Piccolo Corso Biblico

IL MALE



IL PECCATO
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Male e peccato.La Bibbia non parla tanto del male quanto del peccato e soprattutto della vittoria di Dio sul male e sul peccato. L'uomo sta nel suo essere e divenire di fronte a Dio , in alleanza, per il progetto di liberazione definitiva della creazione dal male. Ha senso dunque lottare contro il male collaborando al progetto divino. Contrastare liberamente questo progetto è il peccato.

C'è una relazione tra ciò che sperimentiamo come male e il peccato , ma peccato e male non sono mai totalmente identici.

Il progetto di salvezza della creazione si attuerà comunque e il male finirà !

Sap 1,12 Non provocate la morte con gli errori della vostra vita, non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani, 13 perché Dio non ha creato la morte e non gode per la rovina dei viventi. 14 Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza; le creature del mondo sono sane, in esse non c'è veleno di morte, né gli inferi regnano sulla terra, 15 perché la giustizia è immortale.

La comparsa del male nella trama della storia è dovuta all'agire umano che si oppone al progetto divino , ma la trama della storia nel suo complesso, secondo la riflessione sapienziale dell'AT, sfugge alla possibilità conoscitiva dell'uomo :

Qo 3,11 Egli ha fatto bella ogni cosa a suo tempo, ma egli ha messo la nozione dell'eternità nel loro cuore, senza però che gli uomini possano capire l'opera compiuta da Dio dal principio alla fine.

Nella riflessione biblica, il rapporto tra il peccato e il male-sofferenza-dolore che sperimentano tutti gli uomini sembra a volte diretto : il dolore avrebbe sempre il volto del peccato commesso .

In realtà c'è sempre stata contestazione a questa concezione retributiva diretta peccato/sofferenza come attesta il libro di Giobbe.

Il libro di Giobbe affronta il tema dell'azione del dolore nel rapporto del credente con Dio, il mondo, gli altri : quando il dolore colpisce l'uomo e questi lo attribuisce a Dio, come castigo, il volto di Dio diventa quello dell'ira e della crudeltà , una cosa insopportabile per il credente.

In altri testi non è direttamente Dio che punisce i peccatori ma sono attori personificati come i satana, lo sterminatore, etc.

Lungo la storia il dialogo fra l'uomo e Dio sul tema del male-dolore è permanente :

Sal 29:8 Nella tua bontà, o Signore, mi hai posto su un monte sicuro;
ma quando hai nascosto il tuo volto, io sono stato turbato.
Is 64:6 Nessuno invocava il tuo nome, nessuno si riscuoteva per stringersi a te;
perché tu avevi nascosto da noi il tuo volto, ci hai messo in balìa della nostra iniquità.
Sal 26:9 Non nascondermi il tuo volto, non respingere con ira il tuo servo.
Sei tu il mio aiuto, non lasciarmi, non abbandonarmi, Dio della mia salvezza.
Is 54:8 In un impeto di collera ti ho nascosto per un poco il mio volto;
ma con affetto perenne ho avuto pietà di te, dice il tuo redentore, il Signore.


Nella sensazione di abbandono prevale sempre la fede :

Is 8:17 Io ho fiducia nel Signore, che ha nascosto il volto alla casa di Giacobbe, e spero in lui.

e questa fu anche la fiducia di Gesù :

Mc 15:34 Alle tre Gesù gridò con voce forte: Eloì, Eloì, lemà sabactàni?, che significa: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?

Gesù pregava il salmo 21:

Salmo. Di Davide.
2 «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?
Tu sei lontano dalla mia salvezza»: sono le parole del mio lamento.
3 Dio mio, invoco di giorno e non rispondi, grido di notte e non trovo riposo.
4 Eppure tu abiti la santa dimora, tu, lode di Israele.
5 In te hanno sperato i nostri padri, hanno sperato e tu li hai liberati;
6 a te gridarono e furono salvati, sperando in te non rimasero delusi.

7 Ma io sono verme, non uomo, infamia degli uomini, rifiuto del mio popolo.
8 Mi scherniscono quelli che mi vedono, storcono le labbra, scuotono il capo:
9 «Si è affidato al Signore, lui lo scampi; lo liberi, se è suo amico».
10 Sei tu che mi hai tratto dal grembo, mi hai fatto riposare sul petto di mia madre.
11 Al mio nascere tu mi hai raccolto, dal grembo di mia madre sei tu il mio Dio.
12 Da me non stare lontano, poiché l'angoscia è vicina e nessuno mi aiuta.
13 Mi circondano tori numerosi, mi assediano tori di Basan.
14 Spalancano contro di me la loro bocca come leone che sbrana e ruggisce.
15 Come acqua sono versato, sono slogate tutte le mie ossa. Il mio cuore è come cera, si fonde in mezzo alle mie viscere.
16 È arido come un coccio il mio palato, la mia lingua si è incollata alla gola, su polvere di morte mi hai deposto.
17 Un branco di cani mi circonda, mi assedia una banda di malvagi;
hanno forato le mie mani e i miei piedi, 18 posso contare tutte le mie ossa.
Essi mi guardano, mi osservano: 19 si dividono le mie vesti, sul mio vestito gettano la sorte.
20 Ma tu, Signore, non stare lontano, mia forza, accorri in mio aiuto.
21 Scampami dalla spada, dalle unghie del cane la mia vita. 22 Salvami dalla bocca del leone e dalle corna dei bufali.
23 Annunzierò il tuo nome ai miei fratelli, ti loderò in mezzo all'assemblea.
24 Lodate il Signore, voi che lo temete gli dia gloria la stirpe di Giacobbe,
lo tema tutta la stirpe di Israele; 25 perché egli non ha disprezzato né sdegnato l'afflizione del misero,
non gli ha nascosto il suo volto, ma, al suo grido d'aiuto, lo ha esaudito.

