Corso di Religione

Taoismo

La Religione. L'immortalismo.
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La dottrina dell'Immortalismo L'espressione " Tradizione della Magia e dell'immortalità" viene usata per la prima volta nel Registro degli Storici. Vi si dice che Song Wuji, Zheng Boqiao, Chong Shang and Mu Mengao della Regione dello Yan erano Maestri di Magìa e Immortalità in quanto trasformavano i propri corpi con poteri soprannaturali.

Tra il 475 e il 221 a.C. i Maghi della regione dello Yan-Ki combinarono la dottrina dell'immortalità e delle arti magiche con la filosofia dei 5 elementi di Zhou dando forma alla Tradizione della Magia e dell'immortalità che ebbe successo presso le classi elevate degli stati dello Yan e del Ki , particolarmente afflitti dalla paura della morte. Attraverso questa tradizione i discepoli dovevano esercitare le pratiche che trasformano il corpo utilizzando poteri soprannaturali e raggiungere una vita immortale.

L'aspetto magico si riferisce alle " formule " per l'immortalità. I governanti , soprattutto nell'epoca delle dinastie Wu e Han, come Wei , Xuan , Zhao, furono talmente influenzati da questa dottrina che inviavano i maghi " aldilà del mare", in terre lontane , alla ricerca degli immortali per farsi dare da loro l'"elisir di lunga vita". Nessuno mai lo riportò ma gli Imperatori continuarono ad inviarli per molti anni .

Chang Tao Ling,il primo Papa taoista , nacque sotto il regno di Kuang Wu verso il 35 d.C.
Chang visse sulle montagne orientali della Cina praticando l'alchimia e diceva di aver ricevuto dalle mani di Lao Tzu un trattato mistico che gli rese possibile il completamento della formula dell' Elisir di Lunga Vita.

I Maestri di Magìa e Immortalità , come Song Wuji, Zheng Boqiao, Xu Fu, Lu Sheng, Li Shaojun, Li Shaoweng, Le Da, Gong Sunqing, etc. vengono ricordati come " gli immortalisti" , coloro che hanno diffuso la fede nell'immortalità Questa dottrina entrò come fonte importante nella Tradizione Taoista . Integratasi con le filosofie dell' Iimperatore Giallo e di Laozi , gradualmente si evolvette nella tradizione HuangLao.

L’alchimia cinese

Ling, si traduce spirito, intelligenza, divino; eccellente, e indica qualsiasi cosa sia pertinente ai defunti. Il carattere cinese Ling è composto da (dall'alto in basso): pioggia, tre bocche, sciamana/o/e/i. Invocazione corale che produce un effetto tangibile (la pioggia)?
Ling o anche linghun si usa per le anime dei trapassati, forme eteree che conservano però un certo grado di "forma e nome" (alla buddista namarupa primo anello della catena all'esistenza 'concreta'), ma si usa anche per indicare la capacità e possibilità di comunicare con le altre dimensioni: per dire se un oracolo è preciso ci si chiede "è ling o non è ling?"
Nel Da Ya Lingtai Zhuan si dice:
"la chiara essenza dello Shen è chiamato Ling".
Nel Da Dai Li Ji si dice:
"il Jingqi dello Yang è detto Shen, il Jingqi dello Yin e' detto Ling".
Nel Guang Yun , Ling indica la fortuna.
Il Ling sembra essere una manifestazione, una forma dello Shen: mentre lo Shen è una forza completa e indescrivibile, in continua espansione, il Ling tende a concentrarsi e a realizzare una sorta di “presa di forma” dello Shen. Il Maestro Li Xiaoming afferma: "lo Shen è la radice, Ling è la funzione". I cinesi antichi impararono ad utilizzare erbe medicinali per promuovere e preservare la vitalità. Si sviluppò in modo particolare l’alchimia che fu suddivisa in: Alchimia Esteriore (Wai Tan) che veniva utilizzata per realizzare droghe, elisir e medicinali destinati soprattutto a prolungare la vita umana e Alchimia Interiore (Nei Tan) che utilizzava tecniche di meditazione e di respirazione durante le quali si pensava che l'Essenza (Ching, in pratica l'energia sessuale e l'energia ottenuta dalla digestione dei cibi e che è rappresentata da alcuni liquidi che circolano nel corpo umano), venisse raffinata nel Tan T'ien, tramite la respirazione, in Energia Interna (Ch'i) e che questa a sua volta venisse raffinata in Energia Spirituale o Mentale (Shen).

Esistono anche ricerche alchemiche nel taoismo il cui fine è di riprodurre una pillola dell'immortalità (come l’elisir di lunga vita ), dosando in debita percentuale due ingredienti dalle virtù straordinarie: il cinabro e l'oro. Il tenace impegno a perseguire la trasformazione dei metalli, nella speranza di poter rendere l'oro assimilabile dall'organismo umano, partiva dalla tradizionale teoria sui cinque elementi fondamentali della realtà (acqua, fuoco, terra, metallo e legno). In analogi a questa alchimia “esterna” si parla di una alchimia “interna” come trasformazione interiore che produce la metaformosi in “immortale”.
Il corpo umano, la materia , puo’ sublimarsi , “spiritualizzarsi” fino al punto da diventare pura luce spirituale, Ling. Ling è quella facoltà attraverso cui lo Spirito immateriale può agire sul mondo materiale e al tempo stesso rappresenta la sublimazione quintessenziale della materia che può arrivare a costituire un 'corpo di pura luce spirituale' (ling guang) , immortale. Questo corpo di pura luce spirituale viene a crearsi come un embrione immortale attraverso il quale si può "viaggiare" attraverso i Cieli.
Diete Anche le diete sono importanti: bisogna evitare cibi e bevande nocivi (vino, carni e alcuni tipi di cereali) e nutrirsi invece di sostanze benefiche. Si tratta, quindi, di nutrire e non indebolire le componenti positive ed evitare di alimentare le eventuali forze o spiriti negativi con cibi tossici.

