Piccolo Corso Biblico

STORIA DELLA SALVEZZA

Il II° Tempio

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Il II° Tempio
Il Santuario è l'opera di Dio, la sua dimora sulla terra . E' il suo Regno particolare. Dio è il vero re di Israele, il Sovrano. Il Tempio è il suo Palazzo Reale. Dio dal santuario regna sul popolo, sulla Palestina . La distruzione del Tempio da parte dei nemici sarebbe stato il segno della rottura dell'alleanza da parte del popolo.-Pianta del II° tempio-Erode

Dopo la distruzione del I° Tempio  ( di Salomone) da parte di Nabucodonosor ( 7°-6° sec. a.C.) verrà costruito un II° Tempio poi ampliato da Erode ( I° sec. a.C.) .

Il II° tempio comprendeva una immensa spianata (lunga quasi mezzo km e larga circa 300 m) ottenuta anche con terreno di riporto e sostenuta da enormi muraglioni, circondata da porticati particolarmente sontuosi (il portico reale, a sud, era formato da 4 file di 42 colonne e quello detto di Salomone, a est, aveva 268 colonne alte 11 metri). 


ll tempio ricostruito da Erode e distrutto dai Romani nel 70 d.C. - Tratto da "PICCOLA GUIDA ALLO STUDIO DEL TEMPIO"- Elledici    [vedi meglio qui ]

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Quest'area era aperta a tutti, e si chiamava cortile dei Gentili o dei pagani.

Sotto i porticati i vari rabbì riunivano in gruppi i loro ascoltatori e discepoli.

Il tempio era anche centro della vita pubblica; i cambiavalute vi compivano le normali operazioni commerciali, come verificare valore, conio e peso; spesso infatti le monete venivano "tosate" sui bordi per recuperare metallo prezioso.  Il cambio monetario era necessario perché la tassa del tempio non si poteva pagare con monete "impure" greche o romane, ma solo con quelle ebraiche.

C'erano anche venditori di piccoli animali per i sacrifici e le offerte.

Una balaustrata delimitava la zona sacra riservata ai soli ebrei: sono state ritrovate le iscrizioni in più lingue che avvertivano gli stranieri a non oltrepassare quella soglia, pena la morte.


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Il primo cortile interno era riservato alle donne ebree, un secondo agli uomini d'Israele; la parte più vicina all'altare era riservata ai sacerdoti

Il cortile dei sacerdoti davanti al Santuario

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Il santuario vero e proprio era l'edificio sacro centrale comprendente un atrio e due sale riservate al culto più solenne e alla "presenza" del Signore.

Davanti al Santuario, al centro del cortile riservato ai sacerdoti c'era l'altare dei sacrifici: su di esso si offriva mattina e sera l' "olocausto perpetuo" e tutti i sacrifici. Nella prima sala, chiamata il santo, c'era l'altare dei profumi, un braciere sul quale si bruciava l'incenso mattino e sera (Lc 1,8-9). Era compito dei levìti prepararne e custodirne 368 libbre per ogni anno.

Era vietato usare l'incenso per scopi diversi da quelli religiosi. C'era anche l'altare dei pani della presenza (o della proposizione) che si offrivano ogni sabato, e il candeliere a sette braccia simbolo dell'ebraismo. Separata da un pesante velo che nessuno poteva oltrepassare era la parte più interna chiamata il Santo dei Santi, la dimora di Dio: qui sul propriziatorio, il coperchio d'oro dell'Arca, Dio "posava i suoi piedi" per parlare al suo popolo e perdonare i suoi peccati.

