Corso di Religione

         


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Il SACRO elemento originale del fenomeno religioso« ...Per Lucrezio, ... (De rerum natura, 1, 62 ss.; 5, 1194 ss.), la religione è innanzitutto un sussulto che nasce dallo spettacolo offerto dai fenomeni cosmici. Con la straordinaria facoltà di materializzare i concetti più astratti, questo poeta romano del secolo I a. C. presenta la religione come

« la tetra faccia del terrore»: «nella buia notte dalle nubi spunta» nel cielo e, minacciando i miseri mortali con il suo orribile ghigno di tuoni, lampi, fulmini e altri fenomeni atmosferici, li fa cadere in ginocchio di fronte alla divinità, signora di quei fenomeni che oltrepassano il potere dell'uomo. .."  »

(Manuel Guerra Storia delle religioni -La Scuola)
In realtà, i fenomeni religiosi sono molto più complessi e labirintici , soggetti a lunghe evoluzioni ed involuzioni storiche ed alla fine di tutti questi studi che si fanno - e ce ne sono - si rischia di non saper dire molto sulla religione. 

Afferma lo studioso rumeno Mircea Eliade :
"...Girare intorno al fenomeno religioso per mezzo della fisiologia, della psicologia, della sociologia, dell'economia,  della linguistica, dell'arte, etc. , significa tradirlo e lasciarsi sfuggire appunto il quid unico e irriducibile che contiene : il suo carattere sacro..."
(Trattato di storia delle religioni)
C'è infatti una parola che -per noi indoeuropei in particolare- appare come la chiave di tutto il fenomeno religioso ed è la parola "sacro"   (la radice indoeuropea è sak, da cui sakros ). Il sacroNella storia si può rilevare come il fenomeno religioso sia universale : tutte le forme religiose sono organizzate intorno al Sacro Sacro è una di quelle parole che si definiscono insieme con il loro antonimo , in questo caso sacro si definisce insieme a profano, ma definire la coppia sacro-profano in termini di concetti universali è impresa molto difficile .
La coppia si ritrova nella struttura di tutti i templi antichi .

exp
Nei templi il profano è la parte riservata al popolo il quale vive nell'ordinarietà, mentre il sacro è la parte riservata ai sacerdoti , coloro che fanno il sacro  come intermediari con la divinità : la parte più interna del sacro è il santuario dove misteriosamente, nel suo simulacro, " abita" la divinità.Fenomenologia e sociologia del sacroChe cos'è il sacro
Il sacro è ciò che ogni religione ha di peculiare , di originale , di irrudicibile ad alcunchè altro
" ...Abbiamo nel " sacro " una categoria concettuale che ci permette di avere una visione unitaria dei fenomeni religiosi , ma in realtà esistono tante concezioni del sacro quante sono le culture. Ogni civiltà ha la sua idea di sacro, ha le sue cose sacre: il sacro è un prodotto culturale che varia da contesto a contesto. Ogni cultura poi ha una sua storia e con il divenire storico muta anche la nozione di sacro all'interno di ogni cultura. [ M.Eliade Trattato di storia delle religioni] Tutte le culture hanno un termine per "sacro" :
qodesh in ebraico
hagios in greco
haram in arabo
tapu in polinesiano,
brahman --in sanscrito (India)
wakanda --nella lingua Sioux
mana -- in melanesiano
haminja --in germanico antico
etc.
Sinonimi di sacro di uso comune:
potere divino,
forza divina,
forza soprannaturale,
spirito divino,
spirito santo,
etc.
. Rudolh Otto Con R. Otto è iniziata nella cultura contemporanea occidentale una discussione sul sacro come qualcosa che ha un proprio ambito, una propria epistemologia.

Studiando il fenomeno religioso Otto comprende il sacro come: l’alterità radicale : ( il "ganz Anderes", "qualcosa di assolutamente irriducibile ad altro,) Il sacro non è mai qualcosa che coincide con la normalità : evoca sempre l'idea della straordinarietà: ciò che è oltre il quotidiano , ciò che è oltre il normale , qualcosa di assolutamente estraneo , diverso, indeducibile, inafferrabile.