Il Ki (o Chi o Qui)
Nell’universo circolano energie come delle correnti e il QI (o Ki o Chi) è l'Energia vitale del Tao che vibra, pulsa e circola nelle cose. Essa non puo’ essere vista ma puo’ essere sentita intuitivamente. Ne esistono 3 tipi:
- ki del cielo : più raffinato è coscienza o spirito ( shen ).
- ki della terra : Meno raffinato , come aria rarefatta , respiro .
Il soffio del vento è il respiro della terra, il ki del paesaggio che scorre su alberi e montagne e produce un suono. Essendo il paesaggio mutevole il vento-ki fa percorsi diversi , esperienze diverse. Entrando nell’uomo come respiro che scorre attraverso la gola produce le diverse opinioni umane.
- ki degli umani è ki solidificato (congelato) . Esso è JING , come una forma grezza che include liquidi sessuali e energia psichichica ad essi correlata. Nell’uomo il ki circola attraverso “canali” ed insieme al sangue nutre gli organi vitali e regola il flusso yin-yang determinando il suo stato di salute materiale-spirituale. Questi principi sono la base della medicina cinese e della agopuntura cinese.

«...Il Grande Vuoto non può consistere che nel Ch’i, etere,campo energetico. Questo Ch’i non può che condensarsi per dar 2forma a tutte le cose ;queste cose non possono che rarefarsi per dar luogo ancora una volta al Grande Vuoto...quando il ch’i si condensa ci appare come cosa visibile e allora ci sono le forme .Quando si rarefà, la sua visibilità si annulla e allora non ci sono forme.Durante la sua condensazione non si può dire che essa è solo temporanea?..ma quando si rarefa si può dire affrettatamente che allora non esiste?...
«La misura della virtualità del Vuoto proviene dal Tao. Il Tao è un essere oscuro e chiaro.Nella sua oscurità è luminoso per chè al suo interno è la Forma. Nella sua luminosità è oscuro, perchè al suo interno sono gli esseri. Profondo e segreto, al suo interno è l’essenza più fine, la quale essenza è molto reale, è vera. Il suo nome non cambia dalla più remota antichità. E’ considerato il Padre di ogni essere. 1,21.»
(Chang-tsai )

KI è il campo cosmico vitale, l’energia universale che circola nella natura (quindi anche nel corpo umano). KI è una specie di Vuoto-Campo energetico che si condensa e rarefa ritmicamente producendo tutte le forme che a loro volta si dissolvono nel Vuoto. Il Chi è l'energia o la forza naturale che permea e dinamizza l'universo. Il Chi può essere sentito, ma non può essere visto. Quando il Chi o un campo energetico perde il suo bilanciamento, esso si organizza per ristabilirlo. Ogni individuo ha il suo campo energetico il quale è sempre in movimento per potersi equilibrare.  Quando la vita di un individuo perde il proprio bilanciamento sopraggiunge la malattia, la morte e la decomposizione. Si capisce quindi che tutte le cose della natura, uomo incluso, crescono assieme e sono influenzate dai cicli naturali della terra e del cielo  per mezzo del Chi. Poiché facciamo parte della natura (Tao) dobbiamo comprendere questa nostra appartenenza per adattarci, se necessario, ai cicli naturali.

Taichiquan
2Ki Kung ( Qi Gong) è un antico sistema di respirazione profonda.  Risale alla Cina di 3000 anni fa.  Già per Laozi la santità non può prescindere da una possente vitalità.

Il Tao cosmico non è altro che la vita e ogni essere trova in lui la sorgente e il nutrimento per la propria esistenza individuale. La persona che riesce a unire il "principio vitale" (qi) del proprio essere con il qi del l'universo, può evitare il decadimento e la morte fisica e vivere in eterno. Secondo Laozi, il principio vitale viene coltivato con il "non agire" (wuwei); per raggiungere lo stesso fine, il taoismo religioso elabora svariati metodi e tecniche di coltivazione fisica e spirituale.

Queste pratiche tendono a restituire al corpo umano lo stato di purezza che ha smarrito, trasformando gli elementi caduchi del nostro organismo in una sostanza immortale. Chi fosse riuscito a conseguire una simile metamorfosi sarebbe diventato un "immortale" (xian), un "santo" (shengren), un "uomo vero" (zhenren) e avrebbe realizzato l'unità tra Tao e individuo, tra Tao e natura. Una prima serie di pratiche riguarda varie tecniche di respirazione, nonché ginnastiche e massaggi come coadiuvanti. Si può parlare, in questo caso, di yoga cinese.  2Questi metodi partono dall'idea che gli organi dell'uomo sono in comunicazione con il mondo esterno, ma soltanto una comunicazione con il soffio (qí) cosmico è vivificatrice. 

Si tratta di assorbirlo e farlo circolare in modo armonioso, così che il corpo umano, sia nella sua dimensione fisica che psichica, venga nutrito nei suoi elementi costitutivi e giunga alla piena integrazione con il corpo cosmico.  Accanto alle tecniche respiratorie esistono ricerche alchemiche il cui fine è di riprodurre una pillola dell'immortalità, dosando in debita percentuale due ingredienti dalle virtù straordinarie: il cinabro e l'oro. 

Anche le diete sono importanti: bisogna evitare cibi e bevande nocivi (vino, carni e alcuni tipi di cereali) e nutrirsi invece di sostanze benefiche.  Anche queste pratiche, come quelle respiratorie, si basano su concezioni di anatomia e fisiologia che descrivono l'organismo umano in modo complesso e dettagliato, dove ogni parte del corpo in comunione con elementi del cosmo e con forze spirituali. Si tratta, quindi, di nutrire e non indebolire le componenti positive ed evitare di alimentare le eventuali forze o spiriti negativi.

Le pratiche contemplative, diffuse tra i taoisti, si prefiggono di concentrare la visione interiore sugli spiriti che abitano il  corpo umano e che sono identici al soffio (qi) dell'universo. La meditazione consente, inoltre, di entrare in rapporto con quelle divinità che abitano il macrocosmo e che sono presenti anche nel corpo, in quanto riproduzione del mondo esterno. Stabilito il contatto, si può farle penetrare nel corpo, al quale conferiscono ulteriore apporto di vita.  Di nuovo il fine è di «trasferirsi» e rivivere nel Tao, riaffondando nell'unità originaria. Nel corpo umano il Chi è considerato una specie di messaggio non separabile dal suo conduttore o supporto.  Il conduttore è la materia e il messaggio è l'energia vitale.

