Corso di Religione

LA RIVELAZIONE



SAPIENZA RELIGIOSA E TESTI SACRI
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La Sapienza delle religioni. Nel senso comune la Rivelazione  è percepita come qualcosa di segreto , inconoscibile, che viene comunicato dagli dèi agli uomini. Questo aspetto della rivelazione è comunemente chiamato Sapienza , parola che viene dal latino sapio che indica il sapore-senso delle cose.

Tutti i popoli antichi hanno tramandato la conoscenza che viene dalle Rivelazioni come Sapienza

Attraverso la Rivelazione, eventi in cui si rivela l'azione di uno Spirito sovrumano , gli uomini hanno scoperto  significati del mondo e di se stessi , hanno trovato risposte alle domande fondamentali della vita .
La sapienza religiosa[ Luciano Baccari- La rivelazione nelle religioni ]

" .. Nella fenomenologia religiosa infatti la religione appare come il luogo della consapevolezza dei significati che qualificano l'esistenza umana come " propriamente umana" in tutta la sua intierezza.


..essa... attesta che l'uomo non si sentirebbe a suo agio nel suo mondo se non gli fossero assicurati alcuni significati esistenziali. Si chiama rivelazione l'assicurazione di questi significati.
Essi sono i significati primi o fondamentali dell'esistenza e costituiscono gli oggetti specifici della rivelazione religiosa .

...Il limite umano, rilevato dalla religione - il bisogno di rivelazione- , è perciò il massimo dei limiti e come tale provoca i più forti e profondi disagi esistenziali. ...La rivelazione dunque verrebbe a soddisfare un bisogno esistenziale ineludibile e a procurare , di conseguenza, pace o quiete.


Nel contesto culturale greco, indubbiamente religioso, compare nella riflessione filosofica di Platone una testimonianza particolarmente preziosa, sia per la chiarezza con la quale viene espressa e sia per il peso culturale dello stesso filosofo.

..Ciò ...maggiormente interessa è la sua testimonianza di filosofo che, giunto al limite dei suoi procedimenti critici, senza avere ancora soddisfatto le sue esigenze di conoscenza, sente una spinta esistenziale alla speranza che le sue attese possano venire soddisfatte per via inversa, per un procedimento, ciaè, non autonomamente praticabile dalle facoltà umane.

Nel Fedone, il celebre dialogo dove Socrate espone ai suoi amici le ragioni della sua tranquillità nell'imminenza della morte — precisamen te, la teoria dell'eternità dell'anima e del suo destino — il filosofo scrittore fa dire a Simmia, uno degli interlocutori:

«Infatti, o Socrate, io penso come te, che cioè, avere una chiara conoscenza di tale questione in questa vita, o è impossibile o è molto difficile, ma che, d'altra parte, il non mettere a prova in tutte le maniere le cose che si dicono al riguardo e il desistere prima che sia esaurito l'esame sotto ogni aspetto, è da uomo veramente vile. Infatti, trattandosi di questi argomenti, non è possibile se non fare una di queste cose:
- o apprendere da altri come stiano le co se,
- oppure scoprirlo da se stessi;
- ovvero, se ciò è impossibile accettare, fra i ragionamenti umani, quello migliore e meno facile da confutare, e su quello, come su una zattera, affrontare il rischio della traversata del mare della vita: a meno che non si possa fare il viaggio in modo più sicuro e con minor rischio su più solida nave, cioè
affidandosi a una rivelazione divina (ηλογου  θειου τινος)

Il valore di questa testimonianza sta nel riconoscimento esplicito della precarietà dell'esistenza umana, condotta con i mezzi della conoscenza ordinaria, e nella certezza di un possibile aiuto proveniente da un mondo non umano, ma comunicante con l'umano.

Il punto essenziale, in cui si inserisce e si comprende l'importanza della rivelazione, è la credenza nell'esistenza di cose che stanno al di là dell'ambito umano e nella possibilità di acquisirne conoscenza, mediante forze di comunicazione extra-umane!


La testimonianza platonica deve essere giudicata nell'ambito di quella cultura greca, dove nella distinzione di due mondi diversi si afferma anche la possibilità-necessità della loro comunicazione. È tuttavia una testimonianza filosofica nella cultura occidentale, perché proviene da un pensiero che razionalmente distingue due aree di sapere, delle quali una è ritenuta ordinariamente accessibile o naturale, l'altra è considerata divina o di accessibilità solo gratuita .

... La conoscenza che viene dalle Rivelazioni è una conoscenza che l ’uomo riceve come una soggettività nuova : una conoscenza cioè che è anche autoconoscenza  , conoscenza di sè nella relazione con il mondo, con se stesso, con il divino. 
Questa autoconoscenza non c’è nella natura umana, non è un deposito naturale, così come non è un prodotto umano, non è il risultato degli sforzi conoscitivi dell'uomo, ma viene im-partita dalle divinità : l’uomo ne ha parte .
Greci

Nella cultura greca  classica troviamo la religione olimpica (dell'Olimpo), ben attestata in Omero ed Esiodo, in cui ci sono tre forme di comunicazione della sapienza divina (sapere assoluto) all'uomo

1.     la forma Dionisiaca: la sapienza sta dentro Dioniso e non può uscire da lui, per averla bisogna entrare in lui e farne l'esperienza,ciò è possibile solo agli entusiasti (en-theos-mos), gli iniziati al rito orgiastico.Dioniso induce gli uomini alla follia ed è lui stesso folle.

