Corso di Religione

         


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Storia " ... Secondo la storica inglese Frances Yates la  questione delle origini della massoneria rappresenta uno dei problemi più discussi e discutibili in tutto il contesto della ricerca storica. "

Massimo Introvigne, La massoneria, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1997.
Radici storiche della massoneriafonte : C.E.S.N.U.R.-ENCICLOPEDIA DELLE RELIGIONI IN ITALIA-ELLEDICI

"Se si vuole comprendere esattamente che cos'è la massoneria , la questione delle origini non può non essere affrontata.

Simbolico

La società pluralista moderna nasce dopo la Riforma e le guerre di religione, il cui esito è la presenza in Europa di gruppi religiosi diversi portatori di idee fra loro inconciliabili. Questa situazione di pluralismo non farà che accrescersi dal Cinquecento in poi: se all'inizio coesistono cattolici e protestanti, ben presto i protestanti si frammentano in decine di denominazioni rivali (mentre le scoperte geografiche rendono evidente a tutto il pubblico colto l'esistenza nel mondo di centinaia di religioni diverse); più tardi - con l'Illuminismo diventano socialmente significativi anche il razionalismo e il libero pensiero, e a partire dall'Ottocento acquista spazio sempre maggiore anche la presenza in Occidente di religioni non cristiane o «nuove».

Di fronte al pluralismo dottrinale nasce - tanto più nei paesi dove questo è importato tardivamente e quasi improvvisamente - un disagio sociale diffuso, che si manifesta tuttavia in due modi diversi. 
Da una parte c'è chi tenta la fuga dal pluralismo, che gli appare intellettualmente incomprensibile, riaffermando una identità «forte» confessionale o comunque religiosa. Dall'altra parte, vi è anche chi - anziché fuggire dal pluralismo - ne cerca una chiave di lettura che lo renda ragionevole e che permetta psicologicamente di adattarvisi. 


Noachita

Nascono così gruppi caratterizzati dal sincretismo e dal relativismo, per cui tutti i messaggi contraddittori in circolazione nella società pluralista sono contemporaneamente  (anche se solo relativamente) veri, ed è possibile vivere fra le pieghe delle loro contraddizioni purché si trovi una chiave che permetta di disporre e ordinare le diverse visioni del mondo in una costruzione in qualche modo logica.

Benché i relativismi e i sincretismi siano molteplici, molti relativismi e sincretismi comportano un elemento esoterico: si afferma, cioè, che a livello superficiale (exoterico) le diverse religioni, visioni del mondo, filosofie sono contraddittorie, ma che ciascuna comporta anche una parte più profonda e segreta (esoterica, appunto), e che i nuclei segreti delle diverse religioni e filosofie non solo non si contraddicono ma anzi coincidono fra loro.

-La risposta «esoterica» al bisogno di risolvere le contraddizioni della società pluralista nascente si rivela nel modo più caratteristico nella nascita della "leggenda dei Rosacroce" secondo cui il «nucleo segreto» che sta dietro alle diverse religioni - e le unifica - sarebbe stato noto fin dal Medioevo a una confraternita di iniziati.

La corporazione dei liberi muratori Tra i numerosi luoghi dove molti che si appassionano alla leggenda nel Seicento cercano i Rosacroce ci sono anche - specie in Inghilterra e in Scozia - le antiche corporazioni di arti e mestieri, che stanno perdendo la loro importanza economica ma conservano un ricco corpus di simboli e di leggende.

La corporazione dei liberi muratori che comprende i lavoratori della costruzione dai muratori agli architetti, ha un leggendario rigoglioso ispirato a costruzioni famose dell'antichità, dall'arca di Noè al tempio di Salomone. Non potrebbero trovarsi in questa corporazione- si chiede qualcuno - i segreti dei Rosacroce?

loggia  massonica  francese del '700.

Nobili e borghesi appassionati di esoterismo e di misteri rosacrociani si fanno così ricevere, pagando il dovuto, nelle «logge» (ma questa espressione è tardiva) della corporazione dei «liberi muratori», pur non essendo né architetti né muratori. Il fenomeno - che secondo studi di David Stevenson sarebbe iniziato in Scozia negli ultimi anni del Cinquecento - alla fine dei Seicento è così diffuso che ormai in Gran Bretagna non è più sufficiente parlare di freemasons o masons: occorre specificare se si tratta di massoni «operativi» (cioè lavoratori della vecchia corporazione) oppure «accettati» (cioè esoteristi che sono entrati nelle logge alla ricerca di segreti rosacrociani, ovvero curiosi che si fanno «accettare» per ragioni sociali o passione antiquaria per le tradizioni corporative).

L'espressione «speculativi» si affermerà nei primi decenni del Settecento per indicare i non «operativi» che hanno aderito alle logge per ragioni esoteriche e filosofiche culturalmente impegnative e distinguerli dagli «accettati» che sono mossi da semplici motivi di curiosità o sociali.

Che cosa trovano nelle logge della corporazione muratoria gli «accettati» e gli «speculativi»? Forse meno di quello che si aspettano. In Inghilterra le organizzazioni locali «operative» erano chiamate nel Medioevo misteres, parola che più tardi - trascritta in mystery, «mistero» comprensibilmente emozionerà gli esoteristi. Ma in realtà la parola inglese arcaica mistere era una semplice corruzione dell'italiano «mestiere» (è nota l'importanza dell'Italia per l'attività dei costruttori), e dunque non faceva allusione a nessun «mistero» occulto.

«Le Costituzioni manoscritte della massoneria»
« la parola massonica»
Gli elementi decisivi per la formazione del successivo rituale «speculativo» che si trovavano nella massoneria «operativa» britannica erano sostanzialmente due. 

Da una parte vi era un corpus di leggende contenuto nelle cosiddette «Costituzioni manoscritte della massoneria», i cui testi principali sono due manoscritti, Halliwell (più conosciuto come Regius) e Cooke, che risalgono agli anni 1390-1410.

Il secondo elemento rilevante per i successivi sviluppi «speculativi» che gli «accettati» trovano nelle logge della muratoria è la «parola massonica», una parola o segno di riconoscimento segreto su cui si leggono spesso imprecisioni notevoli.

I manoscritti contengono due diverse leggende sulle origini della muratoria: una più antica - che è stata chiamata la «storia antica breve» - e una più recente, la «storia nuova lunga». La «storia antica breve» parte da un mitico viaggio in Egitto di Eudide (c. 300 a.C.), che ivi avrebbe fondato una scuola dell'arte della geometria e della costruzione, trasmessa poi a numerosi popoli e in particolaré agli inglesi all'epoca del re Athelstan (939), che avrebbe dato ai liberi muratori i loro regolamenti e costituzioni.

La «storia nuova lunga» parte invece da prima del Diluvio e menziona vari personaggi biblici - fra cui Jabal, che sarebbe stato un maestro costruttore impiegato da Caino, ed Enoch - che avrebbero trasmesso i segreti dell'arte muratoria in lamine d'oro o colonne nascoste (più tardi confuse con le colonne Jachin e Boaz del tempio di Salomone, con cui all'origine non si identificavano). Successivamente questi segreti sarebbero stati rivelati ad Abramo, di cui sarebbe stato allievo Euclide (è raro che le leggende si preoccupino dei dati cronologici) il quale avrebbe insegnato l'arte agli egizi.

Dagli egizi l'arte sarebbe stata ritrasmessa agli ebrei, e avrebbe trovato il suo culmine con Salomone e il suo Tempio. Dopo la distruzione del Tempio l'arte sarebbe passata ai cristiani - fra cui quattro martiri europei, costruttori di professione, i santi Quattro Coronati -, sarebbe stata protetta in Inghilterra da sant' Albano (il cui martirio è tradizionalmente fissato al 303 d.C.) e codificata da Athelstan.