Il Chi Kung, il cui significato è: "lavoro per aumentare l'energia vitale" è parte indissolubile del patrimonio culturale della Cina, è un'arte la cui pratica migliora la salute e rinforza il corpo. Essa gioca un ruolo attivo nel prevenire e trattare molte malattie e nel ritardare l'invecchiamento. Oltre a questo, se abbinato a speciali tecniche del corpo, permette lo sviluppo e l'utilizzo dell'energia vitale nelle arti marziali.
  Nella teoria taoista il corpo umano è considerato come un sistema di energie costituito da correnti di  energia vitale e sangue.

Lo scorrere del qi all'interno del corpo si ritiene sia strettamente correlato alle correnti di energia vitale all'interno del paesaggio. Il qi nel corpo è inoltre soggetto a cambiamenti analoghi a quelli che subiscono le forze che agiscono nel tempo atmosferico. Il qi solidificato e congelato è chiamato jing o essenza seminale.  Le forine grezze di jing includono i fluidi sessuali, ma il termina  jing  si riferisce anche a un'indefinibile energia sessuale, equivalente emotivo e psicologico di queste sostanze. 2Nella sua forma più raffinata, il qi è aria rarefatta o respiro. Il  qi ancor più purificato è  shen , spirito o coscienza.  Nel pensiero taoista vi è uno stretto collegamento fra corpo, mente e ambiente, e da questo presupposto si svilupparono le numerose pratiche mediche e discipline psicofisiche. La pratica del Chi Kung deriva dall'osservazione dell'universo e dalla comprensione del modo nel quale l'energia alimenta e sostiene l'universo stesso. Attraverso lo studio del Chi  si e' capito il bilanciamento tra le forze primordiali Yin e quelle Yang dell'universo.  

Secondo i principi della teoria medica cinese il Chi o corpo energetico e' considerato Yin, mentre il corpo fisico e' considerato Yang. . L'aspetto Yin del corpo é relazionato al pensiero, all'anima, allo spirito, mentre l'aspetto Yang è utilizzato per esprimere le decisioni o le pulsioni della parte Yin. Nessuna delle due parti può sopravvivere da sola, nè potrebbe esistere senza l'opposto che la complementa. I poli contrari devono necessariamente bilanciarsi e coordinarsi tra loro per permettere alla vita di manifestarsi. I meridiani sono i canali invisibili che trasmettono il sangue e il qi attraverso il corpo. Essi nutrono gli organi vitali e regolano il flusso dello yin e dello yiang . Il Chi, l'energia, è la fonte non visibile della vita: le azioni e l'esistenza stessa del corpo fisico sono le sue manifestazioni. Quando lo Yin è forte, anche le manifestazioni dello Yang possono essere forti.

Quando lo Yin è debole o troppo forte, il rapporto Yin e Yang si sbilancia e insorge una malattia. Per questa ragione lo scopo primario della medicina cinese e quindi del Chi Kung é quello di mantenere un corretto bilanciamento dello Yin e dello Yang. Poiché facciamo parte della natura (Tao) dobbiamo comprendere questa nostra appartenenza per adattarci, se necessario, ai cicli naturali. Studiando e praticando il Chi Kung s'impara a proteggersi dalle influenze negative della natura, a rinforzare la circolazione energetica e a rallentare la degenerazione del corpo acquisendo così non solo una buona salute ma anche una vita più lunga e più serena.

La parola Kung è spesso usata per definire energia-lavoro e tempo. Qualunque studio, pratica o allenamento che richieda molta energia e molto tempo per essere assimilato si definisce in Cina "Kung Fu". Il termine può essere applicato a non importa quale abilità se per acquisirla è richiesto molto tempo molta energia e molta pazienza. Per cui il termine Chi Kung descrive qualunque tipo d'allenamento, lavoro studio che abbia a che fare con il Chi e che necessiti di molto tempo e di grande sforzo.

Descriviamo ora alcune  sequenze .
-Aiutare a sentire e capire il Chi. 
-Imparare a guidare il Chi negli arti.
Quando si sarà regolato il corpo, il respiro e la mente si comincerà a guidare il Chi dagli arti al Tan Tien inferiore quando si inspira e dal Tan Tien inferiore agli arti quando si espira. 
Questa pratica insegnerà ad usare l'intenzione (yi) per trasportare il Chi. Questo punto è d'importanza fondamentale per una corretta pratica .

Un'altra delle funzioni della sequenza è quella di 
-aprire i 12 canali principali. 
Dopo aver praticato per un periodo abbastanza lungo ci si rende conto dell'aumento del flusso energetico. Un  beneficio indiretto è rappresentato dal progressivo rilassamento dei muscoli e di altri tessuti, in particolare di quelli che sono attorno agli organi interni.  Questo rilassamento rimuove il Chi stagnante dentro ed attorno agli organi liberandoli e preparandoli a ricevere il nuovo nutrimento energetico.
- agopuntura (ricreare l’armonia del ki nel suo fluire nel corpo umano)
-arti marziali (concentrarsi-coltivare l’armonia di corpo-mente-spirito; evitare i conflitti)
-geomanzia = feng-shui (l’arte di utilizzare favorevolmente il KI nelle abitazioni e negli edifici in genere)

LA MEDICINA CINESE La medicina cinese ha origine in epoca arcaica. Shennong, celebrato come l'inventore della farmacopea e venerato da numerose generazioni di cinesi, sarebbe, secondo i documenti storici, vissuto 6 000 anni fa, in un periodo dei primi sviluppi della medicina tradizionale cinese. Più tardi, nel corso delle dinastie Xia, Shang, Zhou e dei periodi delle Primavere e degli Autunni e dei Regni Combattenti, l'esperienza si consolidò attraverso una lunga pratica.