Dopo la scomparsa dell'Arca dell'Alleanza, il Santo dei Santi rimase del tutto vuoto e buio, ma continuò a essere venerato come luogo della "presenza". In esso solo il sommo sacerdote poteva entrare nel giorno dell'Espiazione (Kippùr), per chiedere perdono dei peccati del popolo d'Israele. "

Il clero templare
I leviti
Nu 3,39 Tutti i leviti di cui Mosè e Aronne fecero il censimento secondo le loro famiglie per ordine del Signore, tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano ventiduemila. 40 Il Signore disse a Mosè: «Fà il censimento di tutti i primogeniti maschi tra gli Israeliti dall'età di un mese in su e fà il censimento dei loro nomi. 41 Prenderai i leviti per me - Io sono il Signore - invece di tutti i primogeniti degli Israeliti (che erano consacrati come proprietà sua, figli della promessa ad Abramo) e il bestiame dei leviti invece dei primi parti del bestiame degli Israeliti». 42 Mosè fece il censimento di tutti i primogeniti tra gli Israeliti, secondo l'ordine che il Signore gli aveva dato. 43 Tutti i primogeniti maschi che furono registrati, contando i nomi dall'età di un mese in su, furono ventiduemiladuecentosettantatré. 44 Il Signore parlò a Mosè: 45 «Prendi i leviti invece di tutti i primogeniti degli Israeliti e il bestiame dei leviti invece del loro bestiame; i leviti saranno miei. Io sono il Signore. 46 Per il riscatto dei duecentosettantatré primogeniti degli Israeliti che oltrepassano il numero dei leviti, 47 prenderai cinque sicli a testa; li prenderai secondo il siclo del santuario, che è di venti ghera(denaro sacro,riservato a Dio , al suo servizio cultuale). 48 Darai il denaro ad Aronne e ai suoi figli per il riscatto di quelli che oltrepassano il numero dei leviti». 49 Mosè prese il denaro per il riscatto di quelli che oltrepassavano il numero dei primogeniti riscattati dai leviti; 50 prese il denaro dai primogeniti degli Israeliti: milletrecentosessantacinque sicli, secondo il siclo del santuario. 51 Mosè diede il denaro del riscatto ad Aronne e ai suoi figli, secondo l'ordine del Signore, come il -Signore aveva ordinato a Mosè. Nu 3,32 Il capo supremo dei leviti era Eleazaro, figlio del sacerdote Aronne; egli aveva la sorveglianza di quelli che attendevano alla custodia del santuario. Nu 3,16 Mosè ne fece il censimento secondo l'ordine del Signore, come gli era stato comandato di fare. 17 Questi sono i figli di Levi secondo i loro nomi: Gherson, Keat e Merari. 
-----Lv 3,18 Questi i nomi dei figli di Gherson, secondo le loro famiglie: Libni e Simei. 19 I figli di Keat secondo le loro famiglie: Amram, Isear, Ebron e Uzziel. 20 I figli di Merari secondo le loro famiglie: Macli e Musi. Queste sono le famiglie dei leviti secondo i loro casati paterni. 21 Da Gherson discendono la famiglia dei Libniti e la famiglia dei Simeiti, che formano le famiglie dei Ghersoniti. 22 Coloro che furono registrati, contando tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano settemilacinquecento. 23 Le famiglie dei Ghersoniti avevano il campo dietro la Dimora, a occidente. 24 Il capo del casato paterno per i Ghersoniti era Eliasaf, figlio di Lael. 25 Per quello che riguarda la tenda del convegno i figli di Gherson avevano la custodia della Dimora e della tenda, della sua coperta, della cortina all'ingresso della tenda del convegno, 26 dei tendaggi del recinto e della cortina alla porta del recinto intorno alla Dimora e all'altare e delle corde per tutto il suo impianto. 
------27 Da Keat discendono la famiglia degli Amramiti, la famiglia degli Iseariti, la famiglia degli Ebroniti e la famiglia degli Uzzieliti, che formano le famiglie dei Keatiti. 28 Contando tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano ottomilaseicento, che avevano la custodia del santuario. 29 Le famiglie dei figli di Keat avevano il campo al lato meridionale della Dimora. 30 Il capo del casato paterno per i Keatiti era Elisafan, figlio di Uzziel. 31 Alla loro custodia erano affidati l'arca, la tavola, il candelabro, gli altari e gli arredi del santuario con cui si esercita il ministero, il velo e quanto si riferisce al suo impianto. -----33 Da Merari discendono la famiglia dei Macliti e la famiglia dei Musiti che formano le famiglie di Merari. 34 Coloro che furono registrati, contando tutti i maschi dall'età di un mese in su, erano seimiladuecento. 35 Il capo del casato paterno per le famiglie di Merari era Suriel, figlio di Abicail. Essi avevano il campo dal lato settentrionale della Dimora. 36 Alla custodia dei figli di Merari furono affidati le tavole della Dimora, le sue stanghe, le sue colonne e le loro basi, tutti i suoi arredi e quanto si riferisce al suo impianto, 37 le colonne del recinto tutto intorno, le loro basi, i loro picchetti e le loro corde.