26 Sei tu la mia lode nella grande assemblea, scioglierò i miei voti davanti ai suoi fedeli.
27 I poveri mangeranno e saranno saziati, loderanno il Signore quanti lo cercano: «Viva il loro cuore per sempre».
28 Ricorderanno e torneranno al Signore tutti i confini della terra, si prostreranno davanti a lui tutte le famiglie dei popoli. 29 Poiché il regno è del Signore, egli domina su tutte le nazioni. 30 A lui solo si prostreranno quanti dormono sotto terra, davanti a lui si curveranno quanti discendono nella polvere.
E io vivrò per lui, 31 lo servirà la mia discendenza. Si parlerà del Signore alla generazione che viene;
32 annunzieranno la sua giustizia; al popolo che nascerà diranno: «Ecco l'opera del Signore!».

Eb 5:7 nei giorni della sua vita terrena egli offrì preghiere e suppliche con forti grida e lacrime a colui che poteva liberarlo da morte e fu esaudito per la sua pietà;
At 2:31 Davide ...previde la risurrezione di Cristo e ne parlò: questi non fu abbandonato negli inferi, né la sua carne vide corruzione.


Dio non è impotente contro il male : nella storia Egli si rivela sempre vincitore/salvatore. In Gesù risorto Dio ha eliminato il male per sempre

CUCC 311 Gli angeli e gli uomini, creature intelligenti e libere, devono camminare verso il loro destino ultimo per una libera scelta e un amore di preferenza. Essi possono, quindi, deviare. In realtà, hanno peccato. E' così che nel mondo è entrato il male morale, incommensurabilmente più grave del male fisico. Dio non è in alcun modo, né direttamente né indirettamente, la causa del male morale [Cf Sant'Agostino, De libero arbitrio, 1, 1, 1: PL 32, 1221-1223; San Tommaso d'Aquino, Summa teologiae, I-II, 79, 1]. Però, rispettando la libertà della sua creatura, lo permette e, misteriosamente, sa trarne il bene: Infatti Dio onnipotente. . ., essendo supremamente buono, non permetterebbe mai che un qualsiasi male esistesse nelle sue opere, se non fosse sufficientemente potente e buono da trarre dal male stesso il bene [Sant'Agostino, Enchiridion de fide, spe et caritate, 11, 3].

Dio รจ potente e buono tanto da trarre dal male stesso il bene. Con questa certezza gli uomini devono vedere la storia , anche se non ne comprendono in ogni momento lo svolgersi.

Gesù e il maleA.Maggi, Come leggere il vangelo senza perdere la fede,Assisi 2004.

«Bene e male, vita e morte, tutto proviene dal Signore» (Sir 11,14) che definisce se stesso «creatore della sventura» (Is 45,7) e assicura che non «avviene nella città una disgrazia che non sia causata da Yahvé» (Am 3,6).

La credenza contenuta nell'Antico Testamento, che sia Dio l'autore delle sciagure che si abbattono sull'umanità, lascia all'uomo solo la possibilità di accettare rassegnato quel che il Signore gli manda, sperando che non calchi troppo la mano.

«Se da Dio accettiamo il bene, perché non dovremo accettare il male?» replica Giobbe alla moglie che lo rimprovera per aver benedetto il Signore per tutte le disgrazie piovutegli addosso: «Yahvé ha dato, Yahvé ha tolto, sia benedetto il nome di Yahvé» (Gb 1,21.2,10)

La convinzione che mali e malattie siano un castigo inviato da Dio per le colpe degli uomini è così radicata all'epoca di Gesù, che quando un ebreo incontra una persona con qualche grave menomazione benedice il Signore autore del meritato castigo: «Chi vede un mutilato, un cieco, un lebbroso, uno zoppo, dica "Benedetto il giudice giusto"» (Ber. 58b).

Ma se la malattia è sempre in relazione al peccato dell'uomo, come poteva spiegarsi la sofferenza dei bambini, indubbiamente innocenti?

Per i rabbini la soluzione era molto semplice: i piccoli sono il capro espiatorio delle colpe degli adulti, come insegnano Bibbia e Talmud che presentano un «Dio geloso che punisce la colpa dei padri nei figli fino alla terza e alla e ta generazione» (Es 20,5): «Quando in una gener sono dei giusti, i giusti sono puniti per i peccati di quelle nerazione. Se non vi sono giusti, allora i bambini soffra per il male dell'epoca» (Shab. 33b).

Frutto di questa mentalità è la domanda che i discepoli rivolgono a Gesù riguardo ad un uomo cieco dalla nascita: «Rabbi, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché egli nascesse cieco?» ( Gv 9). La cecità non veniva considerata un'infermità come le altre ma, impedendo lo studio della Legge, era ritenuta una maledizione divina, aggravata dall'anatema del re Davide che odiava i ciechi tanto da proibire loro di entrare nel tempio di Gerusalemme: «I ciechi e gli zoppi, sono odiati da Davide. Per questo dicono: "il cieco e lo zoppo non entreranno nel tempio"» (2 Sam 5,8).

Gesù risponde escludendo tassativamente qualunque relazione tra colpa e malattia («né lui ha peccato né i suoi genitori») e avverte i discepoli che proprio in quell'individuo, ritenuto peccatore dalla religione e emarginato dalla società (è mendicante), si manifesterà visibilmente l'opera di Dio.

Gv 9,3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è così perché si manifestassero in lui le opere di Dio. 4 Dobbiamo compiere le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può più operare. 5 Finché sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6 Detto questo sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7 e gli disse: «Va' a lavarti nella piscina di Sìloe (che significa Inviato)». Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva

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