua stessa fede."

Usui disse che non poteva mostrare alcuna guarigione in quel momento, e non volle proseguire oltre quella discussione. Ma le parole dello studente lo avevano profondamente colpito e dopo un lungo silenzio aggiunse: "Bene, dunque. Io non posso dimostrarvi nulla, in questo momento, ma un giorno ve lo proverò. E per fare questo fin da ora rassegno le mie dimissioni da ogni incarico e parto alla ricerca del segreto della guarigione. E quando lo troverò, ritornerò e vi farò vedere una dimostrazione."

E così Mikao Usui, non più giovanissimo, partì alla ricerca di come poter guarire gli ammalati e ridare la vista ai ciechi. Per sette anni approfondì i suoi studi sul Cristianesimo e sulla Bibbia ma non trovò alcuna spiegazione né alcuna formula sulla guarigione.

Studiò altre Religioni e Filosofie e quando giunse al Buddismo scoprì che anche il Buddha conosceva l'arte di guarire i ciechi e i lebbrosi. Si recò dunque nei monasteri chiedendo ai monaci se fosse vero che nei Sutra si parlava del potere di guarire le malattie, ma la risposta era quasi sempre la stessa: "Si, certo, è scritto che il Buddha guariva i lebbrosi appoggiando le mani sul loro corpo, ma noi monaci buddisti riteniamo che tutto dipende dalla mente e non possiamo dedicare molto tempo al corpo. Certo è importante mangiare e bere moderatamente e occuparsi di essere in salute e rispettosi della vita, ma quello che ci preme innanzi tutto è la salute dello Spirito. Per questo noi trascorriamo lunghe ore immobili nella meditazione o recitando preghiere, per trascendere il corpo e sviluppare le facoltà della mente."

E ogni volta Usui faceva un inchino, ringraziava e andava nel monastero successivo. Trascorsero mesi e mesi di infruttuose ricerche, tutti sembravano troppo occupati con la mente per interessarsi del corpo, e Usui era molto depresso; ma non mollava e ogni volta diceva a se stesso che evidentemente doveva esserci un altro posto in cui cercare.

E finalmente incontrò un Tempio Zen , fu accolto con benevolenza, gli fu accordato il permesso di leggere i Sutra e di partecipare alle sedute di meditazione con i monaci. Passarono altri tre anni ed era sempre più chiaro per Usui che le ricerche sarebbero durate ancora molto tempo.

Egli comprese che molte trascrizioni erano originariamente scritte in Cinese e per leggerle imparò il Cinese, poi pensò che Buddha era nato in India e che sicuramente molte delle scritture non erano state ancora tradotte. E fu proprio in quei Sutra scritti nell'antica lingua Sanscrita che Usui alla fine trovò la formula. Niente di complicato, semplice e chiara. Come due più due fa quattro e tre più tre fa sei. Ma la formula era stata scritta 2.500 anni prima. Doveva essere interpretata correttamente. Avrebbe funzionato o lo avrebbe ucciso?

Usui parlò con il monaco che dirigeva il monastero Zen: "Andrò sul monte Koriyama e mi sottoporrò alla prova per 21 giorni. Digiunerò e mediterò. Arrivato a questo punto non posso tirarmi indietro. Se il ventiduesimo giorno non sarò ritornato, mandate a cercare il mio corpo perché vorrà dire che sono morto." E partì.

Scelse un luogo vicino a un corso d'acqua, si sedette sotto un grande cedro e iniziò la meditazione. Collocò davanti a sé ventun sassolini, e ogni giorno che passava ne toglieva uno. Egli sapeva che doveva aspettare che accadesse qualcosa, ma non sapeva cosa. E nel frattempo leggeva le scritture, recitava i Sutra, meditava e beveva solo acqua. Stava per sopraggiungere l'alba del ventunesimo giorno, la notte era ancora scura, senza luna, senza stelle.