Il materiale dei manoscritti Regius e Cooke - che risale a prima della Riforma, ed è quindi il corpus di leggende di una corporazione cattolica - sarà poi rielaborato in decine di altri manoscritti, che aggiungeranno il tema dell'arca di Noè e si diffonderanno sul Tempio di Salomone e sul suo architetto Hiram Abiff.

La leggenda di Hiram Abiff così come i massoni di oggi la conoscono - che comprende la sua uccisione da parte di tre traditori ai quali non voleva rivelare la «parola del Maestro» - appare per la prima volta in manoscritti settecenteschi, anche se rielabora temi più antichi riferiti all'arca di Noè. E' pertanto possibile che in gran parte la leggenda di Hiram non sia stata trovata, ma portata dagli «accettati» e dagli «speculativi» all'interno della massoneria «operativa». 

Lo scopo della «parola massonica» - nata in Scozia nel Cinquecento, ignota nel Medioevo e fra gli «operativi» in Inghilterra - era di carattere pratico, e si ricollegava alla presenza in Scozia di lavoratori dell'industria della costruzione - chiamati cowan - che erano tecnicamente capaci di svolgere il loro lavoro (e di superare una prova) ma non erano passati attraverso il regolare apprendistato corporativo ovvero lavoravano al di fuori della corporazione, qualche volta accettando salari minori di quelli corporativi.

La «parola massonica» permetteva ai capimastri e agli imprenditori legati alla corporazione di riconoscere i lavoratori che a loro volta appartenevano all'organizzazione massonica, e di proteggere il sistema corporativo - che ormai scricchiolava in tutta Europa - cercando di assumere soltanto «liberi muratori» e non cowan abusivi.  

Tuttavia la «parola massonica» è una innovazione cinquecentesca, e alla fine del Cinquecento iniziano ad affacciarsi nelle logge gli «accettati» e gli esoteristi. Intorno alla «parola massonica» cominciano così quasi fin dalle sue origini - a nascere delle leggende, come quella secondo cui si sarebbe trattato di una parola magica capace di rendere invisibili.


Per la diffusione di queste leggende gioca un ruolo decisivo il reverendo Robert Kirk (1644-1692). Questo pastore presbiteriano scozzese è soprattutto conosciuto per la sua opera di divulgazione della credenza nelle fate: anche se il suo Regno Segreto sarà pubblicato solo nell'Ottocento, era già una figura molto nota durante la sua vita, e quando morì circolò la leggenda che non fosse veramente morto, ma fosse stato rapito dalle fate nel loro regno.

Robert Kirk si interessava a tutti i misteri della Scozia, fra cui elencava «la parola massonica», di cui affermava che «è come una tradizione rabbinica a guisa di commento su Jachin e Boaz, le due colonne erette nel Tempio di Salomone (cfr. 1 Re 7, 21), con l'aggiunta di qualche segno trasmesso da mano a mano, per mezzo del quale conoscono e diventano famigliari l'uno con l'altro» (Robert Kirk, Il Regno Segreto, trad. it., Adelphi, Milano 199P, p. 63).

Il riferimento di Kirk a «qualche segno» potrebbe indicare già i five points of fellowship («cinque punti di fratellanza»: piede con piede, ginocchio con ginocchio, cuore con cuore, mano con mano, orecchio con orecchio), descritti senza riferimento alle loro origini in un manoscritto del 1696 e spiegati in manoscritti successivi con tentativi piuttosto macabri di rimettere insieme, togliendoli dalla tomba, i corpi di Noè o di Hiram Abiff per estrarre da questi corpi i loro segreti (a queste leggende si collegherebbe l' espressione «c'è ancora del midollo in quest'osso» - here is yet marlow in this bone-, formula promessa a una carriera nei rituali «speculativi»).

Comunque sia, i segreti propriamente esoterici non sono certamente numerosi quando i primi «accettati» si fanno ricevere nelle logge «operative» alla fine del Cinquecento. Dopo un secolo, alla fine del Seicento, un certo numero di segreti esoterici nelle logge massoniche britanniche invece ci sono davvero: non, però, perché ci fossero già prima (c'erano, come si è visto, solo alcuni elementi), ma perché li hanno portati nelle logge gli «accettati» di tendenze più esoteriche che in gran numero si sono fatti ricevere nella corporazione.

Questa lenta trasformazione della massoneria da «operativa» in «speculativa» prepara dunque il terreno per la nascita della massoneria moderna, quale la conosciamo oggi.

Il 24 giugno 1717, nella festività di san Giovanni Battista, cui i massoni tributano un culto speciale assieme all'omonimo evangelista, in quanto annunciatori della Luce spirituale - quattro logge di Londra si riuniscono sotto la presidenza dell'architetto capo della chiesa di Saint-Paul, Christopher Wren (1632-1723) - gran maestro dei liberi, muratori di Londra dal 1688 al 1695, e poi ancora dal 1698 al 1702 -, e costituiscono un'organizzazione unificata - la Gran Loggia di Londra - alla cui gran maestranza è nominato Anthony Sayer (16721752).

La data del 24 giugno 1717, comunemente assunta come data di fondazione della massoneria moderna, costituisce la presa d'atto (in origine limitata alla città di Londra) di una nuova situazione, in cui le logge dei liberi muratori sono ormai composte quasi esclusivamente di «accettati», in maggioranza ormai veri e propri «speculativi».


Croce Rossa di Costantino

La massoneria «speculativa» moderna nasce così sa Londra, anche se i primi «accettati» erano stati ammessi nella corporazione in Scozia, perché in Scozia ancora ai primi del Settecento «operativi» e «accettati» convivono nelle stesse logge, mentre in Inghilterra vi sono ormai logge separate composte esclusivamente di non «operativi» (e può perfino capitare che un costruttore appassionato di esoterismo appartenga a due logge : una «operativa», dove discute i problemi della sua professione, e una «accettata», dove coltiva interessi filosofico-esoterici).

Gli ultimi «operativi» puri - ormai quasi degli estranei - sono a poco a poco relegati alla periferia delle logge londinesi, e queste decidono di darsi nuove costituzioni, necessarie perché la realtà delle logge è mutata: da corporazioni di arti e mestieri a circoli filosofico-esoterici ormai completamente privi di qualunque funzione corporativa.
Le Costituzioni di Anderson
Le logge londinesi riunitesi nel 1717 nella Gran Loggia di Londra affidano al pastore presbiteriano James Anderson (1680 o 1684-1739) massone «speculativo», ma anche scrittore di professione disposto a preparare libri d'occasione a pagamento - la redazione delle loro nuove Costituzioni.

Il testo, pronto nel 1721, è rivisto da un comitato di massoni, di cui è magna pars il pastore anglicano Jean-Théophile Desaguliers (1683-1744), figlio di un profugo ugonotto francese e terzo gran maestro della Gran Loggia di Londra dopo Anthony Sayer e George Payne (1675-1757), e pubblicato nel 1723.

Le Costituzioni di Anderson comportano quattro parti:
- una storia leggendaria dell'ordine e dell'«arte» massonica (che rimonterebbe ad Adamo, Noè, Salomone e all'architetto del Tempio di quest'ultimo, Hiram);
- i «doveri» o charges, un regolamento per le logge;
- una serie di canti per i tre gradi di apprendista, compagno e maestro.

La parte più importante è quella dei «doveri», ancora considerata vincolante da diverse massonerie contemporanee e fonte di numerosi scismi nella storia, relativi soprattutto al primo e al secondo «dovere». 

Il 1° prevede che un massone «se comprende correttamente l'Arte non sarà mai un ateo stupido né un libertino irreligioso»; non si tratta peraltro di seguire le stesse «denominazioni o credenze religiose» ma solo «quella religione su cui tutti gli uomini sono d'accordo». 