La prima opera teorica di medicina tradizionale, il Huangdi Neijing (il Classico della medicina interna dell'Imperatore Giallo) apparve durante il periodo dei Regni Combattenti (470-221 a.C.), segnando il completamento di un sistema teorico originale della medicina cinese. Ancora oggi, quest'opera è considerata come una base teorica guida della medicina cinese.Il "Classico delle erbe di Shennong", antecedente alle dinastie Qin e Han, riassume esperienze relative all'uso delle erbe medicinali da parte della popolazione e descrive 365 varietà di piante medicinali, classificate in tre categorie secondo la loro capacità curativa e la loro tossicità.

Quest'opera rimane il più antico trattato di farmacopea mai scoperto in Cina. Nel corso del suo lungo sviluppo, la medicina tradizionale cinese ha dato origine ad un sistema di principi e concetti con caratteristiche tipiche della cultura tradizionale cinese. Innanzitutto, la medicina tradizionale crede che « l'uomo è ciò che c'è di più importante e il suo valore supera tutto il resto ». Essa sottolinea l'importanza dell'etica professionale, consistente nel « curare i malati e salvare i morenti ». In secondo luogo, la medicina tradizionale mette l'accento sulla prevenzione, insistendo sul fatto che gli sforzi devono essere consacrati a mantenere una buona salute attraverso un'alimentazione ricca nonché attraverso la prevenzione dell'invecchiamento e della malattia.

Terzo punto, la teoria della medicina tradizionale cinese considera che l'ambiente sociale e naturale, come il corpo e lo spirito umano, formino un tutt'uno, si influenzino mutualmente, siano connessi tra loro e interdipendenti. Allo stesso modo, il corpo umano è un tutto organico composto da diversi organi, parti e sistemi differenti che sono interdipendenti e si influenzano reciprocamente. Sulla base di questa teoria, i medici cinesi hanno tentato di diagnosticare e giudicare lo stato di salute dei loro pazienti cercando le interrelazioni tra l'uomo e la natura, tra l'uomo e la società, tra il corpo e la psiche, tra le differenti parti del corpo. Quarto punto, nell'opinione dei medici cinesi, i due aspetti yin e yang esistono nel corpo umano e funzionano in maniera interdipendente. L'equilibrio dello yin e dello yang è la condizione basilare per il mantenimento di una buona salute. Se tale equilibrio è perturbato, il corpo s'indebolisce e può sopraggiungere la malattia. Per questo motivo, la medicina tradizionale dedica una particolare attenzione al mantenimento di un giusto equilibrio tra yin e yang.

Infine, la medicina tradizionale cinese ritiene che esista nel corpo umano, nel corso di tutta la vita, una serie di flussi naturali, chiamati  « flussi ascendenti e discendenti, entranti e uscenti ». Se un ostacolo impedisce la buona circolazione di questi flussi, compaiono delle anomalie e sopraggiunge la malattia. Ed è per questo motivo che la medicina tradizionale cinese dà una grande importanza al concetto di flussi cambianti per guidare la prevenzione e la scelta del trattamento. Nella sua pratica e nei suoi sviluppi nel corso dei millenni, la medicina tradizionale cinese si è costituita in un sistema teorico completo e originale e sono stati concepiti dei metodi di cura efficaci, basati sulle piante medicinali, completati dall'agopuntura, dalla moxa, dai massaggi medici e dalla pratica del qigong (un sistema di esercizi respiratori). Oggi, la medicina cinese ha ottenuto un forte riconoscimento in ragione della sua efficacia e del suo carattere scientifico. La maggior parte dei Cinesi preferisce consultare i medici tradizionali e utilizzare le cure della medicina tradizionale.

La Cina ha fatto sforzi considerevoli per sviluppare la medicina tradizionale e incoraggiare la combinazione  tra la medicina cinese e quella occidentale, che possono coesistere in permanenza, per imparare l'una dall'altra i loro punti cardine ed eliminare quelli deboli, e per cercare il progresso in comune. Attualmente, nel settore della medicina tradizionale lavorano 500.000 persone e gli ospedali specializzati in questa medicina sono 2.500. Ma anche gli ospedali generici e quelli specialistici - in tutto il paese sono oltre un milione - hanno dei servizi di medicina tradizionale. Inoltre, la Cina possiede più di 100 istituzioni di insegnamento superiore e di ricerca di medicina tradizionale. Tali istituti vengono in aiuto ai medici professionali e migliorano continuamente il livello della medicina tradizionale sul piano sia pratico che teorico.

Grazie agli sforzi congiunti di numerosi operatori della medicina tradizionale durante questi ultimi anni, sono comparsi nuovi metodi di cura che associano la medicina cinese e la medicina occidentale, ottenendo risultati notevoli. Con l'influenza crescente di questa forma di medicina e gli scambi frequenti tra la Cina e l'estero, la medicina tradizionale cinese ha conosciuto una diffusione a livello mondiale. Numerose istituzioni di scienze mediche nel mondo intero hanno rivolto grande attenzione alle ricerche della medicina cinese tradizionale e numerosi paesi hanno inaugurato delle cliniche proprio di medicina tradizionale cinese. Ai nostri giorni, i trattamenti caratteristici della medicina tradizionale cinese, come l'agopuntura e la moxa, sono diffusi in un centinaio di paesi. Si può pertanto affermare che la medicina tradizionale cinese è divenuta una parte inalienabile del patrimonio medico-mondiale.

Taiji (Taichi)( Tecnica di lunga vita )
Tecniche di rilassamento e di respirazione eseguite durante una concatenazione di movimenti consentono lo svilupparsi della forza interiore, chiamata Chi ( Ji), che i maestri contrappongono alla forza muscolare, considerata nettamente inferiore e limitata. E' una combinazione di movimenti e di respirazione dinamica che punta alla meditazione .
Il ritorno al "Principio Primo" (=il Tao) si effettua attraverso il "Soffio" che guida il movimento; il pensiero guida ma non interviene, c'è ma non c'è.

Tai Ji Juan- La parola Tai Chi Chuan è composta di tre ideogrammi:

Tai
: significa alto, massimo, estremo
Chi: significa sommità, la trave più alta, polo.
Chuan: si traduce con metodo marziale).