Quella era l'ultima meditazione. Quando aprì gli occhi vide in lontananza una piccola luce tremolante, come la fiamma di una candela. La luce si avvicinava verso di lui, puntando diritta alla fronte. Ne ebbe paura, pensò che era ancora in tempo per evitarla o per chiudere gli occhi, ma sapeva che quella era la prova che stava aspettando e rimase a fissarla. In un attimo la luce lo colpì in mezzo alla fronte e l'impatto fu così forte che Usui cadde all'indietro.

Quando cominciò a guardarsi intorno, ancora stordito dal colpo, vide milioni e milioni di sfere di luce agitarsi, muoversi, danzare davanti a lui. Avevano tutti i colori dell'arcobaleno, tutti e sette. Una grande luce apparve davanti a lui e come su uno schermo egli vide passare in lettere dorate ciò che aveva appreso quando leggeva il testo Sanscrito. Le parole pulsavano davanti ai suoi occhi come dicendo: "Ricordati, Ricordati. E' Così. Ricordati".

E Usui non sentiva più dolore, né paura, né fame né stanchezza e sentì che aveva ricevuto una benedizione, quel giorno. "Ora posso aprire gli occhi e gettare l'ultimo sasso" disse. Si alzò e riprendendo il cammino di ritorno si accorse che le sue gambe erano forti e i piedi stabili, come se avesse pranzato. "Questo è il primo miracolo!" pensò, "Mi sento sazio e riposato".

Scendendo dalla montagna, inciampò in una roccia e si ferì un dito del piede, l'unghia era staccata, la ferita sanguinava e doleva molto. Istintivamente afferrò il dito con la mano e poco dopo sentì un profondo calore che entrava nella ferita. Il dolore scomparve e il sangue cessò di uscire. "Questo è il secondo miracolo", pensò. E continuò il cammino.

Dopo un po' incontrò una locanda e si fermò per riposare e per mangiare qualcosa. La figlia del padrone aveva un terribile mal di denti e da settimane piangeva dal dolore. Usui mise le mani sulle sue guance e in breve il male svanì. La ragazza incredula e felice saltava qua e là ringraziando e dicendo a tutta la famiglia che quello non era un monaco normale, ma che aveva qualcosa di magico nelle sue mani.

Il padrone della locanda per sdebitarsi offrì un'abbondante colazione al suo inatteso ospite, non nascondendo il timore che dopo tanti giorni di digiuno potesse arrecargli danno. Dopo essersi saziato Usui pensò che erano accaduti altri due miracoli: la ragazza non aveva più il mal di denti e lui non aveva fatto indigestione.

Verso sera fu di ritorno al monastero e come prima cosa voleva vedere il monaco per raccontargli ogni cosa, ma il monaco soffriva di artrite ed era in preda ad un violento attacco di mal di schiena. Usui andò a trovarlo nella sua piccola stanza e mentre raccontava teneva appoggiate le sue mani sulla schiena del povero malato. E disse del digiuno, della lunga attesa, della luce e di come era andata la giornata.

Terminato il racconto Usui fece per congedarsi, ma il monaco dopo un attimo di stupore disse: "Il dolore non c'è più, potrò dormire finalmente! Mi sento meravigliosamente e pieno di energia! Così è questo che tu chiami ReiKi! Domani parleremo ancora". E così decisero che il modo migliore per usare il segreto della guarigione era portarlo dove più ce ne era bisogno, ovvero nei sobborghi di Kyoto, nel quartiere dei mendicanti.

E infatti Usui vi si stabilì per diversi anni, perfezionando la tecnica della guarigione: scoprì che i giovani guarivano più in fretta, bastavano pochi giorni di trattamento, mentre i più vecchi necessitavano di settimane, a volte mesi di applicazioni di Reiki.

