La Parola divina attraverso i profeti guida la storia facendola storia di salvezza
Il popolo di Dio cerca di sistemarsi nel mondo anziché
ritenersi pellegrino, cerca la sua sicurezza (stato, leggi, istituzioni,
privilegi) e in questa sistemazione il popolo santo può
dimenticare la mèta, il volto a Dio.
La persecuzione, l'oppressione,
la divisione interna sperimentata nell'esilio lo faranno riflettere e lo
indurranno ad abbandonare le false sicurezze.
La produzione letteraria che si riferisce all'epoca dell'esilio è
quasi esclusivamente profetíca: alcune parti del libro di Geremia,
le Lamentazioni, alcuni salmi (non facilmente databili a causa di ulteriori
ritocchi) la seconda parte del libro di Isaia o DeuteroIsaia,
il libro di Ezechiele , il grande profeta dell'esilio.
A Babilonia i deportati si raccolgono in gruppi e mantengono vive le
tradizioni nazionali. Tra questi svolge la sua missione il profeta Ezechiele.
La catastrofe nazionale, la scomparsa di tutte le istituzioni sulle quali
Israele si era retto per secoli (re, stato, terra santa, tempio e culto
organizzato) e le minacce profetiche avverate danno modo al popolo di
riflettere , pentirsi ,di convertirsi, di prospettare un nuovo futuro. Il popolo in esilio
è sostenuto dalla parola dei profeti sotto la guida dei quali acquista una nuova conoscenza di Dio .
I profeti in esilio
interpretano gli eventi, rispondono alle domande angosciate, offrono
messaggi di speranza.
La fine della alleanza antica
Il concetto di alleanza era capace di evocare la gratuita e originaria
bontà di Dio e insieme l'indefettibile giustizia del Signore
che, per il bene del popolo, svelava e puniva la colpa.
Ma, proprio per questo, l'idea di alleanza divenne l'esplicitazione massima
della tragedia dell'esilio.
Dopo 400 di regno dei davididi e di azione profetica da parte di Dio il
popolo si dimostra sempre più infedele.
«Essi hanno violato la mia alleanza» (Geremia
31,32) Con questa frase lapidaria Geremia non constatava semplicemente
la serie ripetuta di infrazioni, non chiedeva più
un rinnovato impegno da parte del popolo, solennizzato dal cerimoniale
pubblico dei riti di espiazione: egli denunciava la rottura definitiva
dell'alleanza con Dio ( la relazione sponsale) e quindi Israele avrebbe perso il possesso della Palestina. Paragonabile
al ripudio della moglie infedele (Geremia 3,1.8; Osea 2,4), questo è
il momento della fine: la Gloria di Dio si allontana dal tempio (Ezechiele
10,18-19; 11,22-23), i figli di Giacobbe sono dispersi fra le genti,
senza terra e senza speranza (Ezechiele 37,11).
Quale la causa di un simile insuccesso?
La storia aveva dolorosamente rivelato la fragilità di
una simile relazione, nella quale il partner umano aveva lo sciagurato
potere di infrangere le regole e di spezzare il vincolo d'amore.
Di
fronte al fallimento della relazione tra Dio e Israele, i profeti hanno
cercato le cause e individuati i difetti. Geremia, uno dei più
lucidi interpreti della storia di Israele, rifacendosi alle tradizioni
del Deuteronomio, scorge l'elemento critico nella esteriorità
della legge.
L'alleanza del Sinai era come simboleggiata dalle tavole di pietra (Deuteronomio
5,22), sulle quali erano iscritte le parole della Torah; che richiedeva
perciò la mediazione di Mosè (e dei suoi successori) per
essere trasmessa, insegnata e attualizzata (Deuteronomio )
La volontà di Dio era tuttavia come un giogo (Geremia 2,20), imposto
ad un popolo ribelle (5,23); il cuore di Israele, marchiato dal peccato
(17,1), rimaneva incapace di conoscere il Signore e il suo diritto (5,4-5).
Castigo e sofferenza
In esilio Israele trova la risposta ad un punto essenziale della sua
fede:
la responsabilità dei peccati cade sul peccatore o su
tutto il popolo?
