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ECOTEOLOGIA
La biosfera e la legge dell'interdipendenza
La
vita sul pianeta Terra forma un tutt'uno: vita umana, animale, vegetale
formano quel continuum, chiamato biosfera, in cui vige la legge dell'interdipendenza :
Una volta posta in atto una causa, c'è da aspettarsi l'effetto, poco
importa se a breve o a lunga scadenza.
Quando una parte dell'organismo
è offesa, tutto l'organismo è sconvolto. Nessun vivente può considerare
irrilevanti gli altri viventi, fossero pure viventi di regni cosiddetti
inferiori, fossero pure viventi che verranno nel futuro.
L'allarme per il degrado ambientale, per l'esaurirsi delle risorse naturali,
per l'estinzione di residue tribù umane e per la scomparsa di specie
animali e vegetali, ha provocato negli ultimi anni l'insorgere di una
diffusa coscienza ecologica, con matrici ideologiche aconfessionali
ma anche religiose o interreligiose.
Complicità dei cristiani
Il pianeta con le sue risorse è stata a lungo considerato come un
inesauribile "bacino d'utenza", da sfruttare a beneficio dell'econornia
capitalistica basata sul profitto.
Ma neppure la religione dominante nell'Occidente, il cristianesimo,
è esente da complicità in questo sfruttamento della natura.
Secondo teologi contemporanei (B. Háring, K. Rahner, P.M. Ulehner),
il cristianesimo ha la sua parte di corresponsabilità nei confronti
dell'attuale crisi ecologica, in quanto:
- scienza e tecnica, espressioni di per sé positive dell'uomo
sono andate incontro a diversi sbandamenti ( scientismo, empirismo, immanentismo,
tecnocrazia, ecc.) proprio nell'ambito geo-politico dell'Occidente cristiano.
- il riduzionismo scientifico-tecnologico, tipico della cultura
moderna, nata e cresciuta nel mondo occidentale a matrice cristiana,
arriva a considerare tutti gli esseri viventi, compreso l'uomo, come
meccanismi risultanti dalla combinazione " materia + energia + informazione", elementi
che di per sé non
hanno alcun valore etico e che quindi possono essere manipolati a piacimento. Ne è conseguito un radicale relativismo etico anche sul terreno
della manipolazione biologica dell'uomo (del nascituro, del malato.
dell'agonizzante, del cadavere ... );
- la visione ebraico-cristiana dell'uomo posto al centro e al vertice
del creato (antropocentrismo), se ha dalla sua parte l'autorevolezza
stessa della Bibbia («dominate la terra», Gn 1, 28), ha finito però
per far perdere alla creatura extraumana i suoi diritti.
- d'altra parte, la rivelazione ebraico-cristiana ha contribuito
a laicizzare il mondo, nel senso che l'ha ben distinto dal Dio personale,
suo creatore, e l'ha liberato da altre fantasiose presenze divine o
demoniache, così familiari nelle religioni panteiste e nelle mitologie
precristiane. Ne è conseguita una specie di legittimazione per il cristiano
a mettere impunemente le mani sul mondo, fino a saccheggiarlo (per Cartesio
l'uomo è signore e padrone della natura), a differenza, per esempio,
delle antiche culture animiste o indù o shintoista o degli indiani d'America,per
le quali la natura è sacra e inviolabile.
Religione ed "ecoetica"
Sollecitate
dal soprassalto ecologista di diversa matrice, anche le religioni monoteistiche
rivedono il loro rapporto con la natura e collaborano con progetti
di
"salvaguardia del creato".
Da anni le assemblee ecumeniche delle Chiese
cristiane (da Basilea 1989 a Seoul 1990) stanno ponendo questo
tema al centro dei loro programmi.
... L'uomo, posto «nel giardino dell'Eden, perché lo
coltivasse e lo custodisse» (Gn 2, 15), non ne è il padrone
e tanto meno il saccheggiatore, ma l'amministratore. In ciò sta
anche il significato del sabato biblico (Gn 2, 3): non l'umanità,
ma Dio è l'inizio, il centro e il culmine di tutt.a la creazione
e di tutta la storia;
di conseguenza,le Chiese insistono perché
« sia
riconsiderata l'etica prevalente negli ultimi secoli
che, in contrasto con l'autentico
significato della parola di Dio,
ha permesso all'umanità di
'dominare' la creazione per i suoi propri scopi mentre,
al contrario, l'umanità dovrebbe agire come amministratrice
al servizio sia di Dio che della creazione stessa. Quindi l'umanità deve
preservare e promuovere l'integrità del creato in obbedienza
a Dio, per il bene delle generazioni future»';
in particolare,
- le religioni suggeriscono
alla scienza moderna un rinsavimento,
un recupero della sapienza intesa
nel senso più ampio e nobile del termine
lo sviluppo di una "globale competenza per
il pianeta Terra"
Siamo simili ai passeggeri di una nave in pericolo, racconta in un
suo libro lo scrittore céco Milan Machovec. Sulla nave
ci sono molti esperti in vari ruoli settoriali, ma nessuno sa come
fare a salvare la nave che sta affondando. Incapaci di trovare la soluzione
globale, la sola che in questo caso veramente conta, tutti si agitano
illudendosi di trovare almeno un qualche rimedio parziale, che si rivelerà
comunque inutile a evitare la catastrofe finale.
...le religioni...
1-
parlano del "diritto a un ambiente sano"
come misura
di difesa della vita umana e di tutti i sistemi viventi che la sostengono;
2- parlano
di un nuovo diritto umano-sociale, quello di un contesto di vita
in cui le persone, soprattutto le più deboli e prive di risorse,
non siano mortificate nella loro dignità.
Per loro - come si è detto all'incontro di Basilea
-
3- andrebbero
create condizioni « che
garantiscano uno spazio vitale minimo per ogni persona, un
alloggio decoroso, la sistemazione dello spazio urbano, la razionalizzazIone
dei trasporti pubblici e degli orari di lavoro, la riduzione dell'inquinamento
acustico, la moltiplicazione dei luoghi dove rigenerarsi culturalmente
e spiritualmente»
4 - ripropongono
ai credenti il legame ontologico che riporta uomo
e mondo al Dio della creazione come al Dio della vita e di tutta la vita, al Dio che ama
tutte le sue creature.
Le quali hanno tutte un fondamentale
diritto alla vita.
Magistero Cattolico :
VERITATIS SPLENDOR
CARITAS IN VERITATE
LAUDATO SI'
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