Egli lavorava instancabilmente e poco a poco tutti o quasi avevano potuto guarire le loro malattie, recarsi in città, trovare un lavoro e diventare cittadini rispettabili. Ma un brutto giorno, mentre Usui girava per il sobborgo per vedere quanto lavoro restava ancora da fare, incontrò una faccia conosciuta, e poi un'altra e un'altra ancora. Le persone che aveva curato e che avevano cambiato vita stavano ritornando indietro, volevano fare di nuovo i mendicanti.

Usui ebbe un violento accesso di collera, vide il lavoro di anni vanificarsi in un attimo e gridava queste parole: "Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Io non ho salvato una sola anima! Dunque avevano ragione che la mente è più importante del corpo. Ho dunque fallito, completamente fallito? Se avessi pensato prima di tutto a guarire il loro spirito e poi il corpo forse non sarebbe andata così".

Ed era davvero deluso e amareggiato e se la prendeva con se stesso. E quando chiese ai mendicanti perché fossero tornati, uno rispose: "Chiedere l'elemosina è un mestiere molto più facile di tutti quelli che ho trovato là fuori. E' più facile trovare qualcosa da mangiare e un posto dove dormire che lavorare tutto il giorno. Fare il mendicante è un buon lavoro, mi riempio la pancia e non devo stressarmi più di tanto."

Le ultime parole di Usui furono: "Ingrati, siete avidi e ingrati, volete tutto per voi e non siete disposti a dare nulla in cambio: ecco perché siete di nuovo in mezzo al fango. I mendicanti restano mendicanti, siete solo capaci di chiedere, ma non conoscete gratitudine né generosità. Basta ReiKi, basta mendicanti!"

Ma gli anni di lavoro nel quartiere non erano stati vani: ora egli sapeva che non bastava guarire il corpo, ma occorreva anche insegnare agli uomini a essere grati per la vita, a essere onesti e generosi, a ringraziare Dio per i doni di ogni giorno.

E così nacquero i Princìpi di Reiki:

.. Solamente per oggi, non arrabbiarti. Solamente per oggi, non preoccuparti. Terremo conto di tutte le benedizioni e onoreremo i nostri genitori, i nostri insegnanti e i nostri vicini. Onoreremo il cibo, non lo sprecheremo, perché anche il cibo è un dono di Dio. Vivremo onestamente, ci guadagneremo da vivere in modo dignitoso e infine saremo pieni di amore e di compassione verso tutto ciò che ha vita. Usui trascorse il resto della sua vita viaggiando a piedi per tutto il Giappone. Egli andava nei mercati affollati di gente e vagava su e giù con una lampada accesa in mano in pieno giorno. E quando qualcuno gli faceva notare rispettosamente, poiché era un monaco conosciuto e stimato, che se cercava qualcosa non c'era bisogno di quella luce, perché era giorno e si vedeva benissimo, egli rispondeva: "Quello che sto cercando io non si vede alla luce del sole. Il mondo è pieno di gente triste chiusa e arrabbiata. Io cerco qualcuno che abbia voglia di far luce nel suo cuore e guarire da ogni sofferenza, e rendere puri e forti la mente, il carattere e il corpo. Se vuoi ascoltare questa lezione, seguimi."

Nel Buddismo Tibetano è nota una tecnica curativa chiamata "Il Buddha che Guarisce"   e che consiste nell'appoggiare le mani sul corpo come in Reiki. Questa facoltà viene trasmessa da un insegnante all'allievo attraverso progressive attivazioni. E' verosimile che la trasmissione di questo potere possa essersi interrotta per la morte o la scomparsa del depositario della conoscenza e che per centinaia o migliaia di anni se ne sia perduta la disponibilità.

E' anche possibile che un segreto così importante dovesse cadere in buone mani o attendere un particolare momento storico e sociale. Ciò che Usui ritrovò fu in sostanza una conoscenza che era andata perduta e che attraverso una prova di fede, costanza, saggezza e virtù e con l'aiuto di un'esperienza mistica fu in grado di riportare alla luce.