Il Tai Chi Chuan è anche chiamato "Yoga Cinese", in quanto il ritmo eguale e l'estrema lentezza con cui sono ripetuti i movimenti di rara precisione, elastici e leggeri, portano coloro che stanno praticando a uno stato di meditazione.

--- Vi è progresso reale solo tenendo conto di tutti gli aspetti che compongono la vita umana. Esistono leggi che regolano il corpo e leggi che regolano la mente. Prima di occuparsi di questi due piani è indispensabile armonizzare la mente saggia (yi) e quella funzionale (xi). Attraverso il Tai Chi Chuan il praticante può scoprire la sua natura essenziale. Questa scoperta avviene armonizzando il corpo, la mente e il cuore. Quando si previene a questo, il Tai Chi Chuan si eleva a VIA di realizzazione spirituale pur mantenendo all'esterno l'aspetto d'arte marziale. Numerose sono le teorie succedutesi intorno alle origini del Tai Chi Chuan e difficile risulta separare la fantasia dalla realtà. Si narra di un maestro leggendario, vissuto sui monti Wudang, che creò la disciplina fra il XII ed il XV secolo.

-Le storie raccontate attorno a tale personaggio lo descrivono come un girovago ed avventuriero proveniente dalla provincia di Shanxi. Durante i suoi spostamenti sembrerebbe si sia fermato in uno dei villaggi Chen nella provincia di Hena. Fermatosi nel villaggio di Chenjiagou avrebbe insegnato il Tai Chi Chuan ad alcuni componenti della famiglia Chen, ma la storia non racconta però dove egli avesse appreso l'arte del Tai Chi Chuan e da chi l’avesse appresa.

Un’altra ipotesi, che viene oggi considerata come la più accreditata, indica in Chen Wang Ting l’artefice del Tai Chi Chuan, a cavallo dei secoli XVI e XVII. Chen Wang Ting, nato nel villaggio di Chenjiagou tra la fine del periodo Ming e l'inizio di quello Qing, era considerato un uomo di cultura e un guerriero professionista che aveva al proprio comando una guarnigione nella contea di Wen. À con lui che si delinea la prima documentazione storica sulle origini del Tai Chi Chuan.

-Studioso di molte arti da combattimento, trasmise alle Arti Marziali della famiglia l'applicazione dell’energia interna e i metodi della respirazione, caratteristiche del patrimonio esoterico taoista "Chi Kung". Ulteriori contributi che apportò alle Arti Marziali furono lo sviluppo dei movimenti a spirale e la creazione degli esercizi di spinta con le mani "Tui Shou". A lui si devono l'acquisizione del rilassamento nelle Arti Marziali quale veicolo di forza e di energia interna.

Oltre a quelle citate altre teorie sono state scritte sulle origini del Tai Chi Chuan ma il quadro cronologico che delinea la successione delle figure più rappresentative, presentate ufficialmente dalla Cina, indica Chen Wang Ting come il più accreditato fondatore del Tai Chi Chuan. Chen Chang Xing, discendente di Chen Wang Ting, ebbe anchà egli un ruolo importante nella storia del Tai Chi Chuan: fu il primo a diffondere lo stile all'esterno della famiglia Chen. Vissuto tra il 1771 ed il 1853 ebbe molti discepoli tra i quali Yang Lu Chan, proveniente dalla provincia dello Hubei, che in seguito fondò la scuola Yang.

-Un altro componente della famiglia, Chen Zhong Xing (1809 - 1871), ricoprì un ruolo importante nella lotta contro alcuni clan che fomentavano sollevamenti popolari e anti Manciù. I clan dei Taiping e dei Nian che alla testa di migliaia di persone attaccarono il villaggio d di Chenjiagou furono respinti da Chen Zhong Xing e dai suoi compagni. Chen Zhong Xing, noto per la sua bravura nelle tecniche di combattimento, guidò più volte i contadini del proprio villaggio contro le bande legate a società segrete che intendevano rovesciare il governo imperiale dei Manciù.

Molti furono i villaggi che dovettero difendersi dai movimenti destabilizzanti e fu così che i membri della famiglia Chen, tramandandosi le tradizioni di generazione in generazione, si dedicarono alle Arti Marziali ed allo sviluppo del Tai Chi Chuan. Se il villaggio di Chenjiagou con la famiglia Chen à stato considerato il tempio del Tai Chi Chuan la famiglia Yang è stata sicuramente la fautrice della sua diffusione. Yang Lu Chan, vissuto tra il 1789 ed il 1872, prestò servizio come servitore presso la famiglia Chen e di nascosto seguì gli insegnamenti che Chen Chang Xing tramandava ai propri figli. Scoperto da Chen Chang Xing, che rimase sorpreso dalla bravura conseguita da Yang Lu Chan, gli fu concesso di partecipare agli insegnamenti che sino ad allora erano stati gelosamente riservati ai soli membri della famiglia.

-Dopo essere tornato nel proprio paese natale nello Hebei, insegnò il Tai Chi Chuan per un certo periodo, poi si trasferì a Pechino dove fondò la scuola di Tai Chi Chuan Yang. Sfidato da maestri appartenenti ad altre scuole viene ricordato come invincibile e di lui si raccontano episodi dai contorni straordinari. I tre figli di Yang Lu Chan sistematizzarono il Tai Chi Chuan del padre ognuno con modalità diverse di insegnamento: Yang Ban Hou diede origine alla piccola concatenazione; Yang Jian Hou alla media concatenazione e Yang Feng Hou continuò a praticare la grande concatenazione ereditata dal padre.

Yang Cheng Fu, che visse tra il 1883 ed il 1936, nipote di Yang Lu Chan e figlio di Yang Jian Hou, estese la conoscenza del Tai Chi Chuan in tutta la Cina. In tale periodo il Tai Chi Chuan subì grandi trasformazioni diventando sempre più una tecnica per il mantenimento della salute psicofisica, perdendo via via la sua natura marziale di esclusiva tecnica di combattimento. Un ulteriore apporto alla diffusione del Tai Chi Chuan va attribuita a Chen Wei Ming, allievo di Yang Cheng Fu.

