LE DIVINITA'
(
con consorti e figli )
Ogni divinità (// ogni forza spirituale divina ) ha un
consorte ( // il suo opposto-complementare).
Le coppie di divinità ( // forze spirituali) possono avere più
figli ( // forze che da queste discendono, emanano, dipendono)
La
Trimurti
La divinità più elevata è la Tri-murti :
Brama-Shiva-Vishnù
BRAMA
![](brama.jpg)
Brahma il creatore,tiene nelle sue 8 mani vari simboli tra cui
il fior di loto, simbolo della creazione.
Ha 4 teste:
è
fonte di ogni sapere .
Saraswati sposa di Brahma è la
dea della conoscenza, venerata come
dea della parola pronunciata,
quindi
della poesia, della musica,e di tutte le attività intellettuali.
Ogni divinità ha almeno 10 diverse manifestazioni che rappresentano
i suoi poteri nel mondo e che sono venerate come
altrettante divinità.
SHIVA
A Vishnu è complementare Shiva - e la loro interazione regola i ritmi
ciclici dell'universo mentre Brahma,
il creatore, la forma maschile dell'Assoluto
impersonale, rimane - almeno originariamente - subordinato
in quanto orientato verso il mondo.
Shiva è
il signore del tempo che distrugge e ricrea tutte le cose, in
lui è adorata
LINGA l
energia maschile circondata
da
YONI , la
fonte femminile della vita.
![](hindui~9.jpg)
Sulla fronte ha
il terzo occhio, simbolo della
coscienza
piu alta della Realtà, Brahman.
A volte porta sulla mano
un teschio, simbolo del
samsara,il
ciclo della esistenza e delle vite e rinascite e
un filo di perle simbolo del suo
insegnamento.
Porta sulla mano anche
la fiamma della distruzione che egli controlla.
KALI
Shiva , il simbolo dellenergia
maschile sposa naturalmente la dea dellenergia femminile.
In realtà
egli ha molte spose che simboleggiano i diversi elementi
del suo carattere:
Kali terrificante sterminatrice
del Male e creatrice della Vita, ha preso gusto per il sangue bevuto
da quando dovette sterminare un demone che si riproduceva 1000 volte
al giorno per ogni goccia del suo sangue che cadeva..
..la sua lingua grondante
di sangue rappresenta la forza materiale dell'universo che genera l'impegno, RAJAS (da cui Raja yoga) ma anche la passione e la sofferenza,
ed ha il compito di portare Shiva all'impegno nel vincere le forze della
ignoranza,le tenebre e dunque del male.
DURGA
E'
la forza della collera divina
che vince il demone che minaccia la stabilità del mondo.
PARVATI
Ganesh
Figlia della montagna sacra, l'Himalaya, è dolce benevola
e conservatrice.
E' la forza che attira Shiva nel mondo domestico.
Shiva ha due figli da Parvati : GANESH ( colui
che rimuove gli ostacoli , il male cosmico e spirituale e domina il
leone Vyiala simbolo degli istinti
selvaggi) e
KARTIKEYYA il
dio-ragazzo che sconfigge il male.
Devozioni Nel periodo della devozione ( bhakti ) e
nel periodo dei Purana, Agama e Tantra, si sviluppano
numerose tradizioni che compongono quella poliedrica struttura religiosa
comprendente diverse teologie e filosofie spesso convergenti :
SHIVAISMO,
VISHNUISMO e
SHAKTISMO.
SHIVAISMO
Shiva è il Dio della danza, della coincidenza degli opposti,
abitante della foresta. E' la divinità suprema e assoluta, il distruttore
dell'universo.
Shiva Nataraya ( Signore della Danza)
La sua danza esprime la pienezza della divinità
e il divenire del mondo: è LILA, il gioco divino.
Dio ha
creato tutto per gioco e porsi dal punto di vista dell'eterno significa
vedere le vicende umane e della natura come un grande gioco che passa.
Shiva è la supercoscienza del Lilà, del Maya, del Karman,..del Dharma.
VISHNUISMO
Vishnu è il Dio trascendente e immanente, personale e umano,
che discende assumendo una forma umana o della natura per aiutare l'uomo
nel momento difficile della prova, quando il Dharma è infranto.