Il 2° dovere chiede al massone la lealtà nei confronti dei poteri politici costituiti e vieta alle logge qualunque attività politica diretta. 

Qualche controversia hanno causato anche il terzo «dovere» (che esclude, fra l'altro, dalla massoneria le donne)  e il sesto, dove - pur senza usare la parola «segreto» - si raccomanda di essere «prudenti» perché neppure «l'estraneo più acuto sia capace di scoprire o di trovare quel che non conviene neppure suggerire».

Nelle Costituzioni il riferimento all'esoterismo e al segreto coesiste con il deismo illuminista della «religione su cui tutti gli uomini sono d'accordo». Questo non significa che l'esoterismo cristianeggiante (seicentesco) e l'illuminismo razionalista (settecentesco) riescano a convivere perfettamente nelle logge massoniche.

Al contrario una reazione contro le Costituzioni di Anderson, considerate troppo inclini al razionalismo e all'illuminismo, determina lo scisma degli Antients («Antichi»), con centro nella città di York(e con un quarto grado, quello dell 'Arco Reale, di intonazione cabbalistica, più tardi accolto da tutta la massoneria), che terminerà con la riunione con i Moderns di Londra solo nel 1813.

york

Un elemento che ha dato origine a notevoli controversie è peraltro presente anche nell'Arco Reale, dove è rivelato (accanto al nome Jehovah) anche un altro nome di Dio, Jahbulon o Jah-Bel-On, sintesi dei nomi semitico Uah o Jahveh), caldeo (Baal) e egiziano (On) della Divinità. Per quanto riguarda «On» sembra che i primi ritualisti dell'Arco Reale siano caduti in errore a proposito del biblico Putifarre «sacerdote di On» (Genesi 41,45), interpretando On come se fosse una divinità (forse Osiride), mentre invece si tratta di una città. E' peraltro vero che le tre componenti Jah-Bel-On sono in seguito state interpretate in modo diverso.

L'origine degli «alti gradi» della massoneria (che inizialmente conta solo i due gradi di apprendista e compagno, e solo successivamente, a partire dal 1724, adotta un terzo grado, quello di maestro) è in relazione alla sua introduzione e diffusione in Francia, in cui gioca un ruolo prominente il cavaliere scozzese André Michel de Ramsay (1686-1743), discepolo e poi segretario dell'arcivescovo di Cambrai Francois de Salignac de la Mothe («Fénélon», 1651-1715), di cui alla scomparsa diverrà l'erede spirituale e biografo, e in seguito legato alla spiritualità quietista di Madame Jeanne-Marie Guyon (1648-1717), di cui a sua volta diventerà il segretario.


 

Il suo Discours (pronunciato nel 1736 e che avrebbe dovuto essere ripetuto a una grande riunione delle logge di Francia prevista per il 24 marzo 1737, poi vietata dalle autorità) mira a propagandare la massoneria fra i nobili francesi, dissipando l'impressione che si tratti di una realtà nata fra semplici artigiani e muratori e sostituendo all'origine storica muratoria un'origine leggendaria cavalleresca. Secondo Ramsay, cavalieri della più alta nobiltà europea si sarebbero infiltrati nella corporazione massonica fin dai tempi delle Crociate per perseguirvi al riparo da occhi indiscreti i loro interessi esoterici.

Da molti secoli la massoneria sarebbe dunque, più che una realtà corporativa, una realtà cavalleresca. Sulla base di questa leggenda - creata consapevolmente a tavolino da Ramsay, senza basi storiche - sono elaborati interi sistemi di «alti gradi» a simbologia cavalleresca, che si aggiungono ai primi tre detti della massoneria «azzurra», i quali ultimi rimangono comunque alla base del sistema.

In Germania il Discours di Ramsay è letto con grande interesse e collegato alle speculazioni che fervevano nel Settecento su una prosecuzione segreta dei templari con il neo-templarismo.
I «cavalieri» di cui Ramsay non aveva precisato l'identità sono così identificati con i templari, arricchendo ulteriormente la leggenda e dando origine a un gran numero di sistemi di «alti gradi» in concorrenza fra loro.

Parallelamente all'azione innovatrice di Ramsay, il mito portante che ricollega le origini della massoneria all'Ordine del Tempio è nel frattempo integralmente fatto proprio,  nel 1756, da Karl Gotthelf von Hund und Grotkau - più noto come il barone von Hund (1722-1776) -, un nobile di Altenburg, nei pressi di Lipsia, che è all'origine di un sistema massonico in otto gradi (apprendista, compagno, maestro, maestro scozzese di sant'Andrea, novizio, templare, eques professo e grande professo) conosciuto con il nome di Stretta Osservanza.

Non tutti i massoni europei si appassionano però alle nuove leggende cavalleresche e templari: in particolare i più legati all'illuminismo e al razionalismo temono che gli «alti gradi» siano veicolo per la prevalenza degli elementi più inclini all'esoterismo e all'occultismo. I sostenitori degli «alti gradi» sconfiggono i razionalisti su scala francese al Convento delle Gallie, tenuto a Lione nel 1778 - dove gioca un ruolo importante Jean-Baptiste Willermoz,e su scala europea al Convento di Wilhelmsbad nel 1782.


scozzese

Willermoz è coinvolto anche nella creazione dell'Ordine dei Cavalieri Beneficienti della Città Santa, meglio conosciuto come Rito Scozzese Rettificato, che diventa il centro della massoneria «spiritualista» europea e della sua lotta contro il filone «freddo» o razionalista del mondo massonico. Pochi anni dopo, la «corrente fredda» razionalista si prende tuttavia una rivincita con la Rivoluzione francese (tra i cui protagonisti figurano importanti massoni della stessa «corrente fredda», e nel corso della quale i massoni della «corrente calda» più esoterica sono invece perseguitati). Sul piano massonico internazionale, la massoneria arriva intanto negli Stati Uniti - paese che in seguito avrebbe acquistato una grande importanza massonica - corredata degli «alti gradi», e appunto negli Stati Uniti - a Charleston, nel 1801 - è fondata la versione oggi più nota del sistema in 33 gradi detto Rito Scozzese Antico e Accettato, più tardi diffusa in tutto il mondo grazie all'opera di una figura controversa ma influente, Albert Pike (1809-1891)
Sociologiacf. Massimo Introvigne, La massoneria, Elle Di Ci, Leumann (Torino) 1997. * Massoneria e Chiesa cattolica: la più completa documentazione on-line in : Alleanza Cattolica

" Milioni di persone hanno partecipato, senza saperlo, a una sorta di iniziazione massonica: sono gli spettatori del Flauto magico di Mozart, cattolico e massone.

Musica sublime, su un fantasioso libretto del massone Emanuel Schikaneder che è una sorta di esposizione scenica dei princìpi massonici: la lotta contro il drago e la Regina della Notte, guidata dagli insegnamenti di Sarastro, capo dei sacerdoti; le prove dell'acqua, del fuoco, del cammino fra le tenebre , ecc.


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stampa massonica del '700


Le origini storiche, ovviamente, sono da tenere distinte rispetto alle leggende sorte all’interno della stessa massoneria. Convenzionalmente, la data di nascita della moderna massoneria è fissata nel 1717, anno in cui le quattro logge londinesi si riuniscono nella Gran Loggia di Londra: nel 1723 la massoneria riceve le sue “Costituzioni” dal pastore presbiteriano James Anderson(1680 o 1684-1739) 
Costruire nel segreto La massoneria moderna nasce sotto due spinte contrastanti: da una parte l’auspicio del razionalismo,dall’altra l’anelito preromantico al mistero che affonda le sue radici nella cosiddetta Tradizione esoterica.