Il sacro è ' il "numinoso" : dal latino numen , che significa "senza nome" e indica la misteriosa potenza degli dèi .
La " storia" del sacroI documenti, le fonti storiche del sacro Mircea Eliade

Lo storico delle religioni , il rumeno Mircea Eliade, sulla base della corrente fenomenologica e sociologica  ( tedesca soprattutto) ha prodotto un primo studio storico scientifico delle manifestazioni del sacro  che egli cataloga come:

- jerofanìe [ manifestazioni del sacro ]
-
cratofanìe [ manifestazioni di forze sconosciute , occulte e sovrumane]
-
teofanìe [ manifestazioni di un dio],
-
epifanìe [ apparizioni di uno spirito  , un dio ]
"Queste costituiscono i documenti ( del sacro) a disposizione dello storico". 
Mircea Eliade Trattato di storia delle Religioni-Bollati-Boringhieri.
Jerofanìa Il termine "ierofania" fu introdotto dallo storico delle religioni rumeno Mircea Eliade risultando essere un concetto cardine della sua ricerca. Il termine non comporta alcuna ulteriore specificazione e si riferisce a qualsiasi manifestazione del sacro in qualunque oggetto, persona o luogo nel corso della storia dell'umanità.
Esso denota una realtà del tutto diversa rispetto a quella comunemente intesa appartenente al mondo abituale profano, manifestandosi nella realtà ordinariamente percepita.
«Per designare l'atto attraverso il quale il sacro si manifesta abbiamo proposto il termine "ierofania". È un termine appropriato, perché non implica null'altro che quello che dice; non esprime nulla di più di quanto implichi il suo significato etimologico, e cioè che qualcosa di sacro si mostra a noi (Mircea Eliade, Religione in Enciclopedia del novecento, Istituto enciclopedico italiano, 1982, pag. 122)

Un albero o una pietra o un essere umano come manifestazioni del sacro, o ierofanie, non perdono le loro caratteristiche fisiche, ma non per queste caratteristiche fisiche essi vengono ritenuti sacri. Divengono "ierofanie" quando assurgono ad ulteriori significati ed attributi, quando, cioè, gli uomini scorgono in loro qualcosa d'"altro", un "totalmente Altro" che appartiene al mondo del sacro. Qualsiasi oggetto, comportamento, funzione, essere può divenire sacro in una cultura umana, separandosi inevitabilmente da ciò che lo circonda, il profano, pur mantenendone le caratteristiche fisiche.

( https://it.wikipedia.org/wiki/Ierofania)

Il sacro è la potenza, l'energia spirituale comunicata al mondo nella jerofanìa Numen In altri termini nella jerofanìa gli dèi esercitano il numen , ovvero il potere sacro  attraverso il quale compiono miracoli e prodigi .
Le jerofanìe e l' "esperienza" del sacro"  Van der Leeuw in Fenomenologia della religione :
" Il Sacro non è mai dato nel mondo e nella storia come una cosa , un oggetto che come tale possa essere osservato e studiato   .. esso è una potenza extra-ordinaria  e sopra-naturale che entra nella storia degli uomini in modo imprevedibile "
e Rudolf Otto :
"E' una potenza attiva ma anche oscura, affascinante e spaventosa, misteriosa .. numinosa... impersonale.  Agisce  sull’uomo meravigliandolo, coinvolgendolo in una esperienza fascinosa- oppure atterrendolo : si esprime secondo le polarità antitetiche del tremendum e del fascinus. " La  perfezione non appartiene a questo mondo, essa è diversa da quella ordinaria del nostro mondo
e viene da  altri mondi .
Le jerofanìe sono sempre " esperienza di una perfezione ( o singolarità) che fa parte di un mondo altro" e nello stesso tempo sono una esperienza sperimentabile  nel mondo umano. In tutte le culture arcaiche il sacro è pervasivo   ma i può facilmente osservare ancora oggi  persone che narrano "esperienze religiose" ( espressione non scientifica ) vedono ( o sperano di trovare) la presenza del sacro in alcune persone , cose o   eventi nei quali colgono una "singolarità" (il prete, la guaritrice, il gatto nero, il gobbo, le icone religiose,  etc.).
I documenti del sacro Gli uomini di tutti i tempi hanno potuto cogliere il sacro nelle sue manifestazioni storiche ed hanno sedimentato le loro "esperienze" di nei documenti del sacro . I documenti attestano che per l'uomo antico ..
"Tutto quel che è insolito, singolare, nuovo, perfetto o mostruoso diviene un contenitore di forze magico-religiose e , secondo le circostanze, viene venerato e temuto, in virtù del sentimento costantemente provocato dal sacro. Il sacro è presente nella  materialità  di alcune cose o persone : forma, colore, luminosità o oscurità, posizione spaziale o temporale , etc. sono tali da attrarre l'attenzione , da concentrarla su di loro , non come semplici " segni del sacro" ma come " cose potenziate di sacro ". 
(Manuel Guerra Storia delle religioni -La Scuola)

Le Ninfe nella Grecia antica ..