Dio si rivela nel suo contegno con Israele come il Dio che non vuole
la morte del peccatore, ma la conversione e la vita. Invia il castigo,
sottomette alla prova, ma non abbandona né delude.
Ciascuno' è responsabile delle sue azioni, nonostante la sòlidarietà
di origine e di nazione. Qual è allora il senso della sofferenza collettiva
del popolo ?
La risposta viene espressa
dal profeta Isaia nei "carmi del servo di Jhwh ".
Israele è il " servo di Jhwh", colui che è chiamato ad annunciare la Torah di Dio, la Sua Parola a tutti i popoli ( le Genti o Gentili) .
Il servo , nel compiere questa missione , va inevitabilmente incontro a tribolazioni e sofferenze che le Genti gli possono comminare anche fino a dargli la morte.
Sofferenza e morte del servo - sopportate per fedeltà alla missione annunciatrice non saranno mai sopportate inutilmente ma daranno un frutto : chi dà morte e sofferenza all'annunciatore della Parola di Dio alla fine si riconoscerà colpevole delle ingiuste azioni ( comminate al servo di Dio, Isarele ) e riconoscerà la Parola e l'azione divina di Dio nella storia a favore degli uomini.
L'esilio non è qualcosa di imprevisto. Esso
ha una causa: il peccato del popolo; ha uno scopo: la purificazione
di Israele - servo di Dio- dalle sue deviazioni perchè continui la sua missione di annunciatore della Parola di Dio.
Accanto a questo aspetto negativo, i profeti rivelano un significato
positivo , la crescita del popolo verso la salvezza: si riflette sul passato, si prende coscienza delle proprie colpe,
si ritorna a Dio.
Dio resta il salvatore del suo popolo. Il suo Amore non viene mai meno.
La Nuova Eterna Alleanza
In esilio si annuncia un nuovo ordine, una nuova creazione, un nuovo esodo,
una nuova alleanza, un nuovo regno. Israele spesso peccò di idolatria e infranse l'alleanza, ma Dio
non ritirò mai le sue promesse: così i profeti maturarono
la coscienza di una "alleanza nuova", non più come patto bilaterale difficile da osservare, ma come gratuita promessa di predilezione di Dio per l'umanità intera.
L’uomo si è dimostrato radicalmente incapace di osservare
le leggi di Dio cioè di creare le condizioni per cui potesse compiere
le sue promesse. Ecco allora che Dio interviene con un'alleanza nuova
(Geremia 31,31-32), cambiando il cuore ( la coscienza) dell'uomo (Ezechiele 11,19). Un Messia discendente di Davide (re, profeta,
sacerdote?) pieno di Spirito Santo porterà a compimento una
ri-creazione dell'uomo che si affida a Dio. Allora la salvezza dal
male e dalla morte potrà compiersi.
Nelle colonie giudaiche si porta a termine il lavoro di raccolta
e compilazione delle scritture e vengono composti nuovi libri che saranno
la guida per la restaurazione di Isarele.
Lamentazioni
Lamentazioni è un libretto composto di cinque poemi
è attribuito dalla Bibbia dei Lxx e dalla Bibbia in Vulgata a Geremia (collocati
perciò in un'appendice al suo libro) mentre la Bibbia ebraica
li colloca tra gli scritti.
Pare che l'autore non sia un deportato ma
un superstite rimasto nella capitale desolata. Questi poemi sono cinque elegie o canti di dolore sulla distruzione di
Gerusalemme. Il lamento è accompagnato da una ríflessione
sulle cause della rovina (il castigo è dovuto a Jhwh
per il peccato del popolo) con un'implorazione alla clemenza divina.
La prima lamentazione descrive lo stato umiliante di Gerusalemme personificata
in una donna; la seconda rivela l'autore dell'immane sciagura; la terza risale
dal pianto alla speranza e alla fede di jahvè; la quarta descrive
nuovamente gli orrori della distruzione e analizza il peccato dei capi
del popolo; la quinta è un'ardente preghiera a Dio nella fiducia
della restaurazione.
Tra i deportati a Babilonia da Nabucodonosor quando occupò Gerusalemme
nel 597 vi era anche il sacerdote Ezechiele. La sua vocazione
profetica, rivelatasi mediante una maestosa visione, è datata
al quinto anno della deportazione (593), nella pianura tra il Tigri
e l'Eufrate, lungo il canale di Chebar.