Le origini ideali e leggendarie della massoneria vengono collegate con la remota antichità e le tradizioni e religioni misteriche, agli Esseni di Palestina e ai culti egizi.  L'origine storica immediata risale alle fraternità e corporazioni medioevali di artigiani, e specialmente quelle dei muratori, capimastri, scalpellini. Erano tecnici, artisti e operai qualificati, uniti dal lavoro e dagli interessi comuni. Nei cantieri c'era anche una baracca o una tettoia per le riunioni, che veniva chiamata "loggia".

Le associazioni godevano di particolari privilegi, concessi dalla Chiesa e dai governanti: perciò essi erano anche chiamati "liberi muratori" (in inglese: freemasons; in francese: francsmaçons). Queste associazioni durarono oltre il Medioevo con le loro gerarchie e le loro cerimonie, spesso effettuate nelle taverne.

Gradatamente vi affluirono, a partire dal 1600 ,bene accolti dagli artigiani, gentiluomini e intellettuali interessati al clima di capacità tecnica e di solidarietà che vi regnava, o semplicemente curiosi. Questa ospitalità occasionale si trasformò poi in vera e propria ammissione: gli uomini delle classi alte entrarono a far parte delle logge come "muratori accettati".

Molti di questi accettati che non hanno relazioni con la professione si interessano delle leggende della corporazione e ricercano al suo interno i mitici Rosacroce, (vedi  esoterismo) che sarebbero stati i detentori di un sapere segreto capace di accedere all’unità profonda di tutte le religioni.

Il giorno di san Giovanni Battista (24 giugno) del 1717, nella taverna All'Oca alla Graticola di Londra, quattro associazioni decisero di fondersi in una sola, e così nacque la Gran Loggia di Londra indicata come "madre di tutte le Logge del mondo". Ma soprattutto quel giorno fu ufficializzato il trapasso dall'epoca operativa dei "liberi muratori", che esercitavano davvero quel mestiere (=massoni operativi) , a quella simbolica (=massoni speculativi) : ormai gli "accettati" erano più numerosi dei muratori veri.

La nuova associazione conservò gli antichi simboli e riti del mestiere, occupandosi però della costruzione globale della società, trattando questioni politiche, filosofiche, scientifiche. II tutto era disancorato dalle strutture ufficiali, fondato sulla tolleranza religiosa e civile, con l'ammissione di persone di qualsiasi confessione religiosa o filosofica, esigendo unicamente, con giuramento sulla Bibbia, la fede in Dio e nell'immortalità dell'anima, col divieto costituzionale di parlare in loggia di religione e di politica.

L'antica corporazione di lavoro era diventata un'associazione di pensatori ben intenzionati, ai quali si mescolavano anche alchimisti, occultisti, cabalisti, maghi, non esclusi gli avventurieri e i seguaci di una moda snob. L'istituzione si diffuse rapidamente in Europa e nelle colonie. Furono massoni Cagliostro, Casanova, Necker, La Fayette, Goethe, Lessing, Fichte, i fratelli Verri, Filangieri, forse il Beccaria. Pensieri e azioni procedevano essi pure su due piani.

In origine, alle Logge massoniche potevano aderire unicamente quanti lavoravano come muratori. Soltanto agli inizi del Settecento fu ufficializzata la possibilità di partecipazione anche a borghesi e intellettuali. A livello superiore, i massoni settecenteschi propugnavano tolleranza religiosa e politica, lotta a fanatismi e pregiudizi, pace universale da raggiungersi attraverso la sconfitta delle superstizioni e dei nazionalismi: insomma la lotta contro il drago e la Regina della Notte del Flauto magico.

Ma c'era anche l'altro piano. Dalla tolleranza religiosa si passava spesso all'avversione per il cattolicesimo e alla religione in generale. Anche se in certi ambienti massonici persisteva un soffio della spiritualità tipica degli antichi "liberi muratori", altrove si arrivava all'anticristianesimo puro e semplice.

A livello più volgare, infine, il carattere segreto dell'associazione favoriva per gli avventurieri complicità e omertà. Per fare fortuna nulla infatti è più propizio dell' operare" al coperto", sfruttando amicizie e protezioni dei "fratelli" altolocati.

I documenti fondamentali della massoneria sono gli Antichi Doveri (Old charges) ereditati dalla confraternita medievale, i Landmark che ne applicano i princìpi, e le Costituzioni redatte nel 1823 dal pastore presbiteriano James Anderson, che organizzò giuridicamente il tutto. La Bibbia è "la grande luce" della loggia: su di essa, ogni nuovo adepto deve giurare di credere in Dio e nell'immortalità dell' anima. Se la Bibbia, o il rispettivo Libro Sacro, resta chiuso, la seduta e le iniziazioni sono invalide.

Le Obbedienze che vi sono fedeli sono "regolari", quelle che se ne discostano sono "irregolari", cioè non sono considerate massoniche. Quando si politicizzano oppure promuovono l'anticlericalismo o l'irreligiosità, cadono automaticamente nell'irregolarità.

II Grande Oriente di Francia, al momento in cui nel 1877 cancellò il nome di Dio (il Grande Architetto dell'Universo) dalle Costituzioni, divenne irregolare; le obbedienze regolari ruppero i rapporti diplomatici con esso e non li hanno più ristabiliti.

In questa prospettiva vanno giudicate le campagne laicizzatrici (= espellere Dio e la religione dalla massoneria) che di fatto sono state effettuate fuori del messaggio massonico autentico.

E questo è avvenuto, molto spesso, soprattutto nelle nazioni latino-cattoliche, in primo luogo in Italia e in Francia, mentre il fenomeno è quasi sconosciuto in quelle protestanti e anglosassoni.

Complessivamente, la massoneria settecentesca esercitò un'importante influenza culturale e politica, divulgando princìpi di progresso e di umanità, pur con due limiti: il fiancheggiamento dei monarchi "illuminati" anche in imprese meno luminose, e le pratiche chiaramente opportunistiche di certi suoi membri, più dediti alle fortune personali che al progresso dell'umanità.

La più importante iniziativa culturale del secolo XVII, cioè l'Enciclopedia, fu favorita dall' ambiente massonico. È stato invece assai scarso l'impulso massonico alla Rivoluzione francese. A partire dall' età napoleonica, la massoneria fu piegata alla ragion di Stato e divenne cortigiana, le società segrete patriottiche (come la Carboneria e la Giovane Italia) raccolsero in parte le sue idealità democratiche e i suoi metodi, che contribuirono cosìindirettamente alla fine del colonialismo e ai risorgimenti nazionali.

Attualmente la massoneria si presenta come un complesso puzzle dove è possibile, in particolare, distinguere fra obbedienze e riti. Le obbedienze sono federazioni amministrative di logge o di gruppi nazionali di logge; i riti, invece, sono sistemi di gradi massonici, di cui prescrivono non solo le cerimonie, ma anche le caratteristiche. Dunque, all’interno della stessa obbedienza possono convivere più riti e uno stesso rito può essere presente in più obbedienze. Fra i riti più diffusi si trova il Rito Scozzese Antico e Accettato, in 33 gradi, da cui deriva l’abitudine di considerare i massoni più elevati in grado come dotati della qualifica di "trentatreesimo".

Le organizzazioni parallele possono essere distinte in "para-massoniche", "simil-massoniche" e "pseudo-massoniche".

Le prime non fanno parte della massoneria, ma ammettono al loro interno esclusivamente massoni; le seconde sono sorte ad imitazione e in concorrenza con la massoneria, spesso rivolgendosi a classi sociali più basse; infine, le organizzazioni “pseudo- massoniche”, seppure utilizzano nel loro nome il termine massoneria, sono considerate al di fuori del mondo massonico dalla maggior parte degli organismi ufficiali.

Il Grande Oriente d'Italia (Palazzo Giustiniani- Roma) è l’obbedienza maggioritaria nel nostro paese,  ammessa nella comunione con la Loggia di Inghilterra, riconosciuta dalla maggior parte dei massoni mondiali come Gran Loggia Madre per tutto il mondo.