Nel 1915 Chen Wei Ming conobbe a Pechino Sun Lu Tang che più tardi fondò uno stile di Tai Chi Chuan chiamato Sun. Fu proprio grazie a questo incontro che Chen Wei Ming potè entrare in contatto con Yang Cheng Fu che in seguito divenne il suo maestro. Nel 1924 Chen Wei Ming si stabilì a Shanghai dove fondò una società per la diffusione del Tai Chi Chuan di stile Yang. Altri maestri si trasferirono dalle campagne alle grandi loro divennero a loro volta buoni insegnanti e finirono per fondare vere e proprie associazioni o per insegnare Tai Chi Chuan nei parchi.

La scuola di stile Sun fu creata da Sun Lu Tang (1860 - 1932) che sistematizzò uno stile di Tai Chi Chuan in cui le tecniche risultano più dure che nella scuola Yang. Sun Lu Tang esperto di stili interni quali il "Pa Kua Chuan" e lo "Xing Yi Chuan" fuse insieme questi due stili con il Tai Chi Chuan dando origine ad uno stile del tutto particolare. Tale scuola si diffuse soprattutto nelle provincie dello Hebei e dello Jiangsu.

Le scuole di stile Wu sono due in quanto sono omonimi i due fondatori che le hanno create. Una fu fondata da Wu Yu Xiang (1812 - 1880) che studiò con Yang Lu Chan e Chen Qing Ping e la seconda fu fondata da Wu Jian Quan (1870 - 1942) della provincia dello Hebei; suo maestro fu il padre Wu Quan You, già allievo di Yang Ban Hou, primogenito di Yang Lu Chan. Avendo studiato la piccola concatenazione dove i movimenti risultano più contratti trasmise questa connotazione allo stile Wu, imprimendo al corpo posizioni più inclinate rispetto allo stile Yang originario.

Wu Jian Chuan diventò insegnante di arti marziali delle guardie del palazzo presidenziale ed in seguito fu chiamato ad insegnare nella scuola di Educazione Fisica di Pechino e a Shanghai, dove diresse la locale Associazione delle Arti Marziali. Indipendentemente dalle variazioni adottate gli stili menzionati hanno in comune la stessa matrice: lo stile Chen. Tra gli eredi più prestigiosi dello stile che hanno contribuito alla diffusione di tale patrimonio spicca sicuramente Chen Fake (1887 - 1957) rappresentante della XVII generazione.

Chen Fake, che considerava la propria conoscenza come patrimonio ereditario familiare, approdò a Pechino nel 1928 dove venne sfidato più volte dai migliori combattenti del momento. La gente rimase stupita dalla velocità e potenza che accompagnavano le sue tecniche e l'ammirazione dei cinesi verso la sua imbattibilità e la sua capacità di sbarazzarsi degli avversari fu tale che Chen Fake venne sommerso di richieste di insegnamento e decise di stabilirsi a Pechino.

Conosciuto oggi con il nome di Zui Jiu Quan o Tzui Ju Kuan (boxe dell'ubriaco), nel panorama degli stili di Kung Fu e delle arti marziali in genere è sicuramente uno degli stili più strani ed acrobatici. Si ispira agli atteggiamenti ed ai movimenti di un ubriaco ed appartiene alla scuola Wai Chia, anche se molti esperti lo definiscono uno stile "interno" per evidenziarne l'aspetto fluido e sciolto dei movimenti, imprevedibile nelle sue tecniche ed estremamente efficace.

Completamente immerso nell'antica saggezza del pensiero cinese, riflette al meglio, nelle sue movenze, il concetto di "pieno e vuoto", proprio del dualismo Yin/Yang della filosofia Taoista, dei riferimenti agli elementi naturali e agli animali. La nascita e l'evoluzione di questo stile è di difficile analisi in quanto, inizialmente lo si tramandava oralmente, solo nell'ambito familiare e in rare eccezioni a pochi, selezionati allievi esterni.

La storia dello Tzui Pa Hisien si può dividere in tre punti fondamentali, non legati tra di loro che vedono la nascita e l'evoluzione dal nord al sud della Cina. Il primo fatto storico coincide con la vita artistica del poeta e filosofo Li Po, vissuto intorno al 600-700 d.C., sotto la dinastia Tang. A lui si deve il fondamento spirituale e filosofico dello stile, più che una codificazione delle tecniche dell'ubriaco; del suo modo di combattere infatti non si sa praticamente nulla.

Notevole invece il suo contributo letterario e poetico, di evidente estrazione Taoista, al concetto di "ubriaco", non già come persona in preda ai fumi dell'alcol, ma come persona che è in estasi profonda perché perfettamente integrata con la natura circostante, impegnata nella costante ricerca della verità, della saggezza, rappresentata dalla Luna. Così come avviene inizialmente per un ubriaco, di sentire la propria energia che irrompe all'esterno, dandogli una consapevolezza superiore del proprio corpo e della realtà, permettendogli di "essere più vero", sia nei movimenti che nel pensiero, libero dalle inibizioni del vivere sociale.

Il secondo punto lo abbiamo durante la dinastia Ming (1330-1644) direttamente nel monastero di Shaolin, vera fucina di stili di Kung Fu. Si narra che un anziano monaco esperto nell'arte del Kung Fu, un giorno si trovò ad osservare due giovani iniziati suoi allievi, che di nascosto stavano per battersi. Contrariato e in procinto di intervenire per separarli, si accorsi che i due erano ubriachi e che a stento si tenevano in equilibrio. Colpito da ciò, osservò i suoi allievi che, già esperti nella lotta, si fronteggiavano con le tecniche del loro Kung Fu " annebbiate dal vino", dando vita ad uno scontro imprevedibile nei movimenti, estremamente acrobatico ed efficacissimo sia negli attacchi che nelle azioni di difesa. Dall'osservazione e dall'analisi di questo combattimento il monaco Maestro ne ricavò uno stile di Kung Fu, chiamato poi "L'ubriaco del monastero di Shaolin".

-Il terzo evento si riferisce ad un misterioso Maestro di cui non si conosce il nome e che viveva nel sud della Cina durante la dinastia Ching, intorno alla seconda metà del 1800. Si narra che un monaco Taoista tramandò lo stile dell'ubriaco ad un monaco Buddista e che quest'ultimo ebbe come suo unico allievo un vagabondo che girava per il sud nella regione del Fukkien.