Sacerdoti- cohen

Nu 3,38 Sul davanti della Dimora a oriente, di fronte alla tenda del convegno, verso levante, avevano il campo Mosè, Aronne e i suoi figli; essi avevano la custodia del santuario invece degli Israeliti; l'estraneo che vi si avvicinava sarebbe stato messo a morte.
Eso 28,1 Tu fà avvicinare a te tra gli Israeliti, Aronne tuo fratello e i suoi figli con lui, perché siano miei sacerdoti; Aronne e Nadab, Abiu, Eleazaro, Itamar, figli di Aronne.
Eso 29,44 Consacrerò la tenda del convegno e l'altare. Consacrerò anche Aronne e i suoi figli, perché siano miei sacerdoti.
Le 1,5 Poi immolerà il capo di grosso bestiame davanti al Signore, e i sacerdoti, figli di Aronne, offriranno il sangue e lo spargeranno intorno all'altare, che è all'ingresso della tenda del convegno.


I sacerdoticf.: C. Grottanelli La religione d'Israele prima dell'Esilio in : Ebraismo a cura di G.Filoramo-2007.

" ...Alle pratiche del culto (preghiera, sacrificio, offerte varie) erano preposti dei sacerdoti, dei quali -apprendiamo qualcosa tanto dai libri apodittici (in particolare dal Levitìco, che proprio dalla tribù sacerdotale prende il suo nome nella tradizione greca), quanto dagli altri, in particolare da quelli narrativi.

La Genesi però non co nosce sacerdoti di Yahweh, ma solo sacerdoti egizi o cananei (per esempio, il re sacerdote di El Elyon, Melchisedec di Salem). Infatti solo a partire dall'Esodo Israele è presentato come un vero e proprio popolo, internamente differenziato, con specialisti della funzione sacerdotale; mentre nella Genesi i Patriarchi figurano come altrettanti capifamiglia, ed eseguono in proprio in quanto tali le attività del culto (in particolare, sacrificali).

Senza che sia esclusivo, appare preferenziale e molto frequente, nel corso dei racconti che vanno da Giosuè ai due libri di Samuele, il reclutamento dei sacerdoti da quella che è presentata come una tribù sacerdotale, la tribù di Levi.

I Leviti sono rappresentati nei libri narrativi come una vera e propria tribù (cioè come discendenti da un antenato comune, Levi figlio di Giacobbe), ma, a differenza delle altre tribù d'Israele, non sono dotati, nel racconto biblico, di un proprio territorio; e vivono sparsi presso tutte le altre tribù come «ospiti» (geniti) : il loro territorio, per così dire, è appunto il servizio sacerdotale, dal quale traggono il proprio sostentamento.

Mentre si discute senza molto costrutto sull'eventuale esistenza di una vera e propria tribù di Levi prima della specializzazione sacerdotale dei Leviti, è certo che, in quanto «ospiti» con precise funzioni, i Leviti hanno i tratti caratteristici di una categoria funzionale extraterritoriale.

Al legame del sacerdozio con l'istituzione monarchica si era pensato, soprattutto alla luce dei nomi «regali» (formati cioè con la radice mlk, «re», come componente essenziale) di alcuni sacerdoti (Grottanelli, 1985). E di recente è stata formulata una teoria che ne sottolinea ulterior- mente il legame con lo stato monarchico, facendone dei veri e propri funzionari regi, e riconoscendo nelle città che la Bibbia presenta come «levitiche» (Gios. 21; I Cron. 6) la reinterpretazione post-esilica di un sistema di centri amministrativi di età regia (Ahlstròm, 1982).

sommosacerdoteSommo sacerdote

Se l'importanza del sacerdozio era legata all'organizzazione monarchica, al contrario i racconti relativi alle lotte fra sacerdo- ti dagli inizi della monarchia in poi sembrano esser stati redatti in funzione di tardive rivalità post-esiliche.

