Piccolo Corso Biblico

IL MALE



LA LEGGE DEL PECCATO
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Male come peccato Nella Lettera ai Romani Paolo affronta il tema del male come peccato :

Rm 7, 14 io sono carnale, venduto come schiavo del peccato.

L'uomo è libero perchè può scegliere come realizzare il proprio essere , come portarlo a compimento, a felicità definitiva.

In se stesso trova sia una Luce che viene dal Mondo Creatore sia una Visione tenebrosa della creazione ( la tenebra) che viene dal " serpente" , il "maligno o demoniaco".

Nella storia gli uomini fanno sia il bene che il male. L'uomo vuole il bene per sè e per gli altri ( in tutte le culture troviamo infatti espressioni della Legge Morale Naturale ) ma sperimenta una incapacità radicale a compierlo.

Compiere il male porta l'essere umano a diventarne schiavo. Questa schiavitù lo aliena, lo rende estraneo a se stesso, al suo essere .Rm 7, 15Non riesco a capire ciò che faccio: infatti io faccio non quello che voglio [ il bene ], ma quello che detesto [ il male ] .

L'uomo -che vive nel peccato- perde la coscienza // conoscenza di sè , la verità del suo essere destinato dal progetto divino a giungere a perfezione come Uomo. Gli uomini tutti, infatti, sono peccatori, sbagliano obiettivo e diventano disumani, si decreano a non-uomini.

La storia che è  azione/creazione fatta insieme da Dio e dall'uomo infatti , non è tutta orientata al progetto divino, l'Uomo definitivo .

La storia è tribolata , segnata dalla sofferenza e dalla morte e la morte governa gli uomini, li tiene nella paura di fallire il loro essere , si manifesta loro come destinazione definitiva, ineluttabile.

16 Ora, se faccio quello che non voglio, ... [ significa che ] non sono più io a farlo, ma il peccato che abita in me.
L'uomo PERCEPISCE di essere " abitato" dal peccato, cioè da un orientamento al male che - nonostante il suo libero arbitrio- lo costringe peccare ( "legge" è qulcosa che si impone ) . 18 Io so infatti che in me, cioè nella mia carne, non abita il bene: in me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; 19 infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio.

La Legge Morale Naturale e la Legge del PeccatoOgni essere creato, angelo, uomo, animale, pianta, minerale ha una sua propria legge di natura, seguendo la quale realizza il proprio essere alla perfezione : una legge morale naturale ( che che lo orienta ad evitare il male e fare il bene ).

Gli esseri dotati di libero arbitrio, cioè di coscienza, autocoscienza , intelletto ragione e volontà ( come uomini e "angeli" ) possono deviare da questa legge della propria natura e cercare la propria realizzazione o perfezione/compimento secondo modalità contrarie ad essa.
Il male è mancanza di perfezione nella propria natura. E' qualcosa che manca all'essere umano per viversi come essere compiuto, integrale, perfetto, felice. E' mancanza, è non-pienezza, è "carenza di bene" .Perchè l'uomo pecca? Rm 7,21 Dunque io trovo in me questa legge: quando voglio fare il bene, il male è accanto a me.

Insieme alla propria Legge Morale Naturale che lo "costringe" al bene sperimenta percepisce in sè una Legge del peccato che lo "costringe" al male. 22Infatti nel mio intimo [ coscienza ] acconsento alla legge di Dio,
23ma
nelle mie membra vedo un'altra legge,

"nelle mie membra : nella natura umana che è ricapitolazione della creazione agisce la Legge del Peccato.

che
combatte contro la legge della mia ragione e mi rende schiavo della legge del peccato, che è nelle mie membra.

La Legge Morale Naturale, la Legge della Ragione, che risiede nella coscienza/spirito dell'uomo, subisce uno scacco dalla Legge del Peccato che risiede nella "natura " umana , il cui segno visibile è il corpo.

Secondo Paolo la tenebra che invade la coscienza e dà scacco alla ragione, viene dalla"natura/corporeità "umana.

La corporeità umana ( " carne" nel linguaggio ebraico) agisce contro lo spirito e a volte lo vince.( anche nell'Uomo la carne agisce contro lo Spirito )

Il colpevole non è la Legge naturale , sia essa Legge di ragione o Legge rivelata ( mosaica ) ma la Legge del peccato che abita nella natura umana.