" Erano le divinità di tutte le acque correnti, di tutte le sorgenti, di tutte le fonti. Non le ha prodotte l'immaginazione ellenica: erano al loro posto, nelle acque, fin dal principio del mondo; dai Greci ricevettero forse la forma umana e il nome.

Sono state dallo scorrere vivo dell'acqua, dalla sua magia, dalla forza emanata, dal mormorio delle acque. I Greci, al più, le hanno staccate dall'elemento con cui si confondevano. Una volta staccate, personificate, investite di tutti i prestigi acquatici, hanno acquisito una leggenda, sono intervenute nell'epopea, si sono lasciate tentare dalla taumaturgia."
" Per coloro che fanno una esperienza del sacro tutta la natura può rivelarsi come sacralità cosmica ; il cosmo nella sua totalità è profano, ordinario, caduco, depotenziato , ma tutto il cosmo può diventare una jerofanìa ".  

[ M.Eliade Trattato di storia delle religioni]
Gli oggetti jerofanici L'uomo coglie il sacro come qualcosa che si manifesta e che nello stesso tempo si nasconde.
Nelle diverse culture e religioni troviamo colori sacri, forme sacre, figure sacre, simboli sacri , pietre , acque , montagne , statue , animali , persone sacre - etc. : si tratta di oggetti " jerofanici" che rivelano il sacro e allo stesso tempo lo nascondono in se stessi . Con-sacrazione e Santi-ficazione qodesh  in ebraico e hagios in greco identificano ciò che noi contemporanei chiamiamo " il sacro" .
consacrare   significa in-fondere il sacro in un ente ( cosa o persona). L'atto è la consacrazione dell'ente così che l'ente consacrato può dirsi " sacro " .
qadesh  in ebraico identifica "il Santo" che è JHWH cioè DIO . Il sacro di DIO è il SUO Spirito, lo Spirito del Santo o Spirito Santo.
santificare è l'atto di DIO che in-fonde il SUO Spirito in un ente. L'atto è la santificazione dell'ente così che l'ente ( cosa o persona) è " santo " .

Rileva Mircea Eliade  :
"non è disponibile per lo studioso il " sacro allo stato puro " : esso sempre si manifesta nel mondo in qualcosa del mondo , qualcosa di profano, e nello stesso tempo si nasconde in esso"[ M.Eliade Trattato di storia delle religioni] Nelle jerofanie   il sacro è sempre "mescolato" con il profano , infatti viene percepito dall'uomo in determinate cose profane .
La visione del sacro   è presente in tutte le civiltà negli eroi o nei saggi - per esempio -o in determinati animali o piante fra quelli di una specie ( il serpente o quel tipo  di gatto , lo scorpione o quel tipo di cavallo, etc, ) o di determinati profumi o essenze  ( l'incenso, la mirra, etc) , di determinati minerali o metalli ( oro, giada, etc.) e così via.
Gli oggetti jerofanici comunicano una Perfezione ( o singolarità) che è visibile in questo mondo ma che appartiene ad " altri mondi" : alcuni sono "connessi" alle jerofanìe , mentre altri sono considerati essi stessi jerofanìe . Sacro e anima Studiando le jerofanìe M.Eliade coglie alcune evidenze:
Ogni cultura attesta come l'uomo abbia cercato il sacro e come abbia accolto una relazione stabile con esso mostrando di avere in sèuna capacità affine al sacroche gli ebrei chiamavano nefesh, i greci psykè  ed i latini " anima " Il sacro  si manifesta storicamente come qualcosa di affine alla natura stessa dell'uomo : affine alla sua anima.
[ M.Eliade Trattato di storia delle religioni]

L' Anima è nell'essere umano la capacità  (propria solo di questa specie) di "cogliere il sacro"  nelle sue manifestazioni storiche : jerofanìe, cratofanìe, teofanìe, epifanìe, etc. L'antropologia religiosa chiama la mozione dell'anima verso il sacro ( mozione costitutiva dell'essere umano) : "sentimento religioso".
Il sentimento umano del sacro mette in relazione l'anima con il Sacro e l'anima è il PONTE che permette al sacro di fluire dentro l'uomo stesso

Jerofania, rivelazione, alleanza e religioneLa rivelazione (del sacro) Il racconto degli intermediari del sacro ( come sciamani , sibille, profeti) riferito alla jerofanìa ( il sacro che si manifesta in un miracolo o prodigio ) identifica l' autore ed il significato della jerofanìa  stessa .
Racconto e jerofania ( evento e parole insieme , inscindibilmente) costituiscono la rivelazione
L'alleanza con il sacroIl mondo profano , il mondo dell'uomo, messo a confronto con quello sacro è un mondo depotenziato, dominato dalla sofferenza e da dolore, dal male e dalla morte : il sacro si rivela invece un mondo potente, vitale e vitalizzante: è un potere salvifico per l'uomo e per la natura. Il sacro si manifesta e si nasconde, attrae l'uomo meravigliandolo e lo respinge spaventandolo , ma sempre in qualche modo lo pone di fronte ad una scelta : accoglierlo  o respingerlo.