E' altresì nota la facoltà dei Lama di conservare ed espandere la conoscenza attraverso successive reincarnazioni. Potrebbe essere una suggestiva ipotesi pensare che Usui fosse la reincarnazione di un antico Maestro di Reiki che ad un certo punto della sua vita incontrò il Dharma, ovvero il Compito, e decise di partire alla ricerca dell'antico segreto, che in realtà giaceva in se stesso.

L'esperienza del digiuno e della meditazione potrebbero avere risvegliato in lui facoltà e conoscenze risalenti ad altre incarnazioni. Sebbene ad una mente occidentale una tale ipotesi appaia poco "scientifica", per un Orientale sarebbe del tutto plausibile. E Usui nacque e visse proprio in Oriente…

Usui Sensei fondò l' Usui Shiki Ryoho ovvero il Sistema Usui di Guarigione Naturale, di cui fu presidente fino alla morte, avvenuta il 9 Marzo 1926. Da allora ci sono stati cinque presidenti: il Signor Ushida, il Signor Taketomi, il Signor Watanabe, il Signor Wanami e l'attuale presidente Signora Kimiko Koyama che ricevette Reiki all'età di 21.

La pratica Rei-ki o REIKI, ovvero la Coscienza Cosmica al servizio dell'individuo
Rei-ki è una parola giapponese che significa "Energia Vitale Universale" e nasce dall'unione di due concetti: Rei che possiamo definire come Forza Spirituale e che contiene gli ideogrammi che in giapponese significano "Pioggia"  , "Bocche", "Fare sacrifici" e Ki che è un concetto fondamentale nella Medicina Tradizionale Cinese e nelle Arti Marziali e che possiamo tradurre come "Energia che scorre nel Corpo" o "Forza Interiore".

reiki_800_600.jpgQui ritroviamo l'ideogramma che rappresenta la pioggia insieme ad un altro che significa Chicco di Riso".

L'unione di REI e KI dà origine alla parola ReiKi, che viene utilizzata per definire sia la Disciplina o la Pratica che l'Energia utilizzata.

Hawayo Takata , la Maestra che introdusse Reiki nell'Occidente, scriveva nel suo diario:

REIKI-Takata.jpg" Io credo che esista un Essere Supremo, L'Infinito Assoluto, una Forza che governa il mondo e l'universo, un Potere Spirituale invisibile dinanzi al quale tutti gli altri poteri appassiscono nella loro insignificanza. Questo potere è incomprensibile per l'uomo, inimmaginabile, non misurabile, è la Forza Universale della Vita, da cui ogni singolo essere riceve continue benedizioni. Io chiamerò questa energia ReiKi…


Il concetto di una Forza che permea l'universo e che influenza la nostra vita e la nostra salute è comune a molte culture fin da tempi antichissimi. Potremmo parlare di fisica o enumerare le "miracolose" guarigioni di persone affette da AIDS o tumori, ma ciò non aggiungerebbe molto a questa trattazione.

Arriva un momento nella vita in cui occorre lasciare da parte ogni spiegazione razionale e concedersi di "sentire", di entrare in contatto con una Coscienza che non può essere appresa o dimostrata, ma solo sperimentata.
"

ReiKi è una pratica che consente di mettere in contatto REI e KI, creando un potente ed inesauribile flusso di energia attraverso l'organismo.

Ogni carenza di energia vitale all'interno del corpo viene in breve tempo colmata di nuova forza, gli organi del corpo attraversa no un periodo di vera e propria rigenerazione cellulare, tutte le emozioni bloccate all'interno dell'organismo e responsabili delle malattie emergono alla coscienza, la mente funziona con lucidità e chiarezza, scorie e tossine vengono espulse, lo Spirito inizia a guidare la mia vita verso il mio vero destino e tutte le situazioni che mi arrecavano danno lentamente svaniscono per lasciare il posto a consapevolezza ed armonia.