Molti teologi infatti definiscono il demoniaco, il maligno come " il pre-umano", qualcosa che ci portiamo dentro ,  un residuo del processo evolutivo terrestre che appartiene al mondo animale, pre-umano. 

Compiersi come UOMINI significa proprio far trasformare queste forze tenebrose dalla LUCE - Gesù.
Compiendo il male l'uomo ne diventa schiavo e sperimenta una difficoltà insuperabile a realizzarsi nel bene.

24 Io dunque, con la mia ragione, servo la legge di Dio, con la mia carne invece la legge del peccato.

Il peccato - nella visione di Paolo- si manifesta come una specie di "legge naturale immorale" che si oppone alla retta coscienza morale della persona e in definitiva al suo stesso bene.

legge - in questo testo di Paolo -ha senso di qualcosa di costrittivo al quale non è possibile ribellarsi pienamente . Da qui il grido :

24 Me infelice! Chi mi libererà da questo corpo di morte ?...

Se la Legge del Peccato risiede nella natura/carne/corporeità umana, la salvezza sta nella liberazione da questa natura/corporeità in cui alligna il demoniaco e che porta l'uomo al fallimento definitivo dell'essere ( la morte )

Paolo scopre il peccato ma anche la salvezza operata da Gesù :

25 Siano rese grazie a Dio per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore!

Gesù, donando il suo Spirito, realizza la comunione di Spirito degli uomini (che lo accolgono), con Lui, con il Padre e fra loro.

Lo Spirito divino nell'uomo lo rende Uomo , dell'ordine di Gesù. L'Uomo è Nuovo ha ora una Nuova Natura che partecipa di quella divina di Gesù ed ha perciò una Nuova Legge Naturale, quella dello Spirito.

La Legge dello Spirito agisce nell'uomo che lo accoglie come una Nuova Legge Naturale che supera sia la Legge di Ragione che la Legge della carne o Legge del Peccato!
Rm 8,Ora, dunque, non c'è nessuna condanna per quelli che sono in Cristo Gesù.

Coloro che sono in comunione in Gesù non subiscono più lo scacco della Legge del Peccato, perciò nulla più in loro li costringe/condanna al fallimento/morte.

2Perché la
legge dello Spirito, che dà Vita in Cristo Gesù,
[ la Vita che compie l'Uomo e che supera la morte]
ti ha liberato dalla legge del peccato e della morte.
3 Infatti
ciò che era impossibile alla Legge
[ mosaica, ovvero alla Legge Morale Naturale, o Legge di Ragione, cioè vincere la Legge del peccato, in quanto ..]
resa impotente a causa della carne,
[a causa della stessa natura umana la Legge (di Ragione, Morale Naturale, mosaica ) si rivela nella storia impotente a vincere il peccato ]
Dio lo ha reso possibile
[ che fosse vinta la Legge del Peccato , infondendo negli uomini lo Spirito divino "sprigionato" dalla morte di Gesù .]

L'argomentazione rabbinica di Paolo sono le Parole che disvelano il significato dei Fatti salvifici operati da Gesù. Questi Fatti insieme con le Parole di Paolo frutto della sua contemplazione/riflessione nell'ambito della chiesa apostolica, costituiscono Rivelazione divina.

L'Uomo Nuovo ha come Legge Naturale la Legge dello Spirito :

Gal 5, 16 Vi dico dunque: camminate secondo lo Spirito e non sarete portati a soddisfare i desideri della carne; 17 la carne infatti ha desideri contrari allo Spirito e lo Spirito ha desideri contrari alla carne; queste cose si oppongono a vicenda, sicché voi non fate quello che vorreste. 1

8
Ma se vi lasciate guidare dallo Spirito, non siete più sotto la legge.

19 Del resto
le opere della carne sono ben note: fornicazione, impurità, libertinaggio, 20 idolatria, stregonerie, inimicizie, discordia, gelosia, dissensi, divisioni, fazioni, 21 invidie, ubriachezze, orge e cose del genere; circa queste cose vi preavviso, come già ho detto, che chi le compie non erediterà il regno di Dio.