Il Grande Oriente d'Italia era stato escluso per un periodo , nel secolo scorso - assieme alle massonerie maggioritarie dei principali paesi latini (Francia, Spagna e America Latina) - dalla comunione con la Gran Loggia Madre perché era accusata di ammettere nelle sue fila atei e di occuparsi di temi politici.

Dal 1972 chi non crede in Dio avrebbe dovuto essere escluso dalle logge; tuttavia il Gran Maestro Giuliano Di Bernardo propose un’idea di Dio come “principio regolatore” che era al limite dell’accettabilità per le massonerie “regolari” e suscitò più di una obiezione.

Lo stesso Di Bernardo ha poi fondato (1993) una Gran Loggia Regolare d'Italia, concorrente del grande Oriente, riconosciuta ad experimentum da Londra, ma non dalle potenti massonerie statunitensi che sono in comunione con Londra e che mantengono relazioni con il Grande Oriente.

La Gran Loggia d'Italia (Palazzo Vitelleschi) è la seconda denominazione massonica nel nostro paese ed è la più grande fra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dallo scisma del 1908 di Saverio Fera (1850-1915), un pastore evangelico anti-cattolico, ma in disaccordo con l’anticlericalismo esasperato del Grande Oriente del suo tempo.

Le obbedienze che derivano da questo scisma sono dette "di Piazza del Gesù", perché in questa piazza romana la principale organizzazione di questa branca ha avuto sede per molti anni. La Gran Loggia d’Italia fa parte dell’AML (Association des Maçoneries Liberales), cui aderiscono anche i Grandi Orienti di Francia, Belgio, Germania e le Grandi Logge olandese e danese. La Gran Loggia ammette anche le donne, nonostante le “Costituzioni” di Anderson (terzo dovere) le escludano dalla massoneria.
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La Dottrina Massonica fonte : C.E.S.N.U.R.-ENCICLOPEDIA DELLE RELIGIONI IN ITALIA-ELLEDICI

" E’ difficile ricavare dalle Costituzioni di Anderson una vera e propria dottrina. Gli unici riferimenti precisi sono quelli alla legge morale (naturale) e alla «religione su cui tutti gli uomini sono d'accordo».

Nelle Costituzioni della Gran Loggia Unita, del 1815, il deismo di Anderson si orienta verso un teismo personale: si parla di un Dio capace di «vedere i cuori» degli uomini e del dovere di credere in un «glorioso architetto del Cielo e della Terra», «qualunque sia la religione di un uomo e il suo modo di adorare». 
La massoneria come emerge dalle sue carte di fondazione anglosassoni non è una dottrina, ma un metodo che propone la libera discussione dei problemi e la loro soluzione secondo quanto sembra vero e giusto alla maggioranza dei fratelli La discussione ha un limite positivo: non è permesso mettere in discussione l'esistenza di Dio; ma Dio può essere concepito in una grande varietà di modi, anche lontani da quanto propongono le religioni tradizionali. Gli stessi tentativi di restringere la nozione di Dio ammessa in massoneria al solo «monoteismo» sono sempre stati respinti anche dalla massoneria anglo-americana «regolare».

E, in realtà, la discussione ha anche un limite negativo: tutto può essere messo in questione, tranne il metodo stesso.
Questa problematica, naturalmente, deve essere considerata in relazione alle esigenze sociologiche da cui nasce storicamente e psicologicamente la massoneria, che risolve il dramma del pluralismo ideologico moderno offrendo come sua chiave di comprensione il relativismo.

Spesso autori massonici non accettano l'espressione « relativismo », considerandola ingiusta e riferita a una sorta di disinteresse per la verità che non sembra loro di professare. Essi osservano che, al contrario, vi sono stati nella storia numerosi massoni così convinti di una loro idea - nazionale, politica o sociale - da dare per questa idea la vita. Naturalmente questo è vero, ma vi è qui una confusione fra due categorie storico-filosofiche diverse: lo scetticismo ( non c'è nessuna verità n.d.r.) e il relativismo


Mentre lo scettico teorico pensa che non esista la verità, e lo scettico pratico che non sia importante, il relativista talora è sinceramente affezionato a una verità relativa ma, nonostante questo, considera la verità come qualche cosa di dipendente da una variabile indipendente che, come tale, la determina. Questa variabile indipendente può essere la ragione umana, per cui il razionalismo e l'avversione per i dogmi non riducibili ai limiti della sola ragione non escludono il relativismo

Affermare - come fanno numerosi osservatori esterni - che il metodo massonico si situa nell'orizzonte del relativismo non significa accusare i massoni nel loro insieme - o singoli massoni - di negare la conoscibilità filosofica o la rilevanza esistenziale della verità. Significa solo constatare che
si tratta di un metodo che promuove una visione della verità come relativa e condizionata da variabili indipendenti che la determinano: e questa, precisamente, è la definizione più corrente del relativismo. E' in questo senso, appunto, che il metodo massonico è collegato all'origine sociologica della massoneria e del suo successo.

La Gran Loggia d'Italia è la più grande fra le numerose obbedienze concorrenti che derivano dalla scisma massonico del 1908 del  pastore metodista Saverio Fera. Nella storia delle obbedienze che risalgono a Fera e al suo successore Raoul V. Palermi (1864-1948), dette spesso «di Piazza del Gesù», dal nome della piazza romana dove la principale ha avuto sede per molti anni, gli scismi sono frequentissimi, e costituiscono un elemento decisivo perspiegare la compresenza in Italia di numerose obbedienze massoniche minori.

Nel mondo cattolico il magistero esclude la «doppia appartenenza» dei fedeli insieme alla Chiesa cattolica e alla massoneria sulla base, in particolare, di una critica dottrinale del metodo massonico. n.d.r.Rispetto al Grande Oriente , vi è stata una maggiore presenza di un elemento «cristiano» e talora anche filo-cattolico», che tuttavia «si diluì non poco» a partire dalla seconda metà degli anni 1950 (scosì M. Moramarco, Piazza del Gesù [1944-19681. Documenti rari e inediti della tradizione massonica italiana, Centro Studi Albert Schweitzer, Reggio Emilia 1992, p. 15).

Le obbedienze che aderiscono all'AMI (Ass. Massonica Ital.) denunciano «il dogmatismo e il conservatorismo sociale della massoneria anglosassone», ammettono gli atei e gli agnostici (per il Grande Oriente di Francia, dal 1877, data in cui è soppresso l'obbligo del riferimento al Grande Architetto dell'Universo (Dio ), con conseguente separazione dalla Gran Loggia di Londra ), e talora anche le donne (come fa la Gran Loggia di Palazzo Vitelleschi, Grande Oriente), e non rinunciano a un'azione politica in favore «dei diritti dell'uomo e della democrazia» (così recita l'«Appello di Strasburgo»).