Ebbe grande influsso sui deportati, presso i quali godette di
una specialissima considerazione. Il profeta vive e condivide la sofferenza
dei deportati, trasmettendo loro un messaggio forte di gioia e di
speranza.
La sua predicazíone si svolge in due tempi: nel
586 (Ez 1-32); dopo un mezzo anno di silenzio, riprende con un tono improntato
alla speranza e al futuro terminando nel 571 (Ez 33-48). Il suo libro è tra
i più difficili per la ricchezza e vivacità delle immagini
e delle vision.
Il libro del Deutero-Isaia.
I capitoli 40-55 del libro di Isaia secondo gli esegeti moderni
formano un'unità e sarebbero stati redatti prima del 539, quindi
durante l'esilio. L'autore sarebbe un profeta anonimo che viene chiamato,
per esemplificazione, il Secondo o Deutero-Isaia. Egli è considerato
uno dei maggiori poeti di Israele: appartiene alla scuola del profeta
Isaia e si ispira all'opera del maestro. Si distingue però per
la lingua e lo stile.
Il messaggio si incentra sulla grandezza e fedeltà
di Dio (Signore della storia, non abbandona il suo popolo); sull'esilio
presentato come un evento già concluso, nel quale Dio ha punito
le colpe del suo popolo con lo strumento dei nemici; sul ritorno in
patria, descritto come un nuovo esodo trionfale, una nuova creazione.
Geremia ed Ezchiele
Israele riflette: come mai ho fallito? Ho contrastato Dio nella sua azione di farmi felice ,volevo il bene ed ho fatto il male… mi succede continuamente nella storia...
dunque c’e’ qualcosa di sbagliato nel mio cuore.…Se Dio vorra’ continuare la sua opera di salvezza egli dovra’ cambiarmi il cuore, la coscienza. Dovrà darmi un cuore nuovo, dovrà fare una nuova creazione,
fare un nuova umanità capace di accogliere stabilmente la giusta relazione con Lui. «Dio ci è ancora favorevole ?»
Solo se l'UOMO NUOVO possiede lo stesso Spirito di Dio egli potrà comprendere e fare la Sua Volontà. Non si tratta solo di una nuova conversione a Dio : Israele comprende che Dio non puo' riportare il suo popolo in
Palestina lasciandolo nella condizione di incapacità costitutiva
a seguire le sue istruzioni; è necessario che il cuore venga cambiato,
che l'uomo riceva una mente pura da ogni malizia; essere mosso dallo stesso Spirito di Dio : solo così saprà essere
fedele e Dio potrà compiere la sua salvezza.
Se Dio cambiasse la mente dell’uomo rendendola forte contro
il male e capace di seguire il bene secondo l’alleanza, egli potrebbe
portare a compimento le promesse dell’alleanza e gli uomini diventerebbero
perfetti ed immortali nel Regno di Dio. Israele prega allora Dio di dargli un cuore nuovo , di infondere nel popolo uno spirito nuovo e renderlo un popolo capace di fare la giustizia, di costruirsi secondo il Suo progetto creativo . E proprio questo D-o promette attraverso i suoi profeti al popolo in Esilio a Babilonia.
L'indurimento del cuore
Il popolo è chiamato ad aderire con il cuore alla Torah divina
ma l'esperienza dell'esilio mostra in tutta la sua gravità la
malattia del cuore di Israele : l'indurimento nel peccato.
Gen 8,21 l'istinto del cuore umano è
incline al male fin dalla adolescenza;
Consapevoli di essere costitutivamente
peccatori così pregavano in esilio , riprendendo un salmo di Davide:
Sal 51,12 Crea (è lo
stesso verbo , barah, usato nel racconto della creazione, una azione
che solo Jhwh puo' fare) in
me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo . 13 Non respingermi dalla tua presenza e non privarmi del tuo santo spirito.
14 Rendimi la gioia di essere salvato, sostieni in me un animo generoso.
La Promessa
Is 55,3 Porgete l'orecchio e venite a me,
ascoltate e voi vivrete. Io stabilirò per voi un'alleanza eterna,
i favori assicurati a Davide.
