Piccolo Corso Biblico

STORIA DELLA SALVEZZA

L'esilio babilonese
. La riflessione


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L'esilio babilonese
Babilonia Israele potrebbe essere il popolo più felice della terra ma c'è sempre qualcosa che lo separa dalla comunione con Dio.

Dio è il re ed esige che nel suo Regno si viva in modo veramente umano, con giustizia, amando cioè in ogni comportamento Dio e il prossimo.

Ma non sempre e non tutto il popolo ha accolto queste esigenze, impedendo così a Dio di dare al popolo tutta compimento alla sua opera.

Ger 11,3 Dirai loro: Dice il Signore Dio di Israele: Maledetto l'uomo che non ascolta le parole di questa alleanza,4 che io imposi ai vostri padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto, dal crogiuolo di ferro, dicendo: Ascoltate la mia voce ed eseguite quanto vi ho comandato; allora voi sarete il mio popolo e io sarò il vostro Dio,5 così che io possa mantenere il giuramento fatto ai vostri padri di dare loro una terra dove scorrono latte e miele, come oggi possedete».

Il comportamento umano che rifiuta di collaborare con Dio puo' ostacolare Dio fino ad impedirgli di continuare le sua opera, di compiere i suoi impegni :

De 28,15 Ma se non obbedirai alla voce del Signore tuo Dio, se non cercherai di eseguire tutti i suoi comandi e tutte le sue leggi che oggi io ti prescrivo, verranno su di te e ti raggiungeranno tutte queste maledizioni:16 sarai maledetto nella città e maledetto nella campagna.17 Maledette ...58 Se non cercherai di eseguire tutte le parole di questa legge, scritte in questo libro, avendo timore di questo nome glorioso e terribile del Signore tuo Dio,59 allora il Signore colpirà te e i tuoi discendenti con flagelli prodigiosi: flagelli grandi e duraturi, malattie maligne e ostinate.60 Farà tornare su di te le infermità dell'Egitto, delle quali tu avevi paura, e si attaccheranno a te. 

C'è una maledizione divina che  minaccia  il Regno di Israele. Chi attira questa maledizione? Il regno e' minacciato dalla azione di coloro che si oppongono al progetto ed alla azione divina.
C'è l'idolatria

De 27,15 Maledetto l'uomo che fa un'immagine scolpita o di metallo fuso, abominio per il Signore, lavoro di mano d'artefice, e la pone in luogo occulto! Tutto il popolo risponderà e dirà: Amen. 16 Maledetto chi ...19 Maledetto sarai quando entri e maledetto quando esci.

Ci sono i nemici di Israele che lo attaccano, gli muovono guerra

Sal 83,3Vedi: i tuoi avversari fremono e i tuoi nemici alzano la testa.4Contro il tuo popolo ordiscono trame e congiurano contro i tuoi protetti.5Hanno detto: «Venite, cancelliamoli come popolo  e più non si ricordi il nome di Israele».

C'è il peccato , il male che compiono gli empi .

Sal 139,19Se Dio sopprimesse i peccatori! cf  Sal 119,115 Sal 31,18-siano confusi gli empi, tacciano negli inferi. Sir 12,6-Anche l'Altissimo detesta chi lo rifiuta, e ai cattivi darà quel che si meritano.  

C'è la morte che separa la persona da Dio e dalle sue benedizioni, dai suoi prodigi, dalla felicità che viene da Lui

[secondo la mentalità di quel tempo i defunti dimoravano in una dimensione umbratile e larvale: ade, inferi, sheol.]

Sal 6,66Nessuno tra i morti ti ricorda.Chi negli inferi canta le tue lodi   finche' Dio non avra' eliminato per sempre i nemici, il male e la morte non ci sara' felicita' definitiva Sal81, Hai gridato a me nell`angoscia e io ti ho liberato,avvolto nella nube ti ho dato risposta,ti ho messo alla prova alle acque di Meriba.9Ascolta, popolo mio, ti voglio ammonire;Israele, se tu mi ascoltassi!10Non ci sia in mezzo a te un altro Dio e non prostrarti a un Dio straniero. 11Sono io il Signore tuo Dio,che ti ho fatto uscire dal paese d`Egitto;apri la tua bocca, la voglio riempire.12Ma il mio popolo non ha ascoltato la mia voce,Israele non mi ha obbedito.13L`ho abbandonato alla durezza del suo cuore,che seguisse il proprio consiglio. 14Se il mio popolo mi ascoltasse,se Israele camminasse per le mie vie!15Subito piegherei i suoi nemici e contro i suoi avversari porterei la mia mano.16I nemici del Signore gli sarebbero sottomessi e la loro sorte sarebbe segnata per sempre;17li nutrirei con fiore di frumento,li sazierei con miele di roccia».