22
Il frutto dello Spirito invece è amore, gioia, pace, pazienza, benevolenza, bontà, fedeltà, mitezza, dominio di sé; 23 contro queste cose non c'è legge.
[ che le proibisca o

24 Ora
quelli che sono di Cristo Gesù hanno crocifisso la loro carne con le sue passioni e i suoi desideri.
25 Se pertanto viviamo dello Spirito, camminiamo anche secondo lo Spirito. 2

Rm 6,12 Non regni più dunque il peccato nel vostro corpo mortale, sì da sottomettervi ai suoi desideri; 13 non offrite le vostre membra come strumenti di ingiustizia al peccato, ma offrite voi stessi a Dio come vivi tornati dai morti e le vostre membra come strumenti di giustizia per Dio.

14
Il peccato infatti non dominerà più su di voi poiché non siete più sotto la legge, ma sotto la grazia.

L'uomo nella storia si rivela sostanzialmente un fallito, costitutivamente incapace di realizzare la pienezza del suo essere nonostante sia dotato di intelletto, ragione e volontà, cioè di uno spirito libero.
Solo l'azione salvifica divina operata da Gesù con il suo Spirito si è rivelata efficace per liberare l'essere umano da questa condizione. La sperimentano i cristiani nella comunità dello Spirito/ Carità. La concupiscenza :
fomite del peccato,
il maligno.
In che cosa consiste la Legge del Peccato che dimora nella carne, nella natura umana ?

Nella teologia spirituale spesso si identifica l 'impulso al peccato come " fomite ". Il termine indica letteralmente la scintilla primaria che accende un fuoco (latino fomes) ed indica la causa primaria, la ragione primaria, lo stimolo primario, la causa scatenante, la radice, etc.; in campo medico indica la fonte di un contagio.

Rm 7,7 io non ho conosciuto il peccato se non mediante la Legge
( mosaica che è parte della Legge Morale Naturale che mi indica il bene ma si rivela incapace di costringermi a compierlo) .
Infatti
non avrei conosciuto la concupiscenza, se la Legge non avesse detto: Non desiderare

La Legge mosaica/morale naturale dice di non desiderare (i beni altrui comprese le mogli ) ma si rivela incapace di impedire all'uomo di farlo

Gen 3,6 Allora la donna vide che l'albero era buono da mangiare, gradito agli occhi e desiderabile per acquistare saggezza; prese del suo frutto e ne mangiò, poi ne diede anche al marito, che era con lei, e anch'egli ne mangiò.

La donna vide che il frutto -proibito da Dio- era desiderabilegradito agli occhi. Il maligno suggestiona la mente umana esaltando i suoi desideri naturali ed estendendoli con visioni distorte della creazione : l'uomo vede il male come qualcosa di desiderabile gradito agli occhibuono da mangiare; questa è la concupiscenza .

Gn 2,16 Il Signore Dio diede questo comando all'uomo: «Tu potrai mangiare di tutti gli alberi del giardino, 17 ma dell'albero della conoscenza del bene e del male non devi mangiare, perché, quando tu ne mangiassi, certamente moriresti».

Il desiderio naturale dell'uomo di benessere e felicità , suggestionato e smodata mente ampliato dall'azione potente del serpente diventa concupiscenza .

L'uomo dice : " Non è più Dio a darmi il benessere, la felicità definitiva, ma ciò che io vedo con il mio desiderio smodato."

La concupiscenza , il desiderio smodato di trarre benessere da tutte le cose del mondo, accettata come modalità di vita, è contraria alla legge divina, alla legge morale naturale  separa l'uomo da Dio come suo alleato; è rottura dell'alleanza con Dio ed è alleanza con il maligno, è il peccato.
La concupiscenza spinge l'uomo a fare l'esperienza del bene e del male come fonte di benessere . E le conseguenze sono tragiche.Gn 3,22Poi il Signore Dio disse: «Ecco, l'uomo è diventato come uno di noi quanto alla conoscenza del bene e del male. Che ora egli non stenda la mano e non prenda anche dell'albero della vita, ne mangi e viva per sempre!». 23Il Signore Dio lo scacciò dal giardino di Eden, perché lavorasse il suolo da cui era stato tratto. 24Scacciò l'uomo e pose a oriente del giardino di Eden i cherubini e la fiamma della spada guizzante, per custodire la via all'albero della vita.

