Piccolo Corso Biblico

Storia della salvezza.
Il Giudaismo


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Il Ritorno in Palestina dopo l'esilio a BabiloniaIL Messia
" Negli anni tra il 559 ed il 539 a.C. avviene un nuovo mutamento nel panorama internazionale. La crescente potenza dei Medi minaccia Babilonia, finché nel 539 Ciro, re di Persia e di Media, sconfigge Nabonedo, re di Babilonia, e ne abbatte il regno. Il Deuteroisaia ( II° Isaia) descrive arditamente Ciro come il Messia, l'Unto di Dio (Is 44,28; 45,1-7).

L'impero persiano, che si estende dal fiume Indo sino all'Egitto, apre una nuova fase politica: invece di in governo dispotico e dittatoriale, il re Ciro permette ai vari esuli presenti a Babilonia, risultato delle molte conquiste del defunto impero babilonese, di rientrare in patria, di restaurare le proprie città e templi, di nantenere e riprendere, ove interrotte, le proprie tradizioni religiose.


-Nel cosiddetto "cilindro di Ciro" è stato ritrovato il testo del documento programmatico dopo la sua ascesa al trono: Ciro si proclama inviato dal dio Marduch a portare la pace e dichiara che concederà la libertà agli esiliati, nonché la restaurazione dei loro culti.

Nel 538 l'editto di Ciro consente ai Giudèi esiliati a Babilonia di tornare a Gerusalemme, di riportarsi gli oggetti d'oro asportati da Nabucodonosor (il tesoro del Tempio) e di ricostruire il tempio (Esdra 1, 2-4). Molti preferiscono restare. Alcuni, un "resto" degli esiliati, sotto la guida di Schesbassar rientrano in patria. Ma sorgono subito grosse difficoltà, soprattutto dalle popolazioni locali (Gerusalemme si trovava sotto la prefettura di Samaria, cioè sotto il governo degli ebrei scissionisti del Regno del Nord, considerati impuri più degli stranieri) e il tempio non può essere ricostruito. All'entusiasmo degli inizi succede un profondo scoraggiamento.

Una seconda carovana parte da Babilonia nel 520, sotto la guida del nipote del re Joachim, Zorobabel, nominato commissario dalle autorità persiane, e del sommo sacerdote Giosuè. Tra i rimpatriati si trova anche il profeta Zaccaria che con Aggeo rincuora e incoraggia i compatrioti, parlando del futuro glorioso del tempio che stanno edificando.


La Diaspora Ebraica
e IRAQ-BASSORILIEVO CHE RAPPRESENTA GLI EBREI CHE LASCIANO BABILONIA 

" .. Quando nel 538 Ciro degli Achemenidi conquista Babilonia e fonda il gigantesco impero persiano, gli Ebrei di Babilonia sono al suo fianco.

Inizia in questo periodo il fenomeno storico della Diaspora, cioè della dispersione del popolo d'Israele in mezzo ai popoli pagani.

Ciro aiuta gli Ebrei e li accoglie presso la sua corte. Con un Editto , nel 538, consente a coloro che lo desiderano di tornare a Gerusalemme e dispone affinché il Tempio di Dio venga ricostruito .

...È difficile stabilire quanto la politica di Ciro fosse dettata da preoccupazioni umanitarie o piuttosto da motivazioni di convenienza politica: la tolleranza è spesso più utile della repressione. Nel libro di Esdra (Esd 1,1-4; 6,1-12) il decreto di Ciro è riportato in riferimento ai Giudei, il cui ritorno va dunque inquadrato in questo progetto imperiale più vasto. In seguito al decreto di Ciro un piccolo gruppo di esuli rientra in patria, dopo il 538 a.C, sotto la guida di un certo Sesbassar, membro forse della famiglia reale di Giuda.

Il numero dei rimpatriati non doveva essere molto grande, almeno stando alle liste purtroppo discordanti di Esd 2 e Ne 7. Lo storico giudeo Flavio Giuseppe (i sec. d.C.) afferma che gran parte degli Ebrei preferì restare a Babilonia per non dover perdere la posizione ormai acquisita.

I rimpatriati intrapresero, pur tra molte difficoltà, incontrando l'opposizione dei locali, che non avevano conosciuto l'esilio, la ricostruzione del tempio, che solo nel 515 viene riconsacrato, in seguito anche alla predicazione congiunta dei profeti Aggeo e Zaccaria e all'appoggio imperiale.