Video : "Ero massone " intervista all'autore Il metodo massonico non è necessariamente scettico (= non esiste una verità universale), ma è comunque relativista (ci sono tante verità tutte relative), e proprio per la sua dinamica relativizzante è oggettivamente incompatibile con la fede cattolica, così come hanno sottolineato molti documenti magisteriali.- Dal punto di vista filosofico l'orizzonte del metodo massonico - senza il quale il metodo stesso diventerebbe inintelligibile o impraticabile - comprende:

a) un principio epistemologico di tipo realista, secondo cui il mondo e l'uomo hanno un'esistenza indipendente su cui è possibile enunciare affermazioni che, se non sono definitive e «dogmatiche», sono però ragionevoli; benché esponenti importanti dell'idealismo filosofico siano stati massoni, tutti i tentativi più autorevoli di costruire una masonic philosophy - e gli stessi documenti di fondazione - sembrano dare per scontato un orizzonte epistemologico di tipo realista;

b) un principio antropologico di tipo antropocentrista, secondo cui l'uomo è libero ed è al centro del suo mondo: se così non fosse, vi sarebbero elementi per mettere in dubbio la validità di qualunque risultato del metodo massonico;

c) un principio filosofico di tipo spiritualista, secondo cui nel mondo e nell'uomo è qualcosa di più di quanto cade sotto il dominio dei sensi e delle scienze, sia questo «di più» immanente o trascendente; una prospettiva puramente materialista - che escluderebbe dagli argomenti cui può essere applicato il metodo massonico quelli che attengono al « di più» dichiarandoli semplicemente privi di senso - sarebbe in contrasto con i documenti di fondazione della massoneria ed è stata coltivata solo in ambienti del Grande Oriente di Francia (con paralleli in alcuni paesi di lingua spagnola) in un periodo storico specifico, a proposito forme ibride di antimassonismo, che presentano elementi dell'uno e dell'altro tipo ideale.

Fin dal suo esordio la Massoneria si rivela incompatibile con il cristianesimo. Il 24 aprile 1738, papa Clemente XII con la bolla In eminenti condannò la massoneria, infliggendo la scomunica ai cattolici che ne facessero parte. La condanna papale era motivata dall'avversione dei massoni per i dogmi della Chiesa, dalla loro vibrante propaganda anticattolica, dal giuramento sul segreto e dal carattere di "stato nello stato" della massoneria, che obbediva a proprie leggi e statuti, aveva i propri tribunali, con sinistre minacce di pena a chi violasse i segreti di loggia.

Questa condanna fu confermata da Benedetto XIV e dagli altri Papi: Pio IX emise circa 1.500 documenti di condanna, il successore Leone XIII ne firmò, tra grandi e piccoli, ben 2.046.

L'Editto del cardinale Firrao del 1739, in applicazione della bolla pontificia dell' anno precedente, nei casi più gravi comminava agli adepti la pena di morte, e quello del cardinale Consalvi (1821) la rinnovò. Nel giro di una trentina d'anni, a partire dalla condanna di papa Clemente XII, molti governi europei misero fuori legge la massoneria. "
La massoneria secondo la massoneria. fonte : http://www.grandeoriente.it  
Segreto e Riservatezza " Società iniziatica e non “società segreta”, la libera muratoria si fonda tuttavia su un “segreto”, cioè su un contenuto “non comunicabile” e “non esprimibile”, la cui conoscenza è possibile soltanto attraverso l’esperienza vissuta dell’iniziazione. Il vincolo del segreto sui riti iniziatici è ben attestato dall’antichità pre-cristiana, ma si ritrova anche successivamente. Curiosamente una delle migliori definizioni del segreto iniziatico è dovuta all’avventuriero veneziano Giacomo Casanova, come questi la espose nelle sue Memorie: Coloro che si determinano a farsi iniziare liberi muratori soltanto per pervenire a conoscere il segreto, possono sbagliarsi, perché può capitar loro di vivere cinquant’anni maestri muratori senza mai giungere a penetrare il segreto di questa confraternita…



Il segreto della libera muratoria è inviolabile per sua propria natura, perché il libero muratore che lo conosce, lo conosce soltanto per averlo indovinato. Egli non lo ha appreso da alcuno. L’ha scoperto a forza di frequentare la loggia, di osservare, di ragionare e di dedurre.


Quando egli vi è pervenuto, si guarda bene dal partecipare la sua scoperta a chicchessia, fosse anche il suo miglior amico massone, poiché, se costui non ha avuto il talento di penetrare il segreto, non avrà neppure quello di trarne partito apprendendolo oralmente. Questo segreto sarà dunque sempre un segreto.

Tutto quello che si fa in loggia deve essere segreto; ma coloro i quali per una disonesta indiscrezione non si sono fatto scrupolo di rivelare ciò che vi si fa, non hanno certo rivelato l’essenziale. Come avrebbero potuto rivelarlo se non lo conoscevano? Se l’avessero compreso, non avrebbero rivelato le cerimonie.

Codesto segreto concerne quindi gli elementi propri dell’iniziazione e del suo apparato simbolico-rituale, e non già ipotetiche attività svolte clandestinamente al riparo del Tempio, inconfessabili perché disdicevoli sotto il profilo morale e giuridico. Altra cosa è la riservatezza, ossia la facoltà di ogni associazione liberamente costituita di pubblicizzare o di non pubblicizzare le sue attività, quando non siano illecite o vietate dall’ordinamento giuridico. A questo riguardo va precisato che comunque pressoché tutti i rituali dei lavori muratori e delle relative cerimonie di iniziazione sono stati stampati in ogni lingua, a partire almeno dal terzo decennio del XVIII secolo, e che i nominativi dei dirigenti, così come le ubicazioni delle logge, sono sempre stati noti.

Lo scopo dichiarato e autentico dell’iniziazione muratoria è il perfezionamento spirituale del singolo individuo. Infatti, essa consiste nell’ammissione del candidato in un tempio ossia in un luogo esplicitamente sacro, che si pone a ricordo e a perpetuazione del Tempio di Gerusalemme. Mentre quello era consacrato a YHVH (), il Dio dell’Antico Testamento, questo è costruito “alla Gloria del Grande Architetto dell’Universo”, nomen di sostituzione che si conforma a un tempo all’impronunciabilità del Nome divino, alle origini di mestiere della muratoria e del suo patrimonio simbolico, e all’universalismo proprio dell’esoterismo.

Corollari e conseguenza logica di questa primaria finalità sono gli scopi del perfezionamento morale del singolo e l’estensione di siffatta opera di perfezionamento, sul duplice piano spirituale/morale, all’intera società, intesa come “umana famiglia”. Carattere peculiare ancorché non esclusivo dell’iniziazione muratoria è la sua dimensione collettiva: l’iniziazione è conferita al candidato da una collettività di iniziati e dà initium a un percorso conoscitivo di natura esoterica che prevede periodici momenti di confronto e di lavoro comune nell’unità-loggia, secondo un piano scandito da un preciso rituale e da un apparato di simboli, la cui funzione è quella di rivelarsi gradualmente al singolo iniziato e alla sua comprensione, che va progressivamente affinata mediante sforzi individuali, nei quali è dato avvalersi dell’esempio fornito dagli altri iniziati e, ove necessario e possibile, della loro assistenza.... "

Insegnamento tipico del Metodo Massonico [Antichi Doveri - Costituzione- Regolamento dell’Ordine, Grande Oriente d’Italia, Roma, 1994.] di Mariano L. Bianca

" Cercando di comprendere i simboli, diventa indispensabile avere un’idea chiara su due aspetti opposti e complementari che ogni simbolo possiede: l’essoterico e l’esoterico. L’essoterico è l’esterno, la forma visibile che un’energia determinata assume per manifestarsi nel mondo dei sensi, e che varia secondo il tempo, lo spazio e il livello della realtà in cui si esprime.

L’esoterico (dal greco esoterikos), significa l’interno, l’occulto e non manifesto, la parte segreta del simbolo che non è altro che un’energia, idea o forza che ogni segno sacro contiene, e che nei nostri lavori è ciò che veramente interessa apprendere, conoscere e sperimentare.
Le scienze ordinarie studiano il simbolo unicamente dal punto di vista esteriore, e pertanto possono percepire soltanto le apparenti differenze fra le varie tradizioni e le diverse scienze, non potendo stabilire fra queste relazioni vere, come quelle che la nostra Scienza Esoterica potrà darci, poiché questa conosce l’identità profonda delle energie a cui si riferisce, che trascendono la loro apparenza formale e permettono la connessione con quella realtà metafisica che solo attraverso l’esoterico potremo percepire.