Il popolo ha abbandonato Dio cercando di avere felicità attraverso il male ; ha rotto la sua relazione con Lui e Dio non può più favorirlo, salvarlo, dargli le sue benedizioni. I sraele si ritrova popolo tra i popoli ed essendo il più piccolo viene vinto dal più forte.  La Terra viene occupata, il Tempio distrutto, il popolo viene deportato a Babilonia.  E' l'Esilio.  A Babilonia bambini e vecchi sono massacrati per le strade, uomini e donne sono fatti schiavi.

Ger 7,23... questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici. 24Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l`ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle, 25da quando i loro padri uscirono dal paese d`Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; 26 eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro padri. 

Dio vuole a tutti i costi portare Israele ad una vita definitivamente felice: il Suo Regno. Lo esorta ad avere fiducia il Lui, lo e stimola a seguire le sue istruzioni. Il popolo non risponde con un comportamento perfetto, pecca: lo contrasta.

Dio non ritira mai totalmente il suo favore: manda i suoi profeti ad avvisare il popolo, perdona e castiga ( secondo una teologia di quei tempi) , ma continua la sua azione salvifica. Il popolo nella sua maggioranza giunge a contrastare l'azione di Dio fino al punto di bloccare la sua azione salvifica che costruisce il Regno di Pace: uccide i profeti.

Israele di fatto rifiuta Dio ed Egli non puo' piu' salvarlo.
Dio ha edificato il mondo in modo tale che l'uomo o sta insieme a Dio o diventa preda del Maligno. Non esiste un territorio neutro!

Ger 7,25 da quando i loro padri uscirono dal paese d'Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; 26 eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro padri. 27 Tu dirai loro tutte queste cose, ma essi non ti ascolteranno; li chiamerai, ma non ti risponderanno. 28 Allora dirai loro: Questo è il popolo che non ascolta la voce del Signore suo Dio né accetta la correzione.

La fedeltà è sparita, è stata bandita dalla loro bocca.

Ger 11,7 Poiché io ho più volte scongiurato i vostri padri quando li feci uscire dal paese d'Egitto e fino ad oggi, ammonendoli premurosamente ogni giorno: Ascoltate la mia voce! 8 Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; ognuno seguì la caparbietà del suo cuore malvagio. Perciò ho attuato nei loro riguardi tutte le parole di questa alleanza che avevo ordinato loro di osservare e non osservarono». Ger 44,4 Eppure, io vi avevo premurosamente inviato tutti i miei servi, i profeti, con l'incarico di dirvi: Non fate questa cosa abominevole che io ho in oDio! 5 Ma essi non mi ascoltarono e non prestarono orecchio in modo da abbandonare la loro iniquità cessando dall'offrire incenso ad altri dèi.

c'è un ritornello nelle parole di Dio dette al profeta:

Ger 7,24 Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l'ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle, 

e' l'ingiustizia: non cercare la felicità che viene da Dio ma cercare la felicità che viene da altri dèi, ( le cose, i desideri umani ) e servirli. 
Am5, 21Io detesto, respingo le vostre feste e non gradisco le vostre riunioni; 22anche se voi mi offrite olocausti,io non gradisco i vostri doni e le vittime grasse come pacificazione io non le guardo.23Lontano da me il Frastuono dei tuoi canti:il suono delle tue arpe non posso sentirlo! 24P iuttosto scorra come acqua il diritto e la giustizia come un torrente perenne.

Il peccato: NON AMARE Dio = non accogliere la felicità da Lui, non fidarsi di Lui, del suo progetto, chiederla ad altri dèi, ai re, ai potenti, ai ricchi, al denaro, al potere, alla fama, al successo,  alle cose del mondo.. e NON AMARE IL PROSSIMO = cercare la felicità come soddisfazione di sè ad ogni costo, per il proprio vantaggio fare infelici gli altri o rifiutarsi di far felici gli altri, che Dio vuole invece portare a felicità. A causa del peccato, della infedelta' al progetto di Dio le promesse fatte ad  Abramo  si concludono con il ritorno dei suoi discendenti a Babilonia e in una situazione peggiore di quella in cui si trovava Abramo alla partenza!