Sadoq, di cui alcuni testi biblici affermano, e altri negano, l'estrazione levitica, è pre- sentato come sacerdote di Davide e sotto Salomone prende, si narra, il posto del levita Abiatar, già capo dei sacerdoti di Saul (1 Re 2,35).

Nell'esilio babilonese, il sacerdozio che aveva servito la monarchia di Giuda si riconosceva come discendente di Sadoq: ma, secondo la recente ricostruzione di Giovanni Garbini (Garbini, 1986), tornato a Gerusalemme dall'esilio con Giosuè figlio di Iosedeq, questo gruppo «trovò il posto occupato da un altro ramo sacerdotale, probabilmente originario del santuario regale di Bethel» nel regno del Nord, e che si proclamava discendente di Aronne, fratello di Mosè.

Comunque si siano svolti i fatti, è certo il conflitto e la vittoria finale dei Sadociti, dato che appunto come sadociti si identificarono i sommi sacerdoti del Tempio in età post-esilica.

Altrettanto certo è il rapporto fra quel conflitto e il formarsi di tradizioni relative ai rispettivi capostipiti, fra le quali andrà annoverato anche il racconto del peccato di Aronne, che in Esodo 32, mentre
levitaMosè è in colloquio con Yahweh sul monte, fonde un vitello d'oro come guida e oggetto di culto per Israele, analogo dunque ai due vitelli d'oro che nel racconto di I Re 12 Geroboamo, primo re del regno settentrionale, porrà nei santuari di Bethel e di Dan.

Praticamente tutti i biblisti insistono sul fatto che la competenza specifica dei sacerdoti ebraici descritti dalla Bibbia non è tanto il sacrificio quanto la divinazione.

Sacerdote e Levita ( con la stola rossa )


Effettivamente, di sacrifici parla spesso già la Genesi, che invece, come abbiamo visto. non conosce sacerdoti yahwisti; e d'altro canto dai racconti della Genesi e di altri libri appare chiaro che a offrire sacrifici, sgozzando le vittime, può essere qualunque maschio adulto (o forse sarebbe meglio dire: qualunque capofamiglia - ovviamente maschio [cfr. Jay, 1992]), anche senza la presenza di un sacerdote .

Non meno limitata è però la serie di testi che attribuisce ai sacerdoti uno specifico tipo di divinazione sacerdotale: si tratta in realtà dei libri apodittici e di qualche racconto relativo all'età di Samuele, cioè ai primordi della monarchia.

Per tale tipo di divinazione si fa uso di un oggetto o di oggetti conservati in una sacca contenuta nel pettorale sacerdotale: le domande rivolte alla sfera divina mediante tale forma di cleromanzia erano formulate come alternative fra due sole possibilità, associando la prima a un oggetto o a oggetti detti 'urim, l'altra invece a un oggetto o a oggetti detti tummim.


tribulevisimboloTribù di Levi-simbolo

Già nelle narrazioni bibliche relative al tempo di Davide tale forma di divinazione scompare, e l'interrogazione della volontà divina è affidata al solo tramite profetico.

È dunque difficile capire quale fosse il reale ruolo dei sacerdoti in età antica — a prescindere dalle funzioni sacrificali — e anche valutare come si configurasse il rapporto fra i sacerdoti e la Torah, intesa almeno in alcuni passi non tanto come «testo sacro» ma anche o soprattutto come «istruzione, insegnamento», e perfino, come sembrano indicare alcune attestazioni e la stessa etimologia del termine, come «pratica divinatoria».

Certo è che i libri dall'Esodo al Deuteronomio, e anche i due libri di Samuele, associano sistematicamente la custodia dell'Arca - il contenitore mobile dei sacri testi trasmessi a Mosè dalla divinità - con i Leviti, e che in particolare Deut. 31,9-13 afferma che ai «sacerdoti leviti» deve essere affidata la Torah perché la recitino pubblicamente e periodicamente.
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