L’esoterico è pertanto unificante e rischiarante e arriveremo a comprenderlo soltanto quando saremo disposti a traspassare e penetrare le semplici apparenze delle cose e dei simboli, permettendo che questi ci rivelino le energie Occulte che possiedono, essendo capaci di ridestare le forze invisibili che tutti abbiamo nella nostra propria interiorità.

In questo modo possiamo penetrare in altri spazi del nostro essere, altre aule ed ambiti curiosamente uniti nella memoria, che saranno i passi primi all’ingresso nella nostra Chiesa; e pertanto completamente atemporale.

Sacro e profano secondo la Massoneria. Per un’adeguata comprensione dei simboli e temi che stiamo trattando è necessario avere una chiara idea della differenziazione tra il sacro e il profano, come due diversi modi di porsi fronte alla vita ed al mondo, che corrispondono in modo preciso a due livelli differenti della coscienza.

In una Società Tradizionale che non ha ancora ricevuto il germe della decadenza, tutta la realtà –includendo usi, costumi, mestieri, rituali, vita quotidiana, etc.– è sacra, posto che è significativa e gerarchizzata, permettendo questa visione la connessione con altre dimensioni dell’Essere e l’apertura della coscienza, così come l’ordine sociale che questa attitudine promuove in modo naturale, essendo sempre le cose della Terra un riflesso chiaro dell’ordine celeste.

Il profano è viceversa una visione sciatta, uniforme e insignificante della realtà, una maniera di porsi fronte al mondo sempre personalizzata, piccola e relativa, carente di ogni gerarchia e ordine e incapace di generare stati superiori.

In un senso potremmo dire che il sacro si trova imparentato con il concetto della verticalità e il profano con quello dell’orizzontalità.

Però non pensiamo – come a volte succede nel linguaggio ordinario– che il sacro è il religioso, o il pietoso morale, o che il profano abbia a che vedere con il peccato o con il «male».

In realtà si tratta solamente di due distinti gradi dell’Essere –che inoltre corrispondono al cielo e alla terra, allo spirito ed alla materia– e che dividiamo unicamente in termini concettuali, con lo scopo di poterli unire successivamente, come faremo sempre con le opposizioni quando applichiamo il solve et coagula dell’ Alchimia .

L’Iniziazione e l'uso dei tarocchi


L’Iniziazione è il processo per il quale l’uomo si avvicina alla conoscenza di altre realtà, che occulta in se stesso e che sono ciò nonostante il suo autentico Essere.

Questo percorso interno a tutti i livelli e i differenti stati dell’Essere Universale è ciò che veramente distingue il sacro dal profano, il reale dall’illusorio. Si tratta di qualcosa di autenticamente nuovo. >

Della percezione interiore di altri mondi, che attraverso un prodigioso percorso si realizzano nell’interiorità dell’essere umano, dato che effettuando il rito della Conoscenza, la comprensione delle verità eterne, si vanno acquisendo le qualità necessarie per una trasformazione integrale, prologo a qualunque idea di trasmutazione.

Si ha bisogno di qualche stimolo esterno, non solo per svegliare l’uomo, ma anche per ordinarlo, e la Dottrina Tradizionale, in questo caso la Cabala ed i veicoli ermetici, come il Tarocco , compiono questa imprescindibile funzione. Il simbolo è il contrassegno, il passaggio, alla comprensione di altre realtà.

Il rito dello studio, la meditazione e la realizzazione delle pratiche ausiliarie che sono incluse nell’uso di questo mazzo magico, sono la maggior garanzia della vivificazione di quelle energie che giacciono occulte e potenziali nella nostra interiorità.
La rigenerazione
La rigenerazione è la trasmutazione del sé nell’Uomo Nuovo che annulla i tormenti della materia e si lascia guidare dalle Potenze dell’Intelletto Supremo Iniziazione e rigenerazione sono due processi fondamentali in ogni società di iniziati. L’iniziazione è quel particolare rito di passaggio, che si svolge in un periodo di tempo definito, e che predispone il neofita a poter accedere alla via che lo porta alla conoscenza «suprema»: quello stato di saggezza che, a seconda delle diverse tradizioni esoteriche, appare come «illuminazione» o «piena conoscenza» dell’Uno o del Nous (intelligenza suprema).

L’iniziazione è al contempo un rito e un processo che, attraverso una pratica esoterica, porta l’iniziato a raggiungere livelli diversi di perfezionamento. Il risultato del processo iniziatico è una trasmutazione del sé, cioè una trasformazione del pensiero, dello spirito e dell’etica dell’iniziato. Il processo iniziatico, in senso spirituale ed etico, conduce a quella che la Tradizione indica con il termine «rigenerazione». Essa è l’obiettivo della pratica rituale collettiva e dell’impegno esoterico perseguiti individualmente.

L’intero processo esoterico–iniziatico, quindi, si muove verso due fini, correlati l’un l’altro: l’ampliamento della conoscenza e il perfezionamento spirituale e morale. Il cammino iniziatico, secondo la Tradizione Occidentale, si muove su questi due piani paralleli, per cui né solo uno né solo l’altro possono completare la ricerca iniziatica: via etica, via veritativa e via spirituale sono percorsi necessari che debbono essere seguiti contemporaneamente, per cui il perfezionamento etico è possibile solo passando attraverso un perfezionamento spirituale e conoscitivo; e questi ultimi sono possibili solo se si svolge un analogo perfezionamento nel campo morale.

La Massoneria, come società iniziatica fondata su una Tradizione esoterica, persegue tali obiettivi che vengono raggiunti ritualmente in modo comunitario nel Tempio e individualmente nel mondo interiore di ogni massone.

La nozione di rigenerazione, che consideriamo in questa sede, fa parte di una Tradizione che, seguendo Guénon, è primordiale, nel senso che fa parte di un modo di essere dell’uomo e di tutte le collettività umane, sebbene con molte diversità, e che risale ai primordi della storia dell’uomo.

La Tradizione, in particolare, a cui facciamo riferimento, però, non è quella ampia di cui parla Guénon, ma una più ristretta a cui vanno fatti risalire il pensiero e la pratica massonici. Tale Tradizione si identifica in un gran numero di opere, tra le quali assumono un ruolo rilevante quelle che sono state attribuite a Ermete Trismegisto (personaggio storico e mitico allo stesso tempo); in tal senso, la Tradizione a cui si fa riferimento è costituita da quelle concezioni che ritroviamo in opere come i diciotto Libri del Corpus Hermeticum (tra cui il più famoso Pimandro), l’Asclepio, i Frammenti di Stobeo, ed altri ancora.

In questa Tradizione è centrale la nozione di rigenerazione che è altrettanto fondamentale nella più specifica tradizione Massonica moderna che, in senso istituzionale, si fonda sugli Antichi Doveri (1723). ..i Liberi Muratori ..., dopo il loro ingresso nella Istituzione, in base a un processo di perfezionamento interiore devono mostrare un comportamento che è il risultato della loro rigenerazione morale e spirituale; un loro rigenerarsi con il passaggio nei vari gradi Azzurri e in quelli dei diversi Riti.

Uno dei testi fondamentali della Tradizione Esoterica Occidentale che tratta esplicitamente della rigenerazione è il Libro XIII del Corpus Hermeticum (Discorsi di Ermete Trismegisto)...La Tradizione, a cui ci affidiamo, è un patrimonio esoterico che ogni Massone deve accogliere nel suo mondo interiore come guida per il lavoro nel Tempio. Il Corpus Hermeticum è parte di questa Tradizione e la sua lettura è fonte di profonde meditazioni...Più precisamente la Magia e l’Alchimia formano con l’Astrologia i tre rami nati dal tronco centrale, ossia dalla Scienza Universale, emanazione reale dell’indivisibile Verità.