Nella storia l'uomo si rivela come un essere razionale ... dominato da fomiti.

Il desiderio naturale di benessere e felicità  si rivela suggestionato in modo deviante e smodatamente ampliato da una forza interiore che muove all'azione , un fomite, in termini biblici uno spirito maligno .

La tradizione cristiana chiama questo fomite : concupiscenza,  una modalità irrazionale e smodata di trarre benessere dalle cose del mondo , dalla creazione , dal proprio essere .

E' una declinazione deviata e  irrefrenata del naturale desiderio di benessere; come un fomite maligno che porta l'uomo a farsi del male e farlo agli altri .

Quando questo fomite viene consapevolmente assecondato, diventa peccato ; l'uomo devia dal compimento del proprio essere .

La coscienza razionale non è padrona di tutto l'essere : i fomiti si manifestano universalmente nella storia come peccati.

E il peccato come modalità di vita corrompe l'essere , e la corruzione degrada l'essere nell'incompiutezza.
Gc 1, 13Nessuno, quando è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»;
perché Dio non può essere tentato al male ed egli non tenta nessuno.
14Ciascuno piuttosto è tentato dalle proprie passioni, che lo attraggono e lo seducono; 15
poi le passioni concepiscono e generano il peccato, e il peccato, una volta commesso, produce la morte.

La concupiscenza spinge l'uomo a vedere come " buone" anche le cose che la ragione, la Legge morale naturale , vede come cattive ed a " coglierle", a goderne.

In questo modo l'uomo acquisisce la conoscenza-esperienza del male come soddisfacimento che placa un fomite interiore .
Accettata e assecondata come modalità di vita la concupiscenza corrompe la coscienza , produce la corruzione dell'essere che impedisce il suo compimento nella perfezione , conduce alla morte ( = privazione del frutto dell' "albero della Vita ", della Vita dello Spirito che supera la morte ) .Il fomite della concupiscenza nell'uomo viene descritto nella tradizione della chiesa con l'elenco dei 7 vizi capitali :

I vizi capitali- superbia (desiderio sfrenato di arbitrio rispetto a regole sociali, leggi, bene comune)
- avarizia ( incapacità della gioia di donare )
- lussuria (desiderio non-frenato del piacere sessuale fine a sé stesso)
- invidia (tristezza e rabbia per il bene altrui, percepito come male proprio);
- gola ( ingordigia, esagerazione sfrenata nei piaceri della tavola, e non solo)
- ira (sfrenato desiderio di vendicare un torto subito)
accidia ( tiepidezza e inerzia morale).


I fomiti della concupiscenza [G.Vannucci-Filocalia II. Introduzione.Libreria Editrice Fiorentina.]

Sono .. forze che vogliono impossessarsi dell'uomo per distruggerlo. .. impedimenti che ritardano l'apparizione dell'uomo nuovo (= perfetto, compiuto) ,.. l'esercito nemico, che è in noi ( così ) come ( lo è ) il Regno di Dio, ... ( un esercito ) costituito

- dalle forze animiche: l'illusione , l'ignoranza , l'avidità ;
[ L'illusione di essere giunti alla santità è causata dall'azione del demoniaco su una parte del cervello in cui eccita la vanagloria con immagini di beatitudine ; l'ignoranza è la non presenza nella coscienza di ciò che è bene , cioè della sapienza illuminata che sollecita le sante passioni; l'avidità è multiforme :]

- dalle forze corporee: avidità della forma concreta corporea; avidità del mangiare e del bere, desiderio di rimanere chiusi nella propria incoscienza, bramosia di spegnere la vita;

- dalle forze del corpo passionale: avidità del possesso, del godimento, avidità di imporsi agli altri;

- dalle forze della mente concreta; avidità di conoscere ciò che accresce la potenza personale, avidità del plauso dei propri simili, avidità di essere amato.