L'elemento nell'essere umano che stabilisce una relazione con il sacro è il sentimento religioso : quando l'essere accoglie nella fede la jerofania di rivelazione, allora sperimenta questa relazione come "ALLEANZA" con la divinità.

Essendo un essere fragile, sofferente, caduco , che non ha poteri per cambiare radicalmente la sua condizione, vuole mantenere se stesso in relazione con questa potenza , mantenerla cioè viva e attiva nel suo mondo e per questo si sente "impegnato" in una ALLEANZA .. e per questo ogni essere umano "prega" .
La religione La jerofania - rivelazione , il miracolo e il prodigio non è mai possibile coglierli " in sè" come degli oggetti sempre a disposizione : vengono còlti nella coscienza  ed espressi in termini culturali
La rivelazione espressa in termini culturali - diventa alleanza, religione , cultura e civiltà.
Il sacro e l'ordine del mondoErnesto De Martino, storico delle religioni che ha indagato la sfera del sacro in relazione all'uomo nota:
"Il sacro garantisce un ordine: l'ordine del mondo e l'ordine dell'uomo."Il significato di una cosa o di un evento è qualcosa sta "oltre", aldilà della cosa stessa : è qualcosa che si stacca dalla percezione o esperienza della cosa stessa. Quando all'uomo si rivela il significato di qualcosa, gli si rivela una ulteriorità, c'è una "jerofanìa di senso".

Questo disvelamento o rivelazione del senso delle cose avviene nella attività della contemplazione : l'uomo contempla il mondo , la storia , le rivelazioni e da esse gli si rivelano significati, valori, verità. L'uomo appartiene alla natura, ma si distacca dalla natura per creare cultura , e quando crea cultura crea valori : l' ordine del mondo.
Ogni cosa sacra deve essere al suo posto
", dice con molta profondità ogni sciamano : è sacro ciò che attiene all'ordine dei mondi, ciò che garantisce questo ordine .
 
e C.Levi-Strauss:
" Proprio questo rende una cosa sacra, poiché se la si sopprimesse, sia pure con il pensiero, tutto l'ordine dell'universo, crollerebbe. Essa contribuisce dunque a mantenerlo, occupando il posto che le spetta."
Ernesto De Martino:
I documenti del sacro stanno a dire:
" Io mi sono staccato dal piano puramente animale e ho creato qualcosa di più, ho creato dei valori". In natura non esistono valori : questi valori che io ho scoperto li faccio sacri, cioè li pongo al riparo da ogni possibilità di cambiamento, perché senza quei valori l'ordine culturale non ha senso.
I miti sacri « Il significato-valore che si rivela all'uomo viene staccato dalle cose stesse e dagli eventi che vengono contemplate e collocato nell'ambito del sacro, nel tempo sacro, " in principio" , attraverso racconti strategici : miti, metafore, analogie. parabole, etc.

E, per significare il distacco dalla natura e la creazione di un ordine, l'uomo crea cose sacre. Tutti i libri sacri , le Tradizioni sacre delle culture contengono racconti sacri che tramandano i valori, le verità sulle quali si costruisce quella cultura o civiltà. »
(M. Eliade- Trattato di storia delle religioni).

Nota  De Martino:
... Il sacro è cultura: pratiche e convinzioni che l'uomo utilizza per conferire senso e valore all'esistenza ". "Il sacro riguarda e l'ordine dell'uomo : è una "produzione culturale" che ha una dimensione collettiva, cioè che concerne il sistema di valori che è alla base della esistenza di una qualsiasi civiltà " La Tradizione riguarda  l'ordine del mondo e dell'uomo: è un deposito di valori, che da senso alla esistenza collettiva, che la difende dal rischio del caos, dall'angoscia del nonsenso e perpetua un ordine antico e inviolabile ... "