MagiaNon ci riferiamo qui a nessuna possibilità legata alla superstizione, e ancor meno a cerimonie di dubbia dimensione che rivelano l’ignoranza della scienza o arte metafisica. Non ci riferiamo neanche a quegli interessi che non pretendono altro che accrescere un potere personale, di breve portata, o quello di accumulare informazione e ogni sorta di esperienze per il solo fatto di sapere in modo letterale e quantitativo.

Allo stesso modo non effettuiamo, come si è soliti fare erroneamente oggigiorno, confusione tra materia e spirito, fisica e metafisica, cosa che porta a dilettarsi esclusivamente con i fenomeni, apparenti o reali, di mero psichismo, sovente confusi con la spiritualità.

Crediamo in una Magia di un livello molto più profondo e superiore, la Scienza Teurgica dell’Antichità, quella disciplina che il Rinascimento chiamò Magia Naturale e che si rinnova costantemente dinanzi ai nostri occhi. La vita stessa, che include l’uomo e le sue possibilità di rigenerazione, è l’archetipo di questa affermazione. Dal visibile all’invisibile, mediante il ritmo della Bellezza (Tifereth).

AlchimiaCosì si chiamava nell’Antichità la scienza delle trasmutazioni (minerali, vegetali o anche animali) della natura. Queste operazioni hanno una replica nell’uomo, che si può vedere in esse come in uno specchio che riflette il suo processo di sviluppo, e simboleggiano la possibilità della rigenerazione. Ovvero quella di mutare condizione e forma al punto tale che la sostanza con cui si lavora –in questo caso la psiche umana– si converta in una cosa diversa da quella che attualmente conosciamo. Questa ricerca –e scoperta– dell’Essere è quindi l’autentica Libertà, non offuscata da pregiudizio alcuno, e si può considerare come una nuova nascita.
AstrologiaGli astri compongono nel cielo disegni misteriosi legati alla sorte degli uomini, e alla terra che essi abitano. Se il luogo geografico e il tempo storico in cui nasciamo ci condizionano, in misura ancora maggiore lo fanno la forza e l’energia sottile e sconosciuta delle stelle. Investigare su queste e su quello che significa lo Zodiaco, e la sua relazione con la nostra personalità, forme e accadimenti quotidiani, senza cadere nella superstizione o nel semplicismo, è un modo di conoscere le forze psichiche che ci reggono, approfittare del loro contenuto e liberarci delle loro influenze negative. Si sa che i pianeti posseggono una parte benefica (chiara) ed una malefica (scura). Nella conciliazione di queste energie, nell’equilibrio della nostra vita, si va giocando in questo momento la fortuna e la disgrazia della nostra esistenza, che potremo governare e portare a buon termine se si comprende il significato delle forze che costantemente modellano la sua sostanza.
CabalaSorta nel II secolo della nostra era, nel popolo d’Israele, la Cabala si estese nell’Alto e nel basso Medioevo, in paesi cristiani come Francia e Spagna, e particolarmente in quest’ultimo, dove nel secolo XIII fu scritto El Zohar, il gran libro cabalistico. Brillò in Italia durante il Rinascimento in forma cristianizzata e passò ai paesi del nord e centro d’Europa e Inghilterra, Polonia etc. in epoche diverse, dove ancor oggi si mantiene viva, così come a Gerusalemme e molte altre città del mondo moderno, fra ebrei e non ebrei.

Questo per quanto riguarda la Cabala storica. La traduzione della parola «cabala» è «tradizione» e si mette in relazione con «ricevere», nel senso di accettare un legato o un eredità. Lo schema storico che abbiamo descritto è valido in termini generali e orizzontali. Se adottiamo il punto di vista verticale, questa trasmissione della Tradizione Primordiale e la sua ricezione non hanno mai smesso di essere, e questi effluvi della divinità sono sempre presenti nel mondo e nell’uomo.
Il Rito Massonico La reiterazione del rito è fondamentale nel processo di Conoscenza. Quando ci riferiamo a riti non ci riferiamo a cerimonie «magiche», civili o religiose. I riti iniziatici di determinate tradizioni son tuttora vivi, benché accedervi sia difficile. Alcune religioni o istituzioni tradizionali conservano i simboli –ed anche i riti–, però questi sono carenti di vero contenuto e sono come vuoti, essendo sconosciuta la loro essenza ed esoterismo, ossia la realtà e il significato.

Riti nella Tradizione Ermetica sono gli studi che si effettuano partendo da modelli ermetici,
- la concentrazione che ciò implica,
- la meditazione che promuove,
- le pratiche che rendono effettiva la visione e l’immagine,
- l’orazione incessante del cuore come invocazione permanente,
- la contemplazione che producono la bellezza e l’armonia della natura e del cosmo,
- e i lavori ausiliari che incamminano al raggiungimento della Conoscenza.
Riguardo a ciò vogliamo ricordare che c’è un’identità fra l’essere e la conoscenza. L’uomo è ciò che conosce. Che altro potrebbe essere se non la somma di se stesso? Essere è conoscere.

Ora, essendo ciò che conosciamo, la reiterazione costante del rito che sostiene la conoscenza di altre realtà, mondi o piani dell’Essere Universale, è una garanzia, quanto all’identificazione con questo Essere e la sua conoscenza, attraverso un cammino gerarchico, popolato di spiriti, dèi, colori ed energie mediatrici.

L’inno della rigenerazione «Tutta la natura del cosmo porga orecchio all’inno. Apriti, o terra; si apra a me ogni chiavistello della pioggia; non vi agitate, o alberi. Sto per cantare il Signore della creazione, il tutto e l’uno.

Apritevi, cieli; fermatevi o venti. Il cerchio immortale di Dio presti orecchio al mio discorso: sto per cantare il creatore dell’universo, colui che ha fissato la terra e ha sospeso il cielo, colui che ha ordinato all’acqua dolce di uscire dall’oceano e di diffondersi sulla terra, abitata e disabitata, affinché fosse a disposizione per il nutrimento e la generazione di tutti gli uomini, colui che ha ordinato al fuoco di apparire per prestarsi a ogni attività, sia degli dei, che degli uomini.

Dedichiamo tutti insieme l’elogio a lui, a lui che si libra sopra i cieli, a lui che è creatore di tutta la natura. Questoè l’occhio dell’intelletto; accolga l’elogio delle potenze che sono in me. Potenze che siete in me, cantate l’uno e il tutto: cantate in accordo con la mia volontà, voi potenze tutte che siete in me. Santa conoscenza illuminata da te, per te io canto lodi alla luce intelligibile e gioisco nella gioia dell’intelletto.

Voi tutte, potenze, cantate con me. Anche tu canta, continenza. E tu pure, mia giustizia, canta il giusto per mezzo di me; o verità, canta la verità; tu bene, canta il bene; o luce e vita, da voi viene l’elogio e a voi ritorna. Rendo grazie a te, o padre, a te che sei l’energia delle potenze. Rendo grazie a te, o Dio, potenza delle mie energie.

Il tuo Logos per mezzo mio ti canta inni di lode. Attraverso me ricevi il tutto mediante la parola, come sacrificio resoti con parole. Queste cose gridano le potenze che sono in me: cantano il tutto, compiono il tuo volere. La tua volontà deriva da te e su te si riversa. Ricevi da tutti il sacrificio resoti con parole. Il tutto che è in noi, salvalo, o vita, illuminalo, o luce, soffio vitale, Dio! L’intelletto è il pastore del Logos. O portatore del soffio vitale, o demiurgo. Tu sei Dio.

L’uomo che ti appartiene grida questo attraverso il fuoco, attraverso l’aria, la terra, l’acqua, il soffio, attraverso tutto ciò che hai creato. Da te ho ricavato l’eulogia dell’eternità e, come desidero, per tuo volere ho trovato la pace. Per tuo volere ho visto quest’eulogia pronunciata» . "


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