- dalla quattro avidità della mente astratta: l'avidità di permanere nell'esistenza, come individuo e come gruppo, l'avidità di essere onorato o gratificato, come si direbbe oggi, l'avidità di essere eletto, prescelto compimento di grandi o piccole missioni, l'avidità di essere ricordato dai posteri.
Queste quattordici avidità stendono un fitto velo di ignoranza sullo spirito .Ospitiamo in noi delle bestie selvagge " (S. Antonio abate ).

Per questo nelle comunità cristiane si è sempre praticato il digiuno ( che è l'opposto della avidità ) .
Il digiuno cristiano è l'astensione dalla avidità multiforme la lotta al fomite di peccato. 1Gv 2,16 perché tutto quello che è nel mondo
-
la concupiscenza della carne,
[ desideri smodati che riducono l'autorealizzazione dell''uomo alla sua creaturalità , la chiudono alla offerta divina di compimento nello Spirito di Gesù]
-
la concupiscenza degli occhi
[desideri smodati rivolti al prossimo : possesso, sfruttamento, sopraffazione, etc.]
- e
la superbia della vita
[ desideri smodati di potere che sembra rendere l'uomo autosufficiente , autorealizzato]
non viene dal Padre,
[ non viene dalla Sua creazione ]
ma
viene dal mondo.
[ così come la storia lo ha configurato . ]

Ma ecco che ...

1Gv 2,17
E il mondo passa con la sua concupiscenza;

al contrario ...

ma
chi fa la volontà di Dio
cioè agisce in favore del compimento dell'uomo secono il progetto di Dio ed il programma di Gesù
rimane in eterno!

1Tm 6,10 L'avidità del denaro infatti è la radice di tutti i mali; presi da questo desiderio,
[ desiderio di un potere che può colmare tutti gli altri desideri ]
alcuni hanno
deviato dalla fede
[ ha perso la comunione di Spirito con il Padre, con Gesù e con i fratelli ]
e si sono procurati molti tormenti.
[ il peccato , perdita dello Spirito è causa di sofferenza e tribolazione nella storia ]

L'uomo non accetta limiti al desiderio : sperimenta la libertà, un potere di cui, a priori, non vede limite .

Il limite poi lo incontra nella vita pratica e allora si organizza per superarlo.
Tutta la storia è tentativo di eliminare le religioni per instaurare un umanesimo del desiderio-libertà : rinascimento, forme esplicite come la Massoneria e forme organizzate come Fascismo, Nazismo, Comunismo, Laicismo, Edonismo-consumismo, individualismo -liberismo, sessualità come affermazione di sè, etc.

CUCC 

 377 Il “dominio” del mondo che Dio, fin dagli inizi, aveva concesso all'uomo, si realizzava innanzi tutto nell'uomo stesso come padronanza di sé. L'uomo era integro e ordinato in tutto il suo essere, perché libero dalla triplice concupiscenza [Cf 1Gv 2,16 ] che lo rende schiavo dei piaceri dei sensi, della cupidigia dei beni terreni e dell'affermazione di sé , contro gli imperativi della ragione.

 400 L'armonia nella quale essi erano posti, grazie alla giustizia originale, è distrutta; la padronanza delle facoltà spirituali dell'anima sul corpo è infranta; [Cf Gen 3,7 ] l'unione dell'uomo e della donna è sottoposta a tensioni; [Cf Gen 3,11-13 ] i loro rapporti saranno segnati dalla concupiscenza e dalla tendenza all'asservimento [Cf Gen 3,16 ]. L'armonia con la creazione è spezzata: la creazione visibile è diventata aliena e ostile all'uomo [Cf Gen 3,17; Gen 3,19 ].


A causa dell'uomo, la creazione è “sottomessa alla caducità” ( Rm 8,20 ). Infine, la conseguenza esplicitamente annunziata nell'ipotesi della disobbedienza [Cf Gen 2,17 ] si realizzerà: l'uomo tornerà in polvere, quella polvere dalla quale è stato tratto [Cf Gen 3,19 ].

La morte entra nella storia dell'umanità [Cf Rm 5,12 ].

 401 Dopo questo primo peccato, il mondo è inondato da una vera “invasione” del peccato. 

1869 Così il peccato rende gli uomini complici gli uni degli altri e fa regnare tra di loro la concupiscenza, la violenza e l'ingiustizia.