II° Tempio di GerusalemmeCiro finanzio' il ritorno in patria ed anche la ricostruzione del Tempio.
La costruzione dei secondo Tempio fu iniziata nel 536 a.C. sulle fondamenta salomoniche rase al suolo mezzo secolo Prima dai Babilonesi. La gente che ricordava il Tempio precedente pianse nel fare il confronto (Esd 3,12). Il Tempio non fu completato definitivamente fino al 516 a.C., il sesto anno dell'imperatore persiano Dario (522-486), con i'incoraggiamento dei profeti i Aggeo e Zaccaria (Esd 6,13-15). 

La ricostruzione del tempio è ultimata nel 515: dopo la consacrazione, si celebra la Pasqua. Si riaccendono le speranze e si appuntano sulla felicità escatologica ritenuta imminente. Ma questi sogni si dissolvono e scompare con essi il miraggio di un messianismo politico. Zorobabel infatti si ritira e muore; Gerusalemme, senza mura, è continuamente esposta alle razzie dei predoni, mentre i Samaritani (scissionisti del tempo di Davide) intrigano presso la amministrazione centrale.

Sfumata la speranza di una restaurazione nazionale, si, imbocca un'altra via, quella della riforma ad opera di Esdra e di Nehemia (sec. v). Le testimonianze archeologiche confermano che l'epoca persiana in Palestina fu povera al confronto con altre in termini di edilizia. Documenti aramaici posteriori provenienti da Elefantina, nell'Alto Egitto, attestano la procedura ufficiale per ottenere il permesso di costruire un luogo di culto ebraico e l'opposizione generata dalla presenza di vari antagonisti in quel periodo.

Zorobabele, discendente della famiglia di Davide, guida un importante gruppo di esiliati nel rientro nell'antica capitale. Egli organizza anche la ricostruzione dei Tempio. I sovrani persiani appoggiano costantemente la comunità ebraica sia in Babilonia sia in Palestina.

Verso il 400 a.C. inviano a Gerusalemme lo scriba Esdra che ristabilisce in pieno il culto legittimo nel Tempio e il rispetto della Legge. I sovrani persiani accettano che gli Ebrei possano vivere secondo la Legge mosaica. L'ebreo Neemia è inviato dall'imperatore persiano al fianco di Esdra per organizzare Gerusalemme e il suo territorio in provincia autonoma dei l'impero.


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Esdra e Neemia -Il problema cronologico. In un periodo di alterne vicende per l'impero persiano si collocano i fatti narrati nei due libri di Esdra e Neemia. Secondo la cronologia tradizionale Esdra, incaricato del re Artaserse (465424 a.C.) si reca in missione a Gerusalemme nel 458, seguito, nel 445, dal governatore Neemia. Ma la missione di quest'ultimo sembra ignorare completamente l'opera di Esdra, che, dal testo biblico, risulta invece la più rilevante.

Di fronte a queste difficoltà c'è persino chi ha risolto il problema semplicemente affermando che Esdra non è mai esistito. La soluzione più semplice e forse più ovvia sta nel riconoscere che l'Artaserse di cui si parla a proposito di Esdra è in realtà Artaserse II (405-359 a.C.) così che la missione di Esdra si collocherebbe verso il 398 a.C, in un contesto ben diverso da quello di Neemia.


Neemia.

Si tratta di un giudeo, uomo di corte di Artaserse I, che, venuto a conoscenza delle difficoltà in cui si dibattevano gli esiliati (Ne 1,3), riesce a ottenere dal re l'incarico di restaurare le mura di Gerusalemme. L'opera di Neemia rientra probabilmente in un progetto persiano teso a rafforzare i confini con l'Egitto ed è subito ostacolata dalle autorità e dalle popolazioni locali. Le mura sono completate solo nel 444 a.C, data dopo la quale Neemia fa ritorno a Babilonia, per rientrare a Gerusalemme nel 432 a.C, dove tenta di promuovere alcune riforme sul piano sociale a vantaggio delle classi più povere e su quello religioso, come la restaurazione del sacerdozio (in linea con il libro di Malachia, più o meno dello stesso periodo), oltre alla proibizione di matrimoni misti con donne pagane.