E' il Dio che si manifesta e "discende" per salvare l'umanità dal
male e restaurare il bene.
Il concetto di avatarti (discesa) esprime questa realtà.
I dieci tradizionali
AVATARA
di Vishnu sono: il
pesce, la tartaruga, il cinghiale, l'uomo leone, il nano, Rama dalla
scure o asse, l'affascinante, il Buddha e Kalki, il cavallo bianco.
Rama
, avatar di Vishnu.
La
discesa degli avatara avviene, particolarmente, in tempi di crisi, per
richiamare il mondo all'ordine.
Così è ricostruita, in particolare,
la missione di
Krishna
, avatar
di Vishnu: con la precisazione, però, che Vishnu non scende nel mondo da solo e lo accompagnano «incarnazioni» di altre divinità,
in particolare una dea, emanazione di un potere femminile (SHAKTI) che comincia a
essere considerato come essenziale all'opera cosmica della Trimurti composta da Vishnu, Shiva e Brahma.
Si tratta di Mahadeva, la Dea Madre.
Il Shaktismo vede il
potere divino creatore e plasmatore dell'universo come una realtà intermediaria
che si colloca tra la trascendenza di Dio e la natura. Questo
potere, Shakti, è personificato
e assume il volto femminile di Dio, ne costituisce la complementarietà, è la moglie del Dio.
Per questo gli dèi hanno sempre una moglie.
Polarità e unità si compongono e impediscono in qualche modo di cadere
nel dualismo o nel monismo.
SHAKTISMO
L'importanza della divinità si riflette nel successo del movimento tantrico che, con radici precedenti (e forse con influenze pre-vediche), si sviluppa
a partire dal IV secolo d.C. e penetra non solo nell'induismo, ma anche
nel buddhismo e nel giainismo (considerati sistemi
filosofici nastika, ovvero eterodossi).
Khrisna
![](themag~1.jpg)
Il tantrismo critica il tradizionale sistema brahmanico (i suoi adepti vengono da tutte le caste, i maestri sono spesso di casta inferiore) e considera il corpo non un
ostacolo, ma il principale veicolo della liberazione.
Più tardi c'è una vigorosa ripresa dell'ortodossia innista (astika) vedica, promossa da Adi Shankara (c.788-c.820), all'origine di un grande
movimento riformatore e codificatore degli ordini monastici.
Shankara non è il fondatore, ma il principale promotore dell'
Advaita
Vedanta
, una corrente «non dualistica» che
insiste sull'importanza di considerare il mondo come illusione (MAYA).
Tutto è illusione - compreso Dio, se lo si identifica con le sue qualità
(saguna) - e tutto deve essere trasceso per sperimentare la FURA, unità fra il sé e Brahman, che è l'Assoluto «senza qualità»
(nirguna).
Nonostante l'aspirazione a riconciliare tutte le correnti dell'induismo,
l'Advaíta Vedanta si pone in oggettivo contrasto con le varie forme
di devozione bhakti che continuano
a fiorire e che a partire dall'XI e XII secolo corrono parallele alla
formazione dei sampradaya («tradizioni»,
o «sette».
Un'espressione questa che tra gli studiosi dell'induismo
non ha un significato negativo, ma identifica i gruppi che onorano in
particolare una specifica divinità oppure seguono gli insegnamenti di
un particolare maestro .
Tra i maestri più importanti dell'induismo delle sampradaya vanno segnalati
Ramanuja
, tra l' XI e il XII secolo, e - molto
più tardi, in Bengala, Krishna Mahaprabhu Chaitanya (1486-1533), fondatore
della «setta» GaudiyaVaishnava,
alle origini dei moderni
Hare Krishna
e di diversi altri movimenti contemporanei.
Contemporanei di Chaitanya
nell'India occidentale e settentrionale sono maestri che si definiscono
per il loro rapporto con l'Islam, o di tipo polemico o - al contrario
- sincretistico, come nei casi di
Kabir
(1440-1518) e
Nanak
, quest'ultimo
all'origine della religione
sikh
,
che nasce precisamente dall'incontro fra Islam e induismo.
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