405 Il peccato originale, sebbene proprio a ciascuno, [Cf ibid., 1513] in nessun discendente di Adamo ha un carattere di colpa personale. Consiste nella privazione della santità e della giustizia originali, ma

la natura umana non è interamente corrotta: è ferita nelle sue proprie forze naturali, sottoposta all'ignoranza, alla sofferenza e al potere della morte, e inclinata al peccato (questa inclinazione al male è chiamata “concupiscenza”).

Il Battesimo, donando la vita della grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l'uomo verso Dio; le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male ( le conseguenze , non la colpa, che viene cancellata n.d.r.) rimangono nell'uomo e lo provocano al combattimento spirituale.

978 La grazia del Battesimo, peraltro, non libera la nostra natura dalla sua debolezza, anzi non vi è quasi nessuno che non debba lottare «contro la concupiscenza, fomite continuo del peccato»

 1264 Rimangono .. nel battezzato alcune conseguenze temporali del peccato, quali le sofferenze, la malattia, la morte, o le fragilità inerenti alla vita come le debolezze del carattere, ecc., e anche una inclinazione al peccato che la Tradizione chiama la concupiscenza, o, metaforicamente, “l'incentivo del peccato” (fomes peccati”):

“Essendo questa ( concupiscenza) lasciata (da Dio ) per la prova, non può nuocere a quelli che non vi acconsentono e che le si oppongono virilmente con la grazia di Gesù Cristo. Anzi, non riceve la corona se non chi ha lottato secondo le regole ( 2Tm 2,5 )” [Concilio di Trento: ibid., 1515].

 1426 La conversione a Cristo, la nuova nascita dal Battesimo, il dono dello Spirito Santo, il Corpo e il Sangue di Cristo ricevuti in nutrimento, ci hanno resi “santi e immacolati al suo cospetto” ( Ef 1,4 ), come la Chiesa stessa, sposa di Cristo, è “santa e immacolata” ( Ef 5,27 ) davanti a lui.

Tuttavia, la vita nuova ricevuta nell'iniziazione cristiana non ha soppresso la fragilità e la debolezza della natura umana, né l'inclinazione al peccato che la tradizione chiama concupiscenza, la quale rimane nei battezzati perché sostengano le loro prove nel combattimento della vita cristiana, aiutati dalla grazia di Cristo [Cf Concilio di Trento: Denz. -Schönm., 1515]. Si tratta del combattimento della conversione in vista della santità e della vita eterna alla quale il Signore non cessa di chiamarci [Cf ibid., 1545; Conc. Ecum. Vat. II, Lumen gentium, 40].


La concupiscenza verrebbe lasciata dallo Spirito ( che cancella il peccato "originale - originato " , nel battesimo cristiano), nell' Uomo Nuovo, come fosse uno strumento nelle mani di Dio per mettere il cristiano alla " prova" e contro la quale è indispensabile lottare.

Tutto ciò fa a pugni con il Padre Nostro di Gesù//la fede apostolica :" Non condurci nella prova // ovvero : non abbandonarci alla prova ( Padre Nostro, CEI 2008)


La concupiscenza del Paradiso( Walter Schmithals-Introduzione alle lettera ai romani-1990-2008)

".. Suggestionato dal maligno per mezzo della Legge , l'uomo viene indotto alla concupiscenza della vita immortale di Dio : vede la possibilità di ottenere, cogliere la vita eterna di Dio meritandola con l'osservanza della legge ed elabora una interpretazione legalistica dell'alleanza : " se Dio ha promesso la salvezza chiedendo l'osservanza delle sue leggi, io osservo le leggi e Lui è obbligato - dalla sua stessa legge-a darmi la salvezza"  .

In questo modo l'uomo toglie la sua fiducia nel potere divino, nel suo amore alleato dell'umanità , per riporla nella propria osservanza, nella propria giustizia , nella propria capacità  di meritarla come una retribuzione. Per porla cioè nel nulla.

Adora la creatura invece del Creatore.


La ricerca del merito religioso è il peccato che viene dalla concupiscenza, la radice di tutti i peccati. Adamo rappresenta per Paolo l'esempio di ciò che è l'uomo , che proprio in quanto tale vive nella tentazione di ottenere per sè una vita divina.