Ger 32,40 Concluderò con essi un'alleanza eterna e non mi allontanerò
più da loro per beneficarli; metterò nei loro cuori il
mio timore, perché non si distacchino da me.
Ger 50,5 Domanderanno di Sion, verso cui sono fissi i loro volti: Venite, uniamoci al Signore con un'alleanza eterna, che non sia mai dimenticata.
Ez 16,60 Anch'io mi ricorderò dell'alleanza conclusa con te al
tempo della tua giovinezza e stabilirò con te un'alleanza eterna
Ez 37,26 Farò con loro un'alleanza di pace, che sarà con
loro un'alleanza eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò
e porrò il mio santuario in mezzo a loro per sempre.
Os2,18 E avverrà in quel giorno -
oracolo del Signore - mi chiamerai: Marito mio, e non mi chiamerai
più: Mio padrone. 19 Le toglierò dalla bocca i nomi dei
Baal, che non saranno più ricordati. 20 In quel tempo farò per
loro un'alleanza con le bestie della terra e gli uccelli del cielo
e con i rettili del suolo; arco e spada e guerra eliminerò dal
paese;e li farò riposare tranquilli. 21 Ti farò mia sposa
per sempre, ti farò mia sposa nella giustizia e nel diritto,
nella benevolenza e nell'amore, 22 ti fidanzerò con me nella
fedeltà e tu conoscerai il Signore.
Dio vuole creare una
UMANITA' NUOVA
donando ad essa un CUORE NUOVO, una coscienza nuova che sappia vivere con Lui per
sempre.
Così infatti promette Dio :
Ez
36, 24 Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da ogni terra e vi condurrò sul vostro suolo. 25 Vi aspergerò con acqua pura e sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti i vostri idoli; 26 vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno spirito nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò
un cuore di carne.27 Porrò il mio spirito dentro di voi
e vi farò vivere secondo i miei statuti e vi farò
osservare e mettere in pratica le mie leggi.28 Abiterete nella terra che
io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio popolo e io sarò il
vostro Dio.
![](immagini_storiasalv/alleanz_nov_promes.gif)
Dio promette unilateralmente di cambiare il cuore dei credenti e inscrivervi
la sua Torah cioè di mettervi dentro la Sua Parola-Spirito, così che
possano osservarla con perfezione ed Egli possa compiere tutte le sue
promesse di salvezza .
E' il suo impegno eterno per il Regno : voi sarete il mio popolo e io sarò il
vostro Di o, che
costruisce sulla base della sua promessa-istruzione, l'alleanza eterna.
Nella coscienza umana rinnovata, Dio dimorerà con la sua Parola-Spirito come
presenza stabile. Il cuore dell'uomo diventerà Tempio della presenza
di Dio.
La Legge di vita dell'UOMO NUOVO non sarà più una legge scritta, ma sarà
lo Spirito divino vivo e attivo in lui. La Parola divina , presenza di Dio nel mondo, andrà a dimorare
nel cuore stesso dell'uomo.
Ger31,31 «Ecco verranno giorni - dice
il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di Giuda
io concluderò una alleanza nuova. 32 Non come l'alleanza che
ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli uscire
dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché
io fossi loro Signore. Parola del Signore. 33 Questa sarà l'alleanza
che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni,
dice il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò
sul loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi
il mio popolo.
La coscienza, il cuore dell'uomo non sarà più legata ad una legge divina esterna ma avrà in se stessa lo Spirito di Dio che la muoverà al bene cioè all 'Amore. Sarà una condizione antropologica nuova , tutta da scoprire. Lo Spirito di Jhwh come acqua viva, farà germogliare frutti
di giustizia e di santità che garantiranno agli uomini il
favore e la protezione di Dio
Is 44, 4 Spanderò il mio spirito sulla tua discendenza
, la mia
benedizione sui tuoi posteri;
Is 32,15 ... infine in noi sarà infuso
uno spirito dall'alto
; allora il deserto diventerà un giardino
e il giardino sarà considerato una selva. 16 Nel deserto prenderà dimora
il diritto e la giustizia regnerà
nel giardino. 17 Effetto della giustizia sarà la pace, frutto
del diritto una perenne sicurezza.