2.     la forma Apollinea: la sua sapienza è comunicabile in parole nella divinazione. Apollo suscita la follia nel divinatore, ma lui è lontano e la parola che da lui proviene pronunciata dal divinatore necessita di un interprete che la muti in logos ,discorso umano.


Le Pizie del dio Apollo erano un esempio conosciuto di estasi cultuale divinatoria.
La Pizia Dava responsi a suoi interlocutori durante stati di estasi. Apollo era il dio della rivelazione oracolare ed aveva il suo santuario a Delfi sopra la voragine dove Apollo aveva sconfitto e precipitato il pitone malefico.

Al fondo della voragine scorreva il fiume Cassotis dalle cui acque provenivano vapori che provocavano l’estasi della Pizia, giovane vergine scelta tra le donne di buona famiglia.Essa sedeva su un tripode posto sulla voragine.

Nell’estasi essa pronunciava parole più o meno chiare che alcuni sacerdoti traducevano in responsi, oracoli.Da una Pizia, consultata una volta all’inizio di ogni anno si passò a più Pizie che lavoravano a turno.

3.      La terza forma è quella del rito annuale di fine estate ad Eleusi, la festa della conoscenza chiara, univoca. E' ciò che possedeva lo storico Ferecide di Siro, la sapienza noetica.

Esempio di estasi cultuale iniziatica che troviamo nei misteri Eleusini: si trattava di passare da uno stato di esistenza ad uno nuovo. Ad Eleusi si trovava il santuario di Demetra e Kore.Qui si recavano i maschi per essere iniziati al mondo degli dèi attraverso una esperienza estatica. Pindaro,fr.137- "felice chi entra sotto la terra dopo aver visto queste cose:conosce la fine della vita,conosce anche il principio dato da Zeus."

E qui è ancora Dioniso che manifesta tutta la sua potenza in una esperienza di festa in cui come dicono Platone ed Aristotele (simposio,210-211&sulla filos.fr.11) il bello non appare come un discorso, una conoscenza, un volto, ma apparirà per se stesso e la capacità intuitiva subisce una folgorazione noetica. E' l'enigma della sapienza divina che mentre si fa chiara(Apollo), si nasconde(Dioniso).

Alla base della cultura e del sapere greco c'è una rivelazione dionisiaco-apollinea. 
Solone attesta che a Cnosso viveva Epimenide, vero sapiente che possedeva la sapienza nella forma dionisiaca e nella forma Apollinea. Di lui si diceva che vivesse con gli dèi perchè dopo un periodo di vita ascetica entrò in una forma letargica di possessione da parte del dio Dioniso-Apollo e in tale stato fu visitato dagli dèi in forma di sogni. In uno di questi sogni egli aveva incontrato una dea sconosciuta: aletheia (=verità').

Egli poteva comunicare le rivelazioni private attraverso i miti e l'invenzione poetica.
Questa visione , ora privilegio di un sol uomo, dice Solone, una volta era comune a tutti. La stessa cosa testimonia Massimo di Tiro: 10,1.Tutta la filosofia greca ha le sue radici in questa sapienza, un sapere rivelato.


La Rivelazione greca è Sapienza, prerogativa esclusiva degli dèi, i quali però possono farne partecipi gli uomini, quando vogliono andare loro incontro nelle difficoltà esistenziali. Per il dono di questa partecipazione gli uomini sono chiamati sapienti, ma anche poeti per il dono di trasmettere la sapienza.

Etruschi e Romani

Per quanto riguarda la religione etrusca, che noi conosciamo attraverso la letteratura latina, Cicerone riporta un racconto di rivelazione a Tarquinia da parte di un genio, Tagete, nipote di Giove. Altra figura che portava il messaggio divino agli uomini è la ninfa o sibilla Vegoia.

I latini parlano di libri etruschi che contenevano le diverse rivelazioni prodotte attraverso l'arte mantica ( della divinazione).
Della religione propria dei popoli romani abbiamo poche testimonianze. Interessante è la testimonianza di Plutarco (Vita di Numa) che fa risalire la cultura romana ad una rivelazione da parte della ninfa Egeria ad un tale Numa, sacerdote nativo di Curi. Questi scrisse tutto su libri che furono sepolti con l'autore, poi disseppelliti e bruciati per non fare sacrilegio divulgandoli.

Indù
Ciò che gli induisti chiamano Rivelazione è un compendio di inni (MANTRA), riti (BRAMANA) , trattati silvestri (ARANYAKA) , speculazioni filosofiche (UPANISHAD) e un insieme di verità o valori riguardanti la suprema realtà, l'uomo,l'universo e le loro reciproche relazioni  nella vita e nell'esistenza, i VEDA (1500-1000 a.C.).
I Veda non sono solo ispirati, ma rivelati, e non c'è rivelazione al di fuori delle scritture. La rivelazione è data agli uomini ...«perchè possano conoscere la via che conduce dal nonessere all’essere,dalle tenebre alla luce, dalla morte all’immortalità...» (Bradaranyaka Upanishad,III Brahmana,28) .Questi libri sono SRUTI=rivelati.