Ma si tratta anche di una tentazione di morte : la creatura infatti ha la vita soltanto in quanto si riconosce come creatura . La legge divina vuole mantenere l'uomo nel devoto riconoscimento della sua condizione di creatura. Ma l'uomo abbandona la strada della vita quando , per esempio, essendo un ebreo osservante , cerca di innalzare di fronte a Dio la sua propria giustizia di osservante, vantandosi di aver adempiuto i comandamenti. .."


La vittoria sulla concupiscenza
2Pt1,3 La sua potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e ha la pietà mediante la conoscenza di colui che ci ha chiamati con la propria gloria e virtù. 4 Attraverso queste ci sono state elargite le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi
diventaste partecipi della natura divina dopo essere sfuggiti alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza.

Il dono salvifico di Gesù , lo Spirito Divino infuso nella natura umana attraverso la Parola ed i sacramenti della Chiesa , dona alla libertà umana la capacità soprannaturale di Gesù di vivere da vincitori della "concupiscenza" e camminare/crescere fino alla perfezione definitiva nella Vita che supera la morte.

Per mezzo della partecipazione a Gesù , alla sua Vita che supera la morte, il credente è sfuggito alla corruzione che porta alla morte ( = separazione definitiva dalla Vita) , alla corruzione che è nel mondo a causa della concupiscenza , cioè al vizio multiforme.

Il cristiano è un uomo potenziato dallo Spirito di Gesù, è un essere nuovo, orientato da una legge morale naturale nuova che è lo Spirito ( = ciò che lo ispira, che lo muove all'azione ) che condivide con Gesù , lo Spirito di Dio stesso .

Libertà e peccatoSenza libertà non c'è liberazione dell'energia , libera-azione dello Spirito. Tutto ciò che toglie la libertà allo Spirito è peccato.

Tutto ciò che dà dipendenza (come alcohol droghe tabacco sesso gioco etc.) abitudini comprese, tolgono la libertà allo Spirito. Senza libertà non c'è libera-azione Questo è il Nuovo Senso del peccato.
Vittime del peccato ... Tutti cerchiamo di essere felici, tutti vogliamo sorpassare i limiti della nostra condizione umana, tutti vorremmo riempire il nostro desiderio, le tante carenze del nostro essere . Tutti sappiamo anche comprendere che la felicità non è neppure pensabile se non troviamo la risposta alla domanda di base : perchè tutti pecchiamo?

Gesù in croce è l'icona della vittima del peccato , il peccato è mettere in croce l'uomo : le vittime delle malattie, le vittime delle guerre, le vittime del terrore, dei terroristi, le vittime delle dittature etc. sono tutte vittime del peccato .

Ma la grande vittima del peccato, la prima, la più importante è Dio stesso: l’odio contro Dio, il rifiuto di Dio. Dio è la prima vittima del peccato.

Il peccato non è una frattura con Dio, il peccato è una rottura prima di tutto con sé stessi ( Adamo ed Eva ) , una autodistruzione e quando si rompe con se stessi subentra anche una rottura con l'altro ( Caino e Abele) e poi con la società, fino ad una rottura generale , universale ( la Babele ) .

Dio non c'entra con il peccato. L'icona, la misura per il peccato è l'uomo e Gesù crocifisso lo rivela. Il peccato è tutto quello che disumanizza le persone. Quando manca il rispetto ( di sè e dll'altro ), la tolleranza, la stima, la valutazione, la vicinanza, lo sguardo, la bontà…. questo è il peccato!

Il peccato non è allontanarsi da Dio , rompere con Dio, ma è allontanarsi da sé stessi e allontanarsi dagli altri ; il peccato è un pessimo rapporto con sé stessi o con gli altri .

Non è chiedersi "come è il mio rapporto con Dio" che individua il peccato ma : " com’è il mio rapporto con gli altri" .

[ cf.: Josè M. CASTILLO, Vittime del peccato, La cittadella- Assisi. ]
Il 17 febbraio 2002, all' Angelus, papa Giovanni Paolo II ha detto:

“Ogni uomo, oltre che dalla propria concupiscenza e dal cattivo esempio degli altri, è tentato anche dal demonio e lo è ancor più quando meno se ne avvede”.



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