Di questo Maestro non si sa praticamente nulla, salvo il fatto che utilizzò il suo stile per combattere contro due giovani esperti di Kung Fu. Questa storia narra che i due, dopo aver partecipato ad una dimostrazione di Kung Fu, nella quale mostravano la loro abilità nella lotta, al momento di spartirsi il ricavato dello spettacolo cominciarono a litigare fino a battersi e, mentre la gente lasciava la piazza per paura di essere coinvolta nello scontro, arrivò un vecchio vagabondo ubriaco.

Egli teneva in una mano una fiaschetta di vino e nell'altra un bastone; si sedette su di un sasso ad osservare, sorseggiando il suo vino e ridendo dei due che si battevano. Già alterati per la lite, si infastidirono subito della presenza di quel vagabondo e cercarono di mandarlo via, ma inutilmente. Egli si mise a prenderli in giro fino a farli smettere litigare. Allora uno dei due si avvicinò al vecchio chiedendo cosa avesse da ridere, ed egli rispose:

"Lo stile Hung Gar, che tu usi, è troppo rigido, duro e tu sei troppo serio"; poi rivolgendosi all'altro: "Tu fai troppa scena, lo stile Hou Chuan è sciocco ed esagerato, tutti e due messi insieme non valete un granché".

All'improvviso il ragazzo che usava l'Hung Gar attaccò il vecchio con violenza, deciso a togliersi subito dai piedi quell'ubriacone, ma questo, continuando a ridere e bere, schivò tutti gli attacchi senza mai reagire. Si fece allora sotto l'altro, con il suo stile acrobatico e imprevedibile, ma nello stesso modo, mandò a vuoto tutti gli attacchi rivelando, nonostante l'età, un'agilità sorprendente. A quel punto i due attaccarono insieme, ma il risultato fu solo quello di far decidere al vecchio che era il momento di reagire e li batté velocemente e con estrema facilità.

-Esterrefatti si prostrarono ai suoi piedi implorando di essere accettati come allievi e di seguirlo per sempre; l'anziano Maestro vagabondo rifiutò, dando però loro uno scritto che conteneva i principi dello stile e le indicazioni per trovare l'unico suo allievo e servitore che il vagabondo aveva avuto in passato. Trovato il servo, non riuscirono a farsi accettare, in quanto esisteva già l'erede della scuola: il Maestro Tsai, il quale porterà avanti lo stile tramandandolo a suo figlio, il Maestro Tsai Kun Hsu.

Tsai Kun Hsu insegnerà nel centro della Cina, nella zona di Shanghai fino a che, in seguito agli accadimenti politici di quell'epoca ed alla conseguente messa al bando delle arti marziali, si trasferì a Taiwan, dove fondò la sua scuola e dalla quale escono i suoi due migliori allievi: il Maestro Chen Kei Fu ed il Maestro Ho Tang Sing. In realtà esistono diverse scuole di Tzui Pa Hisien, non solo quella di Tsai Kun Hsu, come pure esistono molti maestri di questo stile; le scuole sono in tutto otto, delle quali tre del "sud" e cinque del "nord"; due di queste sono Nei Chia ed in via di estinzione, le altre sono Wai Chia.

Sono rappresentate dalle otto statuette dei sacri immortali, ognuna delle quali in una posizione caratteristica. Attualmente il Maestro Tsai Kun Hsu ha la sua scuola a Taiwan, il Maestro Ho Tang Sing insegna ad Hong Kong ed il Maestro Chen Kei Fu ha una scuola a Canton ed una ad Hong Kong. Molto spesso si definisce lo stile dell'Ubriaco con il detto Cho Chuan Ni Sou Pa, cioè "lo stile che non sai mai quello che fa". Rispetto ad altri stili è ancora poco conosciuto anche se vi sono elaborazioni Wu Shu estremamente acrobatiche.

Il massimo sviluppo del Wu Shu Kung Fu in Cina è avvenuto sicuramente nei periodi detti della Primavera e dell’Autunno e/o degli Stati Combattenti (771 – 221 A.C.), successivamente lo studio e la pratica si diversificarono molto dando alle pratiche marziali una valenza sociale di più ampio raggio e vista molto spesso in un contesto di educazione e preparazione all’interno del sistema scolastico; nascono gli Stili, le Competizioni, le Danze Marziali.
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La pratica del Wu Shu Kung Fu si espande negli strati popolari, nascono e si sviluppano numerose scuole con un grande sviluppo delle forme in particolare di quelle imitative (animali). La maggior parte delle opere dedicate alle arti marziali dell'estremo oriente, attribuiscono la loro lontana origine al monastero Shaolin, nella regione di Honan, presso il fiume giallo; prima della "rivoluzione" avvenuta con la nascita del tempio, le arti marziali erano tramandate di padre (Si fu) in figlio o insegnate a piccoli gruppi d’adepti.

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Il Sifu era il maestro di Wu Shu Kung Fu ed era considerato il saggio del villaggio. Il Sifu era comunemente anche un esperto di medicina tradizionale ed aveva una cultura superiore a quella delle altre persone del villaggio. Era considerato un punto di riferimento ed era rispettato da tutti. Oggi la figura del Sifu è cambiata anche se in molte Scuole Tradizionali è possibile vedere dei maestri che, in qualche modo, si avvicinano all’antica figura del Sifu. T'ai

Chi Ch'üan  e cristianesimo Roberto Fassi - www.popoli.info

Da tecnica di combattimento a pratica psicofisica, dalle radici nella psiche e nella religione cinesi all'incontro con il cristianesimo, l'antico «pugilato» cinese diventa un mezzo per ritrovare un equilibrio energetico e insieme uno strumento di crescita spirituale, che passa dalla conoscenza profonda di sée dall'armonia con quanto ci circonda. T'ai Chi Ch'üan (o taiji quan secondo un altro metodo di traslitterazione degli ideogrammi cinesi) letteralmente significa «pugilato (Ch'üan) della suprema polarità (T'ai Chi)». La parola pugilato è praticamente sinonimo di arte marziale. L'espressione «suprema polarità» sta a indicare che quest'arte si basa sulle leggi che regolano l'interazione di quelli che sono, secondo il pensiero filosofico cinese, i due poli o principi base dell'universo: Yang (il principio positivo, maschile) e Yin (il principio negativo, femminile).