Ger 7,23... questo comandai loro: Ascoltate la mia voce! Allora io sarò il vostro Dio e voi sarete il mio popolo; e  camminate sempre sulla strada che vi prescriverò, perché siate felici.  24Ma essi non ascoltarono né prestarono orecchio; anzi procedettero secondo l`ostinazione del loro cuore malvagio e invece di voltarmi la faccia mi han voltato le spalle,  25da quando i loro padri uscirono dal paese d`Egitto fino ad oggi. Io inviai a voi tutti i miei servitori, i profeti, con premura e sempre; 26eppure essi non li ascoltarono e non prestarono orecchio. Resero dura la loro nuca, divennero peggiori dei loro padri.  

In sintesi

1-Israele si era adagiato nel benessere e pensava di non aver più bisogno di Dio.
A partire dai suoi capi e pastori , nel paese si agiva secondo la cultura del profitto e del vantaggio personale e di gruppo, del privilegio, violando i diritti umani dei piu' deboli. Si era costruita una società oppressiva e ingiusta, il contrario del Regno di Dio. I profeti intevenivano continuamente per riportare il popolo a Dio ed alla giustizia. vedi : Amos . Nel tempio si moltiplicavano le grandi liturgie e nella vita si cerca il vantaggio materiale, il privilegio. Abbondavano le ricchezze ma anche i poveri e gli oppressi. Il diritto e la giustizia cioè le giuste relazioni di amore con Dio e con il prossimo non erano più il valore primo della vita in Israele.

2-Dio suscitava profeti. Attraverso parole e miracoli richiamavano il popolo al progetto divino del Regno e alla osservanza delle istruzioni divine . Di piu': per mezzo dei profeti Dio prometteva nuove azioni di salvezza . Qual è stata la risposta di Israele? Israele contrastava ancor più l'azione divina, non ascoltava e anzi perseguitava e talvolta uccideva  i profeti di Dio. Così Israele ha perso la comunicazione con Dio , la salvezza: Dio non poteva’ piu’ comunicare le sue benedizioni , la sua protezione .

3- Senza protezione divina Israele diventa preda dei nemici. Prima gli Assiri e poi i Babilonesi lo vincono e lo deportano in Esilio . Israele torna in schiavitù a Babilonia, terra di Abramo. Un ciclo di storia salvifica si chiude negativamente:  Israele, l'uomo salvato da Dio che torna peccatore si ritrova in balia del male e della morte. Ne torna schiavo. La sua situazione è peggiore di quella della schiavitù in Egitto. Il percorso dei deportati è esattamente quello di Abramo, ma fatto al contrario!

La riflessione
Si può conoscere Dio attraverso il suo modo di parlare ( attraverso i suoi profeti) e di comportarsi nella storia di Israele e conoscere il suo progetto creativo. L'esperienza dell'Esilio di Israele  insegna cosa succede quando il popolo di Dio pecca : il male lo toglie dalle benedizioni divine e lo deporta nel suo Regno dove ne diventa schiavo.

Dirà Gesù:   Gv8,34 «In verità, in verità vi dico: chiunque commette il peccato è schiavo del peccato

Il male attraverso cui Israele tenta di avere felicita' si rivela per cio' che e' realmente:' l'esperienza di una esistenza subumana , in balia delle forze naturali, nell'assenza angosciante di dio e delle sue salvezze.  Peccato mortale e peccato veniale

Nel linguaggio cattolico si parla di un peccato mortale quando si rifiuta la relazione di comunicazione nell’amore
- o con Dio
- o con il prossimo
- per compiere il Male , in una "materia grave",
- in piena avvertenza e deliberato consenso.

Tale peccato si configura come una libera azione del fedele il quale per compierla rompe la giusta relazione con Dio e con il prossimo ed entra nella condizione di “schiavo del maligno”, diventa debole nei confronti della tentazione a fare il male fino ad esserne schiavo.

Con il peccato mortale l'uomo "caccia Dio dalla sua presenza" per poter aderire al male. Chi e' tagliato ,separato, dalla vita di comunicazione con Dio e' automaticamente "esiliato" in una dimensione incompatibile con Lui, la dimensione dove il maligno domina, regna.

Il peccato e' mortale quando la fede, l'affidamento di se stessi passa da Dio al maligno: "non voglio trovare la felicita' seguendo le istruzioni divine ma seguendo le suggestioni piacevoli del maligno ,i affido a lui !" . Questo porta alla dipendenza , alla schiavitu' : il peccatore si ritrova debole nei confronti del male e delle sue suggestioni.