L'azione di Neemia è descritta nel libro omonimo con tratti molto energici, il che fa pensare all'esistenza di un contrasto, ormai molto forte, tra gli esiliati, animati da una fede rigidamente jahvista e spinti dalla missione di cui si sentivano investiti, e i locali, religiosamente più tolleranti e poco inclini ad accogliere i nuovi venuti.

Esdra.

Esdra ci viene presentato nel libro omonimo (che del resto è l'unica fonte a nostra disposizione) come un sacerdote (Esd 7,6) che verso il 398 a.C. si sarebbe recato a Gerusalemme alla testa di un nuovo gruppo di esuli, come una sorta di incaricato del re per gli affari religiosi. Esdra riprende alcuni elementi della riforma già iniziata da Neemia, come la rigida proibizione dei matrimoni misti (Esd 9-10) visti come un pericolo per la purezza della fede jahvista.

L'aspetto più importante dell'opera di Esdra è il fatto che la torah, la legge mosaica, diventa legge dello stato (Esd 7,12-26). Se questa legge fosse già il Pentateuco nella sua forma attuale non possiamo esserne certi; siamo comunque nel periodo in cui il testo del Pentateuco inizia ad assumere la sua forma definitiva. Con Esdra, pur non esistendo più una nazione giudaica, si sviluppa una comunità ben strutturata, unita da legami religiosi, piuttosto che politici.

Nehemia, coppiere alla corte di Artaserse I, nel 445 ottiene' dal suo padrone di andare in missione ufficiale a Gerusalemme, per ricostruire le mura e difendere la vita dei rimpatriati dagli attacchi nemici. Nonostante la forte opposizione raggiunge il suo scopo (in. 52 giorni restaura i bastioni).

Nel 425, in seconda missione ufficiale, ritorna a Gerusalemme per sradicare gli abusi introdottisi durante l'assenza: agisce con energia contro i matrimoni con donne straniere, per l'osservanza del sabato, per il servizio del tempio. Questa energica azione restaura interiormente la comunità giudaica. Quindi ottiene l'indipendenza di Gerusalemme dalla prefettura di Samaria.

In appoggio a questa riforma, interviene poi Esdra, uno scriba sacerdote della comunità giudaica di Babilonia che riceve l'incarico ufficiale di "segretario per la legge del Dio del cielo ", cioè segretario' di stato per gli affari giudaici che si regolano sulla legge mosaica. Esdra, giunto a Gerusalemme con un'altra carovana, organizza una lettura solenne della legge che dura sette: giorni.

Riforma la comunità locale in conformità alla legge. Poi ritorna a Babilonia. Ma la sua opera che ha contribuito alla stesura definitiva del Pentateuco, darà al Giudaismo una salda struttura, riconosciuta dalle autorità civili, centrata sulla legge, diventata "cintura protettiva" contro i pagani   "

[Bibbia Piemme-Introduzione alla storia di Israele]


I samaritani" In Palestina è fondamentale l'opera di Esdra sacerdote e scriba che guidò il ritorno in Palestina. Egli fissa il testo definitivo della Legge, e ne prepara una copia per il sovrano persiano. il rispetto della Legge è imposto con severità, da Gerusalemme e da Babilonia. Un gruppo di sacerdoti si ribella però alla severità di Esdra e di Neemia e si rifugia a Samaria, dove fonda il gruppo religioso detto appunto dei Samaritani. Essi costruiscono un loro Tempio sul monte Garizim. Ancora oggi si contano 5-6000 samaritani nel mondo.Il gruppo piu' numeroso si trova in Israele a Tel Aviv.

Nel sec. IV si ha la rottura definitiva con i Samaritani che, pur conservando il Pentateuco, costruiranno il tempio sul monte Garizim vicino a Sichem. Al tempo di Gesù, l'ostilità fra i due gruppi sussisterà ancora.

Dopo l'esilio si trovano comunità giudaiche disseminate in tutto il meDio oriente, dall'Egitto all'India. Il fenomeno è detto diàspora (dispersione).

L'unificazione dell'oriente sotto la Persia favorisce questa espansione. Il loro centro però resta Gerusalemme, dove risiede il sommo sacerdote.


[Bibbia Piemme-Introduzione alla storia di Israele]



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