TECNICA O RELIGIONE? di Massimo Introvigne sociologo delle religioni, accademico.

Reiki: una tecnica che è "quasi religione". Si diffonde in Occidente, anche in Italia. Lontana dal cristianesimo. Sconsigliato l'uso ai cattolici. Di Mikao Usui si sa certamente abbastanza poco, ma non c'è dubbio che egli insegnasse la natura divina del ki, l'importanza del canto sacro, della preghiera e del ringraziamento a Dio.

Uno dei principali simboli segreti del reiki - nella versione originaria di Mikao Usui - corrisponde al simbolo della Divinità Suprema venerata nel tempio buddhista del Monte Kurama. Lo specialista di movimenti religiosi, peraltro, nota facilmente le somiglianze fra il reiki e le numerose nuove religioni del Giappone: il legame con un tempio buddhista, l'esperienza di fondazione durante un ritiro ascetico su una montagna, i tre gradi di iniziazione si ritrovano in numerose nuove religioni giapponesi, all'interno delle quali un intero gruppo o famiglia è caratterizzato dall'idea che attraverso l'imposizione delle mani sia possibile trasmettere o risvegliare un'energia divina. Dunque, si deve concludere che il reiki è una religione?   

La questione non è così semplice. Il fatto che quasi tutte le scuole neghino vigorosamente che il reiki sia una religione non sarebbe, di per sé, decisivo. Nel reiki sono assenti - almeno nella maggioranza delle scuole - un messaggio di salvezza e una teologia della storia, che invece caratterizzano le varie nuove religioni giapponesi.

Comunque sia, il reiki non è una semplice tecnica, perché implica il riferimento essenziale a un'energia che ha caratteristiche divine, e il messaggio del fondatore è incomprensibile se lo si separa dal contesto religioso originario. Non è neppure, tuttavia, una religione o un movimento religioso nel senso più corrente del termine, perché non fornisce nè si propone di fornire risposte articolate sulle origini e sul destino dell'uomo. Inoltre, trasferito dal Giappone all'Occidente, il reiki - come altre correnti - è stato sottoposto a un rapido processo di secolarizzazione, che ha portato perfino a una lettura revisionista (e mitologica) delle sue origini e della sua storia.

Forse la definizione che William Lee Rand usa per la comunità degli iniziati, un "sacro ordine metafisico", aiuta a capire la natura di un fenomeno a cui potrebbe essere applicata con profitto la categoria, coniata da specialisti statunitensi, di "quasi-religione".

Il che, evidentemente, sottolinea tutta la problematicità di un approccio cattolico al reiki, che - per quanto possa essere interpretato e praticato in modi diversi - non è certo una semplice tecnica, perché implica il riferimento essenziale a un'energia che ha caratteristiche divine e veicola perciò - che chi lo pratica se ne renda conto o no - una visione del mondo tipicamente orientale e lontana dalla fede cristiana. Non spetta certamente ai laici sostituirsi al Magistero e anticipare eventuali messe in guardia specifiche nei confronti del reiki.

Sulla base dei documenti che già esistono, e che si riferiscono al genus delle tecniche neo-orientali (anche se non menzionano la species reiki in modo esplicito), ritengo però di potere concludere che la pratica del reiki - specialmente da parte di persone che non ne apprezzano o non ne conoscono a fondo il retroterra e le implicazioni - può comportare rischi per la fede cattolica, così che un atteggiamento cauto e riservato dovrebbe imporsi a ogni cattolico cui è cara la sua fede.

Bibliografia

- Massimo Introvigne, Il reiki: tecnica o religione?, disponibile sul sito Internet del CESNUR (Centro Studi sulle Nuove Religioni) all'indirizzo http://www.cesnur.org/testi/reiki.htm
- Scheda sul reiki nella Enciclopedia delle Religioni in Italia, curata dal CESNUR .LDC


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