Ger 31,31 «Ecco verranno giorni -
dice il Signore - nei quali con la casa di Israele e con la casa di
Giuda io concluderò una alleanza nuova. 32 Non come l'alleanza
che ho conclusa con i loro padri, quando li presi per mano per farli
uscire dal paese d'Egitto, una alleanza che essi hanno violato, benché io
fossi loro Signore. Parola del Signore.
33 Questa sarà l'alleanza
che io concluderò con la casa di Israele dopo quei giorni, dice
il Signore: Porrò la mia legge nel loro animo, la scriverò sul
loro cuore. Allora io sarò il loro Dio ed essi il mio popolo.
34 Non dovranno più istruirsi gli uni gli altri, dicendo: Riconoscete
il Signore, perché tutti mi conosceranno, dal più piccolo
al più grande, dice il Signore; poiché io perdonerò la
loro iniquità e non mi ricorderò più del loro
peccato».
Ez 39,27 Quando io li avrò ricondotti
dalle genti e li avrò radunati dalle terre dei loro nemici e
avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a numerosi
popoli, 28 allora sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio, poiché dopo
averli condotti in schiavitù fra le genti, li ho radunati nel
loro paese e non ne ho lasciato fuori neppure uno. 29 Allora non nasconderò più loro
il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla
casa d'Israele». Parola del Signore Dio.
Il possesso di questa parola-spirito-grazia divina è il segno
della nuova alleanza.
Seguire lo Spirito divino, attivo nel cuore, è
il nuovo impegno dell'uomo che consente a Dio di compiere la sua salvezza,
il Regno eterno di Dio con gli uomini.
Non si tratta più di partecipare al possesso di un territorio
del Dio-sovrano, la Palestina, ma di partecipare del suo Spirito, della
sua divinità.
La promessa divina non concerne più solamente
il possesso di un paese, un territorio, la Palestina, ma riguarda un
tesoro interiore, inalienabile:
«Porrò
la mia legge in mezzo a loro e sul loro cuore la scriverò» (Geremia
31,33).
La prima alleanza gravava sull'uomo come un peso esteriore, la nuova
alleanza invece consente di 'conoscere Dio', cioè di essere in
intima comunione con Lui . Un tempo c'era
il comando di Dio; ora invece c’ è la sua grazia-presenza
spirituale nel cuore . Caratteristica essenziale
della nuova alleanza è di essere un evento intimo: si diventa
"figli di Dio' cioè in rapporto di comunione con lui non
più per semplice nascita, né per mezzo della circoncisione,
ma per il dono di un cuore nuovo, per il dono dello Spirito (Ezechiele
36,26-27).
Da qui scaturisce una perfetta adesione a Dio e al suo volere.
Gioele dice che
...
in quei giorni lo Spirito si poserà su ogni carne
e tutti diventeranno profeti (Gioele 3,1-2). Geremia dal canto suo promette che
«dal più piccolo fino al più grande» tutti conosceranno il Signore (31,34).
La nuova alleanza si realizzerà perché Dio promette e concede
il suo perdono, che è grazia sorgiva e rigenerante:
«io
perdonerò la loro iniquità e i loro peccati non li ricorderò
più» (Geremia 31,34).
Il dichiarare innocente chi è
colpevole non è un atto giudiziario anomalo e arbitrario, è
la manifestazione della bontà originaria del Padre, che non abbandona
mai il figlio (Isaia 49,15), che lo accoglie anzi nel suo abbraccio per
dargli dignità e speranza:
«E’,
dunque, Efraim un figlio così prezioso per me, o il mio prediletto,
che ogni volta che parlo contro di lui lo ricordo sempre teneramente? Per questo le mie viscere si commuovono per lui, ho per lui grande compassione!» (Geremia
31,20).
La nuova alleanza è rivelazione perfetta del Re come Padre, della
Sua Vita donata al Vassallo che diventa Figlio e della loro eterna comunione d'Amore-Spirito. Comunione di Spirito-Vita-Amore. Pienamente unito a Dio l'uomo partecipa della
natura divina e della beatitudine eterna.
Pienamente separato da Dio
l'uomo rimane un essere non-formato, irrealizzato ed eternamente incapace
di realizzarsi.
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