Nell'induismo, Rivelazione è Scrittura, data a dei vati o veggenti (gli Rsi ) in una intuizione speciale, miracolosa. 
L'intuizione è un dono del divino che manifesta se stesso nella coscienza dello RSI come esperienza mistica. E' dono divino e atto umano di apertura. Attraverso la ripetizione meditativa e cultuale del suo MANTRA (ad es. OM), la divinità (ISVARA o Brahman) appare nella veglia o nel sogno al RSI. La coscienza divina si apre e viene riflessa nella coscienza umana come alla sua propria coscienza, ma limitatatmente al modo umano di recepire.

Non c'è più differenza tra coscienza divina e individuale (Brahman e Atman), ma differenza di pienezza di presenza. Il veggente è posto da questa esperienza (ADVAITA=non duale) in una nuova posizione perchè può esprimere linguisticamente la coscienza divina , i libri Veda appunto.

La Rivelazione è indiscutibile, non si può fare una teologia della Rivelazione,tre scuole ortodosse hanno però fatto un minimo di riflessione.Tra queste i Vedanta, la scuola ultraortodossa, le Upanishad, etc. ..".


La sapienza di Dio rivelata
Islam

Nell’islam Abramo intuisce Dio osservando la natura. Nel Corano ci sono le prove vere e false della esistenza di Dio intuibile osservando la natura. Il Corano è la precisa parola di Allah discesa dal Cielo agli uomini per mezzo dell’angelo Gabriele per l’esito felice della loro vita. E' Rivelazione di Dio nella sua Parola. Il Corano non può essere nè commentato nè interpretato, nè tradotto.

Cristiani

Nel  cristianesimo Gesù si manifesta come la Rivelazione divina in Persona. Gesù è la Parola divina, la Sapienza divina incarnata.

Giov 14,9 Chi ha visto me ha visto il Padre.
Mat 11,27 Tutto mi è stato dato dal Padre mio; nessuno conosce il Figlio se non il Padre, e nessuno conosce il Padre se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare.
Giov 6,45 Sta scritto nei profeti: E tutti saranno ammaestrati da Dio. Chiunque ha udito il Padre e ha imparato da lui, viene a me.
Giov 6,35 «Io sono il pane della Vita; chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete.


I testi sacri delle religioni Le rivelazioni, propriamente , sono i miracoli ed i prodigi ed insieme le parole degli intermediari che ne disvelano autori e significati.

Senza l'intermediario che comunica con i mondi degli dèi il miracolo ed il prodigio rimangono fatti incomprensibili : attraverso gli intermediari, sciamani, profeti, sibille, veggenti, etc ,  gli dèi annunciano il miracolo, o lo promettono , ne rivendicano la paternità, donano istruzioni, comandi, orientano gli uomini alla giusta relazione con loro.

Le parole degli intermediari sono essenziali per costituire una Rivelazione : costituiscono la testimonianza e l'interpretazione autorevole degli eventi miracolosi . Queste parole sono state raccolte e trasmesse lungo le generazioni delle comunità religiose costituendo le Tradizioni .

Insieme alle parole degli intermediari le tradizioni religiose comprendono anche le parole dei dei sapienti che hanno contemplato le rivelazioni e ne hanno tratto nuovi significati nascosti. Le tradizioni , prima orali , sono diventate scritte ed hanno costituito la fonte dei Testi Sacri delle Religioni.
I testi sacri delle religioni contengono la Rivelazione o le rivelazioni sulle quali si fondano ed anche tutti i significati ulteriori che i sapienti delle comunità religiose, lungo i secoli, hanno scoperto.

Il Canone sacro e Apocrifi Tutte le religioni custodiscono molti scritti sulle Rivelazioni da cui originano. Le comunità religiose si sono sempre preoccupate di tramandare solo testi autentici relativi ai fatti di rivelazione : alcuni testi sono stati considerati essenziali per comprendere la Rivelazione e sufficienti per interpretare eventi successivi ; questi testi sono stati considerati normativi per la Religione e costituiscono il Canone ( norma) di quella Religione.

Esiste perciò un canone taoista, un canone buddista,un  canone induista, un  canone ebraico, un  canone cristiano ,etc. La Bibbia cristiana è il canone, la norma per la fede cristiana: contiene tutte le parole autentiche, autorevoli ed essenziali per comprendere l'evento Gesù ; ogni altro evento va interpretato con quelle parole, cioè con i testi del canone cristiano.

A volte le comunità religiose si dividono ( scisma ) ed ognuna adotta un proprio canone per cui nella stessa religione si possono trovare più canoni a seconda delle diverse comunità ( o confessioni ) di quella religione.

Altri testi, seppur considerati importanti sono stati esclusi dal canone e non sono considerati normativi per la Religione. Vengono identificati come Testi apocrifi.



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