Il T'ai Chi Ch'üan, che originariamente era soprattutto un'arte marziale, può essere ancora oggi praticato come un metodo di autodifesa che non utilizza la forza fisica, ma che si avvale di tecniche «morbide», apparentemente inoffensive, per vincere la violenza. Ma il T'ai Chi Ch'üan è anche una ginnastica per la salute psicofisica perché stimola e potenzia l'energia vitale dell'uomo. Ed è soprattutto sotto questa forma che quest'arte è stata diffusa in Cina nei primi decenni del ventesimo secolo. Oggi milioni di cinesi, oltre a un numero sempre crescente di occidentali, praticano quotidianamente il «pugilato della suprema polarità» che in Oriente viene considerato uno dei mezzi migliori per mantenersi in buona salute e che è particolarmente adatto per le persone anziane e per i convalescenti.

Il T'ai Chi Ch'üan è molto di più di un'arte marziale e di una ginnastica morbida, perché è anche una forma di «meditazione dinamica». Per la sua pratica bisogna infatti mettersi in un particolare stato fisico e mentale: il corpo è rilassato, privo di tensioni, la mente è calma, concentrata e consapevole. La respirazione, infine, vero e proprio legame fra corpo e mente, è regolare, lenta e profonda. Se ci si esercita con costanza, poco alla volta si arriva a essere pervasi da una meravigliosa sensazione di pace, mentre l'energia stessa dell'universo vibra nel corpo perfettamente rilassato e in lento movimento. Secondo la tradizione popolare il T'ai Chi Ch'üan fu creato da Chang San Feng, un monaco taoista che sarebbe vissuto fra il XII e il XIII secolo della nostra era. Ma questa è, con ogni probabilità, solo una leggenda. Di sicuro sappiamo solo che nel XVIII secolo quest'arte veniva praticata segretamente da pochissimi gruppi, il più noto dei quali era quello dei membri della famiglia Ch'en che vivevano nel villaggio Ch'en Chia Ku (provincia di Ho Nan). All'inizio del XIX secolo i segreti dell'arte furono trasmessi a Yang Lu Ch'an che ebbe il merito di aprire una scuola a Pechino e di insegnare per la prima volta il T'ai Chi Ch'üan al pubblico. Questo maestro divenne molto famoso (era soprannominato «il senza rivali») e fu chiamato anche a insegnare alla corte imperiale dei Ch'ing. Suo nipote, Yang Ch'eng Fu (1883-1936) è stato senza dubbio il più grande maestro del secolo scorso ed è soprattutto grazie a lui e alla sua scuola che il T'ai Chi Ch'üan è oggi popolare in tutta la Cina.

In Italia, questa tecnica marziale è conosciuta e apprezzata soprattutto per merito del maestro Chang Dsu Yao (1918-1992), che trascorse gli ultimi diciotto anni della sua vita nel nostro Paese. Grande esperto di arti marziali tradizionali cinesi in generale e di T'ai Chi Ch'üan in particolare, Chang iniziò a studiare all'età di sei anni con il maestro Liu Pao Ch'ün, allievo del famoso Yang Ch'eng Fu. Militare di carriera e alto ufficiale dell'esercito cinese, per molti anni Chang Dsu Yao fu istruttore-capo delle forze armate e della polizia di Taiwan. Insegnò anche all'Università di Taipei. Un particolare per noi importante: il maestro Chang Dsu Yao era di religione cattolica e ogni sua lezione iniziava e terminava con la cerimonia del saluto a Dio, agli antenati e agli antichi maestri. Egli metteva sovente in evidenza che, pur essendo questo un rito di matrice confuciana, i cristiani credenti dovevano rivolgere, prima e dopo la pratica, il loro saluto riverente al Dio uno e trino.

Il T'ai Chi Ch'üan è un'arte che è stata profondamente influenzata dalla più importanti correnti filosofiche e religiose cinesi (scuola Yin-Yang, confucianesimo, neoconfucianesimo, buddismo Ch'an, taoismo). Siamo in un universo lontanissimo dalla meditazione e dalla preghiera cristiane. Non dimentichiamo tuttavia che grazie al dialogo interreligioso, che oggi fa parte della missione della Chiesa, si apre la possibilità di un arricchimento della tradizione cristiana. A questo proposito dobbiamo sempre tenere presenti le parole dell'apostolo Paolo: «Esaminate ogni cosa e tenete ciò che è buono» (1 Ts 5, 21). Certo è necessario anche un accorto discernimento per evitare pericolosi sincretismi. Desidero terminare con le parole del padre William Johnston S.I., uno dei miei maestri spirituali, profondo conoscitore dell'Oriente e delle religioni orientali: «Quanto noi possiamo imparare dall'Oriente non è solo una tecnica preparatoria, ma l'arte stessa della preghiera. Perché l'Oriente ci insegna a pregare con la nostra respirazione, col nostro corpo, con tutto il nostro essere. Dopo tutto Dio ha creato la persona completa, non solo lo spirito, e Dio deve essere adorato dalla persona completa, non solo dallo spirito. Negli ultimi secoli, senza alcuna motivazione, la preghiera in Occidente è diventata cerebrale (sebbene non fosse così nella Chiesa medio-orientale dove ebbe origine l'Esicasmo), ma ora finalmente stiamo imparando l'arte di adorare Dio con spirito, corpo e respiro» (Willi Massa e William Johnston, Rischio dell'incontro. Edizioni Paoline, Milano, 1986, p. 88).


Il T'ai Chi Ch'üan non è dunque solo un metodo, una semplice tecnica, che può aiutare i cristiani nella loro pratica meditativa, ma può addirittura diventare un'autentica preghiera cristocentrica.

[ opinione non condivisa dalla dottrina cattolica n.d.r.]

 






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