Si parla di un peccato veniale quando mancano - o la materia grave , - o la piena avvertenza , - o il consenso deliberato cioè quando il male compiuto non è grave oppure c’è inavvertenza o ignoranza o al male si da un consenso non pienamente libero,c'è una costrizione materiale o psicologica.

Si ritiene normalmente che il consenso libero a compiere il male non possa esserci fino ai 12 anni. Cosi’ non ci puo’ essere consenso quando c’è ignoranza non colpevole delle istruzioni divine o malattia della mente. L’inavveretenza puo’ essere dovuta a condizioni del momento di cui la persona non è colpevole.
Gli ebrei erano chiamati ad osservare una Legge Divina esteriore, oggettiva, quella data a Mosè e sviluppata dai sapienti ebrei prima, e dai Rabbini poi, i Maestri della Legge e questa osservanza si fondava sullo sforzo dell'uomo e sull'aiuto di Dio presente in mezzo al suo popolo. Essendo la legge religiosa, la Torah , anche legge civile i peccati gravi erano giudicati dai tribunali e puniti anche fino alla morte, in genere per lapidazione (Il peccatore era un impuro e bisognava ucciderlo senza toccarlo per non contaminarsi). La morte dell’empio aveva il significato di purificazione del popolo.

Nella Torah ebraica sono elencati anche i peccati involontari per i quali si poteva’ chiedere ed ottenere perdono da Dio attraverso un gesto di pentimento . Le famiglie o i singoli andavano al Tempio ed offrivano sacrifici di espiazione a Dio dopo aver confessato le mancanze involontarie al sacerdote ed aver espresso il pentimento.

Pentimento e perdono
A Babilonia i sacerdoti radunano il popolo in gruppi (sinagoghe) e FANNO MEMORIA di  tutti gli eventi passati, tutto ciò che Dio ha fatto per farli felici,cercando di  conoscere di piu’ Dio, comprendere il suo modo di agire ed il suo progetto.

Si trattava di  comprendere come mai avevano peccato al punto di  bloccare gli impegni divini e cosa avrebbe fatto Dio a questo punto.

Attraverso questo fare memoria della salvezza divina Dio fa entrare il popolo nella esperienza del pentimento che lo muove alla conversione  : richiesta di perdono e rinnovo dell'alleanza.

Nessuno si può pentire a comando, con la sola sua volontà : solo attraverso la memoria delle salvezze divine, del suo progetto e il ricordo dei  peccati, è possibile entrare nell'esperienza del pentimento. Ci vuole una comunità che aiuti a fare questo percorso per mezzo dell’ascolto della Parola di Dio e della confessione dei peccati. Nel cristianesimo chi , mosso dalla catechesi ( esame di coscienza e confronto con la parola dell’alleanza) e dal senso di peccato e di rottura dell’alleanza chiede il pentimento e ne fa l’esperienza deve dichiararlo a chi presiede la comunità (atto di dolore o contrizione) insieme ai peccati commessi (confessione) per essere sciolto da ogni legame con il maligno ( as-soluzione) e celebrare il perdono e il rinnovo della alleanza con tutta la Chiesa. Quindi deve iniziare la conversione interiore .
Per mezzo dei profeti Dio fa comprendere al popolo che quel pentimento che ha sperimentato è già il suo perdono.
Qualunque peccatore chiede e fa l’esperienza del pentimento è perdonato da Dio.

Dio riconcilia a Sè, guarisce dal peccato e così il popolo di Dio è riammesso alla Sua presenza, alla vita insieme a Lui. Il pentimento muove Israele alla richiesta di perdono e di rinnovo dei suoi impegni di amore a Dio e al prossimo. Dio stesso riconcilia a lui il popolo che lo ha contestato, guarisce dall’ingiustizia e così i peccatori possono essere riammessi in comunicazione con lui . Il rinnovo degli impegni verso Dio e il prossimo costituiscono l’inizio di un processo di conversione della mente, della vita, al progetto divino di edificazione del suo Regno.

Pentimento e perdono sono grazia divina , riparazione e riconciliazione con il prossimo sono l'azione penitenziale del peccatore : insieme riammettono alla giusta relazione con Dio.  

Attraverso la conversione a Dio Israele torna nella giusta relazione con Lui e con il prossimo. Questa comunicazione permette a Dio di continuare a salvare di nuovo il popolo, riportarlo nella condizione di popolo libero dai nemici che vive insieme con Lui.

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