Dietrich
che ha studiato la civiltà minoica ( Creta) riferisce :
" La sensazione della presenza divina, la pratica della invocazione diretta del dio erano i tratti principali della religione minoica e micenea. Tutti gli sforzi erano rivolti alla comunicazione diretta con il divino...la credenza nella epifanìa si ha persino nell' architettura dei palazzi e dei luoghi di culto della : in essi si trova uno spazio aperto destinato alla apparizione del dio... si ha la " presenza " della divinità, non un rimando ad essa attarverso un simbolo ( statua, raffigurazione, oggetto, etc .)" Miti e riti sacri La jerofania di rivelazione sempre interroga l'intelligenza dell'uomo e che contempla l'evento e acquisisce sapienza : attraverso di essa egli illumina il mistero del mondo e della vita .
Nascono le Sapienze umane che sono connesse con le rivelazioni : i MITI .
Come i miti sono sacri i RITI che narrano-rappresentano i MITI  attraverso i quali si manifesta il  numen , il potere della divinità.Nelle civiltà, le religioni diventano sistemi  simbolico.culturali organizzati dal potere ( il sovrano e le sue istituzioni) .

Ogni comportamento religioso viene organizzato , ordinato dal potere mondano e tutto cio' che in qualche modo entra nella dimensione istituzionale del sacro, diventa "sacro "  : gli eventi, il luogo, il tempo, le persone, gli oggetti, etc.

Riti sacri   vengono officiati da persone sacre ( i sacerdoti :" coloro che fanno il sacro") in spazi sacri (templi) in tempi sacri ( feste ) utilizzando oggetti sacri : altari e arredi  e simboli vari

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L'origine delle culture è religiosa Rènè Girard , Il sacrificio, Milano 2004
"L'aspetto caratteristico del fenomeno religioso è il fatto che esso presuppone sempre una divisione dell'universo conosciuto e conoscibile in due generi che comprendono tutto ciò che esiste, ma che si escludono radicalmente: sacro e profano.

Le credenze religiose sono rappresentazioni che esprimono la natura delle cose sacre e i rapporti che essi hanno tra loro e con le cose profane. Le cose sacre sono quelle protette e isolate dalle interdizioni; le cose profane sono invece quelle a cui si riferiscono queste interdizioni, e che debbono restare a distanza dalle prime.
I riti   sacri sono l’azione sacra per eccellenza: sono regole di condotta che prescrivono il modo in cui l'uomo deve comportarsi con le cose sacre. Ci accorgiamo che cè il rito dalla interdizione : non ci si può comportare nello stesso modo nel mondo profano. Il rito esprime la divisione (opposizione e non contrapposizione) del sacro dal profano, soprattutto in spazio e tempo. Si tratta di una priorità  che tutte le credenze mitiche e le pratiche rituali servono ad affermare e mantenere. L'elaborazione dei riti e dei divieti/ interdizioni/ taboo da parte dei gruppi proto-umani o umani prenderà  forme infinitamente varie (le culture ). La religione è un' esperienza primordiale, da cui hanno origine tutte le altre. Questo proprio perchè la religione corrisponde alla società . Da un punto di vista strettamente sociologico, la religione è una rappresentazione simbolica della priorità del sociale sull'individuale, cosa indispensabili per l'esistenza della società stessa. I miti  religiosi Noi imitiamo dagli altri i nostri desideri, le nostre opinioni, il nostro stile di vita e i riti religiosi sono anzitutto i mezzi con cui il gruppo sociale si riafferma periodicamente : la società  usa i miti per ri-formarsi." Sacro e arte ( B.C.Dietrich , Religione, culto e sacro nella civiltà cretese-micenea. in AA:VV:Trattato di antropologia del sacro vol.III-JacaBook --- A.A.Bello , Culture e religioni-CittàNuova )

« Il fuoco è un oggetto nello stesso tempo tremendo ed affascinante , c'è ma non si può toccare, prendere, possedere; ha un potere creativo-distruttivo, etc. Il fuoco-luce e' il simbolo che gli uomini universalmente hanno adottato per rappresentare il sacro . Tutti i riti di tutte le religioni prevedono la simbologia del fuoco-luce.
Sicuramente il sacro è separato dal mondo profano e deve essere rispettato, ma è anche passibile di contatto : il mezzo universale per mettersi in contatto con il sacro è il linguaggio dell'arte.

L'arte " sacra" allude al fatto che il sacro presente in quel luogo non è separato in modo assoluto dal mondo profano , non è irraggiungibile intoccabile.
L'arte sacra è il mezzo con cui l'uomo cerca di raggiungere il sacro che è perfezione, perciò bellezza, armonia e di renderlo sensibile, percepibile , a tutti. Soprattutto con la musica e il canto.

Nelle chiese cristiane per esempio c'è sempre arte , sia pittorica che scultorea, e c'è anche l